All'Ombra di SareshigamiFudoh, Yato, Akira & Hoshi

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    Falce dei Kaguya


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    In tutti i sensi



    [Fudoh & Yato alla Locanda]

    Il chunin dei Senju aveva ancora domande per la gente sotto shock dopo l'attacco avvenuto poco prima ed il rapimento del piccolo Tooru.
    Fu Oboro a rispondere alle prime domande: Della signora Akane e suo figlio Shiba c'era ben poco da seppellire, poverini, ma sia Yoshi sia il dottor Amano hanno avuto un funerale tipico di qui: sono stati seppelliti fra le radici di Sareshigami, sono ormai cinque anni che facciamo così.
    Sulla ragazza di Shiba, l'ho vista qualche volta al villaggio, ma non saprei: mi pare che non fosse presente nemmeno al funerale, la sua famiglia, però, dovrebbe essere di Umari, credo.
    La signora Akane dopo i fatti di cinque anni fa era rimasta fisicamente traumatizzata: a malapena si alzava dal letto ormai, era Shiba, per quanto possibile, ad occuparsi di lei, anche se un pò tutti al villaggio cercavamo di dare una mano.
    , ci spiegò la signora Mifune, prima che Yato-san si avvicinasse a sua figlia, per farle ulteriori domande.
    Forse la madre avrebbe voluto impedire quel contatto, sembrava parecchio protettiva verso la figlia, quello sì, ma non fece niente del genere, fermandosi all'ultimo, mentre la ragazzina ripensava, e ripensava, ai due aggressori mascherati ed alla coppia Murakami.
    Non potevo saperlo, ma in qualche modo anche Yato stava osservando gli stessi ricordi.
    La signora Murakami [IMG] con il suo buffo cappello e l'aspetto decisamente avvenente ed un pò smaliziato, e poi il signor Murakami [IMG] ben più massiccio ed anziano.
    E confrontandoli con le immagini dei due assalitori, vide un uomo sì, in forma, ma non così massiccio, in un lungo mantello color dorato, come la maschera di scimmia che portava ed una donna, da ciò che si poteva intuire delle forme, sotto il lungo mantello azzurro, con una maschera azzurra a coprirle il volto.
    Entrambi avevano anche un cappuccio a completare il vestiario e, se l'uomo era decisamente diverso dal signor Murakami per stazza, la donna, forse, poteva combaciare, nei ricordi di Minami, con l'ospite andata via.
    No, non ricordo particolari inflessioni dialettali, seppur, di certo, non sembravano di qui per il modo di parlare., fu l'unica cosa che poté dire per certo. [Nota]Non ho immagini adatte per i tizi mascherati, ma considera un uomo di stazza normale (cfr Itai ^^ ) con mantello e cappuccio più maschera simil ambu tutte giallo-oro ed una ragazza, simile alla Juvia che ho usato, per "dimensioni" con medesimo vestiario, ma tutto azzurro.
    Per inflessione dialettale intendo che, per quanto non ci basiamo molto sulla cosa, penso che i ninja di paesi diversi abbiano modi di parlare un pò diversi (un pò come le regioni italiane ^^ )


    Mentre ci allontanavamo, poi, Yato-san condivise con me alcune osservazioni: che quella fosse una trappola di qualche tipo, lo avevo intuito anche io, così come il fatto che ci doveva essere qualcosa di strano nel modo in cui il signor Tanaka era stato ferito.
    Il successivo complimento mi fece sorridere: Sei troppo buono, Yato-san! Mi dai troppo credito!, ridacchiai, prima che riportasse alla mia memoria il nostro primo incontro ed il tizio che usava bolle di sapone.
    In effetti come abilità è abbastanza caratteristica, credo, come il tuo manipolare il legno, o il mio chakra gravitazionale-naturale! Probabile che sia qualcuno del medesimo clan di quel tizio di allora., concordai anch'io, prima che ci riunissimo ad Akira.

    [Intanto Masayoshi]

    Alla domanda del Jinchuuriki di Suna, il Sacerdote Mifune alzò leggermente le spalle, prima di rispondere: Ammetto di non ricordare il nome, ma il povero dottor Amano me lo presentò come il Kage della Nebbia... si dice così, giusto?
    Forse il chunin della Sabbia aveva incontrato il famoso Portatore del Sette Code, o ne aveva sentito parlare in passato?

    [Riuniti]

    Quando mi sentii male, lo ammetto, la cosa mi lasciò parecchio spiazzato, ci misi qualche secondo a comprendere a pieno tanto il suggerimento di Yato-san, quanto il commento di Akira-san.
    La domanda, però, passò anche per la mia testa: Che cos'ho?, ero un medico eppure non sapevo dare una spiegazione, fisica, a quel mio improvviso dolore.
    Alzai le spalle, poco dopo, al commento del mio compaesano: Sono il Guardiano della Valle del Guscio, Akira-san: forse il mio legame con la natura è molto potente qui, non saprei dire., indicando il mastodontico albero e tutte le sue estnsioni, in fondo non era una possibilità da escludere.
    Uso del Chakra Naturale-Gravitazionale, in fondo., osservai, prima di rivolgermi al Senju: Grazie mille per il consiglio, Yato-san, lo terrò in conto, ma per ora, penso che posso farcela., rassicurai cordiale.
    E dopo le ultime decisioni, ci dividemmo nelle due squadre di ricerca.

    [I Due Guerrieri del Vuoto]

    Il duo di prescelti dal Vuoto ebbe qualche piccolo problema iniziale nel superare la foresta, ma, a poco a poco, riuscirono a farsi strada, apprendendo come distruggere i diversi rami momentaneamente, fino a raggiungere il punto dov'era morto il dottor Amano.
    L'evocazione di Masayoshi, forte delle sue capacità nel seguire le tracce, non solo trovò il capello viola, ma poté individuare anche, malgrado il passaggio di tempo, che, in qualche modo, era stata fatta una grossa pressione sul corpo che era stato lì ucciso, come se qualcuno lo avesse bloccato al suolo con forza, prima di finirlo, con molta forza.
    Alla domanda sul capello viola, Sanji, intanto, avrebbe inarcato un sopracciglio: C'era la ragazza di Shiba, lei aveva i capelli di questo buffo colore. Forse sarà passata di qui qualche giorno dopo, in fondo lei è di Umari, credo., spiegò.

    [...]

    Poi il gruppetto si mosse verso l'avamposto di Rasetsu e, grazie all'aiuto di Koinu, lo trovò anche prima del previsto.
    Sarebbero state, comunque, le katane di Akira a dargli modo di farsi largo nell'avamposto.
    L'edificio era su due piani e, escluso l'invasivo accesso fatto dall'Hozuki, nessuno aveva toccato alcunché da tempo, il ché avrebbe aiutato Koinu nell'analisi delle tracce, per quanto, come poté notare chiunque di loro, nelle immediate vicinanze dell'ingresso, non era possibile ricavare ormai nessuna traccia.
    Il piccolo suricato, comunque, avrebbe riconosciuto tre diverse tipologie di impronte a quel piano, che nello stesso entravano e ne uscivano anche.
    A ben vedere, con capacità almeno vagamente simili a quelle dell'animaletto, si sarebbero distinti dei piedi più "esili", femminili (o di un uomo abbastanza piccolo) e due diverse impronte più maschili, di cui una decisamente grossa, forse qualcuno di poco minore per dimensioni ad un gigante, come il Kokage e l'Hokage, per citare due colossi del mondo accademico.
    Tutte queste impronte, salivano verso il piano di sopra, dove era presente una quarta serie di impronte.
    Lì i due ninja avrebbero trovato delle cose veramente interessanti.
    L'intera struttura, costituita da 2 stanze comunicanti ed un bagno, era sottosopra: il tavolo da cucina e le sedie erano sbalzate in punti fra loro distanti, o, per meglio dire, alcune sedie.
    C'erano infatti, quattro sedie ripiegate in un angolo, sulla parete sud-ovest, vicina al bagno, con un leggero strato di polvere di sopra, poi altre due erano, invece, nel vivo della scena.
    Una sedia era a terra, divisa in due metà quasi perfette da un fendente di spada, l'altra respinta contro il muro opposto, aveva di sopra un'impronta parziale e, come di certo Koinu avrebbe notato, sembrava quella di una delle persone che era entrata ed uscita di recente dall'avamposto, il maschio dai piedi più "normali".
    Il tavolo segnato anch'esso da almeno un colpo di spada su un bordo, era stato spaccato a metà con un pugno, o comunque qualcosa di molto violento e che sembrava richiamare la forma di un pugno chiuso, forse un taijutsu ostacolato dal mobile?
    Almeno un armadio era stato centrato da un corpo che ci era sbattuto contro ed una poltroncina era stata segnata, seppur superficialmente, da un colpo di spada, ambo le cose sul versante nord-ovest, poco lontano da una finestra, che però era intatta.
    Verosimilmente nessuno dei combattenti aveva fatto uso di ninjutsu particolarmente distruttivi, ma se le erano date comunque di santa ragione.
    E poi c'erano come delle scanalature nei muri, non veri e propri segni di battaglia, ma come se qualcuno, o qualcosa, avesse asportato parte dell'intonaco e del muro interno, in qualche modo. In più a terra, in un punto vicino al mobile distrutto, di certo il suricato avrebbe notato una strana cosa fuori posto: della polvere di metallo, quasi fosse sabbia, ma nera e metallica.
    Ultimo particolare, ma non meno importante, alcuni capelli erano sparsi per la stanza, alcuni erano corti e bianchi, forse c'erano persino dei peli di barba del genere, altri erano lunghi ed azzurri, ed infine alcuni moderatamente corti e biondi.
    Se il gruppo avesse seguito le impronte fino all'uscita, a ritroso, probabilmente avrebbero notato (se non lo aveva già fatto salendo) come delle leggere scie di quella nera materia metallica si accumulavano su alcuni angoli della scala (vicino alla porta, dopo l'attacco di Akira sarebbe stato impossibile individuarli).

    Naturalmente, potevano anche cercare ulteriori informazioni nei vari documenti e fogli che c'erano nella casa, anche se un pò disastrata ed anche lì avrebbero trovato qualcosa di decisamente interessante, specialmente Akira.
    Infatti fra i diversi averi di Rasetsu, ormai sfusi per terra in mezzo a quel caos, c'erano dei libri (per lo più vecchi libri), qualche documento dei tempi della Grande Guerra contro i Cremisi, ma niente di rilievo, un pò di bottiglie riutilizzate e poi c'erano dei disegni.
    Alcuni erano di scarsa qualità, ma poi ce n'erano di migliori: moltissimi erano paesaggi, alcuni erano volti e facce che non avrebbero detto niente a nessuno di loro (alcuni avevano dei coprifronte della Foglia a ben vedere) e poi c'erano dei disegni con un tratto leggermente diverso.
    Anche questi iniziavano con uno stile molto scarso, migliorando a poco a poco, gli ultimi erano dei ritratti: Sanji avrebbe potuto riconoscere quello del vecchio Rasetsu [Rasetsu]

    Ovviamente in bianco e nero
    ed un secondo del dottor Amano [Amano]

    Ho messo un'immagine scomparsa sul precedente post, modifichiamo con questo, che non ricordo chi avevo usato prima.

    Poi le cose divennero strane: c'era un drago e, la cosa più sconvolgente, forse Akira in un altro di quei ritratti avrebbe potuto riconoscere l'aspetto delle figlie di Itai com'erano circa cinque o sei anni prima!
    Ma non finiva lì: c'era persino un ritratto della moglie di Itai! Ed uno suo, uno di Keiji Kagome (non di Kensei), uno di Meika, Ryuu e persino Sanjuro! [Nota]

    Koinu, intanto, avrebbe potuto seguire le impronte all'esterno: si dirigevano in una direzione diversa da quella da cui erano arrivati loro, avanzando per un pò in un'area leggermente più rada di rampicanti, finché, d'improvviso non scomparvero, come se in qualche modo quelle tre persone avessero preso il volo (cosa non impossibile per dei ninja).
    Sanji avrebbe sbuffato preoccupato, una volta compreso che le tracce scomparivano nel nulla, Speriamo che stia bene, povero Rasetsu, lasciato qui da solo ed ora rapito! Ma come hanno fatto ad entrare nel suo avamposto?, una domanda più che valida.

    E mentre quella domanda aleggiava, il suricato avrebbe notato delle flebili tracce di quella polvere nera, almeno inizialmente, che si allungavano poco oltre, alzandosi su foglie del maestoso Sareshigami, sempre più in alto: sarebbe servita un'indagine aerea per poter continuare a seguirle, o almeno saltare da un albero all'altro.

    Tutto ciò, però, avrebbe forse dovuto attendere, se i due guerrieri del Vuoto ed il suricato fossero stati attirati da qualcosa che avrebbero di certo visto nel cielo, quando ormai era il tramonto. [...]

    [I Due Ninja Medici]

    Mentre ci dirigevamo verso la prima delle due abitazioni in cui investigare, Yato mi suggerì che forse avremmo dovuto controllare anche la casa del dottor Amano, il ché, considerando l'assurdità di alcuni particolari, non mi parve nemmeno un'idea così sbagliata.
    Sì, completiamo il controllo delle prime due case, poi eventualmente possiamo passare anche da quella di questo dottore, prima di andare al tempio., concordai, prima che ci trovassimo a dover parlare di come usare il chakra distruttivo.
    Yato-san, sull'argomento, fu molto capace, il ché mi evitò un pò di dolori addominali, per un suo eventuale uso dei mokuton.

    Sì, potrebbe essere, non credo abbiano usato proprio il chakra distruttivo, non penso di averlo mai visto usare, o usato io stesso, su delle persone, ma potrebbe essere come dici: potenziare la mano con un costrutto di chakra che espandeva la zona d'impatto e la potenza, forse è stato quello a colpire il signor Tanaka!, concordai alla sua riflessione su com'era stato attaccato l'uomo nella locanda, Un utilizzo del chakra distruttivo per fini medici? Non ci ho mai pensato, ho qualche altro strumento per imprimere in modo poco gentile delle cure, ma questa potrebbe essere una buona idea, sai?, aggiunsi.

    Quando arrivammo a casa della signora Akane, Yato mi fece notare il segno al suolo intorno alla sedia rimasta parzialmente integra e, a ben notare, sulla sedia, ad una delle piccole viti della spalliera, era rimasto attaccato un capello lungo e viola, Guarda, sembra uno di quelli della ragazza della foto, almeno per il colore., ipotizzai, osservandolo.
    Sulle osservazioni dei corpi, ci pensai un attimo su anche io: Alla locanda, tutti dicevano che la signora si muoveva poco dal letto in questi ultimi anni, no?, esordii, guardando poi la seconda sagoma che mi indicava il Senju.
    Uhm... da medico, ti direi che se scoppia un incendio, andrei subito a salvare una persona impossibilitata a muoversi e scappare. Un figlio, immagino, farebbe lo stesso? Tu ce li hai i genitori, Yato-san? Ammetto che sull'argomento posso fare solo ipotesi., aggiunsi: in effetti il mio parigrado non sapeva che ero un orfano cresciuto fra un orfanotrofio e l'altro di Kiri.
    Avremmo poi scoperto che la ragazza della foto, forse proprietaria del capello che avevamo trovato sulla sedia non toccata dal fuoco, era la Midori che si frequentava con Shiba.

    [...]

    A casa del vecchio Youshi feci spallucce alla prima domanda di Yato: Non saprei, questo signore, però, dicevano che era sempre chiuso da solo in casa, forse la signora Akane ed il figlio conoscevano il loro assassino, mentre questo tipo qui no, quindi gli sono entrati in casa di soppiatto., ipotizzai, mentre anche noi entravamo in casa.
    Il Senju espose la propria teoria su come mai il tavolo e la sedia erano sbalzati, mentre continuavamo le nostre indagini: di foto ce n'erano alcune, per lo più vecchie foto, molte riguardavano lo stesso anziano signore che ci era stato mostrato alla locanda, in momenti differenti della sua vita, con quelli che probabilmente erano i genitori.
    Poi c'erano una mezza dozzina, forse poco più, di foto con qualche amico di gioventù ed in tutte risaltava sempre la stessa persona.
    Questa non ti sembra la signora Oboro?, avrei chiesto a Yato e, in effetti, in tutte le foto c'era una Oboro Mifune (probabilmente ai tempi aveva un cognome diverso) giovane, di qualche anno chiaramente anche più giovane di quel Youshi stesso.
    In fondo, se aveva le chiavi di casa sua, si vede che si conoscevano, no?, aggiunsi, mentre Yato esponeva altre sue ipotesi.
    Entrare dalle tubature, non so nemmeno se Akira-san saprebbe farlo, sai? Però sì, forse un'evocazione che aiuta ad entrare di soppiatto sarebbe verosimile, o un jutsu che usa in qualche modo l'acqua., confermai, prima di calare lo sguardo con un pizzico di vergogna, Non ho ancora tartarughe mie alleate con quel tipo di abilità, purtroppo., avrei dovuto ammettere.
    La ricerca delle chiavi, comunque, ci avrebbe permesso di trovarle, senza nemmeno troppi problemi, su un mobile poco lontano dall'ingresso.
    E lì, Yato avrebbe notato un altro piccolo particolare, che entrando non avevamo visto, c'era una strana polvere a terra, quasi fosse cenere, o più correttamente sabbia, ma era nera.
    Secondo te, cos'è?, avrei chiesto, indicandola: non avevo competenze adatte, ma forse Yato avrebbe avuto le conoscenze sufficienti per capire che non era sabbia, polvere o altro di comune, era qualcosa fatto di metallo.
    Se ce ne fosse stata anche vicino alla porta, però, non potevamo saperlo: il mobiletto non lo aveva toccato nessuno, ma in molti in quelle settimane erano entrati ed usciti dalla porta.

    [Casa del dottor Amano]

    Quando chiesi a Takeshi di condurci a casa del defunto dottore, non ebbe niente da ridire, ci fece entrare, avevano una chiave in attesa di poter inscatolare tutte le sue cose, non avendo parenti a cui darle.
    Il dottore viveva in un piccolo appartamento non molto dissimile da quello di Youshi, solo che nel retro c'era anche il suo ambulatorio medico.
    Investigando nella casa non avremmo trovato granché, cioè, i primi erano stati bruciati con l'appartamento, il secondo affogato nel suo, ma questo "collega" era morto per strada, non c'era niente di fuori posto, nemmeno ad un'analisi impegnata, dentro casa... escluso un paio di mutandine di pizzo femminili nere sotto il letto (anche da un pò considerando la polvere che iniziava a raccogliersi sopra).
    Stravaganze a parte, a quel punto, proposi una cosa a Yato-san: Potremmo cercare fra le cartelle mediche? Non avevano detto che ha fatto l'autopsia al signor Youshi? e se lui fosse stato d'accordo, saremmo andati nel suo ambulatorio, che di fatto era costituito da due stanze adiacenti l'appartamento vero e proprio, collegate da una porta interna ed aperte dalla parte opposta mediante una seconda porta (che al momento, comunque, era chiusa a chiave).
    Pure lì, poche cose fuori posto: non avremmo avuto difficoltà a trovare i suoi ultimi appunti, in un taccuino.
    Non è una cattiva idea questa del taccuino: i primi tempi in ospedale dicevo le cose a Tong, perché mi aiutasse a ricordare i particolari sui pazienti, poi capii che non era il migliore su cui fare affidamento.
    Ho anche pensato di appuntare sul suo guscio le cose, ma anche lì, ogni volta che tornava alla Valle e si bagnava nella cascata che hanno da loro, mi perdeva tutti gli appunti.
    Ma sto divagando, scusa.
    , dissi verso il Senju, mentre stavamo investigando.
    Evitai di dirgli che adesso mi scrivevo tutti gli appunti dei pazienti sul camice: non so perché la lavanderia dell'Ospedale non apprezzava questa mia strategia.
    Ma scusate, sto divagando anche con voi.

    Nel taccuino con le date delle passate settimane c'erano alcune note interessanti:

    1° Luglio: ieri notte è passato a trovarmi R. , non ero da solo e ha scoperto la mia storia con LEI, lui però non vive più qui, quindi non dovrebbe essere un rischio per noi.
    LEI mi ha chiesto cosa ci facesse a Tsuya, ho dovuto inventare una scusa, poi mi sono occupato del suo solito controllo annuale: come nei due anni precedenti, il paziente risulta in piena salute.
    Non so molto dei ninja, ancora meno di lui, ma ha trovato il modo per sopravvivere, malgrado la particolarità della sua situazione.
    C'era qualcosa che non mi piaceva del suo sguardo, mi ha anche detto che quello sarebbe stato l'ultimo controllo di cui avrebbe avuto bisogno.

    [sempre 1° luglio]

    Sono andato a fare visita alla signora Akane, aveva la pressione un pò più alta del solito, ma ho capito il perché: suo figlio Shiba era a casa e parlava della sua bellissima ragazza che si faceva tastare senza problemi.
    Quando ho visto una foto di questa ragazza, mi sono preoccupato, con quella katana... e poi mi sembrava di averla già vista.

    5 Luglio: Quella strana coppia, i Murakami, sono passati perché la moglie aveva un pò di nausea, le ho dato alcune erbe medicinali e chiesto se voleva una visita, mi ha detto che le sarebbe piaciuto... in un modo ben poco professionale.
    Suo marito, decisamente più anziano, e molto massiccio, mi incuteva un pò timore: non so chi mi avrebbe ammazzato prima se avessi azzardato a visitarla, se lui o LEI una volta scoperto.

    6 Luglio: LEI aveva solo un ritardo, sarebbe stato un problema altrimenti, non avremmo avuto modo di spiegare alla gente della città, non avrebbero capito.
    Per sicurezza le avevo rifatto le analisi ieri, fortunatamente è sana come un pesce, il ché non mi sorprende nemmeno, raramente ho visto donne più forti, eppure oggi mi sembrava stranamente impaurita, anche dopo che le avevo confermato che non c'erano rischi.

    9 Luglio: La signora Akane e suo figlio Shiba sono stati trovati morti in uno strano incidente domestico, la loro casa ha preso fuoco, evento più assurdo che raro qui, con Sareshigami a vegliare su di noi.
    Quando ho visto i cadaveri ho quasi avuto un conato di vomito, non c'era nemmeno molto da poter analizzare di loro, erano bruciati quasi fino alle ossa.

    12 Luglio: Abbiamo trovato il vecchio Youshi morto, in casa sua. Ho fatto io l'autopsia e ho trovato i polmoni e la gola pieni d'acqua, in qualche modo è stato affogato in casa sua, senza che nemmeno gli abiti fossero bagnati, o essere stato portato in bagno.
    LEI ha pianto tutta la notte, o quasi: quando siamo da soli toglie quella sua maschera di sicurezza.
    Diceva che era colpa sua, che ciò che facevamo aveva fatto infuriare Sareshigami, che la seconda possibilità sarebbe stata tolta a tutti.
    Io temo che sia legato agli eventi di qualche anno fa, ma in modo diverso.
    Ho deciso che parlerò con il vecchio guardiano ubriacone: forse il nostro comune amico è ancora nei dintorni e potrà aiutarci, altrimenti andrò a chiedere aiuto all'Accademia.


    Quella era l'ultima nota che trovammo scritta lì.
    Che ne pensi, Yato-san?, avrei chiesto a quel punto all'altro ninja medico.

    [Al Tempio]

    Ad accoglierci fu solo il Sacerdote Mifune, se interrogato su dove fossero moglie e figlia, avrebbe risposto con un velo di rammarico: Oboro e nostra figlia vivono ormai da più di tre anni alla Taverna, dove Minami lavora. Mi piange il cuore ogni giorno per come abbiamo perso la via della fede, come Sareshigami non le abbracci più a pieno nel suo calore., ammise cupo.
    Poi io e Yato ci dividemmo.

    Il chunin di Konoha si presentò al signor Kinmaru, facendo anche alcune domande all'altro: Piacere di conoscervi, Yato-sama. Certo questa situazione non è delle migliori: sono arrivato qui a Tsuya, due giorni fa, a quel che ho saputo c'era appena stato un funerale, l'ennesimo, proprio quel giorno, del dottore del luogo. E so che oggi c'è stato un altro attacco, alla Locanda, giusto? Voi ninja di Konoha siete qui per investigare, immagino.
    Non ho visto molto, appunto sono arrivato solo di recente, ma passando da Umari c'erano voci del caos capitato in questi giorni, c'era anche qualcuno che diceva che quel povero dottor Amano lo avevano visto di recente, giusto il giorno prima del suo omicidio.
    Io, invece, sono venuto qui in vacanza. Ci crederebbe? Mi sono trasferito dalla regione opposta di Taki fino alle miniere nel distretto Toshi, nemmeno due anni fa.
    Lì ho sentito tanto parlare dell'Albero Divino, Sareshigami, così appena ho avuto un'opportunità, eccomi qui. Bella fortuna, eh?
    , scherzò con un tono non certo molto allegro.

    [...]

    Nel frattempo, io stavo cercando di comunicare con l'albero e, ci credereste, anche se non a parole, l'albero decise di rispondermi. E non era nemmeno quella la parte che meno mi aspettavo.
    Fu la sensazione iniziale e ciò che mi ricordò che per prima mi sorprese: un senso di conosciuto, di sintonia, qualcosa che a parole non avevo come descrivere, c'era un senso di "appartenenza", ecco forse era quella la parola, che provai.
    Era una sensazione vaga, ma potente, più potente persino di ciò che provavo per le Tartarughe della Valle: sentivo che c'era un legame stretto con quel "qualcosa" e che c'era una seconda presenza che lo minacciava!
    Volevo fare qualcosa, sentivo di dover fare qualcosa, per questo sapevo che era giusto curarlo. Poi la vidi: una mano che mi invitava a raggiungerla, una mano scheletrica.
    Fu in quel momento che interruppi il contatto.

    Ero confuso e lo so che c'è chi direbbe che lo sono sempre, ma non era quello il senso: sentivo i miei sensi storditi, come se avessi fatto un'indigestione, ma allo stesso tempo mi sembrava di essere senza forze e, più di questo c'era una cosa che mi confondeva, la mano scheletrica.
    Avevo letto qualche rapporto sui fatti del Gashadokuro e quella specifica Arma di Iwa era un gigantesco scheletro.
    Ed una cosa su cui non avevo mai voluto riflettere era un particolare del sogno fatto all'Abete: la Balena che volava via e noi avevamo combattuto la "Bakekujira".
    Cosa c'è che non va? Che sia il chakra naturale?, mi posi quella domanda, ma non aveva senso: ero il guardiano della Valle, va bene, ma perché dovevo sentirmi così empatico verso delle Armi di Iwa? Non aveva senso tutto ciò.
    Però avevo una traccia: un piccolo albero rosa da qualche parte intorno al più grosso Sareshigami, forse avrei capito di più trovandolo.
    Avevo comunque una priorità, la salvezza del bambino rapito.

    Fu a quel punto che sentii il botto.

    [Assalto al Tramonto]

    Mi sarei ricongiunto a Yato mentre lo sentivo parlare di qualcosa relativo al fuoco, per poi fermarsi e voltarsi verso di me, chiedendomi cosa dovevamo fare: monitorare la zona, cercare fuggitivi o che altro.
    Stavo per replicare sul mio essere "superiore di grado", quando qualcosa avrebbe di certo catturato la sua attenzione visiva quanto catturò la mia: una fonte di luce in alto in cielo.
    Mi voltai a guardare e vidi, seppur solo per un breve istante, qualcosa, che forse pure il Senju distinse [Nota]
    Stavano letteralmente volando su qualcosa di nero, una sorta di tappeto mi parve (o forse una nuvola?), c'erano quattro persone tutte con dei lunghi mantelli con cappuccio e delle maschere (di scimmie?), data la fonte di luce mi parve anche di distinguere dei colori: marrone, azzurro, giallo oro e rosso.
    Erano distanti e spaventosamente veloci, quindi riuscii a distinguere pochissimi dettagli: la "Scimmia Marrone" era molto più grossa delle altre, quella gialla impugnava una spada di qualche tipo (forse anche la rossa ne aveva una?) e quella blu sembrava tenere una persona vicina a se, ma non la distinsi abbastanza bene, era adombrata dal grosso tizio marrone.
    La fonte di luce, però, la riconobbi: l'Eremita del Deserto! Incastrato in qualcosa, attaccato al tappetto su cui volavano come un salame, di cui si distingueva la zazzera rossa (per quello lo riconobbi), era circondato da una luce violacea che sapeva di "malato".
    Quel pittoresco oggetto non identificato stava volando via dal luogo dell'esplosione, dirigendosi verso l'esterno del villaggio di Tsuya.
    Ma che cosa succede?, esclamò in quel momento Kinmaru, Sareshigami, aiutaci tu!, urlò sgomento il Sacerdote Mifune.
    Io non ebbi molto tempo per pensarci, ma in fondo feci felice il ninja della Foglia, credo, prendendo una decisione: Ecco gli ordini: io provo ad inseguirli, tu, Yato-san, vai alla Locanda, se c'è ancora, e cerca di capire che è successo, o se qualcuno ha bisogno di aiuto! e detto questo, sarei scattato verso l'uscita del villaggio.
    Quel coso era troppo veloce, ma era pure una fonte di luce che non poteva occultarsi alla vista, al momento.

    [...]

    Per il gruppo dei Guerrieri del Vuoto sarebbe stato difficile distinguere qualcosa in più di un "complesso" insieme di figure in volo con una forte fonte di luce.
    Avrebbero avuto bisogno di percezioni superiori alle mie, considerando che noi eravamo in linea d'aria vicini all'oggetto non identificato, loro no: quel gruppetto non si stava dirigendo all'avamposto, ma da tutt'altra parte rispetto alla posizione di Tsuya e Sareshigami [Nota]Voi siete più distanti di Fudoh & Yato, quindi almeno percezioni 12 + vista perfetta o 15 per distinguere i particolari che ho descritto sopra.
    Quel "coso" si muoveva, appunto, a velocità molto sostenuta ed era parecchio distante, ma forse avrebbero potuto provare a raggiungerlo? Distava quasi mezzo chilometro in linea d'aria, non potevano certo raggiungerlo con un ninjutsu, o addirittura con un taijutsu, per fermarli.

    SE Akira avesse avuto un mezzo, o un'idea, per raggiungerli, comunque, qualora fosse arrivato sotto i cento metri di distanza, avrebbe forse avuto come la sensazione di essere individuato ed allora, d'improvviso, i rami del grande albero sacro si sarebbero sollevati, come una muraglia difficilmente valicabile, che avrebbe impedito loro di continuare l'inseguimento a meno di sorprese. [Muro di Legno]Pot Dif = 50, Dur = 5
    Se colpito con una potenza minore a quella di rottura totale, non si rompe, se colpito con potenza minore di 500, si rompe, ma si ripristina subito dopo.

    Sarebbe riuscito l'Hozuki a raggiungerli a sufficienza da costringerli a sollevare quella difesa? Ed avrebbe potuto superarla?
    O forse Masayoshi poteva dare una mano quando vista all'orizzonte quella cosa volante? In fondo il chunin della Sabbia non aveva ancora mai esplorato il suo Vuoto. [Nota]Come ti accennavo, Roroo, un primo punto in cui provare a buttare giù qualche idea pratica sul tuo vuoto dopo il mio suggerimento in chat (parla anche con Hidan o Febh se fattibile, dato che loro sono più esperti ^^' )
    Considerando che inizialmente doveva essere una quest con Hoshi al posto tuo, non ho teorizzato l'eventualità che riusciate a passare, ma se il tuo Vuoto aggira l'ostacolo, improvviserò ^^'
    Spero comunque che ti possa aiutare per lo sviluppo del pg XDDD

    In tutti i casi, se Akira avesse osservato quella fonte di luce ed avesse avuto le giuste capacità percettive, forse avrebbe avuto anche un certo senso di deja vù [Nota]In pratica la "luce maligna" che avvolge Hoshi pngizzato è una tecnica derivata della versione "convertita" del Dono di Chakra. Se quello avvolgeva in una luce azzurra ed era un "Dono", quindi qualcosa di positivo, questo è un "Furto", quindi qualcosa di negativo e lo è anche la luce in cui avvolge le vittime.

    Io, dal canto mio, avrei cercato di raggiungere quella "cosa", ma sarebbe risultata troppo veloce, in più, se la Muraglia fosse scattata, avrei sentito tutti i miei organi interni soggetti ad uno stritolamento istantaneo, per quanto solo per pochi attimi, ma sarebbe stato un dolore acuto e diffuso, che mi avrebbe costretto a terra, per qualche secondo, a riprendere fiato.

    Ero ben distante dalla posizione di Akira e Masayoshi, anche se non potevo saperlo, loro provenivano da Nord-Ovest, io inseguivo quei tizi verso Est, più in prossimità del confine con Taki: non li avrei visti, verosimilmente, come loro non avrebbero visto me.
    Persa la mia traccia, e ripreso fiato (per la corsa, o per il dolore improvviso, vedete voi), avrei ripercorso il mio cammino a ritroso verso il villaggio, ma, lungo la strada, mi sarei occupato di cercare al meglio possibile per quel piccolo alberello dai colori così vivi che avevo intravisto nel mio breve contatto con Sareshigami.

    SE avessi individuato l'alberello, non avrei subito cercato di distruggerlo, come mi aveva, in qualche modo, suggerito la presenza in Sareshigami, no, volevo capirci di più, mi sarei avvicinato a suddetta piantina ed avrei provato con lei a rilasciare il chakra, come se usassi le doti adesive dello stesso, ma senza provare, effettivamente, ad attaccarmici.
    Di certo non lo avrei curato, ma volevo cercare un contatto, qualcosa che mi permettesse di comunicarvi.
    Certo, se l'alberello mi avesse risposto in modo più invasivo, avrei rilasciato tutta la potenza del mio chakra naturale-gravitazionale contro di esso. [Nota]

    [...]

    Nel frattempo, Yato, e forse i Guerrieri del Vuoto se fossero tornati al villaggio, avrebbero scoperto cos'era successo alla Locanda, o almeno una buona parte dei fatti.
    La Locanda era esplosa, sì, ma non a causa del Fuoco, era stata una vera e propria esplosione del soffitto e di parte dei muri, alcuni frammenti erano caduti sugli edifici circostanti e sulle persone all'esterno.
    Chiunque fosse arrivato lì avrebbe trovato Oboro che cullava la figlia Minami in preda ad una vera e propria crisi di nervi; i coniugi Tanaka abbracciati, lui ancora dolorante e pieno di lividi, la moglie un pò più in se, che piangeva.
    Poi c'era Takeshi, che tremava, in un angolo, accovacciato, con le lacrime agli occhi: L'hanno presa, le scimmie hanno preso Nami, di nuovo..., riusciva a balbettare solo questo.
    Sarebbe stata ancora una volta la signora Oboro l'unica con i nervi abbastanza saldi per parlare, a spiegare i fatti: E' successo tutto all'improvviso. Eravamo seduti ad un tavolo, io, mia figlia, il vostro compagno dai capelli rossi e Nami, stavamo chiacchierando, il vostro amico beveva a più non posso, aveva anche un altro se, lo aveva generato da una nuvola e stava davanti alla porta.
    Fece entrare Takeshi, che si è subito unito a noi. Ci stava raccontando di quello che avevate trovato, la foto di quella ragazza, Midori, le chiavi a casa di Youshi, di come avevate deciso di andare a casa del dottor Amano. A quel punto è esplosa la porta.
    Non so come spiegarlo meglio, prima c'era, poi era diventata un grosso blocco nero che investì in pieno il secondo Rosso, facendolo sparire in una nuvola di fumo.
    Il primo ci disse di scappare, ma sono riuscita a vedere quattro tizi mascherati da scimmie che entravano dalla porta sfondata.
    Quello con il mantello giallo ha salutato il ninja vostro amico, chiamandolo per nome.
    Poi siamo scappati fuori, mentre il Rosso creava da tante nuvolette una decina di sue copie.
    Abbiamo sentito un sacco di rumori, parti dell'edificio sono volati via fra grosse folate di vento, poi il silenzio.
    D'improvviso, il tetto è esploso, come se un tornado lo avesse investito e qualche secondo dopo su una specie di grossa piattaforma simile al blocco che aveva sfondato la porta, sono spuntati quei quattro, con il ninja vostro amico intrappolato in una sorta di gabbia luccicante.
    Quella dalla maschera azzurra, era di certo una ragazza, ha puntato la mano contro Nami, e d'improvviso il suo corpo era in una bolla di sapone che l'ha portata fino a loro, che stavano lì in aria.
    Nel frattempo, quello con la maschera dorata ha parlato, aveva una spada e ce la puntò contro.
    Ha detto di dire ad Akira ed agli altri due guerrieri del Vuoto che dopodomani mattina, all'alba, li vuole dove tutti i Discendenti erano tenuti prigionieri.
    Per tutto domani non vi disturberà: ha detto di dirvi saprà se vi avvicinerete e sa che siete andati a vedere l'avamposto e le case delle vittime.
    Se vi avvicinerete prima della data indicata, ucciderà tutti gli ostaggi, prima Tooru, poi Nami, poi un certo Rasettu ed infine il vostro compagno, Hoshi.
    Dopo, se ne sono andati.


    Così Oboro concluse il suo racconto per Yato e quelle stesse parole, a meno di domande più puntuali, avrebbe rivolto anche ad Akira e Masayoshi, quando fossero arrivati, così come a me, se fossi tornato indietro senza trovare niente.
    Ormai era giunta la notte, forse potevamo riposarci? O avremmo già iniziato ad elaborare un piano?
     
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    Inseguimento - Primo contatto con il Vuoto?


    Villaggio di Tsuya - Chapter III




    [Nel luogo dove Amano è stato ucciso]



    Stretto tra indice e pollice, Masayoshi sventolò il capello viola davanti al volto di Sanji.

    CITAZIONE
    C'era la ragazza di Shiba, lei aveva i capelli di questo buffo colore. Forse sarà passata di qui qualche giorno dopo, in fondo lei è di Umari, credo.

    Molto bene. Commentò, senza esternare i pensieri che affollavano la sua mente. Dovevano fermare quella ragazza e interrogarla, ma erano distanti e il loro obiettivo era raggiungere l'avamposto di Rasetsu. Posò lo sguardo pensieroso su Koinu. Il buon senso gli suggeriva di delegare al piccolo mammifero il compito di avvertire Fudoh e Yato, ma aveva bisogno di lui e delle sue doti percettive.

    [Da Rasetsu]



    Il jutsu di Akira aveva distrutto sia la porta d'acciaio sia l'intera parete che si affacciava sullo spiazzo da cui erano giunti. Il boato era stato così assordante da costringere il chunin a tapparsi le orecchia, mentre un soffio di vento bollente, quasi ustionante, lo aveva investito da capo a piedi, donandogli quella sensazione di calore che tanto gli mancava. Infreddolito dalle gelide ombre prodotte dai rami di Sareshigami, Masayoshi aveva approfittato di ogni momento di pausa per riscaldarsi le braccia intorpidite.
    Quando l'ultimo detrito incandescente fece ritorno sulla terra ferma, Koinu scese dalle spalle del chunin per mettersi a lavoro.
    Non penso ci sia qualcuno lì dentro. Commentò subito il Jinchuuriki, ancora impressionato dalla forza distruttiva di Akira. I suoi occhi verdi smeraldo erano puntati verso il muro di fumo e polvere che vorticava davanti all'edificio.

    Entrarono nell'avamposto e Masayoshi si accorse subito della presenza di un piano superiore. C'era ben poco da esplorare nel piano terra, metà del locale era invaso di mattoni, calcinacci e detriti vari, ma tra le macerie e il disordine generato dall'onda d'urto, il piccolo suricato fu in grado di individuare tre tipologie di impronte.
    Due uomini massicci e una donna sono entrati qui e Con il piccolo naso nero a contatto con il terreno, Koinu camminò fino alle scale che salivano al piano superiore
    Sono saliti di sopra. Annusò nuovamente e il suo sguardo si incupì. Qui c'era una quarta persona.
    Masayoshi lo seguiva passo dopo passo, come un'ombra, con il baricentro basso e la mano destra serrata sul suo speciale Katar. Si guardava attorno, attento a notare qualsiasi dettaglio fuori posto che poteva sfuggire all'evocazione e al Jonin. Oltretutto, doveva proteggere Sanji e Koinu da trappole o imboscate, mentre Akira era in grado di badare a se stesso.
    A passi lenti, i due abitatori del deserto salirono di sopra, seguiti o preceduti dallo spadaccino diKiri.
    Si trovarono al centro di un'ampia sala da pranzo, comunicante con una seconda stanza e un piccolo bagno. La luce filtrava all'interno da una parete distrutta oltre la seconda sala . Verosimilmente era stata usata dagli intrusi per uscire.
    Come riusciva a vivere qui dentro? L'aria era stantia e carica di polvere.
    Non c'è nessuno.Ribadì preoccupato, mentre lo sguardo del chunin correva verso l'angolo in cui era stato scagliato un grosso tavolo in legno. Dalla parte opposta, vicino al bagno, vi erano quattro sedie impolverate e ripiegate una sull'altra, mentre al centro ve n'erano altre due, su cui i combattenti avevano sfogato la loro rabbia.
    Qui qualcuno ha combattuto. Le tracce di uno scontro erano evidenti: quasi tutti i mobili erano stati danneggiati da colpi di taijutsu e di spada; su alcune pareti l'intonaco era stato strappato come se qualcuno avesse provato ad aprirsi una via di fuga con le unghie.
    E nessuno ha usato ninjutsu Pensò ad alta voce. Il loro obiettivo era rapirlo, non ucciderlo. Bisbigliò, con la mano destra sotto al mento, mentre Koinu entrava nella seconda sala, dove vi erano le tracce più interessanti.
    Dopo qualche secondo, il piccolo mammifero fece ritorno dal suo evocatore, cupo in volto, quasi spaventato da ciò che aveva scoperto.
    Nella confusione sono riuscito a trovare una mezza impronta sul divano La indicò con un cenno del capo. Appartiene a uno dei tre tizi che sono entrati qui. Poi invitò i due ninja e Sanji a seguirlo. Sotto la luce proveniente dall'esterno, il suricato indicò un angolo anonimo, dove erano visibili dei piccoli granelli di materiale color nero pece.
    E lì ho trovato dei granelli di metallo...simile a della sabbia, ma non so se.. Masayoshi aveva già capito. Che in quella brutta storia ci fosse lo zampino di un Kurogane? Era la famiglia più potente della Sabbia e il loro impero commerciale non aveva uguali nel mondo ninja. E soprattutto la storia li definiva come guerrieri da non sottovalutare.
    non so se sia sabbia nera o residui di metallo.
    Sì, forse abbiamo a che fare con un Kurogane. Ammise il sunese, con un ginocchio a terra e gli occhi sulla traccia lasciata dal misterioso ninja di Suna.

    E chi sono questi?! Chiese curioso, indicando il disegno che Akira aveva tra le mani. Rasetsu aveva disegnato diversi individui, compreso un uomo biondo che riconobbe essere il ninja che lo aveva guidato nello scontro contro gli scagnozzi del Veterano. Combattimento che non aveva dimenticato. Lo aveva riconosciuto dalla chioma e dai vestiti, infatti, quel giorno il Jonin indossava degli abiti simili. Sotto al kiriano, vi erano altri fogli e altri disegni..
    Hai avuto sempre quel ciuffo bianco. Ridacchiò per stemperare la tensione. Sperò che l'altro non lo prendesse sul serio. Era consapevole di non poter schernire nessuno con la sua chioma metà rossa e metà bianca.
    Sembrano una famiglia. Apparivano felici e sorridenti. Quel dettaglio gli fece pensare al significato di famiglia e quanto fosse bello averne una. Masayoshi l'aveva trovata a Suna, ma gli impegni e il suo essere un Jinchuuriki lo aveva allontanato dagli altri ninja. Cercò di pensare ad altro perchè la tristezza era una sveglia assai martellante per il demone.

    Uscirono all'esterno, preceduti dal piccolo suricato. Tra le fronde del grande albero che copriva tutto il cielo, Masayoshi capì che il tramonto era ormai prossimo. Avevano ancora un po' di tempo per il viaggio di ritorno.
    Le tracce degli uomini si interrompono. Il muso del suricato non si era staccato mai dal suolo, ma l'odore gli alzò il capo proprio in quel momento. Camminò in avanti per almeno due metri.
    Sono saliti sull'albero. Rivelò, invitando i due ninja a controllare la sabbia sulle foglie più basse.

    Speriamo che stia bene, povero Rasetsu, lasciato qui da solo ed ora rapito! Ma come hanno fatto ad entrare nel suo avamposto?

    Le impronte di una quarta persona partono dalle scale. Gli sono piombati in casa. Ci aveva pensato. Erano entrati sorprendendo il rapito a metà della scalinata. Poi tutto si era consumato al piano superiore.
    Si voltò verso Akira.
    ma non ne sono sicuro. Tu hai altre idee?
    E in quel momento, senza alcun motivo apparente, pensò al Rokubi.

    [...]



    Cosa diavolo è quel coso? Masayoshi aveva imparato a fidarsi ciecamente delle capacità percettive del suricato, perciò, udita quella domanda, il neo chunin puntò lo sguardo dove la creatura stava indicando. Nel cielo rossastro per il tramonto, i suoi occhi smeraldo riuscirono a scorgere ciò che Koinu aveva notato: una macchia indistinta si muoveva a gran velocità verso Sud Est.
    Sono...dei ninja. Aggiunse, mentre il Jinchuuriki cercava di acuire la sua vista strizzando le palpebre. Ci rinunciò al secondo tentativo. Non era importante che lui vedesse. Per quello aveva proprio il suricato. Non dovevano perdere tempo, senza una strategia o un piano d'azione fuori dall'ordinario, i nemici sarebbero scomparsi all'orizzonte. A differenza loro, Masayoshi non aveva nulla con cui volare.
    Come riuscire... Dovette inghiottire il resto della domanda. A qualche metro, il Jonin di Kiri aveva sotto ai piedi una spada di dimensioni colossali. Non si trattava di una semplice lastra di acciaio da usare come tavola da surf o tappeto volante, ma un'arma vera e propria, dotata di una lama molto affilata.
    Ehm.. Inarcò un sopracciglio, perplesso. Non dirmi che voleremo!? Non sapeva se esserne felice o terrorizzato. Lo avrebbe scoperto da lì a poco.

    [...]


    Dietro Akira, con le mani strette sui suoi fianchi composti di acqua, anche se questo il sunese non lo sapeva, Masayoshi tremava dalla paura e dal freddo. Pur di raggiungere i nemici, il kiriano era pronto a morire tra le fronde dell'antico Sareshigami. Nei primi secondi di volo, infatti, il duo aveva schivato almeno una decina di rami, alcuni grazie a dei cambi improvvisi di direzione.
    Ogni qualvolta il kiriano aveva sterzato, il sunese aveva liberato in aria, e in alcuni casi direttamente nelle orecchia del guidatore, grida di puro terrore.
    AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!!!
    Non sapeva se essere felice che davanti ai suoi occhi vi fosse Sanji. Avrebbe voluto avere la visuale libera per prepararsi mentalmente a un possibile impatto, e invece, le uniche cose che riusciva a scorgere erano i rami che si lasciavano alle spalle.
    Per sua fortuna, i nemici erano diretti lontano da Tsuya e da quell'albero maledetto. Dopo quel breve tratto nel cuore di Sareshigami, i tre iniziarono a volare in una zona abbastanza sicura. Tirò un sospiro di sollievo. Ora era felice che quel Sanji fosse lì davanti a lui. Si accostò alle sua schiena per sottrarre il volto dalla furia del vento. Rispetto al mezzodì, la colonnina di mercurio era scesa di almeno dieci gradi. A quella velocità, l'aria era fredda, gelida, al limite della sopportazione umana. Masayoshi non trascorreva le giornate al porto, a farsi rovinare la pelle dalla salsedine come tutti i kiriani; lui preferiva il caldo torrido del deserto, con il suo sole e la sua sabbia cocente. Lì come altrove, il sunese soffriva il freddo più di chiunque altro. L'unico che poteva capirlo era Koinu, accoccolato dentro i suoi vestiti da cui non sarebbe uscito nemmeno sotto minaccia.
    Per sua fortuna, il Jonin sembrava interessato a non ridurre troppo la distanza dai nemici. Piegando il busto a destra, il guerriero del vuoto in erba riuscì a gettare lo sguardo sugli individui in fuga. Si muovevano sopra un tappeto nero. Con le palpebre socchiuse, il chunin riuscì a scorgere altre due figure. Uno era seduto tra i nemici mentre il secondo era tenuto a mò di salame nella zona anteriore, dove i suoi occhi non riuscivano a spingersi. Avrebbe potuto chiamare Koinu, ma aveva paura che il suricato non avesse la forza necessaria per resistere alla forza del vento.
    Dovremmo stargli lontano. Non era saggio ingaggiare un combattimento aereo, specie se tra di loro vi era un Kurogane in grado di muovere la sabbia a comando. Non conosceva Akira, ma da quel poco che aveva potuto capire, era un ninja molto potente ma specializzato nel corpo a corpo.

    [Nel caso ci si trovi vicino ai nemici]



    Avevano impiegato del tempo per recuperarli ma c'erano riusciti. Si erano avvicinati sotto di loro, come predatori del deserto. In piedi sulla rombosogliola, a una decina di metri da terra, Masayoshi era senza armi, innocuo più di Koinu, perciò sperò con tutto il cuore che il Kiriano avesse qualche strategia in mente.

    Ad un tratto, i rami di Sareshigami saettarono verso di loro da ogni direzione. Sopra, sotto, sinistra e destra, nel tentativo infame di bloccarli. Il chunin di Suna fu completamente preso alla sprovvista. Si sarebbe atteso un attacco diverso, proveniente da sopra, dai nemici mascherati, e invece era stato lo stesso albero ad attaccarli.
    Che fosse la volontà dell'albero? O qualcuno tra quei individui era in grado di servirsene? Le risposte a tutte le domande che nacquero nella sua mente non lo avrebbero salvato dal suo destino. L'unico in grado di sbaragliare la muraglia di legno che era apparsa davanti a loro era Akira.

    Al minimo contatto con gli arbusti di Sareshigami, il ragazzo avrebbe percepito qualcosa di caldo fluire dentro il suo corpo, farsi spazio tra i muscoli, le ossa e i tendini, senza generare alcun dolore.
    Lo stupore iniziale lasciò spazio alla paura: da Jinchuuriki aveva una certa esperienza con visioni, allucinazioni e viaggi verso mondi interiori, e forse per quel motivo riuscì a capire ciò che presto gli sarebbe accaduto. Cercò di avvertire il kiriano con un urlo ma prima che il suono gli uscisse dalla bocca, il mondo perse i suoi colori e i lineamenti degli oggetti si mescolarono in vortici psichedelici, rendendolo cieco. Tutto durò pochi istanti, tempo di stringere con maggior forza i fianchi del Jonin. Non riuscì nemmeno a comunicare via chakra con Koinu, ancora nascosto dentro il suo vestito.
    Gli occhi ruotarono e l'iride scomparì dietro i bulbi oculati. La coscienza fluì all'esterno, verso un mondo diverso. Sulla fronte, sotto un ciuffo ribelle bianco, apparve un simbolo celeste, pulsante di energia.

    Aprì gli occhi e subito dopo li richiuse, accecato da una tenue luce bluastra. Grugnì, infastidito dal dolore agli occhi. Fece uno sforzo immane per aprirli. Dov'era? Perché non sentiva l'aria sul suo volto?
    In piedi, con le gambe unite e le braccia attaccate al corpo, Masayoshi si ritrovò ad aleggiare a qualche centimetro da quello che era un deserto senza fine, piatto come un tavola, privo delle caratteristiche onde che venivano create dal vento. Quel mare dorato si estendeva in ogni direzione, sotto un cielo azzurrino perfettamente monocromatico, privo di stelle e di nuvole. Dentro di lui, nel marasma di domande e di emozioni così dense da immobilizzarlo, il neo chunin aveva la certezza che quel deserto fosse reale e al tempo stesso composto da granelli di sabbia identici, nel colore e nella dimensione, come se il creatore di quel mondo si fosse limitato a creare un singolo oggetto da poter replicare in ogni direzione.
    Provò a muovere il capo ma fu impossibile.
    Aveva paura. No, era terrorizzato.
    Voglio andarmene! Voglio andarmene! No! Dove sono? Come posso uscire..Azz..Realizzò troppo tardi uno dei segreti di quel luogo. Ogni pensiero accorciava sempre di più le invisibili liane che gli avvolgevano il collo.
    Io...aaaaah...Percepì una pressione sul suo collo, sul petto e sulle gambe. Cercò di calmarsi, ma non ci riuscì. Prima di riuscire ad urlare, la stretta divenne così forte da fermare l'aria all'altezza della gola.
    Morirò. Per alcuni secondi interminabili il neo chunin provò l'immensa sofferenza di un uomo a un passo dallo strangolamento.

    Aprì gli occhi. Stavolta per davvero. Rinsavì come un uomo a cui avevano tolto il cappio un attimo prima di morire, ma tranne lo shock per quell'evento inspiegabile, i suoi polmoni non erano affatto in carenza di ossigeno. Fu sufficiente un solo respiro per recuperare la lucidità, e accorgersi di essere ancora in piedi sulla lama che stavano usando come tavola da surf volante.
    Ehy! Stupido! ... Stavi prendendo fuoco. Koinu si era affacciato dal colletto del suo abito. Era visibilmente preoccupato. Aveva avuto paura di perdere il suo evocatore. Stai bene? Cos'è quel simbolo? Koinu sapeva del Rokubi ma non del Vuoto che Lianshi gli aveva donato. Per la prima volta, il demone non aveva causato alcun problema, anzi, se ne stava in silenzio, dietro le sue sbarre di chakra, a rimuginare e a riflettere su qualcosa che Masayoshi non avrebbe potuto intuire per quanto immensa fosse la sua cattiveria e coscienza.
    Le sue mani erano ancora sui fianchi di Akira. Era svenuto? Per quanto tempo? Come aveva fatto a non precipitare?
    E di quale simbolo stava parlando il piccoletto?



    Chakra: 72/75
    Vitalità: 16/16
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 500
    Velocità:  500
    Resistenza: 500
    Riflessi: 500
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 500
    Agilità: 500
    Intuito: 500
    Precisione: 500
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Rotolo da Richiamo × 1
    • Rivestimento Mimetico × 1
    • Coltelli da Lancio × 4
    • Katar del Deserto × 1
    • Giubbotto Rinforzato × 1
    • Antidoto Intermedio × 1
    • Kunai × 6
    • Parabraccia in Ferro × 1
    • Tonico di Ripristino Medio × 1
    • Maschera × 1
    • Cartabomba II × 1
    • Tonico Coagulante Medio × 1
    • Kiseki Arancione × 1

    Note
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    All'Ombra di Sareshigami


    V


    Guarda che bel topino... Perché è un topino, vero? Avrei chiesto a Masayoshi, quando lo stesso evocò la sua creatura, senza interessarmi troppo della risposta. Ormai era stato battezzato. Un bel topino curioso. Avrei dato la mia benedizione con quel nuovo nomignolo, mentre ascoltavo le parole di Sanji. A quanto pareva qualcuno dai capelli viola in città c'era veramente. Mmh. Il caso direi che non esiste, in queste situazioni. Credo che bisognerà farsi una chiacchierata con questa ragazza... Di Umari, dici? ... Ma non è una delle città collegate ai Formiconi e a quel casino del Veterano? Guardai il ninja di Suna. Masakoso, tu non eri stato lì? Domandai, prima di riprendere il viaggio.

    [...]

    Senza dover usare i pugni, e con le tecniche a me più affini, non ci volle molto per buttare giù la porta.
    Ok, probabilmente avevo esagerato, dilaniando portone, cardini e un pezzo della parete, rischiando di far venire giù l'intero ingresso, ma questa è un'altra questione a cui non si darà troppo importanza. Attesi qualche secondo, giusto il tempo necessario per far terminare il boato che avevo provocato proco prima. Di nuovo silenzio. Direi che non c'è nessuno. Comunque voi state dietro di me. Anche tu topino curioso. Avanzai nella polvere e nell'oscurità, entrando nella dimora di Rasetsu.
    La baracca militare si sviluppava su due piani; il piano d'ingresso, ovviamente quello terra, sembrava sostanzialmente intonso, privo di particolari elementi su cui indagare. Salvo fatto per delle orme, che il topo della Sabbia non esitò ad analizzare immediatamente. Quindi tre persone... Quando salimmo al piano di sopra, la situazione era decisamente più movimentata. Quella che doveva essere una sala da pranzo era stata il teatro di uno scontro. Tavoli sbalzati, sedie distrutte, armadietti di metallo compressi. Diciamo che non erano amici del povero Rasetsu... Spero che non sia morto. Topino, cosa mi dici? Avrei chiesto all'animaletto peloso, mentre Masayoshi dava la sua versione dei fatti. Si, hai ragione... Ma perché rapire un vecchio ninja ubriacone? Chiesi, mentre incominciai a osservare i vari effetti personali che erano stati di Rasetsu, ormai abbandonati alla rinfusa sul pavimento. Cosa... Mi avvicinai lentamente ad un angolo della stanza, spostando alcuni disegni. Sanji, alle mie spalle, indicò tra uno di questi, un disegno di Rasetsu e uno del dottor Amano. Ma io ero concentrato su altro. Inginocchiato e terra, impiegai qualche secondo per recuperare diversi fogli. Che diavolo... Masayioshi mi avrebbe potuto vedere, per la prima volta, senza parole. Ma... Non ha senso... in quei disegni erano raffigurate tutte una serie di figure e persone che conoscevo molto bene. Ma, forse, sarebbe stato più giusto dire, che Itai conosceva molto bene. Perché... Perché Itai si sarebbe dovuto allontanare per così tanto tempo da Kiri per venire qui e, soprattutto, che senso ha tutto ciò? Nessuno di noi se ne è mai accorto, in tutti questi anni? Ma, soprattutto, Itai è ormai scomparso da mesi... Non riuscivo a venire a capo di quella situazione. Ma adesso troppi elementi stavano andando diretti verso un'unica soluzione. Sanji che parlava della presenza di Itai, questi disegni... Se Itai non poteva essere lì, per forza di cose, significava che non era stato lui a fare tutto ciò... Quindi che ci fosse un sosia? Un Clone... Perché altrimenti tutte quelle informazioni non poteva essere conosciute da un qualsiasi emulatore.
    Fu in quel momento che mi tornò in mente, come un flash, un accadimento avvenuto molti mesi prima. Nel Paese dei Demoni, la Kurotenpi che avevo conosciuto dai capelli azzurri, e il suo compagno nascosto nel terreno, mi avevano parlato di un uomo che aveva in suo possesso tante informazioni su di me. Topino... Hai trovato per caso dei lunghi capelli blu o alcuni biondi? Domandai; la risposta non si fece attendere.
    Mi rialzai in silenzio. Ho bisogno di pensare... Nel frattempo vediamo se all'esterno troviamo altro... Parlai a Masayoshi, mentre seguivamo l'animaletto peloso fuori dalla stanza. Avrei ascoltato le informazioni sulla possibile presenza di un Kurogane tra le fila dei misteriosi nemici. Una volta fuori, fu rapido il processo mentale; riuscii a rispondere immediatamente alla domanda di Sanji. Facile. E' stato Rasetsu ad aprire la porta. Li conosceva, o almeno conosceva uno di loro: l'uomo che ha lo stesso aspetta di Itai Nara. Immagino, a questo punto.

    Fu in quell'istante che si sentì il boato.
    Mi girai di scatto, impugnando la Rombosogliola, seppur conscio che l'esplosione, ovunque essa fosse accaduta, era ben lontana da loro. Tra la folta vegetazione, però, una serie di figure in volo, a diverse centinaia di metri da noi. Presto! Vicino a me e tenetevi forte! Anche te nonnetto! E mentre un intenso flusso di chakra avrebbe inglobato la Hiramekarei, che avrebbe iniziato a fluttuare nel vuoto, con la mano sinistra avrei raccolto da terra Sanji, mettendolo dietro alle mie spalle alle quali incominciò a stringersi. La Rombosogliola si sarebbe posizionata in maniera orizzontale, mentre saltavo su di essa. Masakoso, topino, sopra! Avrei urlato e, avrei atteso solo qualche istante prima di partire all'inseguimento.
    Una serie di simboli sarebbero apparsi sul mio corpo, mentre delle speciali ali eteree apparvero alle mie spalle, composte da strani ed antichi fuuinjutsu.
    Sulla grande spada, incominciammo la nostra rincorsa verso gli oscuri figuri.

    A diverse centinaia di metri di distanza, iniziai da subito a dar sfoggio al massimo delle mie capacità percettive, sfruttando sia le capacità del mio fisico Hozuki che le mie specifiche conoscenze. [Percezione 15]Percezione 9 + 3 (Reidratare) + 3 (En)

    En - Lo Spazio Vitale [Combattiva]Akira, fin da quando era un giovane ninja, ha sempre dovuto combattere e confrontarsi con avversari più temibili di lui e in netto svantaggio numerico. Dopo le esperienze maturate in battaglia, lo spadaccino della Nebbia ha elaborato una nuova capacità che gli permette di potersi confrontare anche con svariati nemici contemporaneamente, estendendo le sue percezioni al massimo durante la battaglia.

    En
    Arte: L'utilizzatore può estendere il suo chakra in una sfera di raggio pari a 3 metri: potrà percepire chiunque sia presente nel raggio della sfera. Chiunque, all'interno del raggio, non sarà percepito se occultato e se il proprio valore di Furtività è inferiore di 3 punti, o meno inferiore, rispetto al valore di Percezione dell'utilizzatore. La sfera sarà rilevabile da abilità di visione, percezione del chakra e similari; risulterà di un colore azzurro chiaro. Richiede slot azione/tecnica all'attivazione.(Basso a round)
    [Da genin in su]

    Intuizione (Base)
    Maestria: La Percezione è aumentata di 1,5 quando En è attivo.[Da genin in su]

    Spazio (Base)
    Speciale: Il raggio di En è pari a 4,5 metri.(Consumo: ½ Basso a round)
    [Da chunin in su]

    Intuizione (Superiore)
    Maestria: La Percezione è aumentata di 3 quando En è attivo, anziché 1,5.[Da chunin in su]

    Spazio (Superiore)
    Speciale: Il raggio di En è pari a 6 metri.(Consumo: Basso a round)
    [Da jonin in su]


    Con i miei sensi affinati al massimo, riuscii ad individuare tra quei loschi figuri quella di un mio compagno. Hoshi! Urlai, notando la sua inconfondibile chioma rossa. Il jonin era circondato da una strana aura oscura; un ennesimo dejà vu, ma al contrario... L'influsso di quel jutsu sembrava assolutamente l'opposto della Jishin no Jutsu del precedente Mizukage. Quello che fu possibile notare, tra le restanti figure, erano dei lunghi mantelli e delle maschere di diverso colore, che coprivano sostanzialmente l'intero corpo dei rapitori.
    C'era un problema di fondo, però, in tutto quello. Siamo troppo... Lenti! Sbraitai, mentre sferzavo tra un ramo e l'altro, mentre Sanji sembrava un piccolo foulard al vento, attaccato al mio collo, e Masayoshi continuava a gridare, evidentemente non abituato a sfrecciare nel cielo. Ma non era solo quello. Cosa... Masakoso! Non dovevo occuparmi solo di evitare rami ed alberi sul mio tragitto, ma adesso il ninja di Suna sembrava essere entrato in una specie di stato di trance. Fu allora che lo notai. E' il... Simbolo! Strinsi i denti, mentre dovetti per forza di cosa cingere la vita del ninja per evitare che cadesse.
    Con i metri che si mettevano tra me e i rapitori, e Masayoshi in quello stato, non mi restò che fare una cosa. Dannazione! Urlai, mentre sferzai di forza con le Spade Gemelle nell'aria, interrompendo l'inseguimento e rallentando bruscamente la velocità. Sanji quasi volò via per l'effetto molla, per sua fortuna con la mano libera lo presi per il collo della giacca. Ehy! Masakoso! Mi senti?! Stai bene?! Il ninja stava recuperando i sensi. Buttai fuori l'aria, tranquillizzato. Mi hai fatto prendere un colpo.. Non sarei riuscito comunque a raggiungerli...Torniamo dagli altri. Spero che stiano bene, quello era Hoshi. Esclamai, innervosito dalla situazione, mentre recuperavo la strada per Tsuya.

    [...]

    Dannazione! Esclamai, mentre dall'alto osservavo la locanda ormai distrutta da un'esplosione. Direi che non potremmo dormire qui, stanotte... Deduzioni logiche. Una volta atterrati, ci ritrovammo nuovamente con Yato. Dov'è Fudoh?! Hoshi è stato rapito da quei tizi con le maschere di scimmia... Non dirmi che anche lui... Per fortuna venni rassicurato, il ninja di Kiri si era solo allontanato. Uff, menomale, stavamo iniziando a perdere troppi pezzi... Masakoso, scendi e mettiti seduto, devi recuperare energie. Quello che venne dopo fu il resoconto dei fatti riportata dai proprietari della locanda, che avevano assistito per la seconda volta nella loro vita non solo alla distruzione della loro attività ma anche al rapimento della loro figlia. Il gruppo di ninja erano entrati o dopo uno scontro erano riusciti a rapire Hoshi. I dettagli, però, fecero la differenza.
    I miei presentimenti, ormai, erano quasi certezza.
    Yato, aiuta Masakoso e il suo topo... Attenderemo Fudoh e poi parleremo. Ci vediamo al tempio di Sareshigami. Devo ancora ragionarci su, ma credo di sapere con chi abbiamo a cha fare. Sanji... Per te stasera serata libera! Scherzai, mentre probabilmente avrei dovuto evitare gli insulti del piccolo archeologo.

    [...]

    La notte era ormai calata e, una volta riuniti tutti al tempio di Sareshigami, avremmo scelto due stanze vicine tra quelle poste sui rami più alti. Bene, punto 1) Fudoh, non ti allontanare più da solo. Ed era evidentemente un ordine. Adesso, veniamo a noi. Come vi ho detto, credo di sapere con chi abbiamo a che fare. I rapitori di Hoshi e di tutti gli altri credono siano appartenenti ai Kurotenpi. Avrei preso un piccolo spazio di tempo prima di continuare. Avevo dei sospetti dopo l'indagine a casa di rasetsu - che, per inciso, è stato rapito anche lui - ma adesso sono quasi certo. La ninja dalla maschera azzurra e dai lunghi capelli dello stesso colore, è una kunoichi di Kurotenpi che avevo incontrato nel Paese dei Demoni. E' un'utilizzatrice dell'arte della manipolazione del sapone del clan Utakata. Forse conosco anche il sospetto Kurogane; un ulteriore Kurotenpi che non si è mostrato ai miei occhi in quella stessa situazione... Sapeva nascondersi sfruttando il terreno, probabilmente è la stessa persona. E' stato quell'uomo a riferirmi delle notizie che, all'epoca, non riuscivo a comprendere: aveva delle informazioni su di me che nessuno poteva avere. Nessuno, se non qualcuno di molto vicino a me...Per sua stessa ammissione; o meglio, per ammissione dello stesso pseudo leader di quei matti scocciati di nukenin. Qui la storia si complica. Sanji e tutti gli altri dicono che Itai è venuto spesso nel corso degli anni in questa città, ma perché avrebbe dovuto farlo? E perché in casa di Rasetsu abbiamo trovato dei disegni riferibili alla famiglia e agli effetti di Itai? Bene, credo che la persona che assomiglia ad Itai, che ha rapito Rasetsu, che tutti conoscevano qui a Tsuya e che era in possesso delle informazioni su di me... Sia proprio l'uomo di cui parlava il sospetto Kurogane, uno dei leader di Kurotenpi. Avrei incrociato le braccia. Non chiedetemi come sia possibile che ci sia un uomo che ha lo stesso aspetto di Itai, che ha le informazioni di Itai, ma che NON è Itai. Non so rispondervi. Avrei immediatamente aggiunto. Anche il jutsu che gli ho visto utilizzare su Hoshi, sembra... Sembra... Una strana copia di una delle tecniche di Itai, solo che... Maligna. Scossi la testa confuso. Abbiamo troppo da rischiare, e ancora poche informazioni. Non possiamo però rischiare la vita di tutti quegli ostaggi... Probabilmente dovremo stare alle loro condizioni. Sbuffai. Per questa sera, ci riposeremo. Tu. Guardai Masayoshi negli occhi. Domani, ci alleneremo tutto il giorno. Quello che è successo oggi non deve riaccadere. Probabilmente sei stato sopraffatto dal mio flusso del Vuoto. Non sai ancora controllare minimante questo potere; non è accettabile, soprattutto se dovremo combattere tra poco più di una giornata. Avrei liquidato la questione in un istante. In tutto questo... Voi due, che altro avete combinato? Avete rimediato qualcosa di utile? Tu dove ti eri allontanato per andare a fare danni? Avrei domandato a Fudoh e, quindi, Yato.
    Ok, ci riaggiorniamo a domani mattina. Credo che non dovremmo avere particolari timori fino alla data dell'incontro. Quindi... Riposate. E, con quelle parole, uscii dalla stanza.

    Non sarei immediatamente tornato nella mia stanza, però. Appena uscito dal tempio, avrei composto poche posizioni magiche, richiamando la creatura dall'animo più nobile di quel pianeta. [Pen Gin]Pen Gin, il Maestro di Spada [Distanza]

    Fabbro dell'Inverno
    Arte: L'utilizzatore può manipolare il ghiaccio entro 9 metri da se oltre 3 metri da fonti di chakra diverse dall'utilizzatore per creare equipaggiamento di lista di tipo [Mischia]. L'utilizzatore può parimenti scongelare l'equipaggiamento. La Potenza sarà pari a 10 ogni unità, la Durezza sarà sempre pari a 3. L'equipaggiamento così creato dura finché non spezzato o per un massimo di 5 round, al termine dei quali si scioglie. Chi utilizza l'equipaggiamento deve rispettare i requisiti richiesti da questo. Utilizzare l'equipaggiamento senza il chakra adesivo infligge una ferita Lieve da congelamento ogni round; può essere utilizzato solo se rispettati i requisiti. Richiede slot azione/tecnica.(Consumo: ½ Basso ogni unità)
    [Da genin in su]

    Maestro della Spada Invernale [AdR]
    Speciale: L'utilizzatore può emettere dalla spada un kunai di ghiaccio, di dimensioni pari a Mediopiccolo, che scaglia entro 12 metri con Forza pari alla Velocità. Non ha potenza offensiva ma causa Ustione da congelamento (DnT Medio).(Consumo: ½ Basso ogni slot)
    [Da genin in su]

    Pen Gin
    Speciale: Pen Gin [Img] è il primogenito dei tre fratelli kamui. Una vera e propria fiera, animato solo dai sentimenti più sinceri e leali. Chiunque lo senta parlare ha la convinzione di trovarsi dinanzi ad un leone invece che ad un coccoloso pinguino. Maestro spadaccino, la sua abilità con la spada è vera e propria fonte di leggende tra tutti gli abitanti delle isole ghiacciate, e a ben vedere visto che riesce a maneggiare una lama grande più di tre volte il suo intero corpo. Indossa sempre un piccolo cappellino in paglia.

    Possiede le competenze Creature del Freddo: Guardiani dell'Inverno e Creature del Freddo: Spiriti di Azumaido.

    Statistiche: Resistenza -2, Velocità: +2.
    (Energia Blu: Vitalità 8 Leggere | Riserva 12 Bassi | 2 Unità)
    [Da chunin in su]

    Katana [Mischia]
    La Katana ha una lama lunga circa un metro e venti, leggermente curva, ricordando un arco. Più leggera, più maneggevole, si usava unicamente per vibrare i colpi letali in combattimento ravvicinato.Tipo: Lama - Taglio
    Dimensione: Grande
    (Potenza: 40 | Durezza: 4)
    [Da chunin in su]

    Colpo Proibito del Maestro d'Inverno
    Villaggio: Kiri
    Posizioni Magiche: Nessuna (7)
    L'utilizzatore, previo il caricamento in posizione di guardia con una spada, può creare una vera e proprio valanga di neve e ghiaccio che procederà in linea retta dalla spada per 24 metri con un diametro di 9. La potenza è pari a 70, la Velocità sarà pari alla Velocità dell'utilizzatore. Se presenti almeno 9 unità di ghiaccio entro 15 metri l'utilizzatore, la potenza aumenta di 20. Al termine della tecnica, si riverseranno nell'arena 20 unità di ghiaccio.Tipo: Ninjutsu - Hyoton
    Sottotipo: Emissione
    (Consumo: Elevato)
    [Da jonin in su]

    Il Maestro della Spada d'Inverno abbassò leggermente il capo. Akira, nato dal Freddo. Cosa ci faccio qui, così lontano da Azumaido? Maestro Pen Gin, devo chiederti un piacere. Dai un'occhiata ai tre marmocchi che sono dentro questa struttura. Devo allontanarmi per un po'... Spero che non siano degli indisciplinati, come te. Ci penserò io, comunque, fino al tuo ritorno. Grazie, Maestro, non dovrei stare via tanto.

    Mi sarei allontanato tra le oscure strade di Tsuya, camminando per molto minuti, finché non arrivai alla piazza dove, anni prima, avevo combattuto contro il Gashakoduro. Lì, ciò che restava dell'energia vitale di Pangu, aveva deciso di donarmi il Simbolo del Vuoto. Lì, la mia vita, era in un certo senso cambiata. Arrivai quanto più vicino possibile alla base dell'enorme tronco e lì mi sedetti, con le gambe incrociate.
    Avevo sempre desiderato chiedere a Pangu del perché aveva scelto me. Avrei voluto dirgli di come ero riuscito a migliorare, di come avevo distrutto la Bakekujira insieme a Natsuhime, sua moglie, di come grazie alle sue scelte avevo potuto sfruttare il suo immenso chakra. Avrei voluto chiedergli come sarei potuto ulteriormente migliorare. Avrei voluto raccontargli di come stavano i suoi eredi e i suoi restanti ormai ex Guerrieri del Vuoto. Avrei voluto domandare di come distruggere le altre armi di Iwa. La mia mano sinistra si posò sull'enorme tronco. La mano destra andò a sfiorare la mia fronte. Il chakra fluì nel mio corpo. Il Vuoto accese il suo potere, mescolandosi al mio stesso flusso. Il Simbolo del Wu illuminò la mia fronte.
    Il chakra dello Scriba del Mondo riemerse dal suo torpore. [Note per il Qm]Attivo Simbolo del Vuoto, Descrizione del Vuoto e Chakra dello Scriba del Mondo.
    Vediamo che succede. :ghu:


     
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    Mistero a Tsuya


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    Avevo una chiara immagine mentale dei due rapitori e dei due coniugi Murakami, e sebbene il maschio fosse molto diverso come corporatura, era possibile che la ragazza fosse la stessa persona, magari con un complice che non era stato notato in precedenza. In ogni caso tenni tutto a mente: potevo creare del legno che replicasse almeno rozzamente le fattezze dei rapitori per il resto del gruppo. Non emersero ulteriori informazioni sulle date dei funerali, segno che forse era una pista cieca, ma sicuramente qualcosa nelle tempistiche dei giorni precedenti non mi tornava e presto o tardi avrei capito di cosa si trattava.

    CSI: Akane And Shiba's Place
    La ragazza era Midori, la supposta fidanzata di Shiba, un cui capello non andato distrutto dalle fiamme avevamo trovato vicino alla sedia su cui pensavo sedesse l'aggressore dei due, l'utilizzatore di Katon. Era plausibile che fosse lei? Stava assieme a Shiba da un tempo imprecisato ma poteva avere un piano che la aveva portata ad avvicinarsi a lui. La presenza di un capello reale rendeva poco probabile che fossero altri sottoposti a una Henge...e spiegava anche come mai avevo l'impressione che le vittime conoscessero e verosimilmente si fidassero del loro carnefice. Ma perchè? Cosa poteva esserci nella casa da recuperare per poi cancellare le prove? O forse voleva solo nascondere la sua presenza col fuoco, pensando che sarebbe bastato?

    Il fuoco ha cancellato fin troppe tracce. Ma cosa potevano avere Shiba e sua madre che un ladro potesse volere, e che non voleva che nessuno sapesse? Cosa, materiale o immateriale che fosse come un'informazione, ha richiesto di avvicinarsi a loro per così tanto tempo prima di assicurarsi che la avessero realmente? Avrei messo Fudoh a parte di questi miei interrogativi dopo aver confermato che provare a soccorrere la madre era un comportamento abituale per un figlio. Ho una madre e un padre, si. Sono stati fondamentali nella mia...formazione. Mi spiace che tu non abbia conosciuti i tuoi, Fudoh-san, ma forse è stato questo a renderti ciò che sei, non ha senso crogiolarsi in ciò che poteva essere... Quelle parole mi diedero da pensare. Però...se scoppia un piccolo incendio uno prova prima a spegnerlo. Sempre che l'incendio non partisse dalla donna stessa. Io sospetto che Midori sia l'assassina, che sulla sedia li abbia interrogati e abbia poi scagliato un Katon contro la donna allettata, e poi al sedicente fidanzato. Il movente tuttavia, mi è del tutto ignoto. Tutto questo evitando di farci sentire dal nostro anfitrione.

    CSI: Yoshi's Place
    Molto amici...o un amore non corrisposto. Ma se le hanno lasciate evidentemente agli assassini non interessavano. Questo però ci dice che l'uomo che viveva da solo aveva un legame di qualche tipo con la moglie del religioso. Portai una mano al mento, ragionando. E anche con la madre di Shiba, se ho ben capito, sebbene forse di tipo diverso. Non ci sono elementi che possano collegare questo posto ad Akane e Shiba? Chiesi a Fudoh che con me si stava occupando delle indagini. Restava quantomeno probabile che fosse stata un'evocazione a entrare e uccidere l'anziano Yoshi con un Suiton di qualche genere, ma non avevamo modo di battere quella pista. Provai a estendere un ramo sottile dal palmo della mano lungo la conduttura, fin dove possibile e senza forzare, sperando di raccogliere qualcosa che potesse essere caduta all'intruso durante i suoi spostamenti, ma senza grosse aspettative. Un ninja del tuo calibro non ha motivo di scusarsi, Fudoh-san

    Trovai le chiavi, supportando l'idea di un'infiltrazione tramite i tubi, sempre che qualcuno non sapesse attraversare i muri, e non tramite la porta. Voleva essere una morte misteriosa ma avevano soprasseduto a troppi elementi: qualunque ninja avrebbe compreso che c'erano dei jutsu all'opera dietro gli omicidi. Che fosse voluto, per attirarci? In ogni caso Fudoh-san notò del pulviscolo nero, forse sabbia, a terra vicino alle chiavi. Annusai la sostanza e la assaggiai. Non era polvere nè argilla, ma aveva un retrogusto differente sulla punta della lingua (una quantità troppo piccola per rischiare un avvelenamento). Sabbia di ferro, forse? BorbottaiSegugio. Basterà una bussola o una piccola calamita per verificare...ci sarà sicuramente qualcosa di utilizzabile dentro la casa per questo. Ma anche così...che fosse parte del jutsu per entrare? E se l'acqua fosse stato un diversivo per distrarci dalle reali capacità del nemico? Aprii il mobiletto, per scrupolo, usando il Mokuton per replicare la chiave se necessario, ma pensavo che avessimo ormai finito di indagare là.

    CSI: Amano's Clinic/House
    La casa era piuttosto anonima, senza elementi che cogliessero la nostra attenzione eccetto l'intimo femminile sotto il letto, forse un ricordo di una conquista remota...possibile che Midori avesse avuto interesse per il dottore prima di rivolgersi a Shiba, magari cercando la stessa cosa? Borbottai a Fudoh quel sospetto, intascando il trofeo per possibili usi futuri, ma eccetto questo l'unico vero interesse all'interno della clinica/casa fu il taccuino di appunti di Amano, che lessi più volte cercando di mandarlo a memoria prima di chiedere al Kiriano, assai più forte di me e quindi più affidabile, di custodirlo.

    Quindici giorni fa. Undici, anzi dodici, prima del ritrovamento del corpo di Amano. Una vecchia fiamma riaccesa, che ci riporta a questo reggiseno. Lo avrei controllato meglio in cerca di capelli magari rimasti incastrati nel gancetto. Non so chi possa essere questo R. che Amano ha curato per due anni però. L'appunto successivo invece mi fa pensare che non sia Midori la proprietaria di questo indumento. Lessi oltre, trovando un riferimento il 5 Luglio ai due Murakami. Arrivati da un giorno e subito la moglie aveva nausea e ci provava con lui? Guardai Fudoh. L'aumento di libido e la nausea possono essere sintomi di una gravidanza, ma non vedo come questo aiuti...e ancora viene nominata una certa LEI che non sembra essere Midori. Oppure la donna voleva distrarre il medico mentre il marito controllava altro, se tornavo al mio sospetto iniziale sui due. Avevo troppi sospetti e nessun movente, la cosa cominciava a perdere di solidità. Nuovamente LEI...forte e verosimilmente in vista in città, o comunque locale. Ma una tresca con una delle ragazze del villaggio non ci aiuta. Ma perchè ho l'impressione che l'aver fatto le analisi e aver timore del risultato non abbia nulla a che vedere con il sospetto di una gravidanza? Guardai verso gli schedari. Fudoh-san, perchè non controlli i referti di chi ha fatto esami il sei luglio, se sono in archivio? Magari c'è una persona che può collegarsi ad Amano e agli altri omicidi. Ossia la signora Mifune...o sua figlia. Potrebbe anche essere una sigla o un nome falso, ma controlliamo. Magari aveva assunto qualcosa o era stata esposta a qualcosa e voleva fare un check-up.

    Sospirai. Questo Amano doveva essere un medico da due soldi. Per ridurre all'osso serve un calore estremo e prolungato, è impossibile che siano bruciati del tutto i corpi e la casa avesse così tante zone preservate, non con il calore che serviva. E ovviamente questo impediva anche di identificarli. Non ha controllato le impronte dentali o vecchie radiografie per verificare se fossero realmente loro? Pensavo lo fossero in realtà, ma perchè così tanta imperizia? Controlla anche se hanno delle cartelle cliniche con i loro precedenti, se puoi, Fudoh-san. E infine l'ultima annotazione, che rafforzava i miei sospetti sulla moglie del sacerdote...era legata a Yoshi, e la morte del vecchio aveva sconvolto LEI. Potevano essere la stessa persona...forse avremmo potuto metterla alle strette. Anche il vecchio che sono andati a cercare gli altri due potrebbe essere coinvolto. Speriamo lo abbiano trovato.

    Giusto per scrupolo, presi una matita e la prima pagina bianca, passando velocemente la mina di sbieco per annerirla completamente. Se per caso ci fosse stata un'ultima pagina poi stampata, il rilievo sarebbe potuto emergere sul foglio sottostante, ossia il primo foglio vuoto attuale, o almeno così speravo. Non avevo prove che le registrazioni continuassero, ma tentare non nuoceva.

    Il Tempio - Yato
    Presa nota sulla moglie del Sacerdote e sulla sua supposta fede (che non era poi così in discordanza con quello che sapevo su LEI), mi rivolsi all'ospite del tempio, ascoltando attentamente le sue parole mentre lo squadravo badando di non dare troppo nell'occhio. Con quella corporatura e quella postura poteva essere lui la scimmia col manto giallo? Rinmaru riferiva che Amano era arrivato a Umari il giorno prima del suo omicidio, ma questo allora implicava che era morto durante la via del ritorno? Questo come giustificava la lettera spedita che ci annunciava la sua morte il giorno stesso in cui era avvenuta? Le tempistiche del buon dottore francamente non mi tornavano affatto e speravo che Akira e quell'inutile di Masayoshi avessero ricostruito i suoi movimenti. Capisco...un pessimo tempismo, no? Ma come mai era stato attratto dall'Albero Sacro? Semplice turismo? Venire qui nonostante le voci sentite a Umari sottolinea una certa dedizione, no? Chiesi affabile. Posso chiedere cosa fate nella vita? Dissi, mentre studiavo il suo aspetto con occhio clinicoConoscenze Mediche Intermedie cercando di cogliere discrepanze con le sue parole, o segni che tradissero capacità superiori all'uomo medio. Temo dovrò chiedervi di trattenervi a Tsuya qualche tempo, se non è di troppo disturbo...visto ciò che è accaduto al buon dottore le strade non sono sicure. Ma sono certo che potremmo farla scortase se diventasse necessario andar via...servirà qualche giorno per organizzare però.

    Poco dopo la situazione precipitò, interrompendo le indagini e obbligandoci a seguire il presente. Fudoh-san scorse qualcosa che francamente io intravidi solo come una sagoma scura in cielo, priva di dettagli. Non sono riuscito a vederla, Fudoh-san... Dissi, con un nodo alla gola: quanto mi era superiore? Come potevo anche solo pensare di lavorare accanto a lui quando la differenza tra noi era la stessa che intercorreva tra un maestoso falco e un misero lombrico? Serrai le mani, smettendo di scrutare i cieli come un cretino, dopotutto a cosa poteva servire? Fudoh mi scosse dalla situazione, decidendo di inseguire i nemici in volo mentre io avrei controllato la locanda: pensavo che Oboro Mifune fosse la chiave e dato che risiedeva nella locanda era sensato andare là, abbandonando il Tempio dove non avevo elementi. Fudoh-san era stato capace di pensare tutto questo in anticipo ed elaborare la strategia perfetta...peraltro ebbe la gentilezza di seguire lui i nemici sapendo che io, debole come ero, non sarei nemmeno riuscito a vederli! Rosso per l'imbarazzo scattai verso la locanda senza aggiungere nemmeno una parola.

    Unità AntiTerrorismo - La Locanda
    La struttura era letteralmente esplosa, come fosse vittima di un'eruzione. Ma questo implicava forse che lo scontro era partito dall'interno? Che una delle scimmie si nascondesse là dentro senza che il Jonin di suna se ne accorgesse? Stavo meditando questo e altro quando notai le due donne, una delle quali in preda a una crisi isterica, oltre a Takeshi la cui donna era stata appena rapita, e i Tanaka. Quindi era un bersaglio anche lei... Mormorai. E Oboro Mifune era presente sulla scena. Cosa è capitato? Vi prego, mi servono informazioni precise se volete che io vi aiuti! Dissi con urgenza avvicinandomi alla donna che sospettavo essere implicata in qualche modo in tutta quella storia. Avevo dei blandi ansiolitici nel Kit medico e mi ero procurato qualche farmaco durante la visita al Dottor Amano per essere preparato al peggio, quindi li somministrai alla fanciulla mentre ascoltavo attentamente la madre. Un clone distrutto...dalla porta diventata nera e poi esplosa? Il pensiero della sabbia nera trovata a casa di Yoshi fu immediato, ovviamente. Il vento aveva divelto il tetto...tornavano gli elementi ma ormai credevo fosse solo una questione casuale. Non mi torna. Rapirla e non ucciderla...perchè? Forse perchè non ha dato loro quello che invece avevano ottenuto dagli altri? O perchè c'era il Sunese e non potevano prenderla? Come il bambino...c'erano dei testimoni. O forse per sottolineare la loro volontà di una trappola.

    In quel momento arrivarono Akira e Masayoshi, il secondo particolarmente provato come se fosse stato sottoposto a uno strenuo sforzo fisico. Non molto dopo anche Fudoh, incapace di individuare l'alberello rosato, arrivò sulla scena. Ascoltammo nuovamente il resoconto della donna mentre io davo un breve riepilogo. Abbiamo svolto le nostre indagini...Fudoh-san era andato a inseguire i fuggitivi ma evidentemente non ha avuto successo. Spiegai mentre con una rapida visita escludevo problemi immediati o critici per il sunese e il suo strano animale. Oboro-dono, Takeshi-san, Tanaka-dono, questo luogo non è sicuro. Vorrei che lei e tutti gli altri veniste al tempio per la notte. Non importa il passato, ora dobbiamo tenervi d'occhio.

    Elucubrazioni Notturne - Tempio di Sareshigami
    Eravamo riuniti su alcuni dei rami più alti, dove Akira Hozuki, jonin, prese la parola. Non mi piacque il suo modo di rivolgersi a Fudoh-san, ma verosimilmente sapeva che il talento strabordante di quel Kiriano lo portava a osare e andare avanti, forse talvolta lasciando indietro il gruppo. Akira voleva che non corresse avanti in cerca di risultati veloci, forse per dare spazio a tutti per crescere. C'era un sospetto: Kurotenpi. Avevo informazioni riguardo quel gruppo, ma frammentarie, non avevo mai avuto bisogno di loro nè li avevo avuti come avversari, tuttavia la sua descrizione della donna capace di manipolare il sapone mi diede più di uno spunto di riflessione. Avevo sospettato che la scimmia blu potesse creare bolle di sapone...il nome del clan dunque è Utakata? Credo sia anche responsabile della morte di Yoshi, l'anziano trovato annegato. Non conosco il clan Kurogane, invece. Borbottai guardando gli altri presenti in cerca di lumi...avere quell'informazione avrebbe dato una spiegazione alla presenza della sabbia nera a casa di Yoshi, ingarbugliando però le cose: perchè andare in due contro un vecchio? Sempre che non fossero più di due. Rasetsu... Quando fu il mio turno riportai il contenuto del taccuino, chiedendo se Rasetsu potesse essere R. e riportai anche il resto dell'investigazione e le mie impressioni. Se avevo ragione una delle scimmie era Midori, e sospettavo fosse un'utilizzatrice di Katon. Ancora non conosciamo il movente. Per attirare i Guerrieri del Vuoto qui non serviva certo tutta questa recita. C'è qualche altra cosa sotto...temo che volervi fronteggiare sia solo la ciliegina sulla torta...o un semplice elemento di un mosaico o di un rituale più grande. Tuttavia erano solo supposizioni e sensazioni, niente su cui appoggiarsi sul serio. Intendo proseguire le indagini se posso, sulle piste che vi ho accennato. Domani...dipende da cosa scoprirò oggi. Cosa avete scoperto voi nel dettaglio, specie su Amano? Potremmo proseguire con le piste che avete lasciato aperte.

    Mentre gli altri riposavano o si occupavano delle loro faccende mi diressi presso alcune delle persone conosciute in quella breve ma intensa giornata, cominciando con fidanzato della rapita. Takeshi-san...c'era qualcosa di diverso in Nami ultimamente? Qualunque dettaglio può essere fondamentale. Abitudini diverse, uscite non previste...qualche incontro con gente che non frequentava di solito. Avrei chiesto. O qualcosa che la preoccupava. Aveva per caso qualcosa, un ricordo degli eventi di cinque anni fa? Anche un portafortuna o similari? Quali che fossero le risposte la mia indagine mi avrebbe portato poi dalla persona che sospettavo maggiormente di avere un ruolo, magari innocente, in quella faccenda: Oboro Mifune. Andai dalla figlia in effetti, per prima, solo per mostrarle, in privato e dopo averle chiesto il massimo riserbo, il reggiseno raccolto a casa di Amano. Non voglio turbarvi e non sono un maniaco, ma vorrei sapere se lo avete mai visto prima. Potrebbe appartenere a qualcuno che conoscete? O a voi stessa? Se fosse stata evasiva o sospetta avrei ripetuto la domanda sondando la sua mente, con la scusa di un jutsu medico per calmarla.

    Solo alla fine sarei andato da Oboro Mifune. Una serie di terribili tragedie e macchinazioni stanno affliggendo questo luogo, Oboro-dono. Sospirai. Viene da chiedersi se davvero Sareshigami non voglia togliere la seconda possibilità a questo luogo. Avevo scelto accortamente le parole che erano state riferite nel taccuino di Amano, attendendo la risposta di lei. Vostro marito mi ha detto che dopo aver scoperto la verità vi siete allontanata dalla fede locale, ma si dice che a volte la fede viene prima dell'oggetto della stessa. Forse in millenni di preghiere Sareshigami è realmente giunto a esistere, e forse vi ascolta. Dissi, cercando di risultare coinvolto e credibileRecitazione. Oboro-dono. Eravate molto amica di Yoshi. Sicuramente conoscevate anche Akane e suo figlio...e sono convinto che il Dottor Amano avesse una...affinità per voi. E voi per lui. Ve ne prego, se c'è qualcosa che sapete o che anche solo sospettate di sapere ditemelo. Anche e soprattutto se avessi avuto la conferma sul reggiseno da Minami (sempre che non fosse la figlia a confessare la proprietà del reggiseno, nel qual caso il discorso sarebbe stato rivolto a lei) qualche minuto prima lo avrei estratto dalla sacca porta-armi, porgendoglielo. Una seconda possibilità deve essere colta, anche se sembra che qualcuno ce la stia portando via.

    Akira in Woodland
    Si era seduto aprendo il suo sistema circolatorio al potere del Vuoto, alieno e distante al punto che ogni punto di vista ne cambiava le sfumature e le caratteristiche, e tuttavia capace di essere sintetizzato in un unico simbolo, un unico carattere, dalla sapiente mano di colui che aveva fatto delle arti scrittorie una capacità leggendaria, tanto da essere definito lo Scriba del Mondo. E ora anche una frazione di quel chakra albergava in Akira, mescolata sapientemente al resto di quel turbinare di potenza.

    Ovviamente non successe nulla di nulla. L'albero era un grosso albero un pò più grande della norma, e nulla di più, che si immaginava? Certo, poteva attendere, e attendere, e attendere fino a che il potere si fosse esaurito, fino a quando, stufo, non si fosse alzato per andarsene...e considerando Akira il diventare stufo poteva essere faccenda di pochi minuti. Senza rispose sarebbe tornato per le strade/rami di Tsuya, allontanandosi dal palcoscenico di quel pregresso, epico incontro. Che doveva mancagli parecchio perchè dopo l'ennesima svolta si ritrovò di nuovo là. Guardando il suo corpo seduto e traslucido dove lo aveva lasciato. A guardare meglio, l'intero ambiente aveva una strana colorazione violacea, troppo innaturale e tutto sembrava quasi disegnato. Un passo alle sue spalle annunciava la presenza di qualcuno che non vedeva da fin troppo tempo.

    Immaginavo molte cose, ma non che un pò del mio chakra tornasse qui, abbastanza da darmi un pò di coscienza. Akira, no? Bentornato...se questo chakra è in te immagino che la Bakekujira sia stata annientata? Mi darebbe pace saperlo. Queste le prime parole di Pangu, Scriba del Mondo, che si avvicinava quasi fosse una divinità benevola e accogliente. A pochi centimetri ormai dal volto del suo Undicesimo Guerriero del Vuoto, poi, aggiunse. E dimmi...mia moglie ha ancora un fondoschiena così sodo da farsi male se lo si sculaccia? Sento parte del suo chakra ed è recente...è ancora viva, vero? Decisamente meno aulica la seconda parte, anche se dopo la battuta cameratesca i suoi occhi si intenerirono al pensiero della sua sposa ancora in vita.
     
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    Falce dei Kaguya


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    Giorno 1 e 2



    [I Due Guerrieri del Vuoto]

    Sanji non rispose alla domanda di Akira, mentre parlava della ragazza di Shiba: in fondo, l'archeologo non sapeva niente di "Veterano" o "Formiconi", semplicemente lasciò che i due ninja, se c'era altro da dire al riguardo, parlassero fra loro.
    Akira forse non ricordava che Umari era la cittadina più vicina a Tsuya, al di là del grande bosco, e la prima oltre il confine con Taki.

    [...]

    Nell'avamposto di Rasetsu i due individuarono i segni della battaglia, ma cosa più importante, Akira trovò tracce importanti, disegni, capelli dei colori che si aspettava e ricollegò tutto, o almeno ciò che lui sapeva: ricollegò che durante la missione nel Paese dei Demoni aveva incontrato due Kurotenpi che avevano parlato della Calamità che seguivano, come di qualcuno che lo conosceva; ricollegò, forse, che il Mercenario Kaguya aveva parlato (giusto qualche settimana prima) di come in quella stessa missione avesse incontrato Itai Nara, il Kyuudaime, che comandava un gruppo di uomini di Kurotenpi.
    E quando disse il nome del Nono ad alta voce, fu Sanji ad aggiungere un commento: Non è stato sempre qui, il ninja biondino che aveva salvato i Discendenti. L'ho visto sì qualche volta in città, era spesso con Amano, ora che ci penso, ma saranno due anni che non si fa più vedere, sai? Forse un pò di più... non sono sicurissimo, ma di certo c'era quando fu inaugurato il nuovo locale di Tanaka., volle specificare, anche se forse questo non aiutava a risolvere i dubbi di Akira.
    In compenso i due capirono che sì, era stato un volto amico a permettere agli aggressori di raggiungere l'aggredito e, al qual tempo, che non volevano ucciderlo, lo volevano vivo.

    Poi il trio uscì dall'avamposto, seguì le tracce finché il botto e le figure in avvicinamento catturarono la loro attenzione.
    Fu allora che Akira sfoggiò una delle nuove capacità apprese dopo il tempo passato all'Abete: volare su una delle sue spade, volare per inseguire le sagome che vedevano sulla distanza in volo.
    Successero molte cose in quel breve inseguimento: Sanji urlò, bestemmiò e pregò in ordine sparso, passando da una reazione alla successiva; il chunin di Suna ebbe un momento di trance dovuto ad una reazione del suo Sigillo del Vuoto ed Akira diede sfoggio di alcuni dei suoi poteri.
    Non raggiunsero il gruppo che aveva rapito Hoshikuzu, ma, mentre volavano lontano da loro, Akira avrebbe potuto notare che la "Scimmia Gialla" s'era voltata e stava guardando verso di lui! Non il loro gruppo in generale, il Jonin della Nebbia avrebbe, probabilmente, avuto la certezza che quella figura fosse focalizzato su di lui (o forse sul suo particolare chakra?).

    [I due Medici]

    Non commentai l'osservazione di Yato sul fatto che gli dispiacesse che non avessi conosciuto i miei genitori, ma che quello mi aveva definito per ciò che ero: non perché me la fossi presa, in fondo avevo fatto io quella domanda, ma perché sapete, questo tipo di discorsi me li fanno da quando ho memoria, "Povero piccolo, non hai genitori?", ammetto che magari di quando in quando i ricordi d'infanzia sono confusi, ma la gente che vede il piccolo barbone orfanello e fa questi commenti fasulli? Quelle sono memorie limpide ed irritanti.
    Fu la parte successiva quella importante del discorso e su quella mi focalizzai: Li ha interrogati? Ma su cosa, Yato-san? Cioé, cosa potevano sapere d'interessante? La madre, da quel che ci hanno detto, dopo quel rapimento, è stata allettata, non ce la faceva più ad andare in giro, ma suo figlio, cosa aveva di particolare? Lui non era stato rapito., valutai, per quanto in effetti, un corpo in direzione dell'altro indicava che probabilmente qualcosa del genere poteva essere successo, Un Katon, poi, doveva essere qualcosa di parecchio potente per riuscire a distruggere questo posto, non credi, Yato-san, considerando le capacità di questo albero., conclusi e, a meno di altre domande, o repliche, saremmo andati avanti, verso l'abitazione del vecchio Yoshi.

    [...]

    Il Senju osservava con attenzione le foto del vecchio Youshi dove si trovava anche la signora Oboro, prima di valutare un legame con la signora Akane, Bé, loro due sono stati rapiti, come la figlia della signora Oboro, no? Anche se questo non lega fra loro i due posti, credo., valutai, mentre analizzavamo anche il lavandino divelto.
    Lavandino in cui Yato poté notare, attraverso il suo ramoscello di legno, per fortuna senza provocare strane reazioni su di me, che c'erano delle tracce di quella stessa sabbia, polvere, o ciò che era, nera in quelle tubature.
    Fare uso di ninjutsu per attirare ninja? Bé, qui mi pare di capire che shinobi non ce ne sono, infatti, nessuno prima di noi aveva pensato ad un ninjutsu, né qui, né alla casa bruciata, no?, valutai, all'osservazione dell'altro, prima che trovassimo le chiavi e la polvere nera.
    Individuai anche una piccola calamita e così potemmo fare la prova suggerita: Sì, questa sabbia è metallica., confermai, vedendola avvicinarsi alla calamitina.
    Ci fu poi un'ultima osservazione, stavolta mia, mentre osservavo il mio parigrado fare una copia della chiave con il suo legno: Yato-san, anche qualche altra manipolazione potrebbe fare una cosa del genere? Mi spiego meglio: anche senza avere la chiave, quanto sarebbe difficile per il tuo legno scassinare quella porta?, chiesi, guardando la porta e la copia di legno della chiave.
    Poi ci dirigemmo alla clinica del dottor Amano.

    [...]

    Ammetto di non aver commentato l'ipotesi di Midori che prima di quello Shiba, iniziava una relazione con il dottore, che mi sembrava di capire fosse un pò più avanti con gli anni, in più alzai un sopracciglio nel vedere il chunin di Konoha che si portava via il reggiseno, su cui tra l'altro non avrebbe trovato capelli, o altre tracce utili, almeno non con il nostro livello di abilità.
    Poi trovammo il taccuino e dopo averlo letto entrambi, Yato mi suggerì di cercare alcune analisi e cartelle cliniche.
    Qualcosa trovai, non molto, ma qualcosa trovai.
    C'erano in effetti delle analisi del sangue ed un test di gravidanza i cui risultati erano tracciati il 6 Luglio: nessun nome segnato, solo il kanji "Kinjo" (vicina).
    Effettivamente erano negativi i risultati, ma nessun altro test da dover fare, Forse, semplicemente, era davvero preoccupato di avere un figlio da questa LEI , pensai.
    Le cartelle di Shiba e sua madre diedero poche notizie, oltre quelle che già avevamo: la signora Akane aveva tutti i segni dell'età, forse persino aggravati, a ben vedere cinque anni prima aveva una leggera artrite, problemi di ferro minimali e poco altro, ma poi erano andati peggiorando, anno dopo anno.
    Il figlio aveva giusto gli zuccheri ed il colesterolo alto: Questo Shiba aveva colesterolo e glicemia alti, più tanti altri segni distintivi di una forma fisica non esattamente invidiabile, Yato-san.
    Doveva avere una grande personalità per aver attirato questa Midori.
    , valutai con un'alzata di spalle.
    La cosa più interessante, però, la notai aprendo uno dei cassetti con le cartelle cliniche: Yato-san, guarda! Altra sabbia nera., esclamai e, in effetti, nell'elenco dei pazienti, in un punto imprecisato della lettera R, c'era una traccia di sabbia nera. Di nuovo la lettera "R".
    E, a ben vedere, non avremmo trovato nessun "Rasetsu" lì in mezzo, supponendo che ci fosse mai stato.

    Alla fine, non avessimo cercato altro, dopo il piccolo tentativo a vuoto per trovare altre note, non presenti, ci saremmo diretti al tempio.

    [...]

    Il signor Kinmaru ascoltò le parole di Yato, mentre io mi ero allontanato, e pareva genuino nel replicare, seppur, certo, poteva essere anche un ottimo bugiardo.
    Lo ammetto, può sembrare avventato, quasi folle, ma sa, dopo due anni di lavoro in miniera, le prime ferie che mi sono state concesse, arrivo ad Umari, sento di tre incidenti, ma ero troppo curioso, poi, fossi tornato subito nei territori di Toshi, il mio padrone, il lord del clan Horu, probabilmente non mi avrebbe dato ferie per altri due anni., fece una mezza risata, un pò amara, a quel timore, ma non ebbe niente da obiettare alle richieste di Yato di restare lì, Finché non rischio niente, non me ne andrò, non si preoccupi, Yato-sama., confermò l'uomo e, con una buona vista [Abilità] avrebbe di certo notato i calli dell'interlocutore, verosimilmente dovuti all'uso di un piccone.

    Poi l'esplosione e ci dividemmo.
    Io cercai di inseguire quel gruppo che si allontanava in volo, ma, appunto, quando la barriera di alberi bloccò Akira-san ed i suoi compagni sulla spada volante, mi chinai dal dolore, perché qualcuno, o qualcosa, aveva smosso quel gigantesco albero.
    Non trovai ciò che avevo visto nel mio "contatto", quindi tornai verso la città, per riunirmi con gli altri.

    [Riuniti]

    Il Senju ottenne il racconto di Oboro sui fatti e poco di più, nessuno poté confermare, o replicare, ai suoi dubbi sul perché avessero catturato Nami, anziché ucciderla come gli altri.
    Il ritorno dell'Hozuki e del ninja di Suna, permise anche a loro di essere messi in pari almeno su quella piccola parte, intanto, mentre Sanji vomitava anche l'anima, una volta sceso dalla spada volante.
    Infine anche io mi sarei riunito con loro e tutti: noi quattro ninja, Oboro e la figlia Minami, ed i coniugi Tanaka, andammo al tempio di Sareshigami.

    [...]

    Qui, Akira-san condivise le informazioni da loro trovate, parlando di questi "Kurotenpi" di cui non avevo letto che qualche breve relazione, accennando ad una donna del clan Ukataka e di un uomo del clan Kurogane, non che avessi idea di quali fossero questi due clan, seppur il primo mi era parso di averlo già sentito nominare.
    Poi parlò di "Itai" e mi venne da pensare che intendesse il predecessore di Elmo-san: non avevo mai conosciuto il Mizukage del periodo in cui ero a malapena un genin alle prime armi, era scomparso dal villaggio quando avevo iniziato ad avere un certo rilievo, persino all'Abete non ci incontrammo per poco, ma questa storia sembrava assurda.
    Come fa ad avere le conoscenze di questo Itai ed il suo aspetto, ma non essere lui?, ma tenni per me quella domanda in quel momento, ascoltando le parole degli altri: prima di tutto il suggerimento di Akira-san per Masa-san di allenarsi assieme, quindi il resoconto di Yato su quanto scoperto fino a quel momento da noi due sulle tre scene del "crimine".
    Alla domanda che mi rivolse il jonin, fui sincero: Ho visto quel gruppo che rapiva l'Eremita-san e ho pensato di provare ad inseguirli, ma... dopo un pò li ho persi di vista., ammisi, tralasciando tanto del secondo caso di dolori fisici, quanto della mia ricerca di quella piantina brillante.
    Poi, però, aggiunsi qualcosa: Sono d'accordo sull'allenarci, anzi, considerando che probabilmente ci dovremo muovere in mezzo all'albero, forse se qualcuno qui non conosce il chakra repulsivo, posso aiutarvi ad apprenderlo, stessa cosa per quelli adesivo e distruttivo.
    Yato-san, se vuoi, domani possiamo vedere di migliorare un pò l'uso di quello distruttivo, gli altri so che li conosci già, Masa-san, tu non so se sei esperto di tutti e tre, se vuoi, posso aiutarti ad apprendere eventuali informazioni in più. Akira-san, sei un jonin, immagino li conosci tutti, giusto?
    , avrei concluso verso l'Hozuki.
    Poi avrei valutato un'altra cosa: Forse potremmo anche cercare informazioni in questa città di Umari, non pensate? Se la ragazza di quello Shiba era di quel paese, forse potremmo ricavare qualche notizia in più., proposi, per quanto, lo ammetto, andare ad Umari implicava per me poter cercare quella fantomatica pianta.

    Ad ogni modo, sarebbe poi scesa la notte e di nuovo ognuno di noi avrebbe avuto un pò di tempo per se.

    [Notte]

    Prima di andare nella stanza che mi era stata assegnata, mi sarei avvicinato al Sacerdote Mifune, una volta accertatomi che non ci fossero altri miei compagni nei dintorni: Mi scusi la domanda, ma l'albero, il Divino Sareshigami, qui, ma è tutto immenso, così? Non ci sono alberelli più particolari, più strani? Lei vive qui da sempre, mi pare di capire, ha visto i fatti di cinque anni fa, ma per caso c'era qualche pianta più piccola? Qualcosa di singolare, magari?, avrei chiesto al sacerdote, l'unica persona, apparentemente, non legata a tutti quelli eventi e, magari, essendo un fanatico di quel grosso albero, poteva saperne di altre strutture più piccole e strane nei dintorni.

    Dopo di ciò, sarei andato dai coniugi Tanaka: avevamo stabilizzato il padre del piccolo, le condizioni erano di certo migliorate, ma l'esplosione della locanda, doverne fuggire e raggiungere il santuario, come medico avevo il dovere di controllare le sue condizioni.
    E così avrei fatto, ma mentre lo curavo, avrei anche parlato con loro: Troveremo vostro figlio, non preoccupatevi, lo salveremo e salveremo anche gli altri. In fondo, Akira-san era qui anche cinque anni fa, è tornato per aiutarvi. Voi ricordate la battaglia di cinque anni fa, giusto? Io non ero qui ai tempi, mi chiedevo: esattamente, dov'è stato sconfitto quel mostro-Teschio?, speravo di avere da loro quella singola informazione, perché avevo un dubbio e, se il sacerdote Mifune non mi avesse potuto aiutare a trovare quella pianta, forse cercare il luogo dello scontro con questo "Gashadokuro" mi avrebbe potuto aiutare in tal senso.

    Prima di ritirarmi per la notte, avrei incontrato un'ultima persona, la stessa con cui avevo passato buona parte della giornata: il chunin di Konoha.
    Yato-san, scusa, una domanda: tu quanto ne sai di queste Armi di Iwa? Io ho incontrato la prima all'Abete e lì ho scoperto, di fatto, di queste cose millenarie. Da quel che ho capito, ce ne sono ancora quattro in giro, giusto? Tu sai qualcosa di queste? Non vorrei sia legato alle Armi di Iwa tutto quello che sta succedendo qui., ipotizzai e, in qualche modo, l'eventualità non la escludevo, per quanto mi sembrasse inverosimile, ma magari dal chunin della Foglia avrei potuto, intanto, scoprire qualcosa di più sulle varie Armi.

    Finita quella breve chiacchierata, avrei augurato la buona notte al Senju, che intanto sarebbe partito per la sua di ricerca di informazioni. [Nota Febh]Gestiscimi tu le due mie ricerche di informazioni, oltre ovviamente alla nostra breve interazione fra pg.

    [...]

    Il Senju avrebbe scoperto davvero poco da Takeshi: era ancora traumatizzato, blaterava ancora che avevano preso Nami, Le scimmie l'hanno presa di nuovo! Il prossimo sarò io! Prenderanno di nuovo anche me! Eravamo assieme quando ci hanno preso!, sarebbe stato inutile fargli domande, lo shock era evidente e difficile da vincere, sempre che avesse qualche informazione utile da condividere.

    Poi si sarebbe diretto da Minami: la ragazza si era ripresa, aveva ancora un pò di occhiaie, per il pianto, ma sembrava più ferma, calma, salutò con un sorriso pacato Yato, finché questi non mostrò il reggiseno e parlò.
    Ci volle poco, meno di un minuto, perché la ragazza scoppiasse a piangere, mentre ascoltava le parole dell'altro e quindi confessò: E' mio., il pianto riprese, mentre Yato continuava a parlare [Nota]Esatto, era la figlia.
    A questo punto, considero che tutto il discorso ad Oboro, lo fai invece a Minami, come specifichi anche tu.

    Non lo avevamo previsto. E' successo tutto cinque anni fa. Ho ricordi confusi di quando fui catturata dalle scimmie, ho ricordi confusi di quella prigionia, mi dicono che è stata qualche settimana, al massimo, ma mi è parso un tempo molto più lungo. Ero lì, sola, al freddo, in mezzo a quelle prigioni di pietra e fango e con me, all'inizio, c'era solo lui, Amano. Lo avevano catturato prima di catturare me, eravamo vicini di cella e quando eravamo coscienti, parlavamo.
    Abbiamo parlato così tanto, ci siamo avvicinati tantissimo. Poi hanno preso zio Yoshi, la signora Akane, Takeshi e Nami, con lei ho condiviso la cella, ed il piccolo Tooru. Tutto questo finché i quattro ninja non ci hanno salvato.
    C'era quel tizio spaventoso, dai modi di fare un pò strani, che ci portò via sui suoi strani rettili alati, c'era l'anziano ninja con il tuo stesso coprifronte, poi c'erano i due ninja biondi, gemelli.
    , se avesse usato l'interrogazione mentale, durante quel racconto, avrebbe visto lampi di ricordi: una cella nella roccia, umida, sporca, lei prima da sola che parlava contro una parete in lacrime, poi assieme alla ragazza che era stata rapita poco prima, mentre si facevano forza a vicenda, quindi i loro salvatori.
    Yato non conosceva nessuno degli stessi, probabilmente, di certo non conosceva Rasetsu, l'anziano ninja ubriacone del bosco, né aveva mai visto Seinji Akuma con la faccia che aveva fino al giorno della sua morte (proprio per mano di Akira), forse aveva incontrato il predecessore di Kensei? Itai Nara? In quei ricordi avrebbe visto due Itai, mentre la fuga dalla prigione si concludeva ed il gruppo si riuniva.
    Certo, anche il tanto odiato, da Yato, Hokage usava i cloni, ma quelle immagini sembravano in qualche modo diverse, come se fossero due persone che parlavano fra loro, non un uomo ed una sua copia, o almeno questa idea avrebbero trasmesso. Che Itai avesse un gemello?

    Quando tornammo al villaggio, l'Albero gigante aveva riempito tutto, i primi tempi ci dovemmo abituare, ma mio padre ha reso tutto questo una nuova ossessione, come quella dello Spirito che salvava chi veniva assalito nei boschi! Non voleva accettare la verità! Era ossessionato dalla sua fede! Ma dov'era Sareshigami mentre ero intrappolata nel fango? Abbiamo litigato e dopo un anno ho lasciato questo posto., nuove immagini, urla, pianti, rammarico, paura, prima di andarsene da quel luogo.
    Mia madre cercava di starmi accanto, ma lei non capiva, non sapeva cosa avevamo vissuto. Nami aveva Takeshi, e Takeshi aveva lei. Zio Yoshi ogni tanto cercava di sostenermi, era un caro amico di mia madre e lo avevo sempre visto come uno zio, ma aveva un carattere difficile, si sforzava per essermi vicino, ma non riusciva sempre a farlo al meglio. La signora Akane era gentile con me, ma andare a casa sua... Shiba mi faceva sempre sentire sporca quando mi guardava.
    Il piccolo Tooru era gentile, ma i genitori lo tenevano in una capanna di vetro.
    Così mi sono chiusa in me stessa, mi sono indurita per tutti, ma c'era lui: Amano.
    , nuove immagini, l'anziano Yoshi visto con gentilezza, affetto, così come la signora Akane, al contrario, non c'era affetto verso Shiba, che la guardava quasi come un cane guarderebbe una bistecca.
    E poi il dottore.
    Era più grande di me, lo sapevo che era sbagliato, ma i sentimenti non hanno età e ci siamo trovati. Per tre anni siamo stati attenti, mia madre sapeva che avevo qualcuno, ma non chi. Sarebbe impazzita, l'intero villaggio sarebbe impazzito, ti prego, non dirlo a nessuno!, avrebbe quasi gridato, disperata. Le immagini che vide a quel punto erano molto "intime".
    Ad inizio mese è tornato il ninja biondo, era notte, non sapevo che venisse a trovare Amano, ci ha trovati insieme, era un pò diverso da come lo ricordavo, aveva qualcosa di più duro nello sguardo e nei modi, mi scrutò per un attimo, prima di allontanarsi con Amano, è stata quella notte che ho perso quel reggiseno.
    Poi è scoppiata tutta questa follia: la signora Akane e suo figlio, zio Yoshi e poi Amano. Ed ora Tooru e Nami. E' come se Sareshigami mi volesse punire, ma perché dopo cinque anni?
    , questa la sua ultima domanda ed anche Yato avrebbe visto nella memoria della ragazza la notte in cui "il ninja biondo" si era presentato a casa del medico, con uno sguardo non gentile come nei primi ricordi, molto più duro, forse persino maligno. [Nota 2]Non considero la visita ad Oboro, dimmi tu in caso se vuoi qualche informazione in più in tal senso.

    [...]

    E mentre Yato faceva questa scoperta, io cercavo di riposare ed Akira faceva il suo personale incontro con il passato, forse Masayoshi avrebbe avuto un altro sogno? In fondo era un Jinchuuriki, oltre che un guerriero del Vuoto, forse anche il Demone voleva dirgli la sua su ciò che aveva vissuto. [Nota 3]Nuovo spunto, se vuoi farne uso, per un altro viaggio nel Sigillo del Vuoto, magari sfruttando il supporto del Demone.

    [Il Secondo Giorno]

    Durante la mattina, avrei dato tempo agli altri eventualmente di condividere quanto scoperto, quindi avrei proposto: Dovremmo controllare questa città di Umari e questa Midori, non pensate?, poi avrei aggiunto, Inoltre, se qualcuno vuole ancora apprendere qualcosa sul controllo del chakra, possiamo fare un piccolo giro d'allenamento stamani, ok?
    Ora, avevo una certa urgenza, lo ammetto, per quanto mi vergogni un pò, ma il mio interesse di medico e persona verso l'Eremita dal nome impronunciabile e per il bambino e gli altri due rapiti era soverchiato dalla mia necessità di capire, di trovare quella pianta e scoprire perché avevo visto quella mano scheletrica.
    Cosa avevo di sbagliato? Era diventata quasi un'ossessione, ma, appunto, me ne vergognavo, dovevo restare concentrato sulla missione almeno per il bene di quelle persone rapite, quindi avrei cercato di aiutare gli altri a migliorarsi nel controllo del chakra.
    Avrei cercato un punto dove si trovassero quanti più rami possibili dove potersi arrampicare, quindi, verso chiunque mi avesse seguito, avrei spiegato il da farsi: Allora, ragazzi, una volta per uno, corriamo verso l'albero, utilizziamo il chakra adesivo per mantenerci sullo stesso e salire più in alto possibile, e poi saltiamo.
    La repulsione è una calibrazione diversa del chakra, non dovete usarlo per stringervi sul ramo, ma per venire lanciati via dallo stesso, dovete riuscire a calibrare il chakra per darvi un buono slancio e, mentre siete in aria, portate il chakra ad un punto qualsiasi del corpo ed usatelo per abbattere i rami mentre siete in caduta.
    Ricordate, per il chakra repulsivo dovete immaginare di spingere, ma la spinta non deve partire dalla gamba, deve partire dal piede, non sono i muscoli i primi a muoversi, è il chakra.
    Spingere con il chakra con una modulazione diversa rispetto all'adesività, -termine che non so se esista- mentre i muscoli delle gambe si flettono per il vero movimento.
    Poi colpire: il chakra dovrà disporsi sul braccio, o sulla gamba, come una patina e detonare intorno a voi, quasi un fazzoletto che aprite sulla superficie con cui entrate in contatto, stavolta è il muscolo il primo ad agire, poi, al contatto, rilasciate il chakra intorno a voi per incrementare la potenza dell'impatto.
    I colpi dovrebbero ridurre la vostra velocità di discesa, ma sul finale, se volete, sfruttate il chakra adesivo per fermarvi del tutto, ma attenti alla cinetica.
    , conclusi.
    Era un esercizio abbastanza completo, ora c'era da vedere chi avrebbe voluto farlo e, poi, cosa avremmo potuto scoprire con ulteriori indagini, magari ad Umari.
    E, soprattutto, avrei trovato la pianta? [Nota 4]Teoricamente nessuno di voi, mi pare, ha il chakra repulsivo in scheda, Hidan mi diceva di fare assieme tutti e due gli allenamenti ai tempi, così ecco una "combo" per perfezionare tutte e 3 le cose per chiunque voglia farla.

    Per il resto, a voi sia per l'eventualità di andare ad Umari, per le info che il mio pg potrebbe trovare sulla pianta e sull'eventuale allenamento fra guerrieri del Vuoto.
     
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    Notte nel Tempio


    Villaggio di Tsuya - Chapter IV



    [Radura]


    Topino io?! Ringhiò il piccolo suricato, ferito nell'orgoglio.
    Sono un suricato! Tuonò con la sua voce squillante, guardando in cagnesco anche Masayoshi, che non era riuscito a trattenere una risata. Non poteva biasimare il Jonin. Le dimensioni ridotte e la coda lunga di Koinu lo rendevano simile a un roditore, ma vi erano differenziali sostanziali tra le due famiglie di animali: primo tra tutti, le zanne, poi l'acuta vista e la capacità di generare fuoco dalle fauci.
    Ero a Soyo. Confessò il chunin.
    Prima di ritrovarmi davanti al Veterano e ai suoi scagnozzi. Preferì non ricordare quel giorno.

    [In casa di Rasetsu]


    Devo proprio abituarmi al fatto che mi chiamerai topino? Disse, cercando di nascondere la simpatia che aveva iniziato a nutrire per lo spadaccino.
    All'inizio gli aveva dato parecchio fastidio essere chiamato topo, specie da un giovanotto che non aveva mai visto prima, poi aveva notato che quel ninja si divertiva a storpiare tutti i nomi. Non era stata sua intenzione offenderlo.
    Il termine "Masakoso" lo aveva steso. Quando avrebbe fatto ritorno nell'Anarouch, si era promesso di espandere quel nomignolo tra tutti i suoi simili.
    Ogni qualvolta il Jonin lo chiamava "topino", lui fingeva di arrabbiarsi e con un falso broncio sul volto perlustrava la zona con attenzione.

    Al secondo piano, Masayoshi aveva avuto ben poco da fare e non gli fu difficile accorgersi della reazione di Akira alla vista dei disegni. Si era incuriosito, ma oltre alla battuta sui suoi capelli, che il Jonin sembrò ignorare, il chunin lo lasciò pensare ad alta voce.

    [Fine dell'inseguimento]



    png
    Non so cosa mi sia accaduto. Disse, prima a Koinu e poi ad Akira, visibilmente agitato per la crisi che aveva avuto. Si tastò la fronte, senza percepire nulla.
    Il Simbolo del Vuoto...Era confuso e la stanchezza accumulata non aiutava. Si arrese all'ignoranza e annuì all'ordine del Jonin di rientrare alla base.
    Hoshikuzu? Come poteva essere caduto in mani nemiche? Lui e Hohe erano i ninja più potenti di Suna.
    Serrò i denti.

    [Locanda]



    Fecero ritorno a Tsuya sull'insolito mezzo di trasporto con cui avevano inseguito i nemici.
    Oltre le piccole e gracili mura del villaggio, Masayoshi scorse un sottile filo di fumo salire verso di loro, spinto dal vento che filtrava dai possenti rami di Sareshigami.
    La locanda! Esclamò, indicandola. La nube proveniva dall'edificio in cui aveva incontrato Fudoh, Yato e Akira.
    Atterrarono di fretta e furia. Mentre Akira chiedeva di Fudoh, preoccupato come un genitore, Masayoshi si avvicinò alla signora Oboro, seduta affianco di sua figlia, con lo sguardo rivolto verso i resti dell'edificio.
    La disperazione era pesante, palpabile. Le loro lacrime pesavano come macigni nel cuore dello Shokuto. Dovevano ritrovare Nami, Hoshikuzu e Rasetsu.
    Tra i presenti, fu la signora Oboro a descrivere ciò che era accaduto in loro assenza.

    CITAZIONE
    Ha detto di dire ad Akira ed agli altri due guerrieri del Vuoto che dopodomani mattina, all'alba, li vuole dove tutti i Discendenti erano tenuti prigionieri. Per tutto domani non vi disturberà: ha detto di dirvi saprà se vi avvicinerete e sa che siete andati a vedere l'avamposto e le case delle vittime.
    Se vi avvicinerete prima della data indicata, ucciderà tutti gli ostaggi, prima Tooru, poi Nami, poi un certo Rasettu ed infine il vostro compagno, Hoshi.

    Quel giorno era giunto, il giorno in cui il destino di innocenti e/o amici sarebbe stato nelle sue mani. Rimpianse i tempi dell'Accademia e delle prime missioni, prive di pericoli e responsabilità, dove il suo unico compito era limitarsi ad eseguire alla lettera le indicazioni del caposquadra di turno.
    Fece due profondi respiri. Doveva calmarsi e credere in se stesso.
    Ne aveva superate tante, dal Veterano, ai Kurotempi fino agli Hayate. Hoshikuzu aveva bisogno di lui, del ragazzino dai capelli rossi e bianchi che aveva addestrato e a cui aveva affidato l'arma più potente di Suna. Lianshi-sama aveva creduto così tanto in lui da affidargli il dono del Vuoto. Il Kazekage lo aveva ritenuto degno di possedere uno dei Kiseki di Suna.
    Il Rokubi. Credeva in lui? Dopo l'Abete, il loro rapporto era cambiato. L'aveva odiato per averlo ingannato nel momento in cui aveva più bisogno di lui.
    La rabbia nei suoi confronti era stata così pura che qualche notte aveva sognato di farsi seppellire vivo per condannarlo alla prigionia eterna. Poi la natura umana aveva fatto il suo corso e l'odio era scemato sempre più.
    Posso farcela! Posso liberare tutti quanti. Continuò ad ascoltare la signora.
    Koinu Si passò una mano sul volto stanco. Dopo il controllo medico, prova a intrufolarti tra i detriti. Forse puoi trovare qualcosa che ci possa aiutare. Sussurrò al suo suricato.
    Non credo troverò qualcosa di utile
    Dobbiamo tentare. Cosa avrebbe potuto scoprire il piccolo suricato?

    È solo stanchezza, Yato-san. Mormorò, con il gomito piantato sul ginocchio e la fronte sudata appoggiata sul palmo. Il foglioso lo stava visitando. Chi avrebbe creduto che un giorno si sarebbero trovati faccia a faccia come alleati?

    [Tempio]



    La notte era giunta e la comitiva aveva già raggiunto il Tempio di Sareshigami.
    Masayoshi l'aveva immaginata di dimensioni immense, simili a quelle dell'albero, ma si sbagliava. La casa del sacerdote Mifune era un semplice tempio, sviluppato per lo più in altezza. Era bello e ben curato, con un carica mistica notevole.
    Akira li aveva preceduti e aveva scelto due stanze adiacenti, ai piani più alti.
    Si erano ritrovati lì per fare il punto della situazione. Dopo l'ottimo servizio svolto, Koinu si era congedato per riposarsi nelle grotte torride dell'Anarouch. Il primo a prendere parola fu Akira.
    I Kurotempi. Aveva letto dei fascicoli su di loro. Ci si era imbattuto a Soyo, in una missione accademica piuttosto complessa. In quell'occasione, dopo essere stati attaccati da semplici scagnozzi, il gruppo aveva affrontato colui che era conosciuto con il nome di Incendio. Gatou Warai. Ricordava il suo nome. Era un pazzo scatenato. Per uno scherzo del destino, come quello di dover affrontare un nemico ancora più potente, erano finiti per allearsi.
    Sperò che non tutti gli affiliati di Kurotempi fossero come Gatou.
    Un Kurogane, un Utakata...e Itai. Non conosceva le abilità degli Utakata e quelle del kiriano, amico di Akira. Tra tutti, avrebbe voluto misurarsi con il compaesano. Chissà se il suo nome, Masayoshi Shokuto, gli fosse giunto all'attenzione.

    Sobbalzò quando Akira si rivolse a lui con quel "Tu" quasi gridato. Il suo sguardo era cambiato. Per un momento, Masayoshi si chiese se fosse realmente il Jonin o un suo clone, perché non riusciva più a scorgere l'espressione amichevole e scherzosa che lo caratterizzava. Nei suoi occhi turbinava i cristalli di ghiaccio di Genosha.

    CITAZIONE
    Domani, ci alleneremo tutto il giorno. Quello che è successo oggi non deve riaccadere. Probabilmente sei stato sopraffatto dal mio flusso del Vuoto. Non sai ancora controllare minimante questo potere; non è accettabile, soprattutto se dovremo combattere tra poco più di una giornata.

    Ri-ricevuto. Ventiquattro ore circa per diventare un vero Guerriero del Vuoto.
    A differenza dei suoi compagni, Masayoshi non aveva nulla da riferire. O almeno, non sulla missione. Se all'alba del secondo giorno si sarebbero scontrati con i Kurotempi, il suo caposquadra avrebbe dovuto sapere che nel suo team vi era il Jinchuuriki del Sei Code. Anche a costo di disobbedire agli ordini degli anziani.
    Lasciò ad Akira l'onore di riepilogare cosa avevano scoperto nella radura in cui era stato ucciso Amano.
    CITAZIONE

    Yato-san, se vuoi, domani possiamo vedere di migliorare un pò l'uso di quello distruttivo, gli altri so che li conosci già, Masa-san, tu non so se sei esperto di tutti e tre, se vuoi, posso aiutarti ad apprendere eventuali informazioni in più.

    Gli rivolse un sorriso stanco. Fudoh era l'unico ninja a sapere della sua natura di Jinchuuriki.
    Oggi ho imparato quello distruttivo. Dovrei fare ancora pratica. Mentì. Non voleva apparire presuntuoso. Sarei felice di apprendere da te il chakra repulsivo
    Non riuscì a trattenere uno sbadiglio.
    Yaaaawn...signori, io mi congedo. Ci vediamo domani. Buonanotte. Li salutò con un cenno della mano.
    A differenza degli altri, lui aveva bisogno di riposo.

    [...]



    Con lo sguardo fisso sul soffitto bianco perla, Masayoshi cercò di sprofondare nel tenero abbraccio di Morfeo, ma i suoi pensieri erano implacabili e la mente rimuginava su ciò che era accaduto nel deserto azzurro in cui era apparso. Era stato pazzesco e allo stesso tempo terrificante. Riusciva a percepire sulla pelle le liane invisibili che avevano cercato di strangolarlo. Cos'era quel posto? Come ci era finito?
    Se solo Lianshi fosse qui. Sbuffò, girandosi nel letto prima a destra e poi a sinistra, come una trottola.

    jpg

    Hai paura. Come sempre.


    Quella massa di odio era in grado di fiutare i momenti meno opportuni per emergere dal proprio letargo.
    Lo ignorò, ma ci voleva ben altro per farlo desistere.

    Speriamo che l'abbiano già ucciso. Secondo me lo stanno torturando.


    Si riferiva a Hoshikuzu, colpevole di averlo chiuso in un'altra prigione. Un urlo di dolore rimbombò al suo interno.

    Sei patetico. Inutile! Mi libererò e di ridurrò in tanti piccoli granelli di sabbia.


    Dovette sorbirsi insulti e minacce per ben due ore, poi lo lasciò riposare, non prima di essersi congedato con un risata così malvagia da farlo tremare dalla paura.
    Se solo potessi usare il Vuoto contro di te. Urlò dentro di sé. Forse fu proprio quel pensiero dettato dall'ira a permettergli di far ritorno in quel mondo che non aveva ancora compreso. I suoi occhi ruotarono e il simbolo riaffiorò al centro della sua fronte.

    jpg


    Si materializzò al centro di quel deserto privo di sole e di nuvole.
    In piedi, con le braccia distese lungo il corpo, Masayoshi volteggiava a pochi centimetri dalla sabbia. Ovunque quel luogo si trovasse, non aveva subito mutamenti dalla sua prima visita.
    Al primo pensiero che la sua mente formulò, il chunin percepì nuovamente una pressione sul suo collo. Era debole, quasi impercettibile, ma se avesse perso il controllo di sé stesso, la morsa sarebbe diventata mortale in meno di un secondo. Ma qualcosa sembrò aiutarlo. Non fu una voce ma la consapevolezza di chiudere gli occhi e spegnere la propria mente.
    Per un abitante del deserto, il Vuoto era una distesa di sabbia fredda, immobile e senza vita, sia nei cieli sia nelle profondità delle grotte che aveva spesso visitato in compagnia dei suricati.
    Non immaginò nulla né si impose di rilassarsi. Doveva scavarsi dentro e trovare il Vuoto. Doveva annullarsi. Diventare un tutt'uno con ciò che lo circondava.
    Facile a dirsi e difficile a farsi, quando il cuore batteva all'impazzata.
    Il Vuot...Aaagh. Fece un passo falso e la morsa al collo peggiorò. In quello stato di rilassamento profondo, la sua soglia di sopportazione era migliorata. Purtroppo, ciò che il Vuoto gli richiedeva era qualcosa in più, qualcosa che il chunin non era ancora in grado di concepire appieno. E lui era la persona meno preposta, perché annullare il Rokubi era un impresa impossibile, come comprimere una montagna e chiuderla in un piccolo pacco da regalo.
    Rokubi. Si sentì soffocare, ma prima di lasciare quel mondo, Masayoshi sgranò le palpebre. Dov'era il Bjuu? Che non fosse lì con lui?
    Dove sono realmente?

    Davanti a sé prese forma e colore il soffitto della stanza.
    Riempì i polmoni di ossigeno, con le mani sul collo per liberarsi da quelle corde invisibili che lo stavano strangolando.
    Era... Non riuscì a finire la frase.

    Sono sempre qui. In questa gabbia! In questa prigione! In questa tortura!


    Perché non ti sentiv..

    E pensi che io te lo dica? AHAHAAHHAA Da...me...non avrai alcun aiuto.


    Mi aiuterà Akira. Domani.
    Avrebbe dovuto darsi una sciacquata, ma rinviò tutto al mattino successivo. Ansimante e sudato, il chunin non aveva nemmeno le forze per alzarsi.

    [Mattina successiva]


    Il mattino successivo, dopo essersi lavato e aver recuperato l'equipaggiamento vicino al letto, Masayoshi si diresse nel punto d'incontro. Era eccitato all'idea di approfondire il potere del Vuoto. Proprio in quell'occasione, senza Yato nei paraggi, il Jinchuuriki aveva intenzione di confessare al Jonin la sua vera natura, come aveva fatto in passato con il medico di Kiri.

    Per la mattinata, Fudoh aveva altre idee: addestrarsi nel terzo controllo del chakra, quello repulsivo.
    Forse dovrei impararlo Avrebbe preferito fare altro, ma saper controllare gli effetti del chakra era fondamentale per un chunin come lui. Inoltre, doveva far pratica con il chakra distruttivo.
    Se Akira fosse stato d'accordo, Masayoshi avrebbe accettato la sfida di Fudoh e rinviato al pomeriggio il loro allenamento con il Vuoto.

    Ascoltata la spiegazione del barbone, Masayoshi decise di provare per secondo.
    Quando giunse il suo turno, il chunin fece due profondi respiri, poi corse alla massima velocità verso l'albero.
    Devo spingermi in alto con il chakra. Si ricordò, mentre il piede destro aderiva per primo sulla superficie lignea. Saettò verso l'alto, muovendosi a zig-zag, con i pugni alzati, pronti a spaccare i rami più ostici che si sarebbero trovati sulla sua strada.
    Il primo pugno carico di chakra, rilasciato nell'istante stesso del contatto, mandò in frantumi un grosso tronco. Poi si spostò a destra e ne spaccò un altro più piccolo, senza rallentare. Vide davanti a sé, a quindici metri, il punto in cui spiccare il volo.
    Accelerò e si preparò al primo tentativo di richiamare a sé quel tipo di chakra.
    Ce l'avrebbe fatta? O avrebbe fallito? Non era un Genin inesperto, bensì un chunin, ma non poteva definirsi un vero talento. Lui faceva parte del gruppo di persone che aveva bisogno di pratica per apprendere un arte.
    Credette nel successo e fece male, perché il chakra fluì sotto le piante dei piedi troppo tardi e l'effetto repulsivo si generò solo in parte e nel momento sbagliato. Percepì una spinta intensa provenire sotto di lui, forza che si smorzò quasi subito, facendogli spiccare il volo come un uccello ferito.
    Per sua fortuna, lo slancio non gli fece perdere l'equilibrio.
    Sebbene non fosse riuscito ad atterrare sul tronco opposto, a circa dieci metri di distanza, Masayoshi cadde sopra un grosso ramo in basso, non prima di aver frantumato alcuni sottili rami che erano entrati a contatto con i suoi piedi colmi di chakra distruttivo.

    Arrabbiato con se stesso per l'errore commesso e il rischio corso, il chunin ritornò dai suoi amici, determinato a riprovarci, più e più volte, quanto fosse necessario per apprendere anche la terza e ultima arte del chakra.


    [...]


    Chakra: 75/75
    Vitalità: 16/16
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 500
    Velocità:  500
    Resistenza: 500
    Riflessi: 500
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 500
    Agilità: 500
    Intuito: 500
    Precisione: 500
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Rotolo da Richiamo × 1
    • Rivestimento Mimetico × 1
    • Coltelli da Lancio × 4
    • Katar del Deserto × 1
    • Giubbotto Rinforzato × 1
    • Antidoto Intermedio × 1
    • Kunai × 6
    • Parabraccia in Ferro × 1
    • Tonico di Ripristino Medio × 1
    • Maschera × 1
    • Cartabomba II × 1
    • Tonico Coagulante Medio × 1
    • Kiseki Arancione × 1

    Note
    ///





     
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    All'Ombra di Sareshigami


    VI


    E io che ho detto? Suricato, topino, due modi diversi di dire la stessa cosa. Feci eco alle parole del buffo compagno animale di Masayoshi, mentre gli accarezzavo la fronte con il dito indice. Un carinissimo topino curioso! Era troppo tardi per qualsiasi cambio di opinione a riguardo, lo avrebbero capito.
    Per quanto riguarda la questione "Itai"... Mi soffermai vicino a Sanji, dopo che questo ebbe condiviso con noi le informazioni aggiuntive richieste. I tempi quasi coincidono... Non mi aspettavo che nessuno dei presenti capisse quella mezza frase, ma i miei ricordi andarono al Paese dei Demoni; era passato all'incirca lo stesso lasso temporale. Anche questo, coincideva con le ipotesi che iniziavano a formularsi nella mia mente.

    [...]

    Mentre iniziai a rallentare nel cielo, l'uomo dalla maschera gialla si girò verso di me, attirato dal mio nuovo flusso di chakra influenzato dall'energia del Wu. I nostri sguardi si incrociarono, e sebbene a diverse centinaia di metri, sembrarono per un istante toccarsi come se fossimo a portata di mano. Sapevo nel mio cuore che quel momento era solo posticipato. Non ti preoccupare adesso... Torniamo al villaggio. Rassicurai il ninja della Sabbia, mentre i miei occhi vedevano scomparire all'orizzonte, tra la folta vegetazione, l'uomo dalle sembianze di Itai Nara e la sua combriccola.

    [...]

    E se anche li avessi raggiunti, cosa avresti fatto da solo contro dei ninja che non hanno avuto problemi a sconfiggere anche un Jonin come Hoshi? Reguardii Fudoh, avvicinandomi a lui e dandogli un piccolo colpo in testa con il mio pugno. Non essere così avventato la prossima volta, ti saresti potuto fare male, o anche catturare, causando più problemi che altro. Io per esempio in questa occasione avrei tentato di... La mente vagò di quando, a malapena genin, in quello stesso posto, mi ero lanciato come la testa di una delle armi di Iwa, arma bianca in pugno; oppure di quella volta che, appena diventato chunin, decisi di schierarmi dinanzi a Shiro di Cantha, finendo solo per essere ignorato e quasi deriso dallo stesso; oppure di quella volta che mi catapultai da solo contro il Veterano, circondato da potenti alleati Cremisi... O di quella volta in cui... In sintesi, non ero un gran esempio. ... Niente, lascia stare. Tergiversai prima di glissare la frase.
    Dopo un breve recap delle informazioni acquisite dal duo che era rimasto a Tsuya, aumentai la dose informandoli anche su quanto avevamo rinvenuto sul luogo di omicidio del dottor Amano. In sostanza, è stato ucciso da qualcuno con una lama... E nei paraggi abbiamo trovato un lungo capello color viola. Guarda caso, lo stesso colore dei capelli della fidanzata di Shiba... Com'è che si chiamava? Quella che veniva da Umari... Ulteriori dettagli sarebbero stati dati laddove richiesti. E, per quanto riguarda quello che hai detto, si, probabilmente hanno un piano più complesso alle loro spalle... Bisogna solo capire che tipo di piano. O fregarsene e sconfiggerli. Feci spallucce. Data la mancanza di informazioni e di tempo, la seconda possibilità la vedo come quella più praticabile.
    Le mie parole sul addestramento con Masayoshi ebbero effetti positivi anche sugli altri membri del gruppo, in particolare su Fudoh, il quale propose un addestramento sul controllo del chakra repulsivo e distruttivo unitamente ad una piccola gita ad Umari, una cittadina nelle vicinanze di Tsuya, appena superato il confine di Taki. Ehm... I controlli del chakra, dici... Beh, certo, certo... Mi grattai la testa, quasi imbarazzato. A chi diavolo erano mai serviti i controlli del chakra? Ovviamente! Non solo io... Io conosco i tre controlli del chakra... + 1! Ehm... Si, insomma, quello segreto... Come? Se posso mostrarvelo? Assolutamente no! Come? Perché no? Ma è ovvio... Insomma, si... Ecco, è roba da jonin esperti! Una piccola dimostrazione? Ehm... No, è troppo pericoloso, potreste pensare a volerlo emulare e poi... Ho detto no e discussione chiusa! Tagliai corto, quasi imbarazzato. E domani si va ad Umari! Ora, a dormire!

    [...]

    Mentre mi allontanavo dal tempio, il Maestro della Spada di inverno si sarebbe posizionato su un ramo del grande albero, a circa metà distanza tra le due diverse stanze dove alloggiavamo. Silenzioso e immerso nell'ombra, mentre Masayoshi si era immediatamente rifugiato nel suo letto, avrebbe atteso che Fudoh e Yato si trovassero nello spazio dinanzi a lui prima di parlare. Voi due, giovani ninja, dove vorreste andare? L'ora è tarda, e Akira-san vi ha dato indicazioni ben precise. I giovani chunin avrebbero pensato di trovarsi di fronte ad un dragone, ma dopo quelle poche parole, dal buio dei rami, la figura del samurai pinguino e il suo immancabile cappello di paglia sarebbero parzialmente emerse, rischiarate dalla luce lunare per un solo breve istante. Potete chiamarmi Maestro Pen Gin. Avrebbe comunicato ai due ninja, prima di ascoltare le loro intenzioni notturne. Acconsento ai vostri movimenti. Ma non dovrete uscire dal tempio. La luce della luna rischiarò ancora la zona, scintillando sulla lunga katana, accanto al fierissimo pinguino.

    Rammentate: vi tengo d'occhio.

    E i due chunin avrebbero forse sentito i loro corpi essere quasi divorati dall'iride magnetica del Maestro d'Inverno.

    [...]

    Il potere del Vuoto inghiottì il mio corpo, mescolandosi al normale flusso di chakra e descrivendo quell'antica arte in un tutt'uno. Avvolto da quella arcana energia, cercai di interagire, di trovare un contatto, con il grande tronco dell'albero, che un tempo era stata forse una delle Armi più pericolose della storia del mondo dei ninja.
    Cercai di concentrarmi, usando il Vuoto non solo come strumento ma anche come mezzo, mezzo per raggiungere uno spiraglio della volontà e dell'energia vitale dello Scriba del Mondo; quelle erano le mie intenzioni, o meglio, le mie speranze. Speravo che, in tutta quell'immensa energia vitale, che aveva assorbito il Gashadokuro, l'Arma che Divora il Mondo, una scintilla della vita di Pangu e della sua coscienza fossero sopravvissute. Se quella mia speranza avesse trovato un riscontro, forse, il legame con il chakra che fu del grande Ninja Scrittore avrebbe potuto permettere a questo di mettersi in contatto con me, o il contrario.
    I minuti passavano e, malgrado tutti i miei tentativi, il potere del Vuoto sembrava non trovare alcun riscontro nell'energia del grande albero.
    Forse... Sei scomparso per sempre, bruciando ogni singola parte della tua vita, pur di permetterci di vincere, quel giorno... Parlai da solo, quasi a volermi convincere. Mi dispiace... Deluso da quel fallimento, chiusi il mio corpo al Vuoto, e rialzandomi, lentamente, dopo aver dato un ultimo sguardo al grande albero, tornai sui miei passi, abbassandomi sotto ad un grande ramo per riprendere la strada verso il tempio.
    Quante domande avrei voluto fare allo Scriba del Mondo? Perché aveva scelto me come Undicesimo Guerriero? Era stato solo caso, o avevo potuto osservare o intuire quasi il futuro con il potere della sua Descrizione del Mondo? Ed ancora, come potevo ottenere nuovamente un potere necessario a distruggere le restanti Armi di Iwa? E dove erano state sigillate? Cosa avrebbe voluto dire a Natsuhime-dono? E cosa avrebbe pensato del tradimento di CaoCao? Chi lo aveva spinto fino a quel punto? C'era forse un nemico nascosto ancora più pericoloso di quelli che stavamo affrontando?
    Tante, forse troppe domande. Cercai di colpire con un pugno uno dei rami di Sareshigami, prima di abbassarmi per superarlo. Uhm? Ci ero già passato, sotto a quel ramo.
    Mi voltai. Ero di nuovo di fronte dinanzi al grande albero. E, davanti a quello, c'ero io.
    Il mio corpo, quasi traslucido, sembrava ben inserirsi in quel mondo ovattato, dagli spessi elementi e superfici, che sembravano essere quasi impresse nella realtà da un pennello. Un rumore di passi leggeri attirò la mia attenzione dalle mie spalle.
    Ahahahah! Una risata genuina. Davanti a me c'era lo Scriba del Mondo. Pangu-sama! Esclamai, avvicinandomi e abbassando leggermente il capo in segno di rispetto. Per chi conosceva Akira, quei comportamenti era praticamente unici, non rari. Io... Avevo quasi perso le speranze! Credevo che non fosse rimasto più nulla di lei qui... Sono così felice che abbia funzionato! Sono così felice di poter parlare di nuovo con lei, anche se per poco! Non riuscivo quasi a credere a quello che stava accadendo. E' così Pangu-sama, la Bakekujira è distrutta, e questo è il suo chakra... O almeno parte di esso. Grazie agli insegnamenti di Lianshi e con l'aiuto di Natsuhime-dono sono riuscito ad assorbire il suo immenso potere, insieme a sua moglie, ed utilizzarlo per distruggere l'Arma... Inoltre... Lianshi e Xu Shu sono riusciti perfino a restituire un corpo a Natsuhime-dono! E' in vita, si trova sull'isola dell'Abete, vicino a Kiri... E, per il fondoschiena preferirei non rispondere. Tagliai corto, nascondendo l'imbarazzo. Adesso che il suo chakra e la sua energia vitale sono di nuovo insieme... Come si sente? C'è qualcosa che io possa fare per restituirle una presenza fisica? Mi dica se posso aiutarla in qualche modo! Se lo Scriba del Mondo non avesse ritenuto opportuno, o avrebbe rifiutato qualsiasi tipo di richiesta, avrei continuato, seppur in maniera più sommessa. Capisco... Ma... Se posso... Se lei vuole far arrivare un messaggio a Natsuhime-dono... Sarà mia cura portarglielo. Dopo millenni di lontananza, credevo che almeno quel piccolo gesto avesse potuto riavvicinare, almeno i cuori, dei due innamorati.
    Pangu-sama, sono riuscito a trovare la mia Declinazione del Vuoto... Adesso sono il Guerriero del Vuoto di Chakra... Si, forse un po' banale, ma è forse adatto ad un tipo come... Me. Inoltre... Grazie al suo chakra, sono riuscito a trovare un punto di incontro tra il Potere del Vuoto e la sua arte della Descrizione. Certo... L'ho adattata al mio stile di combattimento e alle mie capacità, ma bilanciando i poteri posso affermare di aver trovato una giusta simbiosi. Non sarò mai elegante come lei, ma... D'altronde sono uno spadaccino. Avrei quindi analizzato in breve quelle mio nuove capacità dinanzi ad uno dei più grandi ninja di sempre, con la speranza di renderlo quantomeno soddisfatto di quelli che erano stati gli esiti dei miei addestramenti. Quindi raccontai allo Scriba del Mondo, riassumendo, i fatti dell'Abete, soffermandomi in particolare su CaoCao e sul suo tradimento, per amore. Ha idea di chi possa aver deviato a tal punto la mente di CaoCao? Chi poteva conoscerlo a tal punto da sapere le sue debolezze. Chiunque fosse... Era ben a conoscenza non solo dei fatti di Tsuya, ma anche delle precedenti guerre... Sebbene non volessi trovare redenzione o perdono per le gesta di CaoCao, non avrei mai dimenticato in che stato lo trovai nelle grotte dell'Abete, privato del suo Simbolo del Vuoto, ormai scomparso.
    Pangu-sama... Ho sempre voluto chiederle se... Se mi ha donato il Simbolo per un motivo in particolare, o se è stato tutto frutto del caso... Sa, i miei legami con le origini dei clan di Natsuhime-dono e tutto quel che è successo all'Abete... All'inizio credevo fosse stato solo caso, poi che fosse stato tutto immaginato e orchestrato da lei, ma adesso che sono qui davanti... Guardai l'antico ninja negli occhi. Non so se voglio saperlo... Parlai debolmente. Tutto questo, può davvero influenzare le mie azioni? Il destino, è già scritto, oppure è frutto di un milione di gesta ed azioni casuali? Se io non avessi creduto in lei o in me... Avrei compiuto comunque le gesta che mi hanno portato a distruggere la Bakekujira? Quelle domande, forse confuse, erano in realtà tra i quesiti più antichi nella storia dell'uomo. Destino o libero arbitrio? Predestinazione o casualità? Cosa poteva un uomo solo dinanzi a quelle grandi forze che spingevano il mondo?
    Il tempo scorreva inesorabilmente. Pangu-sama, prima di lasciarci, avrei delle ultime domande per lei. Sono qui perché qualcuno ha ucciso o imprigionato alcuni dei suoi eredi, come a voler ricreare le stesse condizioni che hanno permesso il risveglio del Gashadokuro cinque anni fa. Inoltre, sembrerebbe che per il loro piano siano vitali i Guerrieri del Vuoto... In mezzo a tutto questo c'è un uomo che ha l'aspetto di uno dei miei più grandi amici: Itai Nara... Sa cosa potrebbero voler fare? Potrebbero voler risvegliare in qualche modo il Gashadokuro? Oppure sfruttarlo in altro modo? Domandai, prima di ultimare definitivamente con gli ultimi quesiti. Ora che ho abbastanza potere per poter affrontarle... Voglio distruggere le Armi rimanenti: Komainu, il Kappa e il Jorogumo. Cosa mi può dire su loro? Dove sono state sigillate? Come posso distruggerle? Avrei guardato ancora lo Scriba del Mondo negli occhi. Io... Ho deciso di sacrificare ogni cosa per poter aiutare chi ha bisogno... Ho lasciato indietro il mio Villaggio, i miei amici, il mio... Amore... Per trovare il coraggio di andare avanti, in un mondo dove a nessuno interessa dei più deboli, e dove tutti guardano solo i loro interessi personali... Io ho deciso di provare a salvarli... Tutti. Se lei fosse in vita, quante cose potrei imparare... Ma cercherò comunque di non rendere la sua scelta uno spreco. Almeno questo, glielo devo. Il mio capo si chinò nuovamente. Che questo sia ancora un arrivederci, e non un addio, Pangu-sama... Il mondo ovattato iniziò a spengersi, mentre la mia coscienza fluttuante tornava all'interno del mio corpo.
    Quando riaprii gli occhi, ero ancora seduto dinanzi a Sareshigami.
    Con un lieve sorriso in volto, guardai in alto, verso il cielo stellato notturno.

    [...]

    Svegliato di buon ora - un modo diverso per dire svegliato da tutti i restanti compagni di missione che si erano alzati per prepararsi - rotolai fino al bagno per darmi una sciacquata, ormai ultimo di tutto il team. La notte precedente, rincasando, avevo intanto ringraziato Pen Gin per l'aiuto, facendolo ritornare ad Azumaido e al Freddo a cui era abituato. Quindi avete conosciuto Maestro Pen Gin, giusto? Un vero spasso. Avrei tirato due pacche sulle spalle rispettivamente a Fudoh e Yato, mentre mi dirigevo verso una zona ristoro dove avrei preso solo un enorme bicchiere d'acqua - riempiendo la mia solita borraccia - e dei dorayaki da sgranocchiare lungo il tragitto.
    Tu? Ti sei riposato? Oggi ti farò tornare nel letto strisciando! Ahahah! Un ulteriore pacca della spalla a Masayoshi, che avrebbe potuto notare un certo distacco tra il contenuto della frase e il tono con il quale sarebbe stata pronunciata. Molto bene, direzione Umari. Esclamai, mentre Fudoh proponeva di unire l'utile al... Utile. Ehm... Si, ottima spiegazione Fudoh, fate come dice lui... Memorizzai le confuse spiegazioni del ninja. Masakoso, il nostro addestramento è rimandato a questo pomeriggio, questa mattina imparare a controllare in maniera più efficace il chakra avrà la precedenza... Magari utilizzeremo il tempo del viaggio per parlare un po'. Per comprendere la tua declinazione, devi prima capire cos'è il Vuoto. E chi sei te. Aggiunsi, prima di prendere un po' di tempo, con fare imbarazzato. Forza! Fate come vi ha spiegato Fudoh... Io... Si, ecco! Io vi controllerò da dietro! Pollicione all'insù, mentre con l'altra mano facevo segno ai miei compagni di team di iniziare il cammino.

    Quando furono abbastanza lontano, tra piccole vittorie e grande sconfitte, decisi che era arrivato il momento di tentare a mia volta. Ok, niente brutte figure Akira. Sei un jonin. Sei uno dei più grandi combattenti del continente. Puoi farcela. Parlai a me stesso, in maniera motivazionale, mentre iniziavo a correre sul primo dei tronchi d'albero, coprendo per intero la sua altezza. Quando giunsi all'apice, feci fluire il mio chakra lungo la pianta dei miei piedi. Nello stesso identico istante in cui i muscoli della gamba e l'intero corpo si preparavano al salto, feci defluire il chakra verso l'esterno, in una sorta di piccola esplosione.
    La cosa positiva fu che funzionò, la cosa negativa è che avevo calibrato male la distanza del mio salto utilizzando quel controllo del chakra.
    Con un piccolo urlo, superai di parecchi metri l'albero dove erano arrivati i chunin, finendo sostanzialmente per raggiungere addirittura quello successivo. Con un'imprecazione a mezza bocca, dovetti prepararmi ad atterrare su uno dei rami che avevo ormai di fronte. Accumulando il chakra nuovamente nelle piante dei piedi, questa volta mi preparai a rilasciarlo a contatto sulla superficie d'atterraggio, in modo da rendere l'atterraggio più semplice. Per mia sfortuna, sbagliai nuovamente a calibrare il quantitativo di chakra. Il ramo esplose sotto il colpo e il peso dei miei piedi, e mi ritrovai in un istante a cadere verso il vuoto.
    Solo la presenza di un piccolo ramo appena sotto riuscì ad evitarmi la più pessima delle cadute - e imbarazzante figura. con le mani cinsi il piccolo ramo e, sfruttando il chakra adesivo e la mia innata agilità, utilizzai la forza cinetica del movimento per effettuare un ulteriore salto con rotazione nel vuoto, dopo aver scaricato l'energia del salto. Atterrai su un piccolo alberello lì davanti. Allora, avete visto?! Urlai, girandomi verso i miei compagni. Questo è quello che succede se non calibrate bene il quantitativo di chakra! Quindi... Ehm... Fate attenzione! Non tutti hanno un'agilità felina come il sottoscritto! Ancora una volta pollicione in alto.
    Pericolo scampato.

    [...]

    Quando Masayoshi avesse imparato in maniera decente a controllare il chakra repulsivo - e io di conseguenza, sebbene impiegai giusto un paio di salti per capire la giusta dose di chakra da applicare -, feci segno al ragazzo di avvicinarsi a me.
    Allora, come sta andando? Chiesi, per aprire il discorso. Sono rimasto sorpreso che, dopo tutti questi mesi, tu non sia ancora riuscito a sopportare il potere del Vuoto. Io dovetti imparare a incanalare quel potere proprio qui, a Tsuya, e in gioco c'era la mia vita visto che davanti a me c'era il Gashadokuro... Forse è stata la mancanza di obiettivi a frenarti... Masakoso... Che tipo di ninja vuoi essere? La storpiatura del nome quasi abbatteva la credibilità del discorso che stavo intraprendendo con il giovane ninja. Eppure te e anche l'altro ragazzino dai capelli rossi e dalla faccia tonta avete visto con i vostri occhi cosa può fare il potere del Vuoto... Intuizione. E... Forse è proprio questo il problema. Una schicchera improvvisa raggiunse la fronte di Masayoshi. Dimentica tutto ciò che hai visto. Non pensare al Vuoto di Potere di Lianshi. Dimentica cosa significa il Vuoto per lei o per me. Dimmi cosa significa il Vuoto per TE. Guardai Masayoshi negli occhi. Il Vuoto è solo un simbolo. Un simbolo utilizzato per racchiudere un paradosso. Tracciare un simbolo in uno spazio, per circoscrivere e definire l'assenza o la totalità di ogni cosa. Il Vuoto si può legare potenzialmente a qualsiasi concetto, fisico o non fisico, materiale o immateriale. In questo legame con questo concetto, il Vuoto assume una sua Declinazione, che deve essere vera solo per te e nessun altro. Adesso, non ti chiedo di diventare un Guerriero del Vuoto in pochi minuti, ma voglio sapere chi sei. Ho impiegato mesi per declinare al meglio il mio Vuoto, sebbene avessi scelto con cura di Declinarlo nel Chakra. Se te per primo non sai definirti, non credo che riuscirai mai a declinare il tuo Vuoto.
     
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    Mistero a Tsuya


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    CSI: Various Places
    La madre potrebbe aver riferito al figlio quanto sapeva. Qualunque cosa fosse. Conclusi davanti agli interrogativi di Fudoh-san. Era un ninja eccezionale e di grandissima esperienza e talento, ma era anche una persona retta e sincera, e quindi non trovavo strano che faticasse a star dietro alle contorte macchinazioni di un omicida a sangue freddo. In quello, solo in quello, gli ero superiore almeno per quanto ne sapevo.

    Poco dopo a casa di Youshi confermai che con la mia manipolazione era semplice creare delle chiavi per scassinare porte non troppo complesse, perdipiù senza lasciare detriti, tuttavia questo significava che dovevano essere entrati dalla porta, aver ucciso il poveretto con un Suiton (ma perchè la sabbia ferrea nelle condutture? Era forse un jutsu combinato?) e poi richiuso la porta con lo stesso metodo. Possiamo verificare facilmente, anche se è un'informazione marginale. Poggia la calamita sulla serratura, se ne esce sabbia nera avremo il metodo con cui si sono infiltrati.

    E infine alla clinica di Amano, a parte la disturbante presenza di sabbia nera che indicava il nostro essere arrivati per secondi alla ricerca di informazioni che, per quanto ne sapevamo, potevano essere state rimosse, distrutte o alterate, scoprimmo che Shiba non era in salute nè facoltoso, tanto che Fudoh-san si chiese quale fosse il motivo che aveva portato la piacente Midori a legarsi a lui. O forse, Fudoh-san, lei si è avvicinata a lui per capire se era a conoscenza di ciò per cui sua madre è stata poi uccisa. La sabbia vicino alla R fa pensare che abbiano influenzato questo Rasetsu, no? O forse questo R di cui parlano le note. Ma erano solo speculazioni.

    Al tempio, prima dell'attacco, a meno di una Henge molto ben fatta o di una cura estrema per i dettagli, la presenza di segni compatibili col lavoro in miniera abbassò il mio livello di guardia nei confronti del "turista", anche se questo non escludeva una sua natura di ninja che magari sfruttava un piccone...ma non aveva senso addentrarsi in ipotesi fantasiose.

    Elucubrazioni Notturne - Tempio di Sareshigami (Fudoh)
    Il sacerdote di Sareshigami risultò vivamente interessato alle domande di Fudoh-san, forse intravedendo nel bizzarro shinobi una possibilità di proselitismo per quel culto morente le cui radici erano state così pesantemente stravolte anni prima. Oh, in effetti il Sommo Sareshigami sopravvive agli eventi di cinque anni fa, come dico sempre a tutti la questione del mostro e di tutto il resto è ovviamente seria, ma non cancella ciò che è divino. E la presenza del Giardino Sacro rafforza le mie ipotesi. Avrebbe indicato verso la cima dell'albero, ovviamente non visibile nella notte. Lassù, quasi sulla cima, le fronde si diradano e sono talmente larghe e intrecciate tra loro da formare una passerella naturale su cui il muschio e la terra depositata dal vento hanno formato una specie di miracoloso prato erboso. Su questo prato crescono alberi più piccoli, deformi e scheletrici con foglie scure e dense. Chiunque si avventuri nel Giardino si sente stanco e debilitato e spesso preda di allucinazioni, ma con la meditazione e la preghiera il vero fedele riesce ad arrivare al cuore della fede: un albero con foglie rosate e vibranti di energia. Raggiungerlo e toccarlo è una vera impresa, io stesso non sono ancora riuscito ma sono certo che quando lo raggiungerò la grazia di Sareshigami mi inonderà e il culto risorgerà dalle sue ceneri. Concluse con sognante trasporto.

    Non sarebbe stato difficile scoprire l'esatta posizione della sconfitta del Gashadokuro, dopotutto era abbastanza di pubblico dominio, e Akira stesso la conosceva se gli avesse chiesto. Io stavo riordinando i miei appunti mentali sul caso, ma restava il problema di fondo dell'assenza del movente e dei metodi fin troppo diversi tra loro per rendere quegli eventi l'opera di un pazzo o di un assassino seriale. Fu in quel momento che Fudoh-san mi si avvicinò, chiedendo maggiori lumi sulle Armi di Iwa. Possibile che nelle sue innumerevoli missioni e con la sua indiscussa esperienza il Villaggio non gli avesse fornito quelle informazioni? Persino l'Hokage aveva condiviso anche coi Genin il pericolo rappresentato da quegli artefatti...o forse mi stava mettendo alla prova? Attesi qualche istante, evidentemente ponderando la mia risposta, quando realizzai che verosimilmente Fudoh-san aveva un piano, e doveva essere un piano geniale e al contempo poco convenzionale e voleva in qualche modo testarmi prima di coinvolgermi. Che mi risulti solo quattro armi sono ancora attive. Komainu è l'Arma che Squarcia l'Orizzone...nascosta dall'esperto di jutsu dimensionali del passato, non sappiamo dove. Jorogumo è l'Arma che Ispira gli Eroi, e venne sigillata dividendone l'anima e il corpo, l'Hokage sa dove si trova quest'ultimo, se non erro. Poi c'è il Kappa, l'Arma che Crea Eserciti, al momento intrappolata da un jutsu dimensionale nel Paese dei Fiumi...e poi Oni, il leader delle armi, di cui non so nulla purtroppo. A parte Bakekujira e Gashadokuro, l'altra Arma era il Tengu, distrutto dall'Hokage tempo fa, mi pare di capire a nord o nord-est, ma non ho approfondito la cosa. Dissi, poi concentrandomi sulle sue parole successive. No...io non ho la sensazione che siano coinvolte. Non direttamente almeno...a che servirebbe uccidere i sopravvissuti? No, deve trattarsi di qualcosa che avevano...o che sapevano. Ma non so cosa. Mi aspettavo proseguisse ma si limitò a darmi la buona notte e allontanarsi, lasciandomi perplesso inizialmente e poi irritato. Strinsi i pugni...non avevo superato la sua prova, era evidente. Quanto ancora avrei dovuto sentire quell'inadeguatezza? Soffocai tutto nell'ira, mettendola da parte per quando fosse servita e questo mi aiutò. Gli insegnamento del Maestro erano più utili di quanto non sospettassi inizialmente.

    Elucubrazioni Notturne - Tempio di Sareshigami (Yato)
    La presenza del pinguino mi innervosiva: era stato evocato da un Jonin e quindi era probabilmente molto abile, avrei avuto difficoltà nel sottometterlo se fosse stato necessario e sicuramente avere il suo sguardo costantemente addosso era un peso non da poco, ma in quel preciso momento agivo per la missione di cui tutti noi eravamo partecipi e non avevo incarichi per conto del Sensei o del Maestro, e ovviamente nemmeno relativi alla mia Missione, quindi avevo, come si suol dire, la coscienza pulita nello spiegare le ragioni dei miei movimenti. Devo concludere le indagini, maestro Pen Gin. Avevo preso nota del nome. Credo di essere molto vicino alla verità, ma devo prima incalzare una delle persone qui presenti al tempio. Non penso ci vorrà molto e non mi allontanerò da questo posto.

    Lasciatomi il paffuto quanto pericoloso pennuto alle spalle e raccolto poco più che un grumo d'ansia e parole confuse da Takeshi, cercai la prima vittima del mio effettivo interrogatorio. Il mio principale sospettato era la madre, ma non ero del tutto convinto di poter escludere la figlia e per quel motivo al vedere la sua reazione di fronte alla biancheria intima compresi che non era necessario andare oltre. Il Movente, quello che qualcuno stava cercando di estorcere alle vittime o zittire per sempre, era a un passo. La ragazza lo conosceva sicuramente ma forse non ne era consapevole: dovevo solo proseguire con le giuste domande, così da arrivarci assieme a lei.

    Due ninja...biondi? Le chiesi di ripensare a quell'evento, approfondendo l'indagine con la tecnica dell'Interrogazione Mentale per avere una chiara idea di chi fossero i presenti. E capii perchè non si fosse riferita ai due ninja biondi come a due cloni. Non sapevo chi fosse il tizio con gli strani volatili, e lo svitato col coprifronte di Konoha non mi ricordava nulla anche se forse avrei potuto risalire a Rasetsu dopo qualche conversazione con Akira. Il vero problema era il ninja biondo: Itai Nara, precedente Mizukage che era stato citato da Akira e che avevo incontrato alla partenza per l'Abete, prima di essere separati dalla tempesta. Era presente alla liberazione con un suo clone...che tuttavia agiva in modo strano e scostante, non come una mera pedina. Che fosse un clone superiore o qualcosa di diverso? La prigionia...i carcerieri erano delle specie di scimmie umanoidi se ricordo bene i rapporti, ma tu mi parli della vicinanza con gli altri...e della liberazione. Avevo letto i rapporti e sapevo che i prigionieri erano stati liberati da Itai Nara con un alleato Kiriano e con un ninja di Konoha trovato nella foresta. Erano stati tutti interrogati sulla loro prigionìa e sui rapitori, estensivamente, dalle squadre accademiche in cerca di nozioni utili quindi era improbabile che il movente avesse a che farei coi rapitori.

    L'idea di un rituale, per quanto complesso, si era fatta via via più debole nella mia mente: non c'era regolarità nè uno schema preciso e questo cozzava con il concetto stesso di un rito con uno scopo preciso. Quindi estorcere informazioni e poi mettere a tacere chi le aveva diventava la più probabile dinamica dietro i delitti. E dato che sul rapimento erano stati spulciati fino all'osso l'informazione colpevole della loro morte stava dalla liberazione in poi. Akira aveva detto che era strano che Itai fosse sparito dalla circolazione ma fosse comparso più e più volte a Tsuya da quanto avevano scoperto. E nella memoria di Minami la liberazione non era poi così dissimile dai rapporti. Lei continuò il suo racconto, non sembrava fosse successo nulla di significativo tra lei e gli altri sopravvissuti eccetto la sua relazione con Amano, ma non avevano più condiviso tutti assieme qualche evento o effetto del loro rapimento, quindi nuovamente si tornava al momento della liberazione. Sgranai gli occhi quando disse del ritorno del ninja biondo a inizio mese. Poco prima del primo omicidio. Nessuno ne aveva parlato tra gli altri interrogati! Era di cattivo umore forse...o forse non aveva apprezzato di trovarti là. Mormorai...che fosse quella la chiave. Per caso hai sentito come Amano lo aveva chiamato? Il nome...iniziava per R ?

    Che avessi avuto conferma o meno dell'identità di R, ora il ninja biondo che combaciava con le notizie di Akira sul ritorno di Itai erano confermate, ma perchè l'ex mizukage avrebbe dovuto uccidere le persone che aveva salvato anni prima? Cosa avevano visto e condiviso al momento della liberazione che doveva essere messo a tacere? Ritorna alla liberazione...mostramela ancora. Un tizio che non avrebbe sfigurato in un film dell'orrore, un vecchio dall'aria ubriaca, il Mizukage e il suo clone...che discutevano. Avevo avuto poco a che fare con il Mizukage ma non mi sembrava un pazzo o uno squinternato...in quelle scene non stava parlando col clone per dare indicazioni precise nè stava ragionando a voce alta. Era come se parlasse a uno che gli somigliava e basta esattamente come Minami che aveva pensato fossero gemelli. Possibile? Minami-san, forse mi hai aiutato a fermare tutto questo. Cerca di riposare...penseremo noi a tutto! E dubito che Sareshigami centri qualcosa con questa vicenda.

    La lasciai, tornando rapidamente al mio alloggio.

    Elucubrazioni Notturne - Akira in Woodland
    Non distante dal tempio, ma al contempo in un luogo lontanissimo, mentre Akira meditava in comunione col Vuoto la sua mente si affacciava a un diverso livello di coscienza, lo stesso lentissimo mondo dell'Albero in cui Pangu si era trasformato, di fatto divenendo un essere vivente potenzialmente eterno, ma ancora con anima umana. Che non fosse rimasto nulla di me? Ma dico, hai visto che razza di albero gigante sono diventato? Replicò bonariamente l'antico condottiero. Solo che avendo cambiato il mio kanji, la mia descrizione, da essere umano ad albero, ora sono a tutti gli effetti un albero, la mia coscienza è...differente. Abbozzò allontanandosi un poco e sedendo su una panca traslucida che sembrava essere apparsa per l'occasione, quasi disegnata da un illustratore divino. Uhm...sul fondoschiena non rispondi? Bene, bene, se avessi provato con mano ti avrei annientato. O più probabilmente lo avrebbe fatto lei! Ahahahahah! Ridacchiò, decisamente sollevato delle notizie che portava Akira, assai più formale del solito. Ma siediti anche tu, no? Che senso ha stare in piedi? Una poltrona era apparsa a pochi passi di distanza, davanti a lui. Sono felice per Lianshi e Xu Shu, due tra i miei più cari amici, e ovviamente sono lieto che mia moglie sia ancora in vita...temevo avrebbe fatto qualche sciocchezza come unire le sue tecniche al rituale che le avevo consegnato per creare un duplice sigillo. Sospirò, conosceva decisamente bene la sua sposa. Quanto a me...diciamo che posso definirmi rigoglioso, ahahahah! Battuta scontata, ma ci stava. Ho già una presenza fisica, più di chiunque altro direi. Sono diventato un albero, tutto qui, e sono talmente grande che anche il giochetto della scrittura che avevo fatto con quell'Itai non funzionerebbe. Ci vuole troppo tempo a processare le informazioni. Scosse il capo. Per esempio in questo momento ho piena consapevolezza di un ragazzino che ha calpestato una mia radice tre anni fa. Per un albero le cose sono diverse, e tornare indietro sarebbe impossibile: non si può riscrivere il mondo più di una volta. Disse senza rimpianto: la sua era stata una scelta precisa e consapevole. Magari potresti far venire qui mia moglie e farla strusciare un pò sul mio tronco, fra qualche anno me ne accorgerei e non sarebbe niente male. Ammiccò, ma era evidente che voleva solo che Akira condividesse con lei la gioia di quel'incontro.

    Ma raccontami più nel dettaglio come è andata. Ascoltò il racconto senza interrompere, mostrandosi adombrato quando si arrivò alle pari sul tradimento di CaoCao, cosa che spiegava anche come mai Akira non lo avesse nominato all'inizio. Onestamente non saprei...chi mai potrebbe essere ancora vivo dopo tutto questo tempo? Mi hai parlato di Mikumo Kushinada, ma anche se è una maestra di trappole e inganni non penso avrebbe messo a repentaglio sè stessa per traviare CaoCao...dal tuo racconto non credo avesse nulla da guadagnarci. Non so darti una risposta, temo.

    Akira prese poi in mano il discorso che aveva più a cuore, un discorso di predeterminazione e di destino, ed era evidente dalla sua espressione quanto quelle parole fossero importanti, un'ancora per la sua anima, la sua determinazione e la sua vita stessa. Uhm...Akira se devo essere completamente onesto io sul momento ero abbastanza disperato e mi era sembrato che tu avessi del fegato. Lì per lì la mia motivazione era stata quella. Mi andavi a genio. Ammise con molta semplicità. Prima di concludere la battaglia però ho pensato che il tuo discendere dalla famiglia di Natsuhime ti avrebbe forse permesso di interagire con lei se fosse stata, come poi è stato, così testarda da diventare un sigillo a sua volta, anche se forse la situazione è andata oltre le sue aspettative. Non lo chiamerei destino, nè piano, Akira. Io ho studiato il mondo, ho imparato tutto quello che c'era da capire per descriverlo, persino gli errori e gli stralci che ho racchiuso nella divinità proibita, ma non penso esista il destino...almeno non con la forza e le pastoie che tanti immaginano. Disse con tono saggio. Alla fin fine la mia, nei tuoi confronti, era una cosa forse più potente del Vuoto stesso, che pure è una delle mie principali scoperte. Sorrise. Diciamo che sei stato una mia Speranza. Ben riposta, come si è visto. E a volte questa è più potente del destino o delle profezie.

    E sono lieto che la tua declinazione si avvicini alle mie conoscenze, ma ricorda che io sono comunque un relitto del passato. L'eco di un'era che non c'è più...è bene che voi viviate nel vostro tempo con le vostre scelte, scolpendo il futuro. Andarono poi a discutere di questioni molto più pratiche. Purtroppo come accennato in precedenza ora Pangu, essendo un albero, aveva percezioni molto dilatate sia nel tempo che nell'accuratezza. Impiegherei almeno cinque anni per capire che è successo qualcosa, e altrettanti per interpretare correttamente i fatti quindi dubito di poterti aiutare. In ogni caso i miei discendenti erano legati al metodo per sigillare il Gashadokuro...era abbastanza semplice come blocco quindi non dovrebbero restarne tracce nè elementi sfruttabili in qualche rituale, a meno di essere più bravi di me. Aggiunse con un'occhiata che non lasciava adito a dubbi (certo, era pur sempre la sua opinione ed erano passati tremila anni) Quanto alle altre Armi non posso aiutarti. Non so dove siano nascoste o come, decidemmo appositamente di tenerle segrete per evitare problemi o tecniche per interrogare i morti o chissà cosa. Posso dirti che Komainu era un'Arma tanto semplice quanto potenzialmente imbattibile: poteva attaccare dalla capitale di Iwa e colpire all'altro capo del continente in pochi istanti, ma aveva bisogno di qualcuno a controllarla e dirigerla. Jorogumo aveva un'intelligenza umana e poteva aumentare la forza e i poteri dell'esercito di Iwa al costo della loro stessa vita mentre il Kappa, abbastanza intelligente a sua volta, resuscitava i caduti trasformandoli in soldati mostruosi, entrambi in autonomia...sono strumenti di morte terrificanti.

    Si stava avvicinando il momento del commiato. Non so se col Vuoto potremo parlare ancora...di sicuro non spesso, forse fra un anno o due: è stancante concentrare la mia coscienza abbastanza da comunicare. Ma sono fiero del mio undicesimo Guerriero del Vuoto. Akira Hozuki, Guerriero del Vuoto di Chakra Disse con espressione orgogliosa. Io per primo ho sacrificato tutto per i miei obiettivi e per un bene superiore e non posso che riconoscere e approvare tanta dedizione. Ma ricorda anche che se porti il Vuoto, questo non significa che devi essere Vuoto. Coltiva qualcosa anche per te stesso, qualcosa di privato...un giardino intimo in cui essere realizzato, o rischi di consumarti come una candela. Spettacolare, ma pur sempre una candela. Io ho trovato la mia realizzazione con la mia sposa...e non ho rimpianti.

    Il mondo cominciava a svanire, colando via come fosse inchiostro
    Addio Akira, Guerriero del Vuoto. Fino al prossimo miracolo che ci farà incontrare.

    Tirare le Somme
    Quello che sto per dirvi ha dell'assurdo. Ma è anche l'unica opzione per la quale ho delle prove, anche se non del tutto concrete. Era mattina dopo una lunga notte in cui mi ero imposto di riposare e di rimettere in ordine le informazioni in mio possesso. Avevo riunito i compagni ninja, chiedendo a Fudoh-san di usare una delle sue impareggiabili tartarughe (mie parole) come vedetta, magari affiancata al Maestro Pen Gin per evitare che orecchie indiscrete potessero raggiungerci. Tutto comincia cinque anni fa agli eventi che hanno portato alla distruzione dell'Arma di Iwa. Alcuni cittadini erano stati rapiti e sostituiti con un rituale da alcuni uomini-scimmia, in modo da essere contemporaneamente sè stessi e da avere anche ingenti quantità di chakra, questo ha sciolto il sigillo che teneva imprigionato il Gashadokuro. Fortunatamente è stato sconfitto e i prigionieri sono stati liberati. Secondo i rapporti, da Itai Nara, da un Kiriano e da un ninja della foglia che abitava nella foresta da molti anni. Spiegai, cercando conferme in Akira che aveva vissuto quegli eventi.

    Negli anni successivi i rapiti non hanno avuto grandi rapporti tra loro, non tutti assieme almeno, nè sperimentato effetti collaterali della prigionìa. In generale hanno ripreso la loro vita, senza condividere nulla di particolare nè avere accesso a informazioni specifiche. Yoshi viveva solo con pochi amici. Akane era controllata dal figlio Shiba, Nami e Takeshi continuavano a frequentarsi. Minami e Amano invece iniziarono una relazione clandestina. Ma anche qui non ci sono novità, è vita di paese, è la condivisione di qualcosa, anche se scabroso, dopo un evento terribilmente traumatico. Amano ha seguito i prigionieri, è l'unico punto di contatto tra tutti loro, per verificare la loro salute così come quella di tutti gli altri cittadini, quindi non vedo nulla di sospetto nemmeno in questo. L'unico paziente particolare del suo archivio, che tuttavia è stato forse manomesso, è un certo signor R, che è stato seguito saltuariamente e non ha un nome completo, insolito visto che tutto il paese è schedato, ma lungi da essere una prova. Ammisi, alzando le braccia.

    In questi anni, forse preoccupato, "Itai Nara il Mizukage" è tornato a verificare la situazione qualche volta, l'ultima volta all'inizio del mese...poco prima degli omicidi. A detta di Minami, che è stata beccata con Amano durante un loro incontro amoroso, non aveva un'espressione amichevole e ha preso da parte il medico per parlare in privato. Non mi risulta che incontrasse altri Rapiti, quindi abbiamo che Itai vedeva Amano, probabilmente su base regolare. Proprio come il signor R. Insolito anche questo, ma non è una prova. Sospirai, cercando di sostenere lo sguardo di tutti consapevole che stavo ancora girando intorno alla questione, ma cercavo di fare ordine mentale anche mentre parlavo e volevo che gli altri seguissero il mio ragionamento. E poi cominciano gli omicidi. Amano, Yoshi, Akane e suo figlio. Mi sono chiesto se non fosse opera dei rapitori che volevano eliminare le tracce delle loro azioni di cinque anni fa...ma è passato molto tempo e queste persone sono state interrogate più e più volte sul rapimento, sul periodo imprigionati e su quanto possono aver sentito o visto in quei momenti...qualunque cosa avessero da dire era già stata ottenuta, quindi ucciderle non avrebbe senso.

    Allora ho pensato a un rituale. Visto l'uso di acqua e fuoco in due diverse morti viene da pensare a un qualche rito per riattivare l'Arma o forse anche qualcosa di peggio...ma è un pensiero debole e privo di supporto. Le morti sono molto diverse tra loro, Shiba è stato coinvolto dal fuoco e c'è un disequilibrio con le altre aggressioni...nessuna regolarità, anche come intervalli regolari. Non ha senso. Shiba si era da poco fidanzato con una ragazza decisamente oltre la sua portata, capace di combattere, e questo potrebbe essere un movente per un ex geloso o per la ragazza stessa, ma non spiega le altre morti. Il filo conduttore deve essere differente. Escluso un rituale ed esclusa una strage ad opera della sola Midori che per motivi ignoti ha attaccato anche altra gente, non resta che cercare ciò che hanno in comune i morti. Sono tutti dei Rapiti, ma abbiamo detto che la prigionìa è stata già analizzata e non può essere il movente, non avrebbe senso. Scossi il capo, stavo per arrivare al punto.

    L'altro legame è Amano, ma dagli archivi, che pur appaiono manomessi, non è emerso niente di strano o anomalo e credo che Fudoh-san avrebbe notato rapidamente se le cartelle cliniche fossero state adulterate. Quindi il problema non è tanto ciò che Amano sapeva sui Rapiti...ma forse era qualcosa che i Rapiti sapevano su Amano. O qualcosa che gli avevano visto fare, o che lui poteva aver confidato loro. Ma cosa poteva confidare Amano ai rapiti, che sarebbe divenuto importante se in mano a loro, e irrilevante in mano ad altri? Sospirai. Qui il mio ragionamento è arrivato a un impasse, un blocco completo, almeno fino a quando ieri sera non ho parlato con Minami, che mi ha rivelato quello che credo sia la chiave di volta dell'intero caso. Non stavo parlando in modo teatrale nè cercavo di attirare l'attenzione o dare spettacolo, tanto che il mio tono era decisamente piatto e freddo nonostante i contenuti: volevo semplicemente che seguissero il mio ragionamento per vedere se sarebbero giunti alle stesse conclusioni. Sono una persona che cerca di affrontare le cose razionalmente, ma il mio addestramento è ancora incompleto e spesso cado nell'emotività...ma in questo caso ho peccato nel senso opposto. Legato alla logica dei miei ragionamenti mi sono trovato intrappolato per via di un mio errore fatto a priori, in cui credo di avere indotto anche voi. Ho detto e ripetuto, credo convincendovi, che la prigionìa era stata analizzata e studiata dalle squadre investigative accademiche e che non c'era più niente da ricavare da essa, rendendo quindi sciocco o inutile uccidere i Rapiti. Questo è indubbiamente vero. Annuii. L'errore sta nel fatto che partiamo dal presupposto che quelle indagini abbiano esplorato tutto lo scibile e tutto ciò che era utile. Ma quelle erano indagini per capire meglio i rapitori, i loro moventi e le loro capacità. Hanno scandagliato ogni cosa utile...alla loro ottica. Forse qualcuno di loro si sarebbe perso a quel punto, forse no, ma li guardai molto attentamente prima di continuare. Una parte della prigionìa non è stata indagata affatto dalle forze Accademiche, anzi è stata deliberatamente trascurata e per un motivo molto semplice: non era rilevante allo scopo. Sto parlando del momento della liberazione. A nessuno degli investigatori interessava cosa avessero visto o sentito nel momento in cui il nemico era stato scacciato e il team di ninja ha liberato i Rapiti. Avevano già i rapporti ufficiali, di ninja del calibro del Mizukage perdipiù, quindi non serviva affatto approfondire. Ed è quello che il nostro colpevole voleva.

    Certo ci sarebbe stata qualche reazione tra i miei compagni di squadra. Parlando con Minami e approfondendo la sua relazione con Amano, lei mi ha detto che il loro legame è nato durante la prigionìa, divenuto romantico in seguito. E per puro caso mi ha mostrato la sua liberazione...quello che aveva visto. Pochi sigilli e una serie di oggetti a caso che avevo posto su un tavolo, influenzati dalla mia Percezione Falsata e dalla mia esperienza nella stessa [Tecnica] mostrarono esattamente quanto mi era stato mostrato dalla Rapita. L'ubriacone, il Kiriano con i rettili volanti...e i due Itai Nara, con le stranezze legate al loro comportamento. Attesi le loro reazioni e le loro valutazioni, prima di fornire la mia teoria. I rapporti parlano di Itai Nara come liberatore, quindi è evidente che partano dal presupposto che, se nei ricordi dei Rapiti ci sono due Itai, uno dei due sia un clone. Ma Minami ha avuto la sensazione che non fossero la stessa persona...e guardate...parlavano tra loro come per discutere la strategia...non c'erano ordini da parte dell'originale ed esecuzione da parte del clone. I miei cloni di legno non funzionano così. Inoltre che scopo aveva entrare a liberarli con un solo clone? Ne servivano di più per trasportare i feriti, e i nemici erano già stati messi in fuga. Attesi. La mia teoria è che per qualche motivo alla liberazione fosse presente Itai assieme a un ninja che gli somigliava moltissimo, ma che non era lui. Se non fosse assurdo, penserei quasi a un clone fuori dal suo controllo. Qui iniziano le supposizioni, ma seguitemi. Supponiamo che a tornare a parlare con Amano non fosse Itai ma fosse l'altro Itai. Supponiamo che fosse lui R, e che non fosse nei suoi piani essere intravisto da Minami e quando successe...capì che forse qualcuno dei prigionieri ricordava che a liberarli furono DUE Itai...e con qualcosa che non quadrava che sarebbe potuto emergere a un'interrogazione mentale.

    Supponiamo che non volesse che qualcuno, anche per errore, potesse arrivare a sapere che c'era un Itai Anormale quella volta. I pezzi non cadrebbero tutti a posto? E se fosse avverso all'Accademia...attirare qua dei jonin potrebbe essere parte del suo piano, provando a fregarci fingendo di essere il vero Itai al momento dell'incontro.
    Lasciai che assorbissero quelle ipotesi e che provassero a smontare la mia teoria. La vera domanda è...se tutto questo è reale...come possiamo usarlo a nostro vantaggio? Tempo dopo avrei realizzato che in tutta la mia ricostruzione, non era mai trapelato alcun interesse per la sopravvivenza delle persone rapite, ma un mero intento di sfruttare le informazioni per concludere la missione. Dovevo imparare a dissimulare meglio l'empatia.

    Addestramenti

    Quali che fossero le conseguenze del nostro incontro, avevamo stabilito di procedere con un addestramento intensivo quella mattina durante il viaggio verso Umari, approfondendo l'uso del chakra distruttivo di cui Fudoh-san mi aveva insegnato il giorno precedente. Per qualche motivo non chiaro anche Akira era impegnato in quello che credetti fosse un ripasso. Ripassai a mia volta il chakra adesivo e quello repulsivo esercitandomi per applicare il Distruttivo quando atterravo colpendo il terreno, o per abituarmi a concentrarlo correttamente durante attacchi di ogni genere, anche coordinandomi col Bokken. Sapevo che per completare le iniziali istruzioni del Maestro avrei prima dovuto apprendere come trasmetterlo anche con la mia spada, ma per quello, sospettavo, sarebbe servito più tempo.

     
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    [I Due Medici]

    Poche informazioni ottenemmo in più dall'ispezione della casa della signora Akane e di suo figlio.
    Non mi soffermai più di tanto a riflettere su cosa potesse mai voler scoprire qualcuno, come informazioni, in possesso di una povera donna ridotta a letto, e dal figlio di lui.
    In compenso, a casa del signor Youshi, l'ultimo suggerimento di Yato-san, ci permise di scoprire qualcosa: infatti, quando avvicinai la calamita alla serratura, ci fu una reazione.
    Yato-san, sì, qui c'è un altro pò di quella polvere nera metallica., confermai, Dunque è così che si sono infiltrati? Ma allora la sabbia nelle condutture che ci faceva?, mi domandai alla fine, seppur, quel punto non era, forse, fondamentale per le nostre analisi.

    [...]

    Sì, a questo punto, questa Midori doveva essere legata a tutta la situazione, come dici anche tu, forse, qualsiasi cosa volessero scoprire dalla madre, hanno usato il figlio per arrivarci, o per capire se anche il figlio ne sapeva qualcosa di suo., concordai, mentre eravamo nella clinica del dottor Amano, prima di continuare: Per la possibile cartella mancante, bé, a meno di supporre che questo R non sia lo stesso Rasetsu, il mistero resta su quale cartella abbiano fatto sparire, se ipotizziamo che effettivamente la sabbia nera che abbiamo trovato sia servita per questo., valutai a mia volta, prima che quella prima giornata di investigazioni si concludesse con tutto il caos successivo di esplosioni e quant'altro mentre eravamo al tempio.

    [Riuniti]

    Mi beccai una seria lavata di capo dal jonin spadaccino, cui evitai di replicare, per non spiegare che metà della mia incoscienza era dettata dal mio voler capire cosa mi stesse succedendo, e metà dall'avventatezza di cercare di salvare l'Eremita-san.
    Fu in quel frangente che, riunendo quello scoperto tanto da noi due ninja medici, quanto dal duo di guerrieri del Vuoto, ci trovammo ad avere informazioni su questo gruppo di Kurotenpi, con ninja dai cognomi "altisonanti" e con l'accenno all'Itai che non era Itai.
    In più, Akira-san, aggiunse qualche informazione sul luogo dell'omicidio del dottor Amano: c'era il segno di un colpo di spada ed un capello del colore di quelli di Midori, la ragazza di Shiba.
    Quindi la fidanzata di Shiba avrebbe ucciso la signora Akane ed il figlio con il fuoco ed il dottor Amano con la spada? Decisamente cercare qualche informazione in più nel suo paese natio potrebbe essere d'aiuto, sì., confermai ancora una volta, dopo che avevo suggerito di andare, il giorno dopo, ad Umari e prima di riflettere ulteriormente sulle ultime parole del Senju e dell'Hozuki: ci doveva essere un piano sotto tutto questo, questo "non Itai" doveva avere un obiettivo più specifico che questo massacro di sopravvissuti.

    [Notte]

    Come vi dicevo, quando ci sistemammo per la notte, solo Masayoshi parve scegliere di andare direttamente a dormire, per quanto, forse, il suo non si poté chiamare proprio "sonno ristoratore", dati gli incubi.
    Mentre Akira si muoveva per un incontro tutto suo, sia io che Yato-san andavamo in giro per ottenere informazione, seppur le mie ricerche erano, lo ammetto, un pò più egoistiche.

    Il Sacerdote Mifune, fu il primo da cui mi diressi, e si rivelò essere un fanatico religioso, il tipo di gente che meno sopportavo, con quel loro fervore verso il "divino" che, onestamente, come ben sapete, non ho mai compreso e che spesso mi irrita.
    Non molti mi hanno aiutato negli anni, forse Meika-dono e pochi altri nomi, che di recente erano per lo più di tartarughe, quindi come posso affidarmi, addirittura, a chi non vedo né ho traccia che esista?
    Scusate, sto divagando: Mifune, nel suo fervore religioso, mi diede comunque un'utile informazione.
    Il Giardino Sacro?, due parole che sul momento mi incuriosirono, per poi catturare del tutto la mia attenzione: Sulla cima dell'albero ci sono piccoli alberelli scheletrici e forse anche quello che ho visto? Potrei trovare lì le risposte che cerco!, un pensiero che mi portò a contrarre un pò il viso, ed ammetto che, mi fece agire un pò in modo impulsivo: La ringrazio sommo Sacerdote, chissà che domani, di ritorno dalle nostre indagini, non possa provare a visitare a questo Giardino., proposi, prima di salutarlo con un leggero inchino, però poi mi fermai: Se lei non è mai arrivato a vederlo, quale fedele è riuscito nell'impresa di raggiungere questo albero rigoglioso e raccontarglielo?, chiesi preso da una certa nota di stranezza nel racconto dell'altro.

    Non fu, poi, difficile, scoprire dove la battaglia con l'Arma Gashadokuro era avvenuta, ma ulteriori informazioni importanti me le offrì Yato-san.
    Il Senju, infatti, fu così gentile da darmi parecchie informazioni sulle altre Cinque Armi di Iwa esistenti (o almeno quattro esistenti e quella distrutta).
    Se le informazioni su Komainu e Oni mi furono di poco interesse, le altre tre Armi mi sembrarono più interessanti.
    Jorogumo... una parola che mi fece venire in mente un ragno e tutto ciò che si collegava.
    Il Kappa..., un'altra Arma di cui si sapeva la posizione, informazione che poteva essere d'interesse da usare, magari per capirci qualcosa di più, se qui a Tsuya non ci fossi riuscitoo.
    Il Tengu..., un'altra Arma uccisa da questo "Hokage", forse potevo scoprire qualcosa anche in quel contesto?
    Come vi dicevo, avrei salutato Yato-san dopo aver ottenuto queste informazioni, ma poi apparve un qualcosa, che in principio mi portò sulla difensiva, poiché mi sembrava una di quelle bestie demoniache dalle piume bianche, ma la creatura dal grosso vocione si rivelò essere un animale del tutto diverso, nemmeno un vero pennuto, anche se il nome mi fece ricordare qualcosa.
    Pen Gin? Uno dei Kamui di Azumaido!, ne avevo sentito parlare, non ricordavo se da quello strambo tipo vestito molto male, o dalla nostra guida, Conosco il Kamui leopardo e quello Orso, oltre allo sciamano strambo e sua sorella!, dissi salutandolo tranquillamente, Anzi, aspetti! ed evocai a mia volta la tartaruga che si era legata a me dopo i fatti di Azumaido e del biondino infame: Gyoza. [Gyoza]

    La grossa tartaruga che, per quanto un pò minacciosa nell'aspetto, era visibilmente gentile, tant'è che ancora non capivo come Ryuu-san ai tempi avesse preferito attaccarla anziché salvarla, mi guardò sorridendo.
    Fudoh nii-san!, poi si voltò e vide la creatura del Freddo, Pen Gin Sensei! e s'inchinò, o almeno, considerando le sue dimensioni ed il fare incerto, ci provò.



    E' un piacere rivederla! Ma non siamo ad Azumaido, né io posso più vivere nel Freddo, dunque come mai si trova qui? Fudoh nii-san ha scelto di apprendere da lei la via della spada? Fudoh nii-san vuoi imparare come usare quella spada?, mi chiese poi, No, Gyoza-chan, sono in missione e Pen Gin-san, qui, è l'evocazione di un mio compagno di missione, ho pensato che vi avrebbe fatto piacere parlare un poco fra voi.
    Comunque, io sono andato ad accettarmi delle condizioni dei proprietari della locanda distrutta e ho chiacchierato un pò con il sacerdote di questo posto, ora torno a dormire.
    , spiegai al pinguino, Gyoza-chan, resta pure qui a chiacchierare con Pen Gin-san. Yato-san, penso che, magari finita la missione, dovremo riprendere questa discussione, l'argomento, ammetto, mi incuriosisce parecchio., avrei aggiunto verso il Senju, diretto ad ulteriori investigazioni.

    [Le ulteriori investigazioni di Yato]

    Singhiozzava Minami nel raccontare fatti di cui, in fondo, si vergognava, forse per il senso di colpa che le procuravano, mentre esponeva tutto a Yato.
    Probabilmente, ninja più empatici del chunin dei Senju, avrebbero mostrato maggiore compassione verso la giovane ragazza vittima degli eventi, ma non il suddetto shinobi, che anzi continuò con le sue domande.
    Per lo più, le sue furono constatazioni, a cui, fra un'immagine e l'altra comunicata, la ragazza dava conferma con dei cenni del capo, quindi ulteriori scene della liberazione: il bizzaro shinobi che evocava rettili volanti che li guidava fuori, supportato dall'ubriacone e dai ninja biondi, poi le evocazioni che permettevano al gruppo di Rapiti di allontanarsi.
    Erano tutti su quelle creature alate e brutte (almeno ai ricordi di Minami), tranne uno dei due biondi, che volava su un drago rosso, con il quale ad un certo punto si distanziò tanto da scomparire alla loro vista per un discreto lasso di tempo.
    I rapiti non avevano visto lo scontro fra Itai Nara e le "Scimmie" della Guardia Reale, ma forse Yato aveva letto qualche informazione generica nel rapporto rilasciato dal Nono Mizukage all'Accademia, avrebbe potuto ricollegare quel momento.
    Poi, comunque, quando furono abbastanza distanti, quando chiunque li stesse inseguendo fosse stato distanziato dall'altro shinobi kiriano che guidava (lui e non l'altro ninja biondo) il gruppo in fuga, si fermarono ed attesero il ritorno del mancante ninja biondo.

    Ulteriori immagini: non sembravano esserci medici fra i presenti, tranne Amano stesso, che curò alla bene e meglio i suoi compagni di prigionia, prima che uno dei due ninja biondi, quello sul drago rosso, assieme al più bizzarro evocatore, ripotassero i Rapiti al villaggio, mentre lo shinobi anziano e l'altro biondo si spostavano in mezzo alla foresta di Sareshigami, che era "nata" la notte precedente.

    Poi la domanda sul "ninja biondo" che era apparso alla clinica e, forse, anche lì qualche immagine avrebbe aiutato a capire: non erano modi realmente sgarbati, ma c'era una durezza, l'assenza di quel candore ed empatia che forse persino Yato avrebbe potuto notare confrontando i ricordi precedenti dei due "ninja biondi", ed i suoi di Itai Nara, con quello che vedeva in quel ricordo.
    Come lo ha chiamato?, ripeté Minami, intanto, Sì, il nome iniziava per R... Ro... ma non ha completato il nome, si è corretto e ha usato un titolo di qualche tipo, Kage, credo lo abbiamo chiamato.

    E mentre parlava, di nuovo, le scene del salvataggio: quattro ninja, due dei quali identici, due "Itai Nara", che non si comportavano come un clone ed un evocatore dello stesso, poi la fuga, di nuovo, la separazione fra i due cloni ed il finale ricongiungimento del gruppo che poi si sarebbe di nuovo diviso.
    C'erano comunque particolari ulteriori interessanti, forse: il primo, Yato sapeva che taluni individui erano così abili nell'usare i cloni da poterli distanziare chilometri e chilometri dall'originale, Raizen stesso ne era capace, ma se avesse ricollegato lo scontro di cui probabilmente aveva letto al momento della divisione dei due gruppi, perché non richiamare il chakra di quel clone?
    E c'era poi un piccolo frammento, un momento in cui, mentre Amano curava i feriti con la supervisione di Seinji (lo strano kiriano), i due "ninja biondi" parlavano in disparte, forse leggermente concitati, con il ninja più anziano, prima di dividersi.
    Quelle le ultime informazioni che il Senju ottenne quella notte.

    [Il Secondo Giorno]

    Il mattino seguente, Yato-san ci chiese di riunirci e mi suggerì di utilizzare una delle mie "impareggiabili" tartarughe come vedetta.
    Ora, come sapete, io ho al momento, la capacità di evocarne quattro di tartarughe.
    Tong lo definirei "impareggiabile", ma solo dopo che aver mangiato io i funghi della Valle del Guscio; Myk è un pò troppo piccolo per queste cose, Gyoza era già lì e lo avrei lasciato per dare supporto, anche se il mio "fratellino" del Freddo, dava il meglio in presenza di acqua, a quel punto, optai per evocare anche l'ultima mia tartaruga possibile, che era ben più seria delle altre: Lio. [Lio]



    Fudoh-san, che piacere! E' la prima volta che mi richiami per una missione e vedo che l'ambiente mi è congeniale, tanta legna da bruciare e tagliare!
    Non adesso, però, Lio-san, per ora, tu e Gyoza, dovete stare un pò di guardia, semplicemente., proposi al tartarugone armato di spada sovradimensionata.
    Lio-sama, potremo lavorare assieme! Non sono un esperto di spada come te e sono più affine all'acqua che al fuoco, ma chissà che non sia utile per entrambi e per aiutare al meglio Fudoh nii-san!, esordì l'altra mia evocazione.
    Bravi ragazzi, questo è lo spirito giusto! Restate qui, vado a sentire cosa dobbiamo discutere con gli altri!, suggerii e, ovviamente, non mi sarei opposto che il pinguino di Akira-san, o lo strano animaletto di Masa-san si unissero al team di sorveglianza, mentre Yato ci esponeva quanto scoperto.

    [...]

    Il racconto del Senju e la sua spiegazione dei diversi passaggi, devo ammetterlo, fu avvincente: per quasi l'intera giornata precedente avevamo investigato assieme e poi lui era riuscito, quella notte, a trovare gli ultimi pezzi che gli servivano per dare un pò più di logica ai fatti.
    Partì dai fatti noti e poi continuò con le sue deduzioni, il punto di partenza che aveva tenuto nelle sue analisi e la correzione fatta per giungere alla conclusione, per poi mostrarci tutto questo mediante un qualche suo jutsu.
    Probabilmente, fra noi, tutti, tranne me, avrebbero riconosciuto quel "Itai" nelle sue due versioni, ambo i guerrieri del Vuoto avrebbe potuto identificare Rasetsu, dal disegno trovato a casa sua, ma solo Akira-san avrebbe riconosciuto Seinji, lo shinobi da lui ucciso, come quarto membro della squadra di salvataggio.
    Il ragionamento mi sembrava corretto, anche perché sotto molti aspetti combaciava con le teorie del mio compaesano su un membro dei Kurotempi che era non "Itai Nara", seppur lo sembrava.
    Solo la parte finale non combaciava, almeno per me.
    Yato-san, perfettamente d'accordo su tutto quello che hai detto: per quanto assurdo, sembra che il predecessore dell'attuale Mizukage aveva forse un fratello da queste parti, può essere, Akira-san?
    L'unica cosa, che, però, non mi torna, è l'attirare qui i jonin, come dici tu. Secondo me, un motivo dietro c'è: questi rapitori richiedevano, anzi si aspettavano e volevano la presenza di Hok...Ho... l'Eremita-san e dei Guerrieri del Vuoto, ricordi? Ce lo ha riferito Minami-san dopo il rapimento del piccolo Tooru. E poi la signora Oboro ha detto che il tipo con la maschera di Scimmia Gialla parlava di Akira-san e degli altri due Guerrieri del Vuoto.
    In qualche modo sanno che esistono i Guerrieri del Vuoto e quanti sono, però non so se sanno anche chi sono, Akira-san escluso. E forse questo potrebbe essere un nostro vantaggio, non credete?
    , ipotizzai, in fondo sembrava che sapessero che c'erano quattro ninja, oltre al Rosso di Suna, ma non sapevano della mancanza del Piagnone di Konoha, potevano aver confuso me o Yato-san per lui? Questo non lo sapevo, sinceramente.
    Sul perché volessero qui proprio i Guerrieri del Vuoto e che c'entri Hoo... l'Eremita-san con loro, non saprei, ma anche l'Eremita era qui ai tempi della battaglia con l'Arma, giusto, Akira-san?, chiesi, non avendo ancora ben chiara quella parte nemmeno io.

    [L'Allenamento]

    Lasciai Gyoza e Lio a Tsuya, perché, sì, quella gente con le maschere da scimmia aveva detto che non ci avrebbe disturbato per l'intera giornata, ma a detta di Akira-san erano degli anarchici, quindi chi poteva dire che non cambiassero idea? Almeno i miei due grossi tartarugoni avrebbero rassicurato la gente rimasta, speravo.
    Il viaggio per Umari, di per se, andò abbastanza tranquillamente: gli altri seguirono i miei suggerimenti e ripetemmo un paio di volte quei nostri esercizi di salti e colpi nel mezzo della foresta creata dai rami del suddetto albero.
    Yato-san sembrava voler combinare i suoi usi del chakra distruttivo con dei successivi movimenti di una sorta di spada di legno che si portava dietro e, personalmente, finché non provava ad usare il chakra sul legno di Sareshigami, lo avrei supportato nel migliorarsi come preferiva nell'uso delle sue abilità.
    Akira-san, invece, come sempre, esagerò: sapete, penso che quel ninja abbia dei seri problemi di autocontrollo e di inibizioni... credo che fra lui ed Elmo-san sia valida quella cosa degli opposti che si attraggono, cioè, non sto lì a farmi gli affari loro, ma ricordo come Elmo-san fosse focalizzato sul fatto che Akira non si sarebbe perso nell'acqua, ai tempi dell'Abete, era parecchio legato all'altro spadaccino e credo che la cosa sia dovuta al fatto che dove uno è come la sua corazza, "chiuso" e represso, l'altro è fin troppo aperto ed eccessivo nelle sue azioni. Insomma, un jonin che fa salti assurdi ed esagerati, come se non sapesse usare i controlli del chakra? Dai, chi ci crederebbe?
    Ma sto divagando, lo so.

    Il mio amico sunese era quello un pò meno sicuro nell'uso del controllo del chakra, specie di quello repulsivo: sembrava aver già appreso l'uso degli altri due, così mi avvicinai a lui, dopo i primi tentativi e volli dargli qualche suggerimento, in fondo era la persona che conoscevo da più tempo lì in mezzo.
    Masa-san, se posso: l'azione repulsiva è come un botto che rilasci dal corpo, prova a focalizzarti su un punto solo, magari usa solo un piede per i primi slanci, appena ci prendi l'abitudine, fai con entrambi, io faccio così con il chakra naturale-gravitazionale, lo focalizzo tramite una mano, non su entrambe. Sono due manipolazioni diverse, ma penso che potrebbe servirti come prima idea., avrei detto all'altro.

    Il viaggio, a parte qualche piccola pausa per questi suggerimenti andò abbastanza tranquillo, fino alle chiacchiere fra i due Guerrieri del Vuoto.
    Approfittando dei momenti in cui Akira-san stava parlando con Masa-san, mi avvicinai di nuovo al Senju: Yato-san, questo Hokage, che tipo è? Se sa la posizione di una di queste Armi e ne ha distrutta un'altra, deve essere un tipo parecchio informato sull'argomento: non sono sicuro che nemmeno il Mizukage sappia tanto su questi grossi strumenti di distruzione di massa., avrei chiesto, riprendendo il discorso della sera prima, anche se buona parte della mia attenzione era focalizzata su Sareshigami e su questo misterioso "Sacro Giardino" che doveva essere sulla cima dello stesso.

    [Umari]

    Il villaggio di Umari non sembrava molto grande ad un primo sguardo: dal bosco si seguiva l'unica strada che portava all'accesso principale che era anche la piazza del villaggio stesso, un villaggio che dalla piazza s'estendeva a semicerchio con, appunto, il centro nella piazza, per sei archi, che erano poi le strade che lo costituivano e su ogni arco, una fila di una decina di palazzi.
    Non so voi, ma credo che le due cose più importanti da capire, qui ad Umari, siano chi è stato effettivamente a chiedere l'aiuto dell'Accademia e, se possibile, cosa di preciso ha richiesto, dato che tutti parlano di Amano, ma il dottore era già morto.
    E, poi, scoprire qualcosa, se possibile, di questa Midori... c'è da sperare che questo villaggio non abbia troppe Midori spadaccine e shinobi fidanzate con brutti ragazzi di Tsuya...
    , conclusi con un'alzata di spalle.
    Ad una prima occhiata e qualche chiacchierata, avremmo trovato delle possibili opzioni di ricerca: c'era una locanda lungo il terzo arco, dove magari poter chiedere informazioni su quella Midori, magari scoprire dove viveva, se aveva dei parenti in vita; e poi c'era un centro comunicazioni, proprio sulla piazza, da cui i volatili messaggeri venivano mandati in tutti i luoghi d'interesse.
    C'era da scegliere come dividersi.
     
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    Declinazioni e Umari


    Villaggio di Tsuya - Chapter V




    [Mattina pre addestramento]



    Riunitisi alle prime luci dell'alba, ai piedi di un Sareshigami colmo di rugiada, Yato chiamò il gruppo a raccolta.
    Masayoshi gli si affiancò, incuriosito dalle bizzarre tartarughe che se ne stavano a parlare in disparte, di guardia, evocate dal suo amico Fudoh.
    Chissà se andrebbero d'accordo con i suricati. Era appena giunto Akira, visibilmente assonnato.
    Sono pronto. Gli rispose, quando il Jonin lo minacciò di farlo strisciare a letto dopo l'addestramento per il Vuoto. Il mattino successivo ci sarebbe stato l'incontro con i ninja nemici. E non sarebbe stato un incontro pacifico.
    A giudicare dalle loro battute, capì di essere stato l'unico a trascorrere la notte sotto le calde coperte. Il resto della truppa si era data da fare con le indagini. Il potere del Vuoto gli aveva prosciugato le energie e riposare era stata una scelta obbligata.

    CITAZIONE
    Tutto comincia cinque anni fa agli eventi che hanno portato alla distruzione dell'Arma di Iwa. Alcuni cittadini erano stati rapiti e sostituiti con un rituale da alcuni uomini-scimmia,........

    Il foglioso iniziò a raccontare ciò che aveva scoperto. La sua indagine si era concentrata dapprima sugli individui che erano stati rapiti cinque anni prima, poi le informazioni raccolte lo avevano costretto a virare su Amano, sui suoi presunti segreti e contatti con un certo "R.", che Masayoshi pensò fosse Rasetsu. Poi a sorpresa, dopo aver confessato di essersi imbattuto in diversi vicoli ciechi, Yato tirò in ballo la storia del clone di Itai Nara, Mizukage della Nebbia. Non proprio un clone, ma un doppione, diverso dall'originale.
    Il Senju fece anche di più, perché su un tavolo, il chunin fece apparire i due Kage, uno di fianco all'altro, insieme a delle scene in cui compariva anche Rasetsu, che il chunin aveva intravisto da uno dei suoi disegni. La storia del secondo Itai non era nuova, infondo, la sera prima, era stato lo stesso spadaccino di Kiri ad anticiparlo ai tre shinobi, ma Yato aveva raggiunto quella stramba tesi con una seconda pista.
    Un ottimo lavoro. Si complimentò Masayoshi, sincero. Era riuscito a seguire tutto il discorso senza perdersi. A differenza dei suoi colleghi, non commentò alcunché, ma si limitò ad ascoltare i dubbi di Fudoh e le osservazioni dell'undicesimo guerriero del vuoto. Il riassunto del foglioso aveva gettato luce su qualche punto rimasto ancora oscuro nella mente del Jinchuuriki.
    Qualunque fosse il motivo per cui i Guerrieri del Vuoto erano stati attirati lì, il chunin doveva farsi trovare preparato.

    [Addestramenti]



    Avevano deciso di recarsi ad Umari e di investire il mattino nell'addestramento per il chakra repulsivo. Akira aveva acconsentito a rinviare il loro allenamento nel pomeriggio. Tuttavia, prima di iniziare, il Jonin accennò alla necessità per il chunin di trovare la propria declinazione.

    CITAZIONE
    Devi prima capire cos'è il vuoto. E chi sei tu.

    E quelle semplici parole lo accompagnarono per tutta la durata dell'addestramento.
    Cos'è il vuoto? La prima risposta che si era dato era semplice: assenza di tutto, dai colori, agli odori e a qualsiasi cosa potesse essere percepito. Ma non era sicuro che fosse la risposta giusta.
    Si può percepire il vuoto? Si chiese quando, distribuito in malo modo il chakra sotto ai suoi piedi, spostò lo sguardo accigliato sul grosso ramo che presto avrebbe dovuto sopportare il suo peso. Si sentiva inadatto, incapace di dare una risposta a quelle due semplici domande. Presto dovette arrendersi.
    Meglio pensarci dopo. Scese e riprovò, cercando di migliorare la sua abilità. Tra il chakra distruttivo e quello repulsivo, il primo lo trovava più semplice. Se la spiegazione di Akira fu utile, quella di Fudoh lo aiutò parecchio. Si sentì motivato e pronto a riprovare. Lo fece, sgombrando la mente da ogni pensiero inutile. Non era quello il momento di pensare al vuoto. Senza il chakra repulsivo, non sarebbe stato in grado di farcela, con o senza il potere regalatogli da Lianshi.
    Dopo una breve rincorsa, appoggiò il piede al tronco e iniziò la scalata verso la cima.
    Schivò diversi rami, balzò su un secondo albero e al momento del salto non piegò neppure il ginocchio destro. Dal Tantien, il chakra fluì sotto al suo piede, concentrandosi in un punto, come suggerito dal barbone. Il botto avvenne. Percepì una forza pazzesca lanciarlo in aria, come un piccolo razzo.
    Ce l'ho fatta. Sorrise soddisfatto, sebbene la strada per padroneggiare quella spinta fosse ancora lunga. Yato, Fudoh e Akira erano più avanti. Continuò a esercitarsi fino a quando si sentì soddisfatto del livello raggiunto.
    Sarà solo questione di tempo.E aveva ragione.

    Conclusa la sua sessione di addestramento, Akira lo chiamò a sé, con un rapido cenno della mano. Il chunin si avvicinò a lui con lo sguardo un po' rassegnato, di chi sa che era giunto il momento di scalare una montagna senza il giusto equipaggiamento, perché se la chiave per padroneggiare il vuoto fosse trovare la propria declinazione, non sarebbe riuscito a diventare un guerriero del vuoto in poco tempo.
    Bene, devo solo fare pratica. Rispose, senza dilungarsi in inutili discorsi. Era chiaro che la vera questione non fosse quella.

    jpg



    Mancanza di obiettivi. Ci pensò un po', pronto a scaricare la propria colpa sulla lenta amministrazione sunese. Tuttavia, anche allenandosi da solo, sotto il sole cocente del deserto, difficilmente sarebbe riuscito a sopportare il potere del Vuoto. Gli avrebbero riso dietro a parlargli di Lianshi, troppo lontana per aiutarlo. Aveva bisogno di Akira, di qualcuno che gli indicasse la via da percorrere.
    Oh. Sussultò, quando le dita del kiriano impattarono sulla sua fronte sudata, come a richiamarlo a sé.

    Non lo so Akira. Non ne sono sicuro. La prima cosa che ho pensato sul vuoto è la semplice assenza di ogni cosa. Abbassò lo sguardo. So che è basilare, elementare... Ripensò a quando il ramo di Sareshigami lo aveva solo sfiorato. Il deserto, la sabbia così strana e il cielo perfettamente monocromatico.
    Quando sono svenuto mi sono trovato al centro di un deserto senza colori, suoni, odori e vibrazioni..nulla che potesse indicarmi una strada o una direzione.. Piegò le labbra in una smorfia. Come se i quattro punti cardine fossero collassati in un punto. Disse, senza trovare parole migliori per esprimere ciò che aveva provato sulla pelle. Penso sia stata la reazione della mia mente al Vuoto. Sono nato nel deserto, ci sono cresciuto e quando sono a Suna trascorro parte del mio tempo nell'Anarouch. E quando si è nel deserto, è fondamentale avere un punto di riferimento, per capire dove andare. E per sopravvivere. Sai, gli scorpioni del deserto non perdonano. Gli scappò un sorriso.
    E chi sono? Se dovessi spiegarlo in poche parole, sono un profugo di un paese distrutto dai Kijin, che per molto tempo si è allenato con la sola speranza di avere vendetta. Ma con gli anni sono cambiato e ho capito che il mio paese fosse in realtà Suna. Ho cambiato strada e ora ciò che voglio è proteggere la Sabbia e l'Accademia. Sarebbe servita quella confessione ai fini del Vuoto o aveva frainteso la domanda?
    Comunque, ci penserò su. Ora che cosa mi consigli di fare? Manca poco tempo. Sarebbe riuscito a trovare la sua declinazione?
    Prima di separarsi e unirsi a Yato e Fudoh, Masayoshi decise di affrontare il discorso Bjuu. Ne aveva già parlato a Fudoh e alla Vipera di Oto. Era giunto il turno dello spadaccino. Nello scacchiere delle forze in gioco, avrebbe dovuto sapere di avere una forza portante nel proprio team. Jinchuuriki che, senza un sensei specializzato nei Bjuu, non era ancora riuscito a controllare il potere del Rokubi.
    Akira, riguardo al combattimento di domani, devi sapere che sono un Jinchuuriki. Lo rivelò con una nota di tristezza, come se convivere con una bestia codata fosse motivo di vergogna.
    Del sei code. Aggiunse. E niente, cercherò di non usarlo perché il mio controllo su di lui è praticamente inesistente. Percepì i suoi movimenti, il suo sorriso sotto le antenne di chakra acido.
    Mi dispiace. Non seppe cos'altro dire, perché in fondo gli dispiaceva evidenziare solo le sue carenze, come la sua incapacità di sopportare il vuoto e di controllare il Rokubi.

    [Umari]



    Non aveva creduto di dover superare mura enormi, sorvegliate da guardie armate, per mettere piede nelle vie di Umari, ma fu sorpreso di trovarsi in quella piazza semicircolare dopo aver valicato un piccolo accesso. Chissà quanti uomini e donne fossero entrati e usciti senza alcun controllo. Ciò complicava la ricerca. Dal lato opposto da cui erano giunti, vi erano sei archi e sotto ciascuno di essi partiva una strada.
    Sei. E loro erano solo tre. Avrebbe potuto evocare Koinu e affidargli la ricerca in una delle sei strade.
    Potremmo dividerci. Propose, giusto per dare aria alla bocca, per infrangere quel silenzio che stava schiacciando tutta la zona. A decidere doveva essere Akira, che da qualche ora era diventato il suo sensei.

    jpg






    Chakra: 75/75
    Vitalità: 16/16
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 500
    Velocità: 500
    Resistenza: 500
    Riflessi: 500
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 500
    Agilità: 500
    Intuito: 500
    Precisione: 500
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Rotolo da Richiamo × 1
    • Rivestimento Mimetico × 1
    • Coltelli da Lancio × 4
    • Katar del Deserto × 1
    • Giubbotto Rinforzato × 1
    • Antidoto Intermedio × 1
    • Kunai × 6
    • Parabraccia in Ferro × 1
    • Tonico di Ripristino Medio × 1
    • Maschera × 1
    • Cartabomba II × 1
    • Tonico Coagulante Medio × 1
    • Kiseki Arancione × 1

    Note
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    All'Ombra di Sareshigami


    VII


    In quel mondo etereo, a metà tra quello fisico e quello spirituale, ero riuscito ad ottenere un incontro con colui che un tempo era uno dei più grandi maestri ninja di tutti i tempi. Con gli occhi quasi lucidi dalla felicità di rivedere colui che, in un modo o nell'altro, aveva di fatto cambiato la mia vita da shinobi. Ehm... Si, in effetti ha ragione... Esclamai a metà tra il dubbioso e l'imbarazzato quando lo Scriba del Mondo mi fece notare che era diventato con ogni probabilità il più grande albero del mondo.
    Si allontanò di qualche metro da me, sedendosi su una panchina che, fino ad un istante prima non c'era. Anche io, girandomi su suo invito, notai che una bella poltrona era stata originata alle mie spalle. Mi sedetti, ancora sbalordito da quella situazione. Per quanto ci avessi sperato, quasi come quando mi ero ritrovato nel mondo etereo di Natsuhime nell'isola dell'Abete, non credevo di riuscire nel mio intento. Ha cambiato la sua stessa... Esistenza? Chiesi conferma. Come la sua antica moglie, il sacrificio faceva da filo conduttore nelle loro esistenze. Ahahahah! In effetti sebbene sia un Hozuki un colpo della sua ancora sulla testa me lo risparmierei volentieri... Ridacchiai, sebbene ancora stranamente imbarazzato da quell'incontro. Sebbene la formalità non fosse sicuramente uno dei miei punti forti, lui come Natsuhime meritavano ogni possibile tentativo in tal senso.
    Ehm... Grattai la mia guancia, guardando un po' perplesso Pangu mentre provava a teorizzare cosa avesse potuto fare Natsuhime con il suo chakra, indovinando in pieno neanche fosse stato lì. Beh... Diciamo... Più o meno, ecco... Non approfondii il discorso per il momento, mentre lasciavo parlare il vecchio saggio, che nel frattempo mi stava spiegando come procedesse la sua esistenza da albero rigoglioso, che ovviamente portava con sé qualche problema, soprattutto quello inerente lo scambio di informazione tra le sue cellule e la sua coscienza. Giochetto con la scrittura fatto con Itai?! Guardai esterefatto il saggio. Pangu-sama, a che si riferisce di preciso? Non capisco, non credevo che conoscesse Itai. Domandai, mentre metabolizzavo che non sarei riuscito a fare nulla per lui.
    Strinsi i pugni, sconfitto ancora prima di iniziare. Il Mondo non può essere riscritto più di una volta da lei... Ma se provassi io a farlo? Guardai negli occhi Pangu, e lo Scriba avrebbe potuto notare tutta la convinzione di quelle parole. Non ora... Non ne sono in grado... Ma... Forse raggiungerò un giorno la capacità di Descrivere il Mondo secondo la mia visione. Replicai, attendendo una risposta dall'uomo. Non mi sarei dato per vinto così facilmente. Glielo dovevo.

    A specifica richiesta del saggio iniziai a raccontare tutte le vicende e gli accadimenti avvenuti nell'Abete. Narrai dell'origine e del viaggio verso quell'isola, del sacrificio di Natsuhime-dono, dell'effetto dato agli abitanti dell'isola di quell'immane sigillo e dalla Bakekujira, della Tregua e, infine, degli Hayate e della doppia missione (della Nebbia e Accademica). Terminai la narrazione su come avevo assorbito parte del suo immenso chakra, di come avevo sconfitto insieme a Natsuhime lo spirito guida dell'Arma di Iwa, di come era stata salvata da morte la Principessa dei Mari dai Guerrieri del Vuoto; infine, del tradimento di CaoCao e della sua misteriosa morte. Capisco... Risposi, quando Pangu mi rappresentò di non potere neanche immaginare chi fosse riuscito a condurre CaoCao quasi alla follia e al tradimento. Un nemico misterioso, l'ennesimo, forse bramava nell'ombra. Un nemico di cui nessuno o quasi conosceva l'identità.

    Arrivò poi il momento che stavo attendendo.
    Tutto ciò che stavo facendo, tutto ciò che avevo sacrificato... Era stato predeterminato fin dal principio, oppure erano state le mie azioni a condurmi lì dove ero.
    Che senso aveva tutto ciò se così non fosse stato?
    Poteva essere stata veramente solo casualità? Stavo percorrendo la mia strada solo perché sospinto dai casi fortuiti?
    Le parole dello Scriba del Mondo giunsero fin dentro alla mia stessa anima.
    In un silenzio assordante, i miei occhi si abbassarono per qualche secondo, prima di tornare a specchiarsi in quello di Pangu. Pangu-sama... Avevo sempre immaginato come sarebbe stato questo momento... Un sorriso apparve sul mio volto. E anche questa volta, malgrado tutto, ho sbagliato. Sono... Felice, adesso. Io so chi sono, e so chi voglio essere. Io scelgo la mia strada, sono io a percorrerla. Sono orgoglioso di questo, e sono orgoglioso della sua scelta. Non fa altro che... Responsabilizzarmi. Se qualsiasi altro ninja avesse ascoltato quelle parole, probabilmente non avrebbe riconosciuto in quelle parole Akira Hozuki. Ma era questo, forse, quelli che molti non capivano, e per quello solo pochissime persone potevano dire di conoscermi veramente. Adesso sono ancora più convinto della strada che ho intrapreso. Scossi la testa. Non dica così, lei non sa neanche quanto il mondo avrebbe bisogno di lei...

    Ricevetti invece un'ulteriore risposta negativa riguardo le possibilità intenzioni del gruppo di criminali che stava scorrazzando in quei lidi, accompagnato da un'ulteriore descrizione delle Armi di Iwa rimanenti e della scelta che avevano compiuto lui e i suoi compagni prima di imprigionarli.

    Pangu-sama io... Non potrò mai ringraziarla abbastanza. Sorrisi, sincero, e quasi con gli occhi lucidi, rinfrancato dalle parole del saggio. Io... Ce la farò. Porterò avanti al meglio delle mie possibilità le sue conoscenze... E non sarò Vuoto... La ringrazio... Di tutto, e del suo consiglio... Dirò a Natsuhime-dono di questo incontro e, magari tra qualche anno, riuscirò anche a farvi reincontrare... Sarà felice. Così come lo ero io. Il mondo intorno a me iniziò a sciogliersi, come inchiostro ancora fresco che scivolava via da una pergamena. La sua Speranza non sarà tradita. Farò si che Lei e il Mondo intero non perdano la fede nei miracoli. Questo non è un addio, Pangu-sama. Con quelle ultime parole mi ridestai, quasi come al termine di un sogno. Ero nuovamente seduto dinanzi al grande albero, stanco e provato dal potere del Vuoto.
    Una goccia scese lungo la mia guancia.
    Non era inchiostro. Ma ero felice.

    [...]


    Gyoza, hai stretto un contratto con questo giovane shinobi? D'altronde è un compagno di Akira-san... Esclamò con voce calma il reale pinguino, mentre il grosso tartarugone e il barbone di Kiri parlavano fin troppo. Fudoh avrebbe quasi fatto un passo prima di vedere sfilare un kunai di ghiaccio originatosi dalla lama danzante del pinguino. La piccola arma da lancio si sarebbe conficcata nel legno, ad una ventina di centimetri dal suo naso. Akira-san non ha richiesto il mio aiuto per... "Chiacchierare"... Giovane ninja. Ho già dato i limiti delle vostri azioni. Non amo ripetermi. Avrebbe concluso, mentre la tartaruga sarebbe stata probabilmente più fredda dalla paura del piccolo kunai che aveva modellato il pinguino.

    [...]


    Mh...? Ma non hai sonno te? Parli troppo per essere prima mattina... Avrei accompagnato quella frase con un lungo sbadiglio, mentre il Senju prendeva la parola dopo che ci eravamo riuniti. Non vogliamo fare colazione prima? Chiesi, cercando qualche conforto dagli altri. Ok, ok, la facciamo dopo la colazione... Aggiunsi, sconsolato, mentre Yato continuava il suo ragionamento. Si, confermo, Itai, Rasetsu e la testa calda di Seinji. Confermai al ninja di Konoha, mentre le sue parole iniziarono a scorrermi nella testa.
    Forse il ninja della Foglia, aveva condotto bene le sue indagini. Fu la sua tecnica a sciogliere ogni dubbio. E' lui R. Avrei esclamato, mentre il Senju terminava il suo ragionamento. Buon lavoro... Hai fornito sicuramente un grande tassello che ci mancava. L'uomo che il dottore seguiva era R., ed ecco spiegate le varie circostanze in cui Itai sembrava venire a Tsuya... Ma, la motivazione mi sfugge. Anche se fosse sfuggito qualcosa al momento della liberazione dei prigionieri, perché iniziare tutto questo così tanti anni dopo? Non ha senso, e non ha senso neanche la parte del rituale, che tenderei ad escludere, almeno allo stato attuale delle cose. Che R. volesse nascondere la sua identità? Non credo, o almeno lo tenderei ad escludere... O meglio, il discorso ritorna al punto morto del "perché proprio adesso"? Non so come sia possibile che sia apparso un ninja che assomigliasse così tanto ad Itai, ma... No, aspettate... I ricordi del giorno precedente tornarono vispi. Non che assomiglia ad Itai... E' come se R. fosse Itai. Nel vero senso della parola! Ecco perché abbiamo trovato quei disegni a casa di Rasetsu... Probabilmente ha vissuto lì per qualche tempo, e ciò spiega perché conosceva me, Meika, Sanjuro, e tutti gli altri... Non è una semplice somiglianza, sono la stessa persona! Ha i suoi stessi ricordi, gli stessi legami, gli stessi desideri... Ma... Come è stato possibile tutto ciò? Avrei parlato e domandato ad alta voce. Certo, tutto questo non spiega le sue azioni... E a cosa servono i guerrieri del Vuoto in tutto questo? Scossi la testa. Abbiamo fatto un passo in avanti, ma non vedo ancora soluzioni al problema. Speriamo che stasera le nostre idee saranno ancora più chiare, per adesso, non vedo possibili vantaggi da sfruttare. Mi alzai in piedi. Adesso, torniamo alle priorità della mattinata: andiamo a fare colazione.

    [...]


    Prima di partire per Urami, scendendo dal tempio, avremmo assistito ad una simpatica scenetta che vedeva coinvolti le due evocazioni evocate la sera precedente. Pen Gin, adagiato con estrema nobiltà sulla testa della tartaruga di nome Gyoza, bacchettava con l'elsa della sua katana sulla schiena di questa che, ad ogni tocco dell'elsa, effettuava un piegamento sulle braccia. Gyoza-kun, sfrutteremo questo tempo per il tuo allenamento... Lo sguardo glaciale si sarebbe abbattuto anche sulla seconda tartaruga spadaccina. Akira-san, vai pure. Resto qui io fino al tuo ritorno. Queste giovani creature hanno bisogno di qualcuno che li controlli... Nessuno avrebbe tentato di rispondere a quell'affermazione.

    [...]


    Non c'è niente di banale. Chiudi gli occhi, e rispondi alle mie domande. Gli occhi del ninja di Suna rispecchiavano in pieno quello che era il suo stato d'animo. Confuso, spaventato, forse inconsapevole del potere che gli era stato donato. Era insicuro, ma in quei tempi l'insicurezza non era ammessa. Bene... Continua... Parlai a bassa voce, quasi ad invogliare il chunin a continuare nella sua descrizione del sogno. E'... Un buon punto da dove iniziare. E credo che il tuo sogno sia stato molto affine al concetto di Vuoto, se così possiamo dire... Pensaci adesso... Pensa ad un oceano, che sia d'acqua o di sabbia, vasto fino a dove gli occhi possono vedere... Vasto fin dove il confine tra cielo e terra termina, si assottiglia, sparisce, lasciando spazio ad un'unica cosa quasi... Un confine che non è un limite, ma che è un punto di congiunzione tra due mondi, o addirittura tra più di due... Un punto esatto dove si la coscienza dello spazio, visto che non è dato sapere dove inizia l'uno o l'altro mondo... O a niente di tutto questo. Sorrisi. Allora, che ne dici? Indice e medio andarono a colpire nuovamente la fronte del ragazzo. I confini esistono solo nella nostra testa... Si dice così, giusto? Bene, perché non provare a cancellarli? Elimina i confini, cancella il significato dei corpi nello spazio, oppure ampliali all'inverosimile. E' un concetto similare al Vuoto di Distanza, ma rapportato e declinato in una maniera diversa. Può essere un concetto forte. Il Vuoto di Confini. Parti da qui, e sviluppa questo pensiero durante il resto della mattinata. Cercai ancora gli occhi del ninja. Abbandona la tua insicurezza, non ti servirà dove stiamo andando... Continuai, mentre riprendevo il cammino. Non riuscirai a completare la tua Declinazione in un giorno. Eliminalo dalla testa. Visto? RIsolto un problema all'origine. Ero sicuramente stato pragmatico con quelle parole. Fai quello che ti ho detto. Oggi pomeriggio vedremo di farti attivare il sigillo senza finire a dormire con i pesci. Domani potrebbe servirti. E' il meglio che possiamo fare con questo tempo a disposizione. Fu allora che vidi Masayoshi incupirsi leggermente.
    Mh? Ascoltai le parole del chunin, convinto che ci doveva essere una seconda parte del periodo, che però non arrivò. E... Quindi? Guardai un po' esterrefatto il chunin della Sabbia. Ti stai giustificando o cosa? Non ho ben capito, sinceramente... Cosa vuoi che me ne importi che sei un jinkukoso? La sincerità di quelle parole sarebbero arrivate, dritte come una freccia. Te l'ho già detto: basta con queste insicurezze. Non mi interessa nulla di tutto questo. Non mi interessa niente se dentro di te si trova una bestiaccia puzzolente sigillata. Sei tu che hai il comando. Non scordartelo. Se potessi scambierei io due parole con questo demone... Pff! Incorniciai le braccia al petto, fermandomi e guardando con occhi severi Masayoshi. Se ti sento ancora scusarti per una cosa del genere, o se ti sento ancora una volta parlarne con questo tono da cane bastonato... Ti darò io un buon motivo per essere triste e dispiaciuto. Sono stato chiaro? Sarei stato stranamente severo, ma non c'era tempo per l'eccessiva comprensione.
    Se avessimo superato indenni il giorno successivo, forse avremmo avuto tempo per un confronto più sereno.

    [...]


    Arrivammo prima del mezzodì al villaggio di Umari, un piccolo centro che si sviluppava attorno ad una piazza principale, con sei strade che si sviluppavano come i raggi di un cerchio. Ben detto Fudoh. Dividiamoci, ma questa volta cambiamo un po' l'ordine degli addendi. Masakoso, vai con Fudoh. La vostra prima tappa sarà il centro radio, controllate se hanno un registro, chiedente informazioni... Le date di interesse le conoscete. Yato, tu vieni a fare una passeggiata con me. Hai ricostruito bene i rapporti tra gli ex sopravvissuti, e hai preso molte informazioni sulle loro vite; se riusciamo a recuperare qualche notizia su questa Midori, potresti essere a conoscenza di dettagli che a me sfuggirebbero. Iniziamo dalla taverna: vediamo se da lì riusciamo a recuperare l'indirizzo di casa di questa fantomatica spadaccina dai capelli viola... Mmhh... Ci rivediamo qui tra due o tre ore. Bussai contemporaneamente alla testa di entrambi i ninja. Fate attenzione e NON separatevi. Li ammonii. Se succede qualcosa, fate tanto rumore. Ci penso io a raggiungervi... Ah, Masakoso... Mi rivolsi al chunin della Sabbia. Non pensare a quello che ti ho detto, concentrati sulla missione. Ci sarà tempo.

    Dopo aver guadagnato qualche centinaia di metri di distanza, mi sarei rivolto al ninja della Foglia. Sei sveglio per essere della Foglia, lo sai? Sono abituato ad avere a che fare con Raizen, o anche all'altro ragazzino un po' tonto... Nettamente sopra media. Avrei esternato. Sai, Yato, mi avevano parlato di te, e se non mi fossi dovuto spingere nuovamente fin qui a Tsuya, ero diretto proprio a Konoha per incontrarti. Sono stati Kensei e il mercenario Kaguya dai molti nomi a parlarmi di te, per inciso. Non ti preoccupare, non mi interessa del loro rapporto con loro; devi sapere che Kensei è kage perché l'ho scelto io, e con il buon Kaguya che nel tempo libero si diverte a fare l'Asso di Ame ho diverse questioni in ballo... Le parole erano scelte con cura, avrebbe dovuto capire che ero a conoscenza di più informazioni di quanto immaginasse. Venendo al punto, devo incontrare una persona, una persona che tu conosci: Shunsaku Ban, Il Cacciatore di Leggende. Un tipo baffuto, usa dei nomignoli a riguardo, forse Kuchihige Ban, o qualcosa del genere... Allora, lo conosci? Avrei necessità di incontrarlo...
    Il Senju, se mi avesse guardato, avrebbe notato una leggera smorfia apparire sul volto. Sai... Ho una caccia da proporgli...

     
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    Mistero a Tsuya


    - - - 7 - - -

    La notte delle Indagini
    Il sacerdote aveva ormai concluso la sua chiacchierata con Fudoh-san. Raggiungerlo? Nessuno ci è ancora riuscito, per questo dico che è un atto di fede, una prova del divino Sareshigami. Replicò con sguardo limpido e scevro di dubbi, quello di un fedele che ha trovato la sua strada e la percorre nonostante le avversità. Da ammirare, sotto un certo punto di vista, o additare come uno zimbello, la differenza è sottile. Poco dopo Fudoh-san tornò in stanza, mentre io cercavo di mettere in ordine tutte le mie informazioni. Gli spiegai delle Armi di Iwa, almeno per quanto ero a conoscenza, mentre Masayoshi si era messo a dormire, un sonno che pareva agitato da incubi a giudicare da come si rigirava nella branda.

    Akira in WoodLand
    La conversazione era ricca e allegra, rilassata nonostante si trovassero in una situazione surreale e al limite delle capacità di comprensione umana, ma non per questo Akira si trovava a disagio e anzi finalmente era riuscito a trovare alcune risposte alle domande che si portava dietro da fin troppo tempo. Ma si, il trucco con la corteccia. Lui incideva sulla corteccia le domande e io rispondevo rigenerandola e poi facendo comparire la risposta. Ci voleva una decina di minuti per ogni frase, ma in qualche modo riuscivamo a comunicare. Ora che l'albero è così grande sarebbe impossibile star dietro a una cosa del genere. Spiegò con molta tranquillità. Oh, pensavo fosse del tuo stesso villaggio e che vi conosceste, è una specie di leader, no? Ha trovato l'albero principale che avevo nella foresta, quello in cui avevo conservato il poco chakra che avevo tenuto da parte mentre le radci stavano serrate intorno al Gashadokuro, e anche se ha fatto qualche guaio con la linfa per le sue strane abitudini dietetiche. Alzò gli occhi al cielo. Ancora mi chiedo cosa gli sia passato per la testa di dare da mangiare a un clone...figuriamoci la mia linfa che era carica di energia vitale! Bah! In realtà non sapeva bene cos'altro fosse capitato al riguardo perchè Itai non gliene aveva parlato, ma supponeva che il clone carico di energia vitale la avesse prima o poi esaurita scomparendo come di norma, ma aggiunse anche. Io personalmente non mi fido dei cloni. Pessimi soggetti, sempre a guardare mia moglie e a giudicare. Ho smesso di farne uso appena ho potuto!

    Esaurito l'argomento Pangu rimase stupito alla proposta di Akira di cambiare nuovamente in essere umano, piacevolmente sorpreso anche se poco dopo si esibì in un sorriso caldo e rassicurante. Il mondo è una enorme pergamena, Akira. Se io cancello una parola e la sostituisco, la pergamena resta la stessa. Più di una correzione potrebbe solo danneggiarla. Cambierebbe la mano, ma non il testo, se capisci cosa intendo. Ma ti ringrazio per il pensiero. Disse con un cenno del capo. Venne il momento del commiato, accolto con calore alle parole cariche di emozione dello spadaccino di Kiri. Non soffermarti troppo su di me e sul passato, Akira. Hai già superato di gran lunga le mie aspettative, ma non sono le mie aspettative a guidarti. Sii libero e sii te stesso quando scegli la tua strada. Si alzò dalla sua posizione, con la sedia che svaniva, e si esibì quindi in un inchino formale, piegando quasi del tutto il busto, un segno di assoluto rispetto per chi conosceva l'etichetta dei suoi tempi. Io ti ringrazio, Akira Hozuki, Guerriero del Vuoto del Chakra. Sii fiero di te stesso, indipendentemente da ciò che io o altri potremmo pensare. Con quelle parole svanì, e con lui tutta quella strana dimensione mentale.

    Riunione al Mattino
    Come vi ho detto, diversi pezzi della mia deduzione non tornano, e fondamentalmente non ho un movente, non sono riuscito a identificarne uno. Questo era il principale punto debole della mia argomentazione: avevo capito il chi e il come, ma non il perché, e questo poteva rivelarsi un difetto fatale. Mi voltai verso Akira e Masayoshi, che forse potevano avere qualche informazione aggiuntiva. Il Sunese si rivelò una delusione, limitandosi a lodarmi (non che me ne facessi qualcosa delle sue lodi) ma senza fornire niente di utile...mi limitai ad alzare gli occhi al cielo per un breve istante, come a sottolineare il mio disappunto. Anche Akira non aggiunse grandi notizie, ma confermò gran parte del mio ragionamento, sottolineando nuovamente quanto l'assenza delle motivazioni del nemico ci tarpasse sostanzialmente le ali.

    Allenamenti
    Non mi curai troppo degli altri durante il breve allenamento, concentrandomi sull'uso del chakra e su come affinarne le capacità in modo da sfruttarlo durante un eventuale scontro, più che apprenderne afinalisticamente le dinamiche. Dovevo diventare forte, molto più forte di quanto non fossi se volevo che la Missione diventasse reale e non solo un miraggio distante. Stavo replicando i movimenti di spada che mi aveva insegnato Kensei, non consapevole del fatto che forse Akira avrebbe potuto riconoscerli, ma sul momento combinare quel chakra distruttivo con la Mortificazione delle Arti Magiche era fondamentale per procedere col mio addestramento.

    Ero talmente concentrato sul mio compito che quando Fudoh-san mi si avvicinò e parlò dell'Hokage, mandando completamente in frantumi la mia coordinazione tanto che trasalii, immediatamente pentendomene. In passato Fudoh-san aveva dimostrato incredibili capacità analitiche, con una capacità di comprensione che era avanti alla mia di diversi passi, con vaghi accenni e comportamenti apparentemente sciocchi o fallaci ma che nascondevano in realtà la netta e chiara comprensione che aveva di ogni singola cosa. E questo mi aveva spaventato a morte quando nomino l'Hokage. Quanto quel suo cervello acuto e camuffato aveva compreso? Quanto avevo tradito di mè stesso, anche con quella reazione? Cosa potevo dire e cosa no? Come fuggire? Chunin o non chunin, borbottai solo una manciata di sillabe prive di senso. Ah-be...ab..ba... Scossi il capo cercando di riprendere il controllo, anche se col cuore che batteva a mille. Mi hai colto alla sprovvista, Fudoh-san, ero molto concentrato, ahahahah! Dissi cercando di dissimulare, ma sapevo bene di avere contro un maestro dell'intuizione. L'Hokage è...beh...è il leader del villaggio, e in generale è abbastanza benvoluto. Deglutii, non potevo mentire spudoratamente: se ne sarebbe accorto. Ma personalmente abbiamo avuto degli screzi. Diciamo che il suo carattere non mi va a genio. E' prepotente, arrogante e supponente, incapace di vero rispetto per gli altri, ma solo di uscite volgari e strafottenza. Anche se può sembrare rispettoso a volte, è solo una facciata. Lui pensa di essere il migliore del mondo e di aver sempre ragione, anche quando ammette di avere torto. Dissi senza guardarlo in volto, e dopotutto avevo detto esattamente ciò che pensavo di lui. Ma è anche il ninja più forte del villaggio. Deglutii. Per ora. Quindi devo farmelo andare bene. Aggiunsi serrando i denti. Il Mizukage ha un carattere decisamente più affine al mio.

    Viaggio verso Umari
    Umari era un modesto villaggio di periferia all'ombra del grande albero poco distante. Non un centro significativo nè una metropoli, ma il messaggio che ci aveva convocato era arrivato da là, e non potevamo tralasciare indagini. Se tanto mi da tanto questa Midori non è realmente di qui ma ha usato una storia di copertura o pagato qualcuno. Ma niente è perfetto e avrà sicuramente lasciato delle tracce. Tutto sta a trovarle. Dissi, mentre Masayoshi restava passivo sul piano delle proposte, facendomi sospettare che forse non era migliorato poi tanto rispetto al passato, anche se era dimagrito, mentre Akira prese la questione in mano organizzando le nostre azioni. Fudoh-san e Masayoshi avrebbero cercato informazioni al centro radio, mentre io e lui ci saremmo occupati di chiedere in giro se qualcuno aveva visto qualcosa. Dopo il breve dialogo imbarazzato con il primario di Kiri accolsi l'idea di una separazione come una boccata d'aria: forse non vedendomi avrebbe smesso di indagare sui rapporti tra me e l'Hokage, inoltre avevo la possibilità di vedere un altro Jonin all'opera e poteva essere istruttivo, anche se quell'Akira mi pareva un pò troppo scanzonato. Mi sono limitato a unire i dati in modo plausibile. Ma penso che la taverna sia un ottimo punto dove iniziare. Commentai.

    Separati, ci avviammo e dopo poco fu il Kiriano a prendere la parola, chiamando l'Hokage per nome e suggerendo tra le righe che lo ritenesse una persona poco sveglia. Era una trappola? Era daccordo con Fudoh-san e tutta quella missione era solo una trappola? Scartai l'ipotesi come paranoia dovuta al breve scossone emotivo di poco prima, limitandomi a un breve cenno del capo mentre lasciavo le labbra immobili in una posizione neutra. Ogni shinobi ha le sue peculiarità. Commentai distaccato, mentre lui parlava ancora, facendomi comprendere che sia il Sensei che il Maestro gli avevano parlato di me. Entrambi sapevano della mia antipatia per l'Hokage, ma certamente non della Missione. In ogni caso mi accigliai, ottenendo subito una sua precisazione sul fatto che non intendeva approfondire il mio rapporto con loro o con il Bersaglio, ma piuttosto parlare di una questione totalmente slegata. Asso di Ame? Non avevo idea. E pensavo che i Kage venissero eletti. Dissi senza particolare inflessione, guardandolo con molta attenzione. poteva essere un'occasione per sapere di più su di loro, senza mostrarmi eccessivamente interessato. Che poi lui prendesse le mie parole coma una sfida o come un segno di stupidità francamente non mi importava.

    Mostrai chiara perplessità quando lui tirò in ballo Shunsaku Ban, il Cacciatore. Non serve chiedermi conferma sul conoscerlo o meno, ho lavorato per lui in missioni Accademiche ufficiali, registrate, basta chiederne i rapporti. Mi chiedevo a quale caccia si potesse riferire l'Hozuki...che volesse in realtà arrivare al Sensei, che avevo conosciuto proprio per tramite di Kuchihige-san? Alcuni miei ricordi riguardo a lui sono offuscati per delle cause esterne che ancora non ho potuto identificareVedi la giocata con Jeral, ma suppongo non sia complesso rintracciarlo. Mi aveva chiesto di fargli da guardia del corpo in altre occasioni, ho modo di contattarlo. Dissi in tono neutro, ma l'Accademia stessa aveva modo di contattarlo se necessario, a meno che non si stesse nascondendo. Quindi le possibilità erano due: o Akira era un cretino incapace di usare i canali ufficiali, per quanto poco organizzati...o non voleva che l'Accademia lo collegasse al Cacciatore per quella caccia, quale che fosse. La vera domanda è un'altra. Decisi di scommettere sulla seconda ipotesi. Cosa ho da guadagnarci io? Se sapeva del mio legame con Kensei e Feng Gu sapeva anche che non poteva uccidermi senza incorrere in spiacevoli complicazioni a qualunque fosse il suo piano, e in ogni caso avrei potuto difendermi. Inoltre gli ero utile, quindi a maggior ragione sarebbe dovuto essere lui utile per me. Ma in che modo? Cosa aveva da offrire? Con la mia domanda gli suggerivo che avevo compreso quanto la sua volesse essere un'operazione non ufficiale, tutto stava a capire quanto ci tenesse.

    [...]

    Quale che fosse l'esito della negoziazione, ci trovammo poi alla taverna per quella che era la missione alla mano. Una semplice Henge lontano da occhi indiscreti mi trasformò solo in modo superficiale: i capelli divennero dello stesso colore di quelli di Midori e lo stesso valeva per gli occhi, così come i lineamenti cambiarono leggermente in modo da accentuare una somiglianza. Al bancone (chiesi il permesso ad Akira di entrare separatamente, così da non destare sospetti) dopo aver ordinato e bevuto, diedi chiaramente l'impressione di guardarmi intorno come per cercare qualcosa per qualche minuto. Che qualcuno si avvicinasse e me ne chiedesse il motivo, o rivolgendomi all'oste se non avessi attirato abbastanza l'attenzione, mi sarei limitato a una domanda. Sto cercando mia sorella. Ha preso la spada di famiglia senza permesso, e sembra che sia stata vista da queste parti. Non so come possa aver deciso di farsi chiamare, ma spesso usava il nome Midori quando giocava da piccola... Se non avessi avuto informazioni avrei allora chiesto qualcosa di molto diverso. Un vecchio amico di famiglia mi ha informato per lettera di averla vista. Il Dottor Amano, lo conoscete? Dovrebbe lavorare in un paese vicino. Lo avete visto di recente? Non ho avuto risposta alle mie ultime lettere.

     
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    Falce dei Kaguya


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    Umari


    Secondo giorno di indagini



    [La Notte precedente]

    Le ultime spiegazioni del sacerdote Mifune furono illuminanti (probabilmente avrebbe gradito l'uso di questo termine): nessuno era ancora arrivato sulla vetta di questo Giardino Sacro ed io, bé, avevo la mia personalissima traccia su cui poter investigare in un ambiente inosservato, dovevo capire come e quando farlo, ma avevo una traccia.
    Grazie per le sue spiegazioni, sommo Sacerdote, mi è stato molto d'aiuto., conclusi allontanandomi.

    Dopo le chiacchiere con Yato-san, incontrammo, come vi dicevo, quel pinguino che Gyoza identificò come "Pen Gin Sensei".
    Non chiedetemi come mai, ma suddetto pinguino parve non gradire qualcosa delle mie parole, tanto più che mi lanciò contro un kunai di ghiaccio, e dire che avevo appena confermato che stavo per tornare a dormire.
    Guardai l'arma ghiacciata e poi il Kamui e mi tornò in mente un particolare: Sapete usare la stessa tecnica della cacciatrice stramba con lo sciamano strambo per fratello!, valutai.
    Fudoh nii-san..., mi voltai e vidi Gyoza che alzava gli occhi al cielo.
    Sapete, mi fa sempre una strana impressione quando vedo una tartaruga alzare gli occhi al cielo: a parte Tong, lo fanno spesso tutte quando ho modo di guardarle, chissà come mai?
    Si chiamano Ipokash e Munkeke, Fudoh nii-san., puntualizzò il tartarugone, Sì, bravo, la cacciatrice un pò strambo ed il suo fratello sciamano che era davvero strambo con quei suoi versi. Ci crederesti che diceva che pure io sembravo uno sciamano?, commentai ridendo, prima di allontanarmi: avevo altro per la testa, lo ammetto, ma iniziavo comunque a sentire anch'io la stanchezza e, forse, anche per quel motivo, non scoprii molto di più, per quella notte.

    [In viaggio verso Umari]

    Dopo che Yato-san mostrò a tutti noi quanto da lui scoperto, con conferme e nuove ipotesi del mio compaesano su questo secondo "Itai", tutte cose che spiegava, almeno in parte, il "Chi", ma di certo non aiutava sul "perché", partimmo e, devo dire, mi parve quasi di vedere gli sguardi di Gyoza e Lio supplicare perché non li lasciassi lì con Pen Gin: Ma no, starete bene: vi divertirete., li rassicurai, prima di partire.

    Durante il viaggio, ebbi poco da dire ad Akira-san e con Masa-san, oltre qualche indicazione non avemmo altro di cui discutere; al Senju, invece, feci una domanda, mentre lo vedevo allenarsi con la spada, seppur non sapevo benissimo cosa c'entrasse con l'uso del chakra distruttivo e repulsivo, ma in fondo Yato era l'unico che sapevo conoscesse ambo i controlli.
    Ad ogni modo, il ninja della Foglia parve sorpreso dalla mia domanda sull'Hokage. Per un secondo mi preoccupai: forse era un pò sospetta? Che avesse capito il mio interesse verso la storia delle Armi? Voi che dite?
    Comunque, sto divagando, Yato parve, come dicevo, inizialmente sorpreso: Scusa, non volevo distrarti dall'allenamento, ma sai, la strada è tanta, giusto per fare due chiacchiere, riprendendo quello che mi avevi detto ieri sera: mi incuriosiva., ammisi, meglio essere sinceri in certe cose.
    Qui avvenne la cosa strana: la descrizione che il Senju fece di questo Hokage mi fece sotto alcuni punti di vista pensare ad Elmo-san, eppure Yato, alla fine, disse che si trovava meglio con il Mizukage.
    A quel punto, mi fermai un attimo e mi guardai le mani, per fare il conto mentalmente: Elmo-san è prepotente, arrogante e supponente... queste tre ci sono, incapace di vero rispetto, ma non è volgare, questo si deve ammettere. Quattro su cinque.
    Anche l'Inquisitore pensa di essere il migliore al mondo, ma non fa nemmeno finta di ipotizzare di avere torto. Cinque su Sette.
    Sul fatto che sia il ninja più forte, non saprei rispetto ad Akira-san, o addirittura Sanjuro-sama, con quel suo demonio per cappello.
    , ricapitolai tutto questo ed escluso che Elmo-san non avrebbe chiesto scusa a qualcuno, o non avrebbe dato ragione ad altri tranne se stesso, non vedevo lampanti differenze.
    Poi capii, guardando il mio mignolino sinistro chiuso, e confermai: Sì, il Mizukage è molto educato, non l'ho sentito mai, nemmeno una volta, imprecare o dire scurrilità, ha un modo di fare diverso rispetto a quello che mi hai descritto. e feci un cenno affermativo con il capo: era vero, si poteva dire tutto ad Elmo-san, ma era educato e forbito nel parlare.
    Era anche un prepotente che mandava ragazzini ad ammazzarsi fra di loro in mezzo alla neve, ma con garbo e lessico forbito.
    Quindi questo Hokage è un Elmo-san che dice le parolacce ed ogni tanto si scusa?, ammetto di averlo solo pensato, alla fine volevo capire qualcosa di più su questo individuo che aveva sconfitto un'Arma di Iwa da solo, ma non volevo essere troppo invadente.
    Certo, anche lasciare il discorso così, campato per aria, mi sembrava scortese ed a quanto pare il Senju dava molto peso alla forma ed alla prosa, quindi per rispetto, pensai di rispondergli con altrettanta sincerità: Capisco il tuo punto di vista, anch'io spesso, ragionando più da medico, ho le mie discrepanze con talune scelte del Mizukage, ma è il capo del villaggio e ha la forza per proteggerlo.
    Quella è la cosa importante, no?
    , avrei ipotizzato sorridendo, poi avrei chinato la testa in segno di scusa, Sto divagando e ti ho interrotto dal tuo allenamento, scusa, Yato-san, eventualmente ne riparleremo a fine missione, sì., conclusi, lasciando che potesse riprendere i suoi esercizi con la spada, mentre i due guerrieri del Vuoto sembravano intenti nelle loro disquisizioni, fino al nostro arrivo ad Umari.

    [Umari]

    Akira-san concordò con la mia idea di dividerci, così come Masa-san, ma stavolta il Jonin propose che fossi io ad andare con il mio amico di Suna, in cerca di notizie su chi avesse inviato la richiesta all'Accademia, mentre lui e Yato-san avrebbero cercato notizie alla locanda.
    Va bene, Masa-san, stavolta siamo noi due., dissi sorridendo all'altro con cui avevo condiviso una missione tempo fa ed uno scontro molto tempo prima.

    [I Due Spadaccini]

    Al di là delle chiacchiere sul Cacciatore di cui Akira cercava informazione, quando i due entrarono nella locanda fu il Senju a dirigere le indagini, mediante la sua trasformazione.
    Inizialmente, come poté notare tanto lui, quanto l'Hozuki, ci fu qualche sguardo di sfuggita verso il suo aspetto così particolare, specie per il colore dei capelli, ma nessuno gli si avvicinò più di tanto, fu però quando parlò con l'oste che la cosa divenne interessante.
    L'Oste guardò, infatti, Yato, poi parlò: Conosco il dottor Amano, ragazzo: ogni tanto passa da qui, quando viene in paese per rifornirsi di erbe medicinali ed affini, ma sarà una settimana buona, forse persino due, che non lo vedo, non ti saprei dire per certo.
    Una ragazza che ti assomiglia con una katana parecchio costosa ad occhio, non è passata di qui, ma la conoscono, qui ad Umari ne hanno sentito parlare tutti: la nipote di Kuziro Omai. Non so se la potrete trovare, ma il vecchio Omai vive poco lontano da qui.
    , avrebbe spiegato e, a meno di ulteriori domande, l'oste avrebbe spiegato ai due dove trovare la casa di questo anziano signore.

    [...]

    Quale che fosse stata la strategia portata avanti a quel punto dai due ninja, l'abitazione di Kuziro Omai non sarebbe stata difficile da trovare nella seconda delle sei vie, la parallela a quella dove si trovava appunto la locanda.
    Il proprietario della casa era un vecchietto dall'aspetto innocuo [Nota], che avrebbe sorriso ad eventuali domande su Midori, rispondendo con un cenno del capo, apparentemente senza seguire bene il discorso per poi dire: Sì, Midori-chan, la mia nipotina.
    Non sapevo nemmeno di aver avuto una nipotina, sapete? La madre è andata a vivere nell'entroterra quando ci siamo divisi con mia moglie e non ne sapevo più niente. Poi l'altro giorno mi trovo questa ragazza davanti la porta che mi chiama nonno, che bello è stato!
    , si sarebbe fermato ed avrebbe osservato chiunque fosse stato l'interlocutore, E voi chi siete?, poi, solo dopo ripetuti tentativi avrebbe ripreso a parlare della "nipote", verosimilmente senza seguire eventuali fili logici d domande.
    Mi ha anche presentato alcuni suoi amici, sapete? Il biondino è carino, spero tanto che mi facciano diventare bisnonno... eh...
    Poi c'erano quella ragazza che ha dormito qui una notte e poi c'era l'altro, quello che mi ha accudito un pò meglio di Midori-chan... aveva una madre anziana quello.
    , poi avrebbe fatto un pò di cenni con il capo e dopo si sarebbe guardato intorno, lamentandosi di come il tempo non aiutasse i suoi dolori e dei lavori di restauro di un edificio poco distante che lo disturbavano quando voleva riposare.
    Decisamente avrebbero dovuto impegnarsi per ricavare informazioni da lui.

    [I due Orfanelli]

    Se Masayoshi avesse proposto di mandare il suo buffo animaletto in cerca di tracce, avrei innanzi tutto concordato, aggiungendo: Le mie tartarughe non sono ottimi investigatori, ma ne ho una abbastanza piccola da poter supportare il tuo t... s... la tua evocazione., concordai, evocando poi Myk. [Myk]

    Le unità sono due devo correggere...




    Fudoh-chan! Dopo Gyoza-san e Lio-san richiami anche me! Che bello! Ma dove sono?, avrebbe detto la tartarughina che mi stava tranquilla davanti.
    Impegnate in un'altra attività, tu mi serviresti per dare supporto al mio amico Masa-san qui ed al suo... evocazione., avrei detto, indicandogli poi quella sorta di mini-faina.
    Se le due creature fossero andate in cerca di tracce, per quanto poco Myk fosse adatto in quel tipo di attività, il suricato avrebbe individuato un odore che aveva sentito il giorno prima, fra gli altri, un odore che aveva individuato nella caserma in mezzo al bosco.
    Cosa fare però? Inseguirlo, o ritornare dagli evocatori?

    [...]

    Io e Masa-san, intanto, ci saremmo diretti al centro comunicazioni.
    Sapete, ammetto che mi trovavo un attimo in imbarazzo con Masa-san: non fraintendetemi, è un amico, mi sta parecchio simpatico fin da quando ci affrontammo e poi quando mi parlò nella testa ai tempi di quella missione nei boschi, ma quando ci vedemmo all'Abete, lui era tutto allegro, avevamo "vinto", ma l'incubo che avevo avuto quella volta, quando mi sentii male dopo la distruzione del Cuore, mi aveva lasciato scosso, fui distaccato nei suoi confronti, un pò mi dispiacque: lui nemmeno c'era quando mi sentii male.
    Sto divagando, lo so, ma solo per dire che non approfittai di quel momento per delle chiacchiere un pò più frugali, anche perché eravamo abbastanza vicini al centro di comunicazioni, appunto, dove entrammo senza troppi problemi, per trovarci davanti ad un impiegato quanto mai annoiato, almeno ad un primo sguardo. [Nota]
    Che volete? Per inviare una missiva ad una qualsiasi città del Paese della Cascata dovete compilare il modulo lì giù.
    Per territori accademici, servono i documenti approvativi da parte del villaggio di Taki.
    Per territori extra accademici, serve un lasciapassare speciale.
    , in tutto ciò, non ci aveva nemmeno guardato in faccia.
    Avrei guardato Masa-san, poi avrei chiesto a lui: Che facciamo? Proviamo a mostrare i coprifronte? Questo è il territorio di Taki, giusto? L'Accademia non è proprio gradita... o mi sbaglio?, avrei atteso un parere ed un piano d'azione dal mio parigrado di Suna.
     
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    Centro comunicazioni e strani odori


    Villaggio di Tsuya - Chapter VI





    Chiuse gli occhi, come suggeritogli dallo spadaccino, mentre la voce di Akira gli riempiva la mente, guidandolo in un viaggio molto simile a quello intrapreso il giorno prima, quando il sigillo del Vuoto si era manifestato al centro della sua fronte.
    Quando sentì parlare di oceano, Masayoshi vide un mare di sabbia formarsi attorno a sé, granello su granello, circondandolo.
    Sapeva di non trovarsi nel Vuoto. Ciò che percepiva era il semplice frutto della sua immaginazione, o l'insieme dei ricordi che univano lo Shokuto all'Anaroch. Aveva la sensazione di essere sotto il torrido sole del deserto, investito da quelle sferzate di vento secco e polveroso che erano tipiche della zona occidentale da dove proveniva.
    Sollecitato dalle parole di Akira, il chunin pose la sua attenzione all'orizzonte, scorgendo quella sottile linea nera che divideva i due mondi, Cielo e Terra, che nessuno aveva mai fuso insieme. Doveva farlo lui. Prendere quel confine e distruggerlo. O cancellarlo. O usarlo in un modo diverso. Stava a lui capire come manipolare quello spazio. Si sarebbe rivelato un compito difficile, arduo e faticoso, ma necessario.

    CITAZIONE
    Allora, che ne dici?


    Lo schiocco sulla sua fronte lo riportò alla realtà, facendolo sobbalzare per lo spavento.
    Ahio! Esclamò, accigliato. Impiegò diversi secondi per riprendersi dal torpore generale. Si era talmente concentrato da aver rilassato troppi gli occhi e i muscoli degli arti.
    La smorfia di disappunto scomparì presto, lasciando posto a una gradevole sensazione di appagamento.
    Il Vuoto di Confini Mormorò, incuriosito da quel nome che lo spadaccino aveva ideato a titolo di esempio. Gli piacque, seppur dentro di sé aveva la certezza che non fosse quella la sua declinazione. Sarebbe stato un ottimo punto di inizio. Aveva la mattina per riflettere, per fare tabula rasa di ogni insicurezza e e interrogarsi sulla sua vera declinazione. Tutto questo per arrivare al pomeriggio, quando il Sigillo del Vuoto sarebbe riemerso sulla fronte.

    CITAZIONE
    Abbandona la tua insicurezza, non ti servirà dove stiamo andando...


    Lo farò. Rispose, incrociando i suoi occhi di ghiaccio.
    Camminandogli affianco, lontano dagli altri due ninja, Masayoshi colse l'opportunità per rivelare la sua vera natura, con quella voce timida, preoccupata e insicura che lo faceva apparire agli occhi dei suoi colleghi come uno studente alle prime armi. Usare quel tono sottomesso, da cane impaurito, non lo aveva mai aiutato durante i confronti verbali con il demone. Erano rari, ma quando si trovava faccia a faccia a battibeccare con il Bjuu, separati dalle sbarre chakrice erette da Hoshikuzu, il Rokubi aveva sempre la meglio.
    Il kiriano sembrò fregarsene dell'informazione e per un momento Masayoshi si ritrovò a fissarlo con un espressione piuttosto confusa. Era chiaro che l'Hozuki sottovalutasse il potere del demone codato. Non era sufficiente essere convinti del proprio controllo per tenere a bada il demone. Se fosse stato così, i Bjuu sarebbero stati innocui, simili ad animali domestici da cui però prelevare il chakra a bisogno.
    La realtà era diversa.
    Un Jinchuuriki inesperto come lo era Masayoshi poteva trasformarsi in una bomba ad orologeria. Immerso nel chakra acido del Rokubi, non ci sarebbero stati né amici né nemici, solo uomini da schiacciare in un mondo da bruciare. In quei frangenti, come lo era stato all'Abete, l'odio instillato nel cuore del Jinchuuriki andava oltre l'umana comprensione.
    Ok va bene. Si limitò a pronunciare, deluso dalla piega che la loro discussione aveva avuto.

    [...]



    Raggiunto il centro di Umari, davanti alle sei strade che correvano lungo i diversi quartieri del centro abitato, Akira divise il team in due gruppi: Masayoshi e Fudoh si sarebbero diretti verso il centro radio, con l'obiettivo di scoprire qualcosa sulla comunicazione inviata all'accademia da Amano, quando lui era già morto; mentre il Jonin e Yato si sarebbero occupati di Midori. Avrebbero avuto due ore di tempo per aggiungere più tasselli possibili alla brutta vicende su cui stavano indagando. Oltre alla verità sugli omicidi avvenuti a Tsuya, il team non doveva perdere di vista il combattimento che sarebbe avvenuto il giorno successivo.
    Sarà ottimo guadagnare un vantaggio sui nemici. Pensò, con lo sguardo sul chirurgo di Kiri. La sua espressione era strana, enigmatica, e il Chunin non riuscì a decifrare con chiarezza a cosa stesse pensando. Si aspettava di ricevere un sorriso, invece, il kiriano sembrava preoccupato. Avrebbe voluto chiedergli cosa lo turbasse, ma evitò di essere invadente, specie davanti agli altri due ninja.
    Ricevuto Akira-sama. Faremo attenzione. Stava già pensando a come approcciare l'eventuale funzionario del centro radio. Erano a Taki e i loro coprifronti accademici erano solo placche di metallo prive di valore.

    Divisi dagli altri, Masayoshi decise di impiegare nella ricerca anche il suo amato suricato. Si picchiettò sul petto con la mano destra e in meno di un secondo Koinu apparve sotto il suo mento. La sua testolina era così piccola da rimanere tutta nella zona d'ombra del suo abito.
    Sai già tutto Koinu-san. Cerchiamo tracce di nemici qui ad Umari; qualsiasi cosa sia legato alla sabbia che abbiamo trovato da Rasetsu. Gli riferì a bassa voce e il suricato annuì, felice di muoversi dopo essere stato tutta la mattina a sonnecchiare nei vestiti scomodi e freddi del suo giovane evocatore.
    Per il chunin era giunto il momento di fare la propria parte. Non aveva dimenticato quel fastidioso senso di inadeguatezza che lo aveva colto quando, alle prime luci dell'alba, ai piedi del tempio, Yato e Fudoh avevano riassunto ciò che avevano scoperto durante le ore notturne, mentre lui dormiva beato.
    Ho intenzione di sfruttare le abilità percettive di Koinu. Rivelò a Fudoh, troppo silenzioso per essere il barbone di Kiri che conosceva. Tuttavia, il kiriano decise di evocare un'altra sua creatura, Myk ,per accompagnare il suricato.
    Bene, quattro occhi sono meglio di due. Aggiunse, salutando con un cenno della mano le due piccole creature.
    Si trovavano a circa duecento metri dal centro radio. Per loro fortuna, la struttura non era molto distante dalla piazza centrale. Un paio di cartelli muniti di frecce avevano facilitato il loro lavoro e trovarlo era stato un gioco da ragazzi.
    Davanti all'edificio, Masayoshi si chiese se non fosse stata una buona idea camuffare il proprio aspetto con la Henge.
    La sua fama e le sue gesta in combattimento non erano mai uscite fuori dal Paese del Vento, figurarsi oltre i territori dell'accademia, dove il suo nome sarebbe stato solo un ammasso di lettere senza senso. Senza coprifronte, nessuno lo avrebbe riconosciuto come uno dei nuovi chunin della Sabbia. Discorso diverso per Fudoh, chirurgo di Kiri, o per Akira, Jonin accademico. Lo Shokuto appariva come un semplice ninja, dai capelli bizzarri e in compagnia di un suricato che, fino a qualche secondo prima, se n'era stato nascosto dentro l'abito del sunese.
    Prima di entrare, Il suo sguardo scivolò sulle finestre e sui tetti degli edifici che, a partire dal centro di comunicazione, si affacciavano sulla loro strada. [Abilità]Percezione 12
    Sembra tutto pulito. Pensò, varcando la soglia della struttura da cui partivano le comunicazioni scritte verso i Paesi Accademici. Avanzarono al centro di una sala ampia e ben illuminata, con sedie e piccoli tavoli su cui poter scrivere le lettere da spedire. Sotto a due quadri raffiguranti una cascata e un edificio arroccato su una montagna, vi era la reception, da cui spuntava la testa squadrata di un impiegato basso e tarchiato, con una chioma nera simile a un ventaglio o a una coda di un pavone. Aveva uno sguardo piuttosto annoiato e l'arrivo dei due ninja non sembrò entusiasmarlo.
    Con gli occhi abbassati su dei fogli scarabocchiati, l'uomo prese parola prima i due lo disturbassero inutilmente:
    CITAZIONE

    Che volete? Per inviare una missiva ad una qualsiasi città del Paese della Cascata dovete compilare il modulo lì giù.
    Per territori accademici, servono i documenti approvativi da parte del villaggio di Taki.
    Per territori extra accademici, serve un lasciapassare speciale.


    Piuttosto sgarbato. Nascose una smorfia di disappunto. Non sarebbe stato facile trattare con lui. Estrarre i coprifronti per sciogliere la sua lingua era fuori discussione, almeno per il momento.
    Vorremmo visionare tutte le comunicazioni che sono partite da qui dal 9 Luglio al 12 Luglio. Avrete sicuramente dei registri, no? Appoggiò i gomiti al bancone, così da poter sbirciare meglio oltre il ripiano e la scrivania del tizio.
    Se lo strano individuo avesse chiesto chi fossero, Masayoshi si sarebbe presentato nella seguente maniera:
    Siamo shinobi e siamo stati incaricati di indagare e intercettare alcuni soggetti accademici non desiderati qui a Umari e Tsuya. Crediamo che qualche comunicazione, destinata a loro, sia partita da qui. Non menzionò di proposito la loro provenienza e per un momento si pentì di aver mandato Koinu in avanscoperta. Grazie alle sue piccole dimensioni, il suricato avrebbe potuto aggirare il bancone e rubare di soppiatto il registro di Luglio. Sperò che tutto andasse per il meglio: nel migliore dei casi, l'uomo si sarebbe fidato di loro e senza perdere troppo tempo i due ninja avrebbero potuto consultare l'archivio. Ma era scontato che quell'uomo dai capelli orribili aveva il volto di uno che provava piacere a rendere difficile la vita agli altri. Il Guerriero del Vuoto si aspettò una certa resistenza.
    Lei è l'unico a lavorare qui? In quel periodo ha visto arrivare qui un certo dottore Amano o una donna dai capelli viola? Chiese, piegando il capo di lato, con un tono di voce più aggressivo.

    [Koinu & Myk]



    Pochi esemplari di suricato nell'Anarouch potevano vantare una vista e un olfatto come quelli di Koinu. Compensava la sua debolezza fisica con dei sensi fuori dall'ordinario. In compagnia di Myk, nelle strade poco affollate di Umari, l'evocazione di Masayoshi annusò un odore famigliare, molto simile a quello che aveva odorato nella caserma di Rasetsu, distrutta dal potente attacco dello spadaccino. Avvisò la tartaruga della traccia e la seguì con più cautela.
    Se vuoi ritornare da Fudoh, nessun problema. Io continuo Non poteva lasciarsi sfuggire quella traccia, soprattutto ora che nessuno l'aveva ancora scoperto. [Abilità]Seguire le Tracce + Vista Perfetta + Percezione intermedia + Movimenti Silenziosi


    Chakra: 75/75
    Vitalità: 16/16
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 500
    Velocità:  500
    Resistenza: 500
    Riflessi: 500
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 500
    Agilità: 500
    Intuito: 500
    Precisione: 500
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Rotolo da Richiamo × 1
    • Rivestimento Mimetico × 1
    • Coltelli da Lancio × 4
    • Katar del Deserto × 1
    • Giubbotto Rinforzato × 1
    • Antidoto Intermedio × 1
    • Kunai × 6
    • Parabraccia in Ferro × 1
    • Tonico di Ripristino Medio × 1
    • Maschera × 1
    • Cartabomba II × 1
    • Tonico Coagulante Medio × 1
    • Kiseki Arancione × 1

    Note
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    All'Ombra di Sareshigami


    VIII


    Coooosa?! Esclamai esterrefatto, mentre Pangu mi raccontava del suo incontro con Itai Nara, svariati anni addietro.
    Itai aveva trovato, forse per sbaglio, l'albero originale dove lo Scriba del Mondo aveva imprigionato la sua energia vitale e, dopo qualche esperimento, era riuscito a comunicare con lui, ma non solo... Aveva dato da mangiare ad un suo clone la linfa dell'albero, intrisa della medesima energia! Forse... Forse adesso quella strana storia aveva finalmente un inizio. Perché non me ne ha mai parlato... Forse voleva tenerlo nascosto? Un clone... Vivo...? Parlavo da solo, mentre i pensieri di quella giornata si accartocciavano su loro stessi, prima del congedo.

    Con gli occhi quasi lucidi, feci un cenno di assicurazione di risposta. Credo... Di aver capito, Pangu-sama... La mia voce non riusciva a nascondere l'intrinseca tristezza di quelle parole. Anche solo tentare di riscrivere il mondo, avrebbe potuto causare dei danni indelebili allo Scriba del Mondo. Non ero come lui, e forse me ne sarei dovuto fare una ragione.
    Avevo imparato dai suoi poteri, e li avevo adattati alle mie capacità e alla mia arte ninja. E forse era questo ad aver già reso fiero di me il grande Saggio. Una cosa era certa però... Non era un addio.

    [...]

    E' lui R., e ho scoperto anche da dove proviene. Guardai i presenti nella stanza, prendendo una piccola pausa. [Note per tutti]Fa un po' ridere, ma date le informazioni ricevute da Febh adesso Akira ricollega tutti i pezzetti, quindi facciamo finta che nella mattinata già vi mette al corrente XD
    Non chiedetemi come o il perché, e non chiedetemi neanche di come ne sono venuto a conoscenza, ma R. non è altro che un clone di Itai Nara. Non un clone normale, però, un clone che è stato reso... "Vivo". Non trovo una parola migliore, mi dispiace. Mi sarei alzato dalla sedia, terminato il pasto. Questo clone di Itai, anni fa, durante i fatti del Gashakoduro, è entrato in contatto con parte dell'energia vitale dello Scriba del Mondo; come potete capire, questi sono stati gli effetti... Che cosa abbia spinto R. ad unirsi a Kurotenpi, è un mistero, come la parte finale del suo piano. Temo che voglia tentare di trovare un modo per assorbire energia vitale, e il modo migliore per farlo è proprio grazie a quell'enorme teschio che abbia sotterrato qui anni fa. Forse... Sente che la sua vita sta per finire? Ipotesi... Incrociai le braccia. Glielo chiederemo domani. Adesso prepariamoci, abbiamo un po' di strada da fare.

    [...]

    Dopo essere arrivati ad Umari, e dopo esserci separati nei due gruppi, il Senju ascoltò le mie parole con discreta attenzione. Uhm? Non lo sapevi? Lui ti ha definito un suo allievo, mi pare, ma a questo punto non deve essere una cosa seria. Canzonai leggero, mentre continuavo ad esporre le mie questioni. Immediatamente il chunin rispose alle mie richieste, dichiarando però come la sua conoscenza con Shunsaku Ban derivava da missioni accademiche ufficiali. Oooh. Interessante. Quindi è in un certo senso conosciuto all'Accademia... Non lo sapevo. E anche se lo avessi saputo, avrei voluto parlare con te ugualmente. Mentre nella testa di Yato sfrecciavano pensieri più o meno contorti, probabilmente anche alimentati da quell'ultima dichiarazione, nella mia mente tutto rimaneva placido e tranquillo.
    Richiedere rapporti significava dover leggere dei rapporti.
    Opzione scartata fin dal principio.
    Cause... Esterne? Ti hanno cancellato dei ricordi o qualcosa del genere? Molto strano... Ti ricordi almeno chi è stato a farti questo? Avrei chiesto, mentre continuavamo a camminare per le tranquille strade esterne alla cittadina di Umari, dove una semplice trasformazione aiutò sia me che il Senju ad apparire come due normali viaggiatori e non come dei ninja accademici. Da guardia del corpo? Senza offesa, ma da quel poco che so, dovrebbe essere un uomo che se la sa cavare con le sue forze... O mi sbaglio? Avrei chiesto, mentre il chunin di Konoha continuava con delle ultime brevi ma chiarissime dichiarazioni. Uhm? Mi fermai un attimo, quasi preso alla sprovvista da quella domanda. Cosa hai da guadagnarci te... Guardai negli occhi, confuso, il ragazzo. Non ne ho idea. Feci spallucce. Cosa vuoi guadagnarci? Sentiamo. L'ingegnosa e meccanica mente del Senju si stava per scontrare con l'assurda semplicità di Akira Hozuki. Un'arma? Un equipaggiamento? Ryo? Una lezione dal miglior spadaccino del continente? O anche qualcos'altro. Tu chiedi, io provo ad accontentarti.

    [...]

    Arrivammo con facilità alla taverna del paese e dopo aver atteso qualche minuto dall'ingresso del Senju, entrai a mia volta. A differenza dell'insolita capigliatura del ninja della Foglia, io avevo optato per una versione più "mite" di me stesso, trasformandomi in un me stesso con dei capelli castani, ovviamente in abiti da cittadino popolare.
    Una volta entrato, mi avvicinai al bancone, notando il mio compagno già all'opera. Mi sarei messo a sedere a breve distanza da lui. Attesi che finisse e, solo dopo, avrei attirato l'attenzione dell'oste. Può portarmi un po' di acqua? Avrei chiesto, attendendo un leggero allontanamento dello stesso per bisbigliare sottovoce a Yato. Chiedigli anche se ha visto anche R. Avevo sentito le informazioni riguardanti la ragazza dai capelli viola, a quel punto dovevamo solo capire se anche il resto dei suoi compagni Kurotenpi fossero stati stanziati lì per un periodo.

    Ottenute le informazioni sul nonno della misteriosa spadaccina, seguii dopo pochissimi minuti Yato fuori dalla taverna e insieme ci incamminammo verso l'abitazione dello stesso, proprio come ci aveva illustrato l'oste.
    Non fu difficile trovare l'abitazione del vecchietto, di nome Kuziro Omai. Signor Kuziro, buongiorno. Scusi per il disturbo, siamo degli amici di Midori, è per caso qui da lei? Possiamo entrare? Il simpatico anziano, un po' stordito dalla morsa dell'età, non fu difficile da convincere e al solo sentire nominare la sua nipotina, in un istante ci sorrise facendoci accomodare.
    Certo, tutta quella situazione non sembrava per nulla potenzialmente fruttuosa.
    Dopo uno strano raccordo su come e quando aveva scoperto dell'esistenza di una sua nipote e dei suoi amici, la mente dell'anziano iniziò a sfarfallare, saltando da un discorso all'altro senza seguire alcun filo logico. Mentre cercavo di rispondere con sorrisi di cortesia e ponendo domande per tentare di recuperare una sorta di filo nel discorso, con qualche leggero colpo di gomito attirai l'attenzione del Senju. Questo vecchietto è rincoglionito... Da capire se di suo per l'età o se è stata opera loro. Ah, dubito che questa sia veramente sua nipote, hai sentito la storia? Avrei chiesto, parlando a bassa voce tra un discorso scollegato e l'altro del nonnetto. Qualche jutsu di indagine utile o molliamo la presa? Domandai al ninja della Foglia che si era già rivelato essere molto abile nelle attività di indagine ed investigazione.

     
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