La Bilancia NeraQuest C

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     Like  
     
    .
    Avatar

    Il Fiore Lupo

    Group
    Giocatori
    Posts
    1,186
    Reputation
    +114

    Status
    Anonymous

    La Bilancia Nera
    Parte I









    muoiono i fiori-
    ma i semi nella terra
    rinasceranno




    Una bellissima donna, con un lungo kimono bianco come la neve e rosa come la dolcezza femminile, risiedeva in mezzo ad un tatami. Numerosi alberi di ciliegio circondavano a formare quasi un rettangolo un ampio spiazzale. La giornata era favolosa, il sole splendeva con forza in cielo e i raggi solari illuminavano il volto della poetessa.

    Questa sarebbe stata esattamente la situazione che si sarebbero trovati davanti i Ninja convocati per quella missione. Davanti a loro si sarebbero trovati quella donna, intenta a cantare Hiaku di speranza intonando con lo shamisen una sorta di melodia di accompagnamento.

    sola speranza
    illumina le menti
    accende i cuori


    L’invito a presentarsi all’Accademia sarebbe stato presentato formalmente ai Ninja, o meglio ai migliori Genin di cui l’istutizione militare poteva attingere. [Nota QM]Decide voi in che modo verrete contattati. Certo, ci sarebbe stato sicuramente da discutere sulla definizione di migliore ma non era decisamente il momento giusto, perché presto avrebbero capito l’urgenza della missione.

    Verosimilmente tutti e quanti i Ninja si sarebbero trovati nello stesso posto, in uno dei giardini privati dell’Accademia alle nove di mattina e una volta radunati tutti allora in quel momento le danze avrebbero preso luogo. Un fiore di ciliegio cadendoI fiori di Sakura sbocciano in primavera ma non c'è niente da fare. Il Riscaldamento globale e le scie chimiche stanno colpendo anche il Mondo ninja. da un albero e portando vicino alla donna da una leggera brezza sfiorò la signora e in un istante, che sarebbe stato percettibile solo acuendo al massimo i propri sensi, si sarebbe diviso a metà… come se fosse stato tagliato perfettamente da una lama affilatissima.

    L’attimo prima la donna in mano aveva uno shamisen, l’attimo dopo stava rifoderando una lunga, incredibilmente affascinate katana, lungo il fodero liscio come la neve appena caduta e rosso acceso come il sangue di un animale sacrificale.

    - Primavera di sangue… ogni tanto richiede un tributo. -



    La donna a quel punto, con un’ammaliante movenza mostrando in maniera più evidente l’incredibile sensualità delle sue forme e misure, si alzò da terra e inchinandosi verso i Ninja appena sopraggiunti si presentò: - Piacere a voi, Shinobi accademici. Il mio nome è Reiketsu Kakita, Jonin di Kiri. Probabilmente nessuno di voi mi conosce, spesso agisco all’ombra e ai limiti del mondo conosciuto. Non aggiungerò altri dettagli su di me e vi presenterò brevemente la missione. – fece a quel punto due passi, probabilmente confondendo ancora di più i giovani maschietti Shinobi – Dovrete dirigervi a Inochi no mori, nel Paese dell’Orso. – indicò muovendo flebilmente il braccio sinistro un angolo di quel giardino, mostrando così per chi ancora non se fosse accorto, sei zaini molto voluminosi – Quelle sono le vostre provviste: cibo militare razionato per quattordici giorni, vestiti di ricambio e kit di sopravvivenza e infine un machete adattato per la foresta in cui finirete. – attese un secondo – Già, perché a Inochi no mori, la Foresta della Vita, l’Accademia trae una delle sue risorse principali: il Legno Vivo, il Raibuuddo. Un elemento fondamentale per le creazioni più particolari e difficili. Il suo costo supera di almeno quindici volte l’oro, a parità di peso. Ma noi Accademici abbiamo ottenuto, dopo molti scambi commerciali e una salda relazione diplomatica, uno sconto importante. Ora è da tre settimane abbiamo perso ogni contatto con le comunità locali in quella foresta. E la spedizione di legno vivo che doveva raggiungerci non è mai arrivata. Questo è quanto, non sappiamo altro. – aspettò qualche secondo giusto per – La vostra missione è semplicissima, ma non per questo banale: andate al Paese dell’Orso, inoltratevi nella foresta e riprendete le comunicazioni e l’attività commerciale. Ricordatevi: voi rappresentate l’Accademia. Agite con prudenza. – la donna posò poi lo sguardo verso la Vipera di Oto – Lei in particolare Hebiko Dokujita, in quanto consigliera di Oto, si occuperà di eventuali rimostranze da parte della comunità della Foresta. Sarà lei a negoziare, ammesso che il problema si limiterà ad un semplice… chiamiamolo “sciopero”. Dall’Accademia ci metterete una settimana intera a raggiungere Higuma, l’ultimo paesino prima di imboccare l’unica strada battuta che porta all’interno della foresta. Ad Higuma vi aspetterà un nostro contatto, alla locanda del paese. Lo individuerete dalla fascia rossa che indosserà sul braccio sinistro. Domande? – avrebbe così atteso eventuali questioni o dubbi da parte dei Ninja.

    Al termine prima che i Ninja venissero congedati un colpo di tosse, tutt’altro che involontario, avrebbe richiamato la loro attenzione. Apparendo vicino alle provviste un uomo, la cui presenza sarebbe stata impercettibile fino al secondo precedente, si sarebbe intromesso: - Signorina Kakita… si è dimenticata di spiegare un piccolo dettaglio. – probabilmente solo Fudoh avrebbe conosciuto quel volto, Saito Uraboki, il vecchio ma alquanto arzillo Jonin della Foglia, il quale senza presentarsi aggiunse la parte mancante del discorso – Tenete, una a testa. E’ una lettera sigillata. E’ solo una precauzione, ma se per caso durante la missione… qualcuno di voi dovesse dimenticarsi di esistere o non riuscisse a ricordare qualcosa… beh apritela. In caso contrario non fatelo. Non aprite per nessun motivo. N-e-s-s-u-n motivo. Intesi? E' solo un sospetto, ed è inutile speculare in assenza di prove. E' meglio l'ignoranza in questo caso.– avrebbe poi lanciato a ciascun genin la lettera, sigillata con della cera sull'apertura frontale, senza dare ulteriori spiegazioni. Forse Fudoh, ammesso che fosse stato il suo giorno fortunato, sarebbe riuscito a intuire qualcosa.

    Il vecchio senza aggiungere niente altro se ne sarebbe andato scomparendo dopo poco tra i corridoi dell’Accademia. Qualunque domanda in merito al contenuto della lettera o del perché fosse stata consegnata. Allo stesso modo la Jonin Kakita avrebbe ripreso a suonare, come se lo shamisen fosse magicamente riapparso. Forse potevano provare a chiedere qualcosa altro, oppure come da ordini partire di buona lena per dirigersi a Higuma.
     
    .
  2.     Like  
     
    .
    Avatar

    Falce dei Kaguya


    Group
    Y Danone
    Posts
    21,414
    Reputation
    +595

    Status
    Offline

    Una nuova missione


    E parecchi volti conosciuti



    Era una tipica giornata all'Ospedale di Kiri, amici miei: ero intento a dormire su leggere uno dei libri lasciati da Meika-sama, dopo una nottata passata di turno, controllando ninja di ritorno dalle loro varie missioni e qualche altro malato in degenza presso di noi.
    Voi direte: ed allora che cosa ci vuoi raccontare, Fudoh? Semplice: che in realtà non era una così tipica giornata!
    Quando bussarono alla porta, mi svegliai di soprassalto alzai lo sguardo dalla mia attenta lettura.
    Chi è?, chiesi, per sentirmi dire che c'era una missiva per me.
    Una notizia del genere, normalmente voleva dire che, da qualche parte in ospedale, un'infermiera urlava per i corridoi, agitando una scopa contro uno dei pipistrelli di Elmo-sama (il Juudaime, se preferite).
    Ammetto che alzai gli occhi al cielo, uscendo dall'ufficio, solo per trovarmi davanti un messo accademico (a quanto pare non tutti inviavano pipistrelli per mandare informative sulle missioni) con, appunto, un messaggio su una nuova missione a cui partecipare.
    Briefing alla sede dell'Accademia..., lessi fra me e me, stupefatto a dirvela tutta: Quindi, quando le missioni non le organizza Elmo-sama, o Sanjuro-sama, non devo partire da in mezzo ad una palude o su una nave mezza distrutta? Stupefacente!, considerai.
    Lo so che state pensando: quand'ero andato in quel dell'isoletta vicino al Paese del Fulmine, o la volta dell'Era Glaciale, niente paludi o simili, ma nel primo caso, mi dovetti recare in una bettola di bar dall'altra parte del mondo, nel secondo, feci un viaggio assurdo fino ad un blocco di ghiaccio galleggiante, sempre dall'altra parte del mondo!

    Ad ogni modo, preparai la mia roba con il dovuto anticipo e quando era ormai prossimo il giorno prestabilito, partii, raggiungendo con i dovuti tempi, l'Accademia.
    Era mattina presto quando arrivai nella sede e mi fecero accomodare per quella che, ebbi modo di scoprire, sarebbe stata una missione parecchio "affollata"!
    Eravamo in sei ed arrivammo in ordine sparso!
    C'erano le due tipe che avevo incontrato qualche anno prima, quando fu di quella faccenda del panzone dell'Inverno, non so se vi ricordate: le due delle tre figlie del gigantone otese... come si chiamava? Il Gallo dei Mikava? Il Gatto? Il Gar... non mi ricordo bene, comunque mancava la bella bruna, ma c'erano quella più tenera e bellina e... quella rossa.
    Mi avvicinai quando le riconobbi entrambe: Salve, Fudoh di Kiri, forse vi ricordate quella storia del Re dell'Inverno qualche anno fa? Eravamo tutti e tre in quella missione? Siete di Oto, giusto? Come Baffetto, Guardiano-san e lo Yakushi-sensei, vero?, chiesi, cercando di rompere il ghiaccio.
    Poi c'era il Tokugawa-san, mio compaesano parecchio furtivo e con un occhio solo, cui rivolsi un sorriso ed un cenno della mano.
    Un altro tizio che proprio non conoscevo e poi un altro volto noto che non vedevo da anni e che mi fece parecchio piacere rivedere: Masa...Masa-san! Da quanto tempo! Come va?, gli sarei andato incontro e gli avrei stretto la mano, Non ci vediamo da quando ci hanno fatto combattere! Quanto mi sono divertito quella volta! Anche tu in missione? Stavolta i sassi li lancerai per aiutarmi, non me li lancerai contro!, esclamai, sinceramente allegro.
    Ci eravamo visti solo in quella particolare occasione, ma avevo un piacevole ricordo di quel ragazzo di Suna e sapevo che se la cavava bene!

    Quando ci fummo tutti, comunque, una strana tizia, esageratamente ben vestita, se chiedete a me, iniziò una sorta di filastrocca, suonando una... katana? Ammetto che mi sorprese non poco, poi, però, si presentò come una jonin dei Kakita e persino io sapevo che i Kakita erano un clan di nobili spadaccini di Kiri.
    Mi dovetti trattenere dallo sbuffare a quella che sicuramente era un'educata figlia di clan... ma voi lo sapete: non dò particolare attenzione a questo genere di cose, d'altronde, un motivo ci sarà se il Juudaime non mi ha proprio in simpatia.

    Comunque, la jonin ci spiegò la missione: dovevamo viaggiare fino ad una foresta nel Paese dell'Orso, per constatare i problemi commerciali del "Legno Vivo", un qualcosa di molto importante e costoso, per l'Accademia.
    Una missione diplomatica, sembrava, ma la cosa non mi tornava esattamente a pieno, tant'è che quando fu il momento delle domande, intervenni: Chiedo scusa, ma, esattamente, com'è gestito questo luogo e lo scambio commerciale? Cos'è questa comunità della Foresta? Lei parla di sciopero, Kakita-sama, ma uno sciopero implica una compagnia lavoratrice... quindi lì cosa ci aspetta? Qualcosa di simile ad una compagnia mineraria, solo che di taglialegna? Oppure c'è un vero e proprio villaggio, o intera cittadina, che basa tutta la propria economia su questo Legno Vivo? Di fatto, ci troveremo a raggiungere un villaggio, o solo un piccolo centro industriale, se così si può dire?, chiesi per prima cosa, poi aggiunsi: E, altra cosa, c'erano, o ci sono, altri che vorrebbero gli stessi prezzi di favore dell'Accademia, con le possibilità di ottenerli? Nel senso... un piccolo villaggio, come può essere il Paese delle Sorgenti Termali, di certo non regge il confronto con l'Accademia, per opportunità commerciali, ma altre grosse potenze che potrebbero aver preso il posto della nostra negli scambi di favore? Si sa qualcosa a riguardo?

    Due semplici domande, di cui avrei atteso le risposte, assieme alle eventuali domande degli altri miei compagni di viaggio.
    E poi, ecco che qualcuno s'intromise: una figura nota, seppur ci misi qualche secondo a riconoscere il barista della missione d'infiltrazione in mezzo ai jonin! E considerando com'era contorto e strano quel tipo, quando accennò a delle buste da aprire solo se eravamo in dubbio sul nostro esistere, o se non ci ricordavamo le cose, mi trovai preoccupato, specie considerando dov'ero finito l'ultima volta che lo avevo incontrato.
    Non ebbi però modo di chiedergli alcunché, quindi mi rivolsi di nuovo alla jonin: Kakita-sama, scusi, ma che intendeva con non ricordare qualcosa? Come indicazione è un pò vaga. Io non mi ricordo nemmeno la metà dei nomi dei miei compagni di squadra qui, tranne Masa-san e Tokugawa-san!
    Cosa dovremmo rischiare di dimenticarci?
    , domandai leggermente preoccupato, in attesa di ulteriori indicazioni, o spiegazioni, per quanto temevo che non sarebbero arrivati.
     
    .
  3.     Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Giocatori
    Posts
    3,899
    Reputation
    +187

    Status
    Offline

    Responsabilità


    I





    Era una mattinata normale, per quanto si potessero definire normali le giornate nell'Amministrazione otese. Ancora non era esploso nulla, una caraffa di caffè bollente era stata rovesciata sulla testa dello Yakushi dopo esser stato beccato dalla sua collega a poltrire, e gli altri impiegati si mostravano più o meno impegnati per evitare che lo stesso trattamento venisse ripetuto su di loro, meno capaci di guarire rapidamente come l'Amministratore. Qualcuno di loro aveva imparato che la Vipera poteva essere comprata grazie a qualche dolcetto a sorpresa. I regali inaspettati erano sempre apprezzati.

    Tutto dipendeva dal regalo però. Il primo tonfo della mattinata provenne dalla finestra. Il neo-assunto postino otese ancora non aveva avuto modo di conoscere Darwin, la fallimentare chimera dall'incredibile rigenerazione adottata da Hebiko. Trovandoselo davanti, forse scambiandolo per uno degli orrori del bosco dei Sussurri, aveva reagito con un calcio così violento che il volatile era finito a sbattere con violenza sulla finestra della Consigliera, esplodendo e sparpagliando sangue e frattaglie ovunque. Darwin!! Ormai Hebiko dubitava che la creatura potesse sentire il dolore, ma non le andava comunque a genio che qualche sconosciuto trattasse qualcosa di suo in quella maniera. Aprì la finestra, puntando il suo sguardo omicida verso il carnefice. Questo, con un sussulto, aveva già iniziato a correre più lontano possibile. Non abbastanza velocemente. Con un pesante fermacarte in mano, prese la mira, scagliandola con una terribile precisione e colpendo il malcapitato dritto sulla nuca. Il postino cadde a terra con un tonfo secco, nella noncuranza dei passanti. Non era una scena così insolita, dopotutto.

    Ma te guarda questo, per forza li licenziano di continuo, non si può vedere un otese che si spaventa per una bestiolina simile. Raccattò i resti del suo animaletto, appallottolandoli per facilitare la rigenerazione. Incastrato nel becco, c'era una lettera per lei. Oh. Che carino sei Darwin, hai imparato a portarmi la posta. La coda, caduta sul pavimento, si mosse scodinzolando.


    Puntuale come al solito, sarebbe stata la prima a presentarsi. Il servizio delle lucertole di trasporto otesi era impeccabile come al solito, per quanto costoso. Il suo posto da Consigliera tuttavia le permetteva un guadagno sufficiente da poter usufruire del servizio senza rimetterci un intero stipendio, al contrario di tutti gli altri sfortunati genin. Come citato dalla missiva, non sarebbe stata sola in quella missione, diversi altri genin da tutti i quattro villaggi erano stati richiamati. Li avrebbe squadrati senza dare nell'occhio uno alla volta, presentandosi molto brevemente con il suo nome e la sua provenienza. Uno dei kiriani fu il primo a presentarsi, in modo pessimo, ricordandole la brutta esperienza invernale avuta tempo prima. La bocca mutò in una smorfia, causata dal brutto ricordo. Per gli dei, non nominare quella cosa. Ancora aveva gli incubi, non appena si abbassava la temperatura di qualche grado. Spero che questa missione ci regali momenti migliori, Fudoh di Kiri, altrimenti inizierò a sospettare che tu sia la colpa delle mie disavventure. Non che in quell'occasione avesse avuto modo di scoprire chi fosse e quanto avesse fatto per portare a termine la missione. Mettere le mani avanti era la migliore delle opzioni, anche se non suonava come la più amichevole. Hebiko non sarebbe stata semplice da digerire per shinobi come lui, e forse nemmeno dagli altri presenti.

    La Jonin che aveva il compito di spiegare loro la missione decise di presentarsi con uno spettacolo musicale. Hebiko rimase al suo posto a braccia incrociate, sperando che il tutto finisse in fretta. Per quanto la donna fosse rapida, ci voleva molto di più per prendere la Vipera di sprovvista in un ambiente come quello: essere stata al fianco dello Yakushi per così tanto tempo l'aveva resa decisamente meno impressionabile a dimostrazioni di potere come quella. Quanto deve durare questa roba? Il suo sguardo si mosse tra gli altri presenti, controllando se qualcuno rispondeva alla sua occhiata, dimostrando che la pensavano allo stesso modo. Fudoh sembrava vagamente annoiato, ma troppo rispettoso per darlo a vedere.

    Finalmente arrivò il momento delle cose serie. Dall'equipaggiamento fornitogli, sembrava che il viaggio fosse parecchio lungo, o che il luogo di destinazione non fosse esattamente civilizzato come sperava. Cosa strana, vista la successiva spiegazione sul legno vivo e sul suo valore. In un primo momento sussultò, decisamente presa alla sprovvista dall'immenso valore che quel legno sembrava avere. Poi, più collegava gli elementi che aveva a disposizione, più le cose si facevano chiare. La donna fece il suo nome, facendo cadere la responsabilità di tutta la missione su di lei. Un sorrisetto sarcastico si fece spazio sul suo volto. Naturalmente. Chi altri, sennò. Confermò poco dopo la lunga strada da percorrere, spiegando così il motivo di quell'equipaggiamento extra.

    Una delle domande che le interessavano fu chiesta da Fudoh, dimostrandosi meno stupido di quello che pensava. Ancora però non le tornava tutto. Dopo di lui, sarebbe arrivato il suo turno. Kakita-san. Portò le mani di fronte alla bocca, visibilmente dubbiosa. Non usava quasi mai suffissi, ad eccezione delle persone a cui portava un profondo rispetto... e alcune di cui non si fidava affatto. Immagino che uno dei motivi di questo "sciopero" possa essere un incidente, o un guasto, o gli dei non vogliano, di peggio. Vista l'assenza di comunicazione, è stato astuto da parte vostra scegliere un gruppo di genin per controllare ed, eventualmente, sistemare la situazione in un'unica spedizione. Mentì. Un'evocazione un minimo addestrata avrebbe quantomeno potuto controllare la situazione, per avvertirli che non c'era stato un attacco a quella comunità e si trattava effettivamente di uno sciopero fatto per chissà che motivo. Ma era inutile dirle in faccia che non le tornava qualcosa, lo avrebbe detto ai suoi compagni dopo la partenza, probabilmente. Ma, se davvero si tratta di un innocuo sciopero come sperate, ho bisogno di sapere cosa scambiavate e quanto pagavate in cambio di esso. Lei stessa capirà che un valore simile è... esagerato, oserei dire. Ma non conoscendo le qualità di questo legno non voglio metterci bocca. Tuttavia, ho bisogno di sapere il più possibile per poter contrattare e portare a termine un accordo in un singolo viaggio. Quindi, quanto e cosa siete disposti ad offrire, per far sì che ripartano le varie spedizioni? E con che quantità? Inoltre, mi piacerebbe capire quanto sono civilizzate le persone con cui dobbiamo andare a trattare. Il suo dubbio principale era che gli Accademici avessero ottenuto un ottimo prezzo solamente perchè avevano offerto loro roba di poco valore, o per avergli fatto credere che quel particolare legno non valesse più di un legno comune un po' pregiato. L'ipotesi che queste persone fossero stupide, civilmente parlando, poteva essere un motivo.

    Prima di poter partire, un'altra persona intervenne, un anziano decisamente in forma per la sua età. Consegnò una lettera ad ognuno di loro, spiegando (più o meno) il motivo. La Vipera lo fissò confusa e sospettosa. Certo, non c'era motivo che volesse imbrogliarli... ma perchè non avvertirli dell'attuale pericolo presente? Uh, scusi? Si impose, pur avendo accettato la lettera. Potrebbe essere un pochino più chiaro? Che razza di storia è questa?? Perchè dovremmo... dimenticare di esistere in quella foresta? Come faccio a ricordarmi della lettera se dimentico me stessa?? La agitò di fronte a sè, indicando l'anziano con essa. Senta, apprezziamo il suo aiuto, ma dovrebbe spiegarci qualcosina di più, che dice? Se non altro come evitare che ci succeda, o accorgercene per tempo. Non capisco come delle lettere dovrebbero aiutarci in un caso simile, ma ho sentito cose ben più folli. Nascose la lettera nel suo tatuaggio, avrebbe fatto compagnia ad alcune delle sue armi.

    Una volta riuniti, non rimaneva che armarsi di pazienza e partire. Beh, che dire... Vedete di tenervi stretta quella lettera, a qualsiasi cosa possa servire. Se vi becco ad aprirla inutilmente, non mi tratterrò, a costo di farvi perdere i sensi. E voi dovreste fare lo stesso. Sono stata chiara? L'ultima cosa che voleva era che uno di loro finisse perso nel bosco, e che la colpa venisse scaricata su di lei. Non che tra di loro ci fosse un vero e proprio capoteam, non avrebbe avuto problemi ad ascoltare e seguire consigli che riteneva utili, ma allo stesso tempo si sarebbe imposta con fermezza contro qualsiasi cosa che non le andava a genio. Se non altro, li aspettava solamente una settimana di viaggio. Non poteva certo essere peggio di quella passata nel bosco dei Sussurri, perennemente seguita da un sadico Yakushi.
     
    .
  4.     Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Fan
    Posts
    455
    Reputation
    +85

    Status
    Offline

    La Bilancia Nera


    Chapter I - Accademia








    Oh ritornerò in Accademia. Esclamò in faccia al funzionario, con la busta tra le mani e il suricato che allungava il proprio collo verso l'ospite, all'uscio della sua umile dimora.
    Chiusa la porta alle sue spalle, si mise comodo sul divano e iniziò a leggere la comunicazione ricevuta, lunga giusto un paio di righe, sufficienti per informarlo sul luogo, giorno e ora dell'appuntamento.
    Decise di partire alle prime luci dell'alba del giorno successivo, con tutta calma.

    [...]

    Raggiunse il cortile privato dell'Accademia di buon ora, in perfetto orario, baldanzoso e pronto a conoscere i suoi compagni di viaggio, quei famosi ninja con cui condivideva il titolo di migliore Genin.
    Lo aveva saputo dagli anziani del suo villaggio, da cui si era recato per ricevere ulteriori istruzioni. Masayoshi non era un Genin come un altro. Era un Jinchuuriki, l'unico a Suna per giunta. Gli anziani si raccomandarono con lui di comportarsi bene, di non fare nulla di insensato e di tornare a casa con tutti gli arti.  E lì aveva saputo di essere l'unico ninja proveniente dal Paese del Vento.
    Sono il più forte Genin di Suna. Fu quello il suo pensiero quando, sotto ai raggi del sole, mitigato da un vento quasi primaverile, si mostrò ai presenti con un sorriso a trentadue denti.
    Per l'occasione aveva deciso di indossare un semplice pantalone largo, utile per facilitare i movimenti, e una felpa rossa al cui centro era raffigurato un suricato. Una lunga sciarpa di lana copriva il suo collo e parte del suo viso. La scimitarra ciondolava dietro la sua schiena, assicurata al corpo mediante corde robuste. Non si era risparmiato con le protezioni: oltre al corpetto in cuoio, su ogni arto superiore era applicata una benda rinforzata.

    Fudoh! Esclamò, quando vide il barbone avvicinarsi a lui dopo averlo riconosciuto grazie alla sua chioma bicolore, rossa e bianca. Nonostante se ne fossero date di santa ragione, per il divertimento di alcuni tristi ricchi mecenati, tra i due esisteva un legame di amicizia. Strinse con forza la sua mano callosa.
    Tutto bene, tutto bene. Fa sempre freddissimo qua. Per uno come lui, nato e cresciuto nel deserto, dieci gradi era una temperatura da polo nord. Questa volta ti guarderò le spalle. Tu cosa mi racconti? Chiese, mentre il suo sguardo si posava su Hebiko e su una specie di sacerdotessa in meditazione.

    Ah! Non volevo essere scortese ma dovevo salutare Fudoh-san..io sono Masayoshi Shokuto, di Suna. Avrebbe esclamato verso la ragazza otese, agitando la mano a mò di saluto.

    [...]

    Quando tutti i Genin giunsero nel cortile interno dell'Accademia, la sacerdotessa che era rimasta in disparte rivelò il suo vero talento. Per un momento, dopo aver scartato l'opzione musicista per via dello shamisen, il ragazzo dai capelli bicolore pensò si trattasse di una poetessa, ma si sbagliava, infatti, a giudicare dalla rapidità con cui estrasse la katana per tagliare un fiore in caduta, la donna doveva essere una kunoichi di livello molto alto. La lama si mosse nell'aria invisibile e silenziosa. 
    Con gli occhi fissi su di lei, la vide alzarsi da terra e avvicinarsi a loro, con quella grazia ed eleganza che facevano da copertura a una possibile assassina di professione,.
    Si presentò a loro, annunciando il luogo della missione: Inochi no Mori, Paese dell'Orso, distante chissà quanto da Suna.
    Spero non faccia freddo. Pensò, strofinandosi le braccia.
    Posò lo sguardo dove il gracile arto della ragazza indicò. In un angolo del cortile, uno affianco all'altro, vi erano sei zaini colorati, stracolmi, con provviste militare, mappe e un machete da usare in loco.
    Provviste...militari. Inorridì al pensiero di dover mangiare cibo scatolato. Lui si cibava solo di scorpioni rossi, carne di cammello e altre prelibatezze dell'Anarouch. Il machete passò in secondo piano.
    Il motivo del loro viaggio fu finalmente rivelato. In quelle lande cresceva un legno prezioso, costoso più dell'oro, utilissimo per creare sia armi sia oggetti e grazie alle relazioni diplomatiche l'Accademia si era garantita volumi di scambio molto elevati. Scambi che si erano interrotti in modo brusco e senza motivi chiari.
    Il loro compito era andare lì e provvedere a ristabilire le attività.

    Tra barboni e profughi vi erano personaggi "illustri", come Hebiko Dokujita, la ragazza che aveva salutato qualche minuto prima, consigliera di Oto. La squadrò con i suoi occhi smeraldo. Doveva essere molto forte per ricoprire quel ruolo da semplice Genin. Sarebbe stata lei ad occuparsi di eventuali trattative, anche se non sembrò contenta di ricevere tale onore.
    Urca, è piuttosto lontano. Si lasciò scappare quando udì dei sette giorni di viaggio. Non era contrariato per tutti i chilometri che avrebbero dovuto percorrere a piedi, tutt'altro, in tutti quei giorni avrebbero potuto socializzare e creare un gruppo affiatato. A un rapido sguardo, sembravano tutti tipi nella norma, professionali sul campo e amichevoli nei momenti di svago. Ad Higami, alle porte del bosco in cui cresceva il cosiddetto legno vivo, li avrebbe attesi un contatto accademico. 


    Giunto il momento delle domande. Masayoshi udì le perplessità d Fudoh-san e di Hebiko-sama. C'erano dei punti oscuri in quella storia e non era stato il solo a notarli. 
    Qualche dubbio lo ho anche io. Si grattò il capo, cercando di fare mente locale sulla marea di perplessità che affollavano la sua mente.  Lei ci dice di recarci là e indagare, ma l'Accademia ha già un contatto ad Hi...Hi..Higami. Riuscì a ricordare il nome del villaggio. Costui non è riuscito a dirvi cosa sta accadendo là di preciso? Siamo sei Genin, nemmeno scarsi ho saputo. Secondo me, si ha  già un idea di quale nemico potremmo incontrare là. Kurotempi? Veterano? Cremisi? Può dirci qualcosa di più? Per essere un Genin, ne aveva passate parecchie. Forse era l'unico ad aver avuto a che fare con i Cremisi, il Veterano e i pazzoidi dei Kurotempi.
    Ripensò ai machete. E perché i machete, se posso chiedere. Grazie. Ringraziò, incrociando le braccia al petto.

    Quando il briefing sembrò terminare, un uomo anziano apparve davanti ai loro zaini.
    Aveva il volto di un centenario ma i suoi occhi era vispi e attenti. Si avvicinò, consegnando loro delle lettere da aprire solo nel caso...in cui si sarebbero dimenticati chi fossero.
    Masayoshi trattenne a stento una risata. Il Rokubi sarebbe stato ben felice di ricordargli i terribili avvenimenti della sua "splendida" infanzia.
    Dimenticare qualcosa era possibile, ma perdere coscienza di se stesso, con un demone dentro di sé, era pura follia. Per lui, ovviamente.
    Ad un occhio esperto, in un luogo dove era facile perdere i ricordi e la propria identità, Masayoshi poteva rivelarsi una bomba ad orologeria.
    Prese la sua lettera e la inserì nella tasca del pantalone, in attesa di ricevere il suo zaino.
    Avrebbe voluto chiedere molte cose, ma lla Vipera di Oto lo anticipò, vomitando sul vecchio tutti i suoi dubbi. il Genin annuì ad ogni domanda.
    Perché essere così misteriosi. Secondo Masayoshi, gli anziani di Suna avrebbero bestemmiato in Anarouchese antico se avessero saputo di quel briefing così misterioso, ma forse loro ne sapevano di più e se avevano dato il loro lasciapassare, seppur con difficoltà, significava che il Jinchuuriki sarebbe stato in grado di portare a casa la pelle.

    [...]


    Terminato il briefing, udì le raccomandazioni della consigliera di Oto, con molte probabilità capoteam della spedizione. Masayoshi si sentiva negato ad assumere ogni posizione di leadership, perciò non avrebbe reclamato alcunché, attendendo l'inizio del viaggio.








     
    .
  5.     Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Fan
    Posts
    331
    Reputation
    +70

    Status
    Offline

    La Bilancia Nera


    I

    Beché stesse dando prova del suo raffinato talento, non potei che guardarmi attorno leggermente annoiato.
    Mi trovavo all'interno di un giardino del palazzo dell'Accademia, qualche giorno prima avevo ricevuto la convocazione per un'importante missione che rientrava nella categoria C. Con me erano presenti altri cinque genin, uno di questi era Fudoh mio compaesano a cui risposi con un gesto del capo e ricambiando il sorriso, poi Harumi, kunoichi del suono che avevo conosciuto in occasione del combattimento tenutosi al bosco dei sussurri che salutai a sua volta con un cenno del capo, quindi altri tre genin che non avevo mai avuto occasione di incontrare. Due ragazzi, che non conoscevo ma di cui avrei potuto riconoscere la provenienza dai loro coprifronte, e una kunoichi che, come me, si guardava attorno visibilmente annoiata. Non riuscii a trattenere il labbro che si piegò in un sorriso amaro e le feci un gesto complice con il capo.

    Prodigatasi in un'ennesima dimostrazione dei suoi talenti, la Jonin di Kiri, arrivò al nocciolo della questione: degli scambi commerciali, concernenti la compravendita di un prezioso legno, tra l'Accademia e il Paese dell'Orso si erano bloccati per cause ignote. Avevano per tanto ritenuto necessario inviare una squadra di shinobi per sincerarsi che il commercio riprendesse al più presto, dato che erano passate tre settimane dall'ultima comunicazione con gli abitanti di quelle zone. Venne inoltre indicata la ragazza dai capelli rossi, tale Hebiko Dokujita, di occuparsi di eventuali contrattazioni nel caso il blocco commerciale fosse dovuto a rimostranze circa le condizioni di mercanteggio.
    Quindi venne interrotta, dopo averci indicato gli zaini contenenti cibo e altre cose del genere per il viaggio, da un secondo e più anziano figuro. Questo ci distribuì delle lettere sigillate, ci spiegò che, se mai avessimo dovuto perdere la ragione o il ricordo di noi stessi, aprendole avremmo rimembrato il nostro essere. Presi la lettera tra le dita della mano e, prima lui e poi la kunoichi di kiri, li guardai con aria interrogativa trovandomi concorde con la richiesta di maggiori informazioni da parte dei miei compagni. Prevedere una possibile minaccia, come quella che ci era stata appena rivelata, significava avere dei sospetti circa alcune difficoltà che avremmo avuto da fronteggiare, da parte loro sarebbe stato assai imprudente non approfondirle dandoci ulteriori informazioni e mettendoci di fronte ad un pericolo che avremmo potuto evitare se ne avessimo saputo la semenza.

    Mi accodai alle domande dei miei compagni senza intervenire, erano tutte piuttosto pertinenti e non volevo tediarla ripetendo cose già dette. Attirò la mia attenzione il ragazzo dai capelli rossi proveniente da Suna quando, domandando se si fosse a conoscenza di che tipo di minaccia avremmo dovuto affrontare, citò il Veterano. Non riuscii a nascondere un sussulto, erano ancora vivide le immagini nella mia mente di quando si impossessò di quel particolare minerale durante una missione sostenuta insieme al defunto Itai-sama, anche quel genin era riuscito ad entrare in contatto con il Veterano ed essere riuscito a sopravvivere? Aveva la mia curiosità, avrei indagato sicuramente durante il viaggio.

    Quindi, avuto il tempo di radunarsi e raccogliere gli zaini che ci erano stati affidati, la consigliera di Oto prorompette in non velate minacce verso chi si sarebbe permesso di aprire la lettera inutilmente. Non riuscii a nascondere un'espressione accigliata e, parlando con un tono leggero per fare intendere che tanto le mie parole non erano da prendere seriamente quanto io non presi seriamente le sue, risposi Signorina Hebiko-san, si può esercitare la propria autorità quando se ne ha il diritto sistemai meglio sulla schiena lo zaino, non era leggero ma ci aspettava un viaggio lungo e ciò ne giustificava la mole Sia esso derivante da una supremazia fisica, di grado o più semplicemente carismatica. Per tanto, sottovalutare l'intelligenza dei suoi compagni di missione minacciandoli di non fare qualcosa che gli è già stato espressamente detto di non fare da un loro diretto superiore, non la mette in buona luce per nessuno dei tre punti appena citati La guardai dritta negli occhi con aria calma ma decisa, lasciai che le labbra si piegassero in un sorriso sincero e conclusi Si rilassi, non siamo ad Oto, consigliera, non ha dirette responsabilità su di noi più di quanta noi non l'abbiamo sugli altri Quindi deglutii spostando lo sguardo sugli altri compagni di squadra Scusate la maleducazione, io sono Youshi Tokugawa, ninja di Kiri dissi facendo un leggero inchino in loro direzione in segno di omaggio. Poi, sistemato quel convenevole, aggiunsi Magari potremmo provvedere a scrivere qualcosa sulla lettera, nel caso ci dimenticassimo del nostro passato una busta bianca potrebbe non attirare immediatamente la nostra attenzione
    A quel punto sarei tornato nel mio silenzio ascoltando eventuali altre presentazioni o idee da parte dei miei compagni. Procuratami una penna, nel caso che nessuno ce l'avesse a portata sarebbe bastato passare dalla portineria dell'edificio, avrei annotato sulla busta "Da aprire una volta persa la ragione".
    Quindi avrei seguito gli altri lungo la via che ci era stata indicata.
     
    .
  6.     Like  
     
    .
    Avatar

    Magistra Vitae

    Group
    Giocatori
    Posts
    828
    Reputation
    +91

    Status
    Offline

    Il legno della vita


    1

    Harumi afferrò l'asciugamano portole dal maggiordomo e si deterse il sudore che le imperlava il viso, per poi passare al collo e alle braccia. Il suo allenamento mattutino con la spada si era fatto più intenso dopo il duello in arena contro il rappresentante della Nebbia, sotto l'occhio attento di entrambi i kage. Il suo maestro nella Villa le aveva insegnato tutte le basi della scherma e la giovane era autonoma nella sua routine, perciò si era sorpresa nel vedere Antares osservarla chi sa da quanto, comparso silenziosamente come suo solito. Grazie. Accettando il panno offerto, rinfoderò la wakizashi dalla lama lucida. Dovere. Ah, signorina Harumi, è arrivata una lettera per lei. La ragazza alzò lo sguardo, curiosa. Doveva essere quello il vero motivo della sua presenza lì. Sulla busta campeggiava il sigillo dell'Accademia. Aveva tutta l'aria di essere una missiva ufficiale, quindi l'aprì senza indugio. In effetti si trattava della convocazione per una missione, di cui però non era fornita alcuna informazione. Increspando le labbra, si rivolse al maggiordomo con voce cortese, ma ferma. Per favore, avvisa Diogene-sama che mancherò per un po'.

    Il variopinto gruppo di genin, che contava almeno un esponente per ciascun Villaggio, stava seduto con malcelata impazienza ad ascoltare i versi declamati da una donna di una bellezza eterea e sfuggente, come i suoni a cui dava vita pizzicando delicatamente le corde del suo shamisen. Personalmente ad Harumi quell'atmosfera rilassante non dispiaceva, e trovava invece un peccato che non fosse stato servito loro del tè per apprezzarla a pieno. A spezzare l'incantesimo bastò però un singolo, innocente, petalo di ciliegio. Allo strumento musicale fece posto la spada, agli haiku parole di guerra. Già, erano ninja in procinto di partire per una pericolosa spedizione in fin dei conti, non annoiati cortigiani radunati per apprezzare l'arte e conversare sulle ultime mode dei daimyo.

    La jonin della Nebbia non si dilungò nelle spiegazioni, comunicando loro il minimo indispensabile. Quella mancanza di dettagli fu notata da tutti i presenti, i quali non avrebbero perso tempo a colmare tali lacune tramite una serie di puntuali e serrate domande mirate al nocciolo del problema. Non per niente erano i migliori genin che i quattro Villaggi potessero offrire al momento, a sentire loro. La giovane, dal canto suo, non era sicura di potersi annoverare a buon diritto tra di loro, ma non era più neppure una novellina. Le sembrava passata una vita da quando, salvata da un fine orribile, era giunta ad Oto. Per una serie di coincidenze, fortunate o sfortunate a seconda dei punti di vista, era stata accolta a Villa Mikawa, di fatto adottata da quello che sarebbe divenuto da lì a poco il nuovo capovillaggio. Ed ora si trovava lì, sapendo di dover dimostrare tanto ad Oto quanto a Diogene di non essersi sbagliati quando avevano visto qualcosa in lei.

    La kunoichi rimase in silenzio mentre veniva assegnato alla Vipera del Suono il compito di parlamentare con i locali. Quel soprannome era più che meritato, ma non solo per il suo legame con i serpenti. La sua lingua era biforcuta, anche fisicamente in effetti, e piuttosto acida, pronta all'ira e accondiscendente solo con i potenti, e a volte neppure con loro. Insomma, la peggiore opzione disponibile quando si trattava di contrattare. Tuttavia, questo valeva ad Oto. Forse, trovandosi in un altro contesto, rivestita di una responsabilità non indifferente per la buona riuscita della missione, avrebbe sostituito al veleno il miele. Harumi sospese il giudizio sulla neo consigliera, attendendo di vederla all'opera, ma aveva un brutto presentimento.

    Le sorprese, tuttavia, non erano finite. Un anziano signore, incredibilmente arzillo per la sua età, li mise in guardia verso una possibile perdita della memoria. Ancora, la jinchuuriki non lo interruppe, ma assottigliò gli occhi, sospettosa. Era chiaro che stavano nascondendo qualcosa, una precauzione tale non si prendeva senza un fondato sospetto. Accettò la lettera, riponendola immediatamente nella tasta interna del corpetto, al sicuro. Matatabi, hai sentito? Un brontolio sordo dentro la sua testa da parte del nekomata, che prese come un segno d'assenso, la tranquillizzò. Qualsiasi cosa li aspettasse nella foresta, sapeva di poter contare sul Nibi.

    Appena giunti nelle sale dell'Accademia c'era stato poco tempo per le presentazioni e i saluti, ma erano riusciti a scambiarsi almeno i convenevoli di rito. Quando Fudoh l'approcciò, la giovane socchiuse gli occhi a mezzaluna, sforzandosi di ricordare gli eventi lontani a cui si riferiva. Ma certo! Sì, mi sono portata a casa un grazioso carillon quella volta...è stato divertente! Soprattutto considerando che aveva passato metà del tempo a riposare di fianco a Diogene e l'altra metà a risolvere indovinelli come ad un gioco a premi, senza rischiare attivamente la vita come la maggior parte degli sventurati coinvolti. Io sono Harumi! Piacere di rivederti Fudoh, spero che andremo d'accordo! Glissò elegantemente sui nomignoli affibbiati ai suoi colleghi, di cui più o meno intuiva l'identità, anche perché la sua attenzione fu attratta da un ragazzo con un occhio coperto dal coprifronte della Nebbia. Youshi-kun, sono contenta di averti al mio fianco questa volta. Harumi gli sorrise in un modo che avrebbe fatto arrossire più di un adolescente. Guardami le spalle, d'accordo?

    Un trattamento simile, anche se meno esuberante perché li incontrava per la prima volta, riservò agli shinobi di Suna e di Konoha, entrambi circa della sua stessa età, o forse appena più giovani. Il mio nome è Harumi, mi affido a voi. Fece loro un piccolo inchino, dimostrandosi affabile. Matsumoto le diceva sempre che la prima impressione è importante, ma se c'era una cosa in cui si era scoperta brava era andare d'accordo con le persone. Abbastanza sconcertante, viste le sue esperienze infantili. L'unica con cui difficilmente sarebbe andata d'accordo in quella stanza era proprio l'altra ragazza, di Oto per giunta, ma lì il problema dipendeva più dalla consigliera che dalla portatrice del Due Code. Hebiko-san. Un cenno del capo appena abbozzato e un educato saluto distaccato sarebbe stato il massimo che la Vipera avrebbe ottenuto, a meno che non fosse lei la prima a rivolgerle la parola. Non correva buon sangue tra le due da quando lei aveva insultato Diogene, il quale non solo era il kokage del Suono, ma anche il custode di Harumi. La kunoichi si augurò che collaborare non risultasse troppo complicato, per il bene di tutta la squadra.

    Una team in effetti ben nutrito, quasi troppo per una missione all'apparenza così banale, come ebbe modo di notare una volta che fossero stati congedati dalla loro referente. I suoi compagni avevano fatto delle domande interessanti, che sperava avrebbero permesso di chiarire almeno alcuni punti, mentre lei si era limitata ad osservarli e a guardare in giro, con un fare che avrebbe ricordato a qualcuno quello di un gatto curioso. La prima ad aprire bocca fu Hebiko, la quale rimarcò la raccomandazione dell'uomo di non aprire assolutamente la lettera se non in caso di necessità. Non aveva detto niente di sbagliato, ma il tono con cui lo impose, unito ad una non velata minaccia, irritò il sensibile Tokugawa. Harumi gli si avvicinò, sfiorandogli il braccio per tranquillizzarlo. Youshi-kun, Hebiko-san si è espressa male, ma ha ragione, quella lettera è una sorta di assicurazione sulla vita. E poi ancora, dopo averne ascoltato la proposta. Buona idea! Magari quando saremo vicini alla meta potremmo scriverci sull'interno del braccio leggi la lettera, così nel caso non ne capissimo il senso a causa della perdita della memoria per prima cosa la apriremmo... Dovrei avere un pennarello indelebile da qualche parte... Si mise a cercare nella sacca porta oggetti, lasciando che gli altri nel frattempo ne discutessero. Ne approfittò anche per estrarre una mappa del continente, non troppo dettagliata a causa della scala, ma con diversi appunti aggiunti a penna. Intanto direi di studiare l'itinerario. Direi di fare una piccola pausa qui, prima di inoltrarsi nel bosco, in modo da essere freschi. Per ogni evenienza. In ogni caso prima di uscire si sarebbe recata da chi di dovere, chiedendo la carta più aggiornata del Paese dell'Orso a loro disposizione.

     
    .
  7.     Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Fan
    Posts
    820
    Reputation
    +21

    Status
    Offline

    La Bilancia Nera


    Primo Post


    Era una tranquilla mattina di un giorno qualunque nel villaggio della foglia. Il neo Eremita dei Tengu dormiva "serenamente" nel suo letto (da solo) quando improvvisamente cadde bruscamente al suolo urlando:

    Noo ancora uovaaa!!!

    Era stato svegliato da un incubo ormai ricorrente: essere rincorso da un nido pieno di uova. Aveva ancora qualche problemino ad accettare la sua particolare situazione e anche poco tempo per farlo effettivamente erano passati circa una decina di giorni dalla grande sorpresa anzi dalle 3 sorprese - Kinder sorpresa - I doveri e le responsabilità in un solo momento erano decuplicati...

    Satoru dopo il dolce risvegliò si dedicò alle solite comuni abitudini mattutine per poi scendere in cucina trovandosi davanti la sua "nonnina" eccessivamente splendida e piuttosto scoperta come suo solito.



    Anche lei..Ora!
    Nonna cosa ci fai qui?

    In realtà non era veramente sua nonna ma la ex-maestra di suo padre: una anziana e misteriosa jonin della foglia; nessuno conosceva la sua vera età.

    Satoru-chan sai che mi piace quando mi chiami nonnina hihihi!

    Mettendo maliziosamente la pipa tra le labbra rosso cremisi. Arrossendo il genin chinò il capo imbarazzato e disse non troppo contento:

    ...nonnina...
    Bravo passerotto...Ti ho preparato la colazione...uova sode ihihih piccolo amante delle volatili ihihih
    Vecchia strega maggiorata...
    Molto divertente...Grazie ma passo.
    Bene hai una missione domani alle 9.00 in accademia parti subito!
    Si signora vado.
    Non baciare niente e nessuna conservati per me...Scherzavo ihihih per lei...
    Emh certo...

    correndo immediatamente a prepararsi per la nuova avventura (pericolosa?).

    [...]

    All'ora e al giorno fissato l'eremita giunse per ultimo altri 5 ninja erano già presenti all'appello a quanto pareva tutti genin dei vari villaggi tra cui 2 kunuichi una piuttosto carina mentre l'altra era come dire abbastanza particolare - ma niente che stupisse più di tanto qualcuno con una ragazza alata di 120 anni fissata con la fertilità - poi altri 3 tipi non troppo normali - ma dopo Tasaki e Kato niente di troppo strano - Alcuni dei colleghi sembrava si conoscevano già mentre il Kusano non conosceva nessuno e questo la spinse a stare leggermente da parte ad ascoltare.

    La certa Kakita spiegò il compito che attendeva il piccolo gruppo ovviamente qualcosa di strano...con informazioni non troppo dettagliate - era una nuova moda all'accademia? - Una volta conclusa la spiegazione e le varie domande dei colleghi il diciannovenne decise di porre solo 2 domande

    Kakita-sama che cosa ha di tanto speciale questo legno? E perchè ha questo nome?

    per poi tornare in silenzio e prendere la busta e immediatamente conservarla senza il minimo dubbio con mentalità ormai aperta a qualsiasi stranezza.

    Senza la minima piega ascoltò la minacia della consigliera del suono - una tipa nervosa - non meno il ragazzinao di kiri. Al momento giusto disse il diciannovenne:

    Sono Satoru Kusano genin di Konoha. Certamamente Harumi-san anche per me...Scusate voi di Oto conoscete Kato o Tasaki?

    Raccolse zaino e tutto e come suggerito scrisse sulla bebda legata all'avanbraccio sinistro

    Se non sai chi sei leggi la lettera. E non baciare nessuno.
    seguendo il gruppo restando se possibile vicino ad Harumi.

     
    .
  8.     Like  
     
    .
    Avatar

    Il Fiore Lupo

    Group
    Giocatori
    Posts
    1,186
    Reputation
    +114

    Status
    Anonymous

    La Bilancia Nera
    Parte II






    La donna tramutò la sua vetusta ma non per quello meno affascinante Katana nuovamente nello Shamisen, e ad ogni domanda che i giovani Genin posero alla Jonin un rintocco di quel strumento musicale così raffinato risuonò nel piccolo giardino interno all’Accademia.

    Alle domande di Fudoh di Kiri su come era organizzato esattamente, o meglio su come avvenivano gli scambi commerciali tra quella comunità dispersa nelle foreste del Paese dell’Orso e l’Accademia la donna rispose, dimostrando una superficialità eccessiva, soprattutto considerando il suo grado: - Non ne ho idea – fu la risposta disarmante – Per la questione potenze straniera, o organizzazione, di base la escludo. Nel caso peggiore ruberebbero i carichi, di certo non ucciderebbero o sostituirebbero i lavoratori di quella regione. Estrarre e lavorare quel legname è un’arte unica e tramandata oralmente da generazioni. Una volta persa verrebbe dimenticato anche il modo in cui produrre il Legno Vivo. Diciamo che sono in grado di far valere il loro peso professionale, e di conseguenza contrattare bene al tavolo con l’Accademia. Comunque avete il vostro contatto in quel paese, lui è conoscenza di dettagli a me ignoti. Io sono la vostra responsabile in quanto vi precederò in una missione al Paese dell’Orso. Forse è collegata alla vostra, forse no… Chi lo sa. – nuovamente risuonò un rintocco dello shamisen. Le domande di Hebiko-sama furono più pratiche, dirette al nocciolo della questione – Questa Katana e questo Shamisen - la Kakita distinse bene i due oggetti, quasi come se fossero effettivamente due entità distinte – Sono costituti di legno vivo. Il fodero della mia Katana sarebbe in grado di spezzare il migliore acciaio del Ferro, e questo Shamisen intona note dalla squisita dolcezza. Ci sono pochissimi posti conosciuti in questo modo dai cui alberi si può trarre il Legno Vivo, ed esso è fondamentale per la costruzione di armi, oggetti e quant’altro di fattura eccezionale. Il Raibuuddo è in grado di moltiplicare la forza del Chakra, lo amplifica come una cassa di risonanza. E fino ad oggi è stato un vantaggio che solo noi Accademici abbiamo avuto. Dunque è fondamentale, consideri questo. Non ho idea di cosa non può trattare o cosa può trattare. Lei è una Consigliera… Mi auguro che sappia fare il suo mestiere e improvvisare a dovere quando si troverà davanti al problema. – di nuovo un rintocco musicale e di nuovo una terza risposta – Il Machete serve per evitare di rovinare il filo delle vostre armi. La foresta è fitta e potreste trovarvi parecchio in difficoltà. Ho preferito abbondare con le provviste ed è per quello che di fatto avete scorte a sufficienza per tutti voi. – alla domanda di Satoru la donna non rispose, in fin dei conti aveva già risposto al Foglioso indirettamente riferendosi con Hebiko.

    La Kakita sbuffò alla comparsa del Jonin anziano. Non se lo era dimenticato, semplicemente non l’aveva detto – Vecchio Saito, sei troppo premuroso. L’avrei detto a breve…– fu l’unica sua risposta. Invero il Jonin della Foglia esprimendosi verso tutti i presenti rispose, senza dare però informazioni concrete- No, non vi dirò il motivo del perché vi ho consegnato questa lettera. Tenete a mente solo le mie parole. Nessuno di voi ha pensato che più informazioni, più collegamenti una persona conosce più probabilità ha di dimenticarsele? Meno ricorderete, meno dimenticherete… visto che non sapete. – un sorriso comparse sul suo volto e con quella frase a dir poco enigmatica si sarebbe voltato, e incrociando le mani dietro la schiena con un passo lento, quasi fastidioso si sarebbe incamminato scomparendo di fatto in mezzo ai corridoi dell’Accademia. E allo stesso modo, dimostrando una grazia ricca di anni di esperienza, la Kakita si alzò da terra piegando flebilmente le proprie ginocchia per darsi la forza necessaria ad alzarsi e ruotendo lo sguardo in direzione opposta ai Genin si limitò ad un breve commiato: - Vi voglio vedere qui, a missione terminata. Possibilmente tutti interi, giovani Ninja. L’Accademia ha bisogno di voi, mai quanto come in questo periodo. – I più attenti di loro avrebbero notato che né la Katana né lo Shamisen erano presenti. Erano semplicemente scomparsi.

    Il viaggio non avrebbe riservato alcun genere di sorpresa. E a parte la lunga camminata che sarebbe spettata ai Genin sarebbero arrivati a Hagumi nei giorni stabiliti. Il luogo che gli avrebbe atteso non sarebbe stato nulla di straordinario. Un semplice villaggio con poco più di una cinquantina di case, ovviamente in legno, e una lunga strada battuta che divideva a metà il paese. In quella via avrebbero notato la presenza della locanda, e allo stesso tempo di qualche struttura essenziale: un piccolo commissariato, un emporio, un barbiere e quello che sembrava a tutti gli effetti un ambulatorio medico.

    Tuttavia i loro sguardi di certo sarebbero stati attratti in una direzione ben diversa rispetto a quella del villaggio. Davanti a loro infatti si presentava la Foresta della Vita, Inochi no Mori. Una distesa infinita di verde, di alberi secolari, fitta come le maglie che componevano un vestito nuziale. Bellissima e tremendamente inquietante. Perché se si scendeva con lo sguardo gli alti alberi e le loro fronde coprivano il cielo e impedivano alla luce di arrivare in basso.

    La Foresta della Vita era anche la foresta dell’oscurità.




    Comunque appena sarebbero entrati all’interno della locanda non ci avrebbero messo molto a incrociare il loro contatto. Avrebbero visto un omaccione, alto quasi due metri con la barba lunga fino a metà torace, e dai muscoli delle braccia talmente sviluppato che praticamente faticavano ad entrare nella camicia a quadri neri e blu. Quel tizio era proprio quello che aveva la fascia rossa sul braccio. Il petto sporco, villoso e lo sguardo truce erano indizi che si trattava di un vero falegname, di quelli sudati. E di conseguenza di quelli seri. Ai suoi piedi appoggiava un’ascia, grande quando una gamba e strani intarsi correvano lungo quell’arma. Ai Ninja non restava che avvicinarsi.
     
    .
  9.     Like  
     
    .
    Avatar

    Falce dei Kaguya


    Group
    Y Danone
    Posts
    21,414
    Reputation
    +595

    Status
    Offline

    Inizia la Missione


    Sei Personaggi in cerca di un Bosco



    Dunque, da dove cominciamo? Bé, ovviamente dall'inizio!
    L'incontro con i miei cinque compagni di squadra, alcuni mi fecero un'impressione migliore di altri, ammettiamolo.
    Youshi-san non è che mi diede chissà quanto discorso, ma non era esattamente il più garrulo dei compagni, in fondo ad essere un ninja oltremodo furtivo, anche in loquacità forse ci perdevi un pò. Ma con il Tokugawa già ci conoscevamo, sapevo, fra viaggi in mezzo ai ghiacci, e dentro balene, ne avevamo già passate di belle assieme.
    Il ninja di Konoha? Quello era altrettanto silenzioso, giusto alla fine della riunione si presentò, dicendo di essere un genin e dicendo due nomi che erano noti anche a me, quello del Guardiano delle Mura del Suono e di Tasaki, quel ninja che avevo incontrato la prima volta ai tempi di quella faccenda nel Paese del Thé.

    E parlando di otesi: la Rossa non si presentò esattamente come la più cordiale delle persone, suggerendo che ai tempi del Panzone del Gelo potesse essere colpa mia per tutte quelle follie, ma alzai le spalle, dai modi di fare probabilmente, ipotizzai, era un'altra di quelle cocche di famiglie importanti che si sentono rilevanti per il loro ruolo, o per qualche particolare legame di sangue. Ma magari mi sbagliavo, la missione lo avrebbe detto, per ora mi limitai ad un: Certo, farò il possibile, otese-sama. Non mi aveva nemmeno detto il suo nome.
    La seconda, almeno, mi rispose con cordialità, dicendomi anche il suo nome, "Harumi", per poi andare a salutare Youshi-san, con cui a quanto pareva erano in maggior confidenza.

    Masayoshi, invece, si dimostrò cordiale ed amichevole come sempre: Freddo, qui? Masa-san, mi rendo conto di non essere mai stato a Suna se ritieni questo freddo. Una volta, Elmo... il Juudaime mi mandò in missione nelle zone vicino Genosha, lì sì che faceva freddo: neve dovunque guardavi, qui in confronto è estate fitta per me!, ridacchiai cordiale, Bè, da quando ci siamo affrontati sono diventato il Guardiano della Valle del Guscio e mi hanno assegnato il ruolo di sostituto Primario nell'Ospedale di Kiri, cerco sempre di fare il possibile per gli altri., avrei aggiunto sorridente.
    E tu? Sarai diventato fortissimo dal nostro scontro ad oggi!, gli chiesi sicuro dei suoi mezzi, mi ricordavo le valanghe di sassi che m'aveva buttato addosso e, fidatevi, non erano state piacevoli.

    [...]

    Ma passiamo un pò oltre le chiacchiere con i miei compagni di missioni ed andiamo alle parole della boriosa jonin dei Kakita, vi va? Immagino di sì.
    Partiamo da una semplice constatazione: quella tizia fu utile come un cappotto invernale in piena estate.
    Per pietà, ci confermò che quei falegnami, perché potevano abbellirla come volevano, ma di falegnami stiamo parlando, avevano un modo tutto loro di lavorare un metallo che poteva rompere il miglior ferro possibile, ma su chi o cosa ci saremmo trovati davanti? Non ne aveva la più chiara idea.
    Ed il vecchietto di quella storia delle isole vicino Kumo? O quello fu ancora migliore: più cose sappiamo, più ne dimentichiamo? Ma davvero? E ci era arrivato alla sua veneranda età a quella verità? Non so dirvi se c'è un termine medico per tutto ciò, ma nessun cervello è senza fondo, c'è chi ha più capacità mnemoniche e ricorda più facilmente eventi passati, o piccoli particolari, c'è chi è più attento alle cose presenti e disinteressato a ricordare eventi passati.

    Ma mi sto perdendo in piccole lamentele, lo so, quindi torniamo sulla missione: la kunoichi non ci disse, appunto, molto di più di quanto sopra ed ancora meno l'anziano jonin, così, con quello che avevamo dalla nostra, iniziammo la missione.
    Relativamente al suggerimento di Youshi-san, avrei preso una penna e scritto sulla lettera:

    Ti chiami FudoH. Se non ti ricordi qualcosa di importante, leggi la lettera

    Sono un genio, vero? Così avrei evitato di leggerla per motivi futili.
    Comunque di lì a poco saremmo partiti: sette giorni di viaggio fino al villaggio di Hagumi, almeno avremmo avuto il tempo di conoscerci.


    [...]

    Durante il viaggio, Harumi-san avrebbe chiesto quali erano le nostre capacità e non avevo problemi a dire le mie: Di base sono un medico ed un esperto di taijutsu, posso evocare due Tartarughe della Valle del Guscio e della valle del Guscio sono il guardiano, ho anche appreso lì i segreti del Chakra naturale-gravitazionale. Ho anche qualche altro jutsu, ma niente che richieda troppi sigilli... mi confondo facilmente con quelli., ammisi sorridendo al resto del gruppo.

    In quei giorni, poi, avrei provato a legare con il resto del gruppo con chiacchiere varie: Voi ricoprite dei ruoli nei vostri villaggi? Cioé,con Youshi-san so già la risposta e Hebiko-dono, a quel che ho capito, è Consigliere ad Oto, anche se non sono sicuro di che significhi, ma immagino che lei lavoro molto con lo Yakushi-sensei, giusto? E voi, Masa-san, Harumi-san e Satoru-san? Io a Kiri sono il sostituto Primario dell'Ospedale, oltre che lavorare al banco in una pasticceria un paio di volte a settimana., avrei detto agli altri.

    In un'altra occasione, avrei chiesto al ninja di Konoha: Satoru-san, quindi tu conosci Tasaki ed il Guardiano-san di Oto? Ho fatto delle missioni con loro. Tasaki Moko è... particolare.
    E di Konoha chi conosci? Io ho avuto modo di partecipare ad un paio di missioni con l'Ex Beato fra le donne e più di recente ho conosciuto Yato-san.
    , gli dissi, ricordando un paio di nomi di shinobi della Foglia che avevo, più o meno di recente, incontrato.

    In generale, comunque, sarei stato sempre disponibile alle chiacchiere con i miei compagni di missione durante i sette giorni di viaggio.

    [...]

    Ad ogni modo, alla fine saremmo arrivati a Hagumi e da lì avrei visto questo fantomatico bosco, anzi, scusate, la Foresta della Vita ed una foresta in effetti sembrava: alberi immensi e fittissimi. Posso essere onesto? Mi produssero un leggero senso di claustrofobia... per me che ero abituato a dormire all'aperto, per terra, con il cielo sempre in vista, l'idea di quella fitta marea di tronchi e foglie ad oscurare il cielo... br...
    Ci penserò quando ci entriamo..., mi dissi.
    Hagumi, in ogni modo, era un villaggetto, piccolo e con pochi edifici importanti.
    A quel punto, mi girai verso il gruppo: Hebiko-dono deve incontrare il nostro contatto, ok, ma noi altri? Dato quanto le parole della Kakita-dono sono state, poco utili, potremmo dividerci e vedere se scopriamo qualcosa qui in giro, che ne dite? Io andrei all'ambulatorio medico, per scoprire anche se ci sono insetti, o piante da cuii dobbiamo preparare a curarci.
    Qualcuno vuole venire con me?
    , avrei chiesto agli altri e, subito dopo, con chiunque si fosse proposto, se qualcuno si fosse proposto, sarei andato verso l'ambulatorio.

    Una volta arrivato, avrei cercato un medico del luogo e mi sarei presentato: Salve, piacere. Sono Fudoh di Kiri, ninja accademico. Siccome ci è stato detto di andare ad incontrare i lavoranti nella Foresta della Vita, volevo sapere se c'erano veleni, dovuti ad insetti o piante, di cui dovevo essere messo a conoscenza. Sono il medico del gruppo e quindi vorrei essere il più pronto possibile ad aiutare la squadra, sa com'è: la vita dei miei compagni, nonché la mia, mi è abbastanza cara.
    Mi può dare consigli sul tipo di problemi, malattie o tipologie di ferite, che potremmo incontrare nel nostro viaggio?
    e se avessi trovato qualcuno che mi desse le dovute risposte, avrei poi continuato, in modo cordiale, A proposito, i lavoratori che vivono nella Foresta della Vita, immagino siano gente qui di Hagumi che passano dei periodi nella foresta per lavoro, o ci sono delle comunità anche in quel fittissimo assemblaggio di alberi?, domanda più che valida che mi serviva per capire che tipo di gente ci saremmo trovati davanti, se uomini dei boschi o gente, più o meno, civilizzata.
     
    .
  10.     Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Giocatori
    Posts
    3,899
    Reputation
    +187

    Status
    Offline

    Prima tappa


    II



    Il kiriano si dimostrò estremamente cordiale e probabilmente malleabile, uno di quei tipi che se dato un ordine in una missione non avrebbe cercato di ribellarsi inutilmente. Sapere di aver già un problema di meno fece arricciare gli angoli della bocca della serpe, che si chinò appena nella sua direzione. Puoi chiamarmi Hebiko, zuccherino. Usa il suffisso che preferisci. Sibilò, mettendo involontariamente in mostra la sua lingua da rettile. Il resto delle presentazioni sarebbe stato rimandato a dopo.

    Il gruppetto, riunitosi, aveva assistito al breve spettacolo della donna, ancora inconsapevoli di cosa stava effettivamente mostrandogli. Un altro ragazzo, come lei, sembrava attendere con impazienza la fine del teatrino, e diversi sguardi tra il confuso e l'annoiato attendevano pazientemente una spiegazione. Pochi, se non nessuno di loro, sembravano apprezzare i teatri improvvisati.

    Hebiko si mostrò decisamente interessata alla spiegazione sul Legno Vivo. Un fodero più forte dell'acciaio, e la capacità di mutare in un oggetto completamente diverso, lo rendevano un materiale dalle infinite possibilità. Ora le era più chiaro quel valore così assurdo. Interessante... Permette? Può mostrarmi come è in grado di cambiare? Se la donna glielo avesse permesso, avrebbe valutato la consistenza del materiale, il come, sempre se fosse possibile con le sue mani o il suo chakra, lo strumento poteva trasformarsi in una pericolosa katana, e confrontando il peso tra i due oggetti. In parte era buona cosa capire al meglio le funzionalità di un materiale simile, potevano finire in una stanza circondati da armi senza nemmeno saperlo. Dall'altra, la sua era pura curiosità personale. Un oggetto simile avrebbe fatto gola a molti, la Vipera non era da meno. Avrebbe ringraziato la donna con un elegante inchino, lasciando posto per le successive domande.

    Apprezzò meno l'idea di dover trattare ad occhi chiusi. Non sapere con esattezza cosa e quanto avrebbe potuto offrire l'Accademia era un problema non da poco. Si sarebbe dovuta adattare al vecchio prezzo, come base di partenza perlomeno. Non sarebbe sicuramente stato facile, ma insistere sembrava inutile. E sia, Kakita-san. Mi dica il prezzo delle precedenti contrattazioni, al resto penserò io. E se avete qualche corvo o metodo di comunicazione rapido da consegnarci, potremmo anche chiedervi conferma prima di far approvare qualsiasi tariffa. I contatti con il villaggio stesso erano stati bloccati, sempre sperando in uno sciopero, per cui avere un messaggero d'emergenza poteva far comodo.

    La sola comparsa del vecchio l'aveva irritata più del dovuto. La sua frase, per quanto Hebiko la ripetesse più volte nella sua mente, continuava a non aver senso. Sospirò, stressata, sfogandosi vero il gruppetto e dando la sua istruzione. A sorpresa, una pesante protesta provenne proprio dall'altro kiriano, che, lamentandosi con cordialità dei suoi toni, si mostrò comunque fermo nell'imporre la sua idea, seppur evitando toni accesi. La rossa portò le mani sui fianchi, ridacchiando. Ohoo, stiamo tirando fuori gli artigli, kiriano? Sorrise, lo stava un po' prendendo in giro, ma rispettava il suo punto di vista. Alzò le braccia, sdrammatizzando la situazione. Oh, no no no. Hanno chiamato i migliori genin del continente, ci si aspetta che nessuno di voi qui sia stupido. Ma, in certe occasioni, preferisco passare per la cattiva piuttosto di aver qualcuno sulla coscienza. Aveva già fatto diversi errori in passato, lasciando troppa libertà a persona che avevano bisogno di una guida, ed alcune di loro non erano più in vita per potersi lamentare dei suoi sbagli. Non hai tutti i torti. E' sempre difficile ammettere di non aver colpe nella morte di qualcuno.Sperava di aver chiarito il suo punto di vista in maniera sufficientemente chiara. Seguendo l'idea del resto del gruppo, arrivato il suo turno avrebbe scritto"Leggimi , Hebiko Dokujita, e ti dirò chi sei" su quella lettera, prima di metterla via.

    Al momento della partenza, la Consigliera bloccò tutti. D'accordo, signori. Non sono qui per prendermi la responsabilità di nessuno, tantomeno per comandarvi a bacchetta. Semplicemente, mi piace far le cose con ordine, e nel modo più sicuro possibile. Per cui, viaggeremo in gruppo. Ma anche in coppie da due. Ed ognuno di voi dovrà badare al proprio partner, qualsiasi cosa accada. Se dovessimo perderci per qualsiasi motivo, perlomeno non saremo completamente soli. Lasciò qualche secondo a tutti per metabolizzare le sue parole, attendendo impaziente. Beh? Coraggio, formate queste coppie! Si voltò verso il ragazzo con la benda sull'occhio, con un sorrisetto di sfida.Youshi, giusto? Pensi di essere in grado di tenermi a bada? Avere qualcuno di troppo accondiscendente al proprio fianco rischiava di metterla in situazioni dalle quali non sarebbe stata in grado di uscire con un alleato troppo pacato. Qualcuno con un carattere forte a sufficienza da tenerle testa per qualcosa di così semplice come una sgridata nervosa, avrebbe invece potuto obiettare contro un suo possibile piano folle. Non che si prendesse spesso dei rischi, ma al contrario era piuttosto insicura, nonostante non si fidasse del parere altrui. Qualcuno di sufficientemente posato ma deciso poteva essere il tassello mancante per far funzionare quella missione.

    Formate le coppie, il gruppo sarebbe partito insieme, una coppia dietro l'altra. Durante quel lasso di tempo avevano modo di conoscersi meglio, e parlare del più e del meno. La Vipera si sarebbe dimostrata come la più silenziosa, aprendo bocca solo quando interpellata. Era una persona solitaria, che per quanto potesse apprezzare una liberatoria passeggiata nel bosco, avrebbe preferito molto di più trovarsi lì da sola. E non per una missione di cui aveva ancora ben pochi dettagli per sapere come risolverla.

    Fudoh sembrava il più entusiasta del gruppo. Un po' troppo solare per i gusti della rossa, ma ottimo per tenere alto il morale del team. Inoltre era un medico, sapere che era comunque cordiale le avrebbe permesso di fidarsi, al contrario degli orrori che ospitavano l'ospedale di Oto. Sarebbe arrivato il suo turno, prima o poi. Vi basta sapere che strozzo le persone, e sono discretamente resistente.Confessò, sogghignando. Voi limitatevi a prendere la mira mentre li tengo fermi. Sibilò allegra, ascoltando le abilità del resto del gruppo. Se Masayoshi avesse confessato di essere un jinjurichi, si sarebbe mostrata inquieta, cercando di non farlo notare troppo. Grandioso, due demoni a cui fare da balia... Era chiaro chi fossero gli shinobi più preziosi lì in mezzo. Ed i più instabili.

    Il viaggio non nascose alcun tipo di brutta sorpresa, per loro fortuna. E, prima di inoltrarsi nella più fitta foresta, c'era un angolo di civiltà a raccoglierli, dove si sarebbero potuti rifocillare con calma e valutare la mossa successiva a seconda delle informazioni raccolte. Era il momento di fare il punto della situazione. Signori. Si schiarì la voce, attirando l'attenzione di tutti. Direi che è il momento di separarci. Abbiamo le coppie già formate, perciò siete liberi di andare dove preferite. Il punto d'incontro sarà alla locanda, all'ora di cena. A seconda delle info, valuteremo se fermarci per la notte e partire al mattino successivo, o partire immediatamente. Inutile dire che immagino tutti noi speriamo nella prima ipotesi. Io andrò alla locanda ad incontrare il nostro contatto. Fudoh fu il primo a prendere l'iniziativa. Hebiko annuì. Ottima idea, medico. Nonostante il carattere pacato, non era tonto come sembrava.

    Non appena si fosse fatta dire dove ogni coppia era diretta, si sarebbe separata, possibilmente con Youshi al suo fianco, alla locanda dove il loro contatto li aspettava. Signore. Non appena notata la fascia rossa sul braccio, gli si sarebbe avvicinata, presentandosi con un piccolo inchino. Hebiko Dokujita, Consigliera di Oto. La jonin aveva fatto abbastanza enfasi sul suo ruolo da farle capire come fosse importante che lo ricordasse anche all'uomo di fronte a se. Dopo che, se presente, anche Youshi si presentò, avrebbe proseguito: Lei è il nostro contatto, immagino. Piacere di conoscerla. Immagino avrà diverse informazioni da darci riguardo la nostra missione. Portò le braccia dietro la schiena, attenendo con pazienza. Il kiriano avrebbe potuto fare le domande che preferiva. Le cadde l'occhio sull'ascia, finemente decorata, domandandosi se anch'essa fosse stata costruita con il famoso Legno Vivo. Iniziò a chiedersi con quale materiale avevano estratto quel prezioso legno, se faceva invidia al migliore degli acciai. Ma non voleva insinuare nulla prima di sapere cosa l'uomo aveva da dire sulla loro missione.
     
    .
  11.     Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Fan
    Posts
    455
    Reputation
    +85

    Status
    Offline

    Nei pressi della Foresta della Vita


    Chapter II - ... In viaggio...





    E lì non metterò mai piede. Rispose, terrificato all'idea di trovarsi in un luogo pieno di neve e ghiaccio. La sua temperatura ideale si attestava sopra i trenta gradi, trentacinque se in presenza di vento.
    Wow Esclamò, felice per il suo amico. Per essere stato un barbone, ne aveva fatta di strada. Quando giunse il suo turno, Masayoshi ebbe un momento di esitazione. Avrebbe voluto rivelare il suo essere un Jinchuuriki, ma decise di soprassedere e rinviare quell'argomento più avanti, così da avere del tempo per pensare se rivelarlo a tutti o meno.
    Nulla di che. Il Chunin è un miraggio. Poi si ricordò della missione ai confini di Suna, dove aveva stretto un forte legame con i suricati. Ah, io ho stretto amicizia con loro. Si indicò la maglia, raffigurante un suricato.
    Sono creature fantastiche! Vivono nel deserto sai?

    [...]



    La risposta della donna venne anticipata dal rintocco del suo shamisen, strumento musicale che Masayoshi non aveva mai visto in vita sua. Ella rivelò come i falegnami fossero consapevoli del valore delle loro abilità e che le loro creazioni, come il fodero della katana che possedeva, avevano proprietà uniche, compresa la capacità di interagire con il chakra.
    Alla richiesta di Hebiko di poter assistere alla trasformazione del legno, Masayoshi si sarebbe sporto in avanti per osservare meglio la scena e di conseguenza il materiale.
    Nella sua mente immaginò come sarebbe stata la sua scimitarra perfetta, da battezzare con un nomignolo che avrebbe dovuto richiamare le profonde dune del suo amato deserto.
    l machete servivano per preservare il filo delle loro armi se avessero dovuto farsi spazio tra alberi e arbusti.

    Quando vide la Kakita sbuffare per l'intromissione del vecchio, Masayoshi sorrise, divertito dalla scena, perché vide se stesso le prime volte che aveva avuto a che fare con gli anziani del suo palazzo, convinti che avvicinarsi a una comitiva per dare aria alla bocca con discorsi privi di interesse fosse un azione lecita e non maleducata. Con il trascorrere degli anni, aveva imparato a conoscerli e ad approfittare della loro memoria storica per conoscere la storia di Suna.
    Come la Kakita, nemmeno Satoru fu in vena di spiegazioni: con un sorriso sornione, rispose ai dubbi della comitiva con due banalità in serie e se ne andò, lasciandoli con le buste in mano.
    Il sunese non lo richiamò, come nessuno del gruppo fece. Si limitò a scrivere al centro dell'oggetto una bella frase:

    Profugo di Suna. Rokubi. Se non ricordi, apri questa lettera.


    E senza farla leggere a nessuno, la nascose nelle tasche, sicuro che non sarebbe stata necessaria. Come avrebbe potuto dimenticarsi del suo passato e del demone che ospitava al suo interno?

    [...]



    Con lo zaino in spalla, la sciarpa a protezione del naso infreddolito e la scimitarra ciondolante sul fianco, Masayoshi partecipò alla prima riunione, ascoltando con interesse i botta e risposta tra il kiriano ed Hebiko. Non si intromise nei loro discorsi né si sforzò di capire chi tra i due avesse avuto ragione.
    Era chiaro che il ruolo di leader spettava alla Vipera di Oto, l'unica a poter sfoggiare il titolo di Consigliera di un villaggio accademico, così, senza fiatare, il sunese seguì le sue indicazioni, affiancandosi a Fudoh.
    Ti guarderò le spalleAvrebbe avuto sette giorni per conoscere i suoi colleghi e creare l'affiatamento necessario per reagire d'istinto contro qualsiasi cosa avesse potuto ferirli. 

    [...]



    Dopo sei ore di marcia, Masayoshi decise di rivelare al suo amico il suo vero potere.
    Coperte dalla sciarpa, le labbra del Genin si mossero in un sussurro impercettibile, ma la sua voce sarebbe risuonata forte nella mente di Fudoh. [Abilità]

    Sono il Jinchuuriki del sei code. Per il momento, voglio che lo sappia solo tu. E continuò a camminare, in silenzio, senza voltarsi per vedere la reazione del kiriano. Per il momento si fidava solo di lui. Più avanti, forse, avrebbe rivelato "quel dettaglio" a tutti gli altri, ma non sarebbe stato facile. Lo aveva visto troppe volte. Le espressioni e i giudizi su di lui sarebbero cambiati.
    Lo avrebbero considerato come una bomba ad orologeria, più pericoloso dei nemici stessi.


    [...]


    Il gruppo accademico non incontrò alcun intoppo, forse grazie alla misteriosa Kakita che li precedeva. Transitarono lungo strade ciottolate, sentieri disseminati di arbusti e zone di montagna, sotto il sole, la pioggia e le nuvole.
    Concentrato nel captare ogni movimento anomalo, Masayoshi sarebbe stato di poche parole. Avrebbe lasciato ad altri il compito di esortare i ninja alla conversazione. La prima a prendere la parola fu Harumi, la ragazza di Oto che viaggiava dietro di lui.
    Per qualche motivo, il demone sembrava interessato a lei. Ogni volta che la sentiva parlare, il Bjuu alzava le proprie antenne di chakra, scuotendosi.
    Sono un combattente da corpo a corpo. I suoi muscoli e la scimitarra lo testimoniavano. e uso i Doton. Terminò, curioso di conoscere i punti di forza dei suoi alleati.
    Curiosa fu la risposta di Hebiko. Cosa intendeva per strozzare i nemici? Gli otesi erano proprio gente strana.

    Nessun ruolo. Disse alla successiva domanda di Fudoh, senza dilungarsi oltre.
    Aveva toccato un nervo scoperto. Per sua sfortuna, o fortuna, i Jinchuuriki costituivano un ruolo a sé stante e visti i tempi che correvano sarebbe stato impossibile rivestire il ruolo di guardiano.
    E quando, qualche giorno dopo, Fudoh chiese a Satoru se conoscesse diversi ninja, Masayoshi decise di intromettersi per chiedergli di un ninja di cui non aveva più sentito parlare.
    Conosci un certo Yato Senju? Aveva un vecchio conto in sospeso con lui. Qualche mese dopo la sua promozione a Genin, in un lontano villaggio vicino Kiri, il sunese aveva perso i sensi sul margine di una strada e il suo compagno di missione lo aveva abbandonato senza soccorrerlo. Forse il foglioso si era dimenticato di lui, ma il profugo aveva giurato di fargliela pagare, di dimostrargli di poterlo battere in uno scontro uno contro uno.

    [...]


    Al settimo giorno esatto, i ninja giunsero ad Higami.
    Non vi furono guardie da convincere o gate da attraversare, il villaggio contava una manciata di case sparse qua e là, in legno e minimali, senza decorazioni lussuose che il Genin si sarebbe atteso dopo aver udito il valore del loro prezioso materiale.
    Lungo la strada che divideva in due il centro abitato, era visibile la Foresta della Vita, una distesa verde senza fine, con alberi alti e piuttosto fitti. Rispetto ad altri suoi compagni, lo sguardo di Masayoshi si spostò subito altrove.
    Era una foresta bella, ma non poteva competere con la bellezza e la maestosità dell'Anarouch.
    L'idea di creare dei gruppi per ottimizzare il tempo a disposizione venne accolta da Masayoshi con entusiasmo, così, per essere coerenti fino in fondo, il sunese si propose per unirsi a Fudoh, interessato a dirigersi verso l'ambulatorio.
    Si sarebbe limitato a fargli da scorta, senza interferire con le sue domande che trovò pertinenti e utili alla missione.




     
    .
  12.     Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Fan
    Posts
    331
    Reputation
    +70

    Status
    Offline

    La Bilancia Nera


    II

    E nemmeno immagini quanto possano essere affilati, otese risposi con un sorriso alla consigliera di Oto dopo che mi chiese se avevo tirato fuori gli artigli. Non commentai le sue parole successive, mi era parso che ci fossimo capiti e non avevo bisogno di avere l'ultima parola per considerare chiuso un discorso. Quindi, prima di partire, riprese parole assumendo un tono diverso, cosa che apprezzai, invitando la squadra a dividersi in coppia per massimizzare la sicurezza del gruppo. Mi aspettavo di andare con Fudoh-san, ci conoscevamo già da tempo e avevamo avuto modo di collaborare in diverse situazioni, per questo alzai il sopracciglio quando Hebiko-san propose di formare una coppia io e lei. Certamente, Hebiko-san risposi con tono calmo quando si chiese se fossi in grado di tenerla a bada, lasciando che un nuovo sorriso affiorasse sul mio volto segnato dalla lunga cicatrice.

    La vipera si dimostrò una persona silenziosa, cosa che apprezzai particolarmente, a differenza di Harumi-san che in precedenza aveva cercato di calmare le acque senza accorgersi che nella mia voce non c'era nessuna nota d'ira o fastidio. Si era trattato, infondo, di mettere in chiaro le cose: non avrei obbedito ciecamente, raramente lo facevo con i miei superiori, certo non l'avrei permesso ad una persona che non conoscevo e a me pari di grado, sopratutto se si permetteva di millantare velate minacce. Fudoh, attirando l'attenzione del gruppo, chiese saggiamente di condividere tra di noi le nostre capacità per meglio organizzarci, era essenziale sapere la sfaccettatura di ogni elemento del team per ottimizzare ogni conoscenza del singolo al fine di superare agevolmente la missione che ci attendeva. Ascoltai cosa avessero da dire gli altri, quindi una volta che intercettai un attimo di silenzio lo interruppi parlando con voce calma Sono un combattente da corpo a corpo, ma preferisco evitare la mischia. Sono solito raggirare il nemico con l'ausilio di diverse illusioni quindi alzai lo sguardo verso un albero su cui avevo intravisto un uccellino godersi i raggi del sole e ripresi Faccio parte della Mano Nera, i reparti speciali di Kiri aggiunsi, non dando per scontato che qualcuno non ne fosse a conoscenza e lasciando così intendere la mia maggiore predisposizione all'assassinio. Infine non citai il patto che mi legava personalmente con il mizukage, essere la sua Mano Sinistra non doveva di certo diventare di dominio pubblico giacché nemmeno Fudoh ne era a conoscenza.

    Passati i primi giorni di viaggio, durante un assolato pomeriggio, mi sarei rivolto per la prima volta verso Hebiko-san. Avevo avuto pochi contatti con Oto e di quei pochi alcuni meritavano un discreto approfondimento, decisi di iniziare dal suo Kage che avevo avuto occasione di incontrare durante lo scontro tenuto con Harumi-san nei pressi del Bosco dei Sussurri. Quindi mi assicurai che il resto del gruppo fosse abbastanza distante o occupato a chiacchierare tra la loro da non udire le nostre parole e iniziai Allora, com'è il lavoro da consigliera in quel di Oto? domandai, giusto per rompere il ghiaccio. Le diedi appena il tempo di rispondere con un cenno che subito raggiunsi il nocciolo della questione Non molto tempo fa ho conosciuto il vostro Kage, Aloysius-sama. Ha partecipato in qualità di ospite d'onore ad uno scontro tra me e la tua compaesana aggiunsi, non trovando necessario citare la presenza di Kensei-sama, non per forza scontataMi è sembrato un uomo pragmatico e un leader carismatico, com'è la sua reggenza? All'interno del palazzo amministrativo immagino che si possano vedere tutti i lati della medaglia, no? Avrei ascoltato con interesse le sue risposte, qualora me ne avesse date.
    Infine, se si fosse rivelata disposta a proseguire il nostro dialogo, avrei domandato ciò che realmente mi interessava: informazioni su Kato Yotsuki, il chunin che avevo incontrato all'isola dell'Abete e la cui evocazione avevo costretto a pareggiarsi. Avevo già avuto occasione di incontrarlo alle mura di Oto, all'epoca ero solo uno studente e avevamo parlato giusto per permettermi di entrare nel villaggio, invece, durante quella missione, non mi aveva lasciato un buon ricordo. I suoi metodi, la presa di posizione nei confronti di CaoCao e le successive parole di Kensei mi avevano fatto riflettere a lungo sul suo ruolo in quella faccenda. Per questo ero intenzionato a raccogliere maggiori informazioni sul suo conto senza però renderlo troppo palese E del tuo villaggio, oltre al Kage e Harumi-san, ho conosciuto il guardiano, Kato Yotsuki voltai lo sguardo verso di lei cercando di recepire qualche informazione dalla sua espressione, quindi proseguii con tono leggero L'ho conosciuto all'isola dell'Abete mentre tentavamo di distruggere l'arma di Iwa, immagino che abbia fatto rapporto all'amministrazione di Oto. Fu una missione importante lasciai che le mie parole cadessero nel silenzio, cercando di capire se Hebiko-san fosse anche solo a conoscenza di quella missione, se non avesse avuto molto da dire, avrei incalzato tenendo un tono di conversazione piuttosto leggero per andare aldilà di qualsiasi sospetto Beh lui che tipo è, invece?
    Senza un'adeguata cognizione di causa, anche se qualcuno avesse udito le mie domande e le sue possibili risposte, avrebbero potuto pensare che fossero solo chiacchierare dettate dalla noia del viaggio e non una accurata raccolta di informazioni la cui fonte era niente di meno che la consigliera del villaggio.

    Dopo tanto camminare arrivammo al villaggio dove avremmo incontrato il nostro contatto. Fudoh, in compagnia del sunese, si propose di andare all'ambulatorio del villaggio per raccogliere qualche informazione, mentre io e Hebiko-san ci saremmo diretti alla locanda dall'uomo che ci era stato indicato dall'Accademia. Molto bene, facciamo che ci ritroviamo alla locanda una volta che avrete finito di raccogliere informazioni? avremmo dovuto scegliere un orario massimo entro cui ritrovarci, una volta accordato, prima che ci separassimo dal gruppo avrei aggiunto Prima di raggiungere il nostro contatto farei un salto dal barbiere, la gente è solita lasciarsi andare in chiacchiere quando si trova seduta in compagnia di una persona armata di forbici affilate o rasoi dissi, non riuscendo a nascondere un sorriso particolarmente violento. Se Hebiko-san avesse tentennato avrei colto la palla al balzo e insistito guardando più da vicino i suoi capelli Inoltre Hebiko-san, non vorrei sbagliarmi e forse si tratta solo della luce, ma quella sembra proprio la ricrescita, sai? avrei detto scuotendo serio la testa per poi ridere.

    Quindi, in compagnia della vipera di oto, prima di andare in direzione della locanda avremmo fatto un giro dal barbiere. Avrei preferito non essere io a dovermi sottoporre ai ferri del mestiere, volevo evitare di togliere il coprifronte in pubblico, senza considerare che avrebbe potuto mettere in soggezione il barbiere rendendolo meno propenso a parlare rispetto che alla visione di un generoso seno come quello della consigliera. Se mi avesse chiesto, avrei preferito non dirle le cose esattamente come la pensavo, però se avesse dovuto insistere glielo avrei detto chiaramente indicando prima la mia benda, sotto cui stava un incavao vuoto, e poi il suo seno. Siamo professionisti, il nostro corpo è un'arma e non solo per uccidere, no? A quel punto, se avesse accettato, l'avrei lasciata entrare da sola del barbiere, io invece avrei fatto un giro attorno al locale e, sfruttato il primo angolo riservato, mi sarei trasformato in una persona qualunque secondi i costumi del luogo, rimanendo fuori di guardia appoggiato ad una casa cercando di fare il finto tonto e nulla facente.
    Una volta che Hebiko-san avesse finito, come precedentemente concordato, si sarebbe diretta verso la locanda ignorandomi, mentre io sarei rimasto fermo nella mia posizione cercando di vedere, per prima cosa, se ci fossero stati strani movimenti all'interno del locale e, successivamente, controllare che nessuno stesse seguendo la consigliera. Dopo di che l'avrei raggiunta all'interno del locale senza spezzare la tecnica della trasformazione, muovendomi con molta calma, mi sarei seduto al tavolo e dissi Sono Youshi, genin di Kiri. Sono stato anche io affidato a questa missione, mi assicuravo che nessuno avesse avuto la premura di seguirci. Perdoni il ritardo conclusi lasciando scorrere lo sguardo verso l'ascia così finemente decorata.

    Chakra 59/60

    Tecnica della Trasformazione - Henge no Jutsu
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Capra (1)
    L'utilizzatore può cambiare il proprio aspetto. Le dimensioni possono essere maggiorata o diminuita al massimo del 50% rispetto le proprie dimensioni reali. La trasformazione permette di assumere le caratteristiche tecniche dell'oggetto in cui trasformati oppure ottenere armi naturali se possedute dall'animale trasformato. Le potenzialità devono essere parigrado l'utilizzatore, non è possibile ottenere una protezione fisica e non è possibile ottenere capacità di movimento non possedute dallo shinobi. È possibile applicare questa tecnica anche in combinazione con un altro shinobi, unendo i due in uno stesso aspetto fittizio. Solamente uno dei due shinobi avrà il controllo delle nuove sembianze ma entrambi dovranno pagare il costo di attivazione. Subire un danno pari o superiore a leggera causerà lo scioglimento della tecnica.
    Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    (Consumo: Basso )
    [Da studente in su]
     
    .
  13.     Like  
     
    .
    Avatar

    Magistra Vitae

    Group
    Giocatori
    Posts
    828
    Reputation
    +91

    Status
    Offline

    Il legno della vita


    2

    Alla domanda di Satoru, che fu l'unico a risponderle con più di un cenno del capo, l'espressione sul volto di Harumi mutò da un'espressione neutra all'udire il primo nome ad una più insofferente con il secondo, che scomparì in un attimo nascosta dietro uno sgargiante sorriso. Kato-san, sì, è il guardiano di uno dei cancelli del Villaggio, ma è anche un armaiolo abbastanza esperto. Non siamo in chi sa che rapporti, ma appoggia le posizioni del Kokage. Un attimo di pausa, quasi stesse raccogliendo le energie psicologiche. Tasaki invece è... uno shinobi particolare. Soppeso per un attimo se parlare del suo fare spavaldo di fronte alle maggiori cariche del Suono, cui aveva assistito personalmente nel caso di Febh e le era stato riferito da Anteras nell'altro. Ha una sua concezione di giustizia, rispettabile per carità, ma i suoi metodi per ottenerla mancano di... Intelligenza? Basilare istinto di conservazione? ...tatto? Una domanda rivolta a se stessa e non al suo interlocutore, a cui invece si rivolse subito dopo per cambiare discorso. Come mai li conosci? Siete stati in missione insieme?

    Al pari dei suoi compagni, Harumi scrisse con l'indelebile delle brevi note sull'interno degli avambracci. Nel destro un semplice leggi la lettera, nel sinistro un misterioso, per gli altri ovviamente, chiedi al Gatto. Quanto alla sua richiesta, sembrava che l'Accademia non fosse provvista di carte dettagliate perciò dovette arrangiarsi con quella che aveva, studiando il percorso più rapido per raggiungere il Paese dell'Orso. Mmm... A nessuno preoccupa dover attraversare da un capo all'altro il Paese della Terra? Non è che Iwa sia esattamente un'amica dell'Accademia... A quanto pareva il responsabile aveva organizzato un passaggio sicuro al confine con il Paese dell'Erba, ma per il resto si sarebbero inoltrati in terre scarsamente popolate, dove avrebbero dovuto tenere un basso profilo. La Vipera del Suono prese il controllo del gruppo, nonostante la premessa di non voler fare da caposquadra. Un atteggiamento a mezza via, che non aiutava certo a risolvere il problema della catena di comando, a quanto pareva assente. Un ciascuno per sé insomma.

    Indipendentemente da ciò, l'idea delle coppie non era male. La giovane si guardò un poco attorno, con un vacuo sorriso. A quanto pareva Fudoh e il freddoloso sunese di nome Masayoshi si erano già messi d'accordo, perciò spostò la sua attenzione su Youshi. Il kiriano però era stato abbordato da Hebiko, la quale ne aveva forse apprezzato la indole schietta. Non restava che il giovane foglioso, quindi gli sia avvicinò con fare propositivo. A quanto pare dovrai sopportarmi... Volevo dire supportarmi! Mi affido a te. Un piccolo inchino e un sorriso, l'arma migliore della kunoichi del Suono. Spero che impareremo a conoscerci meglio. Al ragazzo sembrò che avesse ammiccato, ma poteva esserselo solo immaginato. Di certo trasmetteva un'aura positiva.

    Durante il viaggio, che proseguiva rapido e senza intoppi, Harumi ebbe modo non solo di interagire con il suo compagno, ma anche con il resto del gruppo. Non sono mai stata a Konoha, com'è Satoru-san? Ah però ho conosciuto una Uchiha, una volta... Chi sta se sta bene... Memorie di un tempo lontano, che portarono un passeggero velo di tristezza sul volto della ragazza, il tempo di alzare il capo per ascoltare la risposta ed era già scomparso. Attese invece una sosta per chiedere delucidazioni sulle capacità degli shinobi. Intorno al fuoco, saltando Hebiko e Youshi di cui già aveva testato le doti, partì dal foglioso con cui aveva preso un po' di confidenza, per poi passare a ruota a Fudoh e a Masayoshi. Ragazzi, penso che sia importante conoscerci meglio per poter collaborare, quindi vorrei sapere in cosa siete più portati e in cosa meno. Inizio io. Un segno di buona volontà, o meglio voleva dare l'esempio, in modo che la seguissero. Non ho particolari doti, me la cavo con i ninjutsu rapidi ad area, perciò cercate di non finirci in mezzo... Uno sguardo divertito al Tokugawa, che lo aveva provato sulla sua pelle. All'occorrenza posso battermi anche corpo a corpo, ma cercherei di evitarlo fintanto è possibile. Ah, nel caso se vi chiedo di allontanarvi, fatelo per favore. Tendo a perdere un po' il controllo. Avrebbe inclinato il volto amabilmente su un lato, sorridendo. Un contrasto tanto adorabile quanto preoccupante.

    Hebiko e il sunese non furono molto espansivi, più apprezzabile il contributo di Fudoh, mentre il suo collega kiriano non si scoprì. D'altro canto anche lei aveva evitato di fare riferimento al Nibi. Si trattava di uno dei tesori di Oto e lei non conosceva ancora così bene i suoi compagni da poterlo divulgare con leggerezza. Tale era stata la lezione impartitagli da Eiatsu prima di partire per la sua prima missione, ormai molto tempo fa, e lei ne aveva fatto tesoro. Come sei freddo, Youshi-kun. Un vero assassino della Nebbia. Difficile dire se lo stesse realmente prendendo in giro o solo canzonando un po' per i suoi modi distaccati. O magari era solamente gelosa per la mancanza di attenzioni, rivolte verso la Vipera del Suono. Probabilmente non lo sapeva neanche lei. Non aveva mai ricevuto un'educazione sentimentale ed era in tutto e per tutto un'autodidatta che procedeva a intuito al riguardo.

    Anche il medico di Kiri aveva le sue curiosità, e durante il cammino chiese loro se ricoprissero qualche ruolo specificio nei propri villaggi. Di Hebiko, che era Consigliere, si era già parlato, mentre l'altro nebbioso come suo solito era stato laconico, affermando di appartenere alla Mano Nera, le famigerate squadre speciali. Quando venne il suo turno, Harumi fece atto di pensarci un po' su. Beh, sono segretaria dell'Amministrazione, quindi mi occupo di compilare tutte quelle scartoffie su cui alla fine i consiglieri mettono la firma. A volte senza leggerle, aggiunse mentalmente. Ma sono anche l'assistente del Kokage. Non le era venuto un termine migliore per riassumere ad un estraneo il suo complesso rapporto con il Mikawa, di cui era la protetta, nonché ospite alla Villa. Dopo aver affrontato Khorne qualcosa era cambiato tra loro, ma non vedeva come dilungarsi sull'argomento potesse interessare agli altri ninja.

    Dopo aver attraversato un territorio brullo e arido, finalmente davanti a loro iniziava a intravedersi la maestosa muraglia verde della Foresta della Vita. Il villaggio di Hagumi era poco più di un avamposto di frontiera, probabilmente l'ultima traccia di civilizzazione prima di inoltrarsi nella natura quasi incontaminata all'estremità del continente. La Hebiko, fedele al suo ruolo di non-capogruppo, decise che era tempo di separarsi per raccogliere qualche informazione prima di proseguire. Lei e il tenebroso Tokugawa si sarebbero recati a incontrare il loro contatto. Fudoh e il sunese puntarono invece sull'ambulatorio, probabilmente per deformazione professionale del primo. A loro non restavano che l'emporio e il commissariato. Tanto vale andare con ordine, non trovi Satoru-kun? Aveva cambiato suffisso con estrema leggerezza, ma d'altro canto aveva iniziato ad usarlo con Youshi subito dopo il loro breve scontro, invece con il foglioso aveva passato giorni ormai fianco a fianco. Inoltre, erano entrambi più giovani di lei, quindi non c'erano problemi.

    Lo spaccio della cittadina non doveva presentare grosse sorprese, inoltre Harumi reputò inutile cercare di nascondere la loro identità di ninja in missione. Sarebbe stato inutile, nelle piccole cittadine gli stranieri venivano notati immediatamente. E poi, se i rapporti commerciali con l'Accademia erano così frequenti come sembravano, non sarebbero sembrati particolarmente fuori posto. Certo, ammesso che nel frattempo non fosse successo qualcosa, ma se ne sarebbe preoccupata nel caso. Varcata la soglia del negozio avrebbe salutato a voce alta, mostrandosi subito interessata ai beni esposti con un'artefatta curiosità femminile. Trovato qualcosa in legno, si sarebbe avvicinata, alzando un poco la voce per farsi sentire dal proprietario o dal commesso di turno.Ohhh...dunque è questo il famoso legno di Inochi no Mori? Una domanda solo apparentemente tra sé e sé, per nulla casuale. Avrebbe studiato la reazione dell'uomo, o donna, per poi rivolgervisi direttamente con un sorriso. Sa, abbiamo fatto molta strada per ritirare un carico, ma pensavo di riportare a casa un ricordino... Ha qualcosa da consigliarmi? L'importante era rompere il ghiaccio e fare una buona prima impressione. E quale modo migliore che presentarsi come un possibile cliente?
     
    .
  14.     Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Fan
    Posts
    820
    Reputation
    +21

    Status
    Offline

    La Bilancia Nera


    Secondo Post


    La jonin della nebbia rispose alle domande dei genin anche se con molte lacune probabilmente o veramente non aveva tutte le informazioni o teneva nascoste varie cose per qualche recondito motivo. Fatto sta che il fantomatico legno vivo possedeva delle capacità quanto meno fantastiche, se la Kakita avesse accolto le richieste di Hebiko circa le dimostrazioni sul legno anche il foglioso avrebbe osservato lo spettacolo con notevole curiosità e interesse.
    Anche il vecchio postino fu piuttosto fumoso nel fornire dettagli era come dire una splendida partenza per una folle avventura.

    [...]

    La ragazza di nome Harumi disse di conoscere Kato fornendo qualche notizia su di esso e su Tasaki

    Tasaki è come dire particolare, ho fatto una missione con lui...Kato lui mi ha aiutato in una faccenda personale...

    Rispose con lieve imbarazzo grattandosi la nuca con la mancina.
    La vipera di Oto prese tranquillamente la leadership del gruppo e sollecitò una suddivisione in coppie fortunatamente o forse no l'eremita si ritrovò con la Miyazaki

    Sarà un onore Harumi-san. Con piacere.

    replicò con un sorriso sincero e facendo un educato inchino piuttosto formale proprio come la nonnina gli aveva insegnato a suon di "carezze".

    [...]

    Durante il viaggio rispose alle curiosità della sua "compagna" con tranquillità.

    Konoha è un lungo molto movimentato, pieno di persone. Circondato dalla foresta, una natura ricca e viva. Gli abitanti pacifici, allegri e generosi. Sinceramente è un bel posto dove vivere e anche il clima è bello...Non conosco nessun Uchiha...Tu Harumi-san dimmi com'è Oto? Ti piace essere una kunuichi?

    aggiunse cercando di fare un minimo di conversazione ma cercando di evitare domande troppo personali, non era molto propenso a svelare la sua situazione familiare particolare - troppo imbarazzante e facilmente fraintendibile, essere scambiato per un pervertito era un esperienza che certamente non voleva fare -

    Poi giunse il momento abbastanza solito di esposizione delle proprio peculiarità combattive lo shinobi del fuoco ascoltò con attenzione cercando di ricordare il più possibile

    Io preferisco il corpo a corpo, taijutsu e i ninjutsu di fuoco. Sono molto scarso nei genjutsu. Ho il dono della natura.

    concluse in maniera volutamente criptica tenendo da parte un piccolo asso nella manica.

    Anche Fudoh si propose per scambiare qualche parola con gli altri.

    Nessun ruolo nel villaggio. Si conosco Kato e Tasaki...maniaco delle pulizie...Emh beato tra le donne?! Non ho idea di chi sia Fudoh-san. Nemmeno Yato. Vediamo conosco Raizen-sama e Koyomi-san più o meno.

    Qualche momento dopo Satoru avrebbe impiegato qualche minuto libero ad osservare attentamente e in maniera lievemente inquietante ognuno degli altri 5 cercando di memorizzare il loro chakra. Il foglioso si sarebbe rivolto al genin di Suna in maniera amichevole

    Masayoshi-san giusto? Conosci Ryugi Nekki? E' proprio carina e anche intelligente...Com'è vivere nel deserto?

    In un altro momento il Kusano si sarebbe avvicinato ad Harumi-san.

    Harumi-san hai un ruolo complicato suppongo...Com'è lavorare per Kokage? Una ragazza ca..carina come te avrà molti fan immagino...Bhe hai un ragazzo?

    molto probabilmente una pessima idea.

    [...]

    Alla fine giunsero al piccolo villaggio di Hagumi nei pressi della misteriosa foresta della vita. Per raccogliere più informazioni la varie coppie si divisero per vari punti dell'avamposto.

    Ok, Harumi-san, ti seguo con piacere.

    Avrebbe detto restando qualche passo dietro l'otese non riuscendo a evitare di fare cadere l'occhio sulle forme evidenti della giovane.

    L'emporio fu la prima tappa il ragazzo assecondò Harumi come poteva

    Effettivamente un regalino esotico per la mia ragazza non sarebbe male...Harumi cara offro io. Scusi signore avete qualche mappa? Certo che la foresta è magnifica.

    avrebbe detto guardandosi intorno.*Percezione 6+3+3=12;



    Edited by -RexDraco- - 27/3/2020, 19:04
     
    .
  15.     Like  
     
    .
    Avatar

    Il Fiore Lupo

    Group
    Giocatori
    Posts
    1,186
    Reputation
    +114

    Status
    Anonymous

    La Bilancia Nera
    Parte III






    L’Emporio

    Satoru e Harumi entrano nell’esercizio commerciale e quello che poterono osservare non fu altro che una grande stanza, con molti scaffali e banconi. In ciascuno di essi erano presenti generi di qualunque necessità: alimenti, utensili, vestiti, qualche libro (anche se la polvere che copriva i volumi dava l’idea che non fossero una merce molto venduta). Dando un’occhiata più ravvicinata superando testi di grammatica o romanzi come Occhi del Deserto (sembrava ancora la prima edizione) la coppia avrebbe potuto notare un vecchio libro intitolato: Inochi No Mori, la Foresta della Morte. Strano, quando tutti la chiamavano Foresta della Vita.

    Comunque provando a toccare o a sfogliare il libro il tipo da dietro il bancone si sarebbe alterato, gridando verso il duo: - Prima si compra e poi si usa! Scostumati! – al sentire poi la domanda su una sorta di manufatto in legno vivo gli occhi del vecchio venditore, dai vestiti malconci e dalle rughe profonde centimetri sul viso, si sgranarono. Era come se avesse sentito una vera bestemmia! – TU, insolente! – sputò per terra – Come osi paragonare il Legno Vivo a queste cose! Infanghi il mio emporio! – si avvicinò claudicante, le età d’altro canto era avanzata, ma non per questo meno agguerrito – Compra subito qualcosa, o vattene. Subito! –

    Non avevano molte alternative, i prezzi erano ben chiari. E difficilmente sarebbero riusciti ad ottenere uno sconto, viste le premesse.


    L’Ambulatorio Medico

    La coppia di Genin quando entrò all’interno del locale avrebbe trovato il giovane medico, o quantomeno quella sarebbe stata la loro prima impressione, intento a professare il proprio lavoro. Infatti vicino ad un banco il dottore, vestito in maniera fin troppo elegante rispetto allo standard di quel luogo, con una pinza stava operando la mano di un vecchio signore. Era ferita, ma nulla di grave. Una grossa scheggia di legno si era infilata all’interno della carne del palmo.

    Giusto qualche secondo di silenzio e dopo un grido di dolore del paziente la scheggia era stata rimossa. A quel punto alzando lo sguardo ritornò alla realtà presentandosi così alla coppia: - Oibò, ordunque mi trovo al cospetto di un esimio collega. – sorrise, nel mentre si stava occupando quasi come se fosse una cosa naturale di medicare la ferita – Fudoh di Kiri? Da quale Accademia è stato formato nell’Arte della Medicina? Io sono il terzogenito di una famiglia che da ben oltre tre secoli si occupa nella cura e guarigione delle povere anime. Operiamo principalmente all’interno del Paese dell'Orso. I miei avi sono stati pionieri di tecniche chirurgiche di immensa portata e rivoluzione. Già, io qui mi posso considerare a loro pari… Sono il genio delle schegge di legno. – di sottofondo fu evidente una grossa vena sarcastica. Perché un medico così rinomato era finito in quel posto? – Quindi per risponderLe: nessun pericolo specifico… a meno di non considerare le schegge di legno! Mentre per quanto riguarda Loro – e quel pronome personale fu pronunciato con una certa enfasi – Non vengono qui, non escono mai. Solo Ukoi-sama è ammesso ad avere a che fare con persone straniere. Di solito lo trovate alla locanda. Ogni tanto mi chiede qualche consiglio, ma credo che sia più per scambiare due parole che per una reale necessità. Altre domande esimio collega? – avrebbe cercato di chiudere velocemente l’argomento, forse Fudoh stava toccando argomenti scomodi.


    Il Barbiere

    Hebiko entrando avrebbe realizzato molto velocemente l’assenza totale di clienti, davanti a lui avrebbe notato solo il cartello con i prezzi e due posti a sedere vuoti. In nessun punto si indicava piega o colore. Comunque un uomo si affacciò da una porta, infondo alla stanza: - Necessità di una spuntatina? – disse imbarazzato e visibilmente in difficoltà, era un barbiere infondo. Lui generalmente trattava le barbe, di falegnami alti due metri e dal temperamento tutt’altro che estroverso.


    La Locanda

    Il falegname con molta calma si voltò verso la donna che l’aveva appena disturbato. Davanti a lui il locandiere ad osservare la scena comprese subito la portata eccezionale dell’evento: Ninja Accademici che interagivano con persone come lui… non erano situazioni che capitano tutti i giorni e si defilò con estrema velocità, quasi come se lo stufato di carne stesse andando a fuoco. Lo sguardo, pesante, dell’uomo si posò sulla consigliera. Le sopracciglia del falegname sembravano spesse quanto il tronco di un albero centenario: - Ukoi Mori Rokku. Quarto discendente del Clan Rokku, il Clan dei Mercanti. Puoi chiamarmi Ukoi, semplicemente – si era già preso la confidenza del tu, era comunque una persona dai modi poco elaborati – Porto cattive notizie, e sì sono stato io fare da tramite tra l’Accademia e i Daiku no Mori, il mio popolo, per avvisare dell’evento. Ogni settimana un membro del mio Clan proviene dalla Sacra Foresta e mi aggiorna riguardo l’arrivo del carico di Raibuuddo, a che punto è la lavorazione, quanto manca alla spedizione. Insomma la trafila solita. Ma è da tre settimane che nessuno del mio Clan compare dalla Sacra Foresta. Nessuno. – l’ansia era più evidente nel volto dell’uomo – Non ho idea di cosa possa essere successo. Il mio ruolo è molto semplice, lo è stato fino ad ora: restare qui e fare da mediatore tra l’Accademia e il mio popolo. Il contatto tra i Daiku no Mori e gli Altri, voi, è vietato. Solo i membri del Clan Rokku possono interagire. E fino ad oggi, da quasi tre secoli, non c’è mai stato un solo problema. Tuttavia sebbene non passa giorno e notte che non resista alla tentazione ad inoltrarmi nella Sacra Foresta per raggiungere i miei fratelli, oltre che mia moglie e i miei tre figli, sto fermamente adempiendo al mio ruolo e spinto dalla disperazione ho chiesto una mano a voi. – l’uomo a quel punto spostò la propria mano verso l’ascia – Non so cosa stia succedendo, ma il mio spirito è in subbuglio… e le mie orecchie percepiscono il dolore della Foresta. Qualcosa o qualcuno la sta usurpando. Come se fosse violentata. Vi prego, ora che siete qui. Ora che l’Accademia è informata, fatemi tornare al mio Villaggio. Devo sapere cosa sta accadendo. E diavolo, non mi interessa essere esiliato… ma se è davvero come penso il pericolo potrebbe andare oltre alle mie capacità. Per quello vi chiedo il vostro aiuto Ninja. Io mi assumerò la responsabilità del vostro ingresso alla Foresta della Vita. Siete solo voi due?– non aggiunse altro, era chiaramente in attesa di una risposta da parte della Consigliera e del Kiriano. E non sembrava molto in vena di rispondere ad altre domande, se non quello prima di ricevere risposte rassicuranti.
     
    .
77 replies since 7/3/2020, 16:40   1694 views
  Share  
.