Una Chiamata inaspettataFree

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    Il Fiore Lupo

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    I dadi erano tratti, e il momento era giunto. Da quando ero venuto a conoscenza della sorte nefasta di Daisuke Yotsuki avevo fin da principio cercato un modo o una strada per raggiungere l’isola in cui era scomparso. Quel maledetto Yotsuki era l’ultimo ostacolo, sebbene il più grande, che mi separava dall’ottenere l’accesso diretto alle conoscenze legate agli inchiostri maledetti: ai Jigoku.

    Recuperare il Ninja di Oto era dunque il passo fondamentale per sbloccare una situazione altresì immobile. E di fatto avrei ottenuto due piccioni con una fava. Se da una parte mi sarei ingraziato finalmente il Vecchio tatuatore dall’altra mi sarei portato avanti con il mio piano di vendetta nei confronti del Clan. Però non potevo agire da solo. Daisuke così facendo era scomparso. Se volevo recuperarlo dovevo recuperare un Team e un’imbarcazione adeguata. E forse per entrambe le cose era arrivato il momento giusto.

    Muovendomi di mattina presto mi diressi verso l’abitazione, sicuramente provvisoria, del nuovo Chunin di Oto, Tasaki: - Ti ricordi la missione che ti avevo proposto agli Inferi di Oto? Ho spedito varie missive ad altri Ninja dell’Accademia. Mi fido ciecamente delle loro abilità e so per certo che saranno le persone ideali per affrontare una missione del genere. Ma preferirei discuterne di persona, e dunque non ci resta che partire. Abbiamo un incontro e dobbiamo muoverci se vorremo essere puntali! –

    Tre lettere erano state spedite ad altrettanti Ninja: Shunsui Jirō Abara, Chunin di Suna. Shin Kinryu, il mio più fidato amico e infine a Kunihiro Horikawa, il Chunin più imprevedibile che avevo mai incontrato fino a quel giorno. Nelle missive non ci sarebbe stato scritto nulla di fondamentale o segreto:

    CITAZIONE

    Ho una missione accademica da proporvi. Si tratta di un compito molto complesso, e per quello ho bisogno di radunare persone di fiducia e abili guerrieri. Vi aspetto alla Locanda del Vecchio Ubriaco, al confine tra il Paese del Riso e del Fuoco, fra quattro giorni.

    Kato Yotsuki.


    E con quelle parole avrei invitato i tre Chunin a presentarsi alla Locanda. Una volta entranti un ambiente accogliente, e nemmeno troppo sporco, gli avrebbe accolti. La Locanda del Vecchio Ubriaco si disponeva su più piani e il salone principale occupava la maggior parte del volume. Avventori e bevitori affollavano la sala. I Chunin mi avrebbero trovato lì in mezzo, seduto su una grande panca con a fianco il nuovo Chunin di Oto.

     
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  2. Alkaid69
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    Faceva più caldo del solito quella mattina. Il sole la faceva da padrone da giorni nonostante fosse inverno e le temperature fossero aumentate.
    Il club di giardinaggio era più vuoto del solito e non c'erano molte attività da fare, il che era positivo per Kunihiro, il quale sfruttava la facciata del club per crescere le peculiari piante utili alla creazione di veleni.

    Fu in quella mattinata che ricevette un messaggio via piccione. Un messaggio da Kato Yotsuki, per giunta. Fu inaspettato o almeno così pensò in principio. Tuttavia, pensandoci bene, era strano che non fosse successo fino a quel momento.
    La richiesta era di compiere una missione "accademica" non ben specificata. Kunihiro già immaginava che questa non fosse che una facciata per qualcosa di molto più losco e fu l'unico motivo per cui, quattro giorni dopo, decise di partire realmente in viaggio.
    Portò con sé un piccolo zaino con alcune razioni e lo stretto necessario per creare un campo base all'esterno, assieme a qualche rifornimento direttamente dal club di giardinaggio per creare maggiori quantità di veleno. Prima di partire, evocò anche Hyouken, che avrebbe aiutato in caso ci fossero stati problemi durante il viaggio o anche all'arrivo (con Kato Yotsuki non si poteva mai sapere).

    Ci vollero alcune ore a raggiungere la locanda indicata da Kato Yotsuki, ma non fu difficile trovarla. All'interno, il locale era affollato e Kunihiro incaricò mentalmente a Hyouken di scandagliare la zona. Il felino era infatti rimasto fuori dalla locanda, nascosto in mezzo al bosco, ma poteva comunicare con l'evocatore attraverso un particolare Fuuinjutsu, lo stesso che utilizzava spesso Daishin Iga.
    Hyouken gli comunicò che all'interno della locanda c'erano principalmente civili, a parte due piuttosto esperti: uno era Kato Yotsuki, il quale aveva una quantità di chakra superiore a quella del ragazzino, l'altro era invece uno sconosciuto con una quantità di chakra paragonabile a quella di Kunihiro.


    Sorrise quando vide l'otese.
    Kato avrebbe subito notato che Kunihiro si era fatto crescere i capelli più del solito, al punto che era quasi necessario che li legasse (ma non ancora) e aveva adottato un look più appariscente, con due linee colorate sotto gli occhi; un'abitudine presa durante l'ultima missione.

    -Kato-san... è un'enorme piacere vederla! Devo dirle la verità, che le mi abbia chiamato qui, beh, non è una sopresa, d'altronde le mie gesta sono ormai leggendarie! Ma mi dica, chi è il suo amico con la faccia crucciata?

    Indicò la persona accanto a lui. Quando arrivò anche Shin Kinryu, Kunihiro gli sorrise alzando e abbassando rapidamente le sopracciglia. Poi riprese:

    -Ad ogni modo, sappiamo tutti che questa non è una missione accademica. Quindi avanti, sputi il rospo, che cos'è che desidera? Fufu...

     
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    Non era passato molto tempo da quando Febh Yakushi, un noto Jonin di Oto mi diede le adeguate cure e mi fece uscire dalla prigione. Avevo accettato, alla fine dei conti, la proposta di quello che alla fine si rivelò un ninja di nome Kato, appartenente al clan Yotsuki di Oto. Quella per me sarebbe stata la prova del 9 du fedeltà verso il villaggio... anche perché non lo potevo tradire mentre i miei famigliari erano nelle grinffie del villaggio. La missione in sé non sembrava troppo "normale", ma nemmeno troppo speciale. Riguardava semplicemente un tizio di nome Daisuke Yotsuki, un membro dello stesso clan di Kato, il quale sembrava essere scomparso da qualche parte su qualche isola. Fin qui niente di difficile: si va sull'isola, si recupera il tipo, si torna. Tuttavia, non riuscivo a capire il motivo per cui alla missione era invitata un sacco di altra gente. E non capivo nemmeno perché quel tipo fosse così importante per Oto: era un ninja, forse come molti. Kumo avrebbe mai inviato a recuperare un ninja qualsiasi? Difficilmente. A meno che quel ninja non fosse per davvero uno shinobi speciale... oppure possedeva qualcosa di assolutamente straordinario. In ogni caso, non feci alcun altra domanda in merito alla cosa, né protestai: se doveva essere la mia prova di fedeltà verso Oto, l'avrei accettata senza molti problemi. Se poi ci era stata consigliata direttamente da quel Jonin che mi aveva fatto uscire da Oto, significava che era una missione, forse, speciale. Inoltre mi sorprendeva che per realizzare una missione così aspettassero... me? O un momento migliore? In ogni caso, ascoltai la parlata di Kato con molta attenzione, scoprendo che... voleva discutere tutti i dettagli della missione insieme agli altri ninja a cui aveva inviato delle missive. - «Capisco. Non c'è alcun problema. andiamo» - A quel punto io e Kato andammo al luogo d'incontro di tutti quei ninja. Era una locanda come quelle dove s'incontrava la gente ubriaca per parlare; oppure come quella in cui io incontrai Ru Wai e da dove iniziò la mia storia ad Ame (per fortuna finita). Raggiungemmo la locanda senza molti problemi e dopo un po' incontrammo uno dei primi tizi che dovevano fare la missione con noi. Era un ragazzino con i capelli lunghi, il cui aspetto appariscente mi fece pensare che i genitori non lo hanno picchiato abbastanza quando era piccole. I segni sotto gli occhi, poi, sembravano solo un elemento di design... una specie di accentuazione estetica, anche se non sapevo perché quella gente curasse così tanto il suo aspetto. Non appena lo vidi, lo scannerizzai con i miei occhi scoprendo molto su di lui: un tizio con una riserva di chakra molto simile alla mia, con una tecnica speciale che non avevo ancora incontrato e uno sguardo abbastanza curioso. A tutto questo si aggiungeva l'Impronta di Chakra "Oscurità" che non mi era piaciuta. Se non erravo, l'avevano tutti coloro che utilizzavano le arti illusioni e gli illusionisti non erano propriamente le persone più simpatiche in assoluto. In ogni caso, mi presentai eseguendo un leggero inchino. - «Sono un Tasaki Moyo, un ninja di Oto,» – gli dissi abbozzando un lieve sorriso che tutti avrebbero capito che era finto e poi distolsi lo sguardo continuando a osservare chi entrava o usciva dalla locanda. Avrei ripetuto le stesse parole anche con gli altri ninja che sarebbero dovuti entrare nella locanda.







    Vitalità: 14 leggere
    Chakra: 60 bassi
    Chakra temporaneo: ///

    Equip.: Katana: 2/2 (nelle mani)
    Tonico di Recupero Medio: 2/2
    Tonico di Ripristino Medio: 2/2
    Shuriken Gigante: 1/1 (dietro la schiena)
    Veleno debilitante B1: 2 dosi su una katana, 2 sull'altra katana e 1 sul shuriken

    Status:

    Attese:

    Slot Azione:
    I – ///
    II – ///
    III – ///
    IV (Bonus Agilità) – ///

    Slot Difesa:
    I – P///
    II - ///
    III - ///

    Slot Tecnica:
    I – ///
    II – ///
    III (Bonus Intuito) – ///



    Slot Gratuito: ///


    Edited by leopolis - 16/12/2018, 10:34
     
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    C'erano poche persone per le quali il Kinryu si sarebbe mosse senza esitazione, e il mittente della lettera era una di queste. Il ragazzo alzò lo sguardo sulla sala deserta. Un sottile strato di polvere aveva già cominciato a ricoprire i mobili. È inutile, per quanto pulisca continua ad accumularsi... Lo shinobi ripiegò la missiva, infilandola in una tasca del soprabito. Questa casa è troppo grande solo per me, forse dovrei pensare ad affittare una stanza all'Accademia... Con la sua famiglia al sicuro ai piedi del monte Yume, dove aveva cominciato una vita serena lontana dalle preoccupazioni, e Kairi dispersa, non aveva ragione di rimanere lì. Cercava di tenersi occupato con il lavoro, quindi tanto valeva trasferirsi nei pressi. In ogni caso, la convocazione di Kato aveva la precedenza su tutto, compresi quei pensieri cupi. I bagagli erano praticamente già pronti, dopo un paio d'ore stava già calzando le scarpe sull'uscio. Prima di richiudere la soglia alle sue spalle lanciò un'ultima occhiata sulla casa immersa nella penombra e sospirò.

    I prescelti avrebbero trovato al loro arrivo il chunin di Konoha già seduto ad uno dei tavoli. Nonostante avesse preso una deviazione per impiegarci più tempo, era comunque arrivato in anticipo essendo partito immediatamente. Il posto non era niente di che, né tranquillo né eccessivamente trafficato, e il giovane aveva finito per annoiarsi nell'attesa, cercando di ingannarla con un bicchiere e una partita a shogi in compagnia degli avventori ogni tanto. Quando finalmente lo Yotsuki si presentò lo fece in compagnia di un ninja che il giovane non riconobbe. Considerando l'importanza delle prime impressioni si alzò per accoglierli, chinando lievemente il capo in segno di saluto. Shin Kinryu, di Konoha. Lieto di fare la tua conoscenza. Se era un collega di Kato allora avrebbe fatto del suo meglio per andarvi d'accordo. Tornato a sedersi si informò se attendessero qualcun altro, ed appurato che erano al completo si rivolse nuovamente all'amico. Eccoci qui allora... Di cosa si tratta? Conoscendo l'otese, doveva essere di certo qualcosa fuori dall'ordinario.
     
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    Una chiamata inaspettata


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    Alle varie missive che avevo spedito praticamente ai quattro angoli dei Paese Accademici solo due persone risposero alla mia chiamata. Shin Kinryu e Tasaki. Entrambi Chunin ma da caratteristiche e modi estremamente diversi. Di certo noi tre rappresentavamo una combinazione molto singolare.

    Alla Locanda del Vecchio Ubriaco una volta che ci radunammo attorno ad un tavolo mi limitai ad accennare all'oste di portare qualcosa da bere, possibilmente di forte, e a quel punto avrei illustrato il piano.

    - Signori, partiamo da questo presupposto: quello che vi chiedo di fare non è nulla di illegale. Febh Yakushi, l'amministratore di Oto mi ha incaricato di una missione nei confronti del Suono ma anche di conseguenza dell'Accademia stessa. Però prima di dichiararvi lo scopo della missione devo fare alcune precisazioni e mi dilungherò qualcosa. - attesi un secondo – Io ho un terribile rapporto con il mio Clan Yotsuki... di fatto miro a diventare Capoclan e rovesciare la situazione attuale. Odio il mio Clan perché all'epoca esiliò mio padre condannandomi ad una vita mesta e priva di significato. E il primo passo per vendicarmi corrisponde a dire il vero ad una richiesta ufficiale, una situazione che possiamo definire una vera coincidenza. - di nuovo aspettai del tempo per riprendere – Ormai diverso tempo fa un membro del mio Clan, anche esso da quanto ne so non in massimi rapporti con il Capoclan, è scomparso. E' di fatto stato dichiarato ufficialmente scomparso e perso in missione. Il suo compito era molto complesso: dirigersi in un determinato luogo, un posto dimenticato dai Kami intrufolarsi nel laboratorio segreto di Orochimaru e recuperare i vari segreti che essa nascondeva. -

    - Ora non proseguirò finché non mi giurerete una cosa... Quello che vi offro è la possibilità di lavorare per l'Accademia e Oto e per scoprire che fine ha fatto Daisuke Yotsuki, il ninja di cui siamo alla ricerca. Vi posso offrire la conoscenza di un luogo sicuramente ricco di segreti e tesori dal valore e potenza inestimabili e vi do la mia parola che potrete raccogliere tutto quello che troverete a parte un piccolo oggetto. - squadrai entrambi i Chunin – Se accetterete questa proposta vi chiedo di dichiararlo a voce e di sottoporvi all'applicazione di un sigillo da parte della mia evocazione, un sigillo che mi garantirà che non vi intascherete l'oggetto in questione. Dunque.. accettate? -

    In caso positivo...

    - Bene. - portandomi la mano sotto la veste tirai fuori una collana sulla quale scorreva una sorta di bottiglia di inchiostro, estremamente decorata e raffinata – Questo è un Jigoku. Un inchiostro demoniaco e dalle potenzialità mortali, letteralmente. L'uso sbagliato di questo inchiostro comporta la morte e non c'è scampo. Solo io conosco un modo per salvarsi. Quello che vi chiedo dunque è semplice: salviamo Daisuke dirigendoci all'Isola Jiro e troviamo, oltre ai vari segreti dell'Isola, anche una boccetta simile a questa. O comunque qualcosa che assomiglia ad un inchiostro. Vi rammento che basta un semplice tocco per morire, perciò dovrete prestare la massima attenzione. Domande? -





     
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    Quando si presentò l'altro tizio capii che non lo avevo mai visto, ma usai comunque la mia Percezione del Chakra per capire chi era, quali metodiche di combattimento usava e perché Kato l'aveva invitato. Aveva più chakra di me e sembrava un ottimo guerriero. - «Piacere mio,» – risposi tranquillo osservando quel ragazzo. L'avrei visto agire e combattere, se i Kami avessero voluto. Per questo non mi preoccupai di scansionare quel ragazzo con fare troppo attento, ma rivolsi lo sguardo verso Kato che intanto cominciava il suo monologo. Prima la prefazione sul fatto che era una missione accademica; successivamente la storia sul motivo perché lui aveva un pessimo rapporto con il suo clan. Erano delle informazioni importanti per la missione o potevo sbadigliare vistosamente? E, se non sbagliavo, voleva vendicarsi contro il suo clan. Mentre ragionavo su quella situazione in cui era stato cacciato, Kato proseguì il suo intero discorso. Fu una parola in particolare ad attirare la mia attenzione in quella seconda parte del lungo monologo del disonorevole Kato Yotsuki.
    «Hai detto Orochimaru?» — richiesi sperando di aver sentito bene. Recuperare i segreti dal laboratori di Orochimaru... Se era quel Orochimaru che io pensavo, era un affare decisamente non da poco. Per giunta non si sa che tipo di segreti poteva nascondere quel posto dimenticato da Dio. Sul più bello Kato si interruppe, chiedendoci di fare un giuramento. Ascoltai le sue parole con molta attenzione e mi alzai dalla sedia.
    «Di che fine abbia fatto Daisuke Yotsuki non me ne importa un fico secco e il mio giuramento l'ho già fatto al villaggio; di sicuro non devo farne un altro a te,» — risposi chiaramente con la mia voce estremamente neutrale. Non era né arrabbiata, né altro; era semplicemente passiva e indifferente. D'altro canto non potevo negare che il luogo “ricco di segreti e tesori” non poteva che suscitare in me una curiosità al di fuori dal comune. Una curiosità così tanta che difficilmente riuscivo a tenere a bada sul mio viso la solita maschera glaciale di completa indifferenza, ma lo faceva oltremodo bene. — «Quando Febh Yakushi mi chiese di andare in missione con te ai confini del mondo, non disse niente di sigilli vari o giuramenti in privato ai ninja parigrado: quindi non lo farò, perché non lo devo fare. Era una cosa che non rientrava nei patti.» — Per un attimo lo guardai. Dovevo fidarmi della “sua” parola. Volli ridere maliziosamente, ma non lo feci continuando a guardarlo in un modo estremamente serio. - «Per giunta non mi fido di qualcuno che combatte in superiorità numerica contro dei ninja sfiniti e stancati, perché non ha il coraggio di farlo da solo, ma...» — mi soffermai un attimo guardandolo negli occhi, - «...la mia parola non è come la tua. E ti dò la mia parola, che non m'intascherò quello che desideri avere perché non me ne può importare un fico secco di quello che desideri avere. Così come ho promesso a Febh Yakushi di concludere questa missione con te, - e ho intenzione di rispettare la mia parola, - così ti giuro che non prenderò l'oggetto di cui parli. E io,» — mi avvicinai ancora di più al ragazzo, — «caro Kato Yotsuki, non ho mai mentito, non ho mai tradito nessuno, tanto meno che la mia parola. Perché per me le parole non sono solo dei respiri buttati al vento: si tratta di una questione legata al mio onore, che tu ora stai cercando di mettere sotto forte dubbio perché non ti fidi della mia parola che non è merce di scambio.» — A quel punto mi allontanai di nuovo da lui sedendomi dietro al tavolo. — «D'altro canto posso anche capire la tua diffidenza verso di me, un ninja che non conosci per niente, ma... il farmi posizionare sul corpo dei sigilli non rientrava nei nostri patti. Chi mi dice che tu non possa posizionarmi sul corpo un sigillo che sarà pericoloso per la mia salute?» — Gli chiesi guardando l'altro tizio. Avrebbe detto qualcosa? — «Non nego che questa missione m'incuriosisce moltissimo e mi piacerebbe davvero scoprire cosa c'è in quel laboratorio, ma i tuoi sigilli potrebbero costarmi troppo caro in un futuro non troppo lontano. » — A quel punto le cose sarebbero potute evolvere in diversi modi, ma era meglio lasciar parola ancora a Kato.
    Cosa avrebbe fatto?







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    Edited by leopolis - 11/10/2019, 00:52
     
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