Il Lago degli ImbattutiMissione per Shin, Kato ed Etsuko

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    Il lago del mistero


    Post 3 ~ Bugia e Verità

    Il pescatore si allontanò brontolando, lasciando la mano del ragazzo a mezz'aria. Il rilascio non aveva avuto successo, ovviamente. Non di meno una vaga sensazione di disagio lo pervase per alcuni istanti. Bastò tuttavia che Yato gli rivolgesse la parola affinché se ne dimenticasse. Dovevano seguire un'altra traccia. Per fortuna, proprio in quel momento comparve davanti ai loro occhi un individuo che dire sospetto era poco. Il samurai non fece nulla per seminarli, nonostante fossero in piena vista. Quando fece per chiudersi in casa, però, i suoi riflessi lo tradirono, complice la superiore velocità del Kinryu.

    Hai ragione, questo mondo è corrotto, e sotto le ceneri di quella che chiamano pace coveranno sempre le braci di un nuovo incendio.

    Alla fine l'uomo riuscì a liberarsi di loro, ma non prima di aver rivelato quel poco che pareva sapere. Shin portò una mano sotto il mento, preso nelle sue elucubrazioni. Un pagliaccio e un nukenin. Se il primo non gli diceva nulla, il secondo era di certo una brutta faccenda. Certo era troppo presto per saltare alle conclusioni, poteva trattarsi di una semplice coincidenza che non aveva nulla a che fare con lo strano fenomeno che stava vivendo il villaggio, ma era pur sempre un indizio da non trascurare.

    Fu ancora una volta la voce del Senju a farlo tornare alla realtà. Forse era ancora sovrappensiero, ma gli parve di udire come un eco quando pronunciò il suo nome. D'istinto sì voltò nella direzione del suono fantasma, ma non vide nessuno. Dallo sguardo del compagno, che probabilmente già lo riteneva un idiota, il Kinryu capì che era l'unico a sentire la voce dal tono canzonatorio. Fece un passo in avanti, verso un barile colmo d'acqua piovana che pareva la fonte del disturbo.

    Il riflesso sulla superficie liquida gli restituiva un sorriso che non appariva sul suo volto in quel momento, e probabilmente non sarebbe mai apparso tanto era malsano.

    Uso.

    Bugia. Questa sarebbe stata l'unica parola che Yato avrebbe udito, mentre il chunin rimaneva immobile a fissare la sua immagine. Ma Menzogna era il nome che il giovane aveva dato al suo doppio che risiedeva, o aveva origine, dalla spada che portava sulla schiena. Una volta Kairi gli aveva chiesto se il suo nome si scrivesse con il kanji di Sincerità. Ripensandoci ora capiva quanto il sé del passato fosse un ingenuo, che credeva ancora di poter cambiare il mondo senza sporcarsi le mani.

    Shin e Uso. Verità e Falsità.

    Il ragazzo lasciò scorrere i suoi pensieri verso l'immagine, nella speranza che potesse sentirli. Non aveva ancora ben capito come funzionava quella stregoneria. Scansò le fastidiose accuse di averlo trascurato. Erano insieme da poco, e fino ad allora era stato rinchiuso a Konoha, perciò non aveva avuto occasione di brandirla. D'altro canto, anche potendo, probabilmente non l'avrebbe fatto. Era pur sempre la lama affidatagli da quello psicopatico del Coraggio, chi sa cosa gli avrebbe chiesto in cambio del suo aiuto la prossima volta.

    Il foglioso alzò la mano senza voltarsi per interrompere sul nascere le domande di Yato, facendo intendere che stava pensando quando invece era concentrato sulle informazioni che lo spirito della lama gli stava rivelando con un ghigno diabolico.

    Uso no uso. Una bugia che ne rivela un'altra. Il guerriero che avevano interrogato non aveva detto loro tutto, anzi aveva omesso un particolare piuttosto importante. Non che potesse fare altrimenti, questo si poteva capire. L'esistenza di una spada della serie dei Mesi era nota a pochi, e ancora meno erano le persone a poterle brandire. Il Kinryu era il portatore provvisorio di Luglio, e a fidarsi del suo doppio il samurai portava con sé Giugno. Tre nello stesso luogo aveva però detto. Di cosa? Spade? Chi aveva l'ultima? O forse parlava di Hayate. C'erano lui e Kato, nel segreto del loro cuore, e...

    Merda.

    Shin non ci voleva credere. Ma tutto aveva più senso considerando che fosse proprio lui. Senza dire altro scattò verso la porta, lasciando di stucco il collega, e l'aprì con un calcio. Il legno non oppose resistenza, visto che l'uscio non era stato serrato. Il ragazzo avanzò con la mano sull'impugnatura della spada, ma si trattava di una premura inutile. All'interno della casa non c'era più nessuno. La porta si sarebbe richiusa alle sue spalle, e il ninja avrebbe impiegato poco per rendersi conto che l'abitazione sembrava disabitata da diverso tempo.

    Sparito.

    Per la prima volta da diversi minuti si rivolse direttamente a Yato. Non poteva spiegargli nei dettagli il motivo, né era egli stesso sicuro delle sue intuizioni, ma la possibilità era concreta. E li poneva in una situazione che dire orribile era poco. Sudore freddo scese lungo il collo dello shinobi, mentre considerava le possibilità. Che il coprifuoco fosse una loro idea per coprire qualche piano? Forse era collegato a qualcosa che gli interessava e di cui sapevano di più di loro? Oppure era tutta un'incredibile coincidenza? C'era anche l'opzione che si stesse sbagliando e che non fosse lì, ma in quel caso abbandonare una spada dei Mesi in mano a una persona di cui non conosceva l'affiliazione era un rischio.

    Shin scosse la testa. Doveva calmarsi e non saltare subito alle conclusioni. Gli mancavano ancora troppi pezzi del rebus per provare a risolverlo. Certo, poteva togliersi qualche dubbio entrando in contatto con loro, sapeva come fare in fin dei conti. Ma non con Yato alle costole che osservava ogni suo singolo movimento. Il neo chunin tra l'altro dimostro un lato carino, spaventandosi o fingendo di farlo, per la sparizione misteriosa dell'uomo.

    Yato non dire puttanate, i fantasmi non esistono.

    Al massimo si trattava di anime strappate dal corpo da antichi rituali dimenticati o di spiriti legati ad armi leggendarie con tecniche di proibite. Nulla che non si potesse spiegare senza chiamare in ballo il sovrannaturale insomma.

    Il capo squadra sei tu, quindi tocca a te scegliere. Però posso dirti che quel tizio, prima di volatilizzarsi, ci ha detto delle cavolate mescolate a mezze verità e voglio vederci chiaro. Visto che non abbiamo altro da fare qui, rifacciamo la strada al contrario verso il punto d'incontro, ma fermiamoci alla barca del tizio e cerchiamo di capire da dove arrivava. Forse ci sta nascondendo qualcosa dall'altro lato del lago...oppure al suo centro.

    Il tempo a loro disposizione non era molto, ma per il momento non aveva idee migliori. Il pagliaccio e il suo accompagnatore di cui temeva di conoscere l'identità erano un'incognita, ma non li avrebbero trovati girando a caso per le viuzze del paese. E se avessero avuto intenzioni ostili era meglio non farsi trovare da soli.

     
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