Addestramento sul Campo

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    La radice


    Post dodicesimo




    Brividi. Non potevo provare altro che quelli, assieme ad un senso di disgusto, ascoltando la terribile battuta di Raizen. Sì, è meglio se facciamo entrambi finta che non sia mai accaduto. Concordai annuendo.

    Ascoltai la spiegazione sugli strani avvenimenti che vedevano Raizen racchiuso in un dolce fiorellino demoniaco. Certo, non si finisce mai di imparare, giovane fiore di loto. Non è male come soprannome! Magari però teniamoci per noi anche questo.

    Cercai di prendere il curioso libretto che il decimo mi porse, ma lo ritrasse poco prima che io riuscissi a cingerlo, come se volesse darmi un avvertimento. Beh, di certo sarebbe utile, ma se trovassi sempre le risposte che cerco a portata di mano, dove sarebbe il gusto della scoperta? La vera conoscenza non è solo l'informazione che otteniamo, ma tutto il percorso che noi facciamo per raggiungerla. Da uomo di scienza punto ad avvicinarmi quanto più possibile ad un concetto che possa essere visto come perfetto, ma lungi da me il volerlo ottenere completamente! La strada che percorriamo è importante quanto la nostra destinazione e su di essa spesso ci sono le risposte che pensavamo di poter ottenere solo una volta arrivati. Non voglio soluzioni, solo i mezzi per raggiungerle, quindi questo è perfetto.
    Presi il quadernino, conscio che lo scibile umano era ben lontano dal poter essere scritto su di esso. Vedrò di imparare e creare qualcosa di nuovo, qualcosa che nessun altro possa aver scritto.

    Va bene, mi fido della tua decisione, ma ripeto che voglio conoscerli. Sono le nuove speranze di questo posto, dobbiamo garantire la loro incolumità, anche se volesse dire rinunciare al Gobi, sappilo.

    Ci dirigemmo quindi fuori dall'ufficio amministrativo, quella giornata, apparentemente infinita, ed giunta al termine. Ehy, non sarebbe la prima volta che ti tieni i tuoi dubbi per te. Penso di essere abbastanza degno di fiducia oramai per poter essere considerato quasi un tuo pari sulle questioni del nostro villaggio. Sospirai. Beh, sarà meglio andare, vedo di passare dalle mura per avere meglio un'idea di quello con cui avrò a che fare. M'incamminai quindi verso il limite del villaggio, salvo fermarmi qualche passo dopo, per rivolgermi nuovamente al Kage. Ah, ed alla riunione, quando ufficializzerai il mio ritorno, voglio la mia cerimonia di passaggio a Jonin, non pensare che mi sia dimenticato. Scoppiai a ridere, era piacevole, ogni tanto, parlare con leggerezza.


     
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    Youkai


    XII




    Youkai ascoltava stanco, scioccato dall'idea che ci fossero dei criminali nascosti a Konoha, che spacciavano il loro lavoro come un bene. Non si aspettava certo di scoprire qualcosa del genere. Non bastasse, quel poco che sapeva della sua famiglia era che era inarrivabile, avendo messo radici in uno dei luoghi per lui più pericoloso in assoluto. Entrare in quel luogo lo aveva solamente allontanato dalla speranza di riunirsi con i suoi famigliari. Si morse il labbro in segno di disappunto ripensando a come i membri della Radice agissero come ratti. Per quanto avessero potuto far del bene, non approvava per nulla i loro metodi. Non era contrario all'idea di una forza segreta che lavorasse per l'Hokage, ma lo era per una che lavorava per il proprio scopo, a prescindere dal fatto che sostenessero di aiutare i villaggio. Per il rosso, macchiare la reputazione di tutta una città non valeva la pena. Non mi piace il loro metodo. Avrebbe dato tutto se stesso per aiutare Raizen e chiunque altro fosse stato coinvolto nella faccenda. Non sapeva quanto potesse essere utile, ma la sua abilità di interrogare le menti più deboli poteva aiutare.

    Raizen fece il possibile per convincerlo che la natura dell'informazione stessa gli sarebbe tornata utile, a prescindere dalla fonte da cui l'aveva ottenuta. Ma Youkai non riusciva a non sentirsi sporco. Dopotutto, era proprio su quello che la Radice aveva creato il suo successo: dare buone informazioni, ottenute con chissà quale orribile metodo. Si strofinò le braccia, chiaramente poco convinto, anche se non poteva negare che il venire a conoscenza di quel villaggio gli fosse tornato più che comodo, per non parlare degli sprazzi di tecniche che aveva raccattato. Immagino tu abbia ragione...

    La consapevolezza di possedere un segreto più grande di lui non lo aiutava a trovare il buono in tutta quella situazione. Certo, i suoi amici potevano essere davvero innocenti. Ma li contava sulle dita di una mano, c'era un'enorme rete di persone che conosceva più superficialmente che potevano essere sospettati. Ed i suoi amici non erano comunque completamente puliti da quei sospetti, erano solamente meno probabili per qualche motivo. Raizen aveva detto giusto: la realtà attorno a lui si era appena spezzata. Quello che credeva fosse un villaggio sicuro, che era fiero di far parte e di proteggere, ora nascondeva qualcosa di marcio al suo interno, inconsapevolmente. E per quanto poteva promettere che non avrebbe rovinato le cose facendosi scappare alcun tipo di informazione, non sarebbe riuscito ad evitare la paranoia crescente di sapere che qualcuno, in mezzo a quelle migliaia di persone, stesse agendo contro i principi del villaggio.

    Riuscì a rivolgere un caldo sorriso a Raizen, che avendo scoperto tutto ciò insieme a lui, era effettivamente l'unica persona di cui, al momento, sapeva di potersi fidare al cento per cento. Nonostante lo vedesse ancora come una persona troppo importante per poterlo disturbare per qualsiasi piccolezza, avevano raggiunto un livello di fiducia reciproca sufficiente da poter condividere informazioni senza la paura che queste finissero in mano a chissà chi. E lei... No, tu puoi fidarti di me. A Raizen sarebbe bastato cedergli un briciolo di confidenza in più, e quando meno se lo aspettava si sarebbe ritrovato il piccolo genin a bussare alla sua porta, popcorn alla mano, per chiedergli di guardare insieme il suo film preferito.

    Gli occhi di Youkai sembrarono brillare davanti alle ultime parole di Raizen. Non aveva mai considerato quel punto di vista, ossessionato com'era nel ritrovare il vecchio se stesso. Eppure, in quel momento, realizzò che forse l'Hokage aveva ragione. Doveva arrendersi all'idea che il vecchio sè era morto. Poteva ancora cercare informazioni sul suo passato, poteva ancora cercare di scoprire chi fosse. Ma non era più quella persona. Era Youkai. Genin di Konoha. E avrebbe tenuto stretto quel titolo. Annuì deciso, sorridendo con orgoglio. Per quanto fosse visibilmente felice per quell'informazione, era anche molto stanco, ed era evidente. Avrebbe aiutato Raizen a sistemare tutte le cartelle dove le aveva trovate,sforzandosi di ricordare al meglio. Non sapeva come nascondere le tracce di polvere, ma se c'erano era possibile che quel posto fosse effettivamente abbandonato, e che nessuno avrebbe scoperto la loro intrusione. Il suo animo era ancora pesante, dopo tutte quelle scoperte, ma il Colosso era riuscito ad alleggerirlo un po'. Aveva dato un nuovo obiettivo al giovane fantasmino, rendendolo nuovamente fiero di far parte di quel villaggio. Lo avrebbe aiutato a ripulirlo dalla Radice, con tutte le sue forze.
     
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    ehm...da qualche parte

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    Nuovo Addestramento

    She's in Love (again)


    Malgrado alla kunoichi non importasse un fico secco di trovare la sede della Radice, si vide costretta a chiederlo per soddisfare il Raizen-clone, ma quando gli Tsukumogami affermarono di non saperne nulla e che ci fosse un tunnel crollato, la soddisfazione e la gioia di aver finalmente concluso quell'orribile e noiosa missione la pervasero; non sapeva nemmeno quanto tempo ebbe passato a provare ad aprire quella dannata porta, prima di scendere nelle profondità dell'inferno ed aver assistito ad uno spettacolo di cianfrusaglie parlanti. Nonostante tutto, però era lieta di aver imparato una nuova tecnica che avrebbe potuto sfoggiare a breve con l'uomo misterioso, senza dimenticarsi dei suoi nuovi aiutanti.
    Perchè al centro di ricerca? Ebbe giusto il tempo di chiedere, prima che l'Hokage la lasciò da sola. Ritrovandosi davanti quelle decine e decine di oggetti che la fissavano, rimase per qualche istante in silenzio, ripensando a ciò che aveva detto loro poco prima; per un attimo ebbe qualche ripensamento, riflettendo sul fatto che magari erano un po' troppi per tenerli tutti in casa, ma...avere una casa autosufficiente avrebbe sicuramente attirato l'invidia di tutto il vicinato ancora di più di quanto già non facesse normalmente.
    Bhe...allora andiamo? Dopo il caloroso ed esultante consenso generale, però, la ragazza avrebbe avuto delle ultime disposizioni da dare, vedendo le condizioni pietose in cui vessavano tutti. Bene, ma resterete in giardino finchè non vi sarete lavati tutti, dopodichè farò venire qualcuno per aggiustarvi e rimettervi a nuovo, non potete certo restare in casa mia così ridotti. Immagino ci vorrà un fabbro, un vasaio, un arrotino, un tappezziere...Guardandosi intorno. ...un falegname...un elettricista...santi Kami, quanti siete...va bene, andiamo. Tutti in fila in fila per uno e non perdetevi.