Ritorno dagli InferiQuest B

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    Continua da qui.

    [Yato Senju]





    « Ignorala. »

    Quale che fosse il motivo per cui Yato Senju si trovasse lì nelle vesti dell'alter ego che era solito utilizzare ad Ame, la vista di quella donna seviziata, ancora tremante, ed esposta alla luce di riflettori in quel sudicio sotterraneo dove gli era stato dato appuntamento non lo avrebbe probabilmente lasciato impassibile. La voce che aveva parlato proveniva da un angolo in penombra e denso di fumo. Un tavolino raffinato, in netto contrasto con la trascuratezza di quel luogo, divideva Yato dalla figura padrona della voce, che sedeva al lato opposto.

    « Quella buona a nulla si è fatta catturareCome risulta da scheda PNG Genesis: www.narutogdr.it/genesis/66

    da una cagna della Foglia. »
    , proseguì la voce, maschile e ruvida, di un uomo sulla trentina. « È riuscita a scappare prima che la portassero al Villaggio per estrarle informazioni, ma la sua inettitudine ci è costata un carico di liquore clandestino, e quindi la possibilità di soddisfare quanto promesso a un cliente. Non onorare i nostri impegni fa male agli affari. E quindi male all'Organizzazione. » La donna gemette debolmente. « Ancora qualche ora e forse avrà imparato la lezione. Eh, Oki? » La voce dell'uomo era dura, ma era marcata da un'inconfondibile vena di sadismo mentre inveiva contro Oki.

    A quel punto gli occhi dell'uomo, visibili appena in quella penombra, si posarono su Yato.

    « Veniamo a noi. », disse, invitandolo a sedersi al tavolo con lui. Una volta fatto, l'uomo allungò le mani e produsse due piccoli bicchieri nella mancina e una fiaschetta d'argento nella destra [Prestigiatore Prestigiatore [1]
    Abile: L'utilizzatore ha una precisione e una finezza nei movimenti delle mani che sfiora il sovrannaturale. Può compiere facilmente giochi di prestigio con oggetti di dimensioni pari o inferiori a mediopiccola. Possono passare gli oggetti occultati da una mano all'altra in un tempo ridotto, difficilmente percepibile.[Da genin in su]
    ]
    . Ne vuotò metà nei due bicchieri, e ne porse uno a Yato. « Il Fauno. », lo riconobbe, dandogli il benvenuto con un cenno del capo e vuotando il proprio calice in un sorso. « Le Picche ci dicono bene di te. » L'uomo sapeva che "il Fauno", ossia l'identità da medico illegale che Yato aveva astutamente adottato, era a conoscenza dell'Organizzazione - e sembrava avere dei motivi per non volerlo trucidare all'istante nonostante ciò. Il giovane Senju non poteva saperlo, ma Miroku Hikifune aveva parlato bene di lui una volta, anche se nel corso di una riunione informale tra rappresentanti di vari Semi, e la parola di un Principe - anche quella di un Principe di un altro Seme - è tenuta in gran conto da tutti i membri dell'Organizzazione.

    L'uomo fece scivolare una busta chiusa sul tavolo.

    « Possono essere tuoi. », disse. Attese finché Yato non aprì l'involucro, nel quale avrebbe trovato una somma di tutto rispetto [2500 RYO]. « Non ti sto reclutando. », disse l'uomo, agitando una mano e riempiendo di nuovo il proprio bicchiere (nonché quello di Yato, se avesse finito la prima razione). « Le tue abilità non sono di nostra stretta competenza. Diciamo che in questo frangente richiediamo i tuoi servigi per un investimento... trasversale. Dovrai riportare in salute una nostra risorsa e assicurarti che sopravviva a ciò che lo aspetta, anche a costo di fargli soffrire le pene dell'inferno. » Vuotò anche il secondo bicchiere. « Riceverai altrettanto al termine della missione e sarai tenuto al riserbo più assoluto su ciò che vedrai. Fa' un buon lavoro e avrai la raccomandazione dei Quadri e delle Picche se un giorno volessi entrare nei Cuori. » Non si disturbò a specificare cosa sarebbe accaduto se avesse fatto un lavoro non buono.

    Tese in avanti una mano, che alla luce apparve piena di cicatrici.

    « Qua la mano se ci stai. »

    Se Yato avesse accettato, subito si sarebbe accorto che l'uomo aveva apposto sul suo palmo un piccolo sigillo per assicurarsi che egli rispettasse i termini di quanto appena stipulato [Simbolo del SilenzioSimbolo della Memoria
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Nessuna (8)
    Tracciando un sigillo sul corpo della vittima, l'utilizzatore può impedire l'utilizzo di alcune conoscenze della vittima: è possibile bloccare l'utilizzo di fino a 3 tecniche avanzate, 5 punti abilità o 1 competenza. La conoscenza bloccata deve essere stata vista utilizzare dall'utilizzatore.Tipo: Fuuinjutsu - Ninpou
    (Consumo: Medio)
    [Da genin su]

    Azione Rapida [1]
    Abile: L'utilizzatore può annullare l'attivazione di un AdO avversario una volta a round; l'utilizzo dell'abilità deve essere specificato prima dell'attivazione dell'AdO. [Da genin in su]
    ]
    . Se avesse alzato lo sguardo verso l'uomo, come in cerca di una spiegazione o magari per veicolare un senso di tradimento, avrebbe trovato un muro di ghiaccio ad accogliere la sua silenziosa protesta. Non aveva davanti qualcuno di pavido o di primo pelo. Ciò che quell'uomo faceva, come poteva testimoniare la donna a qualche metro di distanza, l'odore dei cui liquidi corporei riempiva la stanza, era crudele, deliberato, e calcolato in modo metodico.

    A quel punto l'uomo si alzò, e Yato poté notare che era molto alto - circa un metro e novanta - e aveva un fisico atletico.

    « Seguimi. », gli disse, incamminandosi verso una porticina laterale.

    Oki tremò sentendo i suoi passi.

    [...]

    [Jin Tsuji]



    Yu8rTuX
    BRzBrqn
    «Spero tu sia soddisfatto. Mettere in piedi questo laboratorio senza farlo sapere ai Cuori mi è costato parecchio.» Da dove provenisse quella voce maschile era un mistero. Chiunque avesse provato a guardarsi attorno, in quel laboratorio sotterraneo dalle mura bianchissime e costellate di cadaveri, non avrebbe visto nulla. In più, non avrebbe ricordato nulla: non appena sentita quella voce, già l'ascoltatore se la dimenticava. Era un suono che non lasciava traccia di sé, ma solo del messaggio. Il tono - per quanto non fosse possibile ricordarselo - era di qualcuno uso a comandare da decenni. «Nulla, in ogni caso, a confronto con la tua commissione.» L'aria nella stanza era molto immobile. « Rimarrai soddisfatto, Visigoto. »

    L'uomo che aveva parlato sembrava un giovane medico. Era vestito con un semplice camice bianco, al di sotto del quale indossava strani abiti di foggia occidentale. Aveva una carnagione pallida quasi quanto quella del corpo steso sul lettino in mezzo alla sala, e simili capelli corvini. Ciò che più risaltava nel suo aspetto erano gli occhi: sottili, color castano scuro, del tutto simili a freddi pozzi di morte. « Anche io apprezzo di poter evitare l'attenzione dei Cuori. I loro continui tentativi di reclutarmi o eliminarmi, anche se fonte di cavie sempre fresche, sono fastidiosi. Preferisco l'anonimato. » Quell'uomo aveva appena ammesso davanti ad un Principe di aver eliminato alcuni membri dell'Organizzazione - per quanto al fine di difendersi - e l'aveva fatto con leggerezza. « Come te, del resto. La tua tecnica di mimesi mi sorprende. Qual è il segreto? » «Faresti bene a rammentare con chi parli, Saigokage.»

    Saigokage sorrise, ma il sorriso non toccò i suoi occhi.

    « Il laboratorio è idoneo per ciò che chiedi. » Si avvicinò al lettino e scorse una mano esperta sulla figura completamente nuda ivi riposta. Non lo toccò: mentre saliva dai piedi verso la testa, il suo palmo si muoveva a una decina di centimetri di distanza dalla cute. « È straordinario, adesso come sette anni fa. Allora ero ancora interessato a esperimenti di altro tipo e Oto era il luogo ideale dove cercare. La liberazione del Nibi in quella foresta, a poche centinaia di metri da dove mi ero accampato, è stata un colpo di fortuna di quelli che capitano una volta nella vita. » La mano raggiunse l'addome della figura, soffermandosi sopra una enorme cicatrice verticale che presentava segni di una squisita opera chirurgica per ripristinare l'integrità dei tessuti. « L'ho trovato ancora fresco, aperto quasi a metà. Il Cercoterio non era più lì, ma attorno a quella ferita poteva sentire un'energia infernale senza pari. Costui ha conosciuto il tocco della morte e ha lottato per la vita, aggrappandosi a ogni oncia di potere a sua disposizione. Mi ha persino afferrato la mano. L'unica cosa che sono riuscito a fare è tenerlo in stasi. Avevo quasi perso le speranze di recuperare ciò che tu mi hai fornito oggi. »

    «Assicurati di non fallire.», rimbombò la non-voce, definitiva nel suo comando.

    Di nuovo il medico sorrise, ma non c'era traccia di gioia in quel movimento meccanico delle labbra.

    « Avrai la tua arma segreta, Visigoto. »

    Nessuno gli rispose, ed egli fu solo nel laboratorio.

    Nella mancina stringeva una piccola sfera dagli inquietanti riflessi violastri.

    EzKlmOB

    « Finalmente. »

    [...]

    Tum-tum.

    Cos'era quel rumore nelle tue orecchie? Difficile dirlo.

    Tum-tum.

    Sembrava familiare, ma non lo udivi da così tanto tempo.

    Tum-tum.

    Eppure era lì, a fianco al tuo orecchio. Anzi, sembrava provenire da dentro di te.

    Tum-tum.

    Era un suono forte, tale da far pensare che la sua fonte non si fosse mai fermata.

    Tum-tum.

    Lo stesso non poteva dirsi per i cuori dei cadaveri che eri solito controllare, vero?

    Tum-tum.

    Già, eri stato in grado di beffare la morte più di un volta, sfruttando il potere del Gatto Infernale.

    Tum-tum.

    Lui però non c'era più adesso. Potevi sentirlo chiaramente. Potevi ancora avvertire il dolore della lacerazione. Del vuoto lasciato nella tua anima.

    Tum-tum.

    Eppure quel vuoto era stato subito colmato, non è vero? Dall'odio. Dalla fame di vita. Dalla sete di potere e di vendetta.

    Tum-tum.

    Ed ecco apparirti quella visione.

    Due occhi divini, una visione che ai mortali non dovrebbe essere concessa.

    5aygn5j

    Il dio non parla, ma i suoi occhi vedono tutto.

    E sembra dire: "Ciò che vediamo ci piace. Hai un'altra possibilità."

    Tum-tum.

    Poi un lampo violastro, e i tuoi polmoni inalano aria improvvisamente.

    Una luce bianchissima offende i tuoi occhi dopo anni che non li usavi.

    [...]

    « Siamo arrivati. »

    L'uomo, che non si era presentato, aveva condotto Yato per un serie di corridoio e gallerie sotterranee tutte uguali, cambiando direzione apparentemente a caso e più volte, fino a giungere ad un'anonima porticina in ferro battuto. In quell'istante, un lampo violastro riverberò da sotto la porta e Yato avvertì una sensazione pessima, per certi versi simile a quella che aveva avuto quando era stato immerso fino al collo nel potere eretico del Flagello Immortale.

    « Giusto in tempo, sembra. », disse l'uomo, che portava un corta barba bionda (l'unico elemento visibile tra le ombre di quel luogo).

    Spalancò la porta. Quando entrarono nell'ambiente bianchissimo, poterono notare un uomo in camice bianco che respirava affannosamente sopra un bancone, come se provato da uno sforzo immane. Forse per quel motivo ritardò di qualche secondo ad avvedersi della presenza dei nuovi venuti, e ciò non gli piacque affatto. Quando si girò, entrambi vennero investiti da un'ondata di istinto omicida [Intento AssassinoIntento Assassino
    Villaggio: Specializzazione
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    L'illusione si attiva entro un raggio di 9 metri se percepito dalla vittima. La vittima vedrà la furia omicida dell'utilizzatore riversarsi sulla propria mente, paralizzandolo. Le vittime saranno Semiparalizzate e avranno un malus di 2 tacche a Velocità e Riflessi per azioni contro l'utilizzatore o alleati. L'efficacia è pari a 40; colpisce chiunque presente entro il raggio d'azione.Tipo: Genjutsu - Bakkin/Tameshi
    (Consumo: Alto)
    [Da Chunin]
    ]
    .

    jpg

    L'uomo non parlò - un tratto di esperienza - ma era chiaro che non avesse gradito l'intrusione.

    Anche la guida di Yato sembrò paralizzata da quella visione, tanto che rimase immobile e si irrigidì. Se quell'uomo li avesse voluti morti, probabilmente non avrebbe impiegato molto a trasformarli in cadaveri. E sembrava che egli ci stesse pensando piuttosto seriamente. Finché un colpo di tosse e un respiro profondo alle spalle dell'uomo non ruppero quella pressione.

    Questi si voltò immediatamente e, per quanto Yato non potesse esserne certo, sembrò sorridere.

    Dopodiché sparì. Semplicemente sparì, portando con sé quella mefitica pressione spirituale. « Maledizione. », imprecò la guida di Yato, detergendosi con una mano il sudore dalla fronte. Scosse il capo per riprendersi, e indicò a Yato l'uomo sul lettino, che sembrava aver appena ripreso conoscenza. « È tutto tuo, Fauno. Hai dodici ore e questo laboratorio per rimetterlo in piedi. » In effetti, tutto intorno era pieno di provette, soluzioni saline, garze e vari attrezzi medici per riportare in salute un corpo malandato o ferito.

    « Se sarete impreparati quando tornerò a prendervi, lui non sarà contento. »

    Chiosò l'uomo, prima di sbattere la porta dietro di sé e chiudere a chiave.

    OFF GAME

    Intanto un gran benvenuto a Rob e al suo PG Jin Tsuji, che dopo 7 anni fa il suo ritorno in scena per ruolare con noi! :ghu:

    Per l'occasione ho pensato a qualcosa che mi auguro possa divertirvi e creare altro gioco. Come vedrete, espanderemo insieme l'ambientazione di Ame.

    Un suggerimento: nel corso della giocata ci saranno riferimenti a golosi eventi presenti, passati e futuri, quindi occhi e orecchie aperte perché potreste avere premi inaspettati se vi dimostrerete ninjosamente acuti.

    Jin è orrendamente indebolito: a tutti gli effetti è stato "quasi-cadavere" per sette anni. Mi aspetto un post introspettivo, sia mentale sia fisico, di alto livello, che dia conto di cosa prova il PG di fronte alla visione e al suo ritorno nel proprio corpo. Yato ha a disposizione il meglio che la tecnologia medica di Ame può offrire (forse): mi aspetto un post tecnico sulla ripresa fisica e mentale del paziente. Non perdete di vista dove vi trovate.

    Ora dateci dentro :hero:

     
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    Ritorno dagli Inferi


    Chapter I

    Lenti, ultimi istanti, prima che l’oscurità mi avvolgesse ineluttabilmente. Ricordi confusi, che annaspavano nella mia mente, ottenebrata dal dolore provocato dalle mie carni lacerate, martoriate profondamente. Solo quella mano tesa, come un’ultima visione di speranza, poi il buio.

    E' questa la fine...?

    L’unica domanda che riuscì a pormi lucidamente, in quegli attimi interminabili, con la vita che scorreva rapidamente via delle mie sanguinolenti membra.
    La sorte mi aveva serbato una fine assai umiliante, pensai; in che modo ho potuto trarre un carattere di debolezza ed inettitudine, da un esempio di forza? Come è stato possibile tramutare un sogno di potere e dominazione, in una realtà di dolore e fallimento?
    Ormai vaneggiavo, mentre un sentimento di pena riempiva il mio cuore: Pena per me stesso, sconfitto inequivocabilmente. La morte, sarebbe stata l’espiazione per le mie assurde velleità, per la mia bramosia. L’ambizione di potere, mossa quasi da istinti megalomani, ma allo stesso tempo consapevoli e precisi, sarebbe stata spazzata via, nella visione più chiara e limpida dell’inadeguatezza delle mie capacità. Non credevo in un destino differente, nonostante mi fossi aggrappato ad un flebile sentimento di speranza, rappresentato da quella figura che mi si era palesata di fronte.
    Chiusi gli occhi, poi nulla più.


    Un senso di vuoto mi pervase poco dopo, come se fossi vittima di una caduta interminabile; Non avevo coscienza di cosa mi stesse accadendo esattamente.
    Ero spaventato, confuso, mentre un calore mai provato investì il mio corpo, sprigionandosi in tutta la sua forza. Che fosse la morte?




    Rapidamente, mi ritrovai solo, catapultato in un’altra realtà. Le ferite che costellavano il mio corpo si rimarginarono e allo stesso modo il dolore, sia mentale che fisico, svanì improvvisamente, quasi non fosse mai esistito, come invenzione immaginaria di una mente ormai degenerata: la mia.
    L’oscurità, dominava sovrana l’ambiente intorno a me. Non c’era possibilità di distinguere nient’altro che un buio incontrastato, silenzioso, privato di qualsiasi forma ed odore. Nel medesimo tempo, anche il terreno presentava una consistenza strana, indefinita, molto simile ad acqua.
    A piccoli passi, procedeva il mio incedere senza meta, in quell'ambiente arcano, totalmente sconosciuto. Vagavo in quel limbo, scosso da dubbi più che leciti, mentre neanche il minimo barlume di luce si stagliava innanzi ai miei occhi. Continuai a proseguire indistintamente, creando delle piccole onde sulla superficie che calpestavo man mano, alla ricerca di un segno qualunque che trasmettesse alla mia mente un’indicazione, anche banale, del luogo in cui mi trovassi.
    Ad un tratto, percepì un'altra presenza nelle vicinanze, senza ben distinguerne le fattezze. Una luce fioca sembrò illuminarne i contorni, ridotti, simili a quelli di un bambino. In quel preciso istante, arrestai il mio incedere bruscamente, esitando a quella visione, assalito da mille interrogativi. Che fare?
    Scrutai a lungo quella figura, finché decisi di avvicinarmi con fare guardingo, mentre progressivamente l’entità sconosciuta, assumeva tratti a me sempre più familiari.
    Giunsi, infine, a pochi passi da quest'ultima e tremenda fu la realtà che si palesò alla mia vista. Non potevo credere a ciò che i miei occhi vedevano, proprio lì, di fronte a me. Come potrei dimenticarlo...
    Le lacrime che colpevolmente bagnavano quelle guance innocenti;
    Il terrore, che lentamente si dispiegava in quello sguardo, consumando l’anima.
    Un bambino...
    Lo conoscevo…ero proprio io.


    […]


    Arrancai allora, totalmente incredulo circa ciò che l’oscurità aveva rivelato. Lo sgomento ben presto lasciò spazio al timore, non più celato sul mio viso, ma ben evidente nell’espressione che assunsi. Le mie aberrazioni mentali presero il sopravvento, conclusi; aberrazioni che sfidavano ogni spiegazione ed analisi.
    Allungai la mano verso il bambino, cercando di sfiorare, toccare, abbracciare quel me stesso triste ed innocente, così lontano nel tempo, ma vicino alla memoria. Ben presto tuttavia, trovai conferma del fatto che si trattasse di una proiezione, un’alterazione della mia mente, mentre le dita attraversavano il suo corpo, senza riscontrare un vero contatto. Non si trattava di un essere carnale, vivo, ma di un’astrazione.
    Rammentavo perfettamente quel momento di cui ora ero spettatore esterno, scolpito in maniera indelebile nella mia testa. Una ferita ancora aperta, sanguinante, che costantemente durante la mia esistenza, annientava l’anima; e proprio quel frangente, nel quale la mia vita cambiò, si ripropose lì, innanzi alle mie iridi. Tremai al solo pensiero, continuando a fissare il bambino, senza proferire alcuna parola.
    E fu in quell’istante che tutto si fece mostruosamente più oscuro, di un buio mai percepito, mai nemmeno immaginato. Istantaneamente, quel vivido ricordo di fanciullezza svanì, lasciando che le ultime lacrime del bambino bagnassero il terreno, provocando delle lievi onde su quest’ultimo. Da lì a poco, vidi il concretizzarsi dei miei incubi più tetri e spaventosi, correlati inevitabilmente a quel momento preciso: la morte dei miei genitori.
    L’oscurità tornò sovrana e prima che realizzassi quanto stesse avvenendo, sentii sprofondare la superficie al di sotto dei miei piedi, subendo una spinta verso il basso.
    Precipitai rovinosamente nel nulla, infinito ed abissale, mentre vidi il riprodursi di quelle scene agghiaccianti nella mia mente. Nelle mie orecchie, le ultime parole proferite da mia madre accompagnavano la visione struggente del suo volto macchiato di sangue. Durante quella caduta interminabile, osservai chiaramente i suoi occhi sgranati, con quella luce che sommessamente le veniva strappata con una violenza inaudita, attraverso molteplici affondi di lama nel petto. Ancora una volta percepii il suo dolore, mentre mio padre, poco dopo, accanto a lei soccombeva agli attacchi del suo aggressore, pronto a depredarne la vita, oltre quei pochi denari che portava con sé.
    Ogni singolo momento che ebbi modo di rivivere, era come subire la stoccata di mille aculei, di infinite spade acuminate.
    Urlai disperato, come se potessi oppormi a quella triste visione, a quel dolore mai dimenticato. Il vero dolore.

    […]

    Trascorsero le ore di un tempo infinito. Ero vicino all’abisso, pronto ad esserne inghiottito, senza alcun appiglio di salvezza. Sentivo il buio della mia anima serrarmi con forza e violenza, offrendomi allo stesso tempo la pace a quelle sofferenze interminabili, come se potesse essere liberatoria da i sentimenti cupi che riempivano il mio cuore. Avrei dovuto semplicemente abbandonare ogni tentativo di opposizione, arrendermi ad un fato inevitabile. La fine di quella caduta così vorticosa, avrebbe rappresentato l’epilogo a quella che era ormai, una non-esistenza.

    Fermati…
    Non combattere, non opporti, concediti pace…
    Presto, il tuo nome svanirà. Il tuo corpo svanirà. Ogni ricordo di te svanirà…
    E’ questa la fine!


    Trovai una risposta alla mia domanda iniziale.
    Quelle parole, così distintamente percepite, interruppero il turbinio di torture che logoravano la mia mente. La visione di quelle immagini del passato scemò, mentre una quiete insperata, sovvertiva lentamente il dolore e l’angoscia. La voce era calda, soave, promettente dolci riposi, in contrasto con la macabra e tombale prigionia che la stessa sembrava offrirmi, ma in maniera celata. Benché di ignota provenienza, era così appagante volerla ascoltare. Voler in ogni modo accettarne i consigli. Cominciai a credere con fede, che assecondarla sarebbe stata la soluzione migliore.
    A poco, a poco, sentivo le forze abbandonarmi. Maturava in me non più dolore, ma quasi un senso di liberazione.
    Allo stesso tempo, l’aere privo di sostanza che mi circondava cominciò a mutare. Il luogo tetro, dal nulla dominante, venne sconvolto da una luce nuova, bianca e forte, così amabile da permettere la garanzia di sentirsi sicuri e protetti. Il mio corpo ne veniva illuminato. E fu in quel momento che lo vidi…

    Padre…





    La caduta fu arrestata d’un tratto. Immobile, il tempo si fermò anch’esso.
    Tra i raggi di quella luce così potente, riuscì a distinguere le fattezze di un uomo a me caro. Proprio quell’uomo che, insieme a mia madre, non riuscì a proteggere a causa della mia pavidità.
    Prima che potessi proferir parola, venni avvolto dal suo abbraccio affettuoso, rassicurante, capace di assorbire qualsiasi paura. Sebbene ne rimasi sconvolto, provando addirittura vergogna al suo cospetto, mi lasciai andare a quel contatto così profondo. Entrambi rimanemmo in silenzio, lasciando che i nostri corpi, così legati, potessero comunicare l'uno all’altro i propri sentimenti. Lo strinsi forte, cercando redenzione alle mie mancanze, alla mia inadeguatezza.
    Mi abbandonai totalmente a quel momento, lasciando da parte il rancore verso quel destino beffardo e nei confronti di me stesso. Il desiderio di vendetta che albergava nel mio cuore, venne sopito. Non sentivo nient’altro. Niente, se non quell’abbraccio così caldo ed avvolgente.

    L’appagamento generato da quel momento di intima condivisione e di raccoglimento ebbe vita breve, tuttavia. Un tonfo sordo, ruppe il silenzio che caratterizzava la poesia di quel frangente. L’oscurità quindi, tornò a spadroneggiare, piegando nuovamente i raggi luminosi che fino a quel momento risplendevano in quello scenario. Subito dopo, sentii le mie carni lacerarsi, come colpite da una lama invisibile, mentre intorno a me riecheggiavano echi sinistri, simili a ghigni. Il mio corpo, non più illibato, tornò ad assumere tratti grotteschi. Le ferite subite nella battaglia contro Aloysius, si riaprirono immediatamente, facendo sì che il sangue tornasse a sgorgare copiosamente da queste. Investito da un dolore cieco, ogni mio movimento fu inibito. La sofferenza divenne chiara sul mio viso, mentre le forme di colui che mi abbracciava, allo stesso tempo mutarono. Non riuscivo a capire quanto stesse capitando, in quella dimensione a metà tra incubo e realtà e allora esitai, inerme e terrorizzato.

    SEI DEBOLE!

    Quella parole sussurrate all'orecchio…
    Non era mio padre colui che mi stringeva a sé, non più.
    L’abbraccio venne sciolto e solo in quell’istante, ebbi cognizione di chi avessi di fronte. Colui che forse, conoscevo meglio di tutti. Colui che avevo odiato, senza dubbio, più di tutti: me stesso.
    Si ergeva innanzi a me con aria sprezzante, ostentando un’espressione di goduria quasi, vista la condizione pietosa nella quale versavo. Un sorriso beffardo, volto a schernirmi, comparve sul suo viso subito dopo. Il riacutizzarsi del dolore provocato da quelle ferite ricomparse, fu niente in confronto all'impeto rabbioso generato da quella visione. Accecato dalla frenesia di quel sentimento, cercai di colpirlo con un pugno, come se potessi cancellare la verità, il mio fallimento; ma, come già mi era capitato, la mia offensiva si risolse in un nulla di fatto. La mia mano attraversò quella figura, senza nuocerle in alcun modo. Quindi si dissolse, come mai esistita, lasciandomi solo nella mia miserabilità, nel mio risentimento e più in generale, nella mia pazzia.

    Cosa mi stava succedendo?
    Svuotato da ogni energia, sia fisica che mentale, caddi in ginocchio, tendendo le braccia al suolo a sostegno del corpo, per evitare di colpire contro il terreno. La superficie riflettente di quest’ultimo, simile ad acqua, mi pose di fronte al mio totale fallimento, rappresentato sul mio viso e sul mio corpo martoriato, stanco e deturpato da ignobili colpi. Mi specchiai per qualche minuto, quasi a contemplare quanto critica fosse la mia condizione e istintivamente, portai una mano al ventre dilaniato, fonte di maggior dolore. Tuttavia, la sofferenza patita per quella ferita, provocata dall’estrazione del Nibi, non superava la collera che ardeva nel mio animo. Rabbia, frustrazione ed odio era quanto covassi, per ciò che mi era stato fatto e per ciò che non ero stato in grado di fare, mio malgrado. Ero stato nuovamente sconfitto, ancora una volta da me stesso, dai miei ricordi, dalla mia incapacità di vendicarmi.
    Ma cosa importava a quel punto? A cosa sarebbe valso perdurare in quella lotta inutile, contro fantasmi del passato?
    Decisi di lasciarmi andare, dunque.

    Lentamente, sprofondavo verso l’oblio, questo lo percepii chiaramente. I sensi cominciarono ad annebbiarsi, mentre il mio corpo andava incontro alla perdita di ogni barlume di energia. Non rimase nulla, se non quel desiderio di rivalsa destinato a rimanere una mera illusione.

    E' forse questa, la fine...

    Dissi sommessamente, fino a sentir cessare ogni battito nel mio cuore.
    Quindi chiusi gli occhi, lasciando che il buio mi accogliesse nel precipizio di un baratro sconfinato.

    L'epilogo?

    […]

    TUM - TUM.

    Cos’era?

    TUM - TUM.

    Ancora una volta…

    TUM - TUM.

    D’un tratto, un bagliore inverosimile sembrò riportarmi alla coscienza.
    Non avevo alcuna cognizione né del tempo, né del luogo in cui mi trovassi. Non ero nemmeno sicuro che fosse aria, quella che “respirassi”.
    Disteso al suolo, inerme, mi sentii come rigenerato all’improvviso, colto da una vigoria inaspettata. I miei sensi intorpiditi, allo stesso modo, rinsavirono, così come venni liberato dalla presenza di qualsiasi ferita sul mio corpo.
    Quel chiarore così potente irradiava il mio spirito a lungo sopito in quel sonno creduto eterno. Non riuscì a distinguere null’altro, se non una visione di luce benefica.
    Tuttavia, ben presto un’entità sconosciuta si palesò ai miei occhi. Il torpore di cui ero stato vittima, mi impediva di realizzare lucidamente quanto stesse accadendo, sebbene apparisse chiara l’imponente maestosità di ciò che aveva rivelato quel luogo senza nome, né tempo. Quella luce così sferzante, improvvisamente, lasciò scorgere due enormi occhi dalle iridi concentriche. Ne rimasi folgorato, alla vista. Impallidivo nell’osservare quanto magnificenti fossero, capaci di instillare il terrore nei cuori dei più temerari degli uomini.
    Essi mi scrutavano in maniera inquisitoria, fino a leggermi nell’anima, senza manifestare alcun dubbio o esitazione. Come avvolti da un’aura divina, si ergevano a giudici solenni.
    Allo stesso modo, nessun suono turbò il silenzio tombale di quella dimensione ed io, come pietrificato, attesi senza muovere alcun muscolo. Come avrei potuto? Nessun uomo, di fronte a quella presenza, avrebbe mai osato farlo.

    TUM - TUM.

    Un’ultimo tonfo, forte, chiaro e limpido mi sconvolse, mentre ciò che mi circondava prese a tremare sensibilmente. Serrai i pugni, ignorando ciò che mi aspettasse e osservando i raggi diventare sempre più luminosi, fino ad accecare. Lo sguardo perentorio e freddo di quella maschera scomparve senza lasciar traccia, permettendo che un mondo di luce mi avvolgesse, inglobando tutto ciò che mi circondava. Non capivo cosa stesse accadendo, ma la vigoria che si scatenò nel mio corpo, faceva ardere il mio spirito nuovamente. Che fosse stata opera di quell’apparizione?
    Subito dopo, un senso di vuoto tornò a pervadermi, come se il mio corpo venisse risucchiato via da quell’aere sconosciuto ed ora luminoso, oltre l’oscurità.
    Ogni frammento di quella dimensione cominciò a dissolversi, fino a scomparire del tutto, come allontanato da una calda brezza. Allo stesso tempo, fui investito da energia allo stato puro, contraddistinta successivamente da un lampo violastro ed arcano, facendo sì che ogni fibra del mio essere sussultasse.
    Ero inebriato da quella forza dirompente a tal punto, che non mi curai più di capirne la provenienza o le cause che l’avessero provocata. Ne volevo di più, molto di più. Febbrilmente la desideravo!

    Quindi, il mio cuore riprese a battere, come non percepivo da tempo immemore; Finalmente, ne avvertivo il moto tumultuoso riprendere nel mio petto, in maniera rigogliosa.
    Contemporaneamente, avvertii i polmoni riempirsi d’aria, ancora una volta e non modo fittizio, così come i miei occhi tornarono a schiudersi a poco a poco, non più nell’oscurità di uno scenario estraneo, ma nella grandezza di una luce ancor più straordinaria rispetto a quella provata qualche istante prima, al cospetto di quell’entità divina.
    Si trattava di una sensazione mai provata, inaccessibile a qualunque essere umano, neanche mai lontanamente immaginata nel più folle dei sogni.
    Sembrò come rinascere.
    Tuttavia, quell’energia nuova che avvertii pulsare in ogni singolo muscolo, non riuscì a soggiogare ogni analisi da parte mia. Benché la desiderassi avidamente, in quantità sempre maggiori, c’erano dubbi urgenti che richiedevano di essere risolti, capaci di turbarmi profondamente.

    Sono vivo?

    Lentamente, quando quel turbinio di emozioni iniziò a placarsi, ogni cosa, allo stesso tempo, cominciò ad assumere una forma distinguibile, sebbene non riuscissi a cogliere in maniera davvero lucida ciò che avessi attorno. I miei occhi, infatti, fissavano il nulla di un soffitto biancastro, senza percepirne i dettagli. Al contrario, il loro uso era diventato lesivo, caratterizzato da un nutrito bruciore.
    Nonostante tutto, sentivo di essere sdraiato in modo supino, su una superficie morbida, quasi confortevole, senza alcun vincolo, così come, ben presto, avvertii che la vigoria che aveva contraddistinto quel risveglio, si ridusse senza appello.
    Successivamente, cercando di aguzzare la vista per quanto possibile, constatai la presenza di qualcun altro in quel luogo, la cui figura si affacciava ad esaminare le mie condizioni, con fare minuzioso. Chi era costui?
    Nulla di ciò che mi stava succedendo sembrava avere un senso e sebbene volessi a tutti i costi scoprire la verità, ciò che mi premeva ancor maggiormente era riacquistare piena autorità sul mio fisico.
    Una strana angoscia si instaurò nel mio cuore ed infatti esitai, mosso dall’incertezza, a muovere un solo dito di quel corpo, in quel momento, intorpidito.
    Man mano, cominciai ad acquisire sempre maggior consapevolezza riguardo il mio stato, mentre sentivo le forze mancare a tratti, come se fossi stato nuovamente svuotato di vitalità. In quel momento, il calore e la pienezza del mio risveglio parevano solo un dolce ricordo, sovvertiti da una debolezza crescente.
    Dunque, i respiri si fecero più lenti, ma trovai comunque le forze per parlare, o per lo meno interrogare quella figura sconosciuta che mi gironzolava intorno.

    Dove sono?

    Dissi, serrando le labbra.



     
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    Degnai la donna solo di uno sguardo distratto. Era un'immagine deplorevole, ma impiegai qualche secondo per chiedermi se avrei potuto fare qualcosa del genere se fosse servito alla Missione. E mi risposi affermativamente, prima di tornare a guardare il mio interlocutore. Ero Bokushin, non Yato, ero il Fauno dagli strani lineamenti, deformati dal legno del mio clan senza farlo emergere dalla pelle. Ero il mio alter ego che abitava Ame nei momenti liberi, quando mi rivolgevo al mio Sensei per missioni, addestramenti o necessità, sempre a patto di non danneggiare Konoha, ovviamente, a meno che non servisse per la Missione. La cura di Juana era terminata ma comunque passavo abbastanza spesso per la Pioggia, di ritorno dalle missioni accademiche o durante le pause tra gli incarichi, era comunque utile. Vestito con robusti abiti di pelle, ben diversi dalla mia abituale tuta per rendere più difficile riconoscermi, ero stato avvicinato da un losco figuro, ma ad Ame era molto peggio fidarsi di chi aveva un aspetto normale o rassicurante che non dei pendagli da forca. Mi aveva raggiunto portando come referenza la Locanda del Sensei, e questo comunque lo rendeva sufficientemente affidabile da prestargli attenzione.

    La donna è solo una decorazione di cattivo gusto per me. Non vedo perchè dovrebbe interessarmi. Con del legno nella gola anche la voce era leggermente diversa, per quanto il mio respiro fosse un pò più rauco. Se devo ignorarla non mi servono queste spiegazioni. Risposi senza usare un tono oltraggioso o particolari inflessioni ma semplicemente esplicitando il mio punto di vista. Annuii al menzionare delle Picche, senza approfondire, guardando con distratto interesse la busta che mi veniva offerta. Ogni transazione ad Ame è un pericolo, e questo è ancor più vero per chi non appartiene alla loro piramide gerarchica, ma ogni pericolo ad Ame nasconde un'occasione di guadagno, per quanto i soldi non siano la mia priorità. Non fini a sè stessi. Non bevvi dalla coppa che mi veniva offerta ma aprii la busta senza particolare fretta, contando a colpo d'occhio quelli che sembravano essere più di duemila ryo. Una somma considerevole. Forse troppo per un medico itinerante, non affiliato e non particolarmente abile.

    Lasciai che spiegasse, e a quel punto avrei bevuto dal calice. Qualcuno doveva aver accennato a me e Juana. Forse Miroku o quel suo indisponente compagno...o la ragazza della Locanda. Non potevo saperlo, ma la fama di riabilitatore, pur senza particolari pretese di perfezione era qualcosa che poteva tornarmi utile. Non sono interessato a ricercare cadaveri o guadagnare dalle informazioni che posso prendere dalle loro spoglie. Desidero solo migliorare come medico, ma non ho l'attitudine adatta per seguire un'ospedale o delle normali istituzioni. O i Cuori. Tuttavia, se accettate che io usi questa opportunità e non vi dispiace eccessivamente che il guarito abbia qualche esito...si può fare. Posai il calice, mentre l'altro porgeva la sua mano, che guardai a lungo, quasi dubbioso. Sollevai lo sguardo sul mio interlocutore. Assicuratevi che non ci siano interferenze e il lavoro sarà buono. Strinsi la mano, senza che la comparsa del simbolo risultasse poi una grande sorpresa.

    Non conosco questo simbolo, ma suppongo sia una forma di assicurazione. Commentai laconicamente. Ame è terra di transazioni, e non c'è nulla da guadagnare nell'usarmi o tradirmi, quindi immagino che questo assicuri la mia fedeltà. Sgradevole, ma razionale. Naturalmente, se questo si riversasse sulle Picche in qualche modo dannoso, loro lo verrebbero a sapere. Sorrisi, un ghigno mostruoso sul viso deforme così diverso e sgraziato rispetto al mio, un sorriso incoronato da gelidi occhi azzurri. Lui non era di primo pelo, ma nemmeno io ero uno sprovveduto e volevo far capire che avevo un supporto significativo. Sarà un piacere fare affari con voi. Chiunque voi siate. Dopotutto nemmeno lui sapeva chi io fossi.

    [...]

    L'attimo di nausea che anticipò l'apertura della porta mi fece tentennare un secondo. Possibile che il Flagello fosse là con la sua immonda presenza? Forse era lui che dovevo in qualche modo riabilitare? Lo avrei fatto se necessario, ma mi sarei assicurato di lasciare qualcosa di mio nel suo corpo, da usare in seguito. La stanza successiva contrastava violentemente con lo scuro e umido ambiente dei cunicoli attraversati fino a quel momento, abbracciandomi con un candore quasi fastidioso nella sua asetticità. Un bianco che lungi dall'essere colore di purezza pareva quasi cercare di escludere la vita in ogni sua forma. Era sgradevole.

    L'aggressività dell'uomo in camice bianco mi colpì come un fiume in piena. Non era letale come il Kage, il Sensei o il Flagello, ma poteva e voleva uccidermi, questo era chiaro. E più che la paura fu la vergogna e l'inadeguatezza a fermarmi e farmi tremare d'impotenza...ero troppo, TROPPO debole! Non...non...erava...mo...att...att...attesi? Riuscii a biascicare maledicendomi per il tono patetico che era uscito tra i balbettii, ma ero vittima di un jutsu e non ne ero consapevole...perlomeno l'uomo che mi aveva assunto sembrava nelle mie stesse condizioni. Non compresi bene cosa accadde, ma una persona che non avevo percepito era là e portò con sè il medico omicida, chiunque fosse. Restava solo un cadavere su un lettino.

    Impiegai anche io qualche secondo per rimettermi in sesto, cominciando a guardarmi intorno mentre il mio interlocutore si asciugava la fronte dal sudore. E' tutto mio...chi? Questo è un cadavere. Non posso rianimare un mor... Ma avvicinandomi scorsi qualche dettaglio che inconfondibilmente tradiva la vita, per quanto flebile. Dodici ore? Nessuno ha parlato di dodici ore! Reagii, cercando di protestare, ma quello si chiuse la porta alle spalle, levandosi di torno.

    Mi avevano fregato.

    Persi cinque minuti buoni a mandarmi al diavolo per le mie decisioni. Approfondire le mie capacità di rianimazione e recupero delle ferite più gravi era sicuramente importante, ma qui si esagerava: in dodici ore, anche nella più rosea delle aspettative, non potevo sperare di fare altro che non fosse stabilizzare quel poveraccio! Inoltre gli avevano sicuramente fatto "qualcosa", e io non avevo idea di "cosa". Niente cartelle mediche, niente storia clinica, niente identità. Solo un foglio con qualche parametro vitale scribacchiato pigramente. Ed ero solo, come con Juana, ma con tempi nettamente più lenti.

    Beh, non vogliono che torni presentabile, lo vogliono solo vivo. Juana doveva riavere una faccia, lui solo un cuore che batte. Serrai le labbra, perdendo una mezz'ora per fare un rapido inventario e verificare i macchinari e le attrezzature. Una buona metà non sapevo nemmeno cosa fosse e non potevo perdere tempo inutilmente per studiare i manuali, sempre che ci fossero, quindi mi sarei dovuto arrangiare.
    Una rapida valutazione mi permise di capire qualcosa di più del mio assistito: era bradicardico, ipoteso, sostanzialmente in coma e con ferite aperte in addome che per qualche miracolo non si erano infettate, inoltre era profondamente in ipotermia, e forse era solo questo a tenerlo vivo: col freddo le funzioni vitali rallentano. Il calore sarà l'ultima cosa da riportare alla normalità. Il lettino su cui stava agiva un pò come un frigorifero abbassando la temperatura del paziente ma senza contatto diretto con superfici fredde, evitando quindi le ustioni da gelo...e questo era bene.

    Inaspettatamente quello parlò mentre cominciavo a reperire degli accessi venosi, almeno uno per braccio e uno nella vena femorale, per permettermi di infondere grandi quantità di liquidi quando fosse stato necessario. Mi sorprese quell'attimo di vitalità, tanto che uno schizzo di sangue raggiunse il mio volto mentre posizionavo l'ago, e per quanto la coscienza fosse un buon segno usare il cervello e sprecare energie per parlare poteva essergli letale...e tuttavia la forza di volontà era importante per la guarigione, quindi iniettai rapidamente in vena un farmaco ipnotico, così da addormentarlo in tempi brevi. Tornai ai miei normali lineamenti e portai il volto nel suo campo visivo, con gli occhi accesi per via della luce riflessa di quel posto (non volevo spaventarlo troppo mostrandomi come Bokushin) e gli parlai mentre il farmaco faceva il suo effetto sprofondandolo nell'oblio. Sei in pericolo, ma hai una possibilità. Riposa. Sogna. Combatti per vivere nel sogno. Io penserò a salvare il tuo corpo. E con la mano sfiorai il suo viso, lasciando che la debolezza svanisse per effetto combinato delle sostanzie iniettate e del mio chakra [Tecnica]Gli faccio credere di non essere moribondo e debole, così da facilitare il sonno

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    Ottenuto il sonno lo intubai per garantire il respiro collegandolo a un ventilatore meccanico, accesi poi un monitor con i sensori per tenere traccia dei parametri vitali, come l'elettrocardiogramma e la saturazione dell'ossigeno. Ci sarebbe voluto parecchio tempo, e io non avevo tempo nè aiuti. Rimpiansi amaramente le infermiere del reparto dell'ospedale di Konoha, ma dovevo fare da solo, e in fretta.
    Avevo garantito la ventilazione (per fortuna il macchinario era molto simile a quello a me familiare), un monitoraggio dei parametri vitali e degli accessi venosi. Era il momento di mettergli un catetere per tenere conto della diuresi, quindi avrei potuto iniziare le altre procedure. Un'altra mezz'ora era andata.

    E' come se avesse appena le forze di vivere...quella luce violacea...ricordava vagamente Densen, ma era molto più potente e opprimente, più simile al Flagello. Disgustosa. Avevo riassunto l'aspetto di Bokushin, casomai ci fossero telecamere o sensori, e misi in analisi il sangue che avevo prelevato mentre posizionavo le cannule venose. Il risultato arrivò in tempi rapidi, e nel mentre avevo cominciato a idratare quel ragazzo con grandi quantità di liquidi: era terribilmente disidratato ed ebbi quasi l'accenno di un sorriso quando vidi che cominciava a urinare. Piccole soddisfazioni incomprensibili a chi non è del mestiere. Non persi tempo a fare radiografie ma con un piccolo ecografo verificai che non ci fossero versamenti importanti e con gli esami in mano potei finalmente avere un quadro completo: aveva gli elettroliti completamente fuori fase, pochissimo glucosio e fegato e rene pressochè in scioperto. L'idratazione, con le adeguate correzioni elettrolitiche, avrebbe risistemato il rene, sempre che non fosse troppo tardi, anche se ci sarebbero voluti giorni per un recupero completo o anche solo parziale. Il fatto che urinasse però era sufficiente, inoltre i liquidi avrebbero stabilizzato la pressione, se tutto andava come doveva. Tutto in sterilità, nei limiti del possibile, ma per buona misura avrei anche somministrato un antibiotico, sperando che quello non fosse allergico.

    L'anestetico lo avrebbe tenuto fuori gioco alcune ore (e lo misi anche in infusione continua così da controllare il suo stato di coscienza) e intanto con le mani curative mi sarei dedicato, assumendo un tonico ogni tanto, a stimolare le ferite più superficiali e i muscoli atrofizzati: un piccolo trucco possibile solo con le arti ninja era ferire l'arto dai muscoli ipotonici e poi guarirlo con le Mani Curative, così da stimolare una rigenerazione con energie extra (anche se dovetti usare uno degli accessi venosi per somministrare un mix proteico e calorico che supportasse i processi di guarigione). Per la sua mente potevo fare poco, ma dopo circa otto ore avrei ridotto il dosaggio dell'anestetico e iniziato a infondere liquidi caldi per riportare temperatura e metabolismo a valori normali (normalmente si sarebbe aspettato per dare tempo al corpo di riassestarsi, ma io non avevo quella possibilità e dero stato aggressivo somministrando quante più sostanze possibile), estubandolo e aspettando che il ragazzo si svegliasse. Non sapevo se avrebbe realmente aperto gli occhi, ma con un briciolo di adrenalina avrei stimolato un risveglio rapido: c'era il rischio che il cuore cedesse per una stimolazione tanto brusca, ma avevo poco tempo e dovevo riuscire a svegliarlo per capire se c'erano deficit neurologici. Mi serviva sveglio e coricato per capire se c'era qualche parte che non era in grado di muovere. Poi avrei pensato al resto.

    Ti sto curando. Avrei detto non appena si fosse destato. Hai della morfina in infusione che ti farà sentire un pò stordito ma toglie dolore e stanchezza...posso usare un Genjutsu per accentuare l'effetto se non basta. Puoi chiamarmi Bokushin, sono un medico. E ho quattro ore per evitare che tu muoia, e io con te. Comincia con il dirmi chi sei...raccontami tutto quello che ricordi. Mi serve per stimolare il tuo cervello, come un allenamento, parleremo per circa un'ora, tu non muoverti. Per distrarlo gli avrei raccontato di Ame e di quel che sapevo a riguardo, e del fatto che eravamo in un laboratorio sotterraneo, mentre continuavano infusioni di sostanze e ogni tanto con le Mani Curative cercavo di rafforzare i muscoli delle gambe o delle braccia, focalizzandomi su diversi gruppi muscolari. Dovevo capire se il cervello aveva ricevuto danni permanenti e ogni tanto gli avrei fornito delle informazioni per poi chiederle successivamente e capire se aveva deficit di memoria, mentre osservavo attentamente la sua capacità di articolare suoni o muovere i muscoli del volto, o se avesse problemi visivi o uditivi. Gusto e olfatto mi erano indifferenti. Hai abbastanza calorie, fra un'ora ti chiederò di provare a percepire il tuo chakra e impastarne un poco nella mano. Dopo proveremo a farti muovere.

    Direi che conviene che Jin faccia un Interpost dopo il suo "sonno-anestesia-sogno" e vedere se si sveglia e come reagisce al Fauno.
     
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    Il ragazzo in stato semi-cadaverico sembrava rispondere bene al trattamento del Fauno. La tecnica delle false mani curative fu una buona idea: gli permise di scivolare, dopo tantissimo tempo, in un pacifico sonno senza sogni. L'intubazione e la successiva analisi non fornirono risultati immediati, ma il Fauno già lo sapeva. Data la storia pregressa del paziente, non molti avrebbero pensato che ci fosse uno stretto bisogno per un catetere; eppure, il corpo di Jin Tsuji, riportato alla vita dalla terribile arte di Saigokage (Ultima Ombra), uno dei Cinque Avatar del Re dell'inferno, stava rispondendo bene alla terapia davvero ben pensata del giovane Fauno. Il processo proseguì per circa dieci ore, in un notevole misto tra arti ninja e pura scienza medica, ivi comprese inizioni di adrenalina e sapiente utilizzo di anestetici e liquidi caldi.

    « Te la cavi per essere un principiante. »

    Yato non aveva sentito la voce dell'uomo che lo aveva quasi annichilito ore prima, ma quando il silenzio fu rotto egli poté percepire con chiarezza lo stesso spirito omicida pervadere di nuovo la stanza, anche se non sorretto dal chakra questa volta. Nessun rumore, suono o odore aveva anticipato la sua venuta. Che non se ne fosse mai andato?

    « Guardarti all'opera è come rileggere due o tre manuali di teoria e pratica medicinale. All'apparenza impeccabile, ma se continui su questa strada sarai condannato alla mediocrità. Gihih. Quello che ti manca è... inventiva, suppongo. O il coraggio di applicare quella che hai. »

    L'uomo indossava un camice bianco occidentale ed eleganti scarpe in pelle. I suoi occhi, color nocciola, sembravano quelli di un animale: crudeli, percettivi, disinibiti; un totale contrasto con il suo aspetto altrimenti molto civile e raffinato, con capelli corvini tagliati alla perfezione e occhiali di fattura pregiata ad incorniciare il volto.

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    « Pensa a cosa avresi ottenuto stimolando i centri di dolore nei suoi testicoli invece di iniettargli quell'adrenalina in corpo. Il medesimo risultato, ma più in fretta e risparmiando ad un corpo così indebolito lo stress derivante dallo smaltimento di una sostanza esterna. »

    L'uomo non sembrava nemmeno concepire il concetto di giusto o sbagliato.

    « E che dire del tanto vituperato teorema dell'intercambiabilità degli oragani interni? Se provass- »

    « Basta così, Saigokage. »

    Quella voce rimbombò nella testa di Yato dal nulla (ed evidentemente anche nella testa dell'uomo in camice, dato che era stato interrotto proprio nel momento in cui era apparso). Era una voce strana: appena dopo averla sentita, se l'era già dimenticata. Non lasciava traccia di sé, ma solo del messaggio.

    « Ebbene? »

    Saigokage, l'uomo in camice, lanciò un ultimo sguardo affamato verso il corpo del ragazzo di cui il Fauno si era preso cura.

    « Il ragazzo è stabile. Le abilità mediche del Fauno sono sufficienti al tuo scopo, Visigoto. »

    L'atmosfera sembrò farsi carica di fame.

    « Eccellente. »

    Tuonò la voce, per sparire poi del tutto. Un attimo dopo la porta metallica da cui il Fauno era entrato ore prima si riaprì, e l'uomo che l'aveva pagato e gli aveva imposto un sigillo sulla mano riapparve. Gettò uno sguardo guardingo a Saigokage, poi gesticolò verso Yato e gli fece cenno di uscire.

    « Yo. Muoviti, da questa parte. »

    [...]

    Dutch-Black-Lagoon

    « Detesto quel tizio. Mai incontrato qualcuno che mi mettesse i brividi così. », disse l'uomo non appena furono abbastanza lontani. Saigokage non aveva detto una parola quando i due si erano allontanati; a dire la verità, l'istante in cui la non-voce era sparita il medico era tornato a concentrarsi sul ragazzino. Quando la porta metallica si era chiusa alle sue spalle, Yato aveva potuto percepire un ulteriore bagliore violastro.

    « Tch, che ci vuoi fare. Il nome è Sanzo Meirei, Fauno. Fante dei Quadri. » Ora che poteva osservarlo, Yato avrebbe notato che il suo interlocutore aveva la tipica pelle scura delle popolazioni di Kumo. Era rasato a zero e indossava occhiali scuri, e il giubbotto da chunin che indossava e il suo fisico atletico non facevano mistero del suo passato da ninja. « Ora che ci siamo assicurati che la raccomandazione delle Picche non fosse fuorviante, posso mostrarti il tuo vero incarico. »

    Camminarono per circa una ventina di minuti tra i passaggi sotterranei di Ame, che l'uomo sembrava conoscere a menadito. Sanzo rimasei in silenzio per tutto il percorso, fumando con noncuranza la propria sigaretta ed accendendone una dopo l'altra, ma non si sarebbe sottratto al confronto se il Fauno avesse voluto fargli qualche domanda. Il cammino si interruppe davanti ad un'altra porta in metallo, che Sanzo aprì con una delle varie chiavi che aveva nelle sue tasche, conducendo poi il Fauno all'interno. Dopo alcune rampe di scale pure metalliche e tre altre pesanti porte, i due si trovarono in un altro enorme laboratorio di forma rettangolare. Pareti bianche, ambienti di vetro e attrezzature tecnologiche avanzate corredavano l'ambiente, che pareva poter competere con qualsiasi clinica privata dell'Accademia.

    Su uno dei lettini giaceva un bimbo di circa otto anni. Non era particolarmente pasciuto, ma a parte questo sembrava star bene: aveva capelli neri a caschetto e una carnagione rosea che denotava il suo ottimo stato di salute. Sembrava addormentato, e il suo respiro era regolare.

    « Ecco il tuo lavoro. » Sanzo si accese un'altra sigaretta, e assunse un'espressione annoiata. « Per qualche motivo non riusciamo a svegliarlo. Tra due giorni partiremo per un viaggio al di fuori dei confini della Pioggia. Come ti ho detto "dovrai riportare in salute una nostra risorsa e assicurarti che sopravviva a ciò che lo aspetta, anche a costo di fargli soffrire le pene dell'inferno." » L'uomo raggiunse un angolo della sala, dove si trovavano alcune brandine, una delle quali con degli effetti personali che gli dovevano appartenere. Raccattò da terra una bottiglia e si sedette su una scrivania, aprendola con i denti. « Ora, non mi importa come, ma quando il viaggio sarà terminato il ragazzo dovrà essere bello vispo e in salute. Per questo verrai con noi e ti assicurerai che le sue condizioni rimangano ottimali fino ad allora. »

    Una vera e propria missione di accompagnamento, all'apparenza semplice ma date le circostanze chi poteva sapere cosa ci fosse sotto. Forse non esattamente quanto Yato si era aspettato, accettando l'incarico, ma il suo interlocutore non sembrava granchè disposto a discutere la cosa.

    « Fa' del tuo meglio. Se ti servono analisi, qua c'è parecchia attrezzatura avanzata. Sospetto però che il lavoro richieda più un intervento tramite il chakra. Abbiamo anche letti e cibo, quindi non preoccuparti di niente. Nulla ci disturberà finché non partiremo. E per allora sarà meglio che il ragazzo stia bene. », chiosò duramente, prendendo due sorsi dalla bottiglia che aveva in mano.

    OFF GAME

    Per il momento il recupero di Jin Tsuji è in pausa (Saigokage interviene prima che lui si svegli); vedremo di riprenderlo se ritornerà. Il suo PG rimane nelle mani del Visigoto, in cura a Saigokage.

    Quanto a Yato, considera la giocata come trasportata al presente (in particolare, al tempo di una certa altra giocata...). Puoi pertanto usare l'ultima scheda disponibile. Andiamo avanti e occhio a ogni dettaglio: Yato vuole migliorare come medico, ma gli servirà fare passi avanti anche come ninja per uscire da questa situazione al meglio!

     
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    È colpa tua. Ratty

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    Stavo abbassando la dose degli anestetici per provare a risvegliare il mio paziente, ormai stabile, così da valutare quali e quanti danni avesse subito il suo cervello, quando una voce e una terribile presenza alla mie spalle mi fecero rizzare tutti i peli del corpo, mentre scattavo come un gatto con le mani strette saldamente sulla siringa che impugnavo quale unica arma appuntita disponibile. T..TU! Era quel pazzo che ore prima mi aveva affidato il paziente. Era sempre stato là? O era entrato e uscito senza far rumore? Entrambe le ipotesi mi sembravano poco plausibili, eppure era là a fissarmi. Ascoltai appena le sue parole di ammonimento sulla mediocrità delle mie arti mediche, serrando i denti per tollerare la nauseante e ingombrante aura di follia e istinto omicida che riempiva la stanza stanza nemmeno fosse nebbia tra le più fitte. Mancano ancora alcune ore...non ho ancora finito. Cercai di dire, ovviamente come autodifesa: avevo quattro ore a disposizione secondo gli accordi...che avessero cambiato idea nel mentre? Sudavo freddo.

    Non so nemmeno se il suo sistema nervoso funziona, l'adrenalina è il mezzo con maggiori probabilità di...Cercai, non so nemmeno io il perchè, di giustificarmi, e non certo perchè il danno ai testicoli potesse essere riprovevole, la cosa non mi importava, ma poteva essere inefficace o impreciso e detestavo quell'imprecisione. Non sapevo nemmeno di cosa stesse parlando quando iniziò a parlare di invertire gli organi, quando una voce feroce come un chiodo mi trapassò il cranio. Aveva sicuramente detto qualcosa e avevo capito cosa fosse, ma non ricordavo esattamente le parole o le caratteristiche del suono (era un suono?), solo il vago dolore del suo passaggio. In che guaio mi ero cacciato? Se non altro ad Ame grossi guai implicano grosse possibilità di guadagno...ma a che prezzo? E quale rischio? Visigoto? Era del Visigoto la voce nella mia testa? Un nome che mi ricordava vagamente qualcosa, forse un commento sfuggito al Sensei tempo addietro ma che non avrei saputo piazzare o associare a qualcuno in particolare. Era...era solo una prova? Ho dovuto dare il massimo per questo qui, ed era solo una prova? Ma abbassai velocemente i toni: meglio non provocare quel folle con gli occhiali, dal quale fortunatamente venni allontanato con sbrigativa efficacia dall'uomo che mi aveva assunto. Provai un moto di stizza e aggressività verso di lui, ma lo seguii comunque. CHIUNQUE era meglio di quel sinistro scienziato, forse persino il Flagello.

    Non mi importava cosa avrebbe fatto al ragazzo, ma sapevo per certo che pur volendo migliorare nell'arte medica non avrei MAI dovuto seguire il suo esempio o i suoi insegnamenti. Sanzo-san dei Quadri. Forse sono debole e manipolabile. E posso comprendere la necessità di provare la merce. Dissi, senza scrupoli nel riferirmi a me stesso come mera mercanzia. Tuttavia ricorderò questo trattamento. Niente di più, nessuna minaccia nè particolare inflessione della voce: una mera constatazione che poteva voler dire tutto o niente. Il tempo avrebbe dato ragione alle mie parole. Cercai invano di rammentare la strada che stavamo percorrendo nei condotti bui sotto Ame, alcuni umidi e odorosi come fogne, altri più stretti come vecchi passaggi di servizio per la manutenzione, altri come caverne più o meno naturali, ma era inutile. Mi chiesi quanti anni di esperienza avesse accumulato il mio accompagnatore per muoversi là sotto con tanta disinvoltura. Mi pare di capire che il mio datore di lavoro è il Visigoto. Immagino sia uno dei vertici dei Quadri. Qualche consiglio, se dovessi incontrarlo? Non persi fiato a chiederne le generalità o le capacità: non solo non erano rilevanti ma evidentemente non me le avrebbe certo fornite. Inoltre ci sarà modo di recuperare un pò di forze? Ho lavorato senza pause per diverse ore. Mi veniva da chiedere chi avesse fatto il mio nome tra le Picche, ma alla fin fine non mi serviva per sopravvivere nell'immediato.

    Arrivammo infine al nostro obiettivo: una sorta di ambiente pulito e raffinato, raro ad Ame se non nelle sedi di qualche alto papavero o comunque qualcuno con denaro e capacità di conservarlo. Nemmeno a Konoha avevano alcune di quelle apparecchiature, di cui aveva letto in alcune riviste scientifiche, ma mi guardai bene dal dirlo per non far emergere alcun dettaglio sulla mia identità. Un ospedale di tutto rispetto. Ma se avete soldi per questo posto, li avete anche per qualche medico di chiara fama. Quindi se io sono qui è perchè in qualche modo volete che agisca su qualcuno o qualcosa senza che si sappia in giro. E senza che lo sappiano i Cuori, immagino. Velati suggerimenti sul fatto che forse avrei potuto chiedere di aumentare il mio compenso. Ed ecco quindi la risorsa in questione: un ragazzino in salute e profondamente addormentato. Forse un pò troppo addormentato. Ascoltai i parametri della missione che mi assegnavano, e con due giorni a disposizione per svegliarlo certo avrei avuto maggiore respiro che non in appena dodici ore con uno sull'orlo del decesso. Il respiro è troppo regolare. A una prima analisi sembra che dorma, ma il ritmo è troppo perfetto. Ci deve essere qualche alterazione neurologica, ma è strano senza ferite e l'età certo non fa pensare a ictus o affini. In un certo senso il caso era anche interessante.

    Il Fante si quadri mi lasciò campo libero, ritirandosi e concedendomi riposo e vettovaglie, oltre a farmaci e apparecchiature d'avanguardia. Ma il "non riusciamo a svegliarlo" implicava che avevano già provato con quelle cose, e probabilmente anche Saigokage ci doveva aver messo mano, ma senza poter esagerare, senza riuscire. Mi occuperò di lui. Conclusi, occupandomi in primo luogo del fattore più critico: mangiare e riposare. Un medico stanco non serve a nulla e commette errori. Verificato che i parametri del ragazzo fossero stabili, prima di pensare o dedicarmi a lui in alcun modo avrei riposato per almeno quattro ore, dopo aver mangiato e ripreso le forze. Quindi circa cinque ore dopo essere stato presentato al mio paziente, nuovamente in forze, cominciai la mia opera. Solo come lo ero stato con Jin, per quanto non conoscessi il suo nome, cominciai da un'analisi attenta delle condizioni del bambino.

    La pelle giovane e l'apparente sonno contemplavano alcuni movimenti involontari, quindi non c'erano ancora piaghe da decubito prolungato o affini, ma usando anche il legno lo spostai per sistemare un materasso antidecubito che con una serie di camere d'aria che si gonfiavano e sgonfiavano ritmicamente riducevano il rischio di lesioni alla pelle. Dilettanti. Anche un bambino può piagarsi, e se c'è una piaga tutto si complica. Il piccolo aveva un panno e urinava, e dal prelievo di sangue che gli feci non emersero alterazioni agli esami di routine, come prevedibile dopotutto. Esplorai ogni centimetro della sua pelle alla ricerca di ferite o punture: alcuni batteri e alcuni insetti potevano avere effetti neurotossici come la letargia che avevo davanti, ma in qualche modo dovevano prima entrare nel corpo. Cercai di comprendere se il ragazzo era stato nutrito e in che modo nei giorni precedenti, ma sospettavo che lo avessero lasciato là senza grandi supporti, quindi posizionati quasi subito un sondino che dal naso scendesse fino allo stomaco (fastidioso, ma non credevo lo avrebbe svegliato, ma utile), cominciando una blanda nutrizione con un preparato apposito miscelato con acqua in parti uguali. Non potevo lasciarlo a digiuno o senza idratazione, specie la disidratazione poteva essere fatale a un bambino di quell'età. L'analisi e la cura avevano richiesto circa un'ora, ed era il momento di passare a esami un pò più invasivi. Sospettavo che il cervello fosse in qualche modo compromesso, quindi, dopo essermi adeguatamente protetto, usai uno dei macchinari radiologici che avevo a disposizione per una TAC del cervello del ragazzo. Normalmente erano i tecnici a settare lo strumento, e quello a disposizione era più avanzato del macchinario di Konoha, ma c'erano dei programmi di default con cui mi sarei dovuto accontentare: lo scopo era verificare che il ragazzo non avesse tumori o sanguinamenti dentro i capo, o magari altre masse come ascessi o parassiti, che alle volte si annidano nel cervello.

    Se anche questo non avesse dato frutto sarei passato a qualcosa di più intenso, ruotando il ragazzo su un fianco e praticando una puntura direttamente nel midollo spinale, a metà schiena più o meno, per prelevare un campione del liquido in cui è immerso il sistema nervoso: il liquor. La procedura aveva qualche rischio, ma la avevo già fatta e non era così complessa, inoltre punsi là dove il midollo è già terminato e ci sono solo alcune terminazioni nervose, così da non rischiare paralisi o altro. Presi giusto una provetta, quel che bastava per le analisi di cui avevo bisogno alla ricerca di batteri, dna virale o anche semplici alterazioni di elettoliti, zuccheri e magari globuli bianchi che potessero suggerire una qualche alterazione. Nel mentre che attendevo l'esito, con il ragazzino nuovamente raddrizzato sul letto attesi a braccia conserte. Dubitavo che Saigokage o chiunque altro avesse visto il ragazzo prima di me non ci avesse pensato. L'unica cosa che potevo fare di più per iniziare a capire cosa stesse succedendo era andare a indagare nel passato del paziente.

    Posai una mano sulla fronte. L'Interrogazione Mentale agiva anche su soggetti privi di coscienza, e provai a sondare la sua mente, o quel che ne restava, alla ricerca di indizi, mi bastava anche qualche stralcio. Volevo sapere esattamente come stava prima di addormentarsi. Cosa aveva mangiato. Se qualcuno o qualcosa lo aveva punto o ferito o se aveva toccato qualcosa di strano. Mi serviva anche sapere se precedentemente era sano o meno. Ma la prima domanda che feci, forse per alleggerire la mente e testarne le funzioni residue, fu chiedere il suo nome e di dove fosse.



     
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    « Mmmh? » Sanzo Meirei sembrava un tipo tranquillo in quelle situazioni di calma. Continuava a camminare, senza dover apparentemente pensare al percorso da prendere, e lasciava che il suo pensiero seguisse le sottile linee danzanti di fumo che si levavano dalla sua sigaretta. « Ci puoi scommettere, Fauno. Era una prova bella e buona. Così funziona il Visigoto: non investe mai il proprio tempo o le proprie risorse dove il ritorno non è eccellente. » Ridacchiò tra sè. « Il parere di un medico geniale e una carta di Picche dicono che anche questa volta ha scelto bene. Può non piacerti, ma questo è il solo modo in cui puoi sperare di fare affare con il nostro Principe. Ricordarti di questo trattamento ti farà solo bene. », concluse in modo fattuale come il suo interlocutore. Quell'uomo non cercava una guerra con il prossimo venuto, ma non era neanche un sempliciotto che poteva essere intimorito con vaghe minacce. Lavorare per il Visigoto significava essere un investimento... e Yato aveva appena appreso quale fosse la filosofia del Principe di Quadri in proposito.

    I due erano ormai quasi arrivati nel laboratorio. Quando Yato chiese al Fante se avesse un consiglio per un eventuale incontro con il Visigoto, l'uomo di Kumo prese una lunga boccata di fumo e con una poderosa spallata aprì l'ultima porta.

    « Sì. », gli disse, serio, esalando una nuvoletta grigia. « Non permetterti mai di essere in debito con lui. »

    [...]

    Sanzo non commentò le parole del Fauno circa i Cuori e il livello di quello stabilimento, ma era evidente che il Visigoto avesse investito cospicue risorse per allestirlo. Quando anche il Fauno si mise comodo, il Fante sorrise genuinamente di quel sorriso duro da uomini di strada ai piaceri della vita e gli lanciò un pacchetto di sigarette senza una parola. In fondo, non sembrava essere un tipo del tutto spiacevole. « Non chiedere a me. Il mio contributo è stato provare a prendere il ragazzo a ceffoni ragionevolmente innocui, ma non è servito a nulla. » E con quelle parole si voltò sulla branda ed iniziò a russare.

    [...]

    Yato fu come al solito estremamente razionale nell'approccio alla situazione. Il suo approccio alla medicina era razionale: supportato dalla sua conoscenza nozionistica, il giovane genin della Foglia procedeva eliminando una possibilità dopo l'altra, trattando il paziente il più umanamente possibile - ma solo per non complicare il problema da risolvere. Le analisi delle urine e del sangue non diedero risultati particolari, se non che il ragazzo aveva gruppo sanguigno B e scarsissime tracce di una storia dietetica particolare, quasi come se fosse sempre stato nutrito per endovena dalla nascita. Per lo stesso motivo, la meticolosa analisi del Fauno sulla cute del ragazzo individuò soltanto piccole punture che erano state utilizzate esclusivamente per iniettargli sostanze nutritive, senza mai alterare in altro modo le sue funzioni biologiche. A tutti gli effetti, sembrava che i Quadri stessero cercando di curare al meglio quel ragazzo.

    Il corpicino giovane si mosse appena quando il Fauno iniziò a nutrirlo tramite una sonda nasale, ma non parve altro che un riflesso naturale. La soluzione sembrò funzionare e i valori vitali del paziente rimasero stabili. Anche la TAC, l'analisi batteriologica e il prelievo del liquor diedero risultato negativo. Cosa avrebbe fatto Saigokage al suo posto? Forse Yato era ancora troppo inesperto per anche solo provare ad immaginarlo, o forse la sua era una scelta consapevole determinata dal suo diverso posizionamento sul diagramma cartesiano avente etica e morale quali assi.

    Poi arrivò l'intuizione.

    Una mano deforme si appoggiò con delicatezza sulla fronte del ragazzo. L'energia fisica e mentale di Yato si fuse nel tantien, dando vita all'energia misteriosa in grado di manipolare il creato e denominata chakra, che anche quella volta fece il miracolo e connetté la coscienza del Fauno con quella del ragazzo.

    Computer Hope

    L'immagine che Yato ebbe fu quella di un bimbo esistente in un mondo in bianco e nero, dove i colori erano invertiti ed egli era raggomitolato su sè stesso in posizione fetale, cosciente ma autoprotettivo e cauto come un cucciolo di cerbiatto. Tutto attorno c'era esisteva solo il nulla più assoluto. Con tutta probabilità Yato non aveva mai sperimentato niente di anche solo remotamente comparabile a quello scenario mentale.

    « Ciao », gli disse il bimbo e anche se incolore la sua voce aveva quella nota di curiosità e innocenza tipica di tutti i ragazzini. Rimaneva curvo su di sè e non guardava nemmeno Yato negli occhi, ma sembrava tutto sommato calmo. « Cos'è un "nome"? E cosa intendi per "dove"? » Il bimbo rispondeva piano, pronunciando ogni parola quasi a fatica. Non perché fosse stanco, ma quasi come se trovare le parole fosse uno sforzo cui non era abituato.

    « Ad-addormentarmi? Cosa vuol dire? » La seconda domanda di Yato sembrò cadere su orecchie sorde. Il bimbo non aveva una risposta. Anche le altre tre successive domande circa cosa avesse mangiato, se lo avessero punto o ferito o se avesse toccato qualcosa di strano risultarono incomprensibili al bimbo, che man mano che Yato poneva le domande sembrava però aprirsi sempre più al suono della sua voce. Quando gli fece la quarta domanda, il bimbo si sfregò il naso e si mise seduto, guardando Yato con occhioni in bianco e nero. « In che senso "prima"? », rispose infine il bimbo alla domanda di Yato circa il fatto se prima egli fosse sano o meno.

    Poi gli occhi del bimbo si sgranarono dalla sorpresa e Yato li vide chiaramente assumere una tonalità azzurro lucentissimo proprio come i suoi. Anche una ciocca dei suoi capelli si tinse di un nero molto simile a quello dei capelli del genin della Foglia. « Ahhhh », disse il bambino, facendo un musetto buffo come se avesse appena realizzato qualcosa di importante. « Sei un ninja, vero? Ecco perché usi parole complicate. »

    Rise, innocente e puro, ma Yato potè percepire all'improvviso una mancanza dentro di sè, anche se non avrebbe saputo dire di che cosa [Un Bambino InnocenteUn Bambino Innocente [Combattiva]

    Una Mano Tesa
    Speciale: L'utilizzatore è in grado di accumulare ricordi ogni volta che si interfaccia con la mente di un altro essere umano. Ogni round di contatto gli permette di sottrarre un particolare ricordo all'altra persona. Il ricordo è selezionato casualmente, ma le circostanze del contatto possono indirizzare la scelta a discrezione del QM. Per ogni round consecutivo di contatto, l'importanza del ricordo sottratto sale. Ogni ricordo sottratto attribuisce all'utilizzatore un numero variabile di Punti Ricordo a seconda dell'intensità del ricordo per il proprietario, a discrezione del QM. I ricordi sottratti non sono accessibili o recuperabili in alcun modo, se non secondo le regole di questa competenza. I Punti Ricordo non hanno durata massima. Non c'è limite al numero di Punti Ricordo accumulabili.
    [Da genin in su]

    Occhi di un Bimbo
    Speciale: L'utilizzatore, se osservata per almeno 1 round una persona da cui abbia accumulato almeno 1 Punto Ricordo, può riconoscerla superando qualsiasi tipo di illusione, inganno o camuffamento, basato sul chakra o meno. Se osservata la medesima persona per 2 round, può indovinare vagamente cosa stia pensando.[Da genin in su]

    Risonanza del Ricordo
    Speciale: L'utilizzatore può comunicare telepaticamente con qualsiasi persona da cui abbia accumulato almeno 1 Punto Ricordo, purchè riconosciuta tramite Occhi di un Bambino e presente entro 60 metri dall'utilizzatore.[Da chunin in su]

    Peso dei Ricordi
    Speciale: L'utilizzatore, spendendo 1 Punto Ricordo, può proiettare un ricordo sottratto nella coscienza di un individuo percepito con i propri sensi o con Risonanza del Ricordo, determinando un malus o un bonus a discrezione del QM variabile a seconda del ricordo proiettato. Eventuali capacità o condizioni particolari possedute da PG e PNG possono impedire il corretto funzionamento di questa abilità.[Da chunin in su]

    Sfera Mnemonica
    Villaggio:
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    L'utilizzatore genera attorno al proprio corpo una sfera di energia biancastra semi-trasparente, sulla superficie della quale sembrano visibili delle immagini fluide e mutevoli. La sfera ha potenza 30 per ogni Punto Ricordo sacrificato e dura 5 round. Può essere sacrificata per potenziare una tecnica sfruttata da qualsiasi persona contattabile mediante Risonanza del Ricordo: la potenza si somma e le dimensioni della tecnica sono aumentate (x1.5). Questa tecnica non consuma chakra, ma Punti Ricordo.Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    Sottotipo: Emissione
    (Consumo: N. Variabile di Punti Ricordo, senza limite.)
    [Da jonin in su]
    ]
    .

    Cosa stava succedendo?!

    [...]

    [Ad un punto di confine del Paese della Pioggia]



    666-satan-1962593-Copy

    « ... »

    « Fatica a contenerti, carino? »

    « Non posso credere che quel bastardo di Kuilei si diverta con il rapimento della ragazzina mentre a me tocca attendere l'arrivo di quelli di Ame. »

    « Che ne dici di sfogarti con me? Puoi lasciarmi tutti i segni che vuoi. »

    « Mi stai dando del necrofilo?

    ...

    ...mettiti contro quell'albero. »

    OFF GAME

    Dato che con l'Interrogazione Mentale fai 6 domande, considero 6 slot Tecnica/Azione e dunque 2 Round. Pertanto, perdi due ricordi a tua scelta in virtù di "Una Mano Tesa". Dato che in questo momento sei in una dimensione alternativa (i.e. nella mente del bimbo), il secondo ricordo sottratto deve riguardare qualunque cosa a tua scelta ma che derivi da una giocata come la Colonna Evanescente (dove appunto Yato era in un'altra dimensione). Inoltre, uno dei due ricordi deve poter far capire al bimbo (anche indirettamente) che Yato è un ninja.

    Descrivi bene i ricordi che sono sottratti e io determinerò quanti Punti Ricordo attribuiscono al bimbo. Ricorda che i ricordi sottratti cessano di essere disponibili a Yato e che dovrai tenerne conto nelle tue giocate, quindi scegli con saggezza e bilancia bene l'importanza crescente del ricordo (i.e. per ogni round che il contatto continua perdi un ricordo sempre più importante.

    Scegli tu come comportarti a questo punto e occhio sempre all'obiettivo!

     
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    Per quanto irritato dal trattamento che mi era stato riservato, non potei che cedere almeno un pò, nel mio intimo, per le lodi che contenevano quelle parole. A conti fatto il mio cliente era un affarista che vedeva le persone esattamente come pedine e come numeri, con un valore associato e prospettive di perdita e guadagno. In quel senso non eravamo troppo dissimili. In questo caso vorrò sperare in un premio di produzione, se i miei servizi saranno all'altezza. Commentai quindi dopo la pur blanda minaccia, limitandomi ad annuire quando il fumatore dalla pelle scura mi diede il suo consiglio su come trattare con il Visigoto. Comprendo. Anche se forse la mia comprensione era fin troppo superficiale per potermici affidare più di tanto, ma avrei fatto tesoro di quelle parole.

    Rassicurato dalle discrete condizioni del mio paziente presi tutto il tempo che serviva per un'analisi approfondita, con giusti tempi di riposo e recupero per me, senza la pesantezza di un conto alla rovescia,a a differenza del precedente intervento. Quando le conoscenze mediche raggiunsero il loro limite, mi trovai a dover espandere il bacino degli strumenti a mia disposizione alle arti ninja, così da indagare lo stato mentale del ragazzino. Non trovai quello che mi aspettavo.

    Il bianco e il silenzio di quel luogo erano opprimenti. Un vuoto che non avevo sperimentato nemmeno quando, per tirocinio all'ospedale, avevamo sfruttato la tecnica dell'Interrogazione Mentale su dei ninja in coma o affetti da una sindrome di chiusura mentale dopo Genjutsu. In quei casi c'era pur sempre "qualcosa" anche se vago, spesso confuso e più simile a un rumore di fondo. Qui mi sentivo come se stessi provando a interrogare un sasso. E uno particolarmente riservato. Nessuna mente, nessun ricordo cui agganciarsi, nessun appiglio per iniziare a scavare nella coscienza con l'Interrogazione...solo un vuoto incontaminato. E una figura che si affacciava al mio inconscio. Dunque ESISTEVA qualcosa là dentro: ogni essere vivente per quanto minima ha una mente di qualche genere per il solo fatto di avere attività elettrica cerebrale...e la avevo trovata. Ed era in grado di interagire, persino con un saluto incuriosito.

    Ma se la curiosità del bambino era tanta, la mia era anche maggiore dato che, come temevo sin dall'inizio di quell'ispezione psichica e ancor prima da quando avevo visto i segni di una nutrizione artificiale prolungata, il ragazzino era praticamente una lavagna vuota. Forse le stesse "parole" con cui mi aveva risposto e il concetto stesso di "porre una domanda" li aveva acquisiti in quel momento per la prima volta sentendoli da me. Posi qualche altra domanda senza ottenere risposte concrete ma solo echi delle mie interrogazioni. Il concetto di sè, la concezione di un luogo, la concezione del tempo...tutti concetti alieni per quella mente così pulita, che forse non aveva mai avuto esperienze di alcun tipo. Comprendo...non ti svegli semplicemente perchè non hai idea di come si faccia, o anche solo del fatto che sia possibile. Mi trovai a domandarmi se non fosse una persona concepita in vitro e cresciuta artificialmente...questo avrebbe potuto spiegare la sua condizione, anche se si trattava di capacità mediche di altissimo livello. Ma allora perchè era là?

    Scacciai quel pensiero: ero stato pagato per svegliarlo e non mi doveva interessare il motivo, a meno che non fosse necessario al risveglio stesso, e al momento non avevo elementi per crederlo. Pur mantenendo il contatto cercavo di focalizzare la mia attenzione su quella comunicazione mentale che si stava instaurando e che sin dall'inizio, pur anomala, mi sembrava fin troppo precisa e consistente nella sua vuotezza. Come se fosse fatta apposta...un canale preferenziale? Che il bambino fosse stato PREDISPOSTO per quel genere di cose? Inutile chiederlo a lui ovviamente, ma mi chiesi se non fosse tutta una trappola per me. Eppure nessuno aveva da guadagnarci nell'uccidermi e a mia conoscenza nessuno ad Ame sapeva che conoscevo l'Interrogazione Mentale, non avendola mai usata in quelle terre.. La mia concentrazione venne interrotta quando la proiezione mentale del ragazzino spalancò gli occhi, di un azzurro intenso e dall'aria familiare, mentre i capelli assumevano un colore più scuro e i suoi discorsi improvvisamente si fecero più articolati, stupendomi mentre quello rideva. Come poteva conoscere il significato della parola "ninja" e quello che rappresentava se non sapeva nemmeno le cose più basilari sulla definizione di sè? Ebbi la distinta sensazione di qualcosa che mancava, come se avessi una parola sulla punta della lingua e non riuscissi a pronunciarla, consapevole che se non l'avessi fatto sarebbe stata persa per sempre...ma non uscì mai dalle mie labbra. [Nota]Rinuncio al Ricordo di aver conosciuto Ryuu Mizukiyo in "Caccia fuori Stagione", una missione in cui Yato era guardia del corpo di un grande cacciatore come missione ninja

    Rinuncio poi al ricordo dello scontro finale alla Colonna Evanescente, inclusa la Divinità Spezzata e NuwaFuji.


    Interruppi il contatto per la sorpresa, allontanandomi di qualche passo mentre guardavo il ragazzo con occhi nuovi e carichi di sospetto. Mmmh... Qualcosa era cambiato durante l'interrogazione, qualcosa di significativo che aveva permesso in qualche modo al paziente di apprendere, rapidamente e senza effettivo contesto, delle informazioni che lo avevano reso più presente a sè stesso. Ma le aveva solo lette nella mia mente, o quella strana sensazione era legata a un suo effetto deleterio su di me? Sedetti con i gomiti poggiati sulle cosce e i polpastrelli uniti, mentre ragionavo. Ricordo chi sono. In tutti i sensi. La mia origine. Il Bersaglio. Il Sensei. Il Maestro. Ricordo le mie missioni ufficiali più importanti...a Otafuku, dalle fenici, l'Abete, la Colonna... Mormoravo, troppo basso per essere udibile mentre passavo in rassegna chi ero e ciò che ero, sia come Yato Senju che come Fauno di Ame, con calma e disciplina, cercando mettere a bada l'emozione. Ci volle almeno un'ora. Era possibile che il ragazzo avesse letto la mia mente e basta? Ma allora perchè quella vaga idea di qualcosa che mi sfuggiva? Le persone che conosco al di fuori della famiglia...il Bersaglio, Kairi, Shin, Youkai, il Sensei, il Maestro, il Sunese, Kuchihige-san, Youshi... Ripensare al Sensei, alle Fenici e a Kuchihige mi fece riflettere. Cercai di stilare una mia personale scheda mentale, come se tenessi un archivio, con le informazioni che avevo su di lui e su come potevo utilizzarle. Avevo fatto lo stesso per ciascuno dei nomi che mi erano venuti in mente man mano. Kuchihige-san...cacciatore. Immortale. Conosce molte creature ninja. Buoni rapporti, utile per la reputazione ma non per la Missione. Avevo lasciato una buona impressione su di lui, tanto che richiese nuovamente i miei servizi... Mi accigliai. Ma dove? Ogni missione era un gradino per la vera Missione. Impossibile che non lo ricordi! Eravamo nella foresta...l'Abominio e poi...e poi? Nulla di nulla.

    La possibilità che avessi dimenticato era assolutamente risibile, anche se presente. Ma dovevo essere cauto: il ragazzino era diventato più intelligente attingendo da me. Questo spiegava gli occhi e la somiglianza. Svegliarlo potrebbe significare non esistere più io stesso. Non posso correre questo rischio La Missione era troppo importante, ma ero in una situazione dalla quale non sarei scappato tanto facilmente...girai per almeno un'altra ora valutando possibili piani di fuga, o metodi per convincere il tizio della Nuvola a offrirsi come spuntino per quella mente che aveva solo bisogno di imparare come svegliarsi, ma niente. Il problema principale era non sapere esattamente cosa stesse succedendo, come difendermi e come sfruttare la cosa per salvare me stesso. L'unico modo è comunicare di nuovo con lui. Conclusi, per quanto la cosa non fosse allettante. L'interrogazione però mi permette solo di porre delle domande, non di trasmettere volontariamente informazioni. Non so come o perchè sia andato a pescare quelle che voleva, e nemmeno so se ha preso solo quella che ho identificato...come posso guidare la sua acquisizione in un modo che non mi danneggi? Lasciai che altro tempo scorresse (sempre verificando saltuariamente i parametri del paziente, ovviamente) mentre cercavo una strategia. Forse segue l'inconscio, magari quell'ambiente mi ha in qualche modo guidato a ricordare o focalizzare inconsciamente delle situazioni che lui ha poi acquisito. Ma come faccio a fornirgli le informazioni che IO voglio. Ebbi l'illuminazione, o almeno qualcosa che ci somigliava, vedendo uno degli scaffali nella stanza, quello con i tomi di medicina, sempre pronti per la consultazione come in ogni clinica.

    Uno era un trattato di anatomia, lo stesso da cui avevo studiato tempo addietro. Per caso o per fortuna, la parte riguardante l'apparato locomotore era molto semplice e presentava dei disegni molto chiari, con accenni di fisiologia su come si muovessero i muscoli e le ossa ad essi attaccate. Il ragazzino non sa nemmeno di essere un ragazzino, ma ha pescato il concetto di ninja da me. Magari se riesco a focalizzare la mia mente, conscia e inconscia, su come è fatto il corpo umano e su come funziona, tenendo anche a mente il ragazzo stesso, potrebbe realizzare che LUI è un corpo e che in quanto tale può muoversi e agire. Mi accigliai. Sarà rischioso, dovrei rileggere attentamente il libro e mandarlo a memoria il più possibile e questo costerà tempo...se non funziona potrei provare a somministrare una neurotossina che causi un dolore intenso per qualche minuto, anche a mente dissociata dovrebbe percepirlo...a quel punto mi collegherò alla sua mente e con una domanda lo guiderò verso il comprendere la sua stessa natura attraverso il dolore. Alla nascita la sorpresa e il dolore ci definiscono. Quindi adrenalina e neurotossina, dolorosa ma non letale. Dovevo obbligare quel ragazzo a nascere. Una volta sveglio sarebbe stato capace di sentire, e a quel punto si trattava solo di insegnargli.

    Non ero un esperto di veleni ma avevo diverse sostanze a disposizione e le istruzioni per sfruttarle per quel che mi serviva, anche se certo non avrei potuto mai applicare quelle conoscenze in combattimento. Decisi di combinare i due approcci. Calcolai rapidamente le dosi e i tempi per le sostanze, quindi spesi un'altra ora per memorizzare le tavole anatomiche (che già conoscevo, ma volevo averle chiare e precise in mente nel loro complesso, senza stare a indicare ogni singolo fascio muscolare) e le spiegazioni più elementari sul funzionamento dei nervi e dei muscoli. Una volta capace di ripeterle a memoria (almeno quella non mi mancava) mi sarei nuovamente approciato al mio paziente. Feci un respiro profondo, iniettai la sostanza che avrebbe agito in circa dieci secondi, quindi mi collegai con lui un secondo prima che iniziassero i sintomi.

    Con in mente la sua immagine disteso nel letto e le tavole appena memorizzate che continuavo a ripassare e ripetere, posi la mia domanda, cercando di guidarlo verso quella specifica informazione, forse aiutato dal dolore (posto che lo percepisse, magari anche attenuato). Ciao. Dissi. La mia domanda è: "Sei consapevole di essere fatto così? Di poter percepire qualcosa come questo dolore? Di poter aprire gli occhi con un atto di volontà e percepire un mondo molto più grande di questo vuoto? Le domande erano tutte molto focalizzate al concetto di sè, del nascere, dell'essere capace di uscire da quel mondo semplicemente volendolo. Nulla funzionava male nel corpo, quindi la mente doveva prendere le redini. Forse mi sarebbe costato qualcosa quel contatto, ma speravo fosse il pensiero ossessivo del ragazzo, delle tavole anatomiche con le spiegazioni e l'immagine di lui che si alzava, sveglio. Non potevo trasmetterle direttamente, ma magari tenendole in bella mostra lo avrei invogliato a prenderle.
     
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    « ... »

    Il mercenario originario di Kumo si ammutolì quando Yato arrivò a ribattere alle sue spiegazioni suggerendo l'ipotesi di un "premio di produzione". Il ninja sembrò flettere i muscoli del braccio, e Yato lo vide sollevare lentamente le braccia verso l'addome. Passarono dieci lunghi secondi. Dopodiché l'uomo scoppiò in una grassa risata che risuonò nell'ambulatorio vuoto.

    « Gahahah! Hai fegato, Fauno! E non perdi di vista ciò che davvero conta ovunque e soprattutto da queste parti: il denaro! » Si teneva gli addominali con entrambe le braccia, scosso da profonde risate come se non avesse sentito un ardore simile da parte di un nuovo venuto da tempo. « Un buon affare lascia tutte le parti soddisfatte, questo è il mio Nindo. Fa' bene il tuo lavoro e sarai ricompensato come concordato. Fa' straordinariamente bene il tuo lavoro e potresti cavarne qualcosa di più oltre ai Ryo pattuiti. » Non si disturbò a sottolineare cosa avrebbe ricavato se non avesse fatto bene il proprio lavoro o non l'avesse fatto proprio. Ancora una risata, poi si stappò una bottiglia contenente un liquido biondo chiaro e tornò serio.

    « Ora basta chiacchiere. »

    [...]

    « Oh, ciao. » Il bambino sorrise felicemente quando Yato tornò nel suo subconscio. Quando la proiezione mentale del ninja della Foglia riapparve in quell'ambiente potè subito notare un forte contrasto con il piano bianco e nero su cui era stato proiettato un paio d'ore prima. C'era dell'erba fresca a terra, con ancora qualche goccia di rugiada mattutina a bagnarne i fili. Tutto attorno erano presenti diversi alberi che sembravano lì da decenni, forti, rigogliosi e con solide radici nel terreno. Anche la voce del bimbo era diversa da prima. Era una differenza quasi impercettibile... ma la sua voce sembrava suonare un po' come quella di Yato ora: la voce vera, non quella alterata del Fauno.

    « Mi sentivo solo dopo che te ne sei andato, ma se sei tornato vuol dire che siamo amici? » Rise, di quella risata argentina e pura di cui solo i bambini sono capaci. Il suo interlocutore era inoltre visibilmente più "nitido": anche la sua immagine mentale aveva riguadagnato colore. I capelli erano nerissimi e gli occhi di un azzurro color oceano. Guardandoli, Yato potè scorgere lì dentro qualcosa che prima non c'era: un vigore insospettabileRicordo di aver conosciuto Ryuu Mizukiyo in "Caccia fuori Stagione" --> attribuisce 2 Punti Ricordo.

    Ricordo dello scontro finale alla Colonna Evanescente, inclusa la Divinità Spezzata e NuwaFuji --> attribuisce ben 15 Punti Ricordo.

    Una Mano Tesa
    Speciale: L'utilizzatore è in grado di accumulare ricordi ogni volta che si interfaccia con la mente di un altro essere umano. Ogni round di contatto gli permette di sottrarre un particolare ricordo all'altra persona. Il ricordo è selezionato casualmente, ma le circostanze del contatto possono indirizzare la scelta a discrezione del QM. Per ogni round consecutivo di contatto, l'importanza del ricordo sottratto sale. Ogni ricordo sottratto attribuisce all'utilizzatore un numero variabile di Punti Ricordo a seconda dell'intensità del ricordo per il proprietario, a discrezione del QM. I ricordi sottratti non sono accessibili o recuperabili in alcun modo, se non secondo le regole di questa competenza. I Punti Ricordo non hanno durata massima. Non c'è limite al numero di Punti Ricordo accumulabili.
    [Da genin in su]
    .

    « Owie. », si lamentò il bimbo, guardando tra le fronde degli alberi attorno a loro e strofinandosi gli occhi. « Mi sento strano. » Le sue sopracciglia si avvicinarono tra loro, ed il labbro inferiore divenne un po' sporgente. Un pianto era in arrivo. In qualche modo il bimbo riusciva a sentire il dolore causato dall'iniezione fattagli dal ninja della Foglia, per quanto attutito dalla sua situazione.

    Il Fauno però non fece una piega: la sua figura proiettava una sensazione di freddo dall'effetto anestitico in quel mondo così mutevole. Il raziocinio degli adulti e la spigolosità della logica di cui Yato era così impregnato non erano adatti a quel luogo, ma in qualche modo il ninja ci aveva visto giusto: la chiave per comunicare con una mente in bianco e nero erano i colori ed egli aveva investito parte del suo tempo a imprimere nella propria mente - e quindi nell'avatar di sè in quel mondo - intricati di disegni di ossa, apparati e fasce muscolari, portandoli alla vita con la propria immaginazione. Il bimbo se ne accorse proprio quando una lacrimuccia iniziava ad essere visibile sulle sue guance. « I-io, io... io sono così? », chiese, confuso.

    Poi Yato parlò, e le sue tre domande catturarono completamente l'attenzione del bimbo.

    Le pupille dei suoi occhioni blu si allargarono, come in cerca di captare qualcosa che potesse sfuggireLe tre domande poste contano come un altro round di contatto. Come tale, indica un altro ricordo selezionato a tua scelta (magari che c'entri vagamente con la situazione, per quanto possibile). Dato che però hai interrotto il contatto, questo conta come nuovo primo round e pertanto l'importanza del ricordo può essere base.

    Se questo PNG sopravvive alla quest potrei pensare ad una scala di valori con esempi per aiutare nella scelta :zxc.

    Una Mano Tesa
    Speciale: L'utilizzatore è in grado di accumulare ricordi ogni volta che si interfaccia con la mente di un altro essere umano. Ogni round di contatto gli permette di sottrarre un particolare ricordo all'altra persona. Il ricordo è selezionato casualmente, ma le circostanze del contatto possono indirizzare la scelta a discrezione del QM. Per ogni round consecutivo di contatto, l'importanza del ricordo sottratto sale. Ogni ricordo sottratto attribuisce all'utilizzatore un numero variabile di Punti Ricordo a seconda dell'intensità del ricordo per il proprietario, a discrezione del QM. I ricordi sottratti non sono accessibili o recuperabili in alcun modo, se non secondo le regole di questa competenza. I Punti Ricordo non hanno durata massima. Non c'è limite al numero di Punti Ricordo accumulabili.
    [Da genin in su]
    da un momento all'altro.

    « Ahhh! », esclamò, colpendosi un palmo aperto con una manina. « Ho capito cosa intendi! Vuoi che mi "svegli". Così questa sensazione passerà, giusto? » Gli sorrise, allegro e felice. « Okay! Siamo amici, mi fido di te, ihihih. » Anche con il limite della tecnica, che permetteva solo di porre domande, Yato era riuscito a trasmettere il messaggio in codice al subconscio del suo paziente. Il bimbo gli corse incontro a braccia aperte, e quando i due corpi entrarono in contatto ci fu un esplosione di luce.

    [...]

    Quando Yato riaprì gli occhi a valle dell'interruzione della tecnica dell'interrogazione mentale, trovò quelli del bimbo sotto di lui a fissarlo. Ce l'aveva fatta: il paziente si era svegliato. « Ihih, avevi ragione. Ora va meglio, grazie. » Si strofinò gli occhi. Poi si guardò attorno, contemplando l'enorme stanza immacolata dove si trovavano. « Mi sono "svegliato" ora? Non sembra tanto diverso da prima. » Di nuovo gli sorrise, allegro e felice. « L'importante è che ci sei anche tu! » Difficile non prendere in qualche modo a cuore una creatura tanto pura e innocente, anche per un ninja indurito come Yato.

    « Che mi venga un colpo. » La voce dell'enorme mercenario era venata di soddisfatta ilarità. « L'hai svegliato davvero. Non ci avrei scommesso un Ryo bucato, senza offesa. Abbiamo provato di tutto! Come ci sei riuscito? » Lo sguardo di Sanzo cadde su Yato denso di avidità. A prescindere dalla risposta, l'uomo proseguì. « Devi solo fare in modo che stia in piedi ora. Diciamo che non è probabile che si ricordi l'ultima volta che ha camminato, gahahaha. »

    La prova non era affatto terminata.

    Nel frattempo il bimbo, curioso come una scimmia, era rotolato ai bordi del lettino e sarebbe caduto di faccia a terra se Yato non avese fatto qualcosa in frettaAcchiappare il bimbo in caduta richiede Riflessi Rossa.. Se il Foglioso fosse riuscito a salvare in qualche modo il bimbo, questi si sarebbe candidamente rivolto a lui indicando con un dito il mercenario dalla pelle scura. « Chi è quel signore? É anche lui un amico? »

    Mentre Yato era alle prese con quella piccola adorabile peste, Sanzo bisbigliava delle parole in una radiotrasmittente estratta da una delle tasche del suo giubbotto militare, che solo orecchie ben allenatePercezione 12, Udito Perfetto o Investigatore. avrebbero potuto recepire. « Attivazione confermata. Riabilitazione motoria in corso. Confermo anticipazione partenza. » Una volta terminato, l'uomo si accese un'altra sigaretta e sfoderò un sorriso tutto denti nei confronti del Foglioso. « Congratulazioni, Fauno! La tua efficienza ci permette di anticipare il piano. Hai sei ore per iniziare un trattamento che permetta al ragazzo di stare in piedi e muoversi normalmente. Potrai continuarlo in una carrozza medica. Dopodiché avrete entrambi otto ore per riposarvi. Il viaggio durerà altrettanto, quindi gestisci bene ciò che devi fare. » L'uomo si alzò e fece per dirigersi alla porta d'uscita. Prima di chiuderli dentro rivolse un ultimo inquietante sorriso a Yato. « Le aspettative sui tuoi risultati sono alte ora. Meglio non deluderle proprio ora. »

    A Yato trovare un modo per uscirne!

    [...]

    La mattina dopo, Sanzo Meirei entrò nella stanza con lo stesso abito militare ed una sigaretta accesa in bocca, ma dai suoi movimenti era evidente che non fosse più annoiato, bensì carico di eccitazione. Era un uomo d'azione, e la prospettiva di una sortita al di fuori delle mura di Ame lo riempiva di adrenalina. « Alzatevi e risplendete! », esordì, di nuovo con un sorriso a trentadue denti. « Partiremo tra poco. Giusto il tempo di raccogliere una cosa o due e ci siamo. Il Visigoto tiene molto a questa missione, sapete. Meglio essere preparati a tutto. » Nel frattempo trafficava con un armadio in fondo alla stanza, impedendo a Yato di vedere cosa stesse facendo a causa della sua stazza.

    « Ah, lei è Nakano. Nakano Takeko, un capolavoro per gli occhi e letale sul campo di battaglia. »

    Voltandosi, Yato avrebbe potuto scorgere un'attraente ragazza attorno ai venticinque anni, con lunghi capelli castani, una carnagione scura come quella di Sanzo e splendidi occhi azzurri. Complici gli abiti non proprio coprenti che indossava, era evidente che avesse un fisico tonico e scattante. Probabilmente era una guerriera.

    Computer Hope

    « Mentre lui è il Fauno. », disse lei, osservando Yato con espressione neutra. « Notevole che sia riuscito a svegliare il ragazzo, specie in così poco tempo. Un altro ottimo investimento da parte del Principe, suppongo. »

    Sanzo rise ancora senza particolare motivo. Era evidente che fosse elato alla prospettiva della missione.

    « Già. Ora andiamo. Non perdere di vista il ragazzo, Fauno. Tienilo tranquillo e in buona salute, e ricorda: viaggeremo per circa otto ore. » Dopodiché gesticolò verso Nakano ed aprì una porta con un'altra delle chiavi che aveva, facendo cenno a Yato di seguirlo. Avrebbero impiegato circa dieci minuti ad uscire dalle fogne, seguendo un altro percorso parimenti tortuoso e complicato. In tutto questo, il bimbo avrebbe docilmente seguito il ninja della Foglia, guardandosi attorno con enorme curiosità ad ogni cambio di scenario.

    Quando sbucarono fuori dalle fogne, l'aria fresca di Ame li solleticò in faccia, lavando l'olezzo delle tubature. Come al solito pioveva a dirotto, con sommo gaudio del bimbo che tirò le maniche del Fauno indicando le gocce senza dire nulla. Era tutto così nuovo per lui. Davanti a loro c'era una vera e propria carrozza di ampie dimensioni, con tanto di quattro cavalli variopinti. Sembrava più un enorme rettangolo in metallo rinforzato da trainarsi, a dire il vero. Davanti ad esso si trovava un ragazzo molto giovane, dai capelli biondo paglierino e occhi azzuro chiaro. Indossava un impermabile giallo ed aveva un'espressione sicura.

    Kiyoshi-Mitarai

    « ... »

    « Ben fatto, Kiyoshi. Fauno, ti presento Kiyoshi Mitarai. Ci porterà a destinazione. »

    « E sarò un Fante al mio ritorno. Farai meglio a mantenere la promessa, bestione. »

    « Gahahah, sei proprio una faccia di bronzo. Ma so cosa ti è stato promesso: preoccupati di fare la tua parte per la positiva riuscita della missione e avrai il diritto di portare i colori dei Quadri. Ora basta chiacchiere. Nakano, sai cosa fare. Fauno, sali e tieniti stretto il ragazzo. Io vi seguirò a distanza. »

    I tre mercenari di Ame annuirono all'unisono. Sanzo iniziò a correre ad alta velocità verso le mura di Ame, mentre Kiyoshi salì sul cocchio. Nakano attese che il ninja della Foglia entrasse nella carrozza rinforzata e poi chiuse dietro di loro le porte dotate di minuscole finestrelle con sbarre di metallo, chiudendo a chiave dietro di loro. Guardandosi attorno, Yato avrebbe potuto notare la presenza di diversi attrezzi medici da campo, oltre a soluzioni e droghe di vario tipo, acqua e rifornimenti per almeno una settimana. Era un ambiente pensato per viaggiare in territori pericolosi e, eventualmente, barricarsi all'interno in attesa di aiuti.

    Poco dopo la chiusura delle porte, la carrozza iniziò a muoversi e le otto ore iniziarono a decorrere.

    [...]

    666-satan-267401

    « Ottimo. Andiamo, la consegna è stata anticipata. »

    « Uh... u-un attimo. »

    « HO DETTO ANDIAMO! Anche Akaishi è stata informata e non mi farò battere sul tempo perché non riesci a reggerti in piedi. »

    OFF GAME

    Descrivi come provi a metter in piedi il tuo paziente, sia prima nel laboratorio sia poi nella carrozza. Non ha atrofia muscolare di alcun tipo, ma non sembra ricordarsi come usare il proprio corpo. Punti bonus per utilizzi ingegnosi di conoscenze ninja (anche non mediche).

    Puoi ovviamente fare tutto quello che ti pare per quanto riguarda il contesto della missione, quindi preparati come meglio credi :guru:

     
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    Bokushin no Bokuen


    The Unborn Child
    . . : 4 : . .

    Lo sentii ancora una volta che quel contatto mi era costato qualcosaRinuncio al ricordo di aver riconsegnato Juana alla Zanna (la persona che Yato ha curato) e l'attacco subito da Ame in quell'occasione nella giocata [URL="https://narutolegend.forumfree.it/?t=75157849"]I Fili del Destino e della Vendetta[URL], in pratica la parte finale della giocata, non quella in cui curo Juana, ma avrei avuto il tempo di meditare e cercare di scoprirlo in seguito: al momento quello che mi premeva di più era trasmettere quello che volevo al ragazzo. E lui parve comprendere. Annuii, anche se solo mentalmente, quando disse che si sarebbe fidato e che avrebbe cercato di svegliarsi, abbandonando quel luogo che si era intanto dipinto di colori e contenuti presi dalla mia mente, anche se in assenza del mio controllo. Quel ragazzo era terribilmente pericoloso, dovevo ammetterlo.

    Tornati alla realtà battei le palpebre qualche istante mentre lui mi fissava, e sorrisi della mia vittoria anche se il mio viso aveva l'aspetto del Fauno e dunque poteva essere in qualche modo inquietante. A ben pensarci però il ragazzo era una lastra semivuota, quindi non aveva idea di cosa potesse fare paura e cosa no, le sue emozioni erano troppo rudimentali. Andava istruito, e per prima cosa avrei dovuto avviare un processo di fisioterapia per insegnargli a usare le braccia e le gambe, prima che capitombolasse a terra (come per qualunque paziente risvegliatosi da un coma, in effetti, anche se stabile). L'intermediario Sanzo accorse non appena la voce del ragazzino si levò per aria. Bene, riesci a parlare. Dissi. Questo renderà più semplice ogni cosa. Aggiunsi, ancora freddo prima di realizzare che non era l'atteggiamento giusto. Scossi il capo e cercai di mostrare un sorriso più accomodante. Perdonami, sono stato insensibile. Benvenuto al mondo, ragazzo. O bentornato, ma non credo sia importante saperlo al momento.

    Il mercenario pareva incredulo di ciò che aveva davanti agli occhi, ma nei suoi confronti mantenni la freddezza. Mi avete assunto. Io faccio ciò per cui vengo pagato. Salvo poi piegare le labbra, con un accenno sarcastico. Naturalmente sono disposto a spiegarti come ho fatto, ovviamente dietro compenso. Confido che la tua curiosità sarà saziata per un giusto prezzo. Dubitavo che sarebbe arrivato a pagarmi per saperlo, ma certamente non avrei dato nulla gratuitamente a quei mandanti che già due volte mi avevano colto in fallo e messo alla prova. Quindi chiesi. Il ragazzino ha un nome? Potrebbe rendere più semplice la riabilitazione saperlo. Dissi mentre allungavo un braccio estendendo del legno che afferrò e sostenne il piccoletto, impedendogli di cadere dal letto e rimettendolo a posto. Avevo una discreta esperienza con gli anziani dell'ospedale della Foglia in quei gesti, e mi aspettavo che cercasse di alzarsi da solo, quindi fu quasi un effetto automatico [Nota]Mokuton Concentrazione Blu+2 tacche (1 base, 1 da TS).

    Mi voltai verso di lui. Hai capito di avere un corpo e che può essere mosso, ma c'è ancora molta strada da fare, ragazzo. Sempre con un vago sorriso che dissimulava calore ed empatia mi avvicinai. Ora sei sveglio, e ti insegnerò come muovere le gambe e le braccia per camminare come me. Il signore non è un amico, ma è la persona che mi ha portato qui per guarirti. Io sono Bokushin, il Fauno. Puoi chiamarmi così. Ora resta fermo. Toccherò i tuoi piedi con una penna per vedere se riesci a sentire tutto correttamente, poi userò un martelletto per vedere se anche da sveglio i tuoi riflessi sono a posto. Non farà male, vedilo come un gioco. Che sarebbe una cosa divertente. Assicurandomi che il ragazzo fosse tranquillo cominciai a visitarlo, ma alle mie orecchie non sfuggì la conversazione che Sanzo stava avendo con qualcuno del suo gruppo. Quando mi disse che avremmo continuato la riabilitazione in movimento annuii, mi aveva già accennato la cosa, ma certamente avrei chiesto un'extra per tutto quel disturbo. E mentre Sanzo usciva, con il suo ammonimento, mi trovai a rispondere a tono. Quello che spero è che non sia delusa la mia prospettiva di guadagno, altrimenti tutto questo non avrebbe senso.

    Rimasto solo con il ragazzo, se non avessi avuto un nome proprio mi sarei limitato a chiamarlo Byōnin (persona malata), prima di iniziare il procedimento di riabilitazione. Byonin, a questo mondo esiste un concetto chiamato guadagno. Quando si fa qualcosa, in genere si ottiene qualcosa in cambio. Non sempre ciò che si fornisce e ciò che si ottiene sono equivalenti, a volte una delle due parti ottiene di più, ma questa regola vale per ogni cosa. Io avrò un guadagno dall'aiutarti, e me lo darà quell'uomo. Tu avrai un guadagno imparando a muoverti, e io migliorerò le mie capacità mediche nel farlo. Ora voglio che guardi attentamente le dita del tuo piede. Dissi, indicando la parte. Voglio che ti concentri per muoverle. Prova.

    Avrei atteso, incoraggiato e aiutato il ragazzo, raccontando qualche aneddoto di tanto in tanto per distrarlo o riposare, mentre man mano gli facevo muovere, un pò alla volta, tutti i gruppi muscolari principali mentre inclinavo la testiera del lettino per cominciare a fargli provare le varazioni di gravità e vedere se generavo capogiri o meno. Essendo il ragazzo sano, non mi aspettavo troppe difficoltà e i muscoli non erano certo deperiti, segno che era rimasto poco in quello stato, o che lo avevano preservato adeguatamente. Abbiamo poco tempo per recuperare, ma presto potrai correre in giro e giocare come tutti gli altri. Capisci il significato di queste parole? Chiesi, incoraggiandolo al contempo: la sua voglia di migliorare era uno degli elementi fondamentali del processo di recupero, anche se ovviamente riabilitarlo in pochi giorni del tutto era impensabile, avremmo dovuto organizzare qualcosa di diverso.

    Presi qualche stimolante per restare sveglio tutta la notte senza risentire della stanchezza. Farlo una volta ogni tanto non creava problemi di sorta e mi permise di lavorare con Byonin per un pò, dopotutto lui non era stanco. Se si fosse voluto riposare avrei approfittato per dormire un pò anche io. Dopo avergli fatto prendere confidenza con i movimenti a letto lo avrei messo seduto con le gambe di fuori, vedendo quanto era in grado di sorreggere il tronco, lasciandolo così almeno per un'ora mentre conversavamo. Inutile chiedergli qualcosa, sapevo per esperienza che era una lavagna bianca, ma almeno potevo raccontare di cosa fosse il mare o di quella volta che avevo liberato dei bambini rapiti dai pirati (nemmeno troppo tempo prima, in effetti). Ma dimmi. Avrei detto tra una chiacchiera e l'altra. Quando abbiamo comunicato ho avuto la netta impressione che tu abbia preso qualcosa da me. Ne eri consapevole? Ricordi mica di cosa si trattava, o come hai fatto?

    Alla fine passammo, forse presto per i manuali di fisiatria, ma fin troppo tardi per i miei gusti, a provare a camminare. Invece di stampelle o girelli optai per un metodo più rapido e che forse avrebbe dato più risultati: il Mokuton stesso. Usando il legno per afferrargli le gambe e le braccia e sorreggerlo, standogli vicino, gli avrei permesso di muoversi con un peso quasi nullo, per prendere mano coi movimenti e pian piano aumentare il carico. Mi sarebbe costato molto chakra ma i tonici abbondavano. Ecco, ora ti terrò con il legno, e piano piano proveremo a camminare come ti ho spiegato. A poco a poco sarà più difficile, ma imparerai presto.

    Venne il mattino, e con esso Sanzo e quelli che verosimilmente sarebbero stati i membri della spedizione. Byonin, possiamo riposare un poco. Ora faremo un viaggio, come ti ho spiegato i Viaggi servono ad andare da un posto, come questa stanza, a un posto diverso. Non so esattamente dove andremo, sarà una sorpresa, ossia qualcosa di inaspettato. Mi congedai lasciandolo a letto con un ninnolo di legno sferico con alcuni incavi che avevo fatto per distrarlo e per fargli esecitare i movimenti di presa con la mano (ma questo secondo fine gli era ovviamente ignoto) mentre mi avvicinavo ai nuovi arrivati. Sanzo assieme a una donna, alla quale feci appena un cenno del capo. Al momento il mio lavoro non è ancora finito. Dato che proseguiremo su una postazione mobile, preferirei sapere adesso se ci sono altre cose che il ragazzo deve saper fare prima dell'arrivo, così da prepararmi per tempo e non dover improvvisare tutto all'ultimo. Parlai con tono neutro, ma evidentemente c'era una vaghissima nota di rimprovero: se avessi saputo subito quale era l'incarico mi sarei preparato meglio e forse avrei ottenuto maggiori risultati con minor sforzo e tempo. Una semplice questione di ottimizzazione, sia chiaro. Puntualizzai, giusto per non venire frainteso.

    Seguii il gruppo con Byonin al seguito, rispondendo alle sue domande se necessario e spiegandogli che un Viaggio includeva anche il passare in ambienti che potevano sembrare ostili. L'arrivo all'aperto fu accompagnato da un notevole entusiasmo da parte del ragazzo, che ormai mi si avvicinava quasi fossi un mentore o una figura genitoriale. Assecondai la sua impressione, nonostante il viso deforme, con sorrisi e partecipazione. Spiegandogli anche cosa fosse la pioggia se voleva. Per quanto ne sapevo quel ragazzo sarebbe stato sacrificato a qualche esperimento infame o forse usato come arma viste le sue capacità quindi mi ero imposto di non provare alcun attaccamento, considerandolo come un animale. Non era facile, ma anche con Juana in qualche modo mi ero tenuto distante e feci del mio meglio. Nella testa ero preparato a mettere a tacere ogni emozione: dopotutto per quanto ne sapevo Byonin era un morto che camminava e una fonte di denaro. Nulla di più.

    La Carrozza pareva più un container di quelli degli sfollati e dei poveri della periferia di Ame, ma su ruote. Non mi presentai al conducente, limitandomi a salutarlo con un cenno del capo. Vorrei verificare se l'attrezzatura all'interno è adeguata. Dissi, entrando per primo e verificando che quella gabbia semovente poteva essere anche una fortezza, ma non per questo era rassicurante. Se sono in ballo delle promozioni nella gerarchia della Pioggia, credo che avrò più peso nel discutere un premio di produzione. In ogni caso ora sali qui, Byonin. Dobbiamo continuare gli esercizi. Avevo del cibo che avrei condiviso con lui, preso dalla clinica precedente. Il ragazzo era la mia priorità, tutto stava a cominciare il viaggio, al momento. Vorrei solo prendere una piccola precauzione. Dissi ai presenti, componendo, dopo averli informati, una serie di rapidi sigilli con cui alterare in maniera illusoria le pareti del carro stesso, mostrandosi semplicemente come sè stesse, ma senza contenuto se visto da fuori attraverso le finestrelle eccetto una (dovevamo pur vedere fuori noialtri, no?) [Tecnica]. Oltre a celarci, le pareti resteranno alterate anche se attaccassero con bombe o Jutsu, dando l'impressione di invulnerabilità e forse garantendoci secondi preziosi. Avrei detto mentre facevo camminare il ragazzo con peso dimezzato per la stanza. Dopotutto una simile preparazione implica pericolo, no? Ne terrò conto al momento del saldo.
     
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    « Gahahah! E con questa sono due volte di fila che provi a estorcermi denaro extra. Sicuramente hai la giusta disposizione per entrare a far parte dell'Organizzazione, Fauno. Ma attento: non provarci mai con il Visigoto. » Sanzo sembrava genuinamente divertito dal tentativo del ninja medico di farsi pagare per spiegare come era riuscito a risvegliare il bimbo, ma a parte quell'esternazione non disse altro. Quando però Yato chiese se il paziente avesse un nome, la sua espressione si fece neutra. « Jushiro. », rispose semplicemente, prima di allontanarsi.

    Nel frattempo Jushiro continuava ad osservare il Fauno con quegli occhioni curiosi. « Ahaha, Bokushin! Bokushin! » Il bimbo sembrava gradire il suono di quel nome e, a giudicare da come continuò a ripeterlo per qualche tempo, doveva pure trovarlo divertente. « Okay, giochiamo! »

    Nelle ore che seguirono, Jushiro si dimostrò un paziente collaborativo e mai restio nel seguire le istruzioni del Fauno. Ebbe qualche difficoltà a recuperare la sensazione dei muscoli, ma stante il loro stato sano alla fine riuscì a muoversi. Non ebbe invece problemi di sorta con le variazioni di gravità cui lo espose il ninja medico, che sapientemente continuava a parlare al giovane paziente e a prendersi cura della sua mente oltre che del suo corpo. « Sì, chiaro! Grazie Bokushin, mi sento meglio. Yaaaawn. » L'unico problema che incontrò Yato nel far collaborare Jushiro fu il sonno che presto ne attanagliò la giovane mente, forse sovraccaricata da tutte quelle sensazioni dopo il risveglio.

    « Mmmmh. », disse il bimbo, pensoso, alla domanda del Fauno. « Ti ho preso qualcosa? » Sbattè le palpebre, confuso. Non sembrava essere conscio dei suoi poteri, nè di aver sottratto ricordi a Yato. La trovata vincente fu utilizzare l'arte del legno per la fisioterapia di Jushiro, che a quella vista miracolosa si destò dal torpore in cui stava cadendo e divenne ancora più collaborativo. Riuscì a fare qualche passo mentre veniva sorretto dalle stecche, prima di cadere a terra addormentato come un pupo.

    [...]

    « Basta che sappia essere un bambino normale. »

    Nakano guardava Jushiro con occhi profondi mentre questi giocherellava con il ninnolo di legno.

    « Hah! Ben detto. », gracchiò Sanzo mentre rovistava tra le casse in cerca di questo o quell'equipaggiamento.

    [...]

    « Controlla pure. » Nakano sembrava poco interessata alle precauzioni che il Fauno intendeva adottare, limitandosi invece a qualche occhiata di sottecchi a Jushiro, che in quel momento osservava il cielo piovente a bocca aperta. « Uh, bel trucco. », commentò Kiyoshi quando vide l'illusione del Fauno prendere forma e modificare l'aspetto esteriore della carrozza rinforzata. Nakano fece spallucce. « Mi preoccupa di più chi ci aspetta rispetto a possibili agguati. » Sanzo non disse nulla, ma prima di scattare via osservò il Fauno per qualche secondo da dietro i suoi occhiali scuri, digrignando i denti in un sorriso belligerante.

    Alfine la carrozza si mise in viaggio, e presto abbandonò il perimetro di Ame.

    [...]

    Tre ore passarono e la pioggia non li abbandonò un secondo. Kiyoshi era alla guida della carrozza, mentre Nakano era in piedi sul tetto. Mentre continuava a curare Jushiro, Yato avrebbe potuto sentire il suono regolare dei suoi passi risuonare a ritmo circolare sul tetto di metallo insieme all'acqua battente. « Bokushin, dove andiamo? Rimarremo insieme, vero? » Jushiro sembrava un po' abbattuto dopo tutto quel tempo in un box di metallo e guardava il Fauno con occhioni di un bimbo ignaro della situazione.

    [...]

    Allo scadere della quarta ora di viaggio, quando stavano attraversando una radura erbosa tra degli alberi, finalmente accadde qualcosa. Quattro esplosioni contemporanee, non preannunciate nemmeno da un filo d'aria o dal suono di un arma, risuonarono agli angoli del rettangolo di metallo rinforzato, che sobbalzò violentemente e si schiantò a terra dopo una caduta di circa mezzo metro. Senza protezioneData l'assoluta assenza di preavviso, conta come AdO. Per reagire servono Riflessi Blu+8 tacche. Jushiro avrebbe potuto farsi seriamente male, ma anche il Fauno avrebbe rischiato di ferirsi con tutti quegli oggetti medici taglienti che volavano per aria ovunque [NotaConsideralo come un attacco a distanza:

    - una siringa ti schizza verso l'occhio destro (VEL Blu+3, POT 5)
    - un bisturi ti schizza verso l'orecchio sinistro (VEL Blu+5, POT 15)
    - un'ampolla con del liquido urticante a contatto con la pelle ti si rovescia addosso da una delle ante sopra la tua testa (VEL Blu, attacco ad area con raggio di mezzo metro, POT 10 con DnT Leggero)
    ]
    .

    « Tutto bene là dentro?! » La voce di Nakano sembrava tesa. « Anche io sono vivo, grazie di averlo chiesto. », risuonò la voce amara di Mitarai. « Ma hanno azzoppato uno dei quattro cavalli. » In lontananza di udì una quinta esplosione, molto più forte e fragorosa. « Quello è il bazooka di Sanzo. Chiunque siano, sono riusciti a oltrepassare il suo campo minato semovente. State in guard-WATAH! » Il grido marziale di Nakano fu accompagnato da un sonoro "doonnng" e dal rumore di un chakram che cadeva sul tetto, roteando a contatto con il metallo della carrozza mentre perdeva energia cinetica.

    « Kekeke, te la cavi bella, ma quello non era che il mio biglietto da visita. » L'avvento di quella voce petulante fu accompagnato dal rumore di due piedi leggeri atterrare sul tetto. « Piuttosto, ti consiglierei di sollevare di meno le gamba quando calci. Alla Foglia siamo i migliori utilizzatori di taijusu e io ne sono un fulgido esempio, fidati di me. E tu, biondino, le zampe dell'equino sono l'ultimo dei tuoi problemi, sai? » « Nakano, spacca per favore i denti a questo saccente figlio di putt- »

    BOOOOOOOOOOOOM.

    Una nuova esplosione squarciò l'aria nella direzione di Mitarai, deformando l'acciaio della carrozza da quel lato e generando una sbarra di metallo che senza interventi esterni avrebbe potuto perforarePOT 40, VEL Blu+3 tacche. lo stomaco di Jushiro da parte a parte! « Bokushin, ho paura! », urlò il bimbo, i cui occhi iniziarono a riempirsi di goccioloni.

    Fu in quel momento qualcosa tagliò l'acciaio di una delle pareti laterali come se fosse burro, generando un'apertura a forma di "x" dalla quale un attimo dopo un'ombra penetrò nell'abitacolo.

    « Ochiyo, qui Hasami. Il ragazzo è vivo. »

    Scorpio-prof-pic

    Era un uomo alto circa un metro e novanta e di bella presenza, con la carnagione bruciata dal sole e lunghi capelli tirati indietro in trecce da guerriero. La sua chioma era a metà rossa ed a metà bianca e, a giudicare dalla sua barba e sopracciglia nere, in entrambi i casi si trattava di una pittura da guerra, che faceva il paio con i simboli bellici dipinti in bianco sotto i suoi occhi.

    « É sorvegliato da un guardiano. »

    L'uomo aveva una voce forte e chiara e sembrava non aver dubbi in sè stesso.

    « Procedo all'estrazione. »

    Yato avrebbe avuto meno di un istante prima che l'uomo scattasse in avanti aprendo la bocca in un sorriso fiero e mascolino, che subito si trasformò in una fulminea emissione di un liquido verdastro che minacciò di investire Bokushin da testa a piedi! [Proiettile AcidoSlot Gratuito Istantaneo (VEL: Blu).
    I Slot Tecnica (Impronta Oscurità).

    Proiettile Acido
    Villaggio: Derivata
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    L'utilizzatore può emettere un getto acido dalla bocca o dal proprio pungiglione. La potenza sarà pari a 10 e la gittata massima è 3 metri ogni livello della tecnica speciale. Toccare questo getto acido causa l'attivazione a Contatto del veleno. Richiede 1 dose di veleno.Tipo: Taijutsu - Ninpou
    Sottoipo: Mossa
    (Consumo: Mediobasso)
    [Richiede Soshi dello Scorpione II]
    [Da genin in su]

    Impronta di Chakra Oscurità [2]
    Talento: L'utilizzatore ottiene l'impronta Oscrutà. È possibile avere massimo 3 impronte di Chakra. L'impronta aumenta di +10 la potenza delle tecniche avanzate di tipo Kageton o tecniche derivate non elementali o +10 l'efficacia dei Genjutsu Non è possibile sfruttare le altre abilità "Talento" in combinazione.[Da chunin in su]
    ][POT:20I Slot Azione.
    POT: 20 [10 (Base) + 10 (Impronta Oscurità)].
    VEL: Blu.

    Il contatto con il veleno causa Tossicità (DnT Medio).
    ]
    . Nell'istante in cui tentava di difendersi, però, l'uomo avrebbe tentato di colpirlo con un terribile uppercut destro al mento per metterlo a nanna [POT:40POT: 40 [10 (Base) + 30 (Scorpione del Deserto)].
    FOR: Blu +5 tacche (Base)
    VEL: Blu +5 tacche [Blu (Base) + 3 tacche (Impasto) + 2 tacche (Velocità di Corpo dello Scorpione)].

    Scorpione del Deserto [Potenziamento]
    rBVaSFsQ9ZSAbydUAAB165ELQ6M994
    Un tirapugni forgiato dal clan Soshi di Suna per permettere ai propri guerrieri di nascondere sino all'ultimo le proprie potenzialità in corpo a corpo e rimanere letali. Si tratta di un'arma particolarmente adatta per attacchi contundenti: può Semiparalizzare la zona colpita. Può essere utilizzata per trasmettere Veleno Soshi a contatto.Tipo: Potenziamento
    (Potenza: +30 | Durezza: 3 | Crediti: 100)
    [Da Chunin in su]

    Il ferimento da parte dell'equipaggiamento causa Tossicità (DnT Medio)
    ]
    . Di fatto però quell'attacco non serviva che a distrarre il guardiano di Jushiro, giacché dalla mano sinistra dell'uomo fuoriuscì un'enorme chela di chitina color ocra, che tentò di cingere l'intero bacino del Fauno in una morsa letale [Morsa FulmineaII Slot Tecnica (TA Rapida).
    Se ha successo, presa con Forza Blu +5 naturale (II Azione).

    Morsa Fulminea
    Villaggio: Derivata
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    L'utilizzatore può effettuare una presa istantanea sfruttando le chele: l'utilizzatore ottiene un vantaggio di 3 tacche in Velocità e Forza per effettuare una presa. Non è possibile attivarla per mantenere una presa.Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    Sottoipo: Mossa
    (Consumo: Medio)
    [Richiede Soshi dello Scorpione III]
    [Da genin in su]

    Tecnica Rapida [2]
    Talento: L'utilizzatore può eseguire una tecnica avanzata extra nel round, potendo effettuare nello stesso round due tecniche avanzate; può essere utilizzata 1 volta ogni 2 round. Non è possibile sfruttare altre abilità "Talento" in combinazione. [Da chunin in su]
    ][POT:30POT: 20 [10 (Base) + 20 (Corpo dello Scorpione)].
    FOR: Blu +8 tacche [(Base) + 3 tacche (Morsa Fulminea)]
    VEL: Blu +8 tacche [Blu (Base) + 3 tacche (Impasto) + 3 tacche (Morsa Fulminea) + 2 tacche (Velocità di Corpo dello Scorpione)].
    ]
    .

    « Non ce l'ho con te, piccoletto. Ma il ragazzo starà meglio con noi, lo sai anche tu se c'è del buono nel tuo cuore. », risuonò nel frattempo la voce del'uomo, calda e gioviale nonostante l'irruente offensiva, mentre - parlando - soffiavaIII Slot Azione. Se respirato il gas (che respiri a meno di difese ad hoc sensate), ti becchi 1 unità di veleno. Se anche gli altri due attacchi avvelenati sono andati a segno, subisci un malus di 3 tacche all'Intuito.

    Veleno dello Scorpione: L'utilizzatore può produrre veleno da Contatto da tutto il corpo; 1 dose ricopre 1 zona dell'utilizzatore. L'utilizzatore ogni round può somministrare, con le chele, 1 dose di veleno a Ferimento ogni danno effettuato; può somministrare, con il pungiglione della coda, 1 dose di veleno a Iniezione; può somministrare, emettendo dalla bocca, fino a 1 dose di veleno a inalazione. Le diverse trasmissioni di veleno sono cumulabili tra loro. Richiede un consumo ¼ Basso ogni dose prodotta e 1 slot azione/tecnica. Se attiva la tecnica speciale, l'utilizzatore non subirà malus dallo status avvelenamento e le dosi di veleno verranno rimosse dall'organismo; ogni dose rimossa non permette di produrre 1 dose di veleno nel round in cui rimossa
    una sottile sostanza gassosa verdastra verso la direzione di Yato. « Se me lo lasci senza opporti non ti reciderò arti e ti lascerò persino andare per la tua strada. »

    Al di sopra di loro, sul tetto di metallo, si udì un lamento accompagnato dal ticchettio di un paio minuscoli oggetti cadere a terra.

    « Ahio! M-maledetta nukenin, mi hai davvero fatto saltare due denti! »

    « Non sei così bravo come credi dopotutto. Ora preparati ad un'altra razione. »

    « Tsk... te la cavi con quei calci, ma ora capirai perché il mio clan è così temuto. »

    Una breve pausa.

    « Uh? Occhi ross-UAAAAAAAA!!! »

    [...]

    [Poco lontano]




    « Illusioni e un'evocazione tripla, eh? Era da tempo che non incontravo qualcuno di così in gamba. »

    « Ho più di quarant'anni di esperienza sul campo di battaglia, giovanotto. Ci vorrà qualcosa di più delle tue armi per impedirmi di compiere la mia missione. »

    « Concordo, vecchia. Fortuna che io abbia proprio ciò che fa al caso mio, eh? »

    « Hisae, sii un tesoro e continua a supportare Kokei e Hasami mentre mi occupo di questo giovanotto tanto vigoroso. »

    « Ricevuto, Ochiyo. Fa' attenzione, ha un chakra notevole. »

    [...]

    [???]



    Li sentoOcchio Psiconico: L'utilizzatore può percepire manifestazioni di chakra, movimenti ed accumuli dello stesso. Richiede un round di concentrazione. Spendendo 4 round è possibile percepire ad una distanza decuplicata (x10). L'utilizzatore non può riconoscere il possessore del chakra, la quantità, le impronte ed eventuali alterazioni dello stesso., maestra! Ma non sono soli!

    « Brava ragazza, dovrò ringraziare Kuilei per avermi fatto dono di te. Peccato che nemmeno lui sia riuscito a toglierti quel vistoso segno dalla fronte. »

    Brand_Flagello
    Ihihih, eppure non è un brutto ricordo. Flagello-sama mi ha mostrato come portare il vero Caos in terra. Ora possiamo correre a tagliare qualche gola?

    « Certo Yume, che domande! Muoviamoci, ci vorrà un po' da qui e non voglio che lui mi anticipi. »

    Ihihihihihih!

    [...]

    [???]



    « Allora, Utako? E dire che quel bastardo mi aveva detto che ti saresti ripresa subito da più o meno qualsiasi cosa. »

    « Sì, ma non da quello che mi piace, ragazzaccio. Comunque ce li ho, forte e chiaroOcchio Psiconico: L'utilizzatore può percepire manifestazioni di chakra, movimenti ed accumuli dello stesso. Richiede un round di concentrazione. Spendendo 4 round è possibile percepire ad una distanza decuplicata (x10). L'utilizzatore non può riconoscere il possessore del chakra, la quantità, le impronte ed eventuali alterazioni dello stesso.. Ma sembra che siano sotto attacco. »

    « Oh? Eccellente, fai strada. Sono giorni che bramo dipingere. »

    OFF GAME

    Inizia a contare i tuoi slot solo dopo che la sbarra rischia di trafiggere Jushiro, prima sei libero di agire senza vincoli.

    P.S. Jushiro guadagna altri 2 Punti Ricordo dal ricordo sottratto, arrivando ad un totale di 19.

     
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    Bokushin no Bokuen


    Midnight Mayhem
    . . : 5 : . .

    Jushiro. Ripetei, annuendo [Nota]Immagina pure che ogni Byonin dello scorso post sia un Jushiro, ovviamente XD, mentre davo inizio alla rapida ma efficace riabilitazione, certo più merito del ragazzino che delle mie capacità effettive: era rapido ad apprendere, ma non era cosciente della terribile capacità prosciugante della sua mente. Non ebbi modo di approfondire, dovendo continuare le cure, e quando ci trovammo davanti a Nakano per la partenza annuii. Posso farlo passare per un bambino normale. Ma non è un bambino normale. Dissi atono, in parte per rammentare (anche a me stesso) che si trattava solo di un lavoro. Per quanto ne sapevo avrebbero venduto Jushiro come giocattolo sessuale a qualche vecchio pervertito che si sarebbe poi trovato con la mente del tutto drenata da ogni conoscenza o coscienza, come una sorta di bomba. E per quanto un briciolo della mia coscienza fosse contrario, nulla poteva contro i vantaggi che una missione compiuta avrebbe dato verso la Missione. E la Missione era la priorità.

    Mentre verificavo il carro e scambiavo qualche parola con Jushiro riguardo la pioggia e i suoi effetti sulle piante e sul mondo (anche per fornirgli argomenti di conversazione futuri) gli altri nukenin erano indaffarati con i preparativi e a confabulare tra loro. Il viaggio sarebbe stato certo pericoloso, ma mai quanto la persona a cui dovevamo consegnare Jushiro? Forse la mia ipotesi del vecchio bavoso perdeva di significato...che Jushiro fosse un'arma? Magari da usare contro un Daimyo? Scacciai il pensiero dalla testa: ero Bokushin, ed ero solo uno strumento della Missione. Tutto il resto era irrilevante.

    Il viaggio era tetro, ma Jushiro riusciva in qualche modo a tenermi occupato, anche se alcune sue domande erano decisamente poco opportune. Non conosco nemmeno io la destinazione, ma so che è il posto dove dobbiamo andare. Al mondo esistono obblighi e missioni. Arrivare a destinazione è la nostra missione. Spiegai. E resteremo assieme per tutto il tempo necessario. Dissi con tono rassicurante, mentre continuavamo la fisioterapia, ma fu in quel momento che giunse l'attacco! Jushiro gridava e io stesso venni colto alla sprovvista mentre tutto e tutti venivano sollevati in quel caotico capitombolo. AAAAAHH!!! Ero all'erta, ma non mi aspettavo qualcosa del genere: se non altro Jushiro aveva ancora addosso l'esoscheletro in legno con cui stavamo facendo fisioterapia. Mentre tutto volava e una siringa mi si piantava nella spalla ebbi la prontezza di spirito di piantare un piede sulla seggiola da cui ero appena stato sollevato per lanciarmi in volo verso Jushiro per afferrarlo mentre il chakra guidava una crescita rapida del legno sia da me che dall'esoscheletro che ci collegava [Tecnica 1, Azione 1, 2 e 3]Statistiche: Scatto verso Jushiro con Riflessi Blu +9 tacche.

    OverCAP +4 CAP (va da Blu+7 a Blu+11), Semiparalisi 2 round.
    Impasto MedioAlto +8 Rif
    Base +1 Rif
    MokutonIntorno a me e Jushiro genero 9 Unità di Legno, 4 Unità che lo avvolgono (Potenza 30 - Riflessi Blu +2 tacche) e 5 che si estendono in varie direzioni per fermare il movimento caotico. Idem intorno a Yato (Potenza 30 - Riflessi Blu +2 tacche)

    Sfrutto la giocata come parte del passaggio a Chunin, in questo momento Yato abbandona la sua già menomata resistenza per potenziare la sua Concentrazione in risposta al pericolo, e arriva a impastare MedioBasso senza danni, subendoli solo dalle 4 tacche extra del MedioAlto.
    .

    ATTENTO! Sentivo le gambe bruciare e crepitare per lo sforzo e per l'ustione da chakra, ma non avevo avuto altra scelta che non spendere tutte quelle energie: Jushiro doveva arrivare vivo o avrei rischiato la vita, oltre a fallire la missione e perdere il mio denaro. Avevo inteso che non c'era da scherzare col Visigoto. O forse in minima misura avevo agito per proteggere un innocente. Non saprei. In ogni caso l'esoscheletro crebbe diventando una sorta di bozzolo che avvolse completamente Jushiro, forse abbastanza per fargli da scudo anche se certo avrebbe avuto delle ammaccature. Con la stessa rapidità il legno emerse dalla pelle creando un bozzolo analogo, ma estendendosi poi in varie direzioni per ammortizzare il movimento, di fatto puntellandomi contro le pareti e forse bloccando anche Jushiro in una sorta di gabbia arborea di fortuna. Non era stata un'impresa senza danni: tralasciando i possibili danni al ragazzo, io avevo una siringa piantata nella spalla, che fortunatamente non mi aveva preso all'occhio per via del rapido scatto. Poi mentre facevo emergere il legno dalla pelle un'altra siringa per poco non mi si piantava nell'orecchio, ma era stata intercettata dallo strato iniziale causando solo un danno minimo e senza assordarmi. Poi credo che qualcosa si fosse riversato su entrambi noi, ma la copertura di legno era già emersa e stabile, e anche il movimento brusco era stato bloccato. Tirando le somme: ero uno straccio [Nota]Ferita Leggera+1/2 Leggera alla spalla. Ferita Leggera al volto (parata in parte dal legno), Vitalità ridotta di 2 Leggere per sovraimpasto. Semiparalisi dal prossimo round...che sarebbe lo scontro di fra poco XD..

    Tutto bene Jushiro? Dissi mentre il movimento si arrestava, facendo ritirare il legno per verificare le mie condizioni e quelle del mio protetto. Dall'esterno sembrava che anche gli altri nukenin fossero salvi, ma per quanto? E se fosse giunto un secondo attacco del genere? Siamo vivi! Chi è stato? C'è una via di fuga? Replicai alla domanda, ma non c'era tempo per star calmi, dato che dopo pochi scambi con un qualche sconosciuto, una parete letteralmente esplose verso l'interno diventando una rozza lancia che mirava al ragazzo! Che potessero vedere attraverso il metallo? Ero indebolito ma non stupido e un colpo del genere, anche se improvviso, era ampiamente nelle mie possibilità: scattai in avanti mentre la Wakizashi saettava dal fodero, impattando contro quell'arnese e facendolo deviare quanto bastava per lasciare illeso il ragazzo [Difesa 1]Statistiche:Riflessi Blu +4 tacche (1 base, 3 impasto), Forza Blu +1 tacca.

    Impasto MedioBasso+3 Rif, +1 For
    . Dietro di me, Jushiro. Dissi a denti stretti, respirando pesantemente...dubitavo che sarebbe stato uno scontro semplice mentre le pareti si aprivano come burro. Tch...la Manipolazione del metallo? Mormorai...che fosse la stessa arte che avevo visto usare a Kenzo Tenma e a Munisai di Oto? Perdipiù in mano a una persona con un pessimo senso estetico. Commentai, come a volerne saggiare il carattere, mentre il mio aspetto deformato dal legno tradiva molto poco della mia vera identità. Feci un respiro profondo: avevo scarsa mobilità ma strinsi la mano sull'elsa della mia spada, in cauta attesa.

    Quello partì alla carica senza perdere troppo tempo, soffiando contro di me una qualche sostanza tutt'altro che raccomandabile mentre accorciava le distanza. Schivare avrebbe esposto Jushiro a quel colpo e intercettarlo con la spada avrebbe aperto la mia guardia. Disgraziatamente per il nemico io non ero una persona qualunque, ma come ogni Senju ero una foresta vivente: del legno emerse dalla mia spalla sollevandosi quanto bastava per intercettare il getto acido senza che questo mi colpisse o schizzasse in modo significativo, mentre il ramo da me generato appassiva poi rapidamente senza che la mia guardia fosse stata in minima misura compromessa [Difesa 2]Statistiche:2 Unità, Potenza 20, Riflessi Blu +2 tacche

    Mokuton+1 Rif, +1 Con

    Prendo nota per la patch che questa TA non ha specificate le dimensioni dello sputo...dio quanta roba da rivedere e sanare >_>
    . Come immaginavo l'attacco non era altro che un tentativo di avvicinarsi e colpirmi al volto con un pugno ascendente dall'aria estremamente pericolosa che mirava alla mia testa. Non avevo altra scelta che scartare all'indietro inarcando un pò la schiena (fortuna che non avevo Jushiro troppo attaccato) per vedere quel pugno armato scivolarmi davanti [Difesa 3]Statistiche:Riflessi Blu +5 tacche.

    Impasto MedioBasso+4 Rif
    . Non potei nulla però contro l'abominevole trasformazione dell'altra mano, che resasi una chela attaccò con velocità tale che a meno di distruggermi definitivamente con il chakra avrei potuto fare ben poco! Riuscii a impastare del chakra nei muscoli del bacino mentre il legno emergeva dal mio corpo formando una sorta di giubbotto in grado di attutire notevolemente il danno [Tecnica 1]Statistiche:Resistenza Blu - Difesa 45. Gli Equip non bloccano le tacche extra da Taijutsu, ma le equiparo con la resistenza, quindi subisco solo una Lieve.

    Impasto Basso+3 Res
    Creazione Mokuton Uso 3 Unità E Modello 3 Unità, Creo Cotta di Maglia Inferiore - Difesa 45
    .

    AAAGH! Finii catturato, ma la copertura lignea appena generata impedì alla stretta del nemico di causare danni ulteriori [Nota]Difesa 45. Forza VS Resistenza sono 40 danni, nessun danno visto che la presa non coinvolge alcuna chiave articolare e la Durezza del legno è 3. ma non per questo ero in buone condizioni. Dubito starà meglio con chi cerca di bombardarlo o trapassargli l'addome. Jushiro, stai attento! Replicai ai goffi tentativi di parlamentare del nemico che aveva in quell'istante spalancato la bocca soffiandomi contro, a quella breve distanza, un gas certo insalubre. Quell'azione gli sarebbe costata cara: la sua mano sinistra divenuta chela mi fermava e la destra era libera, ma io sfruttai quell'istante di bocca aperta per allungare rapidamente la mia mano sinistra, che non impugnava nulla, per una combinazione che poteva essere fatale! Uno spuntone ligneo partì dalla mia fronte cercando di conficcarsi nella sua bocca e danneggiargli quindi il cervello o il capo in modo definitivo, approfittando della brevissima distanza [S&M - Difesa 4 e Azione 2]Statistiche: Spuntone ligneo, 3 Unità, Potenza 30, Velocità Blu+1 tacca.

    Converto Slot Azione 1 in Slot Difesa 4
    Io il veleno lo subisco anche...ma non hai scritto che effetto ha...dici che prendo -3 a Intuito se ho subito gli altri due, cosa che non ho fatto :dunno:
    . Andasse come andasse, avendo le mani libere, avrei poi immediatamente proseguito: potevo generare qualunque genere di arma dal mio corpo in ogni momento, come fossi un fodero vivente, e questo significava che nulla mi impediva di usare uno dei più elementari jutsu del mondo ninja per estrarre con maggior forza e velocità un'arma, di fatto permettendomi, in quelle cortissime distanze, di estrarre una lancia di legno assai appuntita impugnandola e cercando di piantarla nella gola, praticamente facendola apparire quasi per magia nella mia mano [Tecnica 2 e 3]Statistiche: Velocità Blu +4 tacche, Forza Blu +3 tacche - Potenza 30

    Creazione Mokuton Uso 1 Unità e Modello 3 Unità - Lancia Chiang lunga 1,5m
    Base +1 Vel
    !

    Quale che fosse il risultato, mentre era forse distratto da quell'attacco, la mano armata di Wakizashi avrebbe cercato di conficcarla nella piega del gomito della mano-chela, inevitabilmente esposta mentre mi reggeva. Poteva essere un abominio, ma aveva comunque una base umanoide e se avessi danneggiato i legamenti del gomito la mano avrebbe perso ogni forza [Azione 3]Statistiche: Forza Blu+2 tacche, Velocità Blu +3 tacche

    Impasto MedioBasso +2 For, +2 Vel
    lasciandomi andare!

    Certo, se lo avessi sconfitto sarebbe stato un bene, ma sembrava fossimo circondati...avrei avuto la forza di fuggire, e di portare Jushiro con me?

    Chakra: 29/75
    Vitalità: 10/14.5
    En. Vitale: 27.5/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 500
    Velocità:  525
    Resistenza: 425
    Riflessi: 525
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 525
    Agilità: 500
    Intuito: 500
    Precisione: 500
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Kit di Meccanismi per Trappole × 1
    • Kit di Primo Soccorso × 1
    • Katana × 1
    • Bokken × 1
    • Giubbotto Rinforzato × 1
    • Parabraccia in Ferro × 1
    • Gambali in Ferro × 1
    • Tonico di Recupero Medio × 2
    • Uchiha Shuriken × 2
    • Accendino × 1
    • Corda di Canapa [10m] × 1
    • Maschera del Cinghiale × 1

    Note
    Non so bene quantificare quanto chakra ho a inizio scontro, ma tra riabilitazione e tutto ho considerato di avere 20 Bassi di meno a inizio scontro. Dimmi poi tu se va cambiato o meno.
    Ho speso una marea di chakra a stò giro, dannato il tuo Blu+8 tacche due volte di fila :sinve:


    Edited by Febh - 7/6/2020, 21:40
     
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    « Woooow! Sono queste le piante di cui mi parlavi, Bokushin? » Grazie alla prodigiosa reazione del Fauno, Jushiro si era salvato dagli effetti potenzialmente deleteri dell'esplosione, il cui autore non aveva forse preso in considerazione l'eventualità di un carro pieno di oggetti pericolosi... o forse non gli importava. Ad ogni modo, la curiosità del bimbo per quell'improvvisa apparizione tutta attorno cancellò in un attimo la paura che lo aveva attanagliato, ed egli fece un gran sorriso al suo benefattore. « Ehehe! Bello! Che altre piante conosci? »

    Chiese, ma il Fauno non aveva tempo per badare a rispondergli: gli ingranaggi del suo cervello roteavano furiosamente per cercare di comprendere cosa fosse accaduto, ma il bruciore alle gambe non rendeva facile concentrarsi. Nessuno rispose alla sua domanda circa una via di fuga, principalmente perché Mitarai sembrava essere saltato in aria e Nakano era presa in combattimento. Del pari, nessuno rispose al suo commento circa la manipolazione del metallo, giacché - ma questo Yato non poteva saperlo - si era trattato dell'ennesima esplosione dal risvolto sfortunato, che tuttavia il ninja della Foglia riuscì di nuovo ad arginare con un'estrazione fulminea della propria wakizashi, mentre il ninja dall'aspetto solenne penetrava nell'abitacolo.

    L'uomo scattò subito all'attacco con un sorriso sicuro in viso, ma il proiettile di liquido vedrastro che sputò dalla bocca trovò un bersaglio differente da quello pianficato, schiantandosi invece su una protuberanza lignea manipolata dal Fauno in sua difesa. Le cellule legnose soffiarono e si annerirono all'istante, corrose da quel potente acido, ma quella mossa permise al ninja della Foglia di mantenere la propria guardia. « Wow. », commentò Hasami, ammirato, mentre proseguiva nella sua offensiva. Il Senju schivò per un soffio il temibile pugno dell'aggressore, che però riuscì nel suo disegno e con il suo arto a tenaglia intrappolò il manipolatore del legno in un morsa stritolanteIl danno minimo è comunque una Lieve ; ).

    « Oh? Non sento la consueta sensazione della pelle che si lacera. Ti sei protetto di nuovo con il legno, eh? » L'uomo era gioviale nei suoi commenti, come se stesse bevendo una bibita insieme ad un vecchio amico e facendo conversazione casuale. Sorrise alla provocazione dell'altro circa l'ambiente tutto attorno, non cadendo nella trappola di farsi distrarre. Invece lo osservò respirare il gas che aveva esalato qualche istante prima, ma un movimento subitaneo attivò subito i suoi istinti da esperto di corpo a corpo.

    « Non credo proprio. »

    Lo spuntone ligneo che nacque dalla fronte del Fauno, e che altrimenti si sarebbe conficcato nella bocca di Hasami, si infranse invece sulla mostruosa coda di un pungiglione grande e lungo quanto diverse gambe umane, che era apparso in qualche modo dalla schiena del guerriero e gli aveva protetto il volto [Pungiglione SoshiI Slot Difesa.

    Corpo dello Scorpione: L'utilizzatore può estrarre a piacimento due chele e una coda con pungiglione, normalmente all'interno del corpo. La coda ha dimensioni pari a 4 Unità, le chele rivestono le mani ed hanno dimensioni pari ad 1 Unità. L'utilizzatore può incrementare la potenza di un attcco fisico delle chele o della coda: ogni consumo ¼ Basso incrementa di 5 la potenza dell'attacco fisico per 1 slot.

    POT: 30 [20 (Corpo dello Scorpione) + 10 (Resistenza+2 da Difesa dello Scorpione)].
    RIFL: Blu +4 tacche [(Base) + 4 tacche (Impasto)].
    ]
    .

    Scorpio-scan

    « Nessuno colpisce in volto un Soshi. »

    Rivelò, con occhi ricolmi del fuoco sacro della guerra e voce ricolma di onore per il proprio clan, mentre sopra di loro Nakano continuava a gridare e si udiva il canticchiare allegro di una voce. « Kekekeke... balla, balla per me, stupida nukenin! » Eppure il Fauno non aveva ancora finito. Il piccolo guerriero della Foglia sfruttò al meglio le proprie doti di velocità e inventiva, combinando mokuton e kenjutsu per eseguire una mossa dell'arte dello Iai che colse impreparato anche un chunin veterano come Hasami Soshi: Yato poté sentire il colpo andare pienamente a segno sulla gola del nemico - che tuttavia non cadde, né sanguinò. « Ah, mi correggo. »

    Lo canzonò l'uomo, torreggiando su di lui mentre lo stritolava.

    « Nessuno colpisce un Soshi in generale. »

    E, infatti, il suo intero corpo si era improvvisamente ricoperto di una durissima corazza naturale, che aveva parato con facilità il colpo del Fauno [Armatura di ChitinaArmatura di Chitina
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    L'utilizzatore può creare un'armatura completa di chitina, a contatto con il proprio corpo. L'armatura ha potenza difensiva pari a 30 e durezza 3. Si disattiva dopo 1 round.Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    Sottotipo: Rivestimento
    (Consumo: Medioalto)
    [Richiede Soshi dello Scorpione I]
    [Da genin in su]
    ]
    . Per lo stesso motivo, anche il secondo attacco - pur ben pensato - con la wakizashi andò a vuoto, respinto da quell'armatura che, pur limitando i movimenti dell'utilizzatore, lo proteggevaBotta Lieve, cui si somma una Botta Lieve al collo risultante dalla precedente difesa. di fatto da gran parte degli attacchi fisici cui poteva essere esposto mentre manteneva una presa. Già, perché Hasami non avrebbe certo smesso di stringere [Presa3 Slot Azione. Forza Blu+6 naturale.]. Di certo era una brutta situazione per il Fauno, che avrebbe a quel punto avvertito una fitta lancinante scuotergli l'intero organismo, a partire dai polmoni.

    « Inizi a sentirne gli effetti, eh? »

    Il veleno dei Soshi era dentro di luiDa regolamento, la somministrazione del Veleno dei Soshi causa Tossicità (DnT Medio). Dato che hai inalato una dose nel turno precedente, considera come se il tuo prossimo post fosse il secondo turno di danno.. Mentre il Foglioso lottava con l'agonia e forse cercava un modo per efficiente per contrastare le tossine, poté udire una quarta voce risuonare alla sua destra, al livello del terreno.

    « LASCIALA STARE, PEZZO DI MERDA! »

    La voce era greve, evidentemente di una persona ferita, ma densa d'ira. Si udì un fischio, un suono sorpreso e infine un urlo da parte del ninja che stava fronteggiando Nakano fino a quel momento. « Uh... Mitar- » « E tu, faccia di cazzo, SCOMPARI DALLA MIA CARROZZA! », proseguì l'uomo come una furia, e un istante dopo un secondo proiettile, rapidissimo e non più grande di una goccia d'acqua, bucò l'acciaio come se fosse fatto di cartapesta. Il concentrato di acqua e energia si infranse sull'armatura del Soshi nella zona corrispondente al centro dei pettorali - o si sarebbe dovuta infrangere, ma con un secco "TOC" la spezzò di netto e si piantò nel corpo del guerriero di Suna, trapassandolo da parte a parte [Doppia Pistola d'AcquaPOT 50 [30 (Base) + 10 (Impronta Acqua) + 10 (Ninjutsu Inarrestabili)]
    FOR:Blu+6 (Naturale)

    Doppia Pistola d'Acqua - Ni Mizudeppou no Jutsu
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    L'utilizzatore può emettere dalle dita di entrambe le mani, dopo aver imitato con queste la forma di una pistola, due potenti proiettile d'acqua che perforano qualsiasi difesa con valore di almeno pari o inferiore la capacità di penetrazione. La potenza di ogni proiettile è pari a 30, la Velocità e pari alla Forza dell'utilizzatore ed ha gittata massima pari 21 metri.Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    Sottotipo: Emissione
    (Consumo: Altissimo)
    [Capacità di Penetrazione: 1 ogni livello di tecnica speciale]
    [Richiede Corpo Liquido III]
    [Da chunin in su]
    ]
    !

    Un'espressione di puro sconcerto e incredulità di dipinse all'istante sul volto del Soshi, che istintivamente lasciò andare la presa e portò entrambe le mani, compresa la destra tornata umana, al torace, cercando di coprire il sangue che sgorgava a fiotti dal buco largo qualche centimetro che ora lo attraversava da parte a parte [Grave + Sanguinamento (DnT Medio)]. Il suo sgomento non durò molto, giacché una enorme mano - grande almeno quanto il torso di un essere umano - penetrò dal buco nella parete e lo cinse del tutto senza lasciargli scampo, sollevandolo di peso e trascinandolo poi fuori come fosse stato un fuscello - ma nel farlo, inavvertitamente cozzò contro la parete della carrozza, squarciandola e catapultando il Fauno e Jushiro in mezzo al fango, a circa dieci metri dalla stessaSe non proteggi Jushiro in qualche modo dall'impatto, cadrà sul fianco e subirà una ferita Grave, con Rottura di gamba e braccio sinistri.!

    Voltandosi, Bokushin avrebbe potuto scorgere il ninja di Suna infilato nel terreno fino a metà del tronco, con le gambe e l'enorme pungiglione che sbucavano quasi verticalmente. A pochi metri da lui, il giovane nukenin di Ame dai capelli biondi si ergeva in uno stato a metà tra il solido e il liquido, con i piedi in una grossa pozzanghera creata dal temporale tutto attorno. Aveva l'impermeabile strappato in più punti e respirava affannosamente, ma a parte un vistoso taglio alla tempia non sembrava ferito in modo grave, anche se era sporco di sangue in tutta la parte sinistra del corpo.

    Ancora oltre, il Fauno potè scorgere Nakano sollevarsi a fatica sulle proprie gambe e, con un'espressione gelida dipinta in volto, incamminarsi verso un corpo riverso a un paio di metri dalla carrozza. Ora che poteva vederlo, si trattava di uno shinobi dai capelli corvini, con una folta barba solo attorno ai lati della bocca, ed un vistoso foro sanguinante sul braccio sinistro, vicino all'attaccatura con la spalla. Si trascinava a terra con un'espressione di dolore in faccia, cercando di allontanarsi dalla nukenin in avvicinamento, e nella foga si voltò attorno e gettò uno sguardo su Jushiro e Yato. Aveva gli occhi rossi tipici del clan Uchiha, ma non era quel dettaglio che avrebbe forse impensierito il Fauno: aveva già visto quell'uomo tempo prima, anche se magari non se lo ricordava. Egli invece aveva un'ottima memoria, e quando vide il chakra di Bokushin ci rimase di sasso.

    « Ehi! Ma tu s- »

    BOOOOOOOOOOOOOOOOOOM.

    Una ulteriore esplosione sconquassò il campo di battaglia, obliterando il lembo di terreno dove si trovava Nakano.

    « No! Nakano! », urlò Mitarai, disperato, ma presto fu circondato da ben tre sfere translucide che brillarono in men che non si dicesse, scomparendo nell'esplosione. In quell'istante, una donna dall'aspetto attraente e dai capelli blu comparve come dal nulla a poco più di un metro da Yato, tra lui e Jushiro. Era alta circa un metro e settanta e a giudicare dagli abiti apparteneva alla squadra assassina della Nebbia. Era di profilo, e la mano sinistra era aperta con il palmo verso Yato, dal basso verso l'alto. I suoi occhi, color verde chiaro, si posarono sul Fauno.

    Image

    « Fermo. Se non hai istinti suicidi, mi lascerai prendere il bambino e rimarrai dove sei. »

    Aveva una voce priva di qualsiasi incertezza. Tuttavia non si mosse, nè verso Yato nè verso Jushiro. Senza abbandonare il Fauno con gli occhi, urlò: « Hasami, Kokei! A rapporto! » A quelle parole le gambe del ninja di Suna si mossero, e l'enorme pungiglione si infilzò a terra. Usandolo come perno, l'uomo fece pressione e si fiondò verso la donna, atterrando a circa sei metri di distanza dandole le spalle, guardingo mentre si scrollava il fango di dosso. Aveva un occhio nero e diversi tagli sul busto, oltre al foro ancora sanguinante in mezzo ai pettorali, ma sembrava un guerriero ben disciplinato che non si sarebbe tirato indietro dalla missione. Fece scioccare la sua chela, mentre anche l'Uchiha si tirava su da terra e - lanciando di sottecchi a Yato uno sguardo dubbioso e calcolatore - con un paio di salti raggiungeva una posizione speculare a quella del ninja di Suna, così da formare un semicerchio di guardiaIn sostanza, a questo punto Yato:

    - ha davanti a meno di due metri la donna della squadra speciale di Kiri.
    - ha davanti a circa quattro metri Jushiro (dietro la donna).
    - ha davanti a circa nove metri, sposato di circa quarantacinque gradi a sinistra, Kokei.
    - ha davanti a circa nove metri, spostato di circa quarantacinque gradi a destra, Hasami.
    - ha la carrozza sfondata a sinistra, a circa dieci metri.
    .

    « Il vostro comandante è potente, ma la nostra caposquadra lo ridurrà in ginocchio presto. Sarà bene che capiate che nessuna associazione di nukenin potrà mai contrastare la forza dell'alleanza accademica. »

    Disse, senza aggiungere l'ovvia conclusione, e rimase ad osservare Yato.

    OFF GAME

    Cosa farò Yato in questa vera e propria battaglia con schiere di attori e fazioni? Sorprendimi!

     
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    Bokushin no Bokuen


    Parley?
    . . : 6 : . .

    I danni cominciavano ad accumularsi in modo sempre più pesante, e anche se la stretta poteva essere in parte contrastata da un generoso impasto di chakra nei muscoli del torso [Difesa 1]Statistiche: Resistenza Blu +1 tacca, Ferita Medioleggera

    Impasto MedioBasso +4 Res
    non avevo alcun modo di liberarmi, specie coi miei attacchi che non erano riusciti a danneggiare il nemico, ricopertosi istantaneamente di una spessa corazza su tutto il corpo, che non lasciava spazio se non nella zona degli occhi per attacchi significativi. Maledizion...coff coff! Tossii sangue, certo danneggiato dal veleno avversario che stava per aria, e in quel preciso momento realizzai che stavo per avere la peggio...forse portando all'estremo le mie capacità avrei potuto al più portare quel nemico con me, ma non avevo scampo. Per una frazione di secondo la faccenda mi diede pace: mi diede la possibilità di contemplare la fine della Missione, che prevedeva la morte dell'Hokage oppure la mia...ma ben presto quella sensazione venne scacciata dalla frustrazione, talmente intensa da rendere vana anche la paura. Non...non accetto che...finisca...così... Mormorai tra i denti sporchi di sangue...potevo forse utilizzare il Mokuton per strangolare il mio stesso avversario e rendere vana la sua forza superiore? Anche con la migliore armatura del mondo non poteva ignorare le chiavi articolari, sebbene quella coda fosse pericolosa. Uno sguardo di sbieco a Jushiro dietro di me...se non altro se fossi morto non avrei dovuto temere le ritorsioni del Visigoto. Ragazzino...allontanati. Gli dissi poco prima di tentare il tutto per tutto. L'inaspettato salvataggio fu decisamente sorprendente, con un jutsu talmente rapido da abbattere persino le difese di quel misterioso uomo del clan Soshi e poi scaraventarlo lontano.

    Realizzai solo una frazione di secondo dopo di essere stato scaraventato per aria, e Jushiro con me, forse per la reazione troppo brusca del nostro salvatore: il cocchiere Mitarai. JUSHIRO! Anche così malconcio non era un problema per me atterrare nel fango, soprattutto grazie alle protezioni sulle braccia e gambe, oltre alla corazza creata poco prima, ma Jushiro era indifeso e ancora poco avvezzo a muoversi, poteva farsi parecchio male! Ancora una volta tesi il braccio mentre il legno andava a preservarlo [Difesa 2]Statistiche: Riflessi Blu +2 tacche, Potenza 30

    Mokuton 5 Unità, sommo concentrazione in difesa, +1 per TS
    avvolgendolo prima dell'impatto. Si sarebbe fatto un pò male, sicuro, ma almeno non si sarebbe rotto nulla. Atterrai in modo da ammortizzare il colpo, ancora col fiato corto mentre sollevavo lo sguardo per fare il punto della situazione. Mi sentivo a pezzi, coi polmoni in fiamme ed esausto, ma DOVEVO continuare, anche se questo implicava prendere Jushiro e scappare in attesa che gli sgherri del Visigoto mi trovassero. Anf..anf... La tosse se non altro si stava attenuando. La situazione non era buona. Uno dei nemici, un Uchiha, mi fissava con un'espressione che non mi trasmetteva nulla di buono...che avesse visto oltre il travestimento del Fauno? Non potevo permettere che qualcuno scoprisse le mie affiliazioni con Ame. Anche il Soshi era ancora in piedi, sebbene in pessime condizioni, ma il vero problema era che noi eravamo in tre, e pure malconci, mentre il caposquadra nemico si era fatto avanti: una donna ancora illesa e certo difficile da abbattere. Respirai affannosamente, cercando di mettere a posto i pezzi, di trovare un modo per cavarmela.

    Vagliai diverse ipotesi: uno scontro diretto, anche se Mitarai si era mostrato potente, era estremamente rischioso. Rivelarmi quale Yato Senju e cercare il supporto dell'Uchiha implicava tagliar fuori per sempre il supporto di Ame, il Sensei, e inimicarmi il Visigoto. Scappare era possibile, ma il Visigoto non avrebbe apprezzato. Se non altro sembrava che quel gruppo di avversari fosse interessato a uccidere noi più che a recuperare Jushiro: avevano attaccato per uccidere, calcolandolo poco e niente, forse non era lui il loro obiettivo? Non potevo essere io quindi...quindi forse sapevano solo di un carico importante dei Quadri ed erano intervenuti per boicottarlo, senza sapere COSA fosse il carico. O nello specifico CHI fosse il carico. Gli occhi saettavano freneticamente tra i presenti, focalizzandosi su Jushiro, lontano oltre il team nemico e quindi difficile da raggiungere. Avevo una minima possibilità di salvare capra e cavoli, e forse avrei anche potuto preservare la mia identità segreta di Bokushin con un minimo sacrificio. Ma sarebbe stato enormemente difficile. Deglutii, portando poi un tonico di recupero alla bocca: il chakra mi sarebbe servito [Azione 1], ma le parole della caposquadra nemica mi rivelarono che Jushiro era effettivamente il loro bersaglio, anche se non sembrava fossero interessati alla sua incolumità. Magari dovevano solo riportarlo indietro vivo, quale che fosse il posto da cui era arrivato.

    Io non sono un suicida. Sono un ninja medico, e il mio unico interesse è la salute di Jushiro. Dissi, facendo un cenno del capo verso il ragazzo, anche se gli occhi erano puntati sull'Uchiha, come a cercare un contatto, insinuare un dubbio. Fargli capire che ero esattamente IO, e che in qualche modo avevo un motivo importante per avere a che fare con il ragazzino e tutta questa faccenda. Mi bastava solo l'accenno di un dubbio, fargli pensare che forse ero un infiltrato tra le fila nemiche. La mia sopravvivenza dipendeva da questo. E nonostante il mio aspetto e le mie frequentazioni...anf...anche se discutibili, io ho fatto tutto il possibile per preservarlo anche quando quel Soshi ha cercato di attaccarci e lo ha quasi ucciso. Dovevo capire fino a che punto era importante Jushiro per loro, dovevo ritardare lo scontro, raccogliere informazioni e dare tempo a Mitarai e Nakano di riposare, se fosse stato necessario. Non sono così pazzo da oppormi all'accademia, ma ho un compito preciso: garantire che Jushiro stia bene. Preservare la salute dei bambini è una mia priorità Nuovamente cercai l'Uchiha con lo sguardo: se aveva sentito parlare di me forse sapeva anche della missione con cui avevo liberato i bambini rapiti nelle acque kiriane. Non ho decisamente scelta. È la mia Missione. Potete anche provare a leggergli la mente se volete conferma. In base alla loro reazione avrei saputo se conoscevano le sue peculiarità o meno. Tempo e informazioni. Erano la valuta più preziosa al mondo, pari solo alla vita stessa. A quel punto avanzai la mia proposta. È stato sbalzato da parte a parte ma cammina solo da poche ore. Devo assicurarmi che stia bene. Ne va anche della mia incolumità. Pregai che l'Uchiha cogliesse il punto, le briciole trasmesse con poche informazioni e sguardi, e fraintendesse esattamente come volevo, che capisse che ero un infiltrato tra le fila nemiche, e che mi aiutasse. Avrei potuto provare a ucciderlo in seguito, ma ora dovevo preservare me e Jushiro.

    SE mi avessero concesso di avvicinarmi al ragazzo lo avrei fatto con lentezza e senza movimenti bruschi, per evitare sorprese, visitandolo rapidamente. Tutto bene, Jushiro? Non è comune che ci siano tanti sballottamenti, cerca di essere forte e non avere paura. Non so cosa vogliano queste persone da te, ma la tua salute è la mia priorità. Il ragazzo aveva un grande potere, ma sarebbe stato in grado di usarlo vedendomi in pericolo? Ogni mia parola mirava alla mia sopravvivenza e al momento essa era intrecciata alla sua. Cosa avete intenzione di fargli? Combatterò anche rischiando la mia vita se necessario a difenderlo. Anche perché se non lo avessi fatto il Visigoto mi avrebbe probabilmente ucciso. In caso di attacco da parte di Mitarai o Nakano avrei immediatamente coperto me e Jushiro con la tecnica dell'Occultamento, dicendogli di starmi vicino mentre ci allontanavamo dalla scena lentamente, mentre con pochi sigilli avrei generato una Percezione Falsata sul fango a terra: le nostre orme sarebbero state normale fango mentre delle false orme, analoghe, comparivano a circa tre metri di distanza, dirette un pò più lontano, e anche la pioggia sarebbe stata dissimulata in modo simile. Se invece il dialogo fosse continuato, avrei mantenuto il più possibile la vicinanza con il mio protetto, in attesa di occasioni o di informazioni.

    SE non avessero acconsentito allora lo scontro sarebbe stato inevitabile. Con un Uchiha presente usare i Genjutsu della Foglia che conoscevo era poco saggio, per non dire sciocco, quindi dovevo in qualche modo abbattere il nemico più malconcio e poi ritirarmi, possibilmente con il ragazzo, mentre Mitarai mi copriva. Se solo fossimo stati più affiatati avremmo potuto elaborare una strategia più completa, ma al momento non avevo alcun modo per fare qualcosa di utile. Capisco...in questo caso non ho altra alternativa che combattere per proteggerlo da voi. A quanto ne so lo state rapendo nel primo giorno in cui apre gli occhi dopo un coma profondo e chissà quali orribili patimenti. Come medico non posso permettervi di farlo. MITARAI! Chiamai come per chiedere aiuto mentre, ancora chino intrecciavo rapidamente una manciata di sigilli e poggiavo una mano a terra [Tecnica 1]Statistiche: 2 Arti con Forza Blu+2 tacche (1 Con, +2 tecnica)

    Azione Rapida
    . Un istante dopo uno spuntone di legno emergeva dal fango proprio davanti al Soshi, mirando alla sua chela con decisione. Anche se potevano aver riconosciuto il Doton che avevo appena eseguito, probabilmente avrebbero pensato che si trattava di una distrazione per deviare l'attenzione dal legno, generato dal mio piede e fatto scorrere lentamente nel fango con tutta la furtività che potevo mettere in atto, con un giro largo per tenerlo lontano dalla donna [Tecnica 2]Statistiche: Mokuton di 1 Unità, Potenza 10, Velocità Blu+2 tacche (1 base, 1 concentrazione), Furtività 3. Contemporaneamente una mano di fango emergeva esattamente accanto a me, frapponendo alla caposquadra nemica appena giunta, partecipando a nascondere il movimento del legno e in generale a distrarre tutti i presenti dal mio VERO obiettivo.

    La mano di fango rimase ferma infatti, e quello spuntone di legno evidentemente non era pericoloso per quell'avversario, anche se ferito, ma tutto mirava a far abbassare la guardia nei confronti della SECONDA mano di fango, generatasi alle spalle del Soshi e che avrebbe cercato di afferrargli la coda in modo da impedirgli di usarla e ostacolare i suoi movimenti [Azione 1]Statistiche: Mano di Fango con Potenza 10, Forza Blu+3 tacche. All'ultimo istante dallo spuntone di legno, anche se parato, schivato o deviato, sarebbe emerso un ramo assai più largo e pericoloso che deviando di poco avrebbe cercato di conficcarsi nel torace del nemico là dove stavano i buchi causati da Mitarai [Tecnica 3]Statistiche: Mokuton di 3 Unità, Potenza 30, Velocità Blu+2 tacche. Ovviamente la mano di fango, stringendo la coda all'improvviso e potenzialmente bloccandola, avrebbe reso assai più complesso schivare e forse distratto quel che bastava per rendere il colpo più efficace, anche perchè se il primo mirava alla chela, il secondo sarebbe emerso all'ultimo, riuscendo forse a bypassarla, viste le dimensioni. Scattai mentre anche la prima mano cercava di mettere a segno una presa sul collo della donna quel che bastava per dare a Mitarai una chance, o almeno speravo [Azione 1]Statistiche: Mano di Fango con Potenza 10, Forza Blu+3 tacche mentre io correvo verso il Soshi (se ancora vivo)[Movimento Gratuito]Statistiche: Velocità Blu+3 tacche

    Impasto ½ Basso +2 Vel
    cercando di raggiungerlo con un rapido colpo di palmo al volto. La mano aperta di un Senju era certamente pericolosa dato che del legno poteva emergere in ogni momento e accecarlo [Azione 2]Statistiche: Velocità Blu +2 tacche

    Impasto ¼ Basso +1 Vel
    , ma in realtà volevo solo ostacolargli la visuale e indurlo ad alzare la sua guardia focalizzandosi sul capo, così che il legno potesse in realtà attaccare partendo dal mio petto e piantarsi, sottile, nella ferita aperta in precedenza da Mitarai e forse accentuata dal mio precedente attacco: ero un ninja medico e sapevo che infilando il legno con una certa angolazione da quel tipo di ferita potevo trapassargli il cuore o i grossi vasi toracici senza che le ossa fossero d'intralcio. Un colpo del genere era fatale, anche con un colpo di bassa potenza [Azione 3]Statistiche: Mokuton di 1 Unità, Potenza 10, Velocità Blu+2 tacche (1 base, 1 concentrazione). JUSHIRO, AVVICINATI A ME! Essendo fallito il dialogo, dovevo solo cercare di sopravvivere e trovare un modo per mettermi in salvo, anche se questo implicava affidarmi a Nukenin di cui non sapevo niente. Ovviamente se il Soshi fosse deceduto mi sarei focalizzato sul raggiungere Jushiro e verificare le sue condizioni.

    Chakra: 29/75
    Vitalità: 7/14.5
    En. Vitale: 25.5/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 500
    Velocità: 525
    Resistenza: 425
    Riflessi: 525
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 525
    Agilità: 500
    Intuito: 500
    Precisione: 500
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Kit di Meccanismi per Trappole × 1
    • Kit di Primo Soccorso × 1
    • Katana × 1
    • Bokken × 1
    • Giubbotto Rinforzato × 1
    • Parabraccia in Ferro × 1
    • Gambali in Ferro × 1
    • Tonico di Recupero Medio × 2
    • Uchiha Shuriken × 2
    • Accendino × 1
    • Corda di Canapa [10m] × 1
    • Maschera del Cinghiale × 1

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    Nonostante lo spiraglio di speranza intraveduto da Yato nella morte, percepita come liberazione dalla Missione, il giovane Foglioso si rifiutò di cedere a quella situazione disperata. Mitarai, l'aspirante Fante di Quadri, gli venne in aiuto - per quanto in modo del tutto brusco - ma di nuovo il Fauno diede prova della propria dedizione alla missione (in quanto funzione del proprio successo rispetto alla Missione) e salvò ancora una volta Jushiro grazie alla tecnica segreta che un tempo era stata il segno distintivo del Primo Hokage. Il bimbo rotolò a terra, confuso e impolverato ma altrimenti illeso. Ma il Fauno non ebbe tempo di fare alcunché, perché il campo di battaglia si riempì di esplosioni e una kunoichi della Nebbia dal carattere ferreo gli si presentò davanti, interrompendo il contatto visivo con Jushiro.

    Nel frattempo la situazione si faceva sempre più disperata: il limite delle forze del Fauno, che non era un guerriero o almeno in quella veste non poteva spacciarsi per tale senza rischiare di far saltare la propria copertura, si stava avvicinando. Gli occhi rossi di Kokei seguirono alla perfezione i movimenti di Yato, leggendone la stanchezza ed al contempo un'attitudine al ragionamento. Gli fu subito evidente che quell'individuo di cui aveva già visto il chakra fosse una persona prona al ragionamento. Ma allora che ci faceva in una situazione come quella, con i nukenin di Ame? Domande senza risposta in quel momento, poiché Hisae pretendeva una risposta. Il Fauno gliela diede. Gli occhi di lei lo osservarono tramite le lenti dell'esperienza quando questi, senza mentire ma tralasciando parte della verità, le comunicò che il suo interesse fosse solo la salute del bimbo. Nel frattempo, l'espressione di Kokei era corrucciata come non mai: nonostante le sue abilità innate, probabilmente era un pessimo giocatore di poker. Tuttavia, almeno per il momento il messaggio silenzioso che Yato gli aveva mandato sembrò funzionate, poiché egli non disse più nulla.

    « Frequentazioni discutibili? » La voce della kunoichi di Kiri era tagliente. « Non sembri un affiliato e non idea di dove tu abbia appreso le arti mediche, ma spero che tu ti renda conto che stai usando le tue abilità per facilitare le turpi macchinazioni dei nukenin di Ame. Hasami sarà anche irruento, ma l'Accademia agisce per il bene. Preservare la vita di un innocente per scopi malvagi non è qualcosa che posso perdonare, soprattutto sul campo di battaglia. » La mano che aveva opposto a Yato si sollevò di un paio di centimetri, e un piccolo globo traslucido sembrò generarsi dal nulla. Sembrava una normalissima bolla di sapone, ma la gestualità della donna lasciava intendere altrimenti.

    « Hisae, forse dovremmo dargli un'opportunità. », intervenne Kokei, rialzandosi e avvicinandosi al ragazzo. « Lo ha protetto dalla caduta dopo l'esplosione e finora si è solo difeso. I calci di quella maledetta nukenin che hai fatto saltare per aria avevano tutto un altro sapore. », fisse, sputando sangue e annuendo in maniera impercettibile in direzione di Yato.

    « ... »

    La bolla di sapone cessò di crescere, e gli occhi gelidi della donna furono attraversati da un attimo di indecisione.

    « Dici che ne va della tua incolumità. Forse questo ti manterrà onesto. » Gli fece un cenno con il capo, permettendogli di avvicinarsi al bimbo per controllarne le stato di salute. « Ouchie. Bokushin, mi fa male qui. », disse Jushiro, indicandosi un ginocchio dove aveva riportato una lieve sbucciatura. Quando poi Yato domandò cosa volessero fare del ragazzo, la risposta di Hisae fu se possibile ancora più gelida. « Siamo qui per salvare una vita innocente. », tagliò corto, voltandosi di spalle verso i luoghi delle due esplosioni che avevano coinvolto Nakano e Mitarai. « Ti suggerirei di limitare il numero di domande, compare. Se fossi nella tua situazione... », iniziò Kokei, con il suo solito fare da maestrino, mentre il Soshi si avvicinava a sua volta con fare guardingo tenendosi una mano stretta al petto, che continuava a perdere sangue in modo copioso. « ... »

    Fu in quel momento che accadde.

    666-satan-1962677-Copia

    Accompagnato - e non anticipato, tale era la sua velocità - da un suono di aria tagliata, un oggetto simile ad un chakram ma di foggia decisamente esotica comparve dal nulla dalla direzione opposta alle spalle del Soshi [VEL:900]. L'uomo non ebbe nemmeno il tempo di accorgersi di cosa fosse accaduto. Si udì un tonfo secco ed un enorme schizzo di sangue si abbattè su Kokei, Yato e in parte Jushiro, mentre l'enorme coda da scorpione di Hasami cadeva a terra, recisa di netto.

    « ...UWAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHH!!! »

    Il chunin della Sabbia cadde in ginocchio, come colpito nel profondo dell'anima oltre che nel fisico, e il suo urlo di dolore fu quasi tangibile.

    « Che suono magnifico. », risuonò una voce maschile nell'ambiente, mentre una fitta nebbiaVelo di Nebbia - Kirigakure no Jutsu
    Villaggio: Kiri
    Posizioni Magiche: Scimmia (1)
    L'utilizzatore può ricoprire una vasta area da una fitta nebbia. Chiunque all'interno della nebbia sarà considerato "occultato" e potrà essere visto solo entro 1,5 metri. La tecnica del velo di nebbia annulla e viene annullata dalla calura naturale o dalla tecnica Afa Terrestre nelle aree in cui sovrapposta, da tecniche potenza pari o superiore a 30 oppure da tecniche o tecniche speciali che generino un forte vento o calura con con un consumo pari a quello di attivazione della tecnica.
    Tipo: Ninjutsu - Suiton
    Sottotipo: Supporto
    (Consumo: Basso ogni 9 metri / Mantenimento: ¼ Basso ogni 9 metri)
    [Raggio Massimo: 9 metri a grado]
    [Da studente in su]

    Controllo della Foschia
    Arte: l'utilizzatore può modificare la forma dell'area ricoperta dal Velo di Nebbia a piacere, nel limite delle dimensioni della tecnica. Il mantenimento della tecnica richiede un consumo ¼ Basso aggiuntivo ogni 9 metri.
    [Da Genin in su]
    si sollevava rapidamente fino a circondare tutto il campo di battaglia, lasciando a Yato un visibilità di circa venti metri di raggio attorno a Jushiro (che in quel momento era al centro di un perimetro composto dal Fauno, Kokei, Hasami e Hisae). « Sin da bambino ho sempre amato torturare ogni tipo di insetto. », disse l'uomo, con evidente sadismo nella voce.

    « Serratevi attorno al ragazzo! », fu l'ordine immediato di Hisae. « Kokei, vedi qualcos- » « Oh, lo Sharingan non vi aiuterà, cagna di Kiri. », la schernì l'uomo, alla cui voce fece subito eco un'altra che forse Yato - pur con incredulità estrema - avrebbe potuto riconoscere. « Yahahahah! », la risata sguaiata della donna - non localizzabile nella nebbia - fu accompagnata da un grigno da parte del chunin degli Uchiha, che si portò una mano alla tempia e chiuse un occhio con espressione dolente, pur mettendosi in guardia ed estraendo una wakizashi con l'altra mano. « Uh... è nella mia testa. Non è un'arte illusoria, altrimenti riuscirei a liberarmene... non riesco a vedere il chakra in queste condizioni, Hisae. »

    « Ochiyo. », fu la risposta della jonin seconda in comando, toccando una radio che aveva nell'orecchio mentre ulteriori bolle di sapone apparivano attorno a lei. « Abbiamo compagnia. Almeno due ostili. Hasami è ferito profondamente. Puoi aiutarci? » La radio gracchiò per un istante e poi una voce anziana rispose. « Non proprio, tesoro. Questo giovanotto mi sta dando più problemi del previsto. Mi affido al tuo giudizio. »

    « AHAHAHA, Sanzo squarterà quella vecchia baldracca nei prossimi cinque minuti! » Mitarai riemerse al limite della nebbia, madido di sudore e senza un orecchio. Era completamente nudo e sembrava in stato semisolido. Tra le braccia teneva una donna dalla carnagione scura, che sembrava priva di sensi, anche se da quella distanza Yato non avrebbe potuto discernerne le condizioni. « Ce ne avete messo di tempo, razza di bastardi! » Maestra, il suo tono non mi piace. Posso tagliargli la gola? , risuonò una seconda voce femminile, più giovane della prima, e molto vicino a Mitarai, che sobbalzò. « No, Yume, ti ho già spiegato che per questa volta abbiamo una parte precisa da giocare. », le risposte una terza voce femminile, più liquida e calma di entrambe le due, e senza dubbio appartenente a qualcuno di pericoloso. « Tsk, razza di fenomeni da baraccone... »

    Certamente, Yato non avrebbe avuto bisogno di fare calcoli complicati per comprendere la gravità della situazione in cui si trovava. Era riuscito ad evitare lo scontro con gli accademici e - forse - ne aveva persino guadagnato la fiducia, ma ora i rinforzi per i Quadri sembravano essere arrivati nella forma di un team di almeno quattro individui non identificati, cui si aggiungeva Mitarai (mentre Nakano pareva fuori combattimento). Impossibile pronunciarsi sul combattimento tra Sanzo e la caposquadra accademica che stava avendo luogo da qualche parte non lontano, per quanto ogni tanto si udissero dei botti notevoli.

    « Fate silenzio. »

    La voce maschile azzittì tutti quanti, e Hisae si irrigidì. Piccole gocce di sudore presero a colarle dalla fronte, mentre evidentemente tentava di escogitare un modo per uscire da quella situazione così sfavorevole. Poi una figura uscì dalla nebbia, e l'uomo divenne visibile.

    666-satan-1962593-Copia

    Era di statura alta e corporatura media. Camminava senza fretta ed indossava una tunica da mercenario, con due grossi anelli attorno al collo. Il fatto curioso, tuttavia, era che stesse camminando con la testa completamente in avanti, così che i suoi lineamenti erano nascosti dalla sua chioma color rame.

    « Sono miei, Akaishi (Pietra Rossa). Se ti metti in mezzo è la volta buona che ti ammazzo. »

    La terza voce femminile che era comparsa impiegò un attimo a rispondere.

    « Puoi provarci, Shinteji (Prestigiatore Cremisi)... ma non ha senso negare che sei arrivato prima di me. »

    A quelle parole, l'uomo sembrò attraversato da un perverso senso di eccitazione. Non serviva essere un sensitivo per percepire l'enorme quantità di chakra che egli stesse impastando in quel momento, come uno squalo che si prepare a pasteggiare a base di un succulento ammasso di carne sanguinante. Quando l'uomo sollevò il capo, lo spettacolo che offrì ai presenti non fu rassicurante.

    666-satan-1962673

    « Ben detto. »

    Sorrise, e gli innumerevoli piercing con cui si era martoriato la lingua tintinnarono in modo inquietante. Poi sollevò una mano e la puntò verso il centro del perimetro - proprio dove si trovava Jushiro. « Guarda quanti giocattoli accademici da rompere. » Improvvisamente, Yato avrebbe avvertito su di sé una pressione schiacciante, tale da minacciare di farlo cadere al suolo. La medesima cosa accadde agli altri tre ninja, che grugnirono di fatica per rimanere in piedi. L'unica eccezione fu il Soshi, che dalla posizione inginocchiata in cui era cadde direttamente a terra in un mare di sangue, mentre il moncone della coda recisa si muoveva grottescamente sopra l'attaccatura della schiena [Dai Undō ShōgaiDai Undō Shōgai - Movimento Debilitato Superiore
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Caricamento (6)
    L'utilizzatore punta la mano a braccio teso verso il terreno entro 9 metri per livello di TS. Caricherà di Interferenza Gravitazionale un'area di 6 metri di raggio per livello dispari di TS. Per 2 round qualunque cosa entri nell'area di effetto avrà un malus a Velocità e Riflessi di 6 tacche finchè si trova all'interno. Armi da lancio o emissioni nell'area mantengono il malus anche dopo essere usciti dall'area.
    Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    Sottotipo: Emissione
    (Consumo: Altissimo)
    [Richiede Shinra Tensei III]
    [Da Chunin in su]
    ]
    .

    Jushiro sarebbe stato ridotto in poltiglia da una pressione simile, ma a quanto pareva l'uomo era in grado di controllare i suoi poteri con un alto grado di precisione. « H-Hisae, che facciamo? » La voce di Kokei era nervosa. Stava ancora evidentemente combattendo contro l'invasione mentale di cui aveva fatto menzione prima, e faticava a parlare. « Non posso usare le mie illusioni in queste circostanze. » Per tutta risposta, un'intera bolla di sapone circondò l'intero corpo della kunoichi della Nebbia. La donna sembrava furente. « Al mio segnale, scappate. Quell'uomo è un traditore di Kiri, uno degli ultimi a propugnare il ritorno della Nebbia di Sangue. Sta persino usando le arti perdute del Rinnegan riscoperte dai nostri antenati. Non posso lasciare che viva, ma credo che sia più potente di me e forse anche di Ochiyo. Vi fornirò copertura solo per un attimo. » Si voltò poi verso Yato. « Mantieni il ragazzo in vita e obbedisci agli ordini dei miei compagni di squadra, medico ronin. Se lo farai potremmo dimenticarci di fare rapporto sulle tue frequentazioni, evitandoti di diventare un ricercato almeno di classe B. » Jushiro era immobile e si aggrappava alla veste di Yato, guardandosi attorno ancora confuso. « Hasami, riesci a muoverti? »

    Per tutta risposta, la voce del guerriero dei Soshi si levò poderosa una seconda volta sul campo di battaglia. Ma questa volta non si trattava di un grido di dolore. Era un grido di guerra. L'uomo si alzò a fatica, grondando di sudore. Il sangue dal buco nel petto non accennava a diminuire e le sue gambe erano del tutto tinte di rosso a causa della mutilazione alla coda, che pure sanguinava copiosamente. Era possibile che non ci fosse molto da fare per il guerriero di Suna. Eppure, nei suoi occhi non c'era la morte, ma il fuoco sacro di un animo guerriero.

    « NUKENIN! », urlò, mettendosi in mezzo tra Shinteji e il gruppo accademico. « Hai insultato il mio clan con le tue parole e le tue azioni. SUL MIO ONORE DI SOSHI, TI UCCIDERÒ! » Prese tra le mani la propria coda, sollevandola al cielo con le sue braccia muscolose. Senza voltarsi poi bisbigliò qualcosa ai suoi compagni di missione. « Siete testimoni della gloria di Suna. Ora fuggite. » « Ehi, ma che diavoli combin- », iniziò Kokei, ma una bolla di sapone si chiuse attorno a lui, azzittendolo, mentre Hisae iniziava a levitare.

    A quel punto si udì un rumore di chitina spezzata: il Soshi aveva spezzato in due la propria coda, usando poi il pungiglione per perforarsi l'addome.

    « VIENI A ME, GRANDE PADRE SCORPIONE! »

    Ci fu un'enorme esplosione - che tuttavia fu concentrata solo in avanti, non coinvolgendo dunque il gruppo accademico - e una gigantesca nube di fumo apparve per un istante. Quando svanì, al suo posto si trovava una visione proveniente cantata nelle leggende della Sabbia, quando alcuni clan guerrieri di quelle terre erano primordiali nello stile di vita e nel rapporto con gli animali da cui traevano il loro potere.



    Un enorme60 Slot Dimensionali. scorpione del tutto nero urlò al cielo la propria furia, facendo schioccare le sue gigantesche chele e il pungiglione velenoso. Era grande quasi quanto un Cercotero e riuscire ad evocarlo era un'impresa persino nel clan Soshi [Bushido no SasorizaBushido no Sasoriza - Via del Guerriero Scorpione
    Villaggio: Personale
    Posizioni Magiche: Caricamento (3)
    L'utilizzatore, previa una situazione dove l'orgoglio dei Soshi è in discussione (a giudizio del QM), può sacrificare parte del proprio sangue Soshi per evocare uno Scorpione Imperatore. Lo Scorpione Imperatore ha Energia Nera, statistiche pari ad un Boss di contratto e permane fino a 5 round. Non è sotto il controllo diretto dell'utilizzatore, che può tuttavia trasmettergli telepaticamente - al momento dell'evocazione - il motivo del proprio sdegno e il proprio desiderio di vendetta. Quando lo Scorpione Imperatore appare, l'utilizzatore perde l'accesso al livello massimo della propria TS per un mese.
    Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    Sottotipo: Evocazione
    (Consumo: Altissimo)
    [Richiede Soshi III]
    [Da Chunin in su]
    ]
    ! In una frazione di secondo accaddero molte cose: Yato poté scorgere Hasami cadere di nuovo in ginocchio, esausto, ma il suo sorriso era selvaggio e fiero. Al contempo, la bestia si scagliò in avanti, assetata di sangue, e entrambe le sue chele si abbatterono sulla figura del Prestigiatore Cremisi, mentre Mitarai imprecava ad alta voce.

    Poi una voce telepatica gli trapanò le cervella: Il Visigoto ci ha avvisato di te. Prendi il ragazzo e corri alla tua sinistra, senza fermarti o guardarti indietro. Penseremo noi agli Accademici. Yato non avrebbe avuto tempo di riflettere, perchè Hisae - già a due metri da terra, con Kokei che iniziava a sua volta a sollevarsi - gli parlò. « Rimani immobile, ronin. Non è semplice con così tante persone ma vi sto per avvolgere in una delle mie bolle - presto lasceremo il campo di battaglia. E niente sorprese, o la tua bolla esploderà. » In quel momento, la pressione su Yato scomparve, lasciandolo libero di muoversi ancora una volta.

    La situazione era critica. Considerate tutte le informazioni che aveva raccolto, i suoi obiettivi e ciò che era in gioco, che percorso avrebbe scelto il Fauno?

    OFF GAME

    Voglio un post in cui Yato analizza bene le varie informazioni che riesce a captare dai dialoghi e dalle azioni qui descritte. Considera che a seconda della scelta che farai in questo post la missione per te prenderà una piega molto differente!

     
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    Bokushin no Bokuen


    Frantic Decision Making
    .:7:

    In qualche modo le mie parole avevano messo un freno all'Uchiha che mi aveva riconosciuto, e la sua bocca chiusa era uno spiraglio verso la salvezza, ora tutto stava a spalancare la porta blindata che mi avrebbe portato fuori da quell'orribile situazione. La donna manipolatrice di bolle era fuori dalla mia portata, ma non da quella degli altri ninja di Ame, che però al momento non erano al massimo delle loro forze. Trapassare da parte a parte un ragazzino innocente non è irruenza e sicuramente non è nemmeno qualcosa che definirei "bene", ma sei libera di navigare nelle tue illusioni e nei tuoi preconcetti. Risposi con tono burbero: non potevo mostrare di avere paura o sarebbe stata un'arma in più per loro. Io ho solo visto uno che ha attaccato senza fare domande e che non si è fatto remora di coinvolgere un civile affidato alle mie cure. Allargai le braccia. Forse parlavi di un "bene superiore", ma francamente io sono un uomo molto più miope: mi occupo di chi ho davanti. Non so cosa voglia Ame da Jushiro, non ho idea di cosa stia succedendo, ma la mia missione è farlo stare meglio, soprattutto dopo tutto il tempo e le risorse che ho usato per farlo recuperare fino a questo punto. Non ho fatto altro che difendere lui e proteggere me stesso. Ai miei occhi tra te e i nukenin di Ame non c'è alcuna differenza, solo il colore della bandiera...e ora lasciami pensare al mio paziente! Lei nel mentre mi minacciava con una bolla di sapone ma l'Uchiha la convinse a fermarsi, annuendo impercettibilmente nella mia direzione. Lo avevo preso all'amo con la mia recita da medico senza legami.

    Jushiro emise un gemito, facendomi precipitare al suo fianco. Fammi controllare. Stai traquillo, andrà tutto bene. Finchè avrò fiato mi assicurerò che tu stia bene. Lo rassicurai, ed ero sincero: se Jushiro fosse morto io avrei fatto la stessa fine in breve tempo. E' solo una sbucciatura, succede quando la pelle viene graffiata, ma non è una ferita seria, guarirà in pochi giorni. Gli spiegai con aria tranquillizzante, sebbene io stesso fossi pieno di ferite ben più gravi, e intanto la donna mostrava una minuscola incrinatura nella sua stoicità, ribadendo di essere arrivata per salvare una vita innocente, mentre l'Uchiha mi ammoniva di non fare troppe domande. Se volete che gli innocenti vengano salvati, allora lasciate che il medico faccia il suo lavoro. Risposi mantenendo una modesta ostilità. Sempre che non abbiate innocenti di serie A e innocenti di serie B. Come avrebbe reagito la donna a quella provocazione? Non parlava, non avrebbe parlato, ma ogni crepa nella sua maschera poteva diventare una ferita fatale in futuro e non potevo lasciarmela sfuggire: la donna aveva parlato chiaramente del voler salvare una vita innocente, quello che non sapevo era se si trattasse realmente di Jushiro o meno, con la mia affermazione suggerivo blandamente che ci fosse più di una vita da salvare...avrebbe tradito qualcosa in tal senso?

    Avrei comunque dovuto fare i conti con le mie stesse condizioni. Ero ferito, avvelenato, stordito e con meno di metà della riserva di chakra. Mi sentivo addosso una stanchezza incredibile, come se portassi un cesto di sassi sulla schiena e, tralasciando il dolore alle gambe e al braccio, sentivo il cuore battere all'impazzata, martellandomi nelle orecchie per lo stress e l'adrenalina che, in quel preciso momento, era tutto ciò che mi tratteneva dal crollare privo di forze e di sensi. L'avvicinarsi del Soshi che per poco non mi aveva ammazzato aumentò la tensione mentre tenevo un braccio davanti a Jushiro come pronto a difenderlo, ovviamente scaricando ogni possibile ostilità nel mio sguardo verso lo shinobi di Suna. Intorno a me Nakano e Mitarai, verso i quali non avevo legami particolari, erano in terribili condizioni mentre i tre davanti a me erano, scorpione a parte, in condizioni discrete. Se fossi andato con loro, o peggio se avessi consegnato Jushiro, il Visigoto avrebbe avuto la mia testa. Ma non erano andati a recuperare Jushiro o cercare di catturarlo...sembrava che la loro priorità fosse eliminarne i guardiani...perchè? Sapevano qualcosa di Jushiro e non volevano averci a che fare con dei nemici intorno...o non era lui il loro vero obbiettivo?

    L'improvviso attacco che mozzò la coda del Soshi mi fece sobbalzare, ma strinsi i denti cercando di mantenere la concentrazione su Jushiro: non potevo permettere che qualcuno approfittasse della confusione per rapirlo o portarlo via da me. Stammi vicino, Jushiro, e stai pronto a correre se le cose si fanno pericolose, ti aiuterò io. Lui era la mia assoluta priorità...anche davanti all'arrivo dei sinistri rinforzi che Mitarai, riavvicinatosi, sembrava riconoscere.
    La sensazione di pesantezza immane richiamava gli effetti delle abilità di Fudoh-san, ma enormemente amplificati, e subito dopo la nebbia si sollevò rapidamente. Jushiro...tutto...bene? Serravo i denti usando tutte le mie forze solo per evitare di essere schiacciato e continuare a respirare, ma quel tizio era abbastanza abile da escludere il ragazzino, quindi perlomeno aveva interesse a recuperarlo intero. Realmente un alleato? L'arrivo della nebbia e il blocco alle capacità dello Sharingan erano qualcosa di inatteso per gli accademici, ma sospettavo che anche Mitarai e la kunoichi ora priva di sensi non si aspettassero un supporto del genere. L'intera faccenda puzzava di losco, ci avevano trovato con troppa facilità e solo ora arrivavano i rinforzi? Jushiro era davvero tanto prezioso...o si trattava di un'esca elaborata per far fuori quel team di accademici apparentemente così esperti da muoversi ad Ame impunemente?

    Ghhhk... Gli accademici erano piegati esattamente come me, Soshi escluso, e l'apparizione dei nemici dalla nebbia, in primis il pazzo dagli innumerevoli piercing mi trasmise una pessima sensazione. Le sue parole, le parole di tutti i nuovi arrivati trasudavano pericolo e follia omicida. A giudicare dalle loro parole il loro scopo era uccidere gli accademici prima ancora di venire in nostro soccorso, tanto che persino Mitarai venne trattato come una semplice decorazione rimuovibile. Una specie di squadra d'assalto. "ma questa volta avevano una parte da giocare", quindi forse si sarebbero trattenuti, ma c'era sempre il rischio di danni collaterali, nello specifico alla mia persona. Dopotutto se potevano bloccare i presenti escludendo Jushiro...perchè non escludere anche me, permettendoci di allontanarci dagli accademici e dalla manipolatrice delle bolle di sapone che, con tutta l'acqua che scendeva dal cielo, sostanzialmente aveva sempre una lama puntata al mio collo? Evidentemente per loro non ero così importante.

    I numeri erano clamorosamente a favore dei ninja della pioggia, ma questi non avevano la mia salvaguardia come priorità, mentre gli Accademici potevano avere un briciolo di remore morali in più, ma verosimilmente sarebbero uscito sconfitti da quello scontro. Mentre l'Uchiha era bloccato quanto me, Hisae cercò di prendere in mano la situazione rinchiudendosi in una bolla di sapone che per qualche motivo le permetteva di sfuggire alla tecnica gravitazionale, almeno per il momento, ma dalle sue parole risultava evidente che quei nemici erano fuori dalla sua portata. Si rivolse a me con ordini duri e sconsiderati, tanto che non potei esimermi dal rispondere a tono! Dici che vuoi sfidarlo anche se sai che è più forte di te...e vieni a dire a me di obbedire ai tuoi ninja? Il mio scopo è la salvezza del ragazzo, e uno scontro totale rischia solo di coinvolgerlo! Le parole "ricercato di classe B" mi lasciarono indifferente: Bokushin poteva avere tutta la fama negativa che volevano attribuirgli...era Yato a dover restare pulito. E il più grande ostacolo, considerai, era l'Uchiha. Comunque andasse, quell'Uchiha doveva essere annientato.

    Il mio primo pensiero fu quello di fuggire e nascondermi. Scappare portando con me Jushiro così da consolidare ancora di più quanto stavo affermando sin dall'inizio: che volevo proteggerlo. Ma questo non era fattibile. Il terreno fangoso per la pioggia incessante avrebbe reso difficile a Jushiro muoversi, e anche trasportandolo io avrei potuto avere un appoggio meno stabile. La foresta era il nascondiglio ideale per un Senju, ma andarci implicava passare attraverso la nebbia inseguito da persone fisicamente superiori a me e molto più esperte (inoltre presto uno scorpione gigante, ma non potevo saperlo, avrebbe reso l'ambiente circostante intrinsecamente pericoloso) inoltre avevo poco chakra e anche manipolando gli alberi circostanti per aiutarmi non sarei andato tanto lontano...perdipiù non avevo idea della mia posizione. Ma restare significava schierarsi, e questo poteva essere molto, molto pericoloso perchè ero completamente da solo in mezzo a persone che volevano il ragazzo cui facevo da guardiano. Pensai di cercare di uccidere l'uchiha durante la commozione facendo scivolare il legno in mezzo al fango, verosimilmente non visto, ma questo mi avrebbe esposto alla vendetta immediata di Hisae...ma al contempo non avrei mai e poi mai potuto tenere testa ai rinforzi della Pioggia, o a Mitarai. La mia debolezza e inadeguatezza tornarono come macigni appesi al cuore, facendolo affondare e suscitando una profonda ira contro me stesso e tutto ciò che ero. Debole, patetico, indegno della Missione! Come potevo anche solo sperare di raggiungere il Bersaglio se nemmeno potevo uscire intatto da una missione di scorta ad Ame?

    Fu in quel momento che, forse per l'adrenalina e per l'ira, pensai a un piccolo dettaglio. Non ero realmente solo. In mezzo a quel caos di accademici a me ostili come Hisae, accademici che in qualche modo volevano supportarmi come Kokei, nukenin aggressivi come il quartetto e pazzi scriteriati come il Soshi...c'era pur sempre Jushiro. E Jushiro aveva una capacità unica e molto speciale, che forse i presenti non conoscevano, ma io si. E la avrei potuta sfruttare, assieme alla tavolozza bianca e pronta da dipingere che era la sua mente. Si trattava della mia unica opportunità, per questo mentre il Soshi si sollevava urlando come un pazzo qualcosa sul suo onore e dando origine a uno strano rituale, io allungavo a fatica la mano verso Jushiro accanto a me come a volergli carezzare la testa per tranquillizzarlo. Jushiro...andrà...tutto...bene. L'apparizione dello scorpione mi fece impallidire...era immenso, troppo oltre le mie possibilità, forse ancor più di tutti i presenti, e rendeva pari a zero le possibilità di fuggire da solo o nascondermi: bastava un movimento di quella coda e qualunque nascondiglio sarebbe stato spazzato via, anche involontariamente. Ma era anche un'estrema opportunità per quello che avevo in mente...quello che avevo appena comunicato a Jushiro sfiorandogli il capo e compiendo un enorme sacrificio, affidandomi interamente al fatto che lui avesse fiducia in me e facesse ciò che gli chiedevo. Allo stato attuale, era la mia unica reale opportunità. [Tecnica 1]

    Gli avevo posto due domande articolate, approfittando del fatto che l'Uchiha avesse i sensi debilitati dall'attacco mentale nemico e non potesse notare cosa stessi facendo, offrendo in pegno qualcosa di enormemente prezioso, che tuttavia avrei potuto recuperare in seguito. Il ragazzino aveva capacità di apprendimento incredibili e un fisico abbastanza forte da saper replicare ciò che gli avevo istantaneamente insegnato sacrificando le mie conoscenze al riguardo. Qualcosa di basilare per qualunque ninja, e una delle primissime tecniche che si potevano apprendere anche gli studenti meno abili nel controllo del chakra...oltre al ricordo di uno specifico turno di guardia all'ospedale di Konoha. Tutto per rendere le mie azioni successive più credibili: non pensavo che la spinta gravitazionale sarebbe durata ancora a lungo, conoscendo Fudoh-san...e così fu. Nei pochi secondi che seguirono la mia mente venne raggiunta da una voce che pareva quella della donna che era stata apostrofata come Yume...mi intimava di scappare verso sinistra e fuggire lasciando che loro attaccassero gli accademici. Contemporaneamente Hisei ordinò di stare fermo mentre generava una bolla che mi avrebbe avvolto e trasportato lontano. Pochissimi istanti per decidere, durante i quali la mente provata dalla fatica e dal contatto con Jushiro schizzava come impazzita per trovare la risposta corretta e verificare se il piano che avevo in mente fosse quello corretto.

    La risposta fu che non era il piano ideale. Ma si trattava dell'unico che potevo mettere in atto.

    Fuggire implicava che l'Uchiha sarebbe potuto sopravvivere, distruggendo Yato Senju per sempre a meno di complessi piani. Restare e venire salvato dall'Accademia significava che il Visigoto mi avrebbe ucciso alla prima occasione, impedendo a Bokushin di esistere...e forse giungendo fino a me. E questo sempre che l'accademia, in minoranza anche se con lo scorpione come aggiunta, riuscisse a portarmi in salvo o ne avesse intenzione. Non potevo fidarmi di loro. E nemmeno potevo fidarmi di quel gruppo di pazzi di Ame. Quello che potevo fare...quello che DOVEVO fare, con il mio unico alleato...era prendere tempo. Fare in modo che lo scontro perdurasse senza che io prendessi una vera decisione, così da schierarmi solo all'ultimo, quando fosse stato necessario...e al momento attuale Ame era la scelta più ragionevole, posto che l'Uchiha morisse. E scappando non potevo essere certo che lo facesse, o che parlasse con qualcuno prima di farlo. Si trattava di un rischio inaccettabile.

    NO! FERMI! Sbottai, mentre due lame venivano rapidamente generate nella mia mano con il legno, prima di sferrare un duplice attacco contro la bolla che si stava formando intorno a me, di fatto annientandola prima che potesse avere effetto o esplodere come minacciato dalla kiriana [Tecnica 2,3, Azione 1]Statistiche: Attacco doppio con Potenza 35 (sarebbe 70, dimezzato da Mortificazione), Forza Blu+3 tacche, distrugge Jutsu con potenza pari o inferiore a 50.

    Mokuton Creazione di 2 Wakizashi (potenza 20) + Modellamento con 3 Unità (potenza +15)
    Impasto Basso+3 For
    . Certo nel caso di bolle di dimensioni o potenza molto elevate non sarei riuscito a farla scoppiare, ma almeno avrei liberato me stesso e Jushiro che stava letteralmente accanto a me. Jushiro è ferito! Non possiamo spostarlo...quell'attacco di gravità forse non lo ha raggiunto ma lo spostamento d'aria dello scorpione si...ha un'emorragia interna! Ogni tentativo di muoverlo potrebbe essergli fatale...NON POSSO PERMETTERMI DI MUOVERLO, NE VA DELLA SUA VITA E DELLA MIA! Gridai con la forza della disperazione, e sebbene la ferita fosse una panzana, la mia situazione era realmente terribile. Accanto a me, se tutto fosse andato come doveva...Jushiro avrebbe cominciato a sputare sangue, che colava anche dal suo naso mentre un pallore cadaverico gli tingeva le guance.

    Avevo notato che con ogni ricordo che gli cedevo Jushiro diventava sempre più intelligente e sveglio. Cedendogli le conoscenze sulla Henge speravo di stimolare anche la sua inclinazione al sotterfugio, in aggiunta alle informazioni che gli avevo trasmesso. Anche uno studente incapace sa usare la trasformazione, e non ha più chakra di una persona normale che cammina per strada. Se Jushiro era un genio come credevo, non gli sarebbe stato difficile usare quella tecnica, con tutte le mie esperienze annesse su quando la avevo imparata...e sarebbe stato abbastanza furbo da usarla di nascosto mentre tutti erano distratti. L'altro ricordo sul quale mi ero focalizzato era quello di un paziente che avevo assistito in ospedale, colpito da una terribile emorragia interna dopo lo spostamento d'aria di una cartabomba. Se Jushiro era affidabile quanto credevo, avrebbe saputo unire quelle informazioni in modo credibile. Anche perchè non avevo altra scelta. Le due domande con le quali avevo cdeduto quei ricordi erano complesse, ma anche l'unico modo per parlare con Jushiro senza che nessuno lo sapesse: forse qualcuno dei nemici sapeva leggere la mente a distanza, ma mai e poi mai avrebbe potuto farlo con Jushiro, non senza danni terribili, se impreparati. Jushiro, siamo in una situazione disperata e circondati da nemici, solo stando uniti e facendo fronte comune potremo salvarci, esiste una tecnica che può aiutarci, che posso insegnarti adesso ma che richiederà la tua massima collaborazione e discrezione...pensi di riuscirci? Questa la prima domanda, e poi la successiva: I nemici sono tanti ma la donna con le bolle e quel Kokei perderanno, e credo anche Hisami, non ci aiuteranno e hanno cercato di farci del male, io farò tutto il possibile per uccidere Kokei, non spaventarti e tieni duro...hai qualche altro modo per aiutarci? Sapevo che la sua mente era bianca, ma credevo realmente che fosse un ragazzo geniale...chissà, forse la Henge gli sarebbe stata utile anche una volta giunti a destinazione, quale che fosse il suo destino, ma al momento la sopravvivenza di entrambi era fondamentale, così come il preservare sia Yato che Bokushin.

    Ma sarebbe bastato quel trucco a guadagnare tempo e permettere ai ninja della pioggia di avere la meglio sugli accademici...senza attirare la loro ostilità?

    Se per caso Kokei si fosse avvicinato a me abbastanza e fosse stato distratto, avrei cercato di colpirlo, a meno di essere osservato da Hisei o da altri accademici. Lasciando che dai miei piedi il legno scorresse rasoterra in mezzo al fango, verosimilmente non visto in quel bailamme di pioggia, scorpioni e scontri tra ninja, per poi sollevarsi di scatto cercando di trapassargli le ginocchia alle spalle (verosimilmente atterrandolo) e sollevando un terzo spuntone che gli trapanasse il collo da dietro, ponendo fine alla sua vita. Difendermi da Hisei sarebbe stato il problema successivo. Ovviamente se per caso Kokei fosse caduto vicino a me e non fosse stato intento a guardarmi, avrei tentato un unico attacco sempre strisciante nel fango per trafiggergli il collo [Azioni Eventuali]Statistiche: Velocità Blu+4 tacche, Potenza 30 (3 Unità) per ogni attacco. Si estende fino a 12 metri, strisciando nel fango. Furtività 3

    Volontà Assassina+2 Con

    Non so quanti e quali uso, dipende da come evolve la situazione

    Chakra: 20/75
    Vitalità: 7/14.5
    En. Vitale: 25.5/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 500
    Velocità: 525
    Resistenza: 425
    Riflessi: 525
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 525
    Agilità: 500
    Intuito: 500
    Precisione: 500
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Kit di Meccanismi per Trappole × 1
    • Kit di Primo Soccorso × 1
    • Katana × 1
    • Bokken × 1
    • Giubbotto Rinforzato × 1
    • Parabraccia in Ferro × 1
    • Gambali in Ferro × 1
    • Tonico di Recupero Medio × 2
    • Uchiha Shuriken × 2
    • Accendino × 1
    • Corda di Canapa [10m] × 1
    • Maschera del Cinghiale × 1

    Note
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