A Clash of BastardsO la "Ballata per le mie Piccole Iene" [Quasi... Paese della Luna]

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  1. Casìn
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    A Clash of Destinies


    La Paranza degli Stolti - Take Cover!


    I viaggi sulla Dama di Sangue erano sempre una sofferenza. Forse piano, piano quella mente bacata che si ritrovava stava iniziando a capire che quel soprannome gli era stato dato proprio per via delle sue "grandi abilità" da marinaio. Kaizoku però adesso era il suo nome. Ed erano stati proprio quelli stronzi a scegliere chi sarebbe stato il loro carnerfice.
    Un misto di sensazioni negative che andavano ad scemare al momento dell'approdo. Quella era una gran bella nave. Magari non era la più grande, non era la più veloce o armata ma era perfetta. Vele color cremisi, il legno accarezzato dalla dolce e crudele stretta dei mari. Conosceva a memoria ogni graffio sullo scafo. L'albero maestro era stata per molto tempo la sua postazione, dopo che si erano accorti che anche a menare le mani ci sapeva fare. Però ecco, anche da lontano lo sentiva oscillare, piegarsi e reagire al respiro del vento.
    La Dama di Sangue era nata per bramare il dominio, la violenza. Non un gruppo di stronzi rammolliti che qualche volta andavano a rubare qualcosa.

    Rifornimenti, qualche voce interessante e ... "l'arraffo". Giusto, Takemakisama?

    Odiava chiamarlo così. Quella combriccola aveva pensato a chiamare le loro attività di scorribande "l'arraffo". Un debole tentativo di far sembrare importante qualcosa di orami irrisorio. Bhé, se tutto sarebbe andato per il meglio sarebbero stati loro a subire l'arraffo. Poi avrebbe cambiato modo di chiamarlo... "Cercare funghi?", "Dare ristoro a vedove"? Soluzioni già più poetiche.

    Takemakisama? Da dove viene tutto questo rispetto, eh Kaizoku?

    A quella risposta, nella sua testa era un susseguirsi di "Schifoso bastardo figlio di puttana, sei ubriaco tutto il tempo ed adesso noti questi dettagli?" La mente del giovane stava già andando in tilt per quella osservazione. Purtroppo era vera, non aveva mai badato a chiamare qualcuno dei suoi superiori con rispetto e, tanto meno, nessuno di loro lo aveva mai richiesto. La tensione gli aveva giocato un brutto scherzo. Come sempre.

    Vaffanculo, TakemakiSAMA!

    Eppure quel carattere focoso lo aveva portato lontano. Così lontano da essere ad un passo dallo sbarazzarsi di quegli stronzi. Perché doveva rischiare di rovinare tutto adesso?

    AHAHAHAHAHAH! Calmati, ragazzo, calmati! Ti sto solo prendendo in giro... sei sempre stato troppo avventato!

    Detto questo, il quartiermastro Takemaki si allontanò per la sua strada.
    Il giovane dalla testa calda aveva la possibilità di rifocillarsi e cercare quei contatti che gli avevano indicato Gotō come luogo del tradimento. Non restava che guardare cosa quel posto avrebbe riservato per lui.

    ...



    Orami girava per i mari da qualche anno. Era giovane sì, ma aveva visto la sua discreta fetta di posti di merda. Inutile dire che questo entrava di grazia nella categoria. Sputò in terra, qualcosa di pulito in quel mare di merda o semplicemente un gesto di stizza. La sua indicazione era semplicemente: "Gotō". Niente di più. Il nome dell'isola scritto su un piccolo straccio, ecco tutto quello che aveva dei suoi misteriosi "contatti".
    Fu proprio trascinato dalla fame e dai nervi che si ritrovò davanti ad una delle locande che frequentava solitamente. Questo posto era proprio abituato a ricevere gente come lui. Il Kaizoku, uno stronzo come tanti che faceva la sua fortuna su quella degli altri anche a costo della vita di quest'ultimi. Questo era quello che faceva. O meglio, quello che voleva tornare a fare.

    Che dire, quella bettola aveva da offrire molto di più di quello che mostrava. Gente di tutti i colori, molti dei quali simili ai suoi. Alcuni di quegli avventori aveva già capito che da tipi come Kaizoku era meglio stare alla larga. Specialmente se l'espressione che si leggeva sul suo volto emanava un chiaro messaggio di disapprovazione verso qualsiasi cosa.
    Si guardò superficialmente attorno. La sala era piuttosto grande ed il lungo bancone mostrava un frenetico traffico di cameriere e commensali. In un angolo in fondo, un tizio che si poteva definire grasso tanto quanto Takemaki, se non di più. Bhe, buon per lui.
    Kaizoku puntò un tavolo a caso, il destino beffardo volle che si trovasse proprio tra l'angolo dell'Aborto ed il bancone. Nel tragitto tra l'entrata ed il tavolo scelto, il giovane afferrò un boccale ed un piatto di pesce misto da un altro tavolo. Un gesto automatico, come se quella prepotenza fosse un aspetto fin troppo naturale della sua persona. La vittima si alzò di colpo e fece per urlare dietro al ragazzo, gli altri due commensali lo fermarono in tempo prima che la voce potesse manifestarsi. Ne uscì fuori un suono simile ad un peto beffardo, quasi impercettibile ma da una puzza letale. Fortunatamente per lui, niente da impensierire il Kaizoku, alla puzza di merda ci era abituato.

    Fu dopo poco che fece la sua comparsa una sagoma al quanto strana. Quella persona era adatta a quel contesto tanto quanto un macellaio dalle dita mozzate in un salone di bellezza. Aveva tutti i connotati del genere di persona che finisce vittima dell'"arraffo". Diamine quanto odiava quella parola.
    Passarono pochi istanti ed il Kaizoku ebbe conferma che il tizio con il pigiama troppo lungo appena entrato aveva suscitato l'attenzione di un altro ospite. Si godette la scena eserrefatto. Si svolse tutto così velocemente, una rabbia pacata che si manifestò nell'attacco con la bottiglia del vino, ma quell'azione era pura poesia per il giovane. Un tanfo inebriante la violenza, una volta respirato ed inebriato si trasforma in un dolce profumo.




    Ehi tu sacco di merda!

    I rotondi occhi, falsamente dolci e gentili, del giovane mostravano la sua espressione divertita ed assuefatta della situazione. Aveva proprio bisogno di quel nuovo spettacolo che si era creato per scaricare tutta quella tensione.
    Subito dopo al calcio dell'enorme e grasso Aborto allo sgabello del Tizio in Pigiama, Il Kaizoku avrebbe sollevato la sua seduta automaticamente dandosi lo slancio per ritrovarsi in piedi. Una piccola cavalcata che stava a significare che lui di risse in taverne ne aveva fatte.
    Con entrambe le mani fece volare lo sgabello in aria verso l'enorme schiena dell'Aborto ma si stava trattenendo. Non voleva che quel siparietto finisse troppo presto.
    Dopo l'azione salì sul tavolo facendo cadere quel piatto e boccale abbondanti che prima aveva trafugato.

    SE VUOI CERCARE DI FARE A BOTTE TI ACCONTENTO SUBITO! E QUESTO VALE ANCHE PER TE, STRAFOTTENTE FACCIA DI CAZZO CHE SE NE VA A GIRO IN PIGIAMA!

    Un singolo momento lo uso per raccogliersi, con lo sguardo ancora più pungente e l'espressione divertita. Un suono metallico uscì dalla sua voce, ormai era questo che voleva, il suo piano avrebbe aspettato l'alba.

    E IL PRIMO DI VOI ALTRI FIGLI DI PUTTANA CHE CERCHERA' DI FARE L'EROE SI GUADAGNERA' UNA COLLANA FATTA CON I SUOI STESSI DENTI!

     
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