[News GdR] La rottura

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  1. Historia
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    Mondo Senza Tempo


    III

    Il mondo senza tempo intorno a loro iniziava ad andare in frantumi, sciogliendosi nel nulla. Avevano combattuto con tutto ciò che avevano. Avevano fatto la loro parte. Ed avevano fallito. Quel retrogusto amaro non era loro nuovo, ma da quel giorno sarebbe rimasto nei loro cuori, ad avvelenargli l'anima. Il giovane, nel passato come nel futuro, aveva un solo obiettivo. Diventare più forte. Un solo ideale. Proteggere ciò che aveva di più chiaro. Un sogno, ancora una volta distrutto dalla realtà. Non era forte. Non poteva proteggere nessuno.

    Il Kinryu proveniente dal Paese delle Valli aveva superato se stesso, trascendendo l'umano per un fugace istante, un istante soltanto, ma in sufficiente a raggiungere il suo scopo. Un sacrificio folle in grado di realizzare l'impossibile, di avere la meglio contro un nemico tante volte superiore a lui. Acciaio, ossa e sangue si mescolarono. Con il corpo tremante, grondante sudore e sofferente, Shin si allontanò di qualche passo mentre Murasaki urlava di dolore e dall'ira più nera. Poco più in là in Kinryu richiamato da Soyo riuscì a eludere la guardia di E, sebbene con effetti più ridotti del previsto. Almeno la cartabomba era andata a segno, pensò. Ma l'ennesima delusione era dietro l'angolo. Il volto deformato dall'esplosione sorrise in modo raccapricciante mentre iniziava a ricostruirsi. Come per magia, una stregoneria che andava oltre al semplice uso del chakra. Allo stesso tempo il corpo del Raijin prese a brillare, con archi elettrici che ne ricoprivano la pelle virante verso il bianco puro, simile alla luce.

    Non serviva essere uno shinobi esperto per capire che non era niente di buono. D'istinto arretrò con un balzo all'indietro, prima ancora di soppesare le diverse opzioni. In quei pochi istanti la mente del Kinryu ne prese in considerazione almeno quattro, ma due richiedevano un dose di forza che al momento non possedeva. Il suo corpo si rifiutava di muoversi come avrebbe dovuto a causa degli effetti collaterali della sua tecnica proibita. In condizioni migliori avrebbe interrotto sul nascere la minaccia. O l'avrebbe affrontata con una delle sue taijutsu, in grado perfino di tagliare il chakra. La soluzione migliore probabilmente era render fede al suo nome ed allontanarsi in un lampo. Una rapida occhiata alle sue spalle tuttavia lo fece subito desistere: dietro di lui c'era non solo il se stesso del passato, ma anche altri alleati tra cui il vecchio Kato. Lui poteva cavarsela, ma che ne sarebbe stato di loro? Spinto dall'istinto più che dalla ragione, si piantò di fronte al nemico con le braccia allargate mentre la cascata di fulmini si allargava in ogni direzione, travolgendo qualunque opposizione [Slot Difesa]Presenza di Spirito
    Villaggio: Konoha
    Posizioni Magiche: Nessuna (4)
    La maschera può circondare l'utilizzatore di un'aura di fuoco per poi emettere un'esplosione di fuoco entro 6 metri dall'utilizzatore. La potenza dell'emissione è pari a 20. Spirito Selvaggio può attivarsi senza la volontà dell'utilizzatore, attingendo comunque dalla sua riserva di chakra; l'attivazione spontanea dipende dalla volontà della maschera, che tende a difendere l'utilizzatore. Può essere utilizzata spendendo slot tecnica anziché slot tecnica avanzato. Tipo: Ninjutsu - Katon
    Sottotipo:
    (Consumo: Medio)
    [Da genin in su]

    Maschera della Volpe [Protezione]
    La Maschera della Volpe copre il volto del suo utilizzatore, lasciando scoperti solo gli occhi. La maschera protegge il viso e l'intero corpo dell'utilizzatore tramite uno strato di chakra della maschera stessa; la potenza di altre protezioni non è cumulabile con quella della maschera, varrà solo la maggiore. Per il calcolo della rottura, la potenza difensiva è considerata raddoppiata (x2); non aumenta il suo potenziale difensivo. Tipo: Protezione - Protezione
    Dimensione: Mediopiccola
    (Potenza: 20 | Durezza: 5)
    [Da chunin in su]

    Corrente dei Mille Falchi - Chidori Nagashi
    Villaggio: Oto
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    L'utilizzatore è in grado di fa fuoriuscire da tutto il suo corpo una scarica elettrica. La potenza è pari a 30 e coprirà tutti coloro entro 3 metri dall'utilizzatore; può causare una Semiparalisi per 2 round a due arti.Tipo: Ninjutsu - Raiton
    Sottotipo: Emissione
    (Consumo: Alto)
    [Da chunin in su]

    Impronta di Chakra Elettricità [2]
    Talento: L'utilizzatore ottiene l'impronta Elettricità. È possibile avere massimo 3 impronte di Chakra. L'impronta aumenta di +10 la potenza delle tecniche avanzate di tipo Raiton, il potenziamento è doppio se fronteggiate Doton. Non è possibile sfruttare le altre abilità "Talento" in combinazione.[Da chunin in su]

    Taijutsu Difensive [2]
    Maestria: L'utilizzatore guadagna una protezione naturale contro ninjutsu pari a 20, per 2 round, se utilizzata una taijutsu. Non è cumulabile. [Da chunin in su]

    [Malus] -1 Resistenza (Loto Posteriore)
    [Impasto] Basso +3 Resistenza
    [Loto della Foglia] 1/2 Basso +3 Resistenza

    Totale Potenza Difensiva: 125
    .

    Dietro di me!


    Quando l'inferno di fulmini si fu placato fu subito chiaro. Akira e il Mizukage avevano fallito, nonostante il disperato tentativo di un impossibile salvataggio in extremis. Il Veterano era riuscito nel suo intento, ponendo fine alla vita di Yobu ed impadronendosi della gemma incastonata nella sua fronte. Ansimante per lo sforzo che l'aveva lasciato provato, ma tendenzialmente illeso, Shin alzò gli occhi e rabbrividì. L'aura di maestà che già avvolgeva il nemico si era ulteriormente espansa, gettando i presenti nello sconforto, schiacciandoli nella soggezione. Ed infine, a suggellare quel momento, mostrò loro un miracolo. Dopo tempo e spazio, anche vita e morte persero di significato alla presenza del Veterano. Un istante più tardi, la realtà stessa smise di esistere come la conoscevano.

    Travolto dai ricordi di una vita, anzi molte vite, non sue, l'identità del giovane fu ad un passo dall'andare perduta. Più delle ferite ricevute in combattimento, fu tutto ciò che vide a farlo gridare di dolore. Troppi anni, troppe memorie da gestire per un ragazzo così giovane. Un vortice di persone. L'Archivista, Akai, il Veterano, lo Stratega. Cosa stavano cercando di ottenere? A Shin era parso di udire più volte la stessa parola. Qual'era? Forse... Cercò di afferrare quel frammento di tempo ormai perduto, di metterlo a fuoco. Pace. Sì, la parola era pace. Ma non aveva senso, non poteva essere. Non la pace come la intendeva lui. C'era altro, sicuramente, che rimaneva celato dietro le nebbie del passato. Ma ciò che era peggio non era quello, piuttosto quello che doveva ancora venire. Un oggetto per catalizzare quel potere già di per sé smisurato. Pergamene. Profezie. Un destino oscuro li attendeva, e non c'era nulla che potessero fare per impedirlo. Il Kinryu tornò lucido con uno sforzo di volontà. No, non era vero. C'era sempre una speranza. Anche se la loro sorte sembrava segnata, fin che avessero avuto fiato avrebbero comunque provato a cambiarla.

    [Chiusura Soyo]


    Il giovane Shin, o meglio l'unico Shin di quel tempo, genin di Konoha sopravvissuto al terribile attacco del suo Villaggio solo poco tempo prima, testimone della sconfitta della Foglia, tornò a Soyo con un fardello ancora più grande sulle spalle. La loro missione nel Paese dell'Erba gli appariva ora ridimensionata, talmente piccola da sembrare insignificante. Yobu, che avevano promesso di proteggere, era morto in un luogo che non esisteva più, e che forse non era mai esistito. Gatou, il fiammeggiante imprenditore nonché genio criminale, era scomparso. Dei nukenin nessuna traccia, né avrebbero avuto più alcun motivo di proseguire il combattimento iniziato... Quattro mesi prima. Fu ciò che appresero con sgomento gli Accademici che avevano attraversato insieme l'inferno. Gli occhi del giovane erano spenti, incapaci di fissare lo sguardo perfino su Kato, amico e compagno di mille battaglie, tanto meno su Kairi. Che cosa gli aspettava ora? Quale sorte sarebbe toccata al loro mondo? Eppure, man mano che si allontanavano dalla città, la mente gli si fece più leggera, e sulla sua memoria calò una patina d'oblio. Un effetto ritardato del viaggio nel tempo? O un modo della realtà per mantenere un minimo di coerenza? Forse era un altro lo Shin che si sarebbe dovuto accollare quel peso. Pari a quello del mondo intero.


    [Chiusura Paese delle Valli]


    Il paesaggio intorno a loro era così diverso da far credere al gruppo di Accademici di essere in un luogo sconosciuto, di fronte ad un'altra minaccia forse. Invece, quella era proprio Eiga, la capitale del Paese delle Valli. Non che al chunin di Konoha interessasse particolarmente. Lentamente, si sedette a terra a ridosso di un muro, stringendo a sé Anzu, la più fedele delle kitsune, ancora in forma di katana.

    Ciò a cui aveva appena assistito era folle, ben al di là di ciò che un ragazzo poteva non solo gestire, ma anche solo metabolizzare, almeno nel breve periodo. Ci avrebbe messo mesi a richiamare distintamente alla memoria ogni passaggio di ciò che era avvenuto, in particolare delle visioni che avevano invaso la sua mente mentre tutto si dissolveva. Di tanto in tanto sarebbero riemersi, sotto forma di incubi, facendolo svegliare di soprassalto nel cuore della notte così come era avvenuto nelle settimane successive all'attacco alla Foglia. Infine, col tempo avrebbe riunito le immagini, e il vero senso di ciò che avevano osservato sarebbe stato chiaro. Solo l'incredibile resilienza della gioventù gli aveva impedito di uscirne completamente spezzato, ma ciò non di meno il Kinryu era stato piegato.

    Chi prima, chi dopo, i quattro accademici si sarebbero rialzati, in quell'angolo remoto del continente, in quello che per loro era il presente. Shin avrebbe camminato come in trance, incapace di ricordare se erano stati i suoi compagni a condurli nella grande sala, o piuttosto gli abitanti del luogo che li avevano incrociati e riconosciuti. Solo quando fu di fronte al daimyo il foglioso si riebbe. Battendo un paio di volte le palpebre, mise a fuoco gli astanti, riconoscendo nelle vesti del nuovo signore del luogo niente meno che l'anziano shinobi del Lucchetto che aveva promesso di proteggere. Suo malgrado, il ragazzo si ritrovò a sorridere, sebbene debolmente, in risposta all'accoglienza entusiasta di Oro-sama.

    Solo qualche ora prima avrebbe faticato ad accettare come vere le parole che ascoltò, ma dopo l'esperienza che aveva vissuto le mandò giù senza fiatare. Quattro mesi. Tanto erano stati lontano. Non che il concetto di spazio fosse applicabile. Quella che per loro non era stata che una decina di minuti si era dilatata a dismisura nella loro realtà. Il Kinryu suppose di dover ringraziare Inari per essere ancora vivo almeno, ma nessuna preghiera si levò dal suo animo inaridito. Si limitò a chinare il capo, in segno di rispetto, mentre la gratitudine dell'uomo si riversava su di loro. Poche parole sarebbero uscite dalla bocca del foglioso, sul dovere, sulla felicità di aver fatto la cosa giusta. Vi auguro di vivere a lungo, per far prosperare questo paese e i vostri retti ideali, Oro-sama. Nonostante una minaccia oscura pendesse sull'intero continente, si potevano festeggiare quei piccoli successi? Per il momento il giovane ci avrebbe per lo meno provato. Rispose con un sorriso, lievemente più vivo, alle attenzioni di Kaede, promossa a capo della polizia. Grazie, spero che la prossima volta il soggiorno sia più piacevole. La scelta di parole del ragazzo sarebbe suonata ambigua, ma solo ad orecchi maliziosi o speranzosi a seconda dei punti di vista: ciò che intendeva, infatti, era che si augurava di non tornare a trovarli in una situazione tragica come era stata la missione appena conclusa.

    A parte quello con la ragazza e con il daimyo, i restanti saluti furono piuttosto frettolosi. Akira si dileguò dopo aver dimostrato un entusiasmo quasi fuori luogo, o meglio accettabile per i fatti di Eiga, completamente per il resto. Shin invidiò la sua forza, domandandosi da dove traesse origine. Sentiva di avere qualcosa da imparare da lui, magari in futuro si sarebbe rimesso in contatto, con la scusa di quel famoso ramen. Fu dunque il suo turno di congedarsi, non sapendo tuttavia che a casa non avrebbe trovato nessuno ad attenderlo. Un'altra morsa attendeva il suo cuore, in un futuro che forse da qualche parte si era già verificato.

     
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20 replies since 20/11/2018, 17:53   1345 views
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