Youkai era teso come una corda di violino, in attesa di una reazione. Non sapeva nemmeno se sarebbe stato in grado di sostenere il potere di una simile creatura, sentiva solo di doverci provare. Cosa avrebbero fatto tutte quelle persone indifese? Sentiva il dovere di fare qualcosa per loro.
Ma non sarebbe stato solo. La volpe lo ignorò, facendolo rabbrividire. Il dubbio che si portava dietro dal suo arrivo sembrava farsi sempre più plausibile. Si era concentrata alle sue spalle, dove il Cervo si era risvegliato, portando l'intera foresta con sè. La volpe era chiaramente pronta per partire alla carica. Il chunin, sempre più disperato, si preparava alla difesa, con quel dubbio martellante che non voleva ascoltare. No, no no no! Parliamone! Se solo mi dessi ascolto...! La creatura iniziò a caricare, violenta, proprio nella sua direzione, e mentre lui componeva i sigilli necessari per la sua tecnica... Lo trapassò, senza effetti. Youkai rilasciò la tensione con un sospiro, voltandosi ad osservare i due demoni combattere, frustrato da quella realtà. Era solo uno spettro di passaggio, una figura esterna in una visione, o un ricordo non suo. Non apparteneva a quel mondo, e non aveva il potere di proteggerlo. Poteva solo osservare, inerme, il combattimento infuriare. Tutto prese a scorrere come fosse stato velocizzato, permettendogli di vedere solo frammenti della battaglia in corso. Battaglia che si concluse solo dopo giorni, con la morte di entrambe le creature. Ed il suo spirito che le sovrastava, osservando la scena in lacrime. Impotente.
Non sarebbero stati dimenticati. Un sacerdote era arrivato, quando ormai tutto era calmo, a dare pace a quelle creature, e far sì che la loro battaglia venisse ricordata. Eppure Youkai si sentiva sconfitto. Non aveva potere, non aveva responsabilità, era solo uno spettatore di un evento ancor più vecchio di Konoha stessa. Ma ne sentiva comunque il peso.
Il ritorno alla realtà non fu troppo brusco. Raizen fu il primo ad apparire, ritrovandosi di fronte al suo allievo, distrutto mentalmente. Non sapeva darsi risposte, era stato vittima di quella visione. Le parole dell'Hokage non erano ciò che avrebbe voluto sentire, ma di certo qualcosa di cui aveva bisogno. Sarebbe stato molto meglio per lui sapere che una cosa simile era più comune di quanto non volesse credere. Che pochi individui erano realmente cattivi. Che molti di loro agivano per necessità. Ognuno era protagonista della propria storia, ed il proprio antagonista, dal suo punto di vista, probabilmente stava solamente facendo il necessario per la sua sopravvivenza e quella del suo popolo. Era da ingenui voler puntare il dito contro un paio di cause, contro un paio di nemici, e pensare che liberarsi di quei problemi avrebbe risolto tutto. Persino dentro Konoha stessa poteva esserci chi faceva del male ad altri, solamente come conseguenza della salvaguardia del proprio clan, della propria famiglia, o di se stessi. Chi avrebbe scelto lui, in una simile situazione? Chi avrebbe avuto la priorità? Come avrebbe fatto ad imporsi come giudice, decidendo quale vita fosse più o meno importante di un'altra?
Il suo sguardo vitreo incrociava quello della maschera del Cervo, che sembrava più viva di quanto non fosse lui. La raccolse, stringendola a sè, percependo una comunione con lo spirito all'interno. Prese anche la maschera della volpe, posandovi la fronte addosso, quasi a volerla salutare, posandola poi nuovamente al suo posto, ancora in attesa. Non era il suo momento. Non lascerò che veniate dimenticati. Non poteva ancora dire cosa avrebbe fatto in una situazione simile. Non poteva saperlo. Ogni situazione in cui fosse capitato avrebbe richiesto una scelta, ad un certo punto. Poteva solo seguire le sue morali, e dare il meglio di sè in ogni situazione. Sarebbe rimasto solo nella stanza, a modo suo a meditare, a riflettere. La realtà poteva essere molto più dura di come pretendeva fosse. E presto lo avrebbero messo alla prova.