La mia idea di contrattaccare allo stesso momento della copia fu corretta. Come aveva ben detto il mio clone conoscevo me stesso e se dovevo battermi dovevo colpire dove non potevo difendermi. I riflessi del mio Clan permettevano di restare sempre vigile, e attacchi concatenati erano comunque attacchi sui quali potevo lavorare, schivando o parando a dovere… ma eseguire un montante del genere in totale controtempo, quello era il mio punto debole!
Sfruttando al massimo le mie conoscenze e in particolare Nota del Dolore potevo spingermi a velocità veramente elevate, quantomeno rispetto alle mie capacità difensive. E scivolando letteralmente tra le sue braccia riuscii a colpire, sebbene non appieno, il volto della copia sfregiandola ben più di quanto era riuscito a fare contro di me.
Perse un occhio e questo sommato al colpo stesso lo rese vulnerabile. Il Chakra compresso poi fece il resto. Con la spinta indietro il Clone venne bloccato sui piedi dal bolas e nonostante l’utilizzo di Nota del Dolore per sfuggire al calcio elettrico subì comunque diversi danni ad area.
Il resto fu storia. Avvicinandomi per il colpo di grazia, nel momento stesso in cui stavo per infliggere l’attacco mortale mi accorsi che la mano del Clone stava componendo un sigillo che mi era decisamente noto. Stava giocandosi l’ultima carta, prima della parola fine a quello scontro al limite dell’assurdo.
La detonazione seguì l’istante successivo in cui spezzai il collo al mio avversario. L’esplosione investi il piede e la gamba destra, e se non fosse stato per il Chakra elettrico, avrei sicuramente perso l’arto inferiore! Tuttavia in preda ad un dolore atroce e ad una notevole confusione e disorientamento guardai verso il basso per accorgermi che la gamba e il piede erano ancora entrambi interi, seppur completamente ustionati e mangiati praticamente vivi dall’esplosione. Carne viva era esposta al vento e un odore tutt’altro che piacevole si stava propagando. Il tutto sommato al dolore che proveniva dalla faccia non era di certo il massimo. Persi l’equilibrio e caddi a terra.
- Aaaaah – urlai verso il cielo – Aaaaaah – nuovamente urlai, una lacrima scese dalla mia guancia. Era gioia… o un grido disperato di aiuto? – Aaaah… Porca puttana. Mi hai fatto male bastardo di un clone… Ma ti sbagli su una cosa: sono un figlio di puttana. Io al posto tuo… sarei scappato! - mi rivolsi così verso la persona che mi aveva portato in quelle condizioni – Fa un male cane…. Aaaaah ma è stato uno scontro divertente… sì. Tremendamente divertente! Sì IhIhIhIh! – nel mio sguardo si dipinse una vena di follia – MORTALMENTE DIVERTENTE IhIhIhIhIhIhIhIhIhIhIhIhIhIhIhIhIhIhIhIhIhIhIhIhIhIhIhIhIhIhIhIhIhIhIhIhIhIhIhIhIh!!! – presi a ridere spasmodicamente, e tra una risata e l’altra il dolore richiamava preponedemente la sua attenzione. Avevo perso la ragione… ma avevo anche imparato che il sanità mentale era riservata ai deboli.
Successivamente strisciando verso il Clone di Febh avrei imposto all’interno della sua bocca, sul palato duro, un mio sigillo esplosivo ed evocando il Maestro mi sarei aggrappato al corvo: - Portami all’ospedale, queste ferite devono essere curate. –
E mentre il Kuroi stava per prendere il volo verso il centro del Villaggio con uno schiocco di dita il sigillo sarebbe esploso, sparando pezzi di cranio e di cervella in tutta l’area circostante. Di quello scontro non sarebbe rimanere traccia, il peso me lo sarei portato solo io: con la mia memoria e con la mia esperienza.