[MG] - Reclutamento forzatoTerritorio: Kurohai

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    Reclutamento forzato





    Territorio: Kurohai
     
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    Reclutamento Forzato



    Pff... Ma perché proprio una donna? Sussurrò Sachi a denti stretti mentre percorreva i vicoli di Oto.
    Madre natura le aveva donato un corpo da fare invidia e lei sapeva bene come usarlo per far perdere la testa agli uomini, ma una donna? Perché proprio a lei? La sola idea di dover coinvolgere lei stessa nell'associazione qualcuno che avrebbe potuto sottrarre, anche solo in parte, la luce dei riflettori la faceva imbestialire. Strinse i pugni in un impeto di rabbia ma , dopo un profondo respiro, riaprì le mani prima di scoppiare in una composta risata per la quale si portò la mano sinistra a coprire la bocca. Ma come mi è venuto in mente? Disse quindi tra sé e sé ricomponendosi dopo la risata ed asciugandosi gli angoli degli occhi.
    Era semplicemente impossibile che una qualunque potesse rubarle la scena, non poteva di certo competere con la sua bellezza.
    Trovata sicurezza in questo pensiero e negli sguardi ammaliati dei passanti la letale bellezza si recò alla casa del suo obiettivo senza ulteriori indugi, lesse il nome sul biglietto che gli era stato dato e ricontrollò il nome sulla porta per essere sicura. Sa..da..ko...., Sì è questa.
    Toc toc.

    Ot/ Introduzione molto semplice. A te il compito di dirmi come sei venuto a sapere di questo reclutamento o il motivo per cui, anche solo per caso, ti trovi ad assistere a questa situazione
     
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    Rimpiazzo


    Reclutamento Forzato • Capitolo I

    Quella mattina Munisai e un certo Naoto, anch'egli Genin del Suono, si sarebbero dovuti incontrare davanti al South Gate e partire per una nuova missione.
    Avrebbero dovuto scortare una carovana circense da una località pochi chilometri a sud di Oto fino a Otafuku, nel Paese del Fuoco. Il convoglio avrebbe compreso, oltre a contorsionisti, pagliacci, acrobati e chi più ne ha più ne metta, anche un ricco serraglio di animali da spettacolo. Tigri bianche, scimmie, e un pugno di elefanti giganteschi erano solo alcune delle attrazioni che sarebbero state date in pasto al pubblico pagante. Molte altre bestie facevano parte di altrettanti numeri che alcuni avrebbero definito mozzafiato, e la maggior parte di esse appartenevano a specie rare se non in via di estinzione.
    Nelle ultime settimane i manager del carrozzone avevano ricevuto chiare minacce da parte di quella che sembrava a tutti gli effetti una organizzazione ambientalista, e nello specifico che si batteva per i diritti degli animali sfruttati e maltrattati. Gli avvertimenti erano stati inizialmente derubricati come le vuote parole di un manipolo di fanatici, tuttavia i padroni del circo erano venuti a sapere che gli attivisti avevano infine deciso di passare ai fatti, arrivando addirittura ad ingaggiare delle braccia armate pur di porre fine al business, e nel peggiore dei casi alla vita, di individui così odiosi e scellerati.
    Per questo erano stati richiesti i servigi di Oto. Due dei suoi Genin avrebbero dovuto sventare eventuali attacchi e accertarsi che il convoglio arrivasse sano e salvo alla tappa successiva del tour.
    Il problema era che Naoto, proprio all'ultimo, si era beccato una meningite fulminante finendo in ospedale in condizioni piuttosto gravi.
    Cosa fare, dunque?

    Il rosso si era recato in Amministrazione per ricevere istruzioni. Avrebbe dovuto svolgere l'incarico in solitaria?
    Ricevette risposta negativa. Ai piani alti ritenevano che la missione non sarebbe stata la passeggiata di salute che qualcuno avrebbe potuto pensare, quindi non se la sentivano di mandare da solo un Genin neanche troppo esperto, tra l'altro. Senza perdersi d'animo, avevano messo mano ai loro schedari e cercato tra i fascicoli qualche Genin non impegnato al momento in missione o che non fosse previsto ne iniziasse una a breve.
    Al ragazzo quindi furono date le generalità del sostituto selezionato e il suo indirizzo. La soluzione più rapida sarebbe stata che Munisai in persona si recasse a casa del rimpiazzo e, comunicata la decisione dell'Amministrazione, che si mettessero in viaggio il prima possibile, per evitare ulteriori ritardi.

    Senza perdersi in lamentele che sarebbero state comunque inutili, il rosso scese in strada e percorse rapidamente la strada principale del Villaggio. La meta distava appena tre chilometri dal centro, non ci volle molto a raggiungerla.
    La donna, perché di una kunoichi si trattava, si chiamava Sadako e aveva la bellezza di sessant'anni. Ora, come si facesse ad arrivare a una veneranda età del genere, presumibilmente dopo una vita intera a fare quel mestiere, e ricoprire ancora il rango di Genin, era qualcosa che sfuggiva completamente alla comprensione del giovane, ma così stavano le cose e sinceramente a lui non fregava più di tanto. L'importante era che facesse la sua parte in missione e non lo intralciasse.

    Arrivato a poche decine di metri dall'abitazione della compaesana, Munisai notò un gruppetto di ragazzetti che bisbigliavano e ridacchiavano tra loro, e poco più avanti un paio di uomini che camminavano a passo incerto con il collo girato all'indietro quasi di 180°, neanche fosse un film dell'orrore. Per finire, un vecchio sul ciglio della strada si stringeva il petto con una mano e boccheggiava, gli occhi fuori dalle orbite.
    Evidentemente stava infartando, ma il rosso non aveva tempo o voglia di preoccuparsi di un vecchiaccio che stava tirando le cuoia, quindi tirò dritto con grande nonchalance.
    Imboccò un vicolo, raggiungendo la presunta destinazione. Davanti all'abitazione di Sadako c'era già qualcuno, ma bastò un'occhiata per capire che non poteva trattarsi della proprietaria.
    Si trattava di una donna dai lunghi capelli viola e dalle iridi giallo paglierino. Era molto attraente, e provvista di curve mozzafiato. Malgrado avesse circa il doppio dell'età del ragazzo, dimostrava almeno dieci anni in meno di quelli effettivi. A giudicare dall'abbigliamento probabilmente era anche lei un ninja, anche se con le doti che aveva, secondo il rosso, avrebbe fatto faville al Neko Senzai, il più prestigioso bordello del Quartiere dei Piaceri.

    Il giovane la raggiunse di fronte all'ingresso del modesto edificio subito dopo che lei ebbe bussato.
    La donna si sarebbe ritrovata affiancata da questo ragazzo sui vent'anni, muscoloso e alto quasi due metri, caratterizzato da capelli rossi che somigliavano a delle fiamme e da penetranti occhi verde acido, e con varie cicatrici a segnargli il corpo e la parte sinistra del viso.
    L'otese avrebbe usato la sua stazza importante per farsi spazio, in qualche modo scavalcando la provocante sconosciuta che era arrivata per prima.
    Non so cosa tu voglia da Sadako, ma io ho affari più urgenti con lei sentenziò con tono netto e inflessibile, guardandola dritto in faccia.
    Quindi smamma.
    Non lo disse a parole, ma quello era il chiaro sottinteso.
    Si voltò dunque verso la porta e cominciò a battervi sopra con un pugno in maniera veemente. Non la bussata più elegante al mondo, indubbiamente, ma sicuramente efficace.
    Sadako! Sadako!!! la chiamò con voce potente.
    Apri questa dannata porta! Devi venire subito in missione con me!
    E poi, la porta cominciò ad aprirsi.



     
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    Reclutamento Forzato



    Un piacevole contrattempo: questo sembrava Munisai alla nukenin. Un giovane aitante era quello che le ci voleva per compensare di essere stata mandata a reclutare una donna. Suvvia, non fare così. Disse Sachi, rivolgendosi a Munisai con un sorriso e poggiandogli dolcemente la mano sul braccio sinistro. Ma senti che muscoli! Non li useresti mica per fare del male ad una signorina come me, no? Lasciami parlare con Sadako e in cambio ti permetterò di offrirmi da bere, che te ne pare? Fu in quel momento che la porta si aprì, lasciando a bocca aperta Sachi; davanti a lei si parò infatti una signora ben lontana dall'essere giovane, perché mai l'avevano mandata a reclutare non solo una donna, ma per giunta una vecchia bacucca?!
    Rimasta un paio di istanti in silenzio per via della sorpresa, la nukenin riprese parola, scrollandosi di dosso l'espressione di stupore che l'aveva fino ad allora dominata. Sadakoooooo! Carissima! Non mi avevano detto che eri una così bella donna! Senti tesoro, mi mandano per un'offerta di lavoro praticamente irrinunciabile, spettacolare oserei dire. Potrei entrare un attimo per parlartene? Magari il tuo amico ci aspetta fuori, sai, si tratta di cose di donne...
    Senza rispondere Sadako si limitò a squadrare entrambe le persone che gli si erano parate davanti con un'espressione di diffcile interpretazione, simile alla totale apatia. Come avrebbe agito Munisai?
     
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    Reclutamento Forzato • Capitolo II

    Tettedoro poteva provare e riprovare ad irretire Munisai con i suoi artifizi da donna di mondo, tanto per usare un eufemismo, ma lui di certo non si sarebbe fatto abbindolare come un allocco. Intendiamoci, Sachi era una bellissima donna e il rosso le avrebbe volentieri dato una botta o due, ma al momento, purtroppo, c'era in piedi la pressante questioncina missione che non poteva e non voleva ignorare. Anche lui aveva una sua etica del lavoro, in fondo.
    La guardò intensamente, mentre gli si allargava sul viso un sorriso quasi serafico, ma per qualche ragione vagamente inquietante.
    Forse non mi sono spiegato cominciò, e il suo tono calmo strideva decisamente con le vibrazioni colleriche che trasmetteva la sua voce.
    Ti ho detto. Che. Devi--
    Non riuscì a completare la frase, e forse fu un bene. Sadako aprì la porta proprio in quel momento rivelandosi ai due visitatori.
    Il giovane non poté fare a meno di notare l'espressione basita che assunse la procace sconosciuta nel vedere la padrona di casa. A quanto pare non conosceva Sadako. Era evidente che non l'avesse mai vista prima e che si aspettasse qualcuno dall'aspetto ben diverso.
    Chissà perché, poi.
    Ripresasi dallo shock, la donna cominciò la sua sviolinata all'attempata kunoichi, proclamando poi di essere latrice di grandi notizie. Un'offerta di lavoro assolutamente da non perdere era pronta per lei, e gliene avrebbe parlato subito. In privato.

    Munisai aveva sentito abbastanza stronzate e cominciava di nuovo a spazientirsi.
    Spalancando del tutto la porta con una mano, avanzò deciso verso la compaesana costringendola a indietreggiare, forte della propria stazza. I due si sarebbero così ritrovati all'interno della casa. Probabilmente la straniera li avrebbe seguiti nell'atrio, ma poco importava, almeno per il momento. Il giovane l'avrebbe ignorata rivolgendosi direttamente a colei che era venuto a cercare.
    Non abbiamo tempo per queste puttanate tagliò corto il rosso.
    Dobbiamo partire per una missione, all'istante.
    Il mio compagno di squadra ha dato forfait all'ultimo minuto, e l'Amministrazione ha scelto te per sostituirlo.

    Tirò fuori dalle vesti un foglio di carta, spiegandolo e sventolandoglielo davanti. Se la kunoichi avesse voluto, avrebbe potuto prenderlo dalla mano del Genin e leggerlo. Era una comunicazione amministrativa ufficiale dove si attestava ciò che lui le aveva appena detto, firmato e tutto.
    Ti spiegherò i dettagli della missione strada facendo, ora prendi ciò che ti occorre e andiamo.
    Siamo già in un ritardo mostruoso
    concluse, con un tono piuttosto autoritario che non ammetteva repliche.
    Munisai non si aspettava altro che vedere la collega fiondarsi ad indossare la sua tenuta da missione, raccattare l'equipaggiamento ed essere fuori di lì in cinque minuti netti, massimo. Dopotutto, tra gli ordini delle alte sfere del Suono e le parole di una imbonitrice e magari anche ciarlatana mai vista prima, non c'era neanche da pensarci a quale delle due dar retta e priorità.
    A quel punto, se la sensuale scocciatrice fosse stata ancora lì presente, non dando segnali di voler demordere, Munisai, che aveva comunque continuato a prestarle attenzione tutto il tempo, le si sarebbe rivolto ancora guardandola di sbieco. In maniera apparentemente distratta la mano sinistra scivolò lungo il proprio fianco, andando a tamburellare con le dita sull'elsa del fuuma kunai.
    Ti avrei offerto da bere volentieri, ma come vedi sono impegnato al momento.
    Sarà per la prossima volta
    ghignò il rosso.
    Decisamente non era un tipo al quale piaceva doversi ripetere. Se Sachi non avesse afferrato il messaggio sloggiando di corsa, le cose avrebbero potuto prendere una brutta piega. Per lei.



     
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    Reclutamento Forzato



    Il giovane e prestante rosso non sembrava voler mollare la presa su Sadako, le buone sembravano di certo non poter funzionare. Maledizione! Pensò Sachi, mordendosi il labbro inferiore.
    Il rischio era troppo elevato in quel momento, bastava uno sguardo al fisico del ragazzo per capire che, a quella distanza, Sachi non avrebbe avuto possibilità di successo in caso di combattimento. La sua specialità erano infatti le illusioni, giocare con le menti delle persone rimanendo ad una distanza di sicurezza, tutte condizioni che in quel momento non erano soddisfatte. E se mi prendessero? Una donna bella come me! Chissà cosa mi farebbero! Oto di certo non era una città famosa per la misericordia che riservava ai suoi prigionieri, esporsi troppo in quella situazione equivaleva a morte certa. Ma certo! Nessun problema! Disse quindi Sachi imbastendo la faccia più solare del suo repertorio. Vi lascio tranquilli al vostro lavoro, ci sentiamo presto, anche per quel drink. Concluse, ammiccando verso Munisai. Si allontanò quindi dai due, preservando la sua vita e la sua bellezza intatte. Ma figurati... Guarda te se posso rischiare la vita per una schifosa vecchia orribile!
     
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    Appuntamento a Mai Più?


    Reclutamento Forzato • Capitolo III

    Sadako prese la lettera tra le mani e, dopo un attimo di stordimento dovuto a quell'improvviso sovraccarico di informazioni, passò rapidamente lo sguardo da Munisai a Sachi, per poi rivolgersi al primo.
    Da-Dammi due minuti balbettò, prima di schizzare su per le scale che presumibilmente portavano alla zona notte.

    Quando il giovane rivolse le sue parole alla avvenente sconosciuta, intimandole velatamente di levare le tende, lei, dopo un breve istante di esitazione, sfoggiò un caldo sorriso. Almeno a parole, accettò di buon grado di lasciare i due shinobi ai loro doveri, riproponendosi di farsi viva al più presto con il ragazzo per imbastire quel famoso appuntamento galante.
    Ci conto ribatté lui con un sorrisetto, seguendola prima con lo sguardo e poi con i passi fin fuori la porta, guardandola allontanarsi a passo svelto fino a quando non svoltò un angolo sparendo tra i vicoli di Oto.
    Chissà che diavolo voleva realmente.

    Sadako non si fece attendere troppo e, una volta pronta, raggiunse il compagno. I due celermente si misero in marcia verso il South Gate.
    Quella donna. L'avevi mai vista? domandò il rosso.
    No, mai.
    Nemmeno io, e non è certo una che passa inosservata.
    E' probabile che non sia di qui.

    Bah, cosa importa? Non ho neanche ben capito cosa volesse, sinceramente.
    Chissà ponderò Munisai, grattandosi il mento.
    Ho la sensazione che non si farà rivedere tanto presto, ma se dovesse cercarti ancora tieni su la guardia.
    Mi ha lasciato una strana sensazione.

    Lo so io che sensazione ti ha lasciato! Sono stata anche io giovane e bella, cosa credi?
    Lasciamo perdere, va.

    Ecco, brava. Lasciamo perdere che è meglio.



     
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