Atelier TenshiNegozio di Kiyomi

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    Atelier Tenshi


    Tenshi_Boutique

    Nel cuore della zona commerciale del Villaggio della Foglia, si trova un piccolo negozio d'abbigliamento, che sebbene il nome sia poco conosciuto, sembra avere capi di alta moda. Ogni singolo capo o accessorio è prodotto in proprio, e su ognuno di essi vi è impresso il marchioTenshi_Marchio di questo prestigioso atelier emergente.



    Il locale si presenta in uno stile particolarmente lussuoso, con pavimento in marmo lucido e faretti a led che gli donano un'aria moderna ed elegante.
    Nella prima parte si trova la grande vetrina con esposti alcuni dei modelli migliori, di stile variabile e per ambo i sessi; sul lato sinistro del locale è possibile trovare diversi abiti femminili eleganti o più informali, mentre sul lato destro vi sono i capi maschili. Su ogni parete vi sono delle mensole sulle quali sono esposti accessori come cappelli, sciarpe e borse.
    Si può trovare solamente una taglia per modello, ma in caso di bisogno è possibile chiedere di crearne uno su misura a prezzo quasi uguale all'originale, se non è disponibile in magazzino.
    Sulla destra, inoltre, si trova il bancone con altri accessori vari e la cassa.
    Il retro è invece per la maggior parte adibito a salone di prova, dotato di vari specchi posti sulle pareti, un camerino ed un grande specchio ricurvo posto davanti ad un basso piedistallo. Altri vari abiti sono disposti ed appesi alle pareti; comode poltroncine si trovano sparse per la stanza ed affianco al camerino si trova un singolo bagno, mentre sul fondo della sala vi è una porta di legno bianco posizionata su due scalini a semicerchio.

    Tenshi_Sartoria_b


    Oltre la porta, si trova una scala a chiocciola in legno che porta ad un seminterrato in cui nessuno a parte Kiyomi ha il permesso di accedere. Il locale è adibito ad una vera e propria sartoria, completa di tre diverse macchine per cucire, manichini ed un tavolo da disegno dove prendere appunti e disegnare gli abiti.
    Ogni parete è riempita con scaffali colmi di tessuti di tantissimi tipi e colori, mentre sul lato destro si trova una lunga mensola piena di aghi, bobine di cotone e altre stoffe, ed altra piccola attrezzatura. Nell'angolo a destra, accanto alle scale, inoltre, si trova il bagno privato di Kiyomi.
    L'intero pavimento, bagno a parte, è rivestito di moquette rosa pallido.


    Edited by Yusnaan - 7/1/2018, 16:43
     
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    La sartoria


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    Ambientato post ospedale - pre funerale Damiyo


    L'idea di reincontrare la donna che le aveva fatto quel discutibile addestramento non esaltava Hebiko, ma non aveva molta scelta. Certo Konoha era grande, forse c'erano altri sarti disponibili, ma a giudicare dall'eleganza del negozio, probabilmente lei era la migliore.
    Non c'era Febh con lei, dato che anche lo Yakushi doveva partecipare al funerale, Raizen aveva pensato bene di portarlo con sè per comprare un vestito adatto, forse evitando che potesse presentarsi vestito da Kappa con la buona intenzione di risollevare il morale a tutti, ma col rischio che venisse condannato come traditore per insulti ad un importante evento della foglia. Sì, Raizen sarebbe riuscito a tenerlo a bada, anche a schiaffi se necessario.
    Uno sbuffo avrebbe anticipato l'entrata della ragazza nel negozio. Indossava un cappotto di parecchie taglie più grandi di lei, prestatole da Raizen stesso, utilizzato per nascondere il succinto abitino da infermiera che portava sotto. Non avrebbe mai percorso le vie del villaggio senza quella pesante copertura, tantomento con quella ridicola vestaglia che le aveva proposto l'Hokage; c'era il rischio che qualcuno la credesse una paziente fuggita, e da lì sì che sarebbero iniziati i guai.

    Uhm. Permesso?

    Se non ci fosse stato nessuno presente, si sarebbe avvicinata al bancone, alla ricerca della classica campanella che i bottegai usavano per farsi chiamare dai clienti in caso di assenza. In mancanza di essa, si sarebbe limitata a sibilare nervosa, aspettando qualche minuto e perdendo tempo a valutare i vestiti esposti, per poi, in caso di lunga attesa, ripetere il precedente richiamo, con tono sempre più spazientito del precedente.

    Spero che ne valga la pena... Ho urgente bisogno di una nuova divisa.
     
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    Una cliente da Oto

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    Era una giornata tranquilla alla sartoria Tenshi, e la giovane Hanako

    Hanako

    era rilassata a leggere una rivista dietro il bancone. Kiyomi sapeva di potersi fidare di lei, quindi l'aveva voluta a gestire il suo negozio mentre lei lavorava in laboratorio, e da quando era successo, le aveva confezionato personalmente dei vestiti da usare durante il lavoro, così da dare una bella immagine ai clienti anche della qualità del personale.
    Una curiosa ragazza, però, entrò quel giorno, decisamente poco intonata all'ambiente; era vestita con un gigantesco cappotto ed aveva l'aria vagamente sconvolta, più simile ad una barbona che ad una kunoichi. La giovane commessa rimase leggermente sconvolta e un po' a disagio quando la vide entrare, non sapendo come comportarsi. Forse era una senza tetto che cercava l'elemosina o magari le avevano rubato i vestiti, o forse più semplicemente era rimasta fuori casa senza vestiti da mettere.
    In ogni caso, si alzò dalla sua sedia e cercò di essere il più naturale possibile, sorridendole ed avvicinandosi a lei col suo elegante abitowomen-summer-elegant-suit-office-workwear fatto su misura.
    Ssalve...Posso esserle utile?
     
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    Colei che Sfidava il Potere
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    Tenshi, Konoha


    Mi era parso di vedere qualcuno che attraversava la strada con un abito molto più grande della sua taglia. Mi sembrava strano che entrasse in una boutique così raffinata conciata a quel modo, ma forse si trattava di una barbona in cerca di stracci o avanzi di stoffa per coprirsi...dopo l'attacco di Cantha molti erano rimasti senza casa e non era strano vedere sguardi disperati in giro per il villaggio. Non che la cosa mi importasse: il mio scopo era difendere il villaggio uccidendo ogni Hokage. Dovevo solo aspettare che ne nominassero uno nuovo, e sicuramente Raizen, con le sue ferite, non poteva essere un candidato valido. O almeno così pensavo al tempo. Raggiunsi l'ingresso, varcandolo. Avevo sentito di quel posto in giro, e avevo finalmente ricollegato l'identità della donna che aveva sfidato il precedente Hokage con tanta veemenza, tanto da conquistare un inusitato rispetto ai miei occhi...inoltre nello scontro la mia tuta era stata danneggiata, e avevo sentito dire che quella donna era in grado di creare abiti adatti tanto alla lotta quanto alle occasioni formali.

    Il negozio era molto curato, e forse oltre le mie possibilità, ma avevo un piccolo gruzzolo da parte e forse avrei potuto impegnarlo per migliorare il mio equipaggiamento a quel modo. Anche una spada sarebbe tornata utile, ma pensavo che forse avrei potuto ottenerne una a Kiri o a Ame con maggiore facilità.

    260px-YatoNoragami



    Chiedo scusa. Scrutai l'ambiente con molta attenzione. La barbona era là, ma aveva lineamenti che non riconoscevo né potei ricondurre a qualcuno dei grandi clan. Verosimilmente aveva davvero perso la casa nell'attacco e non le dedicai eccessive attenzioni salvo un modesto cenno del capo. Mi chiamo Yato, del clan Senju. Cercavo la proprietaria...avrei necessità di una nuova tenuta da battaglia. Avrei detto, verosimilmente la rossa aveva già finito di chiedere quel che le serviva o perlomeno aveva concluso la sua introduzione. Non mi importava particolarmente di lei.

    Certo, il fatto che Raizen fosse in ospedale in quelle ore, e che io fossi in giro a fare shopping invece di andare a trovarlo dopo avergli salvato la vita era altrettanto irrilevante. Detestavo quell'uomo, e ora che non era più Hokage non avevo alcun motivo per averci a che fare.
     
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    Intruso


    II



    All'interno del negozio era presente una giovane donna, ma che Hebiko riconobbe non essere Kiyomi. Forse aveva sbagliato sartoria? Si guardò attorno, vagamente confusa.

    Uhm... Questa non è la sartoria di Kiyomi?

    Che le avesse risposto in maniera positiva o negativa poco importava. A lei serviva solo qualcuno che potesse fabbricarle una nuova divisa, e quella era una sartoria, ed anche di classe a giudicare dall'ambiente. Avrebbe sicuramente speso parecchio, ma i soldi non erano un problema, dopo la pessima avventura della giornata il suo stipendio autoassegnatosi avrebbe subito un aumento per "ottimo lavoro svolto". Bastava infilarlo in mezzo alle scartoffie che era solita far firmare Febh.
    Prima che potesse aprir bocca per fare la sua richiesta, entrò una seconda persona. Pareva un ragazzo piuttosto serio e posato, che però fece il suo primo errore. Non appena tentò di parlare con Hanako, la Vipera avrebbe soffiato contro il ragazzo, imponendosi senza timore.

    A Konoha non sapete rispettare la fila? Sii educato, e fatti da parte.

    Il suo tono brusco puntava a zittirlo, si sarebbe voltata prima di poter ricevere risposta, a testa alta, e tenendo il cappotto ben chiuso, soprattutto ora che c'era un uomo in quella stanza.

    Ho bisogno di una divisa ninja fatta su misura. Dovrà permettermi movimenti elastici ed essere abbastanza elegante da poter essere indossata per avvenimenti importanti. E vorrei che fosse fatta il prima possibile, resterò a Konoha solo per poco. ...Oh! E mi serve con urgenza un Mofuku.

    Avrebbe usato un tono tranquillo con la ragazza, seppur evidenziando la fretta. Finita la frase, la sua sottile lingua da serpente si sarebbe mostrata ai due, sibilando leggermente innervosita dalla presenza del ragazzo. Se la ragazza lo avesse richiesto avrebbe tolto il cappotto, rivelando l'abito da infermiera, ma non si sarebbe mai spogliata ulteriormente, nemmeno per permetterle di prendere le sue misure, non finchè il moro fosse rimasto nelle vicinanze.
     
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    A quanto sembrava anche le donne di strada pensavano di poter fare quello che più gli andava ora che il Villaggio era in subbuglio. Al sentirmi aggredito così senza preavviso mi accigliai un poco, squadrandola e rispondendo quasi indispettito. Non intendo saltare la fila. Devo parlare con la proprietaria, gli acquisti sono secondari. Avevo aspettato che lei tacesse per intervenire pochi istanti prima, proprio per non interromperla, ma evidentemente lei non aveva visto la situazione allo stesso modo. Forse era nervosa perché infreddolita o aveva abiti logori...in ogni caso non provai particolare pena per lei...e a conti fatti aveva capelli e volto un pò troppo puliti per essere una barbona. Che fosse straniera? Magari aveva vestiti inadatti al nostro clima. Poteva essere utile, anche se in assenza di un Kage la Missione era sospesa e avrei dovuto tenere un basso profilo...in ogni caso attesi che smettesse di parlare con la commessa prima di rivolgerle nuovamente la parola. Stavolta sorrisi, affabile. Mi chiamo Yato, del clan Senju. Sono mortificato se prima sono risultato scortese. Non si ripeterà. Le avrei fatto un breve cenno col capo. C'è forse qualcosa che posso fare per chiedere scusa? Sembri di fretta, ma io conosco bene il Villaggio, potrei accompagnarti dove devi andare.

    original

     
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    Una cliente da Oto

    II


    La cortese ragazza non fece attendere una risposta, accontentando la richiesta di quella che ancora non sapeva che tipo di cliente potesse essere, anche se l'aver nominato la proprietaria, faceva presupporre che non si trovasse lì per caso.
    Ma certo. Questo negozio è di proprietà di Kiyomi Saito, la quale ne è anche la sarta che produce ogni singolo capo. Lo disse senza nascondere un certo orgoglio, dato che provava una certa stima nei confronti della sua datrice di lavoro, dopo tutti i progressi che aveva fatto negli ultimi 2 anni, quando viveva soltanto a spese dei suoi genitori, senza far niente tutto il giorno.
    In quel momento, però, entrò un altro ragazzo che cercava la proprietaria, e la commessa, ma la commessa, dopo averlo cortesemente salutato, si vide costretta ad assistere ad un piccolo battibecco tra i due, sebbene gli animi sembrarono placarsi quasi subito.
    Non c'è problema, mi dia soltanto un minuto. E dopo essere passata ad ascoltare le richieste della giovane, capì che forse si sarebbe potuto risolvere tutto in una volta.
    Bè, mi pare di capire che siete entrambi ninja e che volete la stessa cosa, quindi adesso avverto la signorina e vediamo se può ricevervi entrambi. La ragazza si sarebbe avvicinata all'interfono sul bancone, per poi premere il tasto che le permetteva di comunicare col piano inferiore. Kiyomi-sama. Ci sono 2 clienti che chiedono di lei, vorrebbero ordinare degli abiti.
    La risposta arrivò dopo qualche istante, ed Hebiko avrebbe finalmente potuto riascoltare la voce che aveva tanto odiato in precedenza. Va bene, falli accomodare, arrivo tra un minuto.

    Dopo che la ragazza li condusse nell'altra sala, molto più spaziosa di quella all'ingresso e con diversi specchi e camerini, i due genin avrebbero dovuto attendere circa 5 minuti, magari accomodati sulle poltroncine a disposizione, in quella stanza ampia e silenziosa che avrebbe potuto sembrare quasi un tempio, con un delicato profumo di rose che pervadeva l'aria, quando alla fine la porta dalla parte opposta si sarebbe aperta e ne sarebbe uscita Kiyomi in tutto il suo splendore. Anche sul luogo di lavoro era sempre impeccabile, coi capelli legati dietro la testa e vestita con un abito aderente333cf8d39bd4fd154e8a126115c3e9fc e formale, quanto elegante, ed il suono dei suoi tacchi sul freddo marmo avrebbe risuonato per tutta la stanza mentre scendeva i due scalini davanti alla porta e si avvicinava ai suoi due ospiti.
    Buongiorno, ragazzi.
    Oh...Cubiko. Come va, ti sei allenata a saltellare sui muri?
    Aggiunse, dopo aver notato la presenza della sua ex allieva, con un tono più sarcastico, che per puro interesse.
    Quest'ultima, si sarebbe trovata davanti una persona del tutto diversa, da quella con cui aveva avuto a che fare l'ultima volta. Kiyomi aveva svolto il suo compito e si era divertita a torturarli, ed ora erano entrambe ritornate al loro status precedente di perfette sconosciute, quindi non c'era alcun bisogno di fingere si essere cordiale, ma ovviamente neanche ostile nei suoi confronti.
    Se la giovane le avesse corretto la pronuncia del suo nome, non vi avrebbe fatto caso, ed avrebbe chiesto cosa desiderassero entrambi, attendendo una risposta.
    Bè, credo di avere quello che fa per voi, ma tu...sei sicura di potertelo permettere? Sai, gli abiti fatti su misura sono cari, figuriamoci quelli da combattimento. Non è tanto per sfiducia, ma...così conciata non è che ispiri una grande sicurezza economica.
    Se l'otese avesse tentato di dare una spiegazione, sarebbe bastato nominare l'Hokage, per convincerla. Ah! Raizen. Non mi devi dire altro, tutto ciò che lo riguarda, finisce col diventare strano. In caso contrario, se avesse avuto una spiegazione convincente, avrebbe comunque cercato di comprendere la situazione, e in un modo o nell'altro, si sarebbe poi rivolta a Yato.
    Va bene, pensiamo alle cose importanti, allora. Non ti dispiace se servo prima lei, vero? Non ci vorrà molto. E se vuoi stuzzicare o bere qualcosa, chiedi pure ad Hanako. Gli avrebbe così ammiccato, prima di prendere con sé Hebiko per andarsene in disparte e sedersi su delle comode poltroncine.
    Allora...dimmi che avevi in mente. Le disse tranquillamente, mentre si appoggiava allo schienale ed accavallava le gambe.
     
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    Disagio


    III



    Nonostante la sua provocazione, il ragazzo sembrò placarsi immediatamente, non perchè spaventato ma con fare amichevole, rivolgendole la parola non appena lei finì di parlare con la segretaria. Spaesata, era abituata a persone che le rispondevano a tono o si spaventavano, la sua gentilezza la rese più innocua, facendola persino arrossire appena.

    Ah? Oh. Uhm... No-non preoccuparti. Indicami solo un... un baracchino dove poter pranzare, ecco. Comunque io sono Hebiko. Di... nessun clan.

    Visibilmente impacciata, sis trinse leggermente il giaccone fuori misura, distogliendo lo sguardo. Non aveva motivo di aggredire un konohaniano che sembrava esser gentile con lei, soprattutto dopo una sfuriata, e più persone la accettavano al villaggio, più sarebbe stato facile per lei ambientarsi se mai avesse deciso di trasferirvisi. Sospirò, cercando di mantenere la calma quando la segretaria li invitò a spostarsi nell'ufficio, per incontrare Kiyomi. Ancora provava rancore contro quella donna, ma al momento sembrava fosse l'unica a poter risolvere il suo problema.
    Si sfilò il giaccone porgendolo ad Hanako, rivelando così il suo succinto abitino da infermiera, che non fece che peggiorare il suo rossore. Cercando comunque di apparire fiera agli occhi di entrambi, si sedette con eleganza, accavallando le gambe. Si pentì quasi immediatamente di quel gesto, l'abitino che indossava non permetteva a quella posa di coprire quello che già a stento nascondeva. Spostandosi in una posizione più consona, incrociò lo sguardo con la donna, fulminandola con lo guardo:

    HE-biko.

    Frustrata, ripetè alla donna che aveva bisogno di una divisa ninja, ricevendo una provocazione poco gradita, che la convinse a rispondere leggermente stizzita:

    Lei chiaramente non ha idea di chi io sia, mi stupisce che un negozio del genere non sappia accogliere persone di un certo livello. Come segretaria dell'Amministratore di Oto, mi aspetto un minimo di rispetto in più. Il vostro Hokage mi ha consigliato esplicitamente questo post-

    Venne interrotta da una frase discutibile, ma se non altro sembrava aver accettato il lavoro. Non poteva fare la schizzinosa, aveva urgentemente bisogno di quei vestiti, perciò si sforzò di evitare di infierire, mordendosi la lingua e seguendola in disparte.
    Alla domanda di Kiyomi la rossa prese parola descrivendole la sua richiesta:

    Mi serve una divisa ninja, con stoffe resistenti ma di qualità. Dovrà essere sufficientemente elastica da permettermi movimenti estremi, e principalmente nera. Qualcosa con taglio cinese andrà benissimo, non voglio nulla di troppo complesso. Vorrei avesse un serpente bianco come decorazione. OH! E avrei bisogno che mi cucisse una nota da qualche parte, in una zona abbastanza visibile. Avevo disegnato qualcos-

    Iniziò a tastarsi il torace, cercando la sua agenda, ricordando con tristezza di non averla portata con se per via della fretta.

    Ah, già. Beh. Spero sappia fare un buon lavoro. Ah! E un abito da funerale. Per... sì insomma.


    Era da tempo che la ragazza progettava quella che sarebbe stata la sua nuova divisa, era stanca di quel comune abito otese, voleva distaccarsi dalla massa, ed evitare di somigliare ai tanto odiati compaesani. Certo, gli ultimi eventi l'avevano costretta ad agire di fretta, ma fortunatamente aveva le idee chiare.


    Edited by Waket - 6/12/2017, 21:26
     
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    Colei che Non era Amata
    II
    Tenshi, Konoha


    Incuriosito dalla sua reazione, come se l'improvvisa gentilezza fosse qualcosa a cui non era per niente abituata, proseguii su quella stessa scelta di toni ed espressioni. Mi aveva mostrato un punto debole, e lo avrei sfruttato fino in fondo, o perlomeno fino a quando non avessi capito chi era quella donna e se poteva essere una pedina utile alla mia Missione, sia da viva che da morta. Se non fosse stato qualcosa di puramente strumentale, forse avrei trovato affascinante quell'arte che andavo lentamente sviluppando del leggere le persone e provare, con piccoli tocchi ed espressioni, a guidare il loro pensiero attraverso le emozioni che potevo suscitare. Lei incespicò, quindi era abituata a comandare e controllare qualcuno di riottoso o, in alternativa (sebbene le due cose non si escludessero a vicenda) era lei ad essere sottoposta di qualcuno in un ambiente frustrante. Una parola delicata la aveva messa in confusione, quindi non doveva essere abituata a trattare con persone che erano sul suo stesso livello, o se lo faceva comunque utilizzava sempre una qualche maschera ufficiale o di aggressività.

    Pochi istanti per leggere quegli elementi, che certo costituivano solo un'ipotesi e una lettura superficiale, ma aumentando le interazioni e con altri piccoli esperimenti per vedere le sue reazioni mi avrebbero aiutato a definire la sua personalità e posizionare lentamente delle briglie adeguate, sempre che ne valesse la pena. Di certo non mi pareva che quella Cubiko, o Hebiko, quale che fosse il nome, fosse una persona che aveva molti amici. E questo la rendeva più vulnerabile alle manipolazioni. Oh, beh, c'è un locale molto buono e anche a buon mercato se vuoi del ramen, pare che sia in piedi sin dai tempi del settimo Hokage quando era bambino. In alternativa, se ti accontenti di un panino conosco un posto non molto distante dall'ospedale. Sarebbe un piacere portartici, anche per riparare a questa piccola incomprensione. Abbozzai, mentre la commessa ci portava nell'ambiente vicino. Non avevo fatto accenni al clan, a giudicare dalla brevissima esitazione Hebiko aveva mentito o si vergognava delle sue origini, o in ogni caso non voleva parlarne...essendo straniera pensare che fosse in soggezione davanti al cognome "Senju" era oltremodo improbabile.

    Entrati nella sala accanto finalmente mi trovai faccia a faccia con la donna che, unica tra tutti coloro che conoscevo, aveva affrontato il Kage per quello che era: una carogna. La sua ostilità sarebbe potuta tornarmi utile se per caso avessero finito per rieleggerlo, anche se nelle sue condizioni lo trovavo improbabile ed era bene creare subito un legame, anche se la Missione era sospesa fino alla nuova nomina. Chinai il capo con una mano sul petto, in segno di rispetto e deferenza (a fronte di un carattere esplosivo come quello dimostrato in passato, pensavo che mantenere una formale educazione con un accenno di eleganza e adulazione potesse tornarmi utile). Buongiorno. Solo a vedere l'eleganza dei vostri abiti il desiderio di fare acquisti aumenta. Non mancai di notare che lei ed Hebiko si conoscevano abbastanza da poter lanciare delle frecciatine...verso le quali la rossa non sembrava avere alcuna forma di protezione, visto come rispose di mala maniera. Io fui accurato nel farmi gli affari miei e tacere, per evitare guai.

    In quel momento Hebiko levò il giaccone, rivelando un abito succinto che, lo ammetto, mi colse un secondo alla sprovvista, dato che andava completamente contro l'idea che mi stavo costruendo di lei...possibile che avesse una vena di perversione? Se non altro sembrò seriamente imbarazzata dalla sua mise, e quindi distolsi lo sguardo, come a voler rincarare il mio essere gentile e rispettoso, anche se per non sembrare troppo falsi mi schiarii la gola come se fossi lievemente a disagio. Poi lei si sedette accavallando le gambe, salvo poi sotterrarsi nuovamente...magari era una forma di masochismo conciarsi a quel modo e poi vergognarsene...i feticismi erano qualcosa su cui ero stato addestrato ma in tutta coscienza non riuscivo a comprenderli appieno. Uhm...se permetti... Composi una manciata di sigilli, mettendo in campo una delle illusioni più basilari al servizio di un ninja, la Percezione Falsata, con cui lasciai che l'abito della donna cambiasse diventando decisamente più lungo e coprente, ma ancora con le insegne dell'ospedale. Non avevo capito fossi un'infermiera nuova. Io lavoro all'ospedale...spero non ti offenda per questo piccolo trucco, ma in tutta onestà sembravi un pò a disagio... Un movimento brusco avrebbe dissolto l'illusione, chiaramente, ma quello era un nuovo test per vedere la sua reazione: si sarebbe offesa? Imbarazzata ancora di più? Sarebbe stata riconoscente o scontrosa per aver interrotto il suo hobby, sempre che fosse un hobby? Niente a paragone con i vestiti di questa boutique, chiaramente. Subito rivolsi un sorriso anche alla proprietaria. Ma forse essere a proprio agio aiuta, no?

    Poi la rivelazione: lei veniva da Oto, ed era affiliata all'Amministratore, giunto in visita dopo l'attacco e aveva contatti con l'Hokage uscente (così come Kiyomi). Internamente esultai, conscio di aver fatto bingo: quella ragazza poteva essere molto utile e dovevo assolutamente intrappolarla nella mia rete, in un modo o nell'altro. Feci un cenno con la mano mentre lei e Kiyomi si appartavano. Prego, posso aspettare, anche a me serve una divisa da battaglia. Accetterò volentieri un pò d'acqua. Rimasi in disparte...dovevo studiare con cura le mie mosse successive, comprendere cosa legava le due donne e capire se potevo sfruttare quell'elemento per legarle entrambe a me.

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    Una Cliente da Oto

    Progetti


    Mentre si allontanava dal giovane con la sua cliente, chiamò la sua segretaria per farsi portare ciò di cui avrebbe avuto bisogno a breve.
    Hanako! Porta al ragazzo un bicchiere d'acqua. Poi portami il book, ho dei vestiti da disegnare. La ragazza ci mise pochi secondi ad accontentare la richiesta del genin,
    per poi andare velocemente a porgere l'album da disegno e delle matite alla padrona del negozio, che intanto aveva preso a parlare con la sua cliente sui vestiti da realizzare.
    Mh...Per funerale presumo che tu intenda per quelli dell'attacco al villaggio. Non sei la prima ad averlo richiesto, infatti ne ho preparati diversi modelli, devo solo adattarli alle tue misure. Sei una 42, giusto? Centimetro più, centimetro meno... Disse, dopo averla appena squadrata e mentre appuntava delle note sul primo foglio. Per quello punterei su un kimono classico, mentre per la divisa da combattimento...
    Aveva già iniziato a fare una bozza del vestito, che lentamente prendeva forma, per poi passare ad accennarne i colori. Hai detto taglio cinese...deve servirti per combattere, quindi deve lasciarti molta libertà di movimento...la gonna deve essere sicuramente corta e con un spacchi laterali, così non ti intralcerà, ma se non ti senti a tuo agio, posso farti dei leggins o delle calze autoreggenti dello stesso tessuto.
    Per il busto, smanicato sarebbe la scelta migliore, magari aggiungendo dei guanti lughi abbinati che arrivano al gomito, così da sembrare più completo. Dimmi pure, se non sei convinta di qualcosa, eh.
    Mhh Per il serpente potremmo farlo sulla gonna o sul busto, dove più preferisci...mentre la nota, immagino il simbolo di oto, potremmo inserirla alla vita, a mo' di fascia...
    ...qualche ritocco qui e là...e bè, credo che così dovrebbe andare.

    Durante la costruzione dell'abito, se la ragazza avesse avuto qualche richiesta da fare o qualche obiezione, l'avrebbe accontentata, fino a raggiungere il modello finale.
    Bene, per i colori ti consiglierei colori scuri, si adattano meglio al tuo incarnato, magari viola e nero, colori classici per una kunoichi otese. Che ne dici? In quel momento colorò il vestito quasi completamente di viola e con dei tocchi di nero,
    ma se e quando Hebiko avesse deciso i colori da usare, sarebbe stata più che disponibile a modificarli secondo i suoi gusti.

    Una volta terminato e solo dopo che l'otese si fosse detta soddisfatta, le avrebbe chiesto di alzarsi e di ruotare leggermente su se stessa, così da studiarne meglio il fisico, dopodichè avrebbe sfilato dal reggiseno un metro a nastro, con cui sarebbe passata a prendere misure di spalle, seno e vita.
    Mh, 42, come sospettavo. E dopo aver preso anche la misura dell'altezza ed aver segnato tutto sul suo album, le diede le ultime indicazioni. Allora, per il kimono funebre puoi passare tra un'ora, mentre la divisa sarà pronta fra 10 giorni.
    Essendo un atelier di prestigio, seppur emergente, Kiyomi doveva fare tutto il lavoro da sola, quindi preparare un vestito in breve tempo sarebbe stato difficile, ma se Hebiko non avesse gradito o si fosse dimostrata contrariata da quella affermazione, forse si sarebbe potuto fare qualcosa.
    Se proprio vuoi, posso fartelo in 2 giorni, ma verrebbe a costarti un po' in più. Capirai, ho altri abiti già ordinati e devo fare tutta da sola.
    In ogni caso, una volta raggiunto un accordo, Kiyomi avrebbe congedato la ragazza chiedendole di lasciare il 10% di acconto alla sua segretaria, per poi avvicinarsi a Yato.
    Eccoci qui, te l'avevo detto che non ci sarebbe voluto molto.
    Mi pare che non ci siamo ancora presentati. In ogni caso, io mi chiamo Kiyomi Saito. Anche se penso che tu lo sappia già.
    Dopo le presentazioni, la donna avrebbe invitato il giovane a seguirla alle poltroncine dove aveva parlato con Hebiko, chiedendogli poi di parlargli dei dettagli della divisa, se aveva già pensato a qualcosa.
     
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    Ospitalità fogliosa


    IV



    La gentilezza di Yato sembrava metterla in costante diagio più che a suo agio, comeavrebbe dovuto reagire una persona normale. Eppure il ragazzo lo aveva capito che troppo normale non era, socialmente parlando: non solo il suo passato, ma anche il presente era piuttosto turbolento sotto questo punto di vista, dove la fiducia era sempre data con troppa leggerezza o negata a prescindere da ogni cosa. A Konoha aveva il primo problema, pensava che tutti fossero gentili di natura, che nessuno avesse mai bisogno di minacciare per ottenere qualcosa. Certo, la sua prima esperienza con Raizen non andava del tutto a favore della sua tesi, ma col tempo era andata migliorando.
    Alla richiesta d'invito Hebiko sembrò volersi sotterrare, non sapendo cosa rispondere. Però poteva tornargli utile, dopotutto più conoscenze aveva nel villaggio, più poteva sperare in aiuti se ad Oto fosse successo qualcosa.

    ...Va bene. Un pranzo solo però. E paghi tu. Siete tutti cavalieri qui a Konoha, no?

    Certo non era il modo migliore per rispondere a qualcuno che stava cercando di essere gentile con te.
    Più tardi, mentre entrambi aspettavano di essere convocati per il proprio turno, Yato usò una tecnica su di lei, sul vestito per la precisione, allungandolo per renderglielo decisamente meno succinto. L'espressione della ragazza si fece presto più sollevata, e naturalmente imbarazzata.

    U-um... Grazie, va decisamente meglio. I miei vestiti sono solitamente più... coprenti. Sei sempre così gentile con le sconosciute?

    Un po' di diffidenza che non guasta mai, anche se le capacità di raggiro di Yato avrebbero sicuramente sistemato anche quel problema.
    L'abito da funerale era praticamente già disponibile, per ovvie e tragiche ragioni. Kiyomi si dimostrò estremamente professionale nel gestire le richieste per il suo abito da combattimento, trovandosì così davanti una Hebiko piuttosto entusiasta, che controllava i disegni cercando di capire cosa volesse davvero. Alla scelta dei colori arricciò il naso: non avrebbe messo del viola nel suo vestito, ricordava troppo Oto.

    Hmmm, non lo so. Dato che è un vestito fatto nel paese del fuoco, perchè non aggiungere delle belle fiamme rosse come firma indelebile? In nero va benissimo, e il serpente può andar bene sulla gonna.

    Allegra, attese che la donna terminasse gli ultimi aggiornamenti, avvertendola dei tempi di consegna.

    DIEC-

    Si trattenne a fatica dallo sbraitare. Non le andava di aspettare così tanto, non aveva chissà che vestiti di ricambio. Borbottò, infastidita, massaggiandosi le tempie prima di rispondere.

    Ok. Ok. Dieci giorni. Posso resistere. Tanto dovevamo comunque fermarci a Konoha.

    Cambiò posto con Yato, aspettando che finisse il turno. Stavolta potè incrociare le gambe senza vergogna, facendosi portare un caffè ed una rivista dalla segretaria della donna. Non potè godersi la pausa a modo però, dato che passò tutto il resto del tempo a fissare Hanako con la coda dell'occhio. Quella era una segretaria, quello era il tipo di donna che vedeva la gente quando pensava a quella parola. Certo, in Amministrazione tutti conoscevano il suo caratterino, ma bene o male erano tutti dipendenti al di sotto di lei. Essere segretaria dell'Amministratore era sicuramente un ruolo più rispettoso dell'esserlo di una semplice sarta... Ma alla fin fine di macchine ubbidienti si parlava, niente di più, niente di meno.
    Non lei. Non lo accettava. E la pigrizia di Febh giocava parzialmente a suo favore, ma non verso l'esterno. Nessuno la rispettava come segretaria. Chi le portava rispetto, lo faceva per il suo carattere, per la furia dimostrata. Gli altri la vedevano come una serva difettosa, ribelle, che "non sapeva stare al suo posto". Non era quello che voleva. Ma forse era quello che doveva dimostrare. Non si sarebbe comunque abbassata ad ubbidire a qualcuno al di fuori dall'Amministrazione. Il suo capo era l'Amministratore in persona, nessuno, fino al giorno delle elezioni, era più importante di lui.
     
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    Sarebbe il minimo per un'ospite venuta da così lontano. Ricambiai la richiesta della ragazza ignorandone volutamente l'insolenza, che pareva essere una sorta di meccanismo di difesa, annuendo con un sorriso caldo. Dalle sue parole doveva aver già parlato con qualche ninja della foglia che si era dimostrato amichevole, quindi non era male alimentare questa sua falsa convinzione per i miei fini, almeno finché la cosa fosse risultata utile. Gentile io? Solo con le sconosciute dall'aria interessante. E quelle che sembra abbiano bisogno di una piccola mano. Lasciai in sospeso la questione allontanandomi con un sorriso volutamente scherzoso, come se la prendessi in giro. Meglio essere vago e confonderla con un approccio delicato...pareva una persona diffidente e poco abituata a trattare con gli altri, a meno di essere un'attrice consumata. Un po' di gentilezza disinteressata la avrebbe vinta facilmente poco a poco.

    Rimase a sorseggiare la mia acqua mentre parlava con la proprietaria, descrivendo i dettagli del suo ordine e sobbalzando quando l'altra disse qualcosa. Sentii solo una parte del discorso, un "Diec" detto senza pensarci troppo, ma non sapevo se fosse un "Dieci" riferito alla tempistica o magari un "Diecimila" riferito ai costi. Ignaro del tutto, attesi il mio turno guardandomi intorno con fare interessato.

    Quando sedetti davanti alla proprietaria fu come se l'immagine di lei che aggrediva quella gran carogna che ci ritrovavamo come Kage mi si accendesse davanti agli occhi piena di pathos. Cercai di sopprimerla rapidamente: la Missione non richiedeva emozione e certamente il fatto che Raizen fosse odioso non implicava (o almeno non doveva implicare) una maggiore determinazione nell'ucciderlo. Ogni Hokage doveva morire, anche se fosse stato il mio migliore amico. Questa era la Missione, il mio unico scopo nella vita. Diciamo che ho assistito a un simpatico diverbio col nostro beneamato Hokage. Sorrisi. Sono Yato, del clan Senju. Chinai il capo, attendendo di cogliere le reazioni della donna al nominare quell'episodio e quella persona. Cosa avrebbe detto? Cosa avrei letto sul suo viso? Cosa potevo usare a mio vantaggio?

    In realtà non vorrei qualcosa di troppo diverso dalle tute a cui sono abituato, ma il vero problema è la capacità del mio clan. Come potete immaginare, i Senju sono in grado di manipolare il legno...e generarlo dal loro corpo. Diedi una brevissima dimostrazione mostrando come un sottile ramoscello potesse emergere dal mio palmo e poi avvizzire, divenendo polvere in pochi istanti. Mi chiedevo se non fosse possibile avere una divisa da combattimento che non si stracciasse con usi ripetuti della mia tecnica. Poi socchiusi appena gli occhi, lanciando una piccola allusione, giusto per vedere la reazione...in fondo della divisa non mi importava granché. Dopotutto posso generare rami anche di dimensioni notevoli. La malizia stava tutta nelle orecchie di ascoltava, naturalmente, ma era quella che volevo cogliere. Una capacità del genere sarebbe molto utile.
     
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