Il Lago degli ImbattutiMissione per Shin, Kato ed Etsuko

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    Il lago del mistero


    Post 2 ~ Personaggi schivi e dove trovarli

    La suddivisione delle squadre nata dal briefing riprodusse le coppie in cui i ninja si erano presentati all'appuntamento. Il disappunto appena accennato sul volto del Kinryu scomparve insieme alla sagoma di Kato oltre la discesa che conduceva al paese. Avrebbe preferito indagare in compagnia dell'amico piuttosto che di un chunin novizio la cui unica preoccupazione era fare bella figura con il capo e il principale passatempo prenderlo in giro, ma quello passava il convento e se ne sarebbe fatto una ragione. Quanto a mostrarsi cordiale, era tutta un'altra faccenda, e ai fini della missione completamente superflua.

    Shin rimase a osservare la superficie dell'acqua per un minuto buono una volta giunti in vista del lago. Al richiamo di Yato a muoversi avrebbe schioccato la lingua con disappunto, quasi dando l'impressione che, se avesse insistito, alla fine il fluido cristallino si sarebbe arreso rivelando degli indicibili segreti. Il porto principale brulicava di vita, ma avrebbero dovuto essere degli sprovveduti per non accorgersi che le attività si focalizzavano esclusivamente sul riporre gli attrezzi del mestiere e il frutto del lavoro con maggior rapidità possibile.

    Già in molti si stavano dirigendo a passo svelto verso le proprie abitazioni, e tra chi si attardava la fretta era palpabile. Ogni volta che qualcosa sfuggiva di mano, o due uomini si scontravano casualmente, nell'aria riecheggiavano parole empie di offesa a kami e madri, ma poi chinavano la testa riprendendo a muoversi con maggiore attenzione per portare a termine il compito entro il tempo prefissato. Inutile aggiungere che le domande dei due fogliosi nella migliore delle ipotesi caddero nel vuoto, tra scrollate di spalle e frettolose frasi fatte.

    Sapendo che sarebbe stato inutile, non appena l'ennesimo scaricatore di porto gli ebbe voltato le spalle dopo averlo liquidato con un poco collaborativo "devo andare", Shin congiunse rapidamente le mani a comporre la posizione magica della tigre [Tecnica]Consumo 4,5 Bassi, Potenza 45. Con disinvoltura, afferrò la spalla dell'uomo a trattenerlo, ripetendo di nuovo la domanda, ma questa volta rilasciando nel sistema circolatorio del civile il suo chakra. Se fosse stato vittima di un genjutsu che gli impediva di parlare l'avrebbe sciolto, ammesso che non fosse incredibilmente potente. E che una simile illusione esistesse veramente nella sua testa.

    Mi scusi, è proprio sicuro che non può dedicarci un minuto e spiegarci il motivo di questo coprifuoco?

    La domanda sarebbe con ogni probabilità stata ignorata nuovamente, e provare non costava nulla. Da quando il giovane si era ritrovato immerso in casi sempre più complicati, con poteri che sfioravano il sovrannaturale coinvolti, non era mai stato colpa di arti illusorie. Ci aveva provato a Città di Pietra, una pista promettente, ma alla fine si trattava di rituali che riguardavano le anime. Ci aveva provato nell'Isola dove non si può morire, già meno convinto, ma a quanto pareva il trucco era nell'acqua. E ci stava provando anche lì, insospettito dalla strane reticenza dei locali. Certo, la spiegazione non poteva essere sempre un genjutsu, ma se ogni tanto lo fosse stato sarebbe stato gradito. Tentar non nuoce, si era detto.

    D'altro canto le opzioni proposte dal compagno non erano poi migliori. Il Kinryu non si voltò neanche ad osservarlo mentre suggeriva di rapire qualcuno per interrogarlo, ma era sicuro che stesse sorridendo. In realtà, in mancanza di meglio, non era un piano completamente da scartare. In fin dei conti la missione aveva la priorità sull'incolumità di un burbero sconosciuto. Shin si fermò un attimo, quasi spaventato da ciò che aveva appena pensato, quando la sua attenzione fu attratta, al pari di quella di Yato, da un individuo che spiccava tra la massa che affollava il molicciolo.

    Non servivano le deduzioni del Senju, per quanto argute, a far notare che l'uomo era decisamente fuori luogo. La spada, che portava dietro la schiena come il Kinryu, lo identificava come un combattente, ma non aveva l'aria del ninja. Forse aveva ragione il neo chunin e si trattava di un samurai. Il duo di Konoha si fece avanti, ma prima che potesse aprire bocca quegli li anticipò. I loro sospetti erano fondati, ma in quelle poche frasi che buttò lì lasciò un vago senso di inquietudine nel ragazzo, che era un ascoltatore attento.

    Mentre il manipolatore del legno tornava alla carica, con scarso successo, Shin stava pensando al modo migliore per approcciarlo. Si trovava sul territorio del Paese del Fuoco, che era loro giurisdizione, quindi avrebbero potuto semplicemente costringerlo a collaborare. Qualcosa gli diceva che non sarebbe stata però una buona idea. Aveva l'aria di uno che sapeva difendersi, e sollevare un polverone appena arrivati in città non gli sembrava il caso. A ridosso del coprifuoco per di più. Chi sa quali pericoli si sarebbero palesati allo scoccare dell'ora fatidica. Di certo farsi cogliere impreparati durante una zuffa non sarebbe stato salutare.

    Nel frattempo il samurai si stava allontanando. Non fece nulla per trattenerlo, ma non intendeva lasciar cadere quella pista così facilmente. Aveva sicuramente qualcosa da dir loro, che lo volesse o no. Il chunin si voltò verso il compagno, sussurrando un'unica parola senza aggiungere nessuna spiegazione.

    Seguiamolo.


    Probabilmente il samurai si era accorto di essere seguito nell'istante stesso in cui aveva abbandonato le banchine. D'altro canto, lo shinobi non stava facendo nulla per nascondere la sua presenza. Si limitava a percorrere la stessa strada, rimanendo dietro di lui di un quattro o cinque metri. Non gli era propriamente addosso, ma sarebbe bastato un balzo per raggiungerlo.

    Se il pedinato li avesse condotti fino a una abitazione privata, nell'atto di voltarsi per chiudere la porta avrebbe trovato il piede del Kinryu ad impedirglielo, nello stesso modo in cui Yato si era imposto a casa sua la sera precedente. Se invece si fosse trattato di un luogo pubblico, come una taverna, meglio ancora. Nessuno avrebbe avuto motivo di sbarrargli il passo, tanto meno a ridosso del coprifuoco. In ogni caso, una volta al sicuro da qualsiasi cosa fosse in agguato dopo il calar delle tenebre, forse sarebbe stato più incline a parlare.

    Le domande che il giovane aveva da rivolgergli, se possibile in privato, riguardavano più la situazione locale che il caso in sé.

    Perdoni l'insistenza, sarò rapido, anche se ora non ha più nulla da temere dietro a questa solidissima porta di legno.

    Nonostante tutto ciò che aveva passato, l'ironia non lo aveva abbandonato.

    Akechi Mitsuhide-san, non vogliamo coinvolgerla in nessuna guerra. Però vede, il punto è questo: qui non dovrebbe esserci nessuna guerra in atto. A cosa si riferisce?

    Almeno per quello che ne sapevano, che evidentemente non era poi molto. La seconda domanda veniva quasi da sé ed era una conseguenza della prima.

    Un'ultima cosa, poi togliamo il disturbo. Ha parlato di altri ninja, ma qui dovremmo esserci solo noi. Può dirci dove li ha incontrati, magari che aspetto hanno?

    Avrebbe svuotato il sacco con così poco, o sarebbero dovuti ricorrere alle maniere forti? Nel frattempo le lancette dell'orologio continuavano a marciare sul quadrante, e la luce si faceva sempre più tenue in cielo. Quanto mancava al coprifuoco?
     
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