Il CrepuscoloLì dove il Sole baciò la Luna

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    Scheda di Etsuko della Nebbia

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    fine o principio?


    L'epilogo



    Forte il pugno colpì il viso di Etsuko proprio al di sotto dello zigomo sinistro, non si oppose il ninja, indietreggio appena per attutire l’urto, subì a pieno l’ira di Okami, granitico. Non poteva conoscere le intenzioni del kiriano, il giorno ora giaceva tra le zampe dell’umanoide creatura, ormai in preda alla disperazione. Eppure Etsuko, aveva ottenuto quello che voleva… Sho doveva sopravvivere… l’imperativo categorico, il Must a cui non poteva rinunciare. Probabilmente la sua era una infatuazione non ricambiata ma aveva visto nel ragazzo qualcosa, qualcosa che non provava da tempo e si sarebbe dato una opportunità.
    Tranquillo okami
    Avrebbe detto con vacuo sguardo e voce flebile, non farti ingannare dalle apparenze e non lasciarti soprassedere dalle emozioni…

    Intanto poco oltre

    L’aggressività animalesca di Tsuchigumo non aveva ancora raggiunto il culmine, mentre l’abitante della foglia, resosi conto delle difficoltà del suo avversario, ora più conscio delle sue possibilità, schivava colpo su colpo le mosse nemiche. Fino a contrattaccare nel modo più geniale che potesse pensare. Il nemico aveva una corazza spessa, impossibile da penetrare. Preso dall’ira però aveva sguarnito, per poche frazioni di secondo il proprio punto debole. Le fauci si spalancarono e si serrarono attorno al ninja, non sul collo come preventivato ma all’altezza delle spalle, incontrando la durezza e la resistenza della cotta di maglia. Proprio quando tutto sembrava segnato e il ninja spacciato. Una esplosione violenta, un bagliore luminoso, avrebbe illuminato le fauci di Tsuchigumo, che in preda a rantoli di dolore avrebbe dismesso la superiorità ostentata, per ritrarsi a leccarsi le ferite in preda a imprecisati dolori. Sebbene malridotto, il nemico non mollava. Sulla difensiva e ammaccato, ma comunque vivo.

    Devi finirlo Sho… non ci sono altre opportunità per uscire di qui.

    Avrebbe urlato Etsuko che ora alzando l’indice della mano sinistra indicava la parte che tra il busto e le zampe del mostro simulava l’addome… avrebbe poi spiegato che l’ì si accumulava l’energia raccolta dall’ambiente circostante e lì la corazza risultava meno spessa. Un colpo bene assestato avrebbe provocato una ipotetica fuoriuscita d’energia con eventuale implosione dell’essere stesso.

    Colpiscilo… forte e duro…
    Solo poche parole che racchiudevano un solo significato… facciamola finita.
    Intanto Etsuko avrebbe provato a riavvicinarsi al giorno, pronto una volta che tutto fosse finito ad adempiere ciò che aveva stabilito… non un attimo prima e ne un attimo dopo.
    Okami… adesso devi spostarti.
    Avrebbe detto senza dare spiegazioni.
    Non c’è quasi più tempo.



     
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    Il Crepuscolo


    Post diciassettesimo - Alba



    L'antro che era la bocca del ragno s'illuminò come il giorno più caldo d'estate quando il mio mare di fuoco pervase il suo interno, inondando con violenza le vulnerabili membra del nemico che adesso si vedeva costretto a ritirarsi in preda al dolore. Sciocco, la rabbia e la presunzione lo avevano portato a sottovalutarmi, a mancarmi di rispetto, ad espormi un suo punto debole con tracotanza. Ora ne pagava le conseguenze.
    Il predatore diventava così preda, le ragnatele che utilizzava e con cui aveva probabilmente sancito la fine di innumerevoli vite, vedevano adesso il loro signore sconfitto più da sé stesso che non da me; sarebbero state tomba ancora una volta, ma la sua.
    Quel cimitero avrebbe aggiunto una vita al suo conto, poiché quelle erano state le direttive che mi aveva dato Estuko: ucciderlo era l'unico modo per salvare Hi. Mi fidavo del kiriano, se lo diceva doveva essere vero.
    Mi aveva perfino indicato il preciso punto dove colpire; un punto scoperto di un nemico inerme, il sogno di un qualsiasi ninja, ma non il mio. Davanti a me un nemico che aveva provato senza rimorso ad uccidermi, che aveva schiavizzato uno degli spiriti lupo, eppure non volevo porre fine a quella vita. Potevo davvero essere definito un ninja? Se mi ponevo problemi a sconfiggere anche il più cattivo dei nemici dove potevo voler andare?
    No. Non si trattava dello sconfiggere un nemico, lo avevo già fatto, il problema era esattamente quello: dover prendere la vita di qualcuno che non poteva chiaramente continuare a combattere.
    Quell'azione non avrebbe sancito la mia forza, la mia superiorità come combattente, o la mia vittoria, bensì la mia inettitudine. Se fossi stato forte, ma forte davvero, avrei potuto portare via Hi da quel posto sena bisogno di uccidere nessuno. Eppure eccomi lì; l'elsa della zambato stretta con forza da entrambe le mani, talmente tanto da far sbiancare le nocche e scricchiolare i tendini. Flessi il busto in avanti e mi lanciai verso il nemico con una potente spinta da parte delle gambe mentre slanciavo in avanti le braccia nel gesto di un rapido affondo con la spada la cui punta mirava esattamente all'obiettivi indicato da Etsuko. Un urlo ferale, di rabbia , uscì dalla mia bocca; non era per il ragno, non provavo più niente verso di lui se non una profonda tristezza, era contro di me, contro la mia debolezza, contro quel maledetto destino che, ancora una volta, mi aveva ricordato quanto la strada davanti a me fosse ancora lunga. [SAI]Impasto MedioAlto, Velocità Nera + 4. Potenza 50
    Uccidere, uccideva me, anche se era per proteggere gli altri.

    Poco distante l'enorme lupo avrebbe inizialmente ringhiato e mostrato le zanne la ninja della nebbia, voleva sbranarlo per quello che aveva osato fare, ma Sho si fidava di lui, ed il ninja di Konoha era suo fratello tanto quanto Hi oramai, doveva avere fiducia e rispetto nei suoi confronti. Titubante, lasciò che Etsuko si avvicinasse ad Hi, ma avrebbe osservato le sue mosse molto attentamente, pronto a farlo a pezzi in qualunque momento.
     
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    Scheda di Etsuko della Nebbia

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    Tra la vita e la morte


    Il sorgere del sole



    Sho si era dimostrato all’altezza della situazione, aveva dovuto affrontare da solo innumerevoli prove. Solo, perché sia la presenza del kiriano prima che di Okami poi erano state una parentesi al contenuto, contenuto di un viaggio introspettivo forse, per il giovane ninja. Un viaggio che l’avrebbe reso più consapevole. Consapevole del fatto che nonostante tutto, la vita spesso ci costringe a subire delle scelte fingendo di farcele compiere. homo faber ipsius fortunae attribuita all'autore romano Appio Claudio Cieco che la usò nelle sue Sententiae, era l’illusione umana forse un po' antropocentrica, dell’avere tutto nelle proprie mani.
    Il ninja Sho, seppur vincitore, ora tentennava nel dover porre fine all’esistenza del nemico, credendo e preferendo una via d’uscita diversa. Etsuko lo guardava, consapevole del conflitto interiore che adesso lui provava. Avrebbe voluto abbracciarlo, confortarlo e sostenerlo, avrebbe persino impugnato l’elsa se questo significava sciogliere almeno una piccola parte di quel dolore ma adesso non poteva, attendeva invece impaziente che il fato fosse compiuto. Per “giocare” con un’altra vita che adesso gravava nelle sue mani, quella del lupo Hi… la morte di uno, poteva significare la rinascita dell’altro, la vita richiedeva un sacrificio.
    Okami ringhiava al suo fianco, ma non gli diede peso, era assorto il kiriano, tra mille e più pensieri.
    IL DUBBIO, di non riuscirci… di non riuscire a rianimare Hi… aveva calcolato le possibilità, non vi era altra scelta. Eppure, fallire significava deludere Sho, renderlo ancor più gravoso del senso di colpa. Non doveva accadere.
    LA PAURA, erano ormai al capolinea, la fine della missione avrebbe sancito la fine dell’esperienza assieme, il distacco, la lontananza, il triste epilogo.
    IL SENTIMENTO, non capiva ancora cosa fosse, il cuore batteva, non era mai accaduto. Ia glaciale barriera che innalzava a proteggere i rapporti, si era sciolta come neve al sole di agosto, svelando un sentimento che non conosceva ma che avrebbe voluto approfondire, seppur probabilmente unilaterale.
    Nel frangente Sho aveva deciso. La corsa, l’impeto, l’urlo… la lama avrebbe trafitto l’armatura prima e la carne poi della bestia, che dilaniata dal dolore, avrebbe svuotato le sue membra dall’accumulo di chakra che conteneva in se, che sotto forma di fasci luminosi, percorsi l’ambiente circostante, si sarebbero abbattuti sulla volta e sui muri, distruggendo l’ingannevole realtà e dissolvendola… il nemico sarebbe sparito, lasciando sul brullo terreno, vestigia argentee vuote. Tutto intorno; la foresta.
    Non si erano mai mossi, il viaggio spirituale era giunto al termine.
    Se Sho, si fosse prontamente ripreso dallo scontro e si fosse girato in direzione del gruppo, avrebbe visto il Kiriano con le mani illuminate dal chakra, protese verso Hi, che giaceva ai piedi di Okami.

    IL KIRIANO

    Il cuore di Hi, pareva non rispondere al chakra medico. Che fosse passato troppo tempo? Non poteva essere. Il kiriano, non si sarebbe fermato pur se questo significava consumare l’ultima briciola della sua riserva di chakra. Hi non sarebbe rimasto lì, defunto.
    Una piccola pressione sul torace dell’umanoide, la determinazione di Etsuko che perseverava nell’arduo compito. Ancora nulla, un minuto, due, cinque, dieci… ora sentiva gl’occhi dei presenti sul suo corpo, come lame si conficcavano e gli provocavano dolore.
    Svegliati cazzo… non lasciarti andare, siamo qui….
    Ancora una pressione e il sudore grondava sulla fronte del kiriano. Ciò che i presenti non potevano vedere era che tra il sudore, sgorgavano lacrime amare, che eppur il ninja non mostrava. Ma come acido, bruciavano sulla pelle.
    Non può finire così… non posso deluderlo… svegliati Hi… lo devo fare per Sho… io… io… LO AMO…
    le parole si fecero spazio naturali e limpide tra i suoi pensieri, liberando e palesando un sentimento recondito.
    Con esse torno il barlume di vita nel corpo ai suoi piedi, un anelito, poi gli occhi ripresero consistenza e da contenitore vuoto, l’anima ritorno ad abitare.
    Hi… Finalmente.
    Ora Etsuko, stremato in ginocchio, con le braccia inermi lungo i fianchi osservava il trio… Sho, Hi, Okami… e ancora una volta… poi tutto si fece appannato… fino al buio più totale. Avvertì in fine l’impatto con l’erba fredda e della brina notturna sulla sua pelle, poi il nulla. Era Svenuto.



     
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    Il crepuscolo


    Post diciottesimo - Un nuovo giorno




    La corsa fu breve, ma infinita, il pensiero di uccidere un nemico sconfitto faceva pesare ogni passo come un vero e proprio macigno, ma dovevo farlo; dovevo salvare i miei compagni, vecchi e nuovi.
    Il punto indicato da Etsuko era quello giusto, la lama, dopo un'iniziale resistenza, penetrò la spessa corazza del ragno, raggiungendo i suoi punti vulnerabili e sancendo così la sua ineluttabile fine.
    Mentre le sue urla dilaniavano il cielo,raggi di luci cominciarono a sgorgare dalla ferita che avevo provocato sul suo ventre. Fui pervaso dalla luce calda ed accecante, il potere di Hi che il mostro aveva rubato in tutti questi anni veniva liberato e si disperdeva in tutto l'ambiente cancellando la presenza dell'abominio. Il mondo veniva pervaso dalla luce e cambiava il suo aspetto, tornando la valle che era nata per essere, baciata dal sole e dal suo tepore.

    Quando la luce svanì, e potei finalmente riaprire gli occhi, fino al quel momento serrati per il bagliore, davanti a me non era rimasto niente se non la strana corazza argentea del mostro, una lapide anonima in una valle deserta, provavo compassione per quell'essere, infondo.
    Lasciai l'elsa della zambato, si era fatta enormemente pesante dopo il duro scontro che avevo affrontato, mentre cercavo di regolarizzare il respiro ed il battito cardiaco. Mi voltai vero i miei compagni, entrambi erano riversi sul corpo del giorno, dalle mani di Etsuko veniva rilasciato il chakra curativo, anche io ero medico, pertanto riconoscere quella tecnica non era stato difficoltoso; forse avrei potuto aiutarlo, ma quella non era la mia sfida, inoltre mi fidavo di lui, si era dimostrato un alleato prezioso in quella difficile avventura.
    Mi avvicinai a lui, senza parlare, non volevo distrarlo, e lentamente gli posi una mano sulla spalla; un simbolo della mia fiducia, niente di più, sapevo che ce l'avrebbe fatta.

    Gli immani sforzi del ragazzo della nebbia diedero il loro risultato, ma lo lasciarono privo di energie, tanto che perse conoscenza. La gioia di Okami ed Hi era incommensurabile, i due lupi ulularono a lungo alla luna, che splendente illuminava l'altresì silenziosa valle di una candida luce. Mi introdussi nuovamente al giorno e con lui stipulai lo stesso patto che avevo preso con Okami e Jaro, evocando la grande pergamena degli spiriti lupo, in questo modo potei lasciare che entrambi si teletrasportassero in quel luogo, il branco era impaziente oramai.

    Sollevai quindi delicatamente il ragazzo, stava bene, era solo stanco, menomale. Lentamente lo posai sulla mia spalla destra, lo avrei trasportato fuori da quella valle in cui lui mi aveva aiutato ad accedere, mi pareva il minimo.

    Ero andato in missione per ritrovare un amico, ma alla fine ne avevo trovati due.
     
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