Reclutamento Forzato

Per troppo tempo era stata ignorata dai superiori. Tutti quei ragazzini indisciplinati che le passavano avanti. Come poteva il Mizukage permetterlo? Lei era sempre stata integerrima, nei successi e nei fallimenti si era sempre presa le sue responsabilità, come nell'ultima missione con quella alcolizzata di Konoha che si chiamava come lei.

Eppure era ferma a Genin da quanti anni? La sua inquietitudine iniziava ad essere ben apparente a tutti. In altri casi avrebbe contattato lei stessa i suoi superiori per metterli al corrente della strana lettera con cui cercavano di attirarla dentro una baracca poco fuori il porto, a mezzanotte e tre minuti. Ma non quella volta. Quella volta decise di andare da sola. Troppa voglia di fare o c'era dell'altro, qualcosa che nel retro della sua testa la attirava come una falena alla fiamma?

Dentro, al buio, una voce la accolse. Ah, eccoti. La voce arrivava da una ragazza in penombra.Iniziavo ad annoiarmi. Vieni, parliamo un po'. Indicò un tavolo con due sedie, dove le due si sedettero. Aveva uno strano marchio in fronte, come una cicatrice ma si trattava chiaramente di un'opera dell'uomo. Era stata punita o cosa? Allora, sappiamo cosa hai da offrire. Ci saresti davvero molto utile. "Sappiamo" chi? Chi sareste? Masumi strinse i pugni sul tavolo. Oh, noi siamo quelli che possono darti quello che desideri davvero, se ci aiuti...Tutto quello che devi fare, è venire con me. Niente più pivelli che ti scalzano, niente più comandanti imbecilli... Fece una risata stridula in grado di far gelare il sangue anche ad un kiriano.

[...]

Qualcuno in amministrazione si era accorto che Masumi non era più la stessa. Altre voci parlavano di strani movimenti nella zona del porto, una donna marchiata che si aggirava furtiva (ma non abbastanza) nella zona povera. E alcuni resti di piccoli animali chiaramente torturati, poco distante. Il Mizukage avrebbe potuto fare due più due e mandare qualcuno a controllare...