[News GdR] La rottura

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    La Rottura


    III
    Il Tessitore





    Era fatta, l’Archivista aveva passato la fiaccola, un nome che dal suo punto di vista era ben più di una metafora, così come una fiaccola era inutile alla sua vista infatti il potere era inutile al suo corpo.
    L’impegno fiorisce solo se coltivato nel terreno adatto, e l’unica cosa che lui poteva coltivare era la conoscenza.
    E se le maggiori forze che controllavano il mondo andavano affidate al puro caso, in attesa che il destino le riunisse, lo stesso non valeva per le altre, qualcosa doveva guidarle, qualcuno.
    Quando il vecchio agitò la mano nell’aria sembrava che scacciasse un insetto solo com’era nella stanza, eppure, ancor prima che la mano ricadesse sul bracciolo della sedia, un occhio si affacciò da una delle nicchie del muro. Bisognava che la luce ne toccasse direttamente i lineamenti per permettere al vecchio di voltarsi a guardarlo, dai piedi nudi e la faccia polverosa non era difficile comprendere che era un bambino di umili origini.

    Ma non è detto che il talento fiorisca solo dentro i palazzi.

    Tra le rughe di un uomo di quell’età non era facile vedere gioia o tristezza, troppe cose erano passate sotto i suoi occhi, un tempo neri e profondi, ma davanti ad un Segno come quello persino le lunghe crepe del suo viso non potevano che addolcirsi.

    Dimmi, cosa hai visto questa volta?

    I suoi occhi si accesero, una luce timida, come una fiamma appena nata in un nido di paglia.

    Mmmhhh… L’uomo senza nome non credo accetterà mai nulla da te, da nessuno, è solo e crede che lo sarà per sempre.
    Mmmhhh… è possibile che sia più vecchio di quanto sembri?


    Esitava non perché ragionasse, ma perché doveva ricordare una sensazione che da poco aveva imparato a collegare ad un’informazione.

    Possibile…
    E gli altri due?


    Erano sinceri, ma non puri quanto lui.

    L’Archivista gli fece un altro cenno e il bambino gli si accostò.

    Fatti guardare.

    Ciò che per gli altri era poco più del riflesso di un’intuizione per lui era qualcosa di noto, qualcosa di tardivo che nei suoi occhi era giunto insieme alle cataratte, ponendo un velo d’attesa sopra a tutti i suoi sogni.
    Un destino crudele il suo, non avere ambizioni per una vita intera e svilupparle solamente quando si otteneva lo strumento per realizzarle, ma non abbastanza giovane da sfruttarlo.

    Iniziavo a pensare che la mia fosse la peggiore delle maledizioni, vivere nell’incertezza e nella paura che ciò che avevo raccolto in una vita intera non fosse altro che polvere destinata a perdersi nel tempo.

    La vecchiaia aveva reso le mani dell’archivista simili a tralci di vite, talmente nodose e viziate dai compiti immutati di una vita intera che quando il piccolo le sentì sul viso non potè che divincolarsi leggermente, ma non perché stranito o impaurito, ne era incuriosito, divertito e gli facevano un po' il solletico. E quando l’anziano lo strinse tra le mani gli sorrise.

    Mi hai detto che vorresti imparare a leggere, giusto?

    Il bambino annuì

    E se oltre alle pergamene ti insegnassi a leggere il cuore delle persone?

    La domanda rapì totalmente l’attenzione del piccolo, gli anni che si posavano sulle sue spalle non riempivano nemmeno i palmi di due mani, ma era acuto a sufficienza da comprendere che nessuno oltre a quell’anziano signore poteva insegnarli una cosa simile.
    Così come l’Archivista l’aveva capito guardandolo anche lui intuì che ciò che vedeva nei suoi occhi non era il tenue luccichio dell’astuzia data da una vita inusualmente lunga, ma qualcosa che li accomunava.
    Sapeva da quel momento che per dare una risposta a quell’uomo bastava incrociarne lo sguardo e fu così che rispose.

    Da oggi il solo nome non ti basterà, avrai bisogno di un cognome, Akai.
    Ti darò il mio: Kurogane.


    I genitori del bambino erano persone semplici, gli avevano dato quel nome per via dei suoi occhi, nacque con gli occhi aperti, non succedeva spesso, ma non era neanche il primo caso, eppure lui qualcosa vedeva. Ogni volta che passava dalle braccia di un adulto ad un altro, prima di piangere o sorridere, per un momento, era in grado di Comprendere.

    Non sarà semplice il tuo cammino, ciò che ora per te è solo un’intuizione, più in là diventerà una certezza, a volte non vorrai averla, altre la benedirai, ma saprà guidarti e proteggerti da ciò che le persone sono realmente.
    Forse in futuro troverai la persona, o il modo per trovare qualcuno che ti protegga, e ne avrai bisogno, perché gli dei sono avari e dovrai capirlo subito.
    Danno un solo dono, e dovrai imparare a vivere di quello, e se reputeranno che non lo sfrutterai a dovere potranno anche togliertelo o renderlo inutile, come hanno fatto con me.
    Il tuo dono è il cuore altrui e non avrai altro all’infuori della certezza della sua natura.


    Si alzò e lo prese per mano.

    Il mio è stato la conoscenza, e fino ad oggi non sapevo cosa farne.

    Con la mano salva afferrò invece il bastone, alleviato del peso delle colpe del vecchio.

    Adesso so, che ciò che io ho compreso e scelto, tu donerai.
    Un giorno.


    Lo guardò con un tenue sorriso.

    Quando saprai, quando comprenderai.

    Fino al giorno della sua morte l’Archivista non avrebbe speso parole se non per insegnare e trasmettere, spiegare e plasmare, fino all’ultimo giorno.

    Di più non ho potuto, Akai.
    Di più sarai tu a dover fare.


    Erano passati vent’anni, e sul letto nel quale da due mesi ormai Akai doveva recarsi per ascoltare gli ultimi sussurri di una vita che si spegne giaceva più di un maestro.
    Davanti a lui si spegneva l’ultima luccicanza, la stessa che aveva allungato la vita dell’archivista quanto bastava da riconoscere in Akai un uomo in grado di fare del suo sogno realtà.

    Segui l’uomo senza nome, segui il Veterano, da lui apprenderai ciò che nemmeno le pergamene, per quanto potere possano contenere, sanno trasmettere.

    Nel dirlo gli strinse il polso, una forza inaudita tanto per il vecchio quanto per un uomo nel pieno delle sue forze e dotato di buona muscolatura, senza alcuna leva era certo che stesse per rompergli l’avambraccio, ma proprio quando stava per gridare dal dolore, insieme ad un bagliore, che era certo di non aver visto con gli occhi, la presa perse vigore.

    Gli uomini sono deboli, bugiardi, meschini… sono… impauriti.
    Ma ogni cento anni nasce un puro.


    Un periodo fin troppo preciso e dal retrogusto profetico per essere più di una metafora.

    Un Puro?

    Si, un puro, ti ho insegnato cosa vuol dire, vero?

    Si, una persona retta, in grado di spingere tutti, chiunque, verso la propria direzione, i cui intenti potrebbero anche non apparire giusti.

    Il vecchio annuì, e con un sorriso pronunciò le sue ultime parole.

    E tu dovrai trovare quello giusto, perché quello verso la pace è un cammino tortuoso e pieno di insidie.

    Mentre Akai sfiorava gli occhi del suo maestro, notò che l’impronta di tutte e cinque le dita era rimasta impressa sul suo braccio.

    Cinque sono le forze, corpo e mente sono doni.

    Lunga sarebbe stata la storia di Akai, e quando ancora il Veterano non sapeva che sarebbe diventato il suo consigliere lui avrebbe dato un colore alla sua via: Cremisi.


    [“Presente”]

    Tutte le battaglie avevano un loro sapore, ma quando si combatte per un obiettivo così grande e così vicino il retrogusto era sempre quello del sacrificio.
    Akira fu il primo a muovere, forse né il suo paese né i suoi geni si adattavano ad uno spirito passionale ed irruento come il suo, sordo ai consigli del suo kage scattò verso il veterano, ma prima, con un fendente in grado di far vibrare persino la terra cercò di distrarre il trio di lacchè, causando uno sbuffo di fumo per nulla preoccupato da parte dello stratega quando l’attacco impattò su di lui.
    Tuttavia Murasaki aveva già ricevuto un ordine da una mente ben più fine della sua: doveva impedire che qualcuno interferisse col veterano.
    Il salto che gli avrebbe fatto schivare [SD 1]Schivata rif 900 (impasto bassissimo) il Crocevia dei Sentieri l’avrebbe infatti fatto frapporre tra il kiriano e il Veterano, incassando in pieno il colpo diretto al braccio dell’Unico.
    Il suono metallico, frammisto al frastuono del tuono che derivò dall’impatto rese subito evidente che lo scudo di Raijin [ST 1]Raiton: Raijin no Tate
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    L'utilizzatore può creare, in corrispondenza di un avambraccio, uno scudo di fulmini circolare di dimensioni pari a 2 Unità. Lo scudo ha potenza pari a 40 e dura fino al termine del round. Lo scudo consente di annullare le tecniche a contatto con esso come se toccate.
    Tipo: Ninjutsu - Raiton
    Sottotipo: Supporto
    (Consumo: Alto)
    [Richiede Scudo di Raijin III]
    [Da chunin in su]
    era stato nuovamente evocato.

    La prossima volta scriverai un bigliettino per rendere più chiare le tue intenzioni?

    Quella difesa così efficace però non avrebbe terminato in quel momento la sua utilità, Akira infatti voleva sfruttare la sua posizione per un fendente aereo, e nonostante Murasaki avesse qualche metro di svantaggio questo non gli impedì di tendere il braccio in cui vestiva lo scudo e lanciarlo a protezione del Veterano, questa volta però non si udì lo stesso scenico rumore: la tecnica era infatti stata totalmente annullata [SD 2]Abilità annullamento dello scudo +
    Il mio Braccio è il mio scudo
    Arte: l'utilizzatore può sfruttare l'abilità d'annullamento dello scudo anche se non direttamente a contatto con esso.
    Consumo: Bassissimo
    e la lontananza del nemico gli avrebbe impedito di attaccare nuovamente [Nota]Dopo un metro e mezzo di distanza a cui ti spara la prima tecnica, qualche metro di caduta libera, è improbabile che il veterano sia ancora a tiro delle tue lame

    [Murasaki]

    Il destino però pareva non avesse ancora finito di regolare i conti con Murasaki, mentre riguadagnava il terreno infatti, Kato aveva appena concluso il suo spostamento minacciandolo con una salva di 3 kunai, nulla di cui il suo scudo, in caduta libera verso il braccio alzato e pronto ad afferrarlo, non potesse occuparsi. [SD 3]Parata scudo potenza 40 + resistenza 775
    In a quel punto si rese conto che erano gli intrepidi accademici a caricare e non viceversa, e sarebbe stato un flusso che non si sarebbe lasciato sfuggire, contrariamente a quanto ci si potesse aspettare infatti avrebbe azzerato la distanza tra se e Kato, caricando letteralmente l’onda assordante, annullandola [ST 2 + SD 4]spostamento/ carica verso Kato + annullamento ed utilizzando il suo avversario come scudo umano, cosa che avrebbe pesantemente penalizzato gli attacchi nei punti cechi.
    Ed infatti il fastidioso teleporter si trovò il suo stesso alleato tra i piedi, rendendo impossibili gli attacchi a stomaco e ginocchio mentre Kato tentando il lancio a quella distanza riuscì a conficcare malamente l’arma nella spalla avversaria, pur senza danneggiarla gravemente [Ferita]Mezza leggera spalla
    Ma era solamente l’inizio dell’ondata di attacchi che lo aspettava, ed il piccolo teleporter stava iniziando a dare spettacolo.

    Murasaki-san, coraggio.

    Poche parole, gelide, non si sa se di incitamento o di monito, ma il ninja dai capelli viola ne parve ulteriormente rinvigorito. [Abilità E]resistenza murasaki + 2 riflessi +1

    Siete tediosi!

    Il braccio si irrigidì mentre il pugno si stringeva attorno all'impugnatura dello scudo.
    Per quanto il ragazzetto si teletrasportasse pareva non avesse ben chiare le capacità di quello strumento che avrebbe sostituito Kato, probabilmente in grado di farsi da parte, ed accusando tutti gli attacchi senza un grande sforzo da parte di Murasaki.
    Per quanto Kunihiro fosse capace di teletrasportarsi infatti tutti gli attacchi erano frontali ed una leggera incurvatura della schiena dietro allo scudo fu sufficiente a porre la protezione tra lui e le spade avversarie, certo qualcosa era in grado di passare attraverso quella difesa di chakra, ma la sua pelle era assai temprata e quei graffi non sarebbero bastati ad impensierirlo. [Ferite]Res. 825 + impasti vari (basso) 900
    danni totali ferita medio grave suddivisa tra i vari attacchi


    Mi ronzi attorno così inutilmente che ti darei della mosca se questo non facesse di me qualcosa di sgradevolmente maleodorante.
    Probabilmente sfogliando un libro con i piedi mi sarei fatto più male.


    Quando shin piovve dal cielo aveva già gli occhi puntati su di lui

    Oh, è arrivato l’ultimo della classe.
    Postazione affollata nei ranghi accademici, non temere.


    Schivò l’attacco senza troppi problemi [SD 5]Riflessi 875 spostandosi lateralmente, solo per vedere l’avversario sparire dinnanzi a lui, ed immaginandolo sprovveduto come Kunihiro mise lo scudo a protezione dell’addome: inutilmente.
    Shin era stato infatti più accorto, portandosi alle sue spalle e solamente il rumore della spada che sgretolava il suo scudo gli permise di reagire.
    Le due tecniche si annullarono a vicenda, rendendo il fendente niente più che un fendente, ma questo non toglieva che era dotato di una potenza mostruosa che se non arginata gli avrebbe fatto perdere i gioielli.
    La mano sinistra sarebbe scattata verso il basso, rivestita da un parabraccia sarebbe riuscita a bloccare la lama, ma la mano non si sarebbe salvata, il fuoco della foglia, quella follia suicida che avevano inventato nelle terre del fuoco gli avrebbe tagliato la mano per il lungo fino a poco sopra il polso: quella era la misura della forza del Loto e di Shin, sufficiente ad infrangere lo scudo di Raijin. [Ferita]Grave alla mano + sanguinamento (DnT medio)

    AAAAAARGH maledetto!
    E!
    EEEEEE!
    DALLE TUTTE A ME!
    TUTTE!


    [E]

    Dopo l’atterraggio successivo al salto [SD 1]Schivata riflessi 800 scambio con intuito + occhio dell'imperatore per evitare l’attacco dell’acquoso kiriano, possibile anche in carenza di riflessi grazie anche alla semplicità di quest'ultimo, l’acuto generale intanto aveva il suo da fare con un’impegnativa selva di attacchi, fortunatamente a nessuno degli accademici venne in mente di agire in controtempo alla tecnica del sunese che venne quindi facilmente evitata con un semplice movimento laterale [SD 2]Schivata riflessi 600 dopotutto tra i due intercorreva una differenza di potere troppo elevata perché gli attacchi in solitaria fossero una minima minaccia.
    La preparazione di E infatti era sufficiente permettergli anche di deflettere lo shuriken diretto al viso con il dorso della mano [SD 3]Deviazione/parata riflessi 600 e lasciandosi addirittura ferire da quello diretto al torso [Ferita]MezzoLeggera Resistenza 600.
    Discorso differente per la scimitarra [Nota]non è propriamente un arma da lancio, quindi non efficacissima, soprattutto con questo divario di abilità che venne afferrata a mezz'aria [SD 4]Riflessi 600 + occhio dell'imperatore = 725per poi far fluire in essa una quantità di chakra sufficiente a tagliare in due lo squalo del kiriano, [SD5 ST 1-2][lame di chakra + mortificazione]
    Forza 725 (scambiata con intuito)
    + scimitarra (totale 1.5m)
    + 10 (lama di chakra)
    + Occhio dell'imperatore rif. 725
    (slot azione convertito)
    deflettendo per puro caso l’esplosione verso lo stratega che sfarfallò per un secondo, guardando in cagnesco E.

    Oh!
    Mi perdoni, non avevo visto quella fastidiosa cartabomba.


    Il solito tono pacato e gentile che però non ammansì lo stratega che, senza nemmeno un gesto spense una piccola fiammella sul suo abito, come se l’avesse soffocata solo pensandolo
    In qualche modo una parte di lui era stata lesa. Quantomeno dei suoi abiti.
    Distratto dalle doverose scuse E avrebbe incassato gli attacchi di Shin, opponendosi con poco più di alcuni impasti per sopportare il dolore [Ferite]Resistenza 800 (scambiata con intuito) + impasto Basso con un sorriso che, in quella situazione, non poteva che risultare sinistro.

    Ti impegni proprio tanto.
    Bravo.


    Possibile che calci di quella potenza non avessero sortito effetto su di lui?
    Decisamente no, aveva infatti usato entrambe le volte gli avambracci per mitigare la potenza del colpo, ma nonostante tutto manteneva un contegno incredibile, che avesse un secondo scopo? [Ferite]Ferita MedioGrave ad entrambe le braccia
    Stava addirittura per tendere la mano e afferrarlo quando questo estrasse un kunai già armato con una cartabomba, un attacco insidioso a quel punto, ma a cui poteva...

    ...DALLE A ME!
    TUTTE!


    Si arrestò abbassando la guardia, mostrandosi quasi felice di ricevere l’attacco.
    Per un momento sarebbe stato doloroso, certo, ma Murasaki a quel punto avrebbe potuto far vedere di cosa era capace lo scudo di Raijin quando si abbatteva sull’elmo.
    La cartabomba esplose, portando via carne e ossa e carbonizzando ciò che restava, ma un curioso processo di guarigione era in atto: le ferite infatti si rimarginavano come se una saetta stesse rimettendo le cellule al proprio posto una per una, e mentre crepitava sulla pelle di E questo veniva connesso a Murasaki, ormai in ginocchio per i danni subiti, non solo suoi, un braccio era tutto sommato recuperabile, ma anche i potenti calci di Shin, che la sua resistenza poteva comunque mitigare, e la cartabomba che lui stesso aveva chiesto a E di subire.
    Sarebbe molto probabilmente morto a breve, ma qualcuno l’avrebbe seguito. [ST 3]Sigillo di Raijin
    Villaggio: Kumo
    Posizioni Magiche: 5 (disegno)
    L’utilizzatore può scambiare la propria vitalità ed energia vitale con un bersaglio alleato su cui ha imposto il proprio sigillo, curando fino ad una ferita critica.
    Il bersaglio può decidere quali ferite curare.
    Tipo: Fuuinjutsu
    Sottotipo: Speciale
    (Consumo: MedioBasso)
    [Richiede Scudo di Raijin III]
    [Da chunin in su]
    (imposto precedentemente)

    Saigo no Kaminari
    Villaggio: Kumo
    Posizioni Magiche: 5
    L’utilizzatore può provocare una detonazione elettrica incentrata sul suo corpo con potenza pari a 60 entro un raggio di 10 metri, causa Assordato e Accecato.
    Se esaurito il sigillo del protettore nel medesimo turno può caricare l’esplosione duplicando il raggio e la potenza, non saranno richiesti sigilli. Ha velocità di propagazione pari alla resistenza dell’utilizzatore.
    Tipo: Ninjutsu - Raiton
    Sottotipo: Emissione
    (Consumo: Elevato)
    [Richiede Scudo di Raijin III]
    [Da chunin in su]

    Resistenza: 825

    Completato il sacrificio di Murasaki vennero evocati altri due tesori della potente divinità del fulmine: il suo taiko ed il suo martello.
    L’impatto fu assordante, ma gli effetti sarebbero stati ancora più devastanti, il frastuono però era solamente una parte, dal tamburo infatti andava propagandosi una vera e propria sfera di fulmini la cui intensità era ben visibile, chiunque fosse stato colpito, alleati esclusi, sarebbe stato carbonizzato, se non totalmente quantomeno gravemente.
    Era l’ultima parola di Raijin, morto per la vittoria del Veterano.
    Crollò a terra, gli occhi già sbiancati, il corpo fumante, forse annichilito da quell’ultimo immane sforzo.
    Ma se gli accademici non avessero focalizzato tutta la loro attenzione sulla morte saettante che gli correva incontro si sarebbero accorti che il suono del cranio di Yobu che andava in frantumi era stato coperto proprio dal tuono generato da Murasaki.
    Tutta quella luce aveva aggiunto un macabro dettaglio della scena: la testa dello scienziato era stata spremuta come un cachi maturo mentre le sue braccia ricadevano prive di vita lungo i fianchi, il corpo ormai morto sarebbe stato abbandonato alla distruzione di Murasaki, ma il potere della vita era ormai in mano al Veterano, inarrestabile grazie all’interruzione di Akira e alla difesa del gigante viola.
    In quel luogo senza tempo ora era la figura del Prescelto a svettare su tutti, la luce prodotta dal ninja dai capelli viola parve non volersi estinguere addosso al corpo del Veterano, restava viva in lui, se per un istante avessero ignorato chi si ergeva dinnanzi a loro avrebbero quasi potuto immaginare che quella presenza fosse benevola, ma il sorriso sinistro che ne piegò i lineamenti avrebbe cancellato ogni dubbio: era fiero di ciò che aveva ottenuto, empio di un potere che diventava sempre più ineguagliabile.

    Murasaki…

    Tese la mano verso di lui, un fugace bagliore e quelle braci di vita si adagiarono sul suo possente braccio.
    Quell’uomo era sicuramente più alto del generale di mille battaglie, ma questo lo teneva come se fosse un bambino, con la testa che inerme cadeva oltre il braccio, mentre le gambe si adagiavano al suo ginocchio.

    …grazie.

    Dalla mano destra, quella libera, una luce, piccola ma insondabile per via della sua intensità, si spostò verso il corpo del ninja ridandogli fiato, qualcosa di inascoltabile talmente era sofferto e affaticato, ma indubbiamente vivo!
    Quella non era carità, era una dimostrazione di potere che gli era capitata a portata di mano.

    Stratega.

    Il corpo del fedele shinobi non fece quasi a tempo a scomparire, portato chissà dove dallo Stratega, che il segno dell’ennesima regola violata dal Veterano si palesò ai presenti, sembrava quasi l’eco di un tuono, un tremore lontano, come un terremoto che si avvicinava un passo alla volta, ma non fece vibrare quella gabbia di energia, la spezzò!
    Fuori dalla stessa era difficile comprendere cosa ci fosse, un miasma indistinto che ogni qualvolta ognuno di essi avesse provato a focalizzare la vista, anzi, ancor prima il pensiero, avrebbe restituito immagini diverse, come se queste giungessero come risposte inviate in qualche modo da qualcuno. Dopo un turbinare indistinto di informazioni quel ciclone si stabilizzò in maniera leggermente differente per ciascuno di essi e ognuno di loro ricevette stralci di vite che non gli appartenevano.


    [Un tempo indefinito, primo veterano]

    Akai era in piedi, davanti al generale senza nome che non aveva richiesto nulla all’archivista.

    Veterano, mio signore, questo non è un potere che prendete in prestito, va guadagnato, le pergamene non sono una fonte certa di potere, in mano ad uno sprovveduto, ma anche ad un esperto combattente senza i giusti mezzi risulterebbero inutili o addirittura controproducenti!
    Il sapere al loro interno è una mera indicazione, solo mediante la conoscenza personale è possibile apprezzarne la vera nat…!


    Ho detto no.
    Metti via quei rotoli, il destino mi ha donato una giovinezza che ad oggi non sento ancora sfiorire, nonostante abbia combattuto al fianco dei nipoti dei guerrieri a cui il mio scudo ha evitato la morte, le mie mani hanno impugnato lance e vessilli tante quante le righe che le tue dita hanno seguito in questi anni e forse anche di più.
    Non bramo l’eternità, porterò a termine il mio compito nel tempo che mi è stato concesso solo con la forza con cui sono stato benedetto.


    Così sia, mio Signore.

    Non c’era astio nelle parole di Akai ma consapevolezza: la via Cremisi non si sarebbe certo interrotta con la testardaggine di un singolo uomo.


    [Un tempo indefinito, 20 anni dopo, primo veterano]

    Qualche tempo dopo Akai mostrava i segni di un primo invecchiamento, ma il mondo attorno a lui era differente, i vestiti suggerivano che gli anni erano passati molto più rapidamente attorno a lui che non addosso a lui, era impegnato a tracciare i dei sigilli in un luogo che quella visione sembrava mostrare senza confini, ma era possibile vedere che al centro giaceva il veterano esanime, chiaramente segnato dal tempo al pari di un centenario, ma con un corpo ancora possente e sicuramente in grado di sottomettere un normale guerriero nel fiore degli anni.

    Niente andrà sprecato, tutto sarà ereditato.
    Le vite che non ti sei accorto di rubare sono sicuramente più di cinquecento, veterano, e ciò che hai fatto non sarà dimenticato, ne dal tuo corpo ne… da te stesso.
    Grazie al sangue.


    Quei sigilli raccoglievano qualcosa, preparavano un dono per prossimo Puro, qualcuno che Akai avrebbe educato personalmente, qualcuno che avrebbe accettato un dono.


    [Un tempo indefinito, le pietre del potere]

    Dentro al laboratorio si sentiva esclusivamente il continuo rollare di una pietra da affilatura quando l'artigiano lavorava, e le sue opere le migliori le faceva solo la notte, la luce del giorno infatti creava troppi riflessi nelle gemme.
    Da quell'oscurità spuntò Akai, il maestro gli era stato indicato come il migliore nel suo lavoro, anche se non accettava tutte le richieste, ciò che creava andava ben oltre il pericoloso se usato in maniera impropria.

    Sembra che tu sia il mastro intagliatore più talentuoso qui, fai anche gioielli su richiesta?
    Se ti mettessi al corrente di una tecnica particolare accetteresti di lavorare solo per me?
    Una tecnica unica in grado di fare a meno di quelle primitive scritture che ti tolgono la vista per essere incise.



    [Un tempo indefinito, secondo veterano]

    Akai era ora dinnanzi ad un consiglio di guerra, stese sul tavolo delle mappe sul quale gli esperti pontificavano senza certezze su quali strategie applicare, ma con perdite comunque importanti nonostante le vittorie, il suo momento giunse solamente quando tutti lasciarono la stanza.

    La pace sembra sfuggirle ancora di mano, mio Signore.

    Si maestro, per quanto io mi stia impegnando ancora non riesco a vedere una linea certa in cui poter far passare la mia lancia e disperdere il nemico, posso pregare e chiedere aiuto in eterno, nessuno mi risponderà.

    Oh, le battaglie spesso si vincono con l’esperienza, un vero peccato che non ci sia il modo per recuperare quella dei grandi generali del passato.

    Non ci fu alcuna proposta, ma quando la mano di Akai si schiuse le memorie del precedente veterano erano li, e chiamavano a gran voce il nuovo Puro che dalle sconfitte aveva appreso la modestia.
    Qualità che comunque non sarebbe stata sufficiente, le memorie si dimostrarono complesse da gestire, conflittuali, ragione per la quale era meglio convertirle in nozioni più che in veri ricordi, in modo da non intaccare le nuove menti ospitanti facendole maturare senza correre il rischio di perdere un elemento così importante come lo era questo eletto, divenuto comunque in grado di guadagnarsi il sangue necessario al suo ritorno.


    [Un tempo indefinito, terzo veterano]

    Le nuove memorie permettevano ora al Veterano di acquisire esperienze fondamentali per la vittoria, apprendendo dalle precedenti sconfitte, ciò che per loro fu disastroso erano i nuovi doni, il corpo non era in grado di gestire poteri che scavalcavano l’ordine naturale delle cose, era necessario un medium, qualcosa che proteggesse il corpo ma facesse fluire volontà e pensiero.
    Un pugno che potesse gestire il potere… un guanto che nel presente solamente due shinobi avevano visto.


    [Un tempo indefinito, ??? veterano presente]

    Le memorie e l’intervento di Akai nell’educazione dei puri iniziavano a produrre una coscienza sempre più coerente, in grado di integrarsi con le nuove memorie, fino all’arrivo di un corpo in grado di sostenere il potere.

    Qui, Stratega, sono presenti le memorie di migliaia di battaglie, più di quante siano mai state vissute o raccontate, qui c’è la vittoria, l’eredità, lo strumento.
    E il mio arrivo.
    L’archivista non sapeva che la nostra vita può legarsi ad uno scopo.


    Il tempo, aveva la curiosa abitudine di ripetersi, così come ad Akai fu lasciato il testimone proprio nel letto di morte lui l’avrebbe passata allo Stratega, l’uomo dall’intelletto più fine che avesse mai conosciuto.

    Consegnalo al generale quando riterrai che sarà giunto il momento.
    È in grado di sostenere il rituale, il suo corpo sarà immortale, potranno separarlo da esso, ma lui non perirà mai, lui tornerà…


    Il suo polso era ora libero da qualsiasi impronta.
    Poi ci fu un momento di ripensamento, o rimorso, qualcosa in grado di far piangere un uomo che aveva scrutato migliaia di cuori alla ricerca della purezza, e visto migliaia di vite.

    Perdonami, perdonami, perdonami.
    Con tutto me stesso desideravo che il tuo corpo fosse in grado di resistere, sono stato accecato dalla speranza di aver trovato una persona il cui cammino fosse inciso nell’acciaio.
    Non avrei dovuto rilasciare l’indice dal mio polso, non in quel modo, ma tu puoi guidarlo, possiedi anche tu le sue memorie, ma sei più accorto, più fine!


    Forse quello non sarebbe stato il letto di morte di Akai, non quella sera quantomeno, non fino a quando pronunciò quelle parole che lo soffocarono per mano dello Stratega, insieme ad un segreto che sarebbe morto con lui.
    Non si sarebbe mai saputo se ad essere sbagliato fosse il metodo, il soggetto oppure il fatto che in qualche modo fu in grado di conservare se stesso nonostante l’innesto delle memorie, ma fu proprio con i suoi occhi che videro il rituale con il quale queste venivano innestate nel veterano Presente


    [Un tempo indefinito, ??? veterano presente]

    Al centro del medesimo rituale che aveva ridotto lo stratega nello stato attuale adesso non c’era il suo corpo, debole e non predestinato a trovarsi lì ma il Veterano che il destino aveva designato come degno, o forse era il caso di dire che la genetica l’aveva scelto.
    Potevano vedere il rituale con gli occhi dello Stratega ma oltre all’ultima parte del processo sapevano solo che la storia di questo veterano era iniziata in un altare nelle terre di Kumo, potevano vederlo ergersi al centro di un momento durato secoli che pareva materializzarsi per dargli forma.

    Mio signore.

    Lo destò il suo mancato predecessore.

    È tempo per il rituale dei cinque pilastri, ora è in grado di sopportare il chakra che le appartiene di diritto.
    Siamo pronti a rilasciare il pollice.
    Dopo sarà in grado di controllarle senza limiti.


    Quello dei cinque pilastri era un rituale che sacrificava cinque persone descritte, ma mai indicate personalmente da Akai, cinque persone in grado di rappresentare una stirpe, che si sacrificassero per donare al Veterano un chakra in grado di controllare a pieno ciò che le pergamene offrivano.
    Ma senza la guida della vera conoscenza, senza lo strumento preciso, anche una mente antica come quella del veterano, anche una mente fine come quella dello stratega poteva sbagliare e mancare l’obiettivo, trasformando il rituale di creazione di un biju in una maledizione che sparse il loro signore in cinque angoli remoti del globo.
    Il potere andava gestito, la carne immortale era una soluzione all’eredità delle memorie, ma non riusciva a contenere ciò che era destinato ad una pietra del potere, il cui senso d’essere nel creato era fornire una base indistruttibile al contenuto delle pergamene, qualcosa che Akai aveva già predisposto, malgrado loro non sapessero.

    Il quinto errore è stato compiuto.
    La quinta vita è stata consumata.


    Le profezie avevano uno strano modo di consumarsi.


    [Presente]

    Intanto il Veterano pagava con il dolore l’assenza dello strumento che gli permetteva di controllare il potere, ogni qual volta utilizzasse le pietre una lunga ferita gli lacerava il corpo quasi come se si strappasse, a volte non era neanche visibile tanto si rigenerava in fretta, ma quell’aura cremisi che adesso lo avvolgeva altro non era che il sangue perso nel processo.
    Non si sarebbe abituato in fretta a quella mancanza, e per quanto gli accademici ne sapessero il suo potere non era ancora all’apice, il Veterano non poteva ancora attingere ad un’illimitata fonte di chakra, segno che qualcosa poteva essere fatto per evitare il peggio, ma non quel giorno.
    Quel giorno il Veterano avrebbe aperto un passaggio ed insieme ai suoi si sarebbe dileguato, lasciando che il tempo si curasse da solo e rispedisse tutti i partecipanti di quella battaglia senza tempo da dove erano venuti esattamente quattro mesi dopo l’apertura della rottura con un'unica certezza: ritardare ulteriormente li avrebbe probabilmente costretti a pregare un nuovo dio.




    Alcune Distanze potrebbero non tornarvi, ma ho fatto parecchia fatica a trovare nei post delle indicazioni a riguardo, potrebbero esserci errori quindi un pò per deduzione un pò per semplificazione, non trovando strategie basate sul posizionamento, ho semplificato il tutto mettendovi gli uni davanti agli altri ad una distanza da corpo a corpo


    Edited by F e n i x - 9/10/2019, 09:57
     
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    Mondo Senza Tempo


    III

    Il mondo senza tempo intorno a loro iniziava ad andare in frantumi, sciogliendosi nel nulla. Avevano combattuto con tutto ciò che avevano. Avevano fatto la loro parte. Ed avevano fallito. Quel retrogusto amaro non era loro nuovo, ma da quel giorno sarebbe rimasto nei loro cuori, ad avvelenargli l'anima. Il giovane, nel passato come nel futuro, aveva un solo obiettivo. Diventare più forte. Un solo ideale. Proteggere ciò che aveva di più chiaro. Un sogno, ancora una volta distrutto dalla realtà. Non era forte. Non poteva proteggere nessuno.

    Il Kinryu proveniente dal Paese delle Valli aveva superato se stesso, trascendendo l'umano per un fugace istante, un istante soltanto, ma in sufficiente a raggiungere il suo scopo. Un sacrificio folle in grado di realizzare l'impossibile, di avere la meglio contro un nemico tante volte superiore a lui. Acciaio, ossa e sangue si mescolarono. Con il corpo tremante, grondante sudore e sofferente, Shin si allontanò di qualche passo mentre Murasaki urlava di dolore e dall'ira più nera. Poco più in là in Kinryu richiamato da Soyo riuscì a eludere la guardia di E, sebbene con effetti più ridotti del previsto. Almeno la cartabomba era andata a segno, pensò. Ma l'ennesima delusione era dietro l'angolo. Il volto deformato dall'esplosione sorrise in modo raccapricciante mentre iniziava a ricostruirsi. Come per magia, una stregoneria che andava oltre al semplice uso del chakra. Allo stesso tempo il corpo del Raijin prese a brillare, con archi elettrici che ne ricoprivano la pelle virante verso il bianco puro, simile alla luce.

    Non serviva essere uno shinobi esperto per capire che non era niente di buono. D'istinto arretrò con un balzo all'indietro, prima ancora di soppesare le diverse opzioni. In quei pochi istanti la mente del Kinryu ne prese in considerazione almeno quattro, ma due richiedevano un dose di forza che al momento non possedeva. Il suo corpo si rifiutava di muoversi come avrebbe dovuto a causa degli effetti collaterali della sua tecnica proibita. In condizioni migliori avrebbe interrotto sul nascere la minaccia. O l'avrebbe affrontata con una delle sue taijutsu, in grado perfino di tagliare il chakra. La soluzione migliore probabilmente era render fede al suo nome ed allontanarsi in un lampo. Una rapida occhiata alle sue spalle tuttavia lo fece subito desistere: dietro di lui c'era non solo il se stesso del passato, ma anche altri alleati tra cui il vecchio Kato. Lui poteva cavarsela, ma che ne sarebbe stato di loro? Spinto dall'istinto più che dalla ragione, si piantò di fronte al nemico con le braccia allargate mentre la cascata di fulmini si allargava in ogni direzione, travolgendo qualunque opposizione [Slot Difesa]Presenza di Spirito
    Villaggio: Konoha
    Posizioni Magiche: Nessuna (4)
    La maschera può circondare l'utilizzatore di un'aura di fuoco per poi emettere un'esplosione di fuoco entro 6 metri dall'utilizzatore. La potenza dell'emissione è pari a 20. Spirito Selvaggio può attivarsi senza la volontà dell'utilizzatore, attingendo comunque dalla sua riserva di chakra; l'attivazione spontanea dipende dalla volontà della maschera, che tende a difendere l'utilizzatore. Può essere utilizzata spendendo slot tecnica anziché slot tecnica avanzato. Tipo: Ninjutsu - Katon
    Sottotipo:
    (Consumo: Medio)
    [Da genin in su]

    Maschera della Volpe [Protezione]
    La Maschera della Volpe copre il volto del suo utilizzatore, lasciando scoperti solo gli occhi. La maschera protegge il viso e l'intero corpo dell'utilizzatore tramite uno strato di chakra della maschera stessa; la potenza di altre protezioni non è cumulabile con quella della maschera, varrà solo la maggiore. Per il calcolo della rottura, la potenza difensiva è considerata raddoppiata (x2); non aumenta il suo potenziale difensivo. Tipo: Protezione - Protezione
    Dimensione: Mediopiccola
    (Potenza: 20 | Durezza: 5)
    [Da chunin in su]

    Corrente dei Mille Falchi - Chidori Nagashi
    Villaggio: Oto
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    L'utilizzatore è in grado di fa fuoriuscire da tutto il suo corpo una scarica elettrica. La potenza è pari a 30 e coprirà tutti coloro entro 3 metri dall'utilizzatore; può causare una Semiparalisi per 2 round a due arti.Tipo: Ninjutsu - Raiton
    Sottotipo: Emissione
    (Consumo: Alto)
    [Da chunin in su]

    Impronta di Chakra Elettricità [2]
    Talento: L'utilizzatore ottiene l'impronta Elettricità. È possibile avere massimo 3 impronte di Chakra. L'impronta aumenta di +10 la potenza delle tecniche avanzate di tipo Raiton, il potenziamento è doppio se fronteggiate Doton. Non è possibile sfruttare le altre abilità "Talento" in combinazione.[Da chunin in su]

    Taijutsu Difensive [2]
    Maestria: L'utilizzatore guadagna una protezione naturale contro ninjutsu pari a 20, per 2 round, se utilizzata una taijutsu. Non è cumulabile. [Da chunin in su]

    [Malus] -1 Resistenza (Loto Posteriore)
    [Impasto] Basso +3 Resistenza
    [Loto della Foglia] 1/2 Basso +3 Resistenza

    Totale Potenza Difensiva: 125
    .

    Dietro di me!


    Quando l'inferno di fulmini si fu placato fu subito chiaro. Akira e il Mizukage avevano fallito, nonostante il disperato tentativo di un impossibile salvataggio in extremis. Il Veterano era riuscito nel suo intento, ponendo fine alla vita di Yobu ed impadronendosi della gemma incastonata nella sua fronte. Ansimante per lo sforzo che l'aveva lasciato provato, ma tendenzialmente illeso, Shin alzò gli occhi e rabbrividì. L'aura di maestà che già avvolgeva il nemico si era ulteriormente espansa, gettando i presenti nello sconforto, schiacciandoli nella soggezione. Ed infine, a suggellare quel momento, mostrò loro un miracolo. Dopo tempo e spazio, anche vita e morte persero di significato alla presenza del Veterano. Un istante più tardi, la realtà stessa smise di esistere come la conoscevano.

    Travolto dai ricordi di una vita, anzi molte vite, non sue, l'identità del giovane fu ad un passo dall'andare perduta. Più delle ferite ricevute in combattimento, fu tutto ciò che vide a farlo gridare di dolore. Troppi anni, troppe memorie da gestire per un ragazzo così giovane. Un vortice di persone. L'Archivista, Akai, il Veterano, lo Stratega. Cosa stavano cercando di ottenere? A Shin era parso di udire più volte la stessa parola. Qual'era? Forse... Cercò di afferrare quel frammento di tempo ormai perduto, di metterlo a fuoco. Pace. Sì, la parola era pace. Ma non aveva senso, non poteva essere. Non la pace come la intendeva lui. C'era altro, sicuramente, che rimaneva celato dietro le nebbie del passato. Ma ciò che era peggio non era quello, piuttosto quello che doveva ancora venire. Un oggetto per catalizzare quel potere già di per sé smisurato. Pergamene. Profezie. Un destino oscuro li attendeva, e non c'era nulla che potessero fare per impedirlo. Il Kinryu tornò lucido con uno sforzo di volontà. No, non era vero. C'era sempre una speranza. Anche se la loro sorte sembrava segnata, fin che avessero avuto fiato avrebbero comunque provato a cambiarla.

    [Chiusura Soyo]


    Il giovane Shin, o meglio l'unico Shin di quel tempo, genin di Konoha sopravvissuto al terribile attacco del suo Villaggio solo poco tempo prima, testimone della sconfitta della Foglia, tornò a Soyo con un fardello ancora più grande sulle spalle. La loro missione nel Paese dell'Erba gli appariva ora ridimensionata, talmente piccola da sembrare insignificante. Yobu, che avevano promesso di proteggere, era morto in un luogo che non esisteva più, e che forse non era mai esistito. Gatou, il fiammeggiante imprenditore nonché genio criminale, era scomparso. Dei nukenin nessuna traccia, né avrebbero avuto più alcun motivo di proseguire il combattimento iniziato... Quattro mesi prima. Fu ciò che appresero con sgomento gli Accademici che avevano attraversato insieme l'inferno. Gli occhi del giovane erano spenti, incapaci di fissare lo sguardo perfino su Kato, amico e compagno di mille battaglie, tanto meno su Kairi. Che cosa gli aspettava ora? Quale sorte sarebbe toccata al loro mondo? Eppure, man mano che si allontanavano dalla città, la mente gli si fece più leggera, e sulla sua memoria calò una patina d'oblio. Un effetto ritardato del viaggio nel tempo? O un modo della realtà per mantenere un minimo di coerenza? Forse era un altro lo Shin che si sarebbe dovuto accollare quel peso. Pari a quello del mondo intero.


    [Chiusura Paese delle Valli]


    Il paesaggio intorno a loro era così diverso da far credere al gruppo di Accademici di essere in un luogo sconosciuto, di fronte ad un'altra minaccia forse. Invece, quella era proprio Eiga, la capitale del Paese delle Valli. Non che al chunin di Konoha interessasse particolarmente. Lentamente, si sedette a terra a ridosso di un muro, stringendo a sé Anzu, la più fedele delle kitsune, ancora in forma di katana.

    Ciò a cui aveva appena assistito era folle, ben al di là di ciò che un ragazzo poteva non solo gestire, ma anche solo metabolizzare, almeno nel breve periodo. Ci avrebbe messo mesi a richiamare distintamente alla memoria ogni passaggio di ciò che era avvenuto, in particolare delle visioni che avevano invaso la sua mente mentre tutto si dissolveva. Di tanto in tanto sarebbero riemersi, sotto forma di incubi, facendolo svegliare di soprassalto nel cuore della notte così come era avvenuto nelle settimane successive all'attacco alla Foglia. Infine, col tempo avrebbe riunito le immagini, e il vero senso di ciò che avevano osservato sarebbe stato chiaro. Solo l'incredibile resilienza della gioventù gli aveva impedito di uscirne completamente spezzato, ma ciò non di meno il Kinryu era stato piegato.

    Chi prima, chi dopo, i quattro accademici si sarebbero rialzati, in quell'angolo remoto del continente, in quello che per loro era il presente. Shin avrebbe camminato come in trance, incapace di ricordare se erano stati i suoi compagni a condurli nella grande sala, o piuttosto gli abitanti del luogo che li avevano incrociati e riconosciuti. Solo quando fu di fronte al daimyo il foglioso si riebbe. Battendo un paio di volte le palpebre, mise a fuoco gli astanti, riconoscendo nelle vesti del nuovo signore del luogo niente meno che l'anziano shinobi del Lucchetto che aveva promesso di proteggere. Suo malgrado, il ragazzo si ritrovò a sorridere, sebbene debolmente, in risposta all'accoglienza entusiasta di Oro-sama.

    Solo qualche ora prima avrebbe faticato ad accettare come vere le parole che ascoltò, ma dopo l'esperienza che aveva vissuto le mandò giù senza fiatare. Quattro mesi. Tanto erano stati lontano. Non che il concetto di spazio fosse applicabile. Quella che per loro non era stata che una decina di minuti si era dilatata a dismisura nella loro realtà. Il Kinryu suppose di dover ringraziare Inari per essere ancora vivo almeno, ma nessuna preghiera si levò dal suo animo inaridito. Si limitò a chinare il capo, in segno di rispetto, mentre la gratitudine dell'uomo si riversava su di loro. Poche parole sarebbero uscite dalla bocca del foglioso, sul dovere, sulla felicità di aver fatto la cosa giusta. Vi auguro di vivere a lungo, per far prosperare questo paese e i vostri retti ideali, Oro-sama. Nonostante una minaccia oscura pendesse sull'intero continente, si potevano festeggiare quei piccoli successi? Per il momento il giovane ci avrebbe per lo meno provato. Rispose con un sorriso, lievemente più vivo, alle attenzioni di Kaede, promossa a capo della polizia. Grazie, spero che la prossima volta il soggiorno sia più piacevole. La scelta di parole del ragazzo sarebbe suonata ambigua, ma solo ad orecchi maliziosi o speranzosi a seconda dei punti di vista: ciò che intendeva, infatti, era che si augurava di non tornare a trovarli in una situazione tragica come era stata la missione appena conclusa.

    A parte quello con la ragazza e con il daimyo, i restanti saluti furono piuttosto frettolosi. Akira si dileguò dopo aver dimostrato un entusiasmo quasi fuori luogo, o meglio accettabile per i fatti di Eiga, completamente per il resto. Shin invidiò la sua forza, domandandosi da dove traesse origine. Sentiva di avere qualcosa da imparare da lui, magari in futuro si sarebbe rimesso in contatto, con la scusa di quel famoso ramen. Fu dunque il suo turno di congedarsi, non sapendo tuttavia che a casa non avrebbe trovato nessuno ad attenderlo. Un'altra morsa attendeva il suo cuore, in un futuro che forse da qualche parte si era già verificato.

     
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    La Rottura


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    Difficile descrivere le azioni che seguirono. Davvero, mi trovavo in una situazione al limite del surreale, perso letteralmente tra lo spazio e il tempo. Ero stato catapultato in un mondo ben oltre alle mie capacità di comprensione e di logica. I nemici erano semplicemente su un altro livello. E sebbene mi trovassi insieme ai miei compagni di battaglia la sensazione era netta: non potevamo nulla. Eravamo spacciati, semplicemente.

    Come prevedibile la mia combinazione di attacchi di fatto servì solo a distrarre Murasaki, lasciando quindi maggior spazio ai miei compagni decisamente più abili e forti. E nella fattispecie Shin fu in grado di inferire numerosi danni tuttavia senza cambiare l'esito di quello scontro. Certo, la scena che seguì fu abbastanza singolare.

    Quel tizio, Murasaki, si stava letteralmente sacrificando per il gruppo riuscendo in qualche a subire i danni che gli altri nemici accusavano. E continuò in quel modo fino praticamente ad arrivare al suo limite, un confine che avrebbe superato sacrificando nella massima misura se stesso e verosimilmente portandosi oltre se stesso anche i presenti!

    L'azione di Shin di portarsi davanti al nostro gruppo poteva risultare un gesto estremo ma era anche un indice di quanto pericoloso poteva diventare la situazione, così realizzando che Murasaki stava per suicidarsi in grande stile concentrai il chakra elettrico per irrobustire quanto più possibile il mio corpo e preparami al peggio. Un'esplosione elettrica circondò e coinvolse l'intera zona, difficile dire i danni che andai a subire, ma di sicuro mi ritrovai a terra incredibilmente dolorante e devastato da tale potenza. [Danni]N.B. per Fenix: l'impasto in resistenza e l'uso del Chakra elettrico considerali presenti in ogni caso, sia che la difesa di Shin mi permetta di annullare il danno o meno. Qualora la difesa di Shin non riesca a proteggere Kato ecco il calcolo dei danni:

    Resistenza: 675 (+Basso di impasto)
    Potenza esplosione: 120 -15 (Rivestire) -15 (Impasto basso)= 90 di danno


    Che dire dunque? Con estrema fatica seguii le azioni successive e con la coda dell'occhio mi accorsi che Yobu venne brutalmente assassinato e con la sua morte si andò ad incrementare ulteriormente la potenza del Veterano. Poi scomparve, portandosi dietro il suo gruppo di soldati. Che sarebbe stato di noi?

    Mi risvegliai a Soyo. E la prima reazione fu quella di vomitare, lo stress che avevo subito fu troppo forte. Avevo subito troppo da quello scontro e le visioni che mi accompagnarono in quei momenti di totale confusione: il veterano, il suo passato o il passato di molti altri. Ci avrei messo molto tempo per capacitarmi di quanto avevo vissuto, in quella forma così strana tra il sogno e la realtà. Ma di sicuro non mi sarei dimenticato quanto visto. Comunque guardandomi attorno mi reso conto di essere circondato dai miei compagni, anche essi talmente scossi da non riuscire ad esprimere parole o opinioni. Ma infondo cosa c'era da aggiungere? Eravamo terribilmente deboli, infinitamente piccoli da poter affrontare avversari del genere.

    E tutto ciò mi distruggeva. Ero stato ferito nel profondo, pienamente consapevole che le mie abilità non potevano nulla e il tempo stava scorrendo contro di noi. Se mai avessimo voluto fare qualcosa dovevamo diventare più forti e per farlo ci serviva una sola cosa: il Potere.

    Sì, avrei cercato a tutti i costi di ottenerlo.


    Tabella Riassuntiva:


    Vitalità: 7 /16 Leggere
    Chakra Residuo: 67,25 Bassi - 0,25 (S. Azione 2) -2 (S. Tecnica Avanzato) -0,25 (S. Azione 3) = 6




    Edited by ~Cube - 19/10/2019, 17:46
     
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    La Rottura


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    Parlato Kitori
    Pensato Kitori
    ##Anima Manaita##
    Narrato
    Parlato altri


    Il kiriano aveva praticamente usato tutta la sua forza ogni risorsa e abilità posseduta ma ogni suo attacco fu eluso con una facilità disarmante, solo gli attacchi di Shin sembrarono avere un qualche effetto. Ma solo per un istante, improvvisamente ogni minima ferita di E scomparve.

    Il divario tra le forze in campo era enorme, un vero e proprio abisso; Pachidermi contro formiche. Il Kuro ebbe appena un momento per rendersi conto di quanto fosse debole e così piccolo difronte a quei giganti mostruosi. Un brivido attraversò interamente il suo corpo, dopo tanto tempo la paura tornò ad affliggere le sue membra. In quel momento la paura era un dono infatti quando il biondo notò la sinistra luce elettrica che avvolgeva Murasaki pensò solamente ad allontanarsi il lontano e velocemente possibile. La sola cosa che il genin poteva fare era tentare di sopravvivere, non poteva morire non prima di abbattere Insei.

    Kitori, il più velocemente possibile, compose i vari sigilli necessari ad attivare la tecnica della sostituzione. Con l'obbiettivo di scambiarsi con uno dei kunai lanciati in precedenza da Kunihiro. [Abilità] [Slot Tecnica] [Counter-Difesa Totale] [Note]Distanza percorsa 21 metri indietro.
    Così lo shinobi del paese dell'acqua si portò a distanza sufficente da evitare di fare la fine di un toast dimenticato nel tostapane. Ma comunque il Kenkichi si ritrovo a crollare sulle ginocchia parzialmente accecato e assordato da quella tecnica assurda.

    Solo in quel momento il ragazzo scorse la brutale fine del povero Yobu: un altra promessa non mantenuta, ancora un fallimento. Successivamente il Veterano fu investito di un potere ancora più grande quell'essere ormai pareva di tutto furché umano. D'un tratto la mente del nebbioso fu invasa, squassata e pressoché travolta da una vera e propria valanga di ricordi di centinaia di vite; un esperienza scoccante. Tanto che il Kuro semplicemente perse i sensi crollando al suolo.

    Dopo un tempo sconosciuto o letteralmente indeterminabile Kitori si risvegliò e ritrovò nuovamente a Soyo con i compagni accademici lì vicino. Il volto del ragazzo fu solcato da lacrime sottili, tutto il corpo tremante: scosso da un misto di paura ed entisiasmo. Era follemente entusiasta di avere visto esseri tanto potenti: Insei non era minimamente spaventosa in confronto. Dopo tutto ciò era ancora vivo e poteva ancora sperare nulla vendeta.



    Chakra: 35/60
    Vitalità: 10/16
    En. Vitale: 20/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 550
    Velocità:  525
    Resistenza: 500
    Riflessi: 500
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 450
    Agilità: 500
    Intuito: 500
    Precisione: 500
    Slot Difesa
    1: ;
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ;
    2: ;
    3: ;
    Slot Tecnica
    1: Kawarimi no Jutsu;
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Lama Insanguinata (Livello I) × 1
    • Parabraccia in Cuoio × 1
    • Corpetto in Cuoio × 1
    • Kunai × 1
    • Rotolo da Richiamo × 1
    • Accendino × 1
    • Wakizashi × 1
    • Cartabomba I × 0
    • Tonico di Recupero Minore × 1
    • Bomba Gelo × 1
    • Tonico di Ripristino Inferiore × 1
    • Gambali in Cuoio × 1

    Note
    Equipaggiamento debilitante -2 tacche Concentrazione;
     
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    Vittoria del Veterano


    Chapter XVI - Villaggio di Soyo



    Dal momento in cui avevano messo piede dentro quel mondo astratto, il team accademico non aveva avuto alcuna possibilità di vittoria.
    Nonostante la loro superiorità numerica e la loro determinazione, il destino era ormai segnato.
    Masayoshi aveva dato tutto, ricorrendo a tutto il chakra disponibile, ma ciò che era stato in grado di fare era poco o nulla. La differenza di potere tra il sunese e il più scarso del team nemico era abissale, incalcolabile se confrontata con quella del Veterano. Il futuro Jinchuuriki vide la propria amata scimitarra cadere in mani nemiche ed essere utilizzata per tranciare a metà il jutsu acquatico del suo alleato. Non ebbe il tempo di umiliarsi, di piangersi addosso o di sentirsi spacciato.
    La sensazione di vuoto all'altezza dello stomaco testimoniava che la riserva era ormai agli sgoccioli.

    Immerso nel caos della battaglia, Masayoshi ebbe la fortuna di concentrarsi sul dettaglio più importante, ovvero i numerosi fulmini che crepitavano attorno a Murasaki, rigenerato grazie a qualche abilità a lui sconosciuta.
    Era piuttosto distante dallo shinobi, ma il suo istinto gli suggerì di fuggire, come stava facendo Kitori.
    Quando scoprì che uno dei suoi bracci era andato, paralizzato dai danni subiti, il sunese si gettò dietro le spalle del foglioso, ultima sua salvezza, che con le braccia allargate era disposto a difendere i suoi alleati più deboli.

    Impastò tutto il suo chakra a difesa del proprio corpo, dal busto al volto. [Note]

    L'ultimo suo ricordo di quel mondo astratto fu una bagliore accecante.



    Chakra: 0.5/40
    Vitalità: 6,5/14
    En. Vitale: 23-6 Braccio DX/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 400
    Velocità:  400
    Resistenza: 400
    Riflessi: 400
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 400
    Agilità: 400
    Intuito: 400
    Precisione: 400
    Slot Difesa
    1:
    2:
    3:
    Slot Azione
    1:
    2:
    3:
    Slot Tecnica
    1:
    2:
    Equipaggiamento
    • Shuriken × 2/4
    • Kunai × 0/6
    • Rivestimento Mimetico × 1
    • Scimitarra × 1
    • Cartabomba I × 1
    • Tonico di Ripristino Minore × 1
    • Tonico di Recupero Minore × 1
    • Rotolo da Richiamo × 1
    • Corpetto in Cuoio × 1
    • Bende Rinforzate × 2

    Note
    Tecnica Economica -2
    Braccio Paralizzato per i danni
     
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