La Bilancia Nera

Quest C

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  1. Shiltar Kaguya
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    Falce dei Kaguya


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    Fine Missione

    Alberi grandi e piccoli



    Quel grosso falegname dai denti metallici era decisamente testardo! Ed aveva anche una soglia del dolore invidiabile, non c'è che dire!
    Immaginatevi restare impalati da tronchi d'albero, com'era capitato a lui, per poi liberarsi ed intanto subire un nuovo foro da un altro ramo ligneo generato da "Primo".
    Ve lo siete immaginati? Ecco, questo matto insensibile, continuava ad agitare le asce ed urlare, malgrado fosse decisamente pieno di fori.
    Il mio genjutsu l'ha ingannato così bene?, mi chiesi, rendendomi conto solo in quel momento che stesse cercando, forse, la fonte della mia tecnica illusoria.
    Aggiungete a tutto ciò anche il veleno ed ecco che il nostro nemico falegname sembrava dare tutto un altro significato al termine "testardo".

    Non crede di esagerare?, avrei chiesto, dopo la colorita osservazione dell'Hangyoku, prima che suddetto falegname cadesse al suolo.
    Se lo faccio anche io, è maleducazione?, ma tenni per me quella domanda, dovuta alle ferite riportate ed ad un'improvvisa stanchezza, che, in effetti, sarebbe potuta essere un problema, dati gli altri falegnami ancora da gestire.

    Fortunatamente fu la foresta stessa ad occuparsi di loro, scongiurando ulteriori minacce, prima che l'Hangyaku si rivolgesse di nuovo a me e Masa-san.
    Ammetto che la stanchezza si stava facendo sentire sempre di più, quindi non posso dire di ricordare tutto ciò che mi disse in quel frangente: ci ringraziava, quello era certo, accennando alla possibilità che per l'albero della Vita non ci fosse un futuro in quel luogo, informazione che mi lasciò quanto mai dispiaciuto, dato ciò che avevo visto e che avevamo passato per aiutarli con Masa-san e gli altri.
    Aggiunse anche di alcuni "segreti": come delle fonti di chakra disperse per il continente ed alcuni suoi vaghi ricordi sull'uomo che era diventato il Primo Protettore, proveniente da un posto chiamato Paese delle Valli, che, onestamente non conoscevo.

    Purtroppo non ricordo molto di più delle sue parole: ammise di aver usato il nostro chakra per riprendersi, ma fu lì che la sonnolenza mi vinse, con più efficacia del falegname, in tutta onestà.
    Mi svegliai, non so quanto tempo dopo, a Kiri, un pò spaesato e con decisamente tante domande.

    Nei giorni successivi al ritorno dal Paese dell'Orso, preso da genuina curiosità, cercai informazioni presso l'amministrazione Kiriana sugli esiti della missione e scoprii che era stata la kunoichi di Oto dai capelli rossi a chiamare una squadra di recupero che aveva trovato me e Masa-san (e supposi anche l'altra kunoichi otese che aveva raggiunto l'Albero con gli allora quattro Hangyoku).
    Scoprii anche altre cose, che non mi tornarono del tutto: la squadra di soccorso non aveva trovato il labirinto di alberi che divideva in cerchi, ma solo tombe, così come i falegnami, ridotti ad un numero molto basso e che decisero di unirsi all'Accademia per recuperare tutto il Legno Vivo residuo per loro.
    Come può essere scomparso l'albero e tutta la foresta?, mi chiesi fra me, memore di parte delle parole dell'Hangyoku su una loro soluzione.

    E quel dubbio mi riaccompagnò finché non trovai nel mio ufficio in Ospedale, che poi era anche il posto dove dormivo, un piccolo bonsai.
    Inizialmente, lo ammetto, pensai che infermiere, o altri lavoranti dell'ospedale, avesse considerato di rendere la mia abitazione un pò più colorata con quella piantina: un gesto gentile che aveva a che fare con le fissazioni di molti individui per avere delle proprietà personali, cosa che non avevo mai sviluppato negli anni da barbone.
    Fu quando toccai la suddetta piantina, che una voce mi entrò nella testa, esperienza non del tutto nuovissima dopo la tecnica usata da Masa-san, ma che in futuro avrei sperimentato molto più spesso, come già sapete (e con alberi ben più grossi e meno gentili).
    Il Protettore?, fu il primo pensiero, quando il bonsai si presentò come "Primo", ringraziandomi nuovamente e chiedendomi di mantenere il loro segreto, proponendomi in cambio di usare le foglie del bonsai per le loro doti curative
    Grazie mille, Hangyoku-san, la proteggerò di certo e, se possibile, userò le sue foglie., gli dissi cordialmente, prima di alzarmi e guardare il bonsai.

    In tutta sincerità, non so bene come posso curarti, bonsai-san, ma ci proverò., dissi, salutando per il momento il fu Protettore della Foresta, ora mio inatteso protetto.
     
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