Una questione di maschere

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  1. leopolis
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    Una questione di maschere


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    Per un attimo Josuke guardò Shin con uno sguardo di speranza. O meglio: erano degli occhi che sembravano davvero essere pieni di speranza. Era abbastanza evidente che volesse in qualche modo lasciarsi alle spalle quella vita, ma non poteva certamente farlo finché il padre e il fratello l'avevano legato a quel mondo. In ogni caso, quando Shin fece la sua predica relativa al fatto che il ragazzo non facesse paura a nessuno con quel coltello, quest'ultimo sorrise malignamente. - Ma davvero! - esclamò anche abbastanza divertito da quella strana confessione da parte del ragazzo. - Tu vieni qui che ti faccio vedere io se non so davvero tenere bene un coltello come dici! - Per il resto rimase semplicemente in piedi ghignando alle parole di Shin. - Quale forza? - chiese. - Sei solo un marmocchio! Non conosci il mondo in cui vivi, non sai di cosa stai parlando. - Quando poi parlò addirittura di piani più grandi, il fratello maggiore sorrise vistosamente indicando Shin con il dito: - Dai tuoi vestiti non sembra. Sei solo un altro di tanti ragazzetti nati in questo villaggio dimenticato dai Kami. Nient'altro. Uno che deve fare teatro per sopravvivere e che chissà quali sogni irrealizzabili nutre nel suo cuore. - Il ragazzo agitò quelle specie di maschere nel proprio pugno alzandolo abbastanza affinché Shin le vedesse. - Dici che me le posso tenere? Bene. Me le tengo. E sai perché? Perché io sono nato qui, in questo posto e per me anche una semplice maschera può avere un valore inestimabile. Vendendole, per esempio, potrò far mangiare questo rimbambito qui, - indicò sui fratello. - E forse riuscirò anche a rubare abbastanza cose per vivere più o meno dignitamente un altro paio di giorni. Ma tu... sì... vai! Scappa! Costruisci i tuoi grandi piani! Sogna! Sogna pure! - Poi sbuffò anche abbastanza vistosamente come se quasi volesse dire che nessuno lo capiva lì dentro a parte a lui stesso. Ma alla fine dei conti era anche abbastanza normale come cosa, dopotutto. Un fratello che si ritrovava a dover gestire tutt'una famiglia non poteva proprio indossare i panni del Capofamiglia, almeno fino a quando quest'ultimo era assente. A quel punto, però, il tizio più grande non avrebbe detto più nulla semplicemente allacciandosi le maschere alla cintura con un apposito gancio. - Per fortuna abbiamo incontrato un milionario oggi, - disse sfottendo Shin. - Non si capisce come sia finito qui però, ma vabbè. Dai alzati coglione! - Si rivolse a suo fratello. - Dobbiamo andare a vendere queste maschere che magari raccimoliamo qualche ryo. - Josuke a quel punto si alzò guardando Shin allontanarsi a malincuore. Per un attimo aveva veramente sperato di poter cambiare vita, ma anche quella sua illusione era stata lavata via, quasi come se fosse la sporcizia che veniva lavata dalla pioggia tipica di quel posto. - Peccato, - sussurrò infine a voce a malinconinca, anche se alta. Insomma, Shin era libero di andarsene se voleva, ma di sicuro nessuno dei due fratelli l'avrebbe seguito. Questi, difatti, girandosi se ne sarebbero andati nella direzione opposta a quella di Shin. Il più grande aveva un sorriso compiaciuto e un bel coltello nelle mani (oltre che le maschere sulla cintura), mentre il più piccolo che camminava con i vestiti sporchi e anche scalzo stava vistosamente sgignazzando. D'altro canto, se Shin fosse davvero davero tornato al suo gruppo senza maschere, difficilmente avrebbe potuto tenere il suo spettacolo e forse avrebbe pure deluso tutti quanti. Ma cosa fare a quel punto? Al giovane studente la scelta.

    [...]



    Io, bisognava dirlo, me la cavavo un po' meglio, ma di poco. La mia strategia abbastanza semplice usando Komaki Kama ebbe il successo che speravo. I due si addormentarono praticamente subito lasciandomi la libertà di entrare nel negozio in cui vendevano i tonici senza alcun problema. Oltre alle guardie situate poco fuori dal negozio, difatti, non c'era proprio nessun altro che poteva in qualche modo disturbare la mia entrata. A questo punto, però, c'era un'altra difficoltà davanti a me, anche se non era così difficile o insormontabile come avrei potuto pensare a prima vista. Si trattava, tutt'altro, di una porta. Ebbene, fin qui era tutto chiaro, no? Una porta è pur sempre come una porta, non c'è niente di strano in una porta. I problemi (o meglio: i primi sospetti) arrivarono quando iniziai ad aprirla dopo aver delicatamente poggiato una mano sul manipolo per aprire la porta stessa.

    Come ben sapete, generalmente le porte si aprono in un modo abbastanza semplice: la si prende e la si apre. Non nel mio caso. Una volta che stetti per aprire la porta sentii quasi come se una specie di resistenza all'apertura, il che mi fece desistere dall'aprila. - "Ma no, una trappola?" - mi chiesi nella mente mentre mi allontanavano da quella maledetta porta di 2-3 metri pensando a cosa fare. Come ben sapete, ero più bravo con le spade e con le tazze da tè che con una qualsiasi altra cosa. Come potete anche capire, non avevo la minima conoscenza delle tecniche necessarie per aprire una porta forse minata. Io, generalmente, ero quello che arrivava, sfondava la porta, poi uccideva tutti e se ne andava: in questo caso, però, questa poteva essere una tattica un po' troppo spinta, specialmente per me. Per questo dovevo pensare a una soluzione.

    E la soluzione giusta ce l'avevo già (beh, oddio, non era prorpio la soluzione giusta e non era nemmeno quella più preferibile da un punto di vista prettamente umano), ciononostante non avevo chissà quali altre possibilità, specialmente se non volevo che mi saltassero braccia o gambe. Per questo, quando capii che sarebbe stato poco opportuno provare ad attraversare la porta senza alcuna precauzione, aprii di nuovo la porta verso l'esterno e cercando di non svegliare le due belle principesse addormentate (?!) mi misi delle mani intorno alla bocca e guardai in alto, verso il tetto. - Hey! Komaki! Scendi qua! Serve il tuo aiuto! - Ci volle qualche attimo prima che la faccia stanca della falcidonnola si fece vedere dall'alto. - No, col cazzo che scendo, - disse. - Tu avevi chiesto l'aiuto? Ti ho aiutato. Ora smamma. - Insomma, risparmiandovi tutta la tiritera che dovetti fare per convincere Komaki Kama ad aiutarmi, sappiate solo che ci vollero 5 minuti buoni di dialogo a voce stretta prima che scendesse dal suo nascondiglio sopra e altri 10 minuti di minacce affinché facesse quello che volevo. Al termine la falcidonnola dal muso carino (ma non troppo) ebbe solo da ridire: - Vaffanculo Tasaki Moyo. E vaffanculo a tutta la tua famiglia! - Alla fine, però, accettò di fare come le avevo chiesto: sarebbe stata lei ad aprire la porta e se ci fosse una trappola, un'esplosione o qualcossa del genere... beh, Komaki si sarebbe semplicemente pareggiata, scomparendo in una nuvola di fumo.

    Io, al contempo, sarei rimasto a guardare tutta la scena a debita distanza, a una decina di metri, con fare compiaciuto e cercando di restare lontano dai possibili detriti dell'esplosione.




    Chakra: 74/80
    Vitalità: 16/16
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 600
    Velocità:  650
    Resistenza: 500
    Riflessi: 625
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 600
    Agilità: 675
    Intuito: 625
    Precisione: 600
    Slot Difesa
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    Slot Azione
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    Slot Tecnica
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    Equipaggiamento
    • Veleno Debilitante B1 (5 dosi) × 1
    • Tonico di Recupero Medio × 2
    • Tonico di Ripristino Medio × 2
    • Katana × 2
    • Shuriken Gigante × 1

    Note
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29 replies since 18/4/2020, 21:42   464 views
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