Il Dolore delle StelleAffari di Famiglia e Nebbia

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    Fine del principio


    Post ventiduesimo (XXIV)




    Un secondo. Un singolo scatto della lancetta più veloce nel quadrante dell'orologio, sufficiente forse per un paio di battiti di ciglia... allora perché quel secondo non terminava mai?
    Mai in vita mia avevo vissuto un momento così denso di accadimenti come quello che stava avvenendo in quell'istante: la battaglia imperversava furente. Come una tempesta che si abbatte da ogni direzione su una nave in mezzo al mare, così gli assalti di mio padre e di Midorinaka, supportati dalla mia strategia, imperversavano sull'imperatore; ma l'uomo davanti a noi non era una nave.... no, lui era un faro. Inamovibile, imperituro, inalterato dagli eventi.... fino a quando , invece, non lo fu. Se la strategia da sola non era stata in grado di abbattere quel nemico così potente, nemmeno con un alleato come la principessa di sangue, era stato il cuore a far breccia in quelle spesse mura.
    Mia madre sacrificò tutto per salvarmi.
    Per impedire che venissi brutalmente fatto a pezzi dalle monolitiche mani del guardiano aveva dato non solo il suo potere, ma la sua vita. Vacillai. Non nel corpo, ma nello spirito, partecipi anche le beffarde parole del cardinale, uno scherno che non ero decisamente pronto a ricevere in quella situazione. Fu così che capii mio padre: il suo odio, la sua rabbia... il suo sangue ribolliva in me, straziando il mio già ferito animo. Aveva ragione? In un mondo del genere, l'unica fine che i miei nemici si meritassero non era forse la morte?
    In un attimo fui su mia madre, o quello che restava di lei, disinteressato allo scontro oramai terminato, inespressivo. Il turbinio di emozioni che stravolgevano la mia psiche era mascherata da un'inespressività totale, solo la prescelta degli dei del sangue, essendo collegata mentalmente a me, avrebbe potuto vedere i profondi dubbi che volevano con forza distruggere le mie convinzioni.
    Mi chinai sulla donna, prendendola tra le braccia: la febbre pervadeva il suo corpo mentre al posto del rinnegan era rimasto soltanto un occhio lattescente, privo di vita.
    Fu allora però, nel punto più profondo della mia inscrutabile disperazione, che mia madre salvò anche la mia anima: le sue ultime parole prima di perdere conoscenza e scivolare in un sonno profondo, così lo vorrei chiamare, non erano di odio, ma di amore. Amore per me, per Oda... e persino per Kensei.
    Tornai in me, gli occhi si fecero umidi e con delicatezza sorressi la testa di Ahri per portarle vicino alle mie labbra, così da poterne baciare la fronte. Tranquilla, penserò a tutto io adesso.
    Mi rivolsi quindi verso mio padre, anche lui era chiaramente scosso dall'accaduto. Non preoccuparti... lo ritroveremo, adesso dobbiamo preoccuparci di chi è rimasto. Le condizioni di mia madre erano gravi, ma stabili, delicatamente la poggiai a terra per dirigermi verso la principessa. Credo che sia l'ora di rispettare la mia promessa. Cercai di aiutare la ragazza ad alzarsi anche se sapevo bene che non lo avrebbe accettato, più volte mi aveva salvato in quel terribile combattimento, ma sapevo che non lo avrebbe mai ammesso.
    Senza esitazione la condussi al simbolo del sangue perduto, permettendole di tornare completa. La sua presenza si fece più importante, fu come se, per un attimo, a gravità fosse aumentata in quella piccola stanza, come se la sua nuova e vera forza si fosse manifestata nel mondo circostante. Amesoko? Pensai, vedendo il drago di fumo fuoriuscire dalla principessa, che fosse il segno che il drago infernale stesse lasciando il suo corpo? Che il patto fosse finalmente stato annullato?
    Non c'è bisogno di uccidere nessuno. Il cardinale ha già ottenuto quello che voleva da questo luogo, queste persone non sono più utili per lui... e non hanno colpe. Non avrei perso la via, non dopo che mia madre si era sacrificata in quel modo per me. Sentii chiaramente le parole di Midornaka nella mia mente mentre il nostro legame cominciava a farsi flebile, per poi interrompersi. Ero stanco, avevo affrontato un susseguirsi di scontri ben oltre le mie capacità e l'essere l'anello debole cominciava a starmi stretto.
    Per quanto riguarda lui... Dissi indicando l'imperatore. Ha le ossa rotte.. e sicuramente un orgoglio ferito, ma se la caverà. Ahri ha bisogno di cure, non penso che sia il caso di trasportarla fino a Konoha, lasciarla negli ospedali del Lucchetto trovo che sia l'idea più consona alla situazione. Mi avvicinai a mia madre e la presi in braccio, mentre con un cenno della testa indicai ad Okami di prendere l'imperatore così da poter tutti uscire da quel maledetto luogo. Il suo problema va ben oltre il piano fisico. Ha parlato di un tradimento alla usa signora, se vogliamo curarla è da questa "signora di Taki" che dobbiamo andare. Ci sono ancora molti segreti che dobbiamo rivelare su questa situazione. Questa battaglia è finita, ma la guerra è appena cominciata.


    Una volta fuori feci poggiare a terra l'imperatore dal grosso lupo, che quindi congedai dopo un ringraziamento, per stabilizzarlo. Ha ragione. Per quanto innocenti gli attuali Kagi non possono essere lasciati a custodire i segreti di questo luogo, non penso che il Cardinale voglia ulteriormente tornare, ma è comunque un rischio che non possiamo correre. I sigilli devono essere modificati, non solo, ma deve farlo qualcuno con un'abilità in tale ambito superiore a quella delle chiavi. Qui l'unica che corrisponde a questa descrizione sei tu, Midorinaka. Per quanto riguarda i loro successori, non conosco altre persone all'interno di questo villaggio, ma data la situazione credo che la scelta più saggia sarebbe eleggere noi tre come amministratori di questo posto, con i capitani della guardia del sole e della luna che gestiscano il posto in nostra assenza, sempre secondo nostre direttive, no? Padre, ti raggiungerò dove mi hai indicato, sarò ben felice di incontrare il nostro antenato, magari potrà insegnarmi ad utilizzare meglio questo nuovo, potere, prima però porterò la mamma all'ospedale, ha bisogno di un supporto vitale quanto prima. Lasciai andare Kensei, rimanendo quindi solo con Midorinaka, mia madre ancora ben stretta tra le mie braccia.
    Lasciami venire con te. Interruppi il silenzio che si era venuto a creare. Da Amesoko dico... lasciami venire. So che sembra una follia, ma ho bisogno di diventare più forte, non sappiamo cosa di preciso il Cardinale ha ottenuto da tutto questo, ma è chiaro che si sta preparando a qualcosa di grande e voglio essere pronto ad affrontarlo. Tu ammiri la forza, il potere, quindi lascia che anche io lo ottenga. Siamo alleati adesso... e lo sai. Strinsi ancora più forte la donna tra le mie braccia, quasi come a dimostrare alla principessa il mio obiettivo. Volevo cambiare il mondo, ma per farlo dovevo prima cambiare io.
     
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