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Brividi. Non potevo provare altro che quelli, assieme ad un senso di disgusto, ascoltando la terribile battuta di Raizen. Sì, è meglio se facciamo entrambi finta che non sia mai accaduto. Concordai annuendo.
Ascoltai la spiegazione sugli strani avvenimenti che vedevano Raizen racchiuso in un dolce fiorellino demoniaco. Certo, non si finisce mai di imparare, giovane fiore di loto. Non è male come soprannome! Magari però teniamoci per noi anche questo.
Cercai di prendere il curioso libretto che il decimo mi porse, ma lo ritrasse poco prima che io riuscissi a cingerlo, come se volesse darmi un avvertimento. Beh, di certo sarebbe utile, ma se trovassi sempre le risposte che cerco a portata di mano, dove sarebbe il gusto della scoperta? La vera conoscenza non è solo l'informazione che otteniamo, ma tutto il percorso che noi facciamo per raggiungerla. Da uomo di scienza punto ad avvicinarmi quanto più possibile ad un concetto che possa essere visto come perfetto, ma lungi da me il volerlo ottenere completamente! La strada che percorriamo è importante quanto la nostra destinazione e su di essa spesso ci sono le risposte che pensavamo di poter ottenere solo una volta arrivati. Non voglio soluzioni, solo i mezzi per raggiungerle, quindi questo è perfetto.
Presi il quadernino, conscio che lo scibile umano era ben lontano dal poter essere scritto su di esso. Vedrò di imparare e creare qualcosa di nuovo, qualcosa che nessun altro possa aver scritto.
Va bene, mi fido della tua decisione, ma ripeto che voglio conoscerli. Sono le nuove speranze di questo posto, dobbiamo garantire la loro incolumità, anche se volesse dire rinunciare al Gobi, sappilo.
Ci dirigemmo quindi fuori dall'ufficio amministrativo, quella giornata, apparentemente infinita, ed giunta al termine. Ehy, non sarebbe la prima volta che ti tieni i tuoi dubbi per te. Penso di essere abbastanza degno di fiducia oramai per poter essere considerato quasi un tuo pari sulle questioni del nostro villaggio. Sospirai. Beh, sarà meglio andare, vedo di passare dalle mura per avere meglio un'idea di quello con cui avrò a che fare. M'incamminai quindi verso il limite del villaggio, salvo fermarmi qualche passo dopo, per rivolgermi nuovamente al Kage. Ah, ed alla riunione, quando ufficializzerai il mio ritorno, voglio la mia cerimonia di passaggio a Jonin, non pensare che mi sia dimenticato. Scoppiai a ridere, era piacevole, ogni tanto, parlare con leggerezza.. -
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Youkai ascoltava stanco, scioccato dall'idea che ci fossero dei criminali nascosti a Konoha, che spacciavano il loro lavoro come un bene. Non si aspettava certo di scoprire qualcosa del genere. Non bastasse, quel poco che sapeva della sua famiglia era che era inarrivabile, avendo messo radici in uno dei luoghi per lui più pericoloso in assoluto. Entrare in quel luogo lo aveva solamente allontanato dalla speranza di riunirsi con i suoi famigliari. Si morse il labbro in segno di disappunto ripensando a come i membri della Radice agissero come ratti. Per quanto avessero potuto far del bene, non approvava per nulla i loro metodi. Non era contrario all'idea di una forza segreta che lavorasse per l'Hokage, ma lo era per una che lavorava per il proprio scopo, a prescindere dal fatto che sostenessero di aiutare i villaggio. Per il rosso, macchiare la reputazione di tutta una città non valeva la pena. Non mi piace il loro metodo. Avrebbe dato tutto se stesso per aiutare Raizen e chiunque altro fosse stato coinvolto nella faccenda. Non sapeva quanto potesse essere utile, ma la sua abilità di interrogare le menti più deboli poteva aiutare.
Raizen fece il possibile per convincerlo che la natura dell'informazione stessa gli sarebbe tornata utile, a prescindere dalla fonte da cui l'aveva ottenuta. Ma Youkai non riusciva a non sentirsi sporco. Dopotutto, era proprio su quello che la Radice aveva creato il suo successo: dare buone informazioni, ottenute con chissà quale orribile metodo. Si strofinò le braccia, chiaramente poco convinto, anche se non poteva negare che il venire a conoscenza di quel villaggio gli fosse tornato più che comodo, per non parlare degli sprazzi di tecniche che aveva raccattato. Immagino tu abbia ragione...
La consapevolezza di possedere un segreto più grande di lui non lo aiutava a trovare il buono in tutta quella situazione. Certo, i suoi amici potevano essere davvero innocenti. Ma li contava sulle dita di una mano, c'era un'enorme rete di persone che conosceva più superficialmente che potevano essere sospettati. Ed i suoi amici non erano comunque completamente puliti da quei sospetti, erano solamente meno probabili per qualche motivo. Raizen aveva detto giusto: la realtà attorno a lui si era appena spezzata. Quello che credeva fosse un villaggio sicuro, che era fiero di far parte e di proteggere, ora nascondeva qualcosa di marcio al suo interno, inconsapevolmente. E per quanto poteva promettere che non avrebbe rovinato le cose facendosi scappare alcun tipo di informazione, non sarebbe riuscito ad evitare la paranoia crescente di sapere che qualcuno, in mezzo a quelle migliaia di persone, stesse agendo contro i principi del villaggio.
Riuscì a rivolgere un caldo sorriso a Raizen, che avendo scoperto tutto ciò insieme a lui, era effettivamente l'unica persona di cui, al momento, sapeva di potersi fidare al cento per cento. Nonostante lo vedesse ancora come una persona troppo importante per poterlo disturbare per qualsiasi piccolezza, avevano raggiunto un livello di fiducia reciproca sufficiente da poter condividere informazioni senza la paura che queste finissero in mano a chissà chi. E lei... No, tu puoi fidarti di me. A Raizen sarebbe bastato cedergli un briciolo di confidenza in più, e quando meno se lo aspettava si sarebbe ritrovato il piccolo genin a bussare alla sua porta, popcorn alla mano, per chiedergli di guardare insieme il suo film preferito.
Gli occhi di Youkai sembrarono brillare davanti alle ultime parole di Raizen. Non aveva mai considerato quel punto di vista, ossessionato com'era nel ritrovare il vecchio se stesso. Eppure, in quel momento, realizzò che forse l'Hokage aveva ragione. Doveva arrendersi all'idea che il vecchio sè era morto. Poteva ancora cercare informazioni sul suo passato, poteva ancora cercare di scoprire chi fosse. Ma non era più quella persona. Era Youkai. Genin di Konoha. E avrebbe tenuto stretto quel titolo. Annuì deciso, sorridendo con orgoglio. Per quanto fosse visibilmente felice per quell'informazione, era anche molto stanco, ed era evidente. Avrebbe aiutato Raizen a sistemare tutte le cartelle dove le aveva trovate,sforzandosi di ricordare al meglio. Non sapeva come nascondere le tracce di polvere, ma se c'erano era possibile che quel posto fosse effettivamente abbandonato, e che nessuno avrebbe scoperto la loro intrusione. Il suo animo era ancora pesante, dopo tutte quelle scoperte, ma il Colosso era riuscito ad alleggerirlo un po'. Aveva dato un nuovo obiettivo al giovane fantasmino, rendendolo nuovamente fiero di far parte di quel villaggio. Lo avrebbe aiutato a ripulirlo dalla Radice, con tutte le sue forze.. -
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Nuovo Addestramento
She's in Love (again)
Malgrado alla kunoichi non importasse un fico secco di trovare la sede della Radice, si vide costretta a chiederlo per soddisfare il Raizen-clone, ma quando gli Tsukumogami affermarono di non saperne nulla e che ci fosse un tunnel crollato, la soddisfazione e la gioia di aver finalmente concluso quell'orribile e noiosa missione la pervasero; non sapeva nemmeno quanto tempo ebbe passato a provare ad aprire quella dannata porta, prima di scendere nelle profondità dell'inferno ed aver assistito ad uno spettacolo di cianfrusaglie parlanti. Nonostante tutto, però era lieta di aver imparato una nuova tecnica che avrebbe potuto sfoggiare a breve con l'uomo misterioso, senza dimenticarsi dei suoi nuovi aiutanti.
Perchè al centro di ricerca? Ebbe giusto il tempo di chiedere, prima che l'Hokage la lasciò da sola. Ritrovandosi davanti quelle decine e decine di oggetti che la fissavano, rimase per qualche istante in silenzio, ripensando a ciò che aveva detto loro poco prima; per un attimo ebbe qualche ripensamento, riflettendo sul fatto che magari erano un po' troppi per tenerli tutti in casa, ma...avere una casa autosufficiente avrebbe sicuramente attirato l'invidia di tutto il vicinato ancora di più di quanto già non facesse normalmente.
Bhe...allora andiamo? Dopo il caloroso ed esultante consenso generale, però, la ragazza avrebbe avuto delle ultime disposizioni da dare, vedendo le condizioni pietose in cui vessavano tutti. Bene, ma resterete in giardino finchè non vi sarete lavati tutti, dopodichè farò venire qualcuno per aggiustarvi e rimettervi a nuovo, non potete certo restare in casa mia così ridotti. Immagino ci vorrà un fabbro, un vasaio, un arrotino, un tappezziere...Guardandosi intorno. ...un falegname...un elettricista...santi Kami, quanti siete...va bene, andiamo. Tutti in fila in fila per uno e non perdetevi.Kiyomi non aveva alcuna fretta di raggiungere l'Hokage al centro di ricerca, non avendone compreso neanche il motivo, così, con tutta la calma del mondo, ripercorse il tunnel dal quale erano scesi ed usci dalla panetteria con quella moltitutine di oggetti saltellanti al seguito; se ci fosse stato ancora il Raizen originale a meditare nel punto in cui le aveva assegnato il compito di esplorare quel quartiere abbandonato, l'avrebbe salutato senza troppi convenevoli, proseguendo il proprio cammino verso il centro abitato, attirando sicuramente degli sguardi incuriositi alla vista di quella lunga, lunghissima fila di mobili, attrezzi da giardino, tappezzeria e altro ciarpame vario che saltellava allegramente seguendo la kunoichi.
Tutta trionfante, la ragazza prese la via di casa, avendo ormai ritrovato la serenità e spensieratezza di qualche ora prima, ed una volta arrivati a Villa Kiyomi, anche il chocobo intento a brucare nel giardino piegò la testa in maniera confusa, alla vista di quella bizzarra scena, così come fecero le cameriere e la cuoca della ragazza scrutando dalle finestre, ignare che presto si sarebbero ritrovate senza lavoro.Dopo essersi fatta una doccia, aver ordinato a Shingen di pulire da cima a fondo ogni singolo Tsukumogami ed aver affidato ad Hanako il compito di contattare tutti gli artigiani di cui avevano bisogno per rimetterli a nuovo, la giovane donna si mosse tranquilla, verso il centro di ricerca dove il clone dell'Hokage le aveva dato appuntamento. Non aveva minimamente idea di cosa l'attendesse, ma sperava solo che non sarebbe durato a lungo, avendo dei progetti da mettere in atto. Nel tragitto aveva di nuovo quel dolce sorriso e la camminata quasi saltellante, come se avesse nuovamente la testa tra le nuvole, e quella vista, senza contare il suo nuovo taglio di capelli, avrebbe attirato ancora di più la curiosità del vicinato rispetto agli oggetti animati che camminavano con le proprie gambe.
Arrivata infine allo Shinme col suo sgargiante yukata rosa pesca ed i capelli raccolti con uno grosso fiocco rosso, attese pazientemente che quegli inetti del centro informazioni la conducessero dall'Hokage, ma a quanto pare non prima di volerle far indossare un orrenda tuta anti radiazioni. Giallo? Ma non c'è un altro colore? Posso andare almeno a casa a cambiarmi? Ma a niente servirono le sue proteste, e se avesse voluto incontrare il Kage, avrebbe dovuto sbrigarsi prima che fosse andato via. Incontrato quello che in teoria sarebbe dovuto essere il Raizen originale, non emesse fiato, guardando quelle cavie da laboratorio ed ascoltando gli esperimenti per cui erano utilizzati, senza ovviamente farsi minimamente sconvolgere dallo sfruttamento di quegli animali.
Man mano che l'uomo parlava, la ragazza iniziò ad intuire dove volesse andare a parare e quale fosse davvero lo scopo della sua visita; secondo quanto descritto da Raizen, sostituire il sangue con una specie di linfa avrebbe dovuto aiutare il corpo a rigenerarsi come una pianta, ma quella metamorfosi sembrava essere anche piuttosto pericolosa per alcuni soggetti impreparati. La genin non disse nulla finchè l'Hokage terminò il suo discorso, facendo per andarsene, ma non avrebbe resistito a chiudere lì la conversazione, frapponendosi tra lui e la porta.
Sai che dovresti smetterla di trattarmi come una bambina che non fa altro che starsene col culo sul letto ad aspettare il giocattolo nuovo? Fino ad ora io ho fatto tutto quello che mi hai detto, mi sono allenata, ho imparato 2 controlli del chakra, ho svolto delle missioni per te, ho partecipato ad una pericolosa missione quando ci fu l'attacco di Cantha -nonostante mi sia ritrovata calciata fuori in qualche modo, ma porca Izanami non mi sono tirata indietro-, ho addestrato 2 pippe come vi avevi ordinato e nel frattempo ho fatto costruire la mia nuova casa ed ho aperto un'attività che mi frutta migliaia di ryo e mi tiene impegnata parecchie ore al giorno.
Me ne sto davvero a pancia all'aria a fare la bimba viziata? Non credo proprio.
Avrei voglia di cavarti un occhio? Certo che sì.
Sono passati 3 anni e sono ancora qui, perciò credo di essere anche fin troppo paziente, ma se ognittanto mi salgono i 5 minuti e mi viene voglia di spaccarti l'ufficio, il più delle volte simultaneamente ai miei sbalzi di umori mensili, penso di averne tutto il diritto.
Detto questo, i capelli lunghi mi stanno meglio, ma apprezzo che -nonostante tu voglia trasformarmi in una pianta grassa- per una volta tu mi abbia mostrato che ci sia davvero un progetto in corso. Se non ci fossero state repliche da parte dell'Hokage, la discussione avrebbe potuto davvero terminare, ma Raizen avrebbe potuto notare come, anche se non avesse quasi praticamente preso fiato mentre parlava, il tono della genin non era stato collerico, anzi era più stizzata dal fatto di aver indosso un osceno tutone giallo che la faceva assomigliare al suo chocobo.[2 Giorni Dopo]
E' notte e le strade sono quasi totalmente vuote e avvolte nel silenzio, eccetto per un uomo dall'aria furtiva che si avvicinò con finta nonchalance alla vetrata di un prestigioso negozio, sulla quale vi era l'insegna "Tenshi". Il locale di proprietà della Saito era immerso nel buio e non sembrava esserci nessuno all'interno, motivo per cui l'uomo si mosse rapido verso la serratura, non riuscendola però a scassinare, con sua grande sorpresa; ci mise diversi minuti, ma alla fine, usando il chakra in un certo modo, la serratura scattò, permettendogli di entrare. Nel silenzio più assoluto, camminò a passi lenti attraversando la prima stanza, ma non appena mise piede nella sala più grande, sempre a luci spente, una lama gli venne puntata velocemente al collo, costringendolo a fermarsi. Con voce tuttavia tranquilla, fu lui a parlare per primo.
Bel trucchetto con la porta. Ero tentato di sfondarla. Sei in ritardo Da dietro la colonna alla sua destra, fuoriuscì Kiyomi, vestita di tutto punto e con i capelli nuovamente della lunghezza che tanto amava, tutti raccolti dietro la testa.
Mi sono fermato dagli Yamanaka per fregargli questi. Disse il ladro, tirando fuori da sotto il cappotto un piccolo mazzo di rose bianche. Ohh, come sei carino. Staranno benissimo sulla tua tomba. Ah, quindi avrò una tomba? Troppo buona, io contavo di farti a pezzi e darti in pasto ai porci.In un attimo, la kunoichi tentò di decapitarlo con una delle sue pericolose spade, colpo che l'altro evitò con estrema semplicità e, dopo aver riposto cautamente le rose sul pavimento, iniziò a rispondere ai mortali fendenti della Saito sfoderando la propria katana. In breve, nella penombra del negozio iniziò uno scontro mortale, e suoni di spade che cozzavano tra di loro si sarebbero uditi quasi fino all'esterno. Dopo aver evitato per un soffio di venire privata del braccio sinistro, la ragazza saltò all'indietro ed iniziò a correre sulla parete perpendicolarmente al terreno, estraendo nel frattempo numerosi spiedi con una mano e facendoli partire immediatamente verso il suo avversario senza che lei si mosse per lanciarli, utilizzando il proprio chakra repulsivo; anche se sorpreso, il ladro evitò con 2 colpi di katana i proiettili in arrivo.
Sbaglio o l'ultima volta non sapevi farlo? Un piccolo regalo del mio amico, l'Hokage. Rispose, prima di fiondarsi nuovamente su di lui e fermarsi un attimo prima che entrambi si decapitassero a vicenda. Sembri molto intima col tuo amico, l'Hokage. Geloso, signor Yuki? Altri 2 colpi di spada e si ritrovarono nuovamente in stallo. Devo passare da lui, un giorno di questi. E ripresero a tentare di uccidersi a vicenda.
Quando qualche mese prima, quel ladro si infiltrò per la prima volta di notte, nel negozio della Saito, non immaginò che Kiyomi a volte rimanesse nel suo laboratorio a fare le ore piccole, ritrovandosi dinanzi una agguerrita kunoichi, ma pur sempre più debole di lui; una volta sconfitta e sbeffeggiata, le sfasciò impunemente una vetrina, ripromettendo di tornare a derubarla, e da quel giorno, ogni 3 settimane Kiyomi si faceva trovare in quel luogo per dei combattimenti che diventavano più lunghi via via che lei diventava più forte ed abile. La ragazza non sapeva molto su di lui, ritrovandosi a parlare molto poco mentre entrambi provavano a staccarsi la testa a vicenda, e nessuno aveva mai osato trattarla in quel modo, eppure, ogni qual volta quell'uomo andava via sfasciando qualcosa all'interno del negozio come dispetto per non essere stata abbastanza brava da fermarlo, tornava a casa zoppicando ma col sorriso.. -
.La situazione era ormai divenuta estremamente complicata sentimenti, onore, orgoglio, desiderio di potere e senso del dovere tutto mescolato in una tempesta; una matassa intricata difficilmente districabile.
Inesorabilmente il piccolo tengu aveva toccato ed esposto ogni singola criticità sulla delicata questione. La corruzione era un problema molto più grave e complesso di quanto Satoru avesse compreso o voluto comprendere. Nemmeno le fantomatiche lacrime del cielo rappresentavano una reale e duratura soluzione a quanto pareva la cura era una e una soltanto bisognava decidere esclusivamente se prendere il cammino per la salvezza della rinuncia e l'oblio della felicità egotistica.
Improvvisamente tutto il peso di quella scelta si abbatté sulle spalle del genin come un enorme masso. Nel silenzio il ragazzo si piegò in ginocchio mentre delle grosse lacrime cariche di dolore solcarono il suo volto: la scelta era già stata compiuta. Ma non ancora, non ancora rivelata decise di attendere un momento e così nella sua mente cullava dolcemente il ricordo del bacio primo e ultimo il solo.
Eterno ed effimero insieme di brevi momenti tormentati.Io devo. No voglio salvarli tutti...Rinunciare è sia così. E' tempo di diventare adulto. Tengu-san grazie!
Disse, mai avrebbe pensato di dirlo. Poi sorrise, un dolce sorriso carico di dolore e sofferenza.Rinunciare? Basta soltanto questo? Spiegami tutto! Cosa devo fare? Farò qualsiasi cosa, aiutami, guidami e insegnami.
Aggiunse abbandonando onore e orgoglio era sinceramente umile disposto veramente a tutto. In fondo era questa la sua reale natura.. -
.Annuì in silenzio e ad occhi chiusi, magari i segreti del villaggio avessero tutti due casseforti come quelle a proteggerli
A sorprenderlo più di tutto però fu la reazione di Sho davanti a quella che non conosceva come pergamena.
Vedrai a furia di sfogliare le pagine che la strada è assai lunga.
Tutto ciò che è presente in questa sala, pure quella falce ha un migliaio d’anni sulle spalle...
Disse indicando la falce nera di Tian, che ancora non aveva avuto modo di riportare al suo posto.
...non hanno segreti per questo affarino.
Si rabbuiò però quando Sho gli ricordò le priorità della missione, ma lo tenne per sé fino a quando non furono nuovamente fuori.
Inspirò, decidendo quanto polso dovesse impiegare per quella frase.
Sho.
Non sono un kage, sono un Hokage.
So quali sono le priorità, non ti dirò che ricordarmele mi insulti, non sono quel tipo d’uomo e non voglio essere quel tipo di leader, ma... mi delude.
Non scambierei una sola vita per nessun demone al mondo.
Dovresti saperlo se mi conosci.
Espirò, questa volta esponendo realmente un fianco.
I miei dubbi li tengo per me perché è giusto così.
Non potrei renderti partecipe di tutto, ma non è una questione di fiducia, è una questione di protezione.
I miei dubbi sono parte integrante di un lato di me che mi porta a compiere degli errori ed hanno il brutto vizio di essere contagiosi.
Ma non temere, prima che mi portino ad agire, li condividerò.
Gli rivolse un occhiata carica di fiducia.
Ma col cazzo che ti faccio la festa se domani non mi recapiti la tazza col “best hokage ever” stampato sopra in ufficio.
E sparì con uno sbuffo di fumo, evidentemente si era dissolto.
Solamente al suo terzo giorno di lavoro come guardiano, negli uffici delle mura e proprio alla scrivania di Sho, sarebbe comparsa una tazza personalizzata “Leaf Goodest Boy”.
Mittente anonimo.
[Youkai]
Raizen stesso si sarebbe occupato della polvere, prima di riprendere ad ordinare infatti, con una piccola folata di vento l'avrebbe alzata per aria, e senza possibilità di essere veicolata all'esterno da delle aperture in qualche ora questa si sarebbe depositata nuovamente, coprendo le impronte e lasciando su tutte le superfici una quantità simile di deposito, rendendo impossibile sospettare una manomissione.
E mi raccomando, non dimenticarti il pasto.
Io vado, danno un film comico oggi, una di quelle porcherie sui super eroi, mi ammazzano dalle risate.
Disse prima di dissolversi.
[Kiyomi]
Raizen guardò la donna senza ira, ne noia, nessuna emozione ostile o infastidita.
Non ti sto trattando come una bambina, bilancio il tuo caratteraccio con dell’umorismo pessimo, e credimi, per quanto tu sia convinta del contrario spesso sei realmente eccessiva.
O pensi che sia normale distruggermi l’ufficio con la scusa della luna storta?
Ma per il resto… l’unica cosa che faccio è proteggerti da te stessa.
Ti senti pronta?
Credi che io stia sbagliando?
Che lo faccia perché voglia qualcosa di diverso dal tuo bene?
Indicò l’accesso che portava oltre il vetro protettivo.
Prego allora, gli scienziati non rifiutano mai un volontario consapevole e informato.
Verrò ad annaffiarti tutti i giorni.
Quando ti accettai a Konoha decisi di aiutarti a realizzare il tuo sogno, non credermi banale, so cosa vuol dire sacrificare ciò che si ha di più prezioso per ottenere qualcosa in cambio.
Devi decidere tu se fidarti e accettare che nonostante tutto non sia abbastanza, oppure continuare a punzecchiare chi cerca di aiutarti.
Mai, nemmeno per un istante sarebbe risultato aggressivo, piuttosto sincero e dal tono comprensivo, ed infatti neanche si allontanò concedendo una replica, ma semplicemente si dissolse, non tanto per avere l’ultima parola ma per costringere Kiyomi a riflettere senza l’impellenza di dovergli rispondere ed accertandosi di non accendere i toni della discussione semplicemente evitandola totalmente.
[Satoru]
Il piccolo corvo rimase leggermente stupito, il ragazzo mostrava una rapidità nel mutare convinzioni che lo lasciava costantemente di sasso, ma ne apprezzò proprio la volontà e la capacità di mettersi in discussione.
Ti aiuterò, Satoru.
L’eremita adulto e potente in grado di gestire da solo questa situazione deve ancora srotolarsi le coperte di dosso.
Ma dopotutto, che eremita dei tengu saresti se non avessi l’aiuto di un tengu?
E con un sorriso, ma senza un ulteriore parola, si sarebbe dileguato, pareggiandosi in autonomia.
Oh nonononono!
Il clone era scattato in avanti per cercare di fermarlo ma fu inutile, il pareggio fu un atto troppo rapido.
Maledizione!
Non ci ha aperto il passaggio!
E dopo tutto quel tempo pietrificato non avrebbe nemmeno risposto ad un tentativo di richiamo, senza contare che i suoi sfoghi di rabbia l’avevano probabilmente affaticato.
Beh, se non altro la chiave è al sicuro con lui.
In sua assenza entrare qui è praticamente impossibile.
L’Hokage avrebbe dato quindi una sonora pacca a Satoru.
Non sarà facile, non lo sarà affatto.
Ma hai preso la decisione migliore.
Andiamo, per oggi abbiamo finito.
E Raizen se ne intendeva di storie difficili..