Il Lago degli ImbattutiMissione per Shin, Kato ed Etsuko

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  1. Yato Senju
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    Il Lago degli Imbattuti


    III

    I Mercanti in Città
    Zoruto gettò uno sguardo storto e minaccioso a Kato alla sua provocazione, ma indurre gli altri ad attaccare era la SUA specialità e non cadde certo preda delle parole del più giovane consanguineo. Io mi reggo benissimo sulle mie gambe, bamboccio. E' mio fratello a essere arrivato dove si trova grazie a me. Le voci nell'ambiente criminale (nascoste all'udito dell'uomo, ovviamente) erano di altro avviso, ma non era quello il luogo nè il tempo di approfondire. Ma sentiamo le tue deduzioni. Il Maestro era mortificato da quella situazione e fu ben lieto di collaborare in ogni modo possibile. No, Evocatore. Non riesco a comunicare, ma la mia conoscenza appena acquisita non mi sarà di ostacolo. Io non capisco... Mormorò il commerciante, comunque alla loro mercè, che dopo poco si sottopose (non che avesse scelta) al Simbolo di Pensiero. Interrogato nuovamente, comunque, diede quella che per lui era la motivazione più logica e corretta: Il coprifuoco è imposto dal capovillaggio per il bene collettivo.

    Visto il buco nell'acqua, sotto lo sguardo sarcastico di Zoruto i due cercarono un diverso approccio. Parteciperò a questo tuo Rilascio, se insisti, ma ho qualche dubbio, stronzetto. Disse, poggiando una mano su Shitto dopo lo scambio di informazioni che diede il medesimo risultato: il corvo non era in grado di trasmettere ciò che aveva appreso, ma pareva turbato per quelle informazioni (complice la più giovane età). Un rapido Rilascio combinato non diede risultati immediati, anche se per una frazione di secondo il giovane corvo riuscì a dire qualcosa: Haji. Haji è il nome di quella...cosa che ha influenzato il mercante e...e anche Kokai, Kokai è il più grosso, il capo. Il coprifuoco è per loro...per...per il bene collettivo. Poi nulla, il jutsu aveva avuto un effetto minimo, come se quel genjutsu fosse fuori dalla loro portata, o semplicemente funzionasse in maniera diversa dal solito. Haji e Kokai? Che siano ninja? Buffi nomi comunque. Forse sei meno inutile di quanto pensassi. Ora andiamo dal capovillaggio.

    La casa del capovillaggio non era particolarmente più lussuosa delle altre, ma sicuramente saltava agli occhi perchè più grande, con ben tre piani e un giardino ben curato. Niente a paragone con le famiglie ricche dei Villaggi, ma comunque un pò più di quello che un pescatore della piccola cittadina poteva permettersi. Il capovillaggio li ricevette sulla porta non appena il suo assistente lo andò a chiamare quando i due ninja si presentarono. Era un uomo ben vestito

    e dall'aria seria, non certo uno sprovveduto. Sono lieto che due shinobi ci facciano visita, anche se tecnicamente noi siamo sotto la giurisdizione di Konoha, per quanto Oto sia vicina. Perdonate se non vi faccio entrare subito ma sta per arrivare l'ora del coprifuoco e non posso intrattenervi più di tanto. Non sarebbe meglio se tornaste domani? A quelle parole Zoruto gonfiò il petto, facendosi nettamente più minaccioso, ma non disse nulla mentre Kato prendeva la parola, limitandosi a un: Puoi dirlo forte, stronzetto. Quando quello cercò di indovinare il suo grado. In realtà girava voce che avesse comprato il grado, ma non andiamo a fondo alla vicenda per ora. In ogni caso, il Coprifuoco è qualcosa che ho indetto per la sicurezza e il benessere pubblico. Tutto qui. E' molto più sicuro stare in casa la sera, non vedo come possano servire spiegazioni per una cosa tanto ovvia. In ogni caso congiunse le mani alla proposta di essere sottoposto a un Jutsu. Sono mortificato, ma credo che essere sottoposto a una magia ninja sconosciuta sarebbe irresponsabile da parte mia. Se vorrete potremo parlarne domani, ora ho realmente fretta, stiamo per chiudere tutto. Declinò gentilmente, ma fermo nei toni nonostante la minaccia rappresentata da Zoruto e quando lo lasciarono in pace se ne tornò dentro casa. Tutto qui, stronzetto? Non abbiamo granchè e questo posto comincia già a starmi stretto. Dove dovevamo reincontrarci con gli altri? Possibile che fosse preoccupato per quello che accadeva dopo il coprifuoco? O era semplicemente un'insopportabile individuo dalla scarsa pazienza?

    Sponde del Lago
    Il sobrio tentativo di Shin di dissolvere l'influenza di un genjutsu ebbe scarsi risultati. Forse perchè era necessaria la certezza di un'illusione per spezzarla, o forse per qualche fattore esterno...o forse perchè non era un'illusione normale. Immaginai cosa avesse appena tentato e non potevo dargli torto: il comportamento di tutti gli abitanti era fin troppo bizzarro per essere realistico!

    Trovarmi poi messo da parte dal samurai senza avere risposte mi indispettì sul momento, anche se feci del mio meglio per mantenere un'espressione neutra: ero un chunin e dovevo iniziare a comportarmi in maniera più sottile, esattamente come avevo fatto sulla nave dei tre rapitori di bambini. Feci un profondo respiro, cercando con lo sguardo Shin per elaborare una strategia, ma il Kinryu aveva già preso la sua decisione. Annuii in accordo con la sua proposta, iniziando a seguire il samurai mentre si dirigeva (verosimilmente) al suo alloggio. Sono addestrato, potrei seguirlo senza farmi notare, come mai questa pagliacciata, Shin? Gli chiesi non appena ebbi chiare le dinamiche del pedinamento, dubbioso sull'effettivo risultato, ma quando il Samurai raggiunse una porta fu subito chiaro che l'altro ninja intendeva sfruttare la sua spiccata velocità di scatto per impedirgli di chiudersela alle spalle e imporre un'ulteriore chiacchierata. Lo stesso che avevo fatto con lui, notai, cosa che mi fece piegare appena le labbra, sarcastico. Rimasi in disparte, ma entro il raggio della manipolazione del legno, tenendo gli occhi aperti sul circondario.

    Pensavo di aver detto che non c'era altro. Replicò il Samurai, laconico e indispettito. All'insistenza di Shin alzò gli occhi al cielo, sospirando. C'è sempre una guerra, Shinobi. Le notizie girano...Hayate, i Cremisi, Kumo contro Oto. C'è sempre una guerra, e io non voglio nulla a che vedere con le vostre guerre tra ninja. Sto perfezionando la mia via della spada nella speranza di esser degno di tornare nella mia patria. Lasciatemi in pace. Cercò di chiudere la porta nuovamente ma il piede di Shin forniva un cuneo al momento insormontabile se non si volevano fare scenate. Non so da dove venissero. Uno aveva un coprifronte di Konoha rigato e un giubbotto azzurro e l'altro era vestito come un pagliaccio. Cercavano un loro alleato per non so cosa. Li ho mandati al diavolo, come vorrei mandare al diavolo voi due. Con un calcio avrebbe cercato di spostare il piede del Kinryu, un gesto oggettivamente non pensato per fare del male, chiudendosi poi la porta alle spalle a meno di ulteriori insistenze. La descrizione del ninja con il cappotto azzurro poteva ricordare qualcuno incontrato di recente, anche se non da me.

    Intanto l'orologio andava avanti e mancava poco al rendez-vous che avevamo progettato con il resto del Team. Mentre la gente si affrettava per tornare a casa io tenevo gli occhi aperti pur senza percepire nulla che potesse costituire una minaccia immediata o potenziale. Per cosa diavolo esisteva il coprifuoco? Magari gli altri avevano ottenuto informazioni migliori.
    In ogni caso una volta lasciato perdere il Samurai mi sarei riavvicinato. Allora Shin-kun? Io non potevo saperlo, ma il mio interlocutore sentì una chiara eco quando pronunciai il suo nome. Un'eco che veniva da poco distante. Che ti prende? Chiesi, notando la sua reazione. Ancora una volta il suo nome echeggiò, ma solo per le sue orecchie, dalla stessa direzione: un barile pieno di acqua piovana. Se lui si fosse avvicinato non avrebbe percepito alcuna minaccia o pericolo, e lo stesso valeva per me (che pure non sentivo la voce, casomai la avesse condivisa), ma avvicinandosi e sporgendosi sopra il bordo, inevitabilmente lo shinobi di Konoha avrebbe visto solo il proprio volto riflesso. Ma con una smorfia sinistra e deviata, la stessa del suo clone generato dalla spada che aveva avuto in prestito! Ciao Shin-kun. Disse, canzonatorio. Sei molto maleducato a non parlare mai con me, ma posso raggiungerti anche così, per quanto sia un trucco: la mia voce è nella tua testa, e preferirei apparire riflesso sulla mia lama. Come mai non mi usi mai? Mi piacerebbe prendere qualcosa da te, lo sai. Sorrise, demoniaco. Che succede, Shin? Avrei chiesto, specie se Shin avesse parlato a voce alta col suo riflesso, cominciando ad arretrare circospetto: che il coprifuoco fosse per qualche sostanza o effetto che faceva impazzire le persone. Normalmente non starei a disturbarmi a darti qualche indizio, ma il destino è spesso divertente. In tre nello stesso posto, ci crederesti? Il sosia riflesso si sarebbe avvicinato, sussurrando. Il Samurai ha mentito. Forse è vera la faccenda dei ninja, ma non è qui a studiare la via della spada. Quella che aveva sulle spalle è Giugno Luttuoso, mio fratello. E a giudicare dalla sua postura la sa già usare benissimo.

    Inutile chiedere notizie sull'altro Mese di Meku, la sinistra spada ereditata dal Kinryu non avrebbe aperto bocca al riguardo, ma anche precipitarsi all'abitazione del Samurai avrebbe portato a un buco nell'acqua: la porta era aperta, ma all'interno non c'era niente, nemmeno tracce della presenza di qualcuno di recente. Se Shin mi avesse informato sarei sbiancato. Non può essere sparito nel nulla... Deglutii. E se fosse uno...spirito? O qualcosa di simile? Magari il motivo del coprifuoco sono degli spettri? L'orologio avanzava intanto. Dovevamo continuare a indagare o riunirci col gruppo? O magari restare nei paraggi e vedere cosa succedeva? E in quel caso...come prepararci?

    La Villa dei Naminaka
    Sono stato addestrato qui e ci ho vissuto a lungo, è più che normale che io lo conosca. Tuttavia con...l'assottigliamento dei ranghi del nostro clan non mi stupisce che questo posto sia poco conosciuto ai più giovani. Ammise l'uomo mascherato, molto placidamente, impervio ai sospetti di Etsuko o forse del tutto disinteressato a fugarli. Poco dopo, immersi nella foresta antistante alla villa, non appena Mugen parlò della tecnica speciale che condividevano ecco che nuovi dubbi sorsero nella mente dell'altro Akuma. Perchè la tua conoscenza della nostra arte è ancora acerba. La mente, la componente spirituale del chakra è il fulcro del suo potere. Ma quando una mente viene portata all'estremo, o quando è disturbata, a fronte di grandi energie a disposizione possono verificarsi anomalie...come illusioni persistenti, o dotate di autonomia. O anche la completa sottomissione della mente alla sua creatura. Il Magan non è un'arte per persone dalla mente debole. E questa villa serviva per metterle alla prova. Tutt'altro che chiarificatore, Mugen si esibì poi nell'attacco al serpente illusorio autonomo, lasciando di ghiaccio l'altro Kiriano.

    La reazione arrivò ma l'uomo mascherato non fece nulla per impedire a Etsuko di afferrargli il braccio e deviare la balestra, tuttavia mentre parlava bruscamente i freddi lineamenti della maschera si fecero molto vicini al suo volto, con occhi rossi degli Akuma che brillavano appena oltre le strette fessure, unico segno di riconoscimento del fatto che ci fosse realmente una faccia dietro quella copertura. Non era mia intenzione turbarti. Temevo che avvisandoti avresti fatto un movimento eccessivo privandomi della linea di tiro. Non si ripeterà. Freddo nel tono almeno quanto era stato irritato l'Akuma, per un attimo Mugen mise da parte la cordialità ostentata fino a quel momento, risultando quasi meccanico nei modi, tanto era rigido. Non appena venne liberato comunque si fece più rilassato, sebbene la risata mostruosa che echeggiò nell'aria catalizzò l'attenzione di entrambi.

    Stabilita una linea d'azione Mugen fece un cenno d'assenso col capo, proseguendo quindi diretti per il bosco fino a raggiungere la villa, fonte dell'agghiacciante verso udito poco prima. Non entro nella Villa da diverso tempo e certamente da prima che ci entrasse...qualunque cosa sia la cosa che ride dentro. Ma certamente non mi perderò all'interno. Aggirarono l'edificio circospetti, senza che dalle finestre dai vetri sporchi si scorgesse alcunchè, complici anche i pesanti tendaggi. Non un rumore, ma senza dubbio entrambi percepivano una distinta sensazione di inquietudine. La botola ha un lucchetto a combinazione. Cinque, Sette, Nove, per sentire uno scatto...in realtà è una trappola. Dopo questa prima combinazione bisogna inserire Sei, Nove, Uno. Spiegò Mugen interagendo con l'ingresso chiuso, guadagnando l'apertura per entrambi.

    All'aprirsi della botola li investì un discreto odore di chiuso e polvere che avrebbe fatto la gioia di svariati allergici, ma le scale che scendevano nel buio erano intatte e in buono stato, anche se sporche. Possiamo andare. Cautela. Dopo qualche gradino tutt'altro che scricchiolante si ritrovarono in una cantina con diverse botti e parecchio scatolame, probabilmente nella cantina usata come dispensa o magazzino. C'erano anche bottiglie d'olio e in generale il sufficiente per sfamare parecchie persone per molto tempo. Mugen accese la luce, per meglio osservare l'ambiente. Niente tracce per terra, nessuno è entrato qui di recente. Quella porta dà alla sala d'addestramento, da là delle scale possono portarci di sopra. Ci sono anche due porte per dei magazzini di armi e equipaggiamento ma non penso siano utili adesso. Cercò di aprire lentamente la porta dopo aver posato dell'olio sui cardini, per sicurezza, ma ebbe difficoltà a spingerla. C'è qualcosa che la blocca...una specie di palta, o argilla che impiasta la porta. Sembra sia tutta dal lato opposto. Desistiamo o la proviamo a spazzare via in qualche modo?

    Se avessero deciso di proseguire e avessero in qualche modo forzato la porta (o rimosso l'argilla), ad attenderli avrebbero trovato una sala molto ampia e buia, con pavimento in tatami alta almeno tre metri e sgombra di ostacoli. Qualcosa non quadra. Avrebbe mormorato Mugen, guardandosi intorno: la stanza era un campo di battaglia: artigliate e tagli ornavano il pavimento e le pareti come se si fosse combattuta una furiosa battaglia, così come aree praticamente esplose o divelte! Riesci a capire cosa intendo? Avrebbe chiesto a Etsuko, forse per metterlo alla prova. Le scale erano sulla parete settentrionale (loro erano su quella occidentale) a una ventina di metri, e salivano a chiocciola fino al piano superiore. Come dovevano muoversi, e cosa aveva visto di fuori posto Mugen, pur trovandolo talmente ovvio da non doverlo spiegare? E quale sarebbe stato il piano d'azione? La vista del Magan era negata e si sentivano solo rumori vaghi e distanti dal piano di sopra...forse immaginari? Abbiamo anche poco tempo prima del rendez-vous con il gruppo. Che facciamo?
     
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