Ogni Promessa è un Debito

Giocata Privata

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  1. - Hohenheim -
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    Hoshi

    Post VIII



    Come sempre succedeva con il Mikawa, già i toni si stavano scaldando, frecciatine venivano lanciate a destra e manca. Hohenheim aveva rivissuto quel pattern innumerevoli volte a quel punto, tanto da sapere che Diogenes si stava comportando in quel modo deliberatamente.

    L’attivazione del sistema di allarme del Suono arrivò quindi come una benedizione a terminare quel chiacchiericcio inutile. Mentre Diogenes predisponeva le sue difese, Hohenheim si sarebbe limitato a dire ai suoi State in guardia Espanse quindi i suoi sensi, percependo il chakra di qualsiasi cosa avesse attivato l’allarme.

    Quello che trovò lo sconvolse. Due fonti di chakra, la prima eclissata dalla seconda. Non solo per potenza, ma per tipo: Hohenheim conosceva fin troppo bene quel chakra Non è possibile..! Si trattava di Hoshi! Hohenheim si fece quindi largo fino alla più vicina finestra, cercando di avere campo libero, così che i suoi occhi potessero vedere quello che i suoi altri sensi avevano già percepito.

    Ed infine eccolo lì, il Rosso, vivo e vegeto. I suoi occhi scandagliarono il corpo dell’amico, non trovando alcun jutsu ninja che potesse fabbricare una replica così perfetta del Chikuma. Quando lo ebbe a portata, il jonin bambino si posizionò davanti a lui, afferrandogli entrambe le spalle con le mani. Con il volto serio e l’urgenza nella voce, Hohenheim chiese: Dove eravamo quando mi hai parlato per la prima volta del tuo braccio? Rispondi, subito! Una domanda per confermare che effettivamente quell’Hoshi non fosse un impostore.

    Ma quando il Rosso seppe rispondere correttamente, il volto di Hohenheim si addolcì in un sorriso di sollievo. Mentre anni passati nel rimorso gli si sollevavano dalle spalle, Hohenheim strinse calorosamente a se l’amico ritrovato, incurante di mostrarsi vulnerabile in quel momento. Abbiamo così tante cose da dirci, vecchio amico mio…maledetto che non sei altro! I suoi occhi erano colmi di felicità e fece fatica a staccarsi dal suo compagno di immemore data.

    Tuttavia, quando si voltò verso Diogenes, nuovamente era tornato serie e la sua voce non nascondeva un moto di rabbia: Mi avevi detto che era morto, Diogenes! mi hai mentito anche su questo?

    Hohenheim non avrebbe atteso comunque la risposta del Kokage, concentrandosi su Saru. La ragazza avevamo mostrato determinazione nel farsi avanti a quel modo, nonchè a compiere tutto il viaggio da sola fino al Suono: Non mi sembra che tu abbia autorizzazione a lasciare il villaggio Saru…ma questa volta mi hai davvero impressionato. La tua forza di volontà e determinazione è un esempio da seguire, e sciolgono le mie riserve sulla tua preparazione a prenderti carico di questa responsabilità. Non concordi con me, Hokage?

    La passeggiata verso il luogo del banchetto sarebbe stata vissuta da Hohenheim come in un sogno, cercando di farsi raccontare da Hoshi quello che gli era accaduto. Hoshi avrebbe inoltre risolto il problema di trovare qualcuno capace di sigillare il demone, e se ci fossero stati problemi il jonin bambino non avrebbe avuto problemi a pagare di tasca sua.

    Nonostante si trovasse al suono e la missione non fosse nemmeno iniziata, avere Hoshi al suo fianco aveva decisamente abbassato la sua soglia di urgenza e attenzione. Forse quella faccenda sarebbe andata bene, dopotutto.
     
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