IkiryōAdd TS Murasaki

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  1. Filira
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    Mother of dragons

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    Da quando Murasaki era diventata genin, la sua routine si era come sdoppiata. Vi erano giornate in cui, occupata con qualche missione, poteva uscire dal quartiere e dal villaggio, libera di esplorare il mondo esterno. Tuttavia, la giovane Hyuga non era solo una genin di Konoha. Come suo padre amava ricordarle, il suo primo e ancestrale dovere era nei confronti del Clan. In quanto leader in fieri, nei giorni in cui la ragazza non era impegnata come shinobi, essa era tenuta a continuare la sua formazione come futura capoclan.
    Era una calda giornata estiva, e Murasaki aveva appena concluso un intenso allenamento con la sorella. Di fronte a lei Tomoe si era appena accasciata a terra, stremata, mentre la sorella maggiore si era piegata sulle ginocchia, cercando di riprendere fiato. Eppure, nessuna delle due ragazze aveva un graffio. Tale era la tecnica segreta tramandata nel Clan da generazioni: pochi danni esterni, devastazione interna.

    Non ti sei proprio risparmiata, sorella.

    Tomoe si alzò, massaggiandosi l'avambraccio destro. Sin da piccole, le due sorelle avevano sempre combattuto l'una contro l'altra, in un'infinita catena di incontri e scontri, il cui risultato era spesso la parità.

    Se lo facessi mi troverei con un braccio in meno, sorellina. Non mi aspetto niente di meno da te.

    Sorrise, rialzandosi e rassettando appena la veste. Di tutte le cose che doveva fare, di certo passare il tempo con la sorella era ciò che preferiva. Si avvicinò a Tomoe, offrendole aiuto per rialzarsi. Non passarono più che un paio di minuti, che lo zio delle ragazze si palesò, richiamando l'attenzione della maggiore delle Hyuga.

    Murasaki, è richiesta la tua presenza. Tuo padre ti ha convocata.

    La sorella alzò lo sguardo, spostandolo da loro zio a Murasaki. Poi, inarcò le sopracciglia, esibendosi in un'espressione confusa.

    Non sarà nulla, tranquilla. Noiose questioni di Clan. Tornerò appena possibile, e potrai avere la tua rivincita.

    Tomoe sbuffò, sorridendo.

    Questo presuppone che io abbia appena perso, sorella. Mi permetto di dissentire.

    Le sorrise un'ultima volta, girandosi poi e seguendo lo zio all'interno del padiglione secondario, alla volta della sala delle riunioni, situata nel padiglione principale. Come da protocollo l'uomo, pur essendo più anziano di lei, camminava ad un passo di distanza dalla ragazza, lasciandole condurre il passo.

    Dimmi, zio. Qual è l'ordine del giorno?
    Ordinaria amministrazione. Rapporti sul commercio, censimento annuale dei nuovi nati, e...

    Parve esitare un attimo, incespicandosi per un momento.

    Formalizzazione della successione. Fino ad ora il tuo è stato un titolo pro forma, in quanto primogenita dell'attuale capo. Da oggi in poi sarai ufficialmente designata quale suo successore. Tuttavia, alcuni degli anziani si sono dimostrati restii ad attribuirti questo ruolo, per il momento.

    Entrarono in un corridoio più stretto, illuminato da lampade ad olio, e dalla pavimentazione in legno scricchiolante. Era chiamato il corridoio dei sussurri, ed era l'unico accesso conosciuto alla sala delle riunioni. Il suo peculiare nome derivava proprio dal rumore che il legno del pavimento produceva ad ogni passo, così da avvertire i convenuti della presenza di ogni nuovo ospite.

    Come sai, il concilio ristretto è allarmato dalla mancata attivazione del tuo byakugan. Ritengono inammissibile che l'erede designata non abbia ancora mostrato appieno le potenzialità degli Hyuga.

    Si fermarono, essendo giunti alla porta che dava sull'antico salone. Murasaki contrasse il volto, in un'espressione contrariata. I suoi occhi, vanto di generazioni di Hyuga, erano inermi e inattivi, occhi del tutto simili a quelli del resto del mondo, fatto salvo per l'inquietante color bianco. Non v'era bisogno che gli anziani le ricordassero di tale problematica, la ragazza aveva tutto ben chiaro, da tempo. Se alla morte del padre non avesse sviluppato la kekkei genkai del Clan, nessuno l'avrebbe mai accettata come leader. Inspirò, cercando di fare chiarezza tra le sue idee.

    Sono nata per questo, zio. Sono stata cresciuta per questo. E nessuno potrà portarmelo via, nemmeno gli anziani.

    Li avrebbe spazzati via tutti, se necessario. Con o senza Byakugan.
    Entrarono nel salone, in cui regnava una forzata penombra. La giovane si era sempre chiesta il perché di questa sceneggiata, quando la tenuta era piena di ampli e luminosi spazi in cui raccogliersi senza alcuna difficoltà. Suo padre si voltò, salutandola con un cenno del capo. Di fronte a lui, quattro degli esponenti più antichi del clan, fra cui suo nonno, stavano seduti, lo sguardo severo che parve scandagliare la figura di Murasaki. Intorno al gruppetto centrale, i membri di spicco del Clan erano raccolti in cerchio, seduti ed in religioso silenzio. La voce di suo padre risuonò potente e profonda, riempiendo la sala.

    Murasaki Hyuga, figlia di Genji. Sei stata convocata dal concilio ristretto del Clan, per discutere della tua posizione e dei tuoi titoli. Siedi, prego.

    Si mosse, andando a collocarsi appena alle spalle del padre. Una volta seduta, i quattro anziani cominciarono la loro filippica, perorando la causa Clan. O così almeno dicevano. Secondo la loro proposta, la nomina ad erede avrebbe dovuto attendere fino al giorno in cui qualcuno di degno non si fosse presentato, dimostrando le proprie qualità di fronte a tutto il concilio. Li guardò, e seppe immediatamente quale fosse il loro problema. Ogni qualvolta la guardavano, vedevano una ragazzina debole e sciocca, che voleva diventare capo per capriccio, o per abitudine. Chiuse un secondo gli occhi, radunando le idee. Avrebbe provato loro quanto si sbagliavano, quanto lei fosse nata per questo compito. Nata per riportare gli Hyuga all'importanza che avevano occupato un tempo, agli albori del villaggio. Quando riaprì gli occhi, mentre ancora gli anziani parlavano e suo padre rimaneva in ascolto, silente, notò un leggero sfarfallio propagarsi dal lato est della sala. Una lampada pareva essere arrivata alla fine della sua vita, emanando gli ultimi bagliori prima di spegnersi.

    Una buona metafora per i vecchi Hyuga.

    Pensò, sorridendo fra sé e sé. Un secondo dopo, la lampada si spense, segnalando la sua dipartita dal mondo. Uno dei membri di più basso rango presenti si alzò, sincerandosi che la lampadine non fosse svitata o malfunzionante. Tuttavia, non appena l'uomo arrivò a distanza ravvicinata, la lampadina si riaccese autonomamente, tornando a splendere come se nulla fosse accaduto. Murasaki scosse le spalle, spostando nuovamente lo sguardo sugli anziani. Che quello fosse un segno? Per quanto avrebbe potuto provare ad imporsi, loro sarebbero sempre rinati, affermandosi nuovamente? Le parole continuavano a susseguirsi, come un fiume in piena. Qualche secondo dopo, però, l'attenzione della ragazza venne catturata nuovamente da problemi di tipo elettrico. Dall'altra parte della stanza, sulla parete ovest, un'altra lampada dava i suoi ultimi segnali di vita, emettendo luce ad intermittenza. Nuovamente, qualcuno si alzò per ovviare al problema, che scomparve non appena la lampada venne toccata. In pochi minuti, la cosa si ripetè diverse volte, creando un certo fastidio in tutta la sala. I convitati cominciarono ad agitarsi, inquieti sui propri cuscini.
    Quella riunione, cominciata come un qualsiasi incontro di Clan, si sarebbe presto rivelata totalmente diversa da ciò che i partecipanti si aspettavano.
     
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17 replies since 8/8/2018, 21:34   299 views
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