All'Ombra di SareshigamiFudoh, Yato, Akira & Hoshi

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    Mistero a Tsuya


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    Allenamenti
    Sono felice che la vediamo allo stesso modo riguardo al Mizukage, Fudoh-san. Replicai ascoltando le parole di lode che il primario di kiri aveva per il suo leader. Ero fortunato, se qualcuno abile quanto lui fosse stato al fianco dell'Hokage la mia Missione sarebbe stata enormemente più difficile. Sicuramente il Maestro sapeva di avere un braccio destro affidabile e saldo nella mente e nelle azioni ogni volta che pensava a Fudoh-san. Ci separammo. Mi chiesi se la mia organizzazione avesse degli analoghi negli altri villaggio, dopotutto non sapevo nulla...ma scacciai rapidamente il pensiero: non era rilevante per la Missione.

    Viaggio verso Umari
    Mi limitai a fare spallucce quando lui rimarcò il sarcasmo delle sue affermazioni. Molte cose non sono serie al mondo. Non per questo possono avere ripercussioni più che serie. Replicai sibillino, ma in fondo non avevo motivo di tenere nascoste le mie carte, continuando a parlare con quell'Akira che francamente al momento sembrava più un fanfarone che non altro, niente a che vedere con l'ermetica eleganza di Fudoh-san, ma non potevo lasciare che il suo modo di fare trasandato mi cogliesse in fallo. Era pur sempre un Jonin. Ho i miei sospetti su cosa sia successo, ma temo che quei ricordi siano in parte irrecuperabili. Fortunatamente avevo scritto rapporti dettagliati e ho recuperato almeno i fatti grezzi di uno dei miei incontri con lui. Non credo che sia implicato nella perdita dei ricordi, suppongo sia stato qualcosa di incidentale. Svoltammo un vicolo con il nuovo aspetto, necessario alle indagini, prima di venire al dunque: cosa avevo da guadagnarci nell'aiutare uno che non voleva passare per i canali ufficiali?

    Lui stesso sembrava avere molte cose da offrire, cose diverse, come se nemmeno lui sapesse che valore dare a quelle informazioni. Armi, lezioni, ryo...tutte cose allettanti, ma se era disposto a dare qualunque di queste cose, evidentemente poco importanti per lui (le risorse di un Jonin dovevano essere ben superiori a quanto immaginavo), dato che il suo non sembrava l'aspetto di chi è disposto a tutto pur di avere le informazioni che cerca. Oppure era molto bravo a dissimulare disinteresse. In un certo tempo avevo da imparare anche da lui. Ho già una spada alla quale mi sto dedicando. Dissi, riferendomi al Lato Oscuro del Ciliegio, che avevo portato con me pur non essendo ancora in grado di utilizzarla al meglio. E ho già un maestro di spada, non sarebbe sano in questa fase del mio addestramento seguire uno stile differente, non ho basi sufficientemente solide. Restavano i Ryo, ma ne avevo effettivamente necessità? Certo reclutare un jonin nella Missione sarebbe stata l'unica cosa a cui avrei tenuto realmente, ma era fuori questione: non potevo certo fidarmi. Tutto considerato, forse chiedere qualcosa che aiutasse a difendermi meglio non sarebbe stato male. Non sono sicuro che le informazioni valgano tanto, ma non mi dispiacerebbe una qualche protezione più efficace dello standard fornito dall'Accademia. Anche ad Ame avevo avuto scarsa fortuna nel trovare qualcosa di adeguato a poco prezzo.

    Se l'altro avesse accettato avrei fatto un cenno d'assenso col capo. Shunsaku Ban, detto anche Kuchihige-san (Signor Baffi) è un cacciatore, e come tale è abile nel muoversi in terrei impervi per dare la caccia alle sue prede. Usa una balestra ed è molto abile, forse al pari di un genin esperto o di un chunin e sicuramente ha capacità fisiche che superano quelle di una persona normale, a dispetto della sua bassa statura e del corpo pingue. Spiegai. Tuttavia non ha alcuna esperienza nel combattimento contro le persone, se non nel limitato campo dello sparargli dei dardi contro. Anche un genin potrebbe sopraffarlo facilmente, nonostante la superiorità fisica, inoltre non conosce ninjutsu nè cose simili, al massimo sa preparare delle trappole adatte per gli animali. Per questo gli serviva una guardia del corpo: per badare a bracconieri o banditi lungo la strada. Lontano da occhi indiscreti averi sfruttato la Percezione Falsata per modificare temporaneamente l'aspetto di un oggetto qualsiasi in quello, in scala del Cacciatore Immortale. Conosce molte creature dotate di intelligenza e riferisce di aver dato loro la caccia in passato, ma di lavorare per aiutarle adesso, anche se non so esattamente in che termini. Le sue azioni erano volte ad aiutare le fenici che erano state catturate da Hayate e i Leopardi delle Nevi che affrontavano la piaga di un membro mutante del loro branco. Ha accennato qualcosa sulle sirene, ma non ricordo i dettagli, però so per certo che conosce la Speranza di Hayate. Non sapevo cos'altro avrebbe potuto chiedermi al riguardo, ma a fronte di un pagamento efficiente, e che non mi sembrava troppo esoso, avrei potuto rispondere entro i limiti delle mie conoscenze.

    [...]

    Kuziro Omai...capisco. Col mio aspetto da sedicente fratellodi Midori, mostrai preoccupazione quando scoprii di quella parentela. Temo che possa essere una vittima di mia sorella. E' una grande manipolatrice. Sospirai, come se fossi allo stremo per una ricerca che durava giorni e dinamiche che si ripetevano. Devo riportarla a casa prima che faccia altri danni...sapete come trovare quest'uomo? Ce lo disse, quindi su indicazione di Akira aggiunsi. Un'altra cosa...avete visto un uomo alto, biondo e con occhi azzurri da queste parti? Mi hanno detto che è stato visto con Midori e potrebbe essere un suo fidanzato o qualcosa del genere. Si chiama...R qualcosa...

    Avute le informazioni necessarie uscii dalla locanda e, reincontratomi con Akira, proposi di non andare direttamente da quell'Omai ma di prendere volutamente una strada più lunga per dissuadere eventuali inseguitori, cambiando Henge appena possibile. Per quanto ne sappiamo possono aver fatto base qui e assoldato un pò di occhi e orecchie. La gente mi ha notato, come previsto, quindi sfrutteremo la cosa. Mi feci pensieroso. Non potremmo mettere una creatura a guardia della taverna? Se qualcuno uscisse subito dopo di noi con l'aria di chi deve riferire, forse potremmo farlo seguire e arrivare da Midori o da R. Mi pentii di non aver chiesto a Fudoh-san di lasciare una delle sue tartarughe con noi, ma forse Akira aveva altri alleati oltre al pinguino?

    In ogni caso, con un aspetto diverso, arrivammo dal nostro sospettato. Le poche chiacchiere iniziali resero evidente che Midori lo aveva manipolato per usare casa sua come una base delle operazioni, e dunque era realmente una grande manipolatrice come avevo millantato. Restava da capire se aveva manipolato anche Shiba o meno. Siamo ex-compagni di scuola di Midori, aveva detto di essere da queste parti e abbiamo pensato di farle un'improvvisata. Io sono uno studente di medicina e Zato qui invece è una guida turistica. Spiegai, non che quello ascoltasse realmente. E mi dica, Midori non ha mai detto come mai è venuta a stare da lei? Aveva amici nelle vicinanze? Dopo qualche insistenza saltarono fuori il biondino e l'uomo con esperienza con gli anziani. Una...madre anziana? Shiba era stato visto più volte con midori, ma era morto assieme alla madre. Giusto? E se lo avessero ucciso per prendere il suo posto? Oppure il corpo non era suo? Non c'erano abbastanza informazioni al riguardo. Sa, signor Omai, se Midori e i suoi amici avevano...faccende nelle vicinanze? Nella sua lettera lei è stata un pò vaga ma è sempre stata uan brava ragazza e mi ha incuriosito, conosco bene la regione e potrei aiutarla, magari. Avrei detto, appellandomi alla pazienza che col tempo e l'addestramento cercavo di coltivare, e le conversazioni con Youkai a Konoha erano fondamentali in questo aspetto, sebbene il nonnetto bislacco mi stesse mettendo a dura prova.

    Akira invece propose un approccio più diretto al quale annuii. Non avevamo tempo da perdere. Signor Kuziro, come le ho detto sono a un passo dal diventare un medico ufficiale in uno dei principali ospedali del Paese del Fuoco, imamgino che questa umidità e l'albero gigante nel paese vicino non siano granchè per le sue ossa. Se vuole posso farle dell'agopuntura per calmare i suoi dolori, per ringraziarla della sua disponibilità! Avrei detto avvicinandomi a lui con aria sorridente e calma, la stessa che sfruttavo in ospedale a Konoha dove lavoravo ormai da diverso tempo. In realtà non conoscevo ancora quelle pratiche, ma sarebbe stato sufficiente sfiorarlo per ottenere quello che volevo. Senza accettare un no come risposta mi sarei messo accanto a lui poggiando un dito sulla schiena e premendo, il tanto che bastava per indurre il suo corpo a ignorare ferite e dolori per un pò [Tecnica 1]. Ecco, vede? Già così va meglio, ora mi lasci continuare. Premetti altri punti a caso sulla schiena, dopo averlo fatto sedere, prima di poggiare una mano sulla testa. Mi raccomando, stia rilassato e tranquillo, i punti sulla testa sono un pò ostici, deve essere completamente rilassato. E nel dirlo trasmisi al suo cervello una grande quantità di chakra volta a sondare i suoi segreti [Tecnica 2]Tecnica Rapida.

    Allora, mi descriva meglio gli amici di Midori.

    E già che ci siamo, sa dove si trovano adesso?

    O conosce qualche posto che frequentano di solito o di cui hanno parlato spesso?

    Sa come mai sono qui?

    Hanno lasciato qualcosa in casa, anche nella spazzatura magari?


    Cinque domande per cominciare, alcune dirette, altre meno, forse sufficienti ad arginare eventuali blocchi che potevano aver imposto al cervello di quell'anziano, forse già danneggiato dall'età. Intanto Akira sarebbe stato di guardia, o così speravo, o avrebbe iniziato a frugare la casa mentre l'anziano era alla mia mercè. Chiaramente avrei speso ulteriore chakra e posto altre domande se lui mi avesse detto di farle...avevamo tempo, no?
     
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    Falce dei Kaguya


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    Umari


    Indagine & Ritorno



    [Prima di arrivare]

    Akira-san, alla fine, ci diede delle ulteriori informazioni al breefing mattutino, dopo che Yato-san ci spiegò quanto era riuscito a scoprire il giorno prima.
    A quanto pare questo R. era un clone del predecessore di Elmo-san, che aveva assorbito energia vitale da un albero: una storia al quanto assurda, se volete il mio parere, ma dopo aver visitato un'isola dove la gente non moriva, aver sentito parlare di Armi giganti e quant'altro, vi direi che, per quanto assurdo, non era poi così inverosimile.

    [Umari - I Due Spadaccini]

    L'Oste ascoltò il primo commento del "fratello" di Midori, ma non parve preoccupato per la sorte dell'anziano, fece giusto spallucce, prima di spiegare dove trovare Kuziro Omai.
    Poi l'uomo fu attirato da Akira, che gli chiese un bicchiere d'acqua, così andò a recuperarglielo, prima di ascoltare l'ulteriore domanda del presunto fratello: Un uomo alto e biondo? Come descrizione è un pò vaga, ce ne sono parecchi. La nipote del vecchio Omai è stata vista spesso con un brutto scemo di Tsuya, il paese del dottor Amano, appunto. Uno che era famoso per fare il cascamorto con ogni ragazza dalla pubertà fino ai venticinque anni. Un vero schifo, se vuoi il mio parere, ma credo che questa tua sorella manipolatrice si sia fatta avvicinare da quel tizio per truffarlo., concluse con tono disinteressato l'oste.
    Stava parlando di Shiba, verosimilmente?

    [...]

    Il duo, poi, si sarebbe diretto dall'anziano "nonno" di Midori: Kuziro Omai.
    L'anziano rispose, seppur in modo confuso, alle parole di Akira, raccontando dell'aver scoperto della nipotina, fu poi Yato a continuare con le sue recite, nel tentativo di ottenere maggiori informazioni.
    Come mai è venuta qui da me? Voleva conoscere il suo nonnino, Midori-chan. E' così brava, certo, sta spesso in giro, ma è così brava.
    Fa? Faccende? No, era qui per vedere il suo nonnino, Midori-chan. Mi ha presentato i suoi amici e quello che aveva la madre anziana è stato così gentile con me, che ragazzo... attento, ma... ma Midori-chan era qui per il suo nonnino.
    , bisbigliò, prima che Yato gli si avvicinasse.
    L'anziano parve quasi non cogliere i commenti sulle doti mediche che lo avrebbero aiutato, ma non si oppose, parve anzi sorridere felice al tocco del genjutsu del Senju, prima che questi eseguisse la sua seconda tecnica e fu allora che accadde qualcosa di strano.

    La prima domanda, non fu difficile da soddisfare: nei fumi dei ricordi dell'uomo, quattro figure erano ben delineate.
    C'era il ragazzo biondo, alto, elegante, bello, portava anche lui una spada, come Midori-chan... era gentile, a modo suo. avrebbe visto, dai ricordi dell'altro, la copia del Mizukage, il famoso "R."
    C'era la ragazza dai capelli azzurri, aveva dei modi gentili, ma strani., un lampo di una ragazza che sorrideva, sghignazzava quasi, una figura che, in qualche modo, ricordava la signora Murakami, vista nei ricordi di Minami.
    Assieme alla ragazza, è arrivato anche un omone pelato, poco simpatico, non mi ha quasi parlato. e qui, impassibile, sarebbe apparso il ricordo del signor Murakami.
    Poi c'era quel ragazzo così gentile e disponibile, un pò bruttino, ma gentile. e qui l'immagine del defunto Shiba avrebbe preso il posto delle altre.

    La seconda domanda non diede molte risposte, immagini confuse: il gigante pelato che stava in disparte, mentre "Midori" e la ragazza dai capelli azzurri parlavano intorno ad una mappa, lui che li intravedeva dalla sua sedia a dondolo.
    Immagini ancora di Midori con il clone che parlavano serenamente in cucina, o meglio: il clone parlava, Midori gli offriva del thé, verosimilmente da bere, e poco più.
    Immagini di Shiba, nella cucina, da solo con Midori, lei che gil serviva del thé e lui che la palpava, sbavante.
    Ma nessuna vera risposta.
    La terza domanda portò di nuovo a vedere la mappa con il trio che parlava, in cucina e poi suoni confusi, niente di chiaro, niente che potesse aiutare a capire di che luogo parlassero.
    Fu però la quarta domanda quella che, di certo, avrebbe potuto stupire Yato:

    Sa come mai sono qui?


    L'immagine di R. che sovrastava in tutta la sua altezza il vecchio Koziro, la mano di R. che brillava di un chakra malsano, una figura spettrale alle sue spalle, mentre la mano si poggiava sul viso dell'uomo e poi una frase.
    Midori-chan è qui per conoscere il suo nonnino.

    L'ultima domanda portò ad una risposta semplice: Midori-chan ha la sua stanza.
    Ed almeno di altre domande, l'uomo sarebbe rimasto inebetito, ripetendo che Midori era lì per conoscere suo nonno ed altre frasi simili.

    Nella camera, una stanza piuttosto semplice, avrebbero trovato dei libri: "Miti e Leggende di Iwa", "Storie del mondo Antico", "La Vera storia di Sareshigami" (libro scritto da Sanji, l'archeologo conosciuto il giorno prima).
    E poi c'era "L'ultima Grande Guerra Ninja".
    Se avessero sfogliato quei libri, avrebbero potuto vedere dei tratti evidenziati, poche note, alcune con una grafia che, forse, Akira avrebbe anche potuto riconoscere in parte (supponendo che l'Hozuki avesse mai fatto caso alla scrittura di Itai).
    C'erano note su tutte le teorie di un uomo, con il medesimo cognome di Sanji, relativamente ad una guerra dimenticata nel tempo e su come le scoperte di un decennio prima alla Roccia degli Spiriti, vicino Iwa, confermassero tutto ciò e confermassero anche la storia di "grandi eroi" di quei tempi.
    Lì avrebbero trovato una nota.

    Pangu... uno di questi eroi? Il creatore dei Fuuinjutsu? Con i Guerrieri del Vuoto?

    Gashadokuro era una delle Armi?


    Nel libro di Sanji, si accennava, fra le altre cose, alle origini del villaggio della "Veglia", di come Sareshigami avesse prima un altro nome e fosse colui su cui si doveva vegliare, dimostrandosi poi un mostro terribile.
    C'era una vaga descrizione dei fatti del Gashadokuro, conclusosi con la nascita dell'Albero ed una nuova nota.

    L'Energia Vitale di Pangu ha creato me, ha creato l'Albero.

    Il libro di storia, poi, sembrava quasi immacolato, tranne che per alcuni tratti della guerra avvenuta contro l'Onda Cremisi nei territori della Cascata, precisamente in quelle zone.
    E qui avrebbero scoperto una cosa interessante: era stata strappata la pagina con la mappa e c'erano evidenti segni di una penna che aveva calcato un cerchio in un qualche punto, sulla pagina residua, certo, come avrebbero potuto capire quale pagina era?

    [...]

    In tutto ciò, se avessero avuto una qualche evocazione da usare per controllare che non fossero seguiti, bé avrebbero scoperto qualcosa di interessante... ma ne parleremo più avanti.

    [I Due Orfanelli]

    Masayoshi fu molto gentile, non spinse per troppe chiacchiere: arrivammo al centro di comunicazioni e davanti ai modi di fare poco gentili dell'impiegato, il mio amico sunese non fu abbattuto, anzi, continuò con le sue domande, aggiungendo ulteriori dettagli su ciò che ci serviva.
    Ragazzo, abbiamo dei registri, ma chi sei tu per vederli? Insomma, rischierei il posto se facessi entrare chiunque da queste parti, non ti sembra?, sbuffò, prima di sentire le domande successive: Il dottor Amano? Sì, lo conosco, vive a Tsuya, ma non lo vedo da almeno 2 settimane., rifletté, Ragazze dai capelli viola, c'è la nipote del vecchio Koziro, qui ad Umari, ma non è mai venuta nel nostro ufficio, almeno non nei miei turni di lavoro., sbuffò.
    A quel punto, mi girai verso Masa-san ed esclamai: Yoshi-san, non possiamo disturbare troppo il signore, già ha un colorito davvero pessimo., mi voltai verso l'altro, Mi scusi, deformazione professionale, sono un ninja medico, sa com'è, uno con una faccia come la sua, bé, lo manderei subito a fare delle analisi, guardi è così cianotico... non lo pensi anche tu, Yoshi-san?, mi sarei voltato verso il sunese facendo un cenno, Sto divagando, sa, siamo in missione, ma un medico è sempre un medico: ci pensa non ci hanno dato nemmeno dei documenti per mostrarglieli? Però lei ha davvero una pessima cera e l'occhio vitreo., mi allungai verso l'altro, Mi faccia vedere un pò la lingua, faccia AH ed a quel punto lo toccai leggermente con il mio tocco venefico. [ST]

    Oh... è svenuto, sorrisino furbo verso Masa-san, Qui ci penso io, tu continua con le nostre ricerche.

    Il Jinchuuriki avrebbe avuto modo di cercare nei registri di quel mese diversi messaggi, fra questi anche quello di loro interesse, la versione originale.

    All'attenzione dell'Accademia:

    Nel villaggio di Tsuya, Paese del Fuoco, sono avvenuti alcuni omicidi in questi giorni: l'8 Luglio è stata uccisa la signora Akane ed il figlio Shiba, morti nella loro casa, durante un incendio.
    L'11 Luglio è morto il dottor Amano, medico di Tsuya, il corpo squarciato sulla strada per Umari.
    Ieri, poi è stato attaccato Tanaka, proprietario della locanda, gravemente ferito. Suo figlio Tooru è stato rapito quella stessa sera.

    Vi preghiamo di aiutarci e vi ricordiamo che il villaggio di Tsuya è legato ai fatti del Gashadokuro di qualche anno fa, suggeriamo quindi di mandare ninja di quella missioni, come Hoshikuzu Chikuma, o i Guerrieri del Vuoto di Kiri, Suna e Konoha.


    La lettera non era firmata, ma c'era una firma di chi aveva mandato la missiva: Yoshi Omura, l'anziano che era stato ucciso per primo!
    Come poteva essere stato il primo morto? Avrei dimostrato il mio stupore, se Masayoshi mi avesse fatto notare chi aveva firmato per spedire la missiva.
    Che facciamo? Qualche idea su come cercare chi effettivamente ha spedito questa missiva?, avrei chiesto all'altro.

    [Le Evocazioni]

    Myk alle parole del suricato scosse la testolina: Fudoh-chan mi ha detto di seguirti, io ti seguo, Koinu-san., tagliò corto, cercando di stare dietro al passo del mammifero.
    Koinu, dal canto suo, si sarebbe mosso fra i vicoli, fino a raggiungere proprio la locanda da cui erano usciti Akira & Yato.
    Un ragazzo, infatti, sarebbe uscito dalla locanda, seguendoli per un pò, prima di fermarsi confuso, quando i due spadaccini avevano di nuovo cambiato il loro aspetto. [PNG]
    Forse a loro si sarebbe unita un'evocazione di Akira? Chissà.
    In ogni caso, il ragazzo non sembrava un ninja, ma piuttosto un tipo confuso che, vagando un pò nei vicoli, alla fine si sarebbe fermato in una stradina ed avrebbe preso qualcosa dalla tasca, che Koinu riconobbe come un qualche sigillo.
    Poi accadde qualcosa di interessante: il ragazzo si morse il dito e lasciò cadere un paio di gocce di sangue.
    Da quella distanza, avrebbe riconosciuto due odori provenienti dalla casa di Rasetsu, due delle persone che avevano assalito l'anziano ninja, avevano interagito con quel ragazzo.
    Hanno cercato Midori, devo avvisare sua Eccellenza., ora che erano sufficientemente vicini, tutti avrebbero sentito queste parole, ripetute come una cantilena.
    E da quella goccia di sangue sarebbe apparso un ragno nero dalle striature rosse, a cui avrebbe ripetuto ancora: Hanno cercato Midori, devo avvisare sua Eccellenza.

    Cosa avrebbero fatto le evocazioni a quel punto?

    Dopo le ricerche

    Qualche ora dopo, passato mezzogiorno e finite le ricerche, ci saremmo mossi per tornare verso Tsuya.
    Akira-san aveva accennato di voler addestrare Masa-san su quel loro sigillo, quindi, quando avessero fatto dimostrazione di volersi allontanare per tale fine, io avrei aggiunto: Vorrei occuparmi di un addestramento anche io, roba eremitica come alla Valle del Guscio, starmene un pò da solo in mezzo alla natura., avrei suggerito.
    In effetti le tartarughe spesso mi lasciavano da solo in mezzo alla Valle del Guscio, ogni tanto, di recente, Gyoza-san, o normalmente Myk, o ancora Tong, stavano nei dintorni, ma, specie con Tong, c'erano poche possibilità di meditare in pace.

    SE nessuno avesse obiettato, avrei percorso la strada verso l'albero centrale di Sareshigami e poi avrei iniziato a scalare il percorso di cui mi aveva parlato la notte precedente il sacerdote Mifune.
    Ma ci sarei riuscito? Ed in tutto ciò, Yato-san cosa avrebbe fatto? [Nota]Per non tirare troppo per le lunghe, metto insieme anche l'incipit per l'addestramento fra guerrieri del Vuoto e la parte per Fudoh.
    Febh, dimmi tu se per Yato vuoi qualcosa in particolare ^^'
     
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    All'Ombra di Sareshigami


    IX


    Ascoltai interessato la replica del giovane ninja della Foglia sull'andamento del mondo e la sua visione, sebbene intuii subito che non si sarebbe sbottonato così facilmente.
    Yato Senju era un ninja particolare, riservato, sicuramente, e con i pensieri che attanagliavano la sua mente continuamente. Ottima visione del mondo, sono d'accordo con te, come tra l'altro avrai notato... Chiaro riferimento al mio non prendere quasi mai seriamente le situazioni. Sei un ninja strano. Non riesco a capire cosa ti ronza in testa. Si vede che desideri qualcosa... Uhm... Avrei intraposto il mio corpo al ragazzo, bloccandogli il cammino e guardandolo negli occhi. Non è che stai pensando alle donne? Pieno di donne questo mondo, un gran bordello. A proposito della visione del mondo...
    Tornai immediatamente sui miei passi. Comunque, l'importante è riuscire a contattare Shunsaku Ban, con tutto il rispetto per i tuoi ricordi. Venne il momento del prezzo da stipulare, per quanto molte delle mie iniziali proposte vennero gentilmente rifiutate. Sei veramente difficile da accontentare, e pensare che tra alleati ci si dovrebbe aiutare sempre e comunque! Sbuffai, pensando a cosa potessi offrire al chunin. Battei il pugno destro sul palmo sinistro aperto. Ci sono, forse ho qualcosa che potrebbe interessarti. Se frequenti tanti ninja stranieri, immagino che sarai spesso fuori dalle mura di Konoha e... In quel caso... Immagino che avrai interesse a mantenere celata la tua identità ai più. Ho un mantello molto particolare che dovrebbe avere discrete capacità di mimetismo. Non l'ho mai usato, veramente, sai, è stato ricavato dalla pelle di un uomo e mi ha fatto sempre un po' senso... Guardai Yato in viso, con un po' di imbarazzo. Forse questo era un dettaglio che potevo evitare di riferirti. Comunque l'ho fatto lavare, eh. Aggiunsi, quasi a giustificarmi. Quando torniamo a Tsuya te lo mostrerò, valuterai te se può interessarti o meno. Alternativamente, posso sempre farti qualcosa di più affine ai tuoi gusti. Una pacca sulla spalla per sancire l'accordo.

    Il Senju iniziò quindi a parlarmi di Shunsaku Ban, conosciuto anche Kuchihige-san, probabilmente per via del suo aspetto fisico. Un uomo pingue, di mezz'età, amante della caccia e degli animali leggendari, circostanze che probabilmente gli avevano procurato quel soprannome altisonante de "Il Cacciatore di Leggende". A dispetto delle mie credenze, però, non sembrava essere un guerriero capace, quanto più un esperto cacciatore nel verso senso del termine. Il chunin riuscì anche a mostrarmi in scala ridotta le sembianze dell'uomo, il primo della mia lista. Notizie ben più utili, potevano essere quelle dei suoi precedenti con Hayate, informazione che mi permise di perfezionare il collegamento tra lui e la Speranza di Hayate, come avevo già compreso all'Abete grazie ai discorsi intercettati con il mercenario Kaguya e la Virtù. Molto interessante... Esclamai. Devo parlargli, questo è certo. E tu, mi accompagnerai. Organizza un incontro, poi mi fai sapere... Sirene... Sarà fantastico! Non ho mai visto una sirena! Avrei già cambiato discorso, soddisfatto delle risposte ottenute dal Senju.

    [...]

    Uscimmo dalla locanda a breve distanza l'uno dall'altro, preparandoci a muoverci verso la casa dell'anziano pseudo nonno della misteriosa kunoichi dai capelli viola. In effetti i tuoi capelli viola hanno avuto un discreto successo... Giriamo l'angolo, ho quel che ci serve. Avrei ottenuto il favore di un luogo appartato, prima di compiere i sigilli per evocare quella che Yato avrebbe chiaramente contraddistinto come una grande spada. Si, si, lo so, un attimo. E, lanciando la spada in aria facendo roteare, questa si sarebbe illuminata, iniziando a mutare. Una volta giunta sul terreno, la spada si era trasformata in un grande lupo dalla bianca pelliccia, che subito si sarebbe scagliato contro di me. Avrei abbracciato il lupo bianco, salutandolo. Ciao cucciolone. Senti, devi fare la guardia ad una taverna su questa strada. Resta sui tetti e non fatti vedere. Se vedi qualcuno di sospetto, fammelo sapere, sarò qui vicino. Magari non lo sbranare subito... O almeno dimmelo prima di saltargli addosso. Capito? Un rapido assenso mentale ed una leccata sul viso bastarono come risposta, prima di vedere Retar saltare sul tetto dell'edificio di fronte a noi per andarsi a posizionare in un modo utile per osservare l'entrata della taverna. [Retar]Retar, la Lama dello Spirito Lupo [Evocazioni]

    Animo Ferale [AdR]
    Speciale: L'utilizzatore può far uscire un arto o il capo di Retar dalla lama, fino ad un massimo di 3 metri di distanza, per sferrare un colpo di Potenza pari a 10 e che può causare, una volta a round, Sanguinamento (DnT Leggero). Le statistiche dell'attacco sono pari a quelle di Retar; può essere utilizzato in combinazione con un altro AdR, pagandone il relativo costo ma senza consumo di slot. Sferrato il colpo, Retar rientra nella spada.(Consumo: ½ Basso ogni slot)
    [Da genin in su]

    Ascensione dello Spirito: Vera Forma
    Villaggio: Kiri
    Posizioni Magiche: Rituale (10)
    L'utilizzatore può evocare la Vera Forma di Retar; non potrà allontanarsi per più di 10 chilometri dall'utilizzatore e potrà sempre comunicare mentalmente con quest'ultimo. Finché attiva la tecnica Retar ottiene un bonus pari a +3 alla Percezione e alla Furtività. Se presente un ambiente innevato o similare, sarà sempre considerato parzialmente Occultato. Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    Sottotipo: Supporto
    (Consumo: MedioBasso)
    [Da genin in su]

    Retar
    Speciale: Retar è il kamui nato da Akira stessa e quello che, quindi, è il più legato al suo essere, tanto da incarnarne parte dello spirito dello stesso Hozuki. La creatura del Freddo ha, infatti, due forme: la prima è quella di una spada [Img] mentre la seconda, la sua vera forma, è quella di un grande lupo [Img] dalla pelliccia candida come la neve.

    Possiede le competenze Creature del Freddo: Guardiani dell'Inverno e Creature del Freddo: Kamui della Tempesta.

    Statistiche: Riflessi -4, Velocità +2, Resistenza +2.
    (Energia Blu: Vitalità 9 Leggere | Riserva 12 Bassi | Unità 6)
    [Da chunin in su]

    Lama dello Spirito Lupo
    Speciale: Retar, la Lama dello Spirito Lupo, è considerato un'arma da [Mischia] di tipo Lama con Potenza 40 e dimensione pari a Gigante. Retar rimane suscettibile al Pareggio. Retar non ha un valore di Durezza e per il calcolo dei danni annulla la potenza di ogni colpo ricevuto, se viene utilizzato per parare un attacco: non annulla il danno derivante tra la differenza di Forza e Resistenza.[Da chunin in su]

    Ululato Elementale
    Villaggio: Kiri
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    L'utilizzatore ottiene un aumento della potenza pari a 40 e può scegliere due potenziamenti concessi dalla Manipolazione della Natura invece che uno. L'utilizzatore può attivare la tecnica tramite slot tecnica solo se viene utilizzata la Manipolazione della Natura, con un'impronta di chakra Acqua o Vento, su Retar. Tipo: Ninjutsu - Hyoton
    Sottotipo: Potenziamento
    (Consumo: Medio a colpo)
    [Da jonin in su]

    [...]


    Dopo le prime, non esaustive, risposte, ci pensò Yato a velocizzare l'attività di investigazione. Se il chunin mi avesse spiegato cosa aveva ottenuto dalla mante dell'anziano, sarebbe stato lampante come quel povero uomo era solo una vittima in quella storia. Certo, a parte venire a conoscenza di una nuova oscura capacità ninja di Robai, probabilmente la stessa che avevo visto utilizzare sul Rosso, la maggior parte delle informazioni che avevamo raccolto erano poco più di una conferma dell'interesse di quel gruppo di Kurotenpi verso le antiche leggende e il Gashakoduro. Fu però nella stanza di Midori che riuscimmo ad ottenere qualche informazioni aggiuntiva. Sicuramente, Robai e il suo gruppo stavano cercando un posto ben specifico, probabilmente un luogo dove voler attivare una sorta di rituale... Ma non avevamo informazioni in merito. Tra i tanti libri che erano stati studiati da Robai, uno in particolare sembrava aver attirato la sua attenzione. Insieme a Yato sfogliammo quei libri, in cerca di risposte, e in un libro di eventi storici dei tempi della guerra Cremisi, una pagina era stata strappata. Una cartina, o una mappa, probabilmente, con un luogo ben cerchiato, tanto da lasciare il segno nelle restanti pagine. Guardai l'autore. Potrebbe essere... Il padre di Sanji? Chiesi a Yato. Di sicuro non possiamo immaginare cosa era impresso sulla pagina, ma se questo è il padre o un parente del nostro archeologo di fiducia... Potrebbe avere una copia a casa sua, giusto? Richiusi il libro. Tornati a Tsuya vediamo se Sanji può esserci di aiuto... O se morirà di ansia solo a vederci.

    [...]

    Nel frattempo, Retar si era posizionato in cima ad una palazzina dalla quale avrebbe immediatamente notato che un ragazzo, poco distante da noi, era rimasto in disparte fino a quando non abbandonammo la strettoia in cui ci eravamo riparati, con gli aspetti ben differenti di quelli precedenti. Rimasto sbigottito, attirò l'attenzione del lupo albino, in quanto era fin troppo evidente che quell'uomo stava seguendo i due ninja. Muovendosi silenzioso sul tetto, Retar avrebbe osservato come ulteriori due piccole creature stavano seguendo l'uomo, creature che avevano addosso gli stessi odori che aveva potuto sentire su Akira.
    Sospettando che fossero due evocazioni dei compagni di team dell'Hozuki, evitò di saltare addosso al roditore e alla tartaruga, continuando a seguire l'uomo che si fermò in una stradina stretta e chiusa. Silenziosamente balzò da un tetto all'altro - se fosse stato possibile, fino ad ottenere una visuale libera della scena. L'uomo, evidentemente preoccupato, tirò fuori un fogliettino dalla sua tasca, dal quale, dopo aver fatto cadere una goccia di sangue, uno strano ragno venne evocato dallo stesso. Inoltre, le parole erano inconfondibilmente una testimonianza dell'ostilità dell'uomo e del ragno.
    Dopo avermi comunicato la sua posizione mentalmente, Retar balzò contro il ragno, tenuto nelle mani dall'uomo. Entrambe le zampe del felino si sarebbero raggelate, con il chiaro intento di far cadere dalle mani dell'uomo l'aracnide, schiacciandolo a terra e, in quel modo, quasi congelarlo o almeno evitargli una possibilità di fuga. [SAI]Forza Blu
    Velocità Blu+2
    Causa Intralcio Medio

    Zanne Gelide [AdR]
    Speciale: L'utilizzatore, se colpito l'avversario con una parte del corpo, crea una resistente patina di ghiaccio: causa Intralcio Medio. La patina di ghiaccio trattiene con Forza pari all'energia dell'utilizzatore. Rimuovere la patina richiede slot azione e causa AdO.(Consumo: ½ Basso ogni slot)
    [Da genin in su]

    Se l'uomo o il ragno avessero tentato di reagire, o anche solo di scappare, un gelido ululato immediatamente si sarebbe abbattuto su di loro. [SA II / IV]Il primo bersaglio è il ragno, se tenta di scappare / reagire e se non è intrappolato a terra, alternativamente l'uomo se tenta di scappare o reagire. Lo utilizzo fino a tre slot azione, mantenendo l'AdR.

    Tormenta [AdR]
    Speciale: L'utilizzatore può emettere un cono di aria ghiacciata. Il raggio è pari a tre metri, la gittata è pari a nove metri e la potenza è pari a 30; può essere mantenuto per più slot azione pagando il relativo consumo. Se mantenuto per almeno 3 slot azione può creare una struttura di ghiaccio delle stesse dimensioni dell'emissione che dura generalmente per 3 ore circa prima di sciogliersi: a discrezione del QM.(Consumo: ½ Basso ogni slot)
    [Da jonin in su]

    Forse anche le altre creature evocate avrebbe seguito Retar... O forse no.

    In qualsiasi caso, proprio nel momento antecedente al balzo, avrei guardo Yato, intento a proseguire il suo interrogatorio. Retar ha trovato un uomo che ci seguiva, e che stava tentando di comunicare con Robai, probabilmente, tramite un'evocazione. Qui non mi pare abbia bisogno di troppo aiuto, vado da lui. Si trova molto vicino alla locanda, a qualche strada di distanza... Avrei spiegato al Senju al meglio che potevo la posizione di Retar e del misterioso uomo, seguendo le indicazioni che mi erano state date da Retar stesso, prima di uscire da quella casa e dirigermi velocemente verso il lupo.
    Una volta arrivato, avrei accarezzato Retar, ancora ringhiante verso le possibili minacce. Bravo il mio cucciolone... Quindi, tu chi saresti? Avrei domandato all'uomo, mirando verso di lui con la mia mano e, in particolare, con il dito indice. Facciamo che vieni con noi adesso. Mi spiegherai lungo la strada. E sarà meglio per te se sarai convincente, qualsiasi cosa vorrai dire. Retar ha fame, e non gli piacciono i ragni. Certo, un piccolo bluff, ma non sembrava certamente un cuor di leone. Per quanto riguarda il ragno... Retar, congelalo. Ci penseremo poi. E, se non fosse stato già necessario, il lupo avrebbe scatenato la sua tormenta sull'animale, non direttamente per ferirlo, ma quanto più per congelarlo. A quel punto sarebbe stato semplice da portar via.

    [...]

    Dopo qualche ora, sulla via di ritorno per Tsuya, poco prima di arrivare nel piccolo villaggio sarebbe arrivato il momento per mantenere le promesse della sera prima. Da solo? Dove vuoi andare da solo? Abbiamo appena avuto la conferma che i nemici ci tengono d'occhio, o almeno ci provano... Yato, vai con lui. Non è un chiacchierone, riuscirai sicuramente a mantenere la concentrazione per le tue questioni eremiticose. Avrei replicato alla richiesta di Fudoh, prima di guardare Masayoshi e fargli un cenno con la testa. Forza, siamo vicini a Tsuya, pensavi che me ne fossi dimenticato. Andiamo. Avrei invitato il chunin della Sabbia a seguirmi. Avremmo camminato fino a quando la folta vegetazione non avrebbe concesso un po' di libertà.
    Una piccola radura circolare, di forse a malapena dieci metri di raggio, sembrava fare proprio al caso nostro. Qui dovrebbe andare bene... Almeno se svieni eviterai di colpire con la testa un ramo! Ahahah! Gli inizi non erano di certo promettenti. Bene, obiettivo del giorno, riuscire ad utilizzare il Simbolo del Vuoto senza fare la fine del pacco di patate. Mi sarei messo seduto, con le gambe incrociate, su un albero ai limitari della radura. Stamattina abbiamo parlato del Vuoto, e di che cos'è il Vuoto per te. Adesso non è mia intenzione lavorare sulla tua Declinazione, è troppo presto, voglio che tu attivi il Simbolo, Richiama il potere del Vuoto, fallo fluire nel tuo corpo, attraverso il tuo chakra, lascialo libero di mescolarsi con la tua energia. Accettalo, non respingerlo. Ti donerà un'enorme energia, ma ti richiederà un grande sforzo successivamente. Non pensare allo sforzo che verrà, non contrastarlo. Non è qualcosa di cui avere paura. E' qualcosa che può permetterti di sconfiggere la paura. Allargai le braccia, poi le incrociai. Attiva il Sigillo, incanala il Vuoto e poi, quando sarai pronto... Voglio che risvegli il tuo Demone. Sorrisi. Vediamo quel bestione come reagisce... Dobbiamo testare in che modo il tuo corpo risponde a questo doppio fattore... E soprattutto dobbiamo capire se riuscirai a sopportare lo sforzo. Quando avrei gestito entrambe le energie... Prova a colpirmi. La pratica era nettamente più interessante della teoria.

     
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    Verso Tsuya - Il potere del Vuoto - Il Rokubi e Akira


    Villaggio di Tsuya - Chapter VII




    [Evocazioni]

    Un suricato e una tartaruga nei vicoli di Umari.
    Senza nessuno in giro, i due piccoli animali seguirono le tracce fino a raggiungere una locanda anonima, la stessa da cui erano usciti Akira e Yato.
    Koinu si guardò intorno, nascosto dietro un vaso di ceramica che era stato sistemato davanti a una porta. Non impiegò molto tempo a individuare un ragazzo con i capelli neri a caschetto, rintanato al margine di una strada senza uscita. Era visibilmente agitato, ma non sembrava essere un tipo pericoloso. Lo scrutò da capo a piedi, con il suo occhio critico che riusciva a individuare ogni piccolo dettaglio che allo Shokuto sfuggiva. Non aveva armi, coprifronti, nemmeno il fisico e l'aspetto di un ninja.
    Quando pensò di proseguire e sollevare il tizio da ogni sospetto, il ragazzo eseguì dei sigilli.
    Si fermò all'istante, con la coda che saettò davanti al volto della tartaruga, intimandogli di fermarsi.
    Con un morso al dito, il ragazzo fece cadere a terra alcune gocce di sangue. Koinu pensò a un evocazione, ma l'unico cambiamento che avvenne in quella strada deserta fu la comparsa di due odori distinti e intensi. La sua mente impiegò pochi istanti per ricordare dove avesse percepito le flagranze.
    Casa di Rasetsu.

    CITAZIONE

    Hanno cercato Midori, devo avvisare sua Eccellenza.


    L'ordine fu ripetuto a un ragno nero e rosso, nato dal sangue che il ragazzo aveva lasciato cadere ai propri piedi.
    Cosa.. Scattò come una molla, spaventato da quella massa bianca precipitata dal tetto sopra la loro testa. Il lupo aveva preso di mira il sospettato, travolgendolo senza pietà.
    Il canide era enorme, maestoso e ricoperto da un soffice manto bianco che sembrava essere composto da fiocchi di neve.
    La sola presenza di Retar fece crollare la temperatura nel vicolo. Per un animale a sangue freddo come Koinu fu terribile. Attorcigliò la sua lunga coda attorno al corpo e avanzò verso il lupo.
    Lo stavamo seguendo. Esclamò, infastidito dall'intromissione dell'evocazione. Poteva condurci da qualche parte se lo avessimo seguito Aggrottò la fronte.
    Lei sarebbe?

    [Masayoshi]

    Aveva optato per un approccio diplomatico. Non era sua intenzione agitare troppo le acque. Il rischio di attirare l'attenzione dei ninja di Taki era alto e non avrebbero tollerato le ingerenze degli accademici.
    Senza alzare la voce, Masayoshi chiese tutti i registri delle comunicazioni che erano avvenute tra Umari e l'Accademia dal 9 al 12 Luglio. Solo tre giorni, che significava forse una trentina o una ventina di missive, ma l'uomo si rifiutò, preoccupato da un possibile licenziamento. Il suo era un atto egoistico, ma non lo biasimò. Vi erano uomini ben peggiori.
    Davanti al suo fallimento, Masayoshi non fu sorpreso. Sapeva di essere un pessimo oratore. La sua abilità di persuasione era paragonabile a quella di un bambino. Tuttavia, con le domande su Amano e Midori, riuscì ad ottenere alcune informazioni su di loro. Come prevedibile, il primo non si vedeva da due settimane mentre la sospettata, sulle cui tracce vi erano Yato e Fudoh, possedeva un parente proprio lì ad Umari.
    Grazie mille, ma le ... Incalzò, determinato a non mollare la presa. Doveva dare un occhiata ai registri, ma quando si gettò all'assalto, fu anticipato dal suo amico Fudoh, posizionato al suo fianco.

    I loro sguardi s'incrociarono. Non intuì cosa il kiriano avesse intenzione di fare, ma la fiducia che nutriva per il barbone chirurgo di Kiri era assoluta, perciò lo lasciò parlare senza interromperlo.
    La recita fu convincente.
    L'addetto cercò in tutti i modi di apparire tranquillo, sereno, non turbato dalle osservazioni di quel ragazzo strambo, vestito con un pantaloncino e un corpetto in cuoio, ma l'insistenza del ninja riuscì a scalfire la sua finta indifferenza, e qualche secondo dopo, sporgendosi oltre il bancone, l'uomo aprì la bocca come consigliato dal medico.
    Un minimo contatto con la guancia e l'uomo svenne, scomparendo dietro alla receptionist.
    Masayoshi rimase a bocca aperta. Sapeva che il suo amico avesse qualcosa in mente, ma non si sarebbe aspettato una trappola del genere.

    CITAZIONE
    Oh... è svenuto. Qui ci penso io, tu continua con le nostre ricerche.

    Questa volta non hai usato i capelli. Ricambiò il sorriso.
    Fortuna tu, altrimenti avrei dovuto corromperlo. Con l'impiegato a terra, privo di sensi, Masayoshi fece il giro del bancone e iniziò a rovistare tra le pile di fogli appoggiati sul piano di lavoro e sui cassetti.
    Per la sua sanità mentale, ad Umari avevano un archivio ben organizzato.
    Trovò i registri del mese odierno in meno di venti secondi. Estratto il faldone su cui era stato scritto "Luglio" a caratteri cubitali, Masayoshi iniziò a sfogliarlo.
    Tra il 9 e il 12 Luglio, trovò qualcosa di interessante: una missiva breve, scritta con una calligrafia curata e arrotondata, con la quale si richiedeva aiuto all'Accademia per dei omicidi avvenuti a Tsuya. Fin lì, nulla di strano, se non fosse che la firma fosse di un certo Yoshi Omura. Ricordava quel nome. Era stata la prima vittima di una lunga serie. Come era riuscito a inviare quella lettera?
    Qui c'è scritto che è stata inviata da Yoshi Omura Informò Fudoh, pronto a dare l'allarme se qualcuno si fosse avvicinato all'ingresso.
    Entrambi sorpresi dal mittente, il kiriano chiese allo Shokuto se avesse in mente qualche idea. Non poteva essere stato Yoshi ad avvertire l'Accademia.
    Ci hanno voluti qui. Tutti i Guerrieri del Vuoto...Mormorò tra sé, prima di rispondere all'amico.
    Non ne ho idea...e non penso che abbia importanza a questo punto. Fece spallucce. Non ho nessun jutsu di interrogazione. Abbassò lo sguardo sull'impiegato. E non possiamo forzare troppo la mano. Fudoh lo conosceva bene: lo Shokuto non avrebbe schiaffeggiato un cittadino.
    Controlliamo le comunicazioni verso i territori accademici prima del 8 Luglio Avrebbe buttato un occhio a ogni missiva spedita prima del giorno in cui era avvenuto il primo omicidio, ponendo attenzione ad eventuali messaggi cifrati.

    Se non avesse trovato nient'altro.
    Direi di portare questa missiva ad Akira e a Yato. Poi domani vedremo di carpire quest'informazione dai nemici. Cosa ne dici? Hai altre idee? Aveva riflettuto sul da farsi, ma non aveva idea di cosa fare. Se anche Fudoh avesse concordato di uscire, Masayoshi avrebbe annuito.
    Torniamo dagli altri. Infilò la missiva in tasca e uscì. Non c'era nient'altro da leggere e prelevare lì.

    [Addestramento dei Guerrieri del Vuoto]

    La delusione di non aver ricavato nulla di interessante in quel di Umari lo accompagnò fino al punto d'incontro con Yato e Akira, a cui consegnò la missiva. Tuttavia, lungo la strada che conduceva a Tsuya, Masayoshi non vide l'ora di addestrarsi nell'uso del Vuoto. Nei suoi occhi verdi smeraldo brillava il fuoco della determinazione.
    Non mi sono affatto dimenticato. Esordì, incrociando le braccia al petto.
    Mentre Yato e Fudoh si diressero verso Sareshigami, Masayoshi e Akira cercarono un posto adatto per il loro addestramento.
    Lo trovarono allontanandosi dal sentiero principale.
    Nella vegetazione caratteristica del luogo, nascosto ai visitatori da un fitto intreccio di rami, vi era uno spiazzo circolare con un manto erboso non eccessivamente alto.

    CITAZIONE
    Qui dovrebbe andare bene... Almeno se svieni eviterai di colpire con la testa un ramo! Ahahah! Bene, obiettivo del giorno, riuscire ad utilizzare il Simbolo del Vuoto senza fare la fine del pacco di patate.

    Enunciò il giovane Akira, sedendosi con le gambe incrociate l'una sull'altra.
    Vederlo in quella posa da monaco, il kiriano sembrava una persona diversa, più seria e responsabile; sotto la sua esuberanza che lo faceva apparire come un ninja vivace e infantile, si celava uno degli shinobi più maturi del Continente.
    Il Jinchuuriki si mise al centro, concentrato e motivato.

    CITAZIONE
    Attiva il Sigillo, incanala il Vuoto e poi, quando sarai pronto... Voglio che risvegli il tuo Demone. Sorrisi. Vediamo quel bestione come reagisce... Dobbiamo testare in che modo il tuo corpo risponde a questo doppio fattore... E soprattutto dobbiamo capire se riuscirai a sopportare lo sforzo. Quando avrei gestito entrambe le energie... Prova a colpirmi.

    Il demone aprì gli occhi e le sue antenne di chakra acido si estesero oltre le sbarre di chakra.
    Nel mondo reale, Masayoshi assunse un espressione tra lo stupore e l'incredulità.
    Il potere oscuro di un Bjuu era ben diverso dal dono del Vuoto. Anche solo averlo nominato, si scatenavano in lui emozioni diverse, dalla paura di perdere il controllo fino al terrore di subire le sue angherie e i suoi pensieri di morte.
    L'esperienza di possessione vissuta all'Abete lo aveva segnato nel profondo. Per diverse notti, il solo ricordo del dolore inflittogli dal suo chakra acido lo aveva tenuto sveglio fino alla mattina successiva. Avrebbe preferito svenire come un sacco di patate che diventare l'oggetto della volontà del demone.
    Devo fidarmi di lui. Nella fredda isola dell'Abete, era stata Lianshi in persona a incaricare Akira del loro addestramento.
    Ok, non credo sia buona idea, ma lo farò. Chiuse gli occhi e cercò di tranquillizzarsi. Akira sapeva cosa stava chiedendo. Era l'Undicesimo Guerriero del Vuoto.
    A dire il vero, non so nemmeno come attivare il Sigillo. Aggiunse, unendo i palmi delle mani in contatto davanti al busto. Allargò leggermente le gambe e cercò di richiamare a sé il potere del Vuoto.
    Devo sgombrare la mente...produrre il Vuoto.
    Visualizzò Lianshi, il suo bacio e il tocco con cui gli aveva donato il proprio potere.
    Lentamente riuscì ad eliminare ogni pensiero: dalla paura del demone, stranamente calmo, ai ricordi dello scontro con la Speranza di Hayate, insieme all'Hokage e ad altri ninja. Raggiunse il perfetto stato meditativo dopo una serie di tentativi. Ogni qualvolta sapeva di aver perso la concentrazione o il ritmo del suo respiro, senza alcun lamento o protesta, aveva richiuso gli occhi e ritentato.
    Dopo 30 minuti di assoluto niente, in cui annullare i propri pensieri sembrò non dare i propri frutti, il chunin si vide al centro di quel deserto in cui era stato catapultato la sera prima. Era stato sufficiente un profondo rilassamento, del chakra generato dal Tantien e il pensiero fisso su cosa fosse il Vuoto per lui.
    Assenza di Confini.
    Impiegò diversi secondi per capire che, a differenza di quanto creduto, si trovava in un deserto diverso: prima identici, ora i granelli di sabbia gli apparivano diversi. Alcuni erano tondi, altri spigolosi. Per non parlare dei colori: si andava dal grigio al dorato.
    Dentro di sé, aveva la sensazione che il Vuoto si fosse trasformato. No, non era esatto. Quel luogo era rimasto lo stesso, ma era lui a percepirlo con una declinazione diversa. Il Vuoto di Confini non esisteva nella sua mente.
    Il suo sguardo si posò su un sassolino alla sua destra: era sferico, bianco e quelle peculiarità attirarono la sua attenzione.
    Fin dove la sua vista si spingeva, nessun granello era così perfetto. Sembrava invitarlo ad afferrarlo e il Jinchuuriki non si fece costringere.
    Fece per allungare il braccio destro ma si arrestò. Qualcosa non andava. Nonostante lo vedesse lì, a meno di un metro dalla mano destra, qualcosa gli suggeriva di estendere l'altro arto nella direzione opposta.
    Perché sarebbe uguale? Pensò e quando lo fece, si ritrovò al centro della radura. Il Sigillo del Vuoto si era disattivato.
    Io...io penso...cosa è accaduto? Sussurrò, stanco e con il respiro accelerato. Sudava come una fontana, ma per quanto fosse spossato, non era il tempo di rilassarsi. Senza consentire al Jonin di Kiri di rispondere, Masayoshi chiuse gli occhi e si abbandonò al Vuoto, nuovamente.


    Impiegò meno tempo per fare ritorno in quel maledetto deserto. Quindici minuti, forse addirittura dieci.
    Quando il cielo grigio e privo di sole si estese sopra di lui, oltre all'orizzonte, Masayoshi cercò il suo granello sferico.
    Lo trovò sotto dieci centimetri di sabbia. Sembrava essersi nascosto alla sua vista e ciò rattristò il Jinchuuriki. Per un momento, aveva pensato che quell'oggetto così insignificante, nemmeno reale, lo stesse aiutando ad avvicinarsi alla sua declinazione.
    Si avvicinò e allungò la mano verso il granulo senza riuscire ad afferrarlo. E in quel momento ebbe nuovamente la convinzione di poterlo afferrare dall'alto, da destra, da sinistra...da ogni direzione.
    Non vi fu alcuna domanda o esitazione. Sapeva che le sue dita sarebbero riuscite ad arrivare alla sabbia da ogni lato.
    Alzò il braccio in modo deciso e...
    I suoi occhi si riempirono di sorpresa e felicità.

    Il Jinchuuriki era in piedi, con le mani unite davanti al petto, a pochi metri da un Akira sorridente. Attorno al suo corpo mingherlino, bruciavano fiamme di chakra azzurro emesse dal simbolo che era apparso al centro della sua fronte.
    Ad occhi aperti, le distrazioni aumentarono e la sensazione di perdere il controllo sul Vuoto si fece sempre più forte. I pensieri e le domande si accavallano l'una sull'altra, come una folla davanti a un ricco buffet.
    Rischiava di perdere quel controllo.
    Immerso in quell'aura calda e accogliente, il chunin percepì un grosso peso sul suo stomaco, come se tutto quel potere inespresso pesasse sul suo Tantien.
    Posso...posso provare con il demone. Non ci furono discorsi né raccomandazioni al Rokubi. Alzò le braccia fino alle spalle e lasciò che il chakra del Bjuu fluisse in lui, come aveva già fatto all'Abete.
    L'unione dei due flussi diede vita a un chakra argenteo, potente e meraviglioso da osservare. Il Vuoto non fu destabilizzato dal potere del Sei Code. Era come se i due chakra fossero analoghi, dello stesso tipo e potenza. Oppure, forse più probabile, Il Bjuu era spaesato e sotto controllo del Vuoto concessogli da Lianshi.
    Si sentiva libero, potente, in grado di fare qualsiasi cosa. Si avvicinò ad Akira a passi lenti, sorridente e felice.
    Ce l'ho fatta. Non so ancora usarlo ma lo controllo. Il Bjuu era ancora dietro alle sbarre, fermo e immobile, calmo come mai lo era stato nella sua millenaria vita. Che fosse confuso?
    Masayoshi scattò contro Akira, come quest'ultimo gli aveva ordinato di fare.
    Ho il controllo. Si prepari. In un attimo fu davanti al suo sensei, con il braccio destro piegato dietro la rispettiva spalla.
    Akira lo avrebbe notato un istante prima di Masayoshi.
    Il chakra azzurro del Vuoto non si spense, come sarebbe sembrato a un occhio poco esperto, bensì finì prigioniero e preda di un flusso di chakra nero e oscuro, proveniente da chi, furbo come una volpe, aveva controllato il proprio flusso di chakra per ingannare Akira e soprattutto Masayoshi.

    jpg



    Nessuno può controllarmi. L'immagine del demone, maestoso, fiero e potente, accecò il chunin un attimo prima di perdere il controllo, mentre le sue parole cariche di odio echeggiavano come echi lontani nelle regioni più remote del suo spirito. Masayoshi era caduto dentro un flusso di chakra nero fuori controllo. [TA]
    Il volto del chunin mutò all'improvviso. Gli occhi divennero fessure sottili in cui all'interno saettavano pupille interamente nere. I canini si allungarono fino a sporgere all'esterno.
    Akira ebbe poco tempo per reagire. Non fu il braccio destro a scattare in avanti, ma il ginocchio opposto, che si sarebbe alzato nel tentativo di sprofondare nello stomaco o nel viso del kiriano. [SA I]Velocità: Blu+2 (Furia Demoniaca)+1(Controllo Demoniaco) +4 (Mediobasso) -> Viola + 3
    Forza: Blu+2 (Furia Demoniaca)+1(Controllo Demoniaco) -> Blu + 3

    Non ci furono pause. Il Jinchuuriki sfruttò il braccio destro già caricato per sferrare un gancio al naso del kiriano. [SA II]Velocità: Blu+2 (Furia Demoniaca)+1(Controllo Demoniaco) +4 (Mediobasso) -> Viola + 3
    Forza: Blu+2 (Furia Demoniaca)+1(Controllo Demoniaco) -> Blu + 3

    E quando lo spadaccino si sarebbe aspettato un terzo attacco, il demone sarebbe balzato all'indietro di ben 10 metri. [SA III]Velocità: Blu+2 (Furia Demoniaca)+1(Controllo Demoniaco) +4 (Mediobasso) -> Viola + 3
    + Azione Rapida /span>

    Furono due attacchi fisici che per quanto rapidi e potenti non avrebbero impensierito il potente Jonin di Kiri. Il Rokubi stesso ne era consapevole.
    Il fisico di Masayoshi era debole, seppur dotato di molti poteri, tra cui il Kiseki Arancione, incastonato davanti al suo cuore.
    jpg
    A distanza, con il volto deturpato dal Rokubi, quest'ultimo avrebbe ringhiato.
    Nessuno è mai riuscito a soggiogarmi. Ogni ninja di Suna che ha sognato di mettermi in catene è morto, impazzito dal mio chakra corrosivo. L'ultimo è stato il monaco cieco di Suna, il prossimo sarà questo idiota debole e stupido...qualsiasi potere esso avrà Le labbra, la mascella e la lingua avevano già iniziato ad opporre resistenza. Per quanto sottomesso dal Rokubi, Masayoshi stava cercando di riprendersi il controllo perduto. Il chakra oscuro divampava e si affievoliva, in un tiro alla fune che vedevano contrapposti il Rokubi da un lato e il chunin dall'altro.
    Forza Akira. Attaccami. Non volevi parlare con me? Mostrami il tuo potere, spaventami se ci riesci...ne ho visti centinaia di tipi come te...così sicuri di sé... Il capo scattò verso destra, poi verso sinistra, inclinandosi quasi al punto di spaventare il kiriano. Il sigillo del Vuoto era riapparso, ma era debole.
    Il Vuoto non può nulla contro il mio chakra e il mio volere. Non pensare affatto che possa soggiogarmi AHAHAHAH Più il suo controllo diminuiva, più le provocazioni del Rokubi divenivano pungenti.
    Kushinada, Tu, il Vuoto...siete solo pulci ai miei occhi. Uccidi questo stupido e affrontarmi se ne hai il coraggio...FORZA! NE HAI IL CORAGGIO? Tuonò con una voce tutt'altro che umana.

    Se Akira avesse esitato, il demone avrebbe allentato la presa su Masayoshi, che nel frattempo cercava in tutti i modi di sottrarsi al controllo del demone. Il chakra demoniaco avrebbe perso intensità a favore del Vuoto.

    Coniglio. Continua a giocare con le tue spade. Le labbra del chunin si sarebbero piegate in un sorriso spaventoso. Constatata la debolezza del kiriano, il Rokubi ritornò nella sua gabbia sghignazzando, spinto dalla pressione del chunin. Lentamente, i lineamenti facciali di Masayoshi si affievolirono, sempre di più, e dopo qualche secondo di silenzio, il chunin aprì i suoi occhi. Il sigillo del Vuoto aveva ripreso vigore. L'aria era rimasta carica di energia negativa. Ansimante, Masayoshi si sarebbe passato una mano tra i capelli.

    Non stuzzicarlo Akira-sama. Lei non può capire cosa prova un Jinchuurki. È un peso che ho accettato come...come un sacrificio affinché nessun ninja di Suna fosse stato costretto a subire le sue torture Lo rimproverò. Era affaticato, in deficit di ossigeno, come se due delle code del demone si fossero strette attorno al suo collo e lo avessero privato del respiro.
    Era così sconvolto che si era dimenticato del potere del Vuoto ancora attivo.

    Ma Akira cosa avrebbe fatto? Avrebbe ceduto alla provocazione del Bjuu?

    Chakra: 75/75
    Vitalità: 16/16
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 500
    Velocità:  500
    Resistenza: 500
    Riflessi: 500
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 500
    Agilità: 500
    Intuito: 500
    Precisione: 500
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Rotolo da Richiamo × 1
    • Rivestimento Mimetico × 1
    • Coltelli da Lancio × 4
    • Katar del Deserto × 1
    • Giubbotto Rinforzato × 1
    • Antidoto Intermedio × 1
    • Kunai × 6
    • Parabraccia in Ferro × 1
    • Tonico di Ripristino Medio × 1
    • Maschera × 1
    • Cartabomba II × 1
    • Tonico Coagulante Medio × 1
    • Kiseki Arancione × 1

    Note
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    Mistero a Tsuya


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    Indagini a Umari
    Quando Akira si fermò davanti a me, puntandomi gli occhi addosso e adducendo qualcosa sulle donne, nella mia testa mi chiesi per un secondo fino a che punto fosse serio e fino a che punto faceto. Attribuiva le mie motivazioni e i miei scopi al desiderio sessuale, cosa che normalmente mi avrebbe fatto ridere, ma lì per lì decisi di rispondere a quella sua provocazione, anche fisica visto il modo in cui si era posto, con una provocazione di rimando. Era anche un modo per mettere alla prova le mie doti di improvvisazione. Mi limitai quindi a sorridere, rifacendomi alle lezioni sulla seduzione a cui mi avevano sottoposto sin dall'inizio della pubertà. Le donne, Akira-san?

    Non mi pare di aver mai detto di avere una predilezione per le donne. Akira-san. Nemmeno per gli uomini a dirla tutta: ogni mio istinto sessuale era stato eradicato e schiacciato dietro al peso della Missione, riducendo l'intero argomento a un mero strumento da usare ai fini della Missione, se necessario. Ma ero curioso di vedere la sua reazione davanti a un mio sorriso ambiguo e allo sguardo che si addolciva, mentre mi avvicinavo impercettibilmente.

    Comunque andasse mi promise poi un mantello ricavato dalla pelle umana. Particolare curioso ma ero un medico e stavo studiando le arti da Eliminatore, il mio senso del macabro era decisamente attutito. Capisco, un mantello del genere potrebbe essere interessante. Accetto. Avrei detto dopo aver ricostituito un'espressione neutra: la mia era solo una provocazione e non avevo motivo di continuare la pantomima. Condivisi alcune informazioni, che parvero soddisfarlo, e annuii quando mi chiese di organizzare un incontro.

    [...]

    Mentre interrogavo mentalmente il vecchio cercai di fare mente locale, comunicando ad Akira i miei ragionamenti. Si direbbe che abbiamo trovato tutti i visitatori di Tsuya dell'ultimo periodo, tutti in una singola associazione a delinquere che aveva anche coinvolto Shiba, anche se non sappiamo per quale motivo. Sempre che non lo avessero ucciso e sostituito in qualche modo. Scossi il capo. Non abbiamo nemmeno modo di capire se sia morto realmente o se fosse una messinscena, gli archivi di Amano potrebbero essere stati manipolati. Di lì a poco scoprii che la mente di Koziro era stata adulterata in un modo che non ero in grado di riconoscere, sebbene mi ricordasse molto Densen, e non ero assolutamente in grado di aggirare il blocco che era stato imposto. Mi morsi le labbra. Le mie capacità in quest'arte sono ancora molto marginali...non sono... deglutii ...abbastanza bravo. La mia frustrazione sarebbe stata più che evidente per Akira, ma cercai di sedarla rapidamente: avevamo altri indizi da considerare.

    Si, tornare a Tsuya e chiedere a Sanji è certamente la cosa migliore da fare. Concessi, ma qualcosa di quelle parole mi era rimasta impressa. Uhm...e se fosse l'Albero? Avanzai quell'ipotesi, sebbene azzardata. Se Akira avesse chiesto ulteriori spiegazioni avrei cominciato a camminare per la stanza. Non sappiamo ancora cosa voglia questo Robai dai rapimenti. Ma qualcuno ha scritto che ciò che ha creato l'albero ha creato anche lui. E se in qualche modo volesse, non so...averne di più? Avere un'altra dose di ciò che lo ha creato. L'energia vitale di questo Pangu. Se la volesse per sè? Non vedo cosa centri coi sopravvissuti ma magari gli servono sacrifici umani che siano suoi discendenti, no? Non saprei come mai rapire il jonin di suna, però. Non era riportato nè nei libri nè nei rapporti che Pangu aveva trasmesso le sue conoscenze sui Fuuinjutsu in forma scritta proprio sulla pelle del Rosso, e nessuno di noi due poteva risalire a quell'informazione. Quanto alla pagina mancante, sicuramente possiamo indagare con Sanji, ma intanto cercherei una cartina della zona...inoltre...potrebbe esserci un riferimento bibliografico a fine libro. Studiavo pesanti tomi di arte medica a Konoha, la bibliografia era qualcosa di essenziale. Magari potremmo risalire a da dove ha preso la mappa e cercare la fonte. Ci sarà pure una biblioteca in questo posto o a Tsuya, no? Se avessimo dovuto attendere abbastanza a lungo Fudoh-san e Masayoshi, mi sarei appunto recato in biblioteca o in qualche posto analogo prima di ripartire.

    Inconvenienti alla Torre di Comunicazione
    I due shinobi cercavano attentamente tra gli archivi delle missive qualcosa di importante per la loro missione, ma si trattava pur sempre di un centro di comunicazione che usava la radio a transistor per inviare e ricevere messaggi anche da grande distanza, senza necessità di ninja esperti o di grandi quantità di chakra. Il ronzìo degli strumenti riempiva l'ambiente ma non era certo sufficiente a far riprendere i sensi ai poveracci che i due ninja avevano messo a tacere, certo però che dopo qualche minuto di ricerca ci fu un piccolo inconveniente, quasi certamente una casualità.

    Un calo di tensione si accompagnò a un suono gracchiante proveniente da tutte le radio contemporaneamente, forse una forma di interferenza seguita da un fischio e da un nuovo gracchiare, poi una voce impostata e gioviale, maschile, emerse tra i suoni fastidiosi mentre le luci continuavano ad affievolirsi e accentuarsi, nemmeno ci fosse un terremoto. CRRR....ZZZZRRR..DokRRRZ..DOkUro..CRR...Dokuro, niente di meglio per sbiancare i vostri mobili in osso! CRRRZ-Dokuro, per un bianco più bianco del bianco! CRRRRZZ...FRRRR... Una voce femminile fece eco: Non so come ho fatto finora senza il CDZAAT-Dokuro. Se ripenso alla mia vita senza, mi viene da pianger.r.r.r.rrRRRRRZZDokuro ti aspetta! Nuovo rumore come di un foglio metallico che veniva fatto vibrare, quindi una terza voce, da bambino, annunciò qualcosa a sua volta, sempre come fosse una strana pubblicità. ZZZT...CRRR...i miei amici mi ignoravano sempre, fino a quando non ho trovato il gaCRRTZZuro. Con lui tutto è cambiato, e ora vado a scuola con il mio bellizzimo ZAANTCRRRuro e sono l'invidia di tutti. Dove lo ho trovato? Nei migliori ZZRRRTT...VVUANNM scaffali superiori di ZZZTRR alberi di grandi dimensioni che aiutano a sviluppare RRRRTVVUAM siamo in pericolo, ci sentite, centro missione? La squadra è dispersa e non sappiamo dove... TKZZZ Il Sangue degli Dei è una prelibatezza rara e da ricercare con cura CRRRRT VZZZ il bianco più bianco del bianco! E aspetta solo te.

    un'ultimo baluginare delle luci prima che tutto tornasse normale. E un'ultima voce in mezzo alle statiche, dopo quella sequenza di voci tutte diverse, come se numerosi messaggi fossero stati mescolati assieme. L'ultima comunicazione in interferenza prima che ogni cosa tacesse, diceva: Parlo con te. Con CRRRTZ la Balena è un mammifero che vive con....TTKZZAP...Sangue degli Dei, per i palati più raffinati.. TKRWUAM... Dico sul serio, centro Missione. Ci serve aiuto. Aiutaci. Poi silenzio. Per inquietante che fosse, nessuna indagine avrebbe rivelato altri elementi al riguardo.

    Ritorno a Tsuya
    Avevamo un prigioniero, e per buona misura a meno che non me lo impedissero, avrei usato un kunai dopo adeguata disinfezione per recidere i tendini dei suoi bicipiti, così da rendere gli arti superiori inutilizzabili a meno di subire un intervento chirurgico, usando poi le Mani Curative per richiudere la ferita superficiale [Conoscenze Mediche Intermedie]. Fudoh-san, so che potresti non approvare, ma il nemico ha rapito anche un jonin di alto rango: non possiamo correre rischi. Se non dovessimo camminare fino a Tsuya gli avrei reciso anche il tendine d'achille. Avrei detto, con tono freddo e spietato, pur mostrando un briciolo di senso di colpa agli occhi di Fudoh-san, del quale conoscevo l'indole altruista. Ora parla. Gli intimai, ovviamente disponibile a integrare l'interrogatorio con la mia tecnica di indagine.
    La marcia sarebbe stata scevra di eventi, interrogatorio a parte.

    Fudoh Abbraccia-Alberi
    Raggiunto il villaggio, prima di proseguire l'indagine Fudoh-san disse di avere l'ispirazione giusta per una sua forma di allenamento, e Akira fu categorico nel vietargli di andare da solo, mentre lui stesso si avvicinava a Masayoshi per faccende riguardanti, supponevo, il Simbolo del Vuoto di cui mi avevano accennato. E l'indagine? Dissi con una certa frustrazione, ma sembrava che volessero aspettare e rafforzarsi, cercando informazioni in un secondo momento. Anche se disapprovavo, non mi parve corretto disobbedire platealmente a un ordine e quindi, a malincuore, seguii Fudoh-san, che pure sembrava intenzionato a voler fare di testa sua. Fudoh-san, vuoi forse scalare l'albero? Stai andando al centro del villaggio e non ci sono posti isolati là, se non sui rami più alti. Era un ragionamento logico: per stare in mezzo alla natura avrebbe dovuto allontanarsi dal centro abitato, non avvicinarsi. Pensai che l'addestramento fosse solo una scusa: probabilmente voleva esplorare l'area per essere pronto allo scontro del giorno successivo: Fudoh-san era un ninja dalle mille risorse che nascondeva dietro una maschera assai credibile. Solo chi ci aveva avuto a che fare a lungo poteva intuire il suo impareggiabile acume.

    Dato che anche uomini poco allenati come il sacerdote erano riusciti ad ascendere fino alla passerella di rami che creava una sorta di boschetto sopraelevato, evidentemente due ninja allenati come noi non ebbero alcun problema, tanto che diversi scalini erano stati ricavati lungo il percorso fino a giungere a uno spiazzo più ampio. E strano. Alberi tanto bianchi sia nel legno che nelle foglie non li avevo mai visti, e la stessa luna pareva quasi perdere colore, così come me. Questo...questo posto non è normale... Realizzai che vedevo anche me stesso i monocromo, e lo stesso valeva per Fudoh-san, eccetto i suoi capelli rossi, ancor più sgargianti per il contrasto. Fudoh-san...dove siamo?

    Quelle non sembrano nemmeno piante...ho come l'impressione che se provassi a influenzarle col Mokuton non otterrei nulla. Se non fosse assurdo ti direi che mi sembrano ossa. Un vaghissimo e sfumato colore si intravedeva nell'intrico di rami bianchi, forse un rosa pallido. Dove eravamo capitati?

    Il bosco ha un diametro di 30 metri, con l'albero rosato nel centro.
    Entrarvi causa illusioni e confusione, quindi ogni slot azione di movimento permette di spostarsi di tre metri al massimo.
    Nei primi 6 metri ogni metro prosciuga 1 Basso di Chakra e 1 Leggera di Vitalità. Nei successivi ogni metro consuma 2 Bassi di Chakra ma niente danni alla Vitalità, però si è Scoordinati e Affaticati.

    Ogni 3 metri si subiscono 2 attacchi da creature illusorie che rappresentano sempre due bambine gemelle dal volto in ombra, una bionda e una mora, in kimono e dall'aria assai inquietante che chiamano Fudoh "fratellino". L'attacco è sempre parienergia, potenziato fino al CAP sia in Forza che Velocità. Ha potenza 30, ignora le Protezioni.
    Colpire una creatura illusoria le impedisce di attaccare nei tre metri successivi, hanno Riflessi parienergia potenziati fino al CAP.

    A te descrivere come arrivi all'Albero Rosato...e magari come sbarazzarti di Yato.
     
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    Falce dei Kaguya


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    Y Danone
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    La lunga Strada


    Tracce e Percorsi



    [I Due Spadaccini a casa di Kuziro Omai]

    Il piano del duo di Spadaccini aveva portato a diversi risultati: da una parte, Akira aveva lasciato un'evocazione per individuare chi seguisse le loro tracce, d'altra, i metodi di Yato avevano permesso di scoprire quello che sembrava un potere al Senju in qualche modo noto, di questo misterioso "Robai" e, oltre ciò, anche ulteriori informazioni fra gli averi della kunoichi a loro nota come Midori.

    Certo, non c'era modo di capire quale fosse stata l'effettiva fine di Shiba, almeno non in quel momento, né se l'intuizione sull'Albero del Senju fosse corretta, o fosse dettata solo dalla sua affinità di clan con il legno.
    In compenso il riferimento alla bibliografia si rivelò una buona idea.
    La pagina strappata risultava fra le fonti, precisamente, chiunque avesse scritto "L'ultima Grande Guerra Ninja" aveva preso come riferimento un altro libro: "Storie di sopravvissuti. Interviste ai combattenti delle Grandi Battaglie dell'ultima Generazione", con una data di pubblicazione che poteva essere, approssimativamente, fatta coincidere con l'anno 0003, cioè poco dopo la fine della Guerra con l'Onda Cremisi.

    [Le Tre Evocazioni]

    Myk non fu tantissimo d'aiuto nell'inseguimento: dapprima seguì Koinu, poi, quando il misterioso ragazzo con i capelli a caschetto evocò quel ragno nero e rosso, rimase sempre in guardia, pronto ad aiutare, finché un grosso canide non balzò da un tetto, gelando l'ambiente, il ché portò la tartarughina a nascondersi nel proprio guscio.
    Il suricato, invece, rimase ad osservare la scena, mentre il lupo di Akira congelava sul posto lo strano ragno, spaventando il ragazzo, che cadde a terra e cercò di scappare carponi, solo per trovarsi mezzo assiderato ed intrappolato nel ghiaccio.
    Aaaa aiuto... Nautsiku -dono... aiuto... Midori-dono..., balbettò a più riprese il misterioso, e sfortunato, ragazzino, intrappolato nel ghiaccio di Retar.
    Nel frattempo, Koinu e Myk si erano avvicinati, con il suricato che aveva rimostranze sulle strategie del lupo bianco.
    Ha ragione Koinu-san, signor Lupo, potevamo seguirlo, o seguire il ragno, forse ci avrebbe permesso di trovare chiunque volevano contattare, confermò, un pò intimorita, la tartarughina, restando di fianco alla creatura del deserto e facendole dei cenni con il capo come per cercare manforte.

    Ad ogni modo, che Retar fosse capace di parlare e rispondere alle altre due evocazioni o meno, prima che arrivasse Akira, tutti e tre avrebbero potuto notare come il tocco congelante del lupo avesse sì bloccato il ragno, in parte, ma avesse anche provocato qualcosa di diverso: il ragno non era un vero ragno, non era un animale senziente, come loro, bensì sembrava composto da sangue, del ragazzo verosimilmente, e qualcos'altro, qualcosa che, se fiutato, o assaggiato, si sarebbe rivelato essere inchiostro.
    E l'inchiostro, esclusa la piccola parte gelata, si sciolse.

    Così, quando l'Hozuki raggiunse il piccolo zoo ed il loro prigioniero, poté scoprire come il ragno era "sfumato" in inchiostro e sangue, ma c'era ancora un ragazzo che avrebbero poi interrogare tutti assieme.
    Io sono Toshikazu, sono amico di Nautsiku e Midori., balbettò appena il ragazzo, chiaramente confuso, mentre Akira lo spingeva via con se.
    In compenso, come l'olfatto di Retar e di Koinu avrebbero potuto confermare, c'era un vago sentore dell'odore dell'inchiostro anche sull'Hozuki, come se fosse stato in un posto pieno dell'odore che caratterizzava quel ragno ormai inutile.

    [I due Orfani: problemi con documenti e radio]

    Quando Masa-san sottolineò che non avevo usato i capelli, ammetto che sorrisi divertito: Ho imparato qualche nuovo trucchetto per iniettare i veleni da quella volta., bisbigliai, Poi i capelli sparati da tutte le parti sarebbero stati sospetti, no?, aggiunsi sorridendo, prima di preoccuparmi un pò per le condizioni del pover'uomo che avevo "leggermente" avvelenato.

    Intanto, scoperta la missiva e chi l'aveva mandata, Masa-san fu stupito quanto me dal mittente, ma disse anche un'altra cosa, su cui feci una smorfia: Vi volevano qui tutti, a voi Guerrieri del Vuoto, ma qualcuno si è confuso, ed invece del ninja della Foglia dai capelli rossi, siamo arrivati io e Yato-san assieme a te, Akira-san e Hok... l'Eremita-san., osservai.
    In effetti: anziché un ninja della Foglia dai capelli rossi, ne avevano chiamato uno della Foglia ed uno dai capelli rossi, ma nessuno dei due era un guerriero del Vuoto.
    Chissà se se ne sono accorti., accennai, prima che sia io che Masa-san fossimo distratti da altro.

    Il Jinchuuriki di Suna non avrebbe trovato molto di interessante nelle missive accademiche inviate prima della data del primo omicidio, tranne una diretta verso un qualche avamposto sperduto, ironicamente, proprio ai limiti del deserto dell'Anaoruch, una missiva curiosa specie perché, ricordando i giusti nomi, sarebbe risultato, dalla documentazione, che a spedirla era stata proprio "Midori Omai", il 1° Luglio.

    Cara Nautsiku,

    Come va?
    Il Maestro chiede di te e Moru, per quella questione di cui, a quel che mi raccontava, vi ha già parlato tempo fa, dopo i fatti con le Formiche.
    Ricordi quella missione? Quando tu e Moru ritornaste in ritardo, perché avevate incontrato un conoscente del Maestro?

    Ad ogni modo, il Maestro chiede di voi due, ha già fatto prenotare, da chi conosce, una camera alla taverna di Tsuya per voi, la coppia Murakami.
    Io, invece, ho conosciuto qui ad Umari un ragazzo di nome Shiba ed è... tutto ciò che il Maestro mi aveva anticipato, sarà utile.

    Raggiungeteci il prima possibile, così da iniziare i preparativi per la cerimonia.
    Sai bene quanto il Maestro ci tenga.

    Midori.


    Lettera un pò particolare, avrebbe potuto dare qualche notizia interessante? Di certo ci dava un pò di contesto.

    E forse avrei anche commentato la cosa, quando (e se) il sunese avesse condiviso con me il documento, peccato che, d'improvviso, le luci iniziarono a fare scherzi e, poco dopo, anche la radio.
    Mobili in osso?, furono le prime parole che captai, chiedendomi chi fosse così folle da farsi mobili con le ossa? Nemmeno Elmo-san era così sadico, probabilmente.
    Poi le parole trasmesse divennero ancora più strane, ammetto che non riuscii a seguire bene cosa stessero dicendo, saltando da un canale all'altro, ma ad un tratto captai prima un messaggio di aiuto e poi una frase: Sangue degli Dei? e dopo altre due, sul bianco più bianco e sul fatto che qualcuno stava aspettando qualcun'altro.
    Furono però le ultime parole che mi fecero, in qualche modo, sentire un brivido lungo la schiena.
    Alla parola "Balena", portai la mano al tirapugni, stringendolo forte, quasi stesse tremando lui e non la mano.
    Di nuovo, dopo, "Sangue degli Dei", che ancora richiamava qualche ricordo confuso nella mia testa.
    Infine, ancora, una richiesta di aiuto.

    Forse Masa-san mi avrebbe visto un pò sbiancato dopo quella strana interferenza radio, ma avrei scosso la testa, Scusa, è stata un pò inquietante questa roba delle luci e delle voci... ci credo che il tipo qui era pallido anche prima che arrivassimo noi., avrei commentato appena, rivolgendo l'attenzione verso l'impiegato ancora svenuto, ma fuori pericolo.

    A quel punto dovevamo riunirci con gli altri.

    [Riuniti da Umari a Tsuya]

    Alla fine, complice il prigioniero preso da Akira, il Senju non avrebbe avuto modo di cercare una libreria ad Umari, considerando poi che dovevamo interrogare un abitante della cittadina dove ci trovavamo, fui il primo a suggerire: Meglio se gli facciamo le domande mentre torniamo verso Tsuya. e no, anche se lo pensate, non fu per il mio desiderio di capirci qualcosa in più con l'albero, ma perché probabilmente la gente del luogo vedendo quattro sconosciuti che interrogavano un compaesano, fosse stato anche il più antipatico del paese, non avrebbero gradito.

    A ben vedere, quando abbastanza lontani Yato-san recise i tendini dei bicipiti, probabilmente fu saggio farlo fuori dai confini cittadini, anche se come azione non mi fece particolarmente piacere.
    Capisco perfettamente, Yato-san, però, non so, forse potevi bloccarlo con le tue abilità?, chiesi un pò perplesso dalla menomazione, comunque medicabile, se entro tempi ragionevoli, inflitta al povero tipo con i capelli a caschetto.
    Alla richiesta del ninja della Foglia, però, il nostro prigioniero non fu di molto aiuto, specie a se stesso: Mi chiamo Toshikazu, sono amico di Nautsiku e Midori. Dovevo avvisare Midori, se qualcuno le cercava., fu la sua laconica risposta.
    C'era da vedere che metodi avrebbero usato i ninja per ottenere ulteriori risposte.

    [...]

    Quando poi ci dividemmo ed Akira-san suggerì a Yato di seguirmi, avanzammo verso Sareshigami, all'interno del villaggio, mentre i due Guerrieri del Vuoto si allontanavano all'esterno.
    Alla domanda del Senju sulla direzione presa, mi fermai e ci pensai un attimo su.
    Non consideratemi male: a me sta molto simpatico Yato-san, come Masa-san e Youshi-san, sono tutti e tre molto diversi di carattere, ma il ninja della Foglia, con quella sua marzialità, mi sembra un piccolo Elmo-san in potenza, che però riesce ancora a sorridere, mi fa tanta simpatia.
    Malgrado ciò, quella sensazione di un qualcosa di pericoloso, un fiore da estirpare, su Sareshigami, in qualche modo sapevo che era qualcosa che dovevo affrontare da solo, che non potevo condividere con altri, così decisi di tentare di unire l'utile ed il dilettevole.
    Sì, stiamo tornando al villaggio e hai ragione sul mio obiettivo: cercare un addestramento sull'albero. A quel che diceva il sacerdote del villaggio, arrivare lassù è molto impegnativo, di certo mi temprerà nel controllare il mio chakra.
    Ma la mia è una scelta egoistica, lo so, dovremmo pensare prima di tutto alla missione, avevi ragione anche su quello. E se è vero che Masa-san potrebbe avere bisogno del simbolo del Vuoto domani, quindi capisco la necessità di Akira-san di allenarlo e pure vero che dovremmo avere un quadro d'insieme prima di qualsiasi cosa affronteremo domani.
    , a quel punto avrei sottolineato un aspetto delle informazioni ottenute dalle missive ad Umari, Nella missiva di quella Midori, si parla di un conoscente che ha prenotato la camera per i loro alleati alla Locanda, quindi forse c'è un'altra persona con loro? O pensi che sia stato il dottor Amano, inconsapevole di cosa sarebbe successo?, fu la prima domanda, poi, semmai ci avessero informato di quanto scoperto nelle ricerche a casa dell'anziano, avrei aggiunto ancora, Inoltre, forse questa mappa che stavi cercando, potrebbe essere nella biblioteca cittadina.

    In ogni caso, avrei concluso con: Hai ragione a sottolineare che la missione dovrebbe essere portata avanti, che dovremmo concludere le indagini prima di tutto, quindi, se vuoi, non preoccuparti per me, non penso che vengano fino a qui a catturarmi mentre vado sull'albero, cerca di chiudere il cerchio anche sugli ultimi misteri come hai fatto molto bene finora.
    Poi, da quel che abbiamo scoperto con Masa-san, quei tizi volevano l'Eremita sunese ed i guerrieri del Vuoto, sono più a rischio Akira-san e Masa-san rispetto a noi.
    ed in tutta sincerità, pensavo ogni parola che avevo detto.
    Yato-san aveva, pressoché da solo, capito molto di più di quanto Akira-san, che è comunque un jonin, aveva scoperto grazie all'aiuto tanto dell'archeologo, quanto di chiunque gli avesse detto di quel "Robai".
    E soprattutto quel "R." voleva i guerrieri del Vuoto e per qualche motivo l'eremita sunese.

    C'era da vedere se il Senju avrebbe seguito il mio consiglio.

    [Le ricerche di Yato] (forse)

    Se avesse seguito il mio consiglio, il chunin della Foglia non avrebbe avuto difficoltà a trovare la biblioteca cittadina di Tsuya e, nelle due scaffalature dedicate ai libri di storia, avrebbe potuto trovare tanto una versione originale de "L'ultima Grande Guerra Ninja", quando una di "Storie di sopravvissuti. Interviste ai combattenti delle Grandi Battaglie dell'ultima Generazione".
    La mappa strappata sembrava corrispondere con le informazioni su un avamposto dei Cremisi nella zona boscosa, ai tempi ben più limitata, fra Umari e Tsuya.

    Fra le diverse battaglie avvenute una generazione prima, proprio in quella zona, la conquista del Canyon del Ghiottone era proprio la battaglia analizzata in quel particolare capitolo.
    La mappa offriva tanto una visuale geografica, quanto alcune testimonianze di diversi ninja che avevano combattuto per l'Alleanza ninja, la progenitrice dell'Accademia.
    Fra le altre testimonianze, se Yato si fosse interessato alla lettura del testo, c'era anche quella di Furui Chikuma, detto "Lama Pazza".

    Ve lo dico io, signori, quella volta, più di tante altre, pensai di perderci la vita!
    Ero in prima linea, come piaceva a me, quand'ero giovane: con le mie lame avvolte dal soffio del vuoto di noi Chikuma, ero sempre il primo ad aprire la strada in battaglia.
    Quel giorno, però, non immaginavamo così ci aspettava: qualche maledetto manipolatore della terra, degli esperti di Doton, avevano creato un vero e proprio labirinto di grotte che partiva dal canyon e da quella serie di grotte ci raggiunsero alle spalle!
    Avevano in qualche modo occultato la loro presenza, tanto ai sensitivi, quanto agli Hyuga, mediante una qualche fonte di chakra nelle vicinanze.
    Forse mi spiegarono qualcosa ai tempi, ma non ci capii molto, però, ve lo immaginate? Noi che assaltiamo l'avamposto e quelli che lo lasciano vuoto e ci spuntano alle spalle!


    C'erano poi delle note storiche che indicavano come Lama Pazza avesse partecipato ad altre battaglie e persino una sua foto da giovane.
    Ma cosa più importante, c'era una foto dell'avamposto dall'esterno [IMG]tumblr_p2s1ltnU6b1tyjd90o1_400
    ed alcune interne e le foto interne avrebbero mostrato un ambiente che ricordava parecchio qualcosa che il Senju aveva già visto attraverso i ricordi di chi ci era stato: la prigione in cui i Kijin avevano tenuto il dottor Amano ed il resto dei rapiti anni prima!
    Chissà, con la "nascita" di Sareshigami cosa ne era stato di quelle grotte e dell'avamposto nel Canyon?

    E cosa avrebbe fatto, altresì, Yato sulla questione del conoscente di "R." ? Avrebbe seguito quella vaga traccia?

    [Fudoh & la Foresta Bianca]

    Che fossi stato o meno da solo, di certo avrei lasciato Myk alla base dell'albero: Aspettami qui, piccoletto, non so bene quanto potrebbe essere ostico reggere lassù., avrei suggerito alla tartarughina, lasciandola a dormicchiare in un angoletto vicino all'ingresso del tempio.
    Poi avrei iniziato la mia scalata.

    Come preannunciato dal Sacerdote Mifune, in effetti, c'era una sorta di percorso, in alcuni punti addirittura una scalinata vera e propria, che conduceva fino ad un ampio spiazzo e lì mi fermai un attimo, dinanzi a ciò che mi si presentò.
    Il bianco più bianco., onestamente? Non sono sicuro di non averlo balbettato, ma quella visione mi fece tornare in mente quanto detto dalla radio qualche ora prima, era assurdo, com'era assurdo che l'accenno alla Balena fosse voluto, ma quello che avevo davanti era un bosco, se così si poteva chiamare di un bianco da far male agli occhi.
    Non vi saprei nemmeno dire se Yato-san mi disse qualcosa (qualora fosse stato con me), ma di certo ad un tratto, spostando lo sguardo da quella vastità di alberi candidi alle mie mani, mi parve quasi che fossero anche loro incolore, monocromatiche.
    Le sorprese, però, non erano finite lì.

    La prima fu forse la più rassicurante, con la coda dell'occhio notai un mio ciuffo, i capelli erano ancora rossi, malgrado il resto del mio corpo fosse diventato improvvisamente bianco e nero, i capelli erano rimasti normali.
    La seconda sorpresa fu che, nel fare i primi passi, mi sembrò di muovermi come appesantito, come se ogni passo mi prosciugasse le forze.
    La terza fu, però, la più spiacevole, d'un tratto sentii qualcosa, due voci, un coro quasi, una parola sola "Fratellino".
    Mi voltai e le vidi: monocromatiche anche loro, in inquietanti kimoni, i volti indistinguibili, ma, come me, anche i loro capelli mantenevano il colore, biondo per una e nero per l'altra.
    Mi attaccarono ad una velocità tale che potei solo pensare ad impastare chakra nel corpo per reggere all'impatto di queste due "bambine", se tali erano, che cercarono di abbracciarmi, o di buttarmi a terra con una spinta combinata, non saprei dirverlo.
    So dirvi solo che quei primi pochi metri mi lasciarono abbastanza a pezzi. [3 Metri]
    Chakra consumato: 1 Basso + 4 Bassi (Res)
    Vitalità persa: 1 Leggera + 8 Leggere (danno attacco)
    En. Vitale persa: 8 Leggere


    Mi rialzai, lo ammetto, un pò a fatica, guardandomi attorno: delle due bambine nessuna traccia.
    Ora voi direte: "Fudoh, perché continuare?", un attimo il dubbio mi passò per la mente, ma poi ripensai alla mano che avevo visto toccando l'albero, alla sensazione di dolore quando Yato, il giorno prima, aveva manipolato l'albero.
    E la mente mi tornò anche ai fatti dell'Abete, al dolore acuto ed a quella sensazione mentre sognava, quel senso di perdita.
    Sapete, penso di non avervelo detto prima, ma ho cercato qualcosa del genere nei libri di medicina che mi lasciò Meika-sama, di ritorno dall'Abete, fra una cosa e l'altra, e la cosa più vicina a quella sensazione che avevo trovato era definita "senso di lutto", ma tuttora non ne capivo il motivo.
    Questo mi convinse a continuare.

    Ancora una volta, il senso di debolezza nel mio corpo, mentre si delineava una luce in mezzo al bosco bianco, prima che di nuovo sentissi quella parola "Fratellino".
    Avrei voluto sottolineare alle due bambine spaventose che si stavano sbagliando, ma non ne avevo il tempo, di nuovo cercarono di saltarmi addosso, stavolta letteralmente.
    Così feci la cosa che mi viene meglio: usai la testa, avvolgendomi nei miei capelli, mentre impastavo chakra per irrobustirmi. [ST 1]Concentrazione +3 => Pot Dif = 15 + 10 = 25
    Il colpo un pò lo sentii, ma ne approfittai, quando le avvertii vicine, per rilasciare una seconda tecnica attraverso i capelli. [ST 2]
    Teoricamente l'attacco è ad area, quindi, ipotizzando che siano vicine e che comunque sia a velocità pari alla concentrazione, suppongo di averle colpite.

    Alla fine di quei ulteriori pochi metri, ero ridotto anche peggio, devo dire, ma non mi fermai. [6 Metri]
    Chakra consumato: 5 Bassi + 1 Basso + 4 Bassi (Res) + 6 Bassi (2 Tecniche)
    Vitalità Persa: 9 Leggere + 1 Leggera + 4 Leggere
    En. Vitale persa: 8 Leggere + 4 Leggere


    La mia poco piacevole camminata sarebbe continuata, ma stavolta, prima che le due gemelline arrivassero, mi preparai e sì, prima che lo chiediate, le chiamo gemelline perché, a parte i capelli, e complice il volto in ombra, sembravano proprio identiche.
    Comunque, prima che si rifacessero vive, presi un tonico per recuperare un pò del sangue perso con questi primi incontri. [Tonico] Recupero 4 Leggere => 10/18 perse
    Nel frattempo, mi rendevo conto che probabilmente non avrei retto a lungo ed anche come mai il Sacerdote ossessionato non fosse mai arrivato fin lassù: di certo le bambine lo avrebbe lasciato a terra morto al primo colpo, ma, soprattutto, quella foresta, ne ero certo, stava giocando con il mio chakra, mi rendeva più lenti i movimenti e, soprattutto, mi rendeva più difficile mantenerlo, probabilmente me lo stava anche prosciugando.
    Un ninja più esperto di me, l'Eremita del Deserto, Elmo-san, verosimilmente anche Akira-san, avrebbe forse avuto meno problemi, ma un sacerdote che non aveva mai appreso come usare il chakra? Sarebbe rimasto al suo stecchito prima ancora di vedere quelle gemelline, di certo.
    Un'altra cosa che capii, o meglio di cui divenni consapevole, fu che non avevo molto apprezzato l'aver colpito le due bambine, in qualche modo, mi dispiaceva.
    In fondo, come diceva Yato-san, non approvo la violenza, spesso e volentieri., liquidai così quella sensazione di sbagliato nell'attaccare le due gemelle inquietanti, che comunque, non si fecero vedere per un pò. [9 Metri]
    Chakra consumato: 16 Bassi + 2 Bassi
    Vitalità Persa: 10 Leggere
    En. Vitale persa: 12 Leggere


    La luce nel bosco si faceva sempre più vicina, più brillante, ero attratto dalla stessa, tanto da non rendermi quasi conto di quanto il mio corpo fosse, in effetti, sotto stress fisico, probabilmente già da un pò.
    Fu una parola a riportarmi alla realtà, se quello che stavo vivendo era la "realtà", di nuovo quel "Fratellino" che echeggiò attorno a me.
    Stavolta, quando le vidi arrivare, non rimasi immobile a rischiare di subire i loro colpi, mi chinai velocemente, molto, tanto da farmi male, evitando il salto al capo della bionda, per poi scivolare a terra e rotolare via, con eguale consumo di chakra, sul tentativo di un pestone della bruna.
    Questa volta mi rialzai subito, aprendo le mani, ma non usai il mio chakra naturale-gravitazionale: appunto, non m'era parso giusto attaccarle, non lo sentivo come corretto, ma, più di quello, se fossi rimasto bloccato in quel punto, avrebbero potuto attaccare di nuovo.
    Così non reagii, semplicemente le vidi scomparire, ripetendo ancora quel loro "fratellino".
    Secondo me, vi siete confuse! Non è me che state cercando!, avrei urlato, al nulla, mentre, intanto, usavo il chakra per provare a far riprendere un pò il mio corpo dai danni subiti. [Arti Mediche]

    Dimmi tu se riesco a ridurre, o rimuovere, lo stato Affaticato.
    Con impronta Luce, però, dovrei ridurre 3 ferite alla Vitalità
    [12 Metri]
    Chakra Consumato: 18 Bassi + 2 Bassi + 6 Bassi (2 dif ai riflessi) + 3 Bassi (Mani Curative)
    Vitalità Persa: 10 Leggere + 2 Leggere (2 sovraimpasti di 2 tacche ognuno) -3 Leggere Impronta Luce
    En. Vitale persa: 12 Leggere - 6 Leggere (Mani Curative + abilità varie)


    Ripresi a camminare.
    Ero quasi tentato di vedere se usando la Bakekujira in quel luogo, potevo ottenere gli effetti che avevo trovato in altri luoghi, modificare l'aspetto della zona, ma preferii non rischiare chakra, tanto più che, se fossi uscito vivo da quella situazione, avrei dovuto sfruttare il mio equipaggiamento il giorno successivo, per salvare i rapiti.
    Già, i miei doveri verso la missione: mi sentivo in colpa anche per quello, di meno, probabilmente, perché come avevo detto a Yato-san, come vi ho già confessato, quello che stavo facendo era molto egoistico, ma sapevo che, probabilmente, avrei fatto meglio ad attendere la fine della missione principale per questa gita.
    Ormai, però, ero vicinissimo alla fonte della luce, lo intravedevo già, quando d'improvviso ecco che le sentii di nuovo, "Fratellino".
    Potreste lasciarmi in pace almeno ora che sono arrivato fin qui?, lamentai, mentre mi preoccupavo di evitarle di nuovo.
    Con un balzo laterale, evitai un tentativo di un pugno contro il tronco della bruna, prima di spostarmi appena in tempo per evitare il successivo tentativo di calciarmi alla schiena della bionda.
    Onestamente? Ero fisicamente stremato, ma ero arrivato all'alberello che m'era parso di intravedere nel mio primo contatto con Sareshigami. [15 Metri]
    Chakra consumato totale: 37 Bassi
    Vitalità Persa totale: 11/12 Leggere (se ho rimosso Affaticato o meno)
    En. Vitale persa totale: 6 Leggere


    A quel punto, avrei avvicinato le mani all'alberello rosato, ma prima di toccarlo, le avrei portate al terreno, lì dove il bianco di quel luogo così spettrale si fondeva con quella singola fonte di luce ed avrei fatto quanto già fatto il giorno prima, cercando di trasmettere il chakra curativo di cui ero capace, per comunicare con quella strana struttura e cercando in quel qualche punto di comunicazione. [Abilità]Percezione degli Dei Guerrieri
    Arte: L'utilizzatore, tramite un round di concentrazione, può comprendere se una delle Armi di Iwa si trova entro un chilometro. E' possibile utilizzare questa capacità solo una volta al giorno.[Da genin in su]


    Io sono Fudoh.

    Lo so, non il più originale dei pensieri: ma come comunichi con una sorta di bosco di ossa, quando sei parecchio stremato, per lo più? Non lo avevo mai fatto prima.
     
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    Falce dei Kaguya


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    I Limiti di Masayoshi


    Addendum



    Il Rokubi avrebbe sferrato i suoi attacchi, usando il corpo di Masayoshi, in direzione dello Spadaccino di Kiri, forse lo avrebbe persino visto difendersi, ma non contrattaccare, né lo avrebbe sentito replicare alle sue parole: i movimenti difensivi, eventuali, di Akira Hozuki, sarebbero state le ultime cose che Bijuu e Jinchuuriki avrebbero visto, prima di ritrovarsi di nuovo in mezzo all'immenso deserto.

    Cosa succede? Di nuovo questo deserto? Cosa pensi di fare con il tuo Vuoto?



    Avrebbe sbottato furiosa la voce del Rokubi.
    Fisicamente, però, solo Masayoshi sarebbe stato presente in quel luogo, di nuovo solo in quell'immensità, in quel orizzonte infinito di sabbia che lo circondava.
    Avrebbe ritrovato il granello bianco? Sì, di certo, ma non c'era solo quello, a ben vedere, Masayoshi avrebbe individuato granelli di vari colori, fra cui i dominanti sarebbero stati quattro: viola, azzurro, arancione e verde.
    Il contatto con questi avrebbe potuto offrirgli immagini diverse, ricordi diversi.

    Il contatto con i granelli viola avrebbe offerto immagini legate al Rokubi: positivi, come la battaglia assieme al Mercenario contro Akira Gen, o più traumatici, come il momento in cui il demone gli era stato sigillato, o i tormenti che quella creatura gli aveva fatto di quando in quanto.
    Non ci sarebbero stati, però, solo quei ricordi, avrebbe visto Hoshikuzu che parlava con un monaco cieco; o un giovane con il coprifronte della Sabbia e lunghi capelli castani che combatteva evocando delle Falci Donnole; o un ragazzo in kimono che manipolava bolle di sapone. Immagini dei passati Jinchuuriki del Rokubi, come se in quel deserto, in qualche modo, il confine fra Masayoshi ed i suoi predecessori si facesse più labile.

    I granelli arancioni, invece, avrebbero offerto immagini del giovane Masayoshi che, sempre assieme al Mercenario Kaguya, partecipava alla missione di recupero dei Kiseki, o ancora di quando il ragazzo, aveva difeso la piazza centrale di Suna, durante l'investitura del Kazekage. O ancora, un ricordo non suo: il Sesto Kazekage, Gin Chikuma, che forgiava quelle sette gemme, una memoria incisa nel chakra che fluiva attraverso il Kiseki nel suo corpo.

    Dai granelli verdi, avrebbe potuto rivedere le sue passate esperienze: si sarebbe rivisto tanto durante l'invasione dei Kijin, quanto nello scontro con Fudoh, o nel momento in cui si era legato ai suricati, o durante le missioni all'Abete, o in altri luoghi. Tutte sue esperienze passate, esperienze che, in modi diversi, avevano lasciato più o meno il segno nella vita del chunin di Suna.

    Infine i granelli azzurri: toccargli avrebbe riportato alla mente le immagini legate a Lianshi, quando l'aveva salvata, quando avevano combattuto assieme all'Hokage ed altri ninja contro Hayate, persino ricordi della precedente guerriera del Vuoto, dei suoi tanti anni all'Abete.

    L'infinità di quel luogo, delle possibilità che offriva, di ciò che rappresentava.
    Tutto, però, sembrava roteare attorno al granello bianco.
    Se Masayoshi, però, avesse cercato di raggiungere il granello bianco, avrebbe scoperto un nuovo ostacolo: non la distanza, aveva già capito come superare quella difficoltà, bensì una patina di chakra violaceo lo avrebbe circondato, lo avrebbe bloccato ad una spanna dal ciò che desiderava.

    Cosa pensi di fare, moccioso? Mi avete seccato! Tu, il Vuoto, tutta questa buffonata! Abbandona ogni speranza e soccombi al mio veleno! Alla tua incapacità!



    Stava al giovane Shokuto: voleva per sempre restare vittima del Rokubi? Voleva fare la fine del Monaco Cieco di Suna? Oppure voleva dimostrare il suo carattere?
    In tanti avevano fiducia in lui: Akira, Lianshi, Fudoh, il Kazekage, solo il Demone a Sei Code sembrava ritenerlo un debole. Stava al ragazzo capire quasi fossero i suoi limiti.

    [Nota]Ho preso molto spunto da quello che era stato accennato anche in chat, unito con qualche idea leggendo le competenze di Akira e CaoCao.
    A te la scelta su come giocarla.

    Ovviamente, comunque, se Hidan tornasse e volesse rispondere prima della tua risposta, Roro, no problem ad ignorare del tutto questo post ^^'.
     
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    Mistero a Tsuya


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    Indagini lungo la Via
    Avevamo un prigioniero, anche se doverlo gestire implicava non poter trascorrere troppo tempo nella biblioteca per cercare informazioni. Tenni a mente il libro che era stato utilizzato per le fonti: avrei avuto modo di cercarlo a Tsuya, salvo problemi. Mi chiedo cosa centri la Guerra Cremisi... Al momento ogni supposizione poteva solo trascinarmi lungo un sentiero sbagliato, quindi mi dedicai al presente, ascoltando il rapporto di Fudoh-san e Masayoshi e sistemando le braccia del prigioniero. Toshikazu, giusto? Noi parleremo a lungo lungo la strada. Avrei detto, simulando un sorriso affabile e gentile, decisamente fuori luogo dopo che gli avevo sostanzialmente disabilitato le braccia in modo permanente, a meno di interventi chirurgici. Sarebbe stato uno spreco di chakra e una diffusione di informazioni che è bene non diffondere, Fudoh-san. Replicai con semplicità.

    Dal racconto sugli eventi della stazione radio, era evidente che i coniugi Murakami, come già acclarato, fossero in realtà membri del gruppo aveva preso di mira Tsuya. Hanno iniziato a muoversi circa una settimana prima del primo omicidio, se la data è affidabile. Incredibile come abbiano teso questa rete di inganni in così poco tempo. Deve esserci stato un contatto con un locale...un complice. E anche Shiba...il primo luglio lui e Akane erano già assieme e intenti in effusioni di vario genere, quindi Midori aveva già messo in moto qualcosa. Commentai, perplesso dalla parola "cerimonia" che richiamava la mia idea iniziale di un rituale di qualche tipo. Il Maestro sarà questo misterioso clone del precedente Mizukage? Ma nessuna informazione poteva essere verificata al momento, salvo la certezza che Shiba fosse stato usato da Midori, come molti sospettavano. La domanda era se fosse ancora vivo o meno. E quanto la cosa potesse tornare utile per noi.

    Interrogammo il prigioniero, senza avere altro che una risposta monotona e preimpostata. Un pò come il vecchio, ma forse con questo tizio sono stati meno profondi come plagio mentale, se era una figura più marginale. Mormorai. Forse posso provare ad aggirare il blocco. Masayoshi, gli farò alcune domande apparentemente casuali. Vorrei che gliene facessi qualcuna anche tu, così da confonderlo e non dargli troppo tempo per pensare. Dobbiamo giocare sull'istinto e non sul pensiero. Dissi, chiedendo aiuto al ninja di Suna invece che ad Akira e a Fudoh-san per un motivo molto semplice: il primo avrebbe inframezzato il discorso di battute che avrebbero interrotto il ritmo della conversazione mentre il secondo, seppur immensamente esperto, non avrebbe ottenuto granchè con le sue argute ma spesso criptiche affermazioni. Bisognava pugnalare quella mente e raccogliere in fretta ciò che avrebbe sanguinato.

    Allora, Toshikazu. Avrei detto mentre camminavamo. Sei amico di Nautsiku e Midori. Avrei detto, scimmiottando il suo tono. Ma anche io voglio essere amico loro. Quindi vorrei sapere come era vestita Midori l'ultima volta che vi siete visti. Magari le farò un regalo coordinato. Dissi. Mi spiace per la situazione ma noi stiamo lavorando e tu ti sei comportato in modo sospetto. In realtà siamo tutti dalla stessa parte, ma dovremo essere sicuri che tu sia un tipo a posto. Ricordi mica il piatto preferito di Nautsiku? Non mi dispiacerebbe fargliene recapitare un pò. Quando è che vi siete visti l'ultima volta?

    Avrei lasciato alcune domande a Masayoshi, prima di riprendere. Uhm...hai presente il fidanzato di Midori, no? Shiba, giusto? Un tizio alto e biondo, belloccio? O non te lo hanno presentato? Era quello che odorava di inchiostro, no? Avevo saputo del costrutto che il prigioniero aveva con sè, ma forse prendendola così alla larga avrei evitato il blocco, infatti se mi avesse detto che non era lui a odorare di inchiostro avrei chiesto, sovrappensiero. Ah, si? E chi era quello con odore di inchiostro allora?

    Nuovo turno di Masayoshi, quindi sarei partito con la terza fase. Ricordi di che colore ha gli occhi Midori? Particolare, no? Ho deciso che le prenderò degli occhiali da sole. Mi ricordi dove stava? Stavi andando da loro, no? Vestito così sicuramente andavi in città, non vorrei perdere l'occasione di incontrare le nostre amiche. Che poi...quando è che ti hanno chiesto quel favore?

    Nel mentre avrei chiesto a Fudoh-san (ovviamente senza farmi sentire dal prigioniero) di valutare gli averi di Toshikazu...magari aveva qualcosa nel portafoglio o addosso che poteva tornare utile.

    I Consigli di Fudoh-san
    Arrivare in cima, Fudoh-san? Chiesi perplesso. Se ci è riuscito il sacerdote non capisco quali difficoltà possa avere tu, onestamente. Ma cambiò rapidamente argomento parlando della missiva e sottolineando, come avevo già pensato, l'esistenza di un complice a Tsuya. Ammetto che catalizzò la mia attenzione, non solo perchè aveva seguito i miei stessi ragionamenti, ma perchè pur sembrando distratto e sulle sue in realtà aveva dissimulato attenzione mentre analizzava scrupolosamente le prove. Lo ammirai: non ero in grado di fingere così bene il distacco. Si...sia la mappa che la presenza di un complice sono importanti piste...ma non vorrei disobbedire a un ordine diretto.

    Era pur vero che Akira sarebbe stato impegnato per qualche tempo con Masayoshi e Fudoh-san era un jonin esattamente come lui. O almeno così credevo. Quindi gli ordini avevano pari peso...e dovevo scegliere quello più efficiente per la missione, ovviamente. Hai...hai ragione, Fudoh-san. Annuii. Seguirò le tue indicazioni. Poche semplici parole, per usare i metodi di Fudoh-san con quelle tre parole avevo dichiarato che ritenevo la sua autorità superiore a quella di Akira e lo consideravo un Jonin di maggior valore e meritevole del ruolo di caposquadra. Era Fudoh-san, non serviva spiegare tutte queste cose: lui coglieva al volo ogni sottotesto, e lo arricchiva con la sua esperienza e saggezza. Lo lasciai a metà "scalata", scappando verso la biblioteca.


    Il nome del sacerdote e ventilare che indagavo sui decessi fu sufficiente a farmi guadagnare l'ingresso e a farmi indicare gli scaffali sui libri di storia. Non erano la mia lettura preferita, ma si trattava di un passaggio fondamentale per la missione. Scorsi sia il libro originale, intonso, sia quello che era stato usato come fonte per esso, raggranellando gli ultimi elementi sul movente del misterioso gruppo criminale che era all'opera. Il Canyon del Ghiottone...e un labirinto di cunicoli... Guardai attentamente le immagini: come scordare quanto avevo estratto dalla mente della povera prigioniera nemmeno ventiquattro ore prima? Dunque anche se scavate quarant'anni fa le grotte erano ancora presenti. Anche se c'era meno foresta e... Mi fermai. Possibile che fosse quella la soluzione? Così evidente, anche se celata al senso comune?

    Dalla finestra della biblioteca osservai il tronco colossale dell'albero che svettava su Tsuya, forte di una incredibile energia vitale che, secondo la mia teoria, era il vero obiettivo del misterioso R. Era abbastanza evidente, a pensarci. Qualunque rituale facesse da sopra l'albero ne avrebbe consumato le forze ma sarebbe stato un processo lento e tedioso, con severe possibilità di essere scoperto e interrotto. Questo perchè era come voler fare un salasso pungendo le dita, dove i vasi sanguigni sono sottolissimi. Ma se voleva prendere tutto in fretta e in grande quantità, era evidente che dovesse cercare i vasi più grandi e con maggiore portata, se non il cuore stesso. E quale era il cuore dell'albero?

    Chiusi il libro, dopo aver strappato di nascosto la pagina con la mappa. Radici. Una sola parola che avrei dovuto comunicare il prima possibile ai miei compagni di squadra, al momento impegnati.
    Mancava ancora qualcosa, qualcosa che ci potesse dare un vero vantaggio in un prossimo scontro, invece di quel mero inseguimento alla cieca di piste e indizi per stare alle calcagna del nemico. Ci mancavano informazioni di prima mano.

    Trovare il complice era la priorità. Mi recai alla locanda, o ciò che ne restava, per cercare i registri, sempre che fossero sopravvissuti all'esplosione. Magari avrei scoperto chi aveva prenotato la stanza per i coniugi Murakami, e verificai anche se il nome di Kinmaru risultasse da qualche parte. Aveva detto di essere arrivato a Tsuya da due giorni, ma di essere stato a Umari prima. E se avesse avuto contatti col gruppo criminale? Se fosse stato un buco nell'acqua avrei cercato la moglie del locandiere, essendo lui ancora fuori gioco. E in ultima avrei provato a rivolgermi al locandiere stesso, pur ferito, interrogando la sua mente anche se incosciente per avere tutti i dettagli su chi avesse prenotato per i Murakami. Da là potevo solo scavare, e scavare, e scavare.

    L'Ordalia di Fudoh
    Aveva superato la foresta trovandosi prosciugato di gran parte delle sue forze e due sorelle spettrali lo avevano inseguito e castigato a più riprese, ma nonostante tutto era là, vicino all'unico albero colorato all'interno di quel terribile boschetto, unica fonte di luce in mezzo ai fitti rami di quegli alberi ossuti. Foglie rosate e vibranti ricoprivano il legno da cui giungeva una luce sinistra che pure sembrava accogliere il barbone di Kiri. Quando questi cercò nuovamente di entrare in comunione con l'albero gigante, più vicino a quella che aveva interpretato essere la fonte della "sensazione" percepita in precedenza, ecco che improvvisamente tutta la luce svanì, come risucchiata nelle profondità della corteccia mentre le foglie si accartocciavano e cadevano rapidamente rivelando solo rami secchi mossi da una brezza che fino a poco prima non era presente. Ma quei rami sembravano quasi delineare un volto ossuto, per non dire un vero e proprio teschio...sicuramente un'illusione ottica, se non fosse che all'ondeggiare col vento la "bocca" si muoveva come per parlare, e Fudoh poteva chiaramente udire delle parole nella sua mente, tali da non riuscire a interrompere il contatto.

    Dio Guerriero. Non ti conosciamo. La Bakekujira è in te, ma anche qualcos'altro che non sappiamo definire. Una generazione successiva, forse? Un modello aggiornato? O difettoso? Opera di chi? Non era una voce, era più un pensiero, come se Fudoh stesso avesse pensato quelle frasi, anche se non era stato lui a farlo. Noi siamo ciò che resta del prodigioso Gashadokuro, Dio Guerriero di Iwa, Arma che Divora il Mondo. Sconfitto con l'inganno e intrappolato qui. Sei qui per liberarci da questa agonia? Per darci la morte e prenderci in te come hai fatto con l'Arma che Cambia il Mondo? O sei qui per liberarci dall'albero e lasciare che la poca vita che resta si esaurisca mentre dispensiamo la giusta vendetta al mondo? O osservi solo i tuoi predecessori mentre l'odioso Pangu ci prosciuga lentamente, fino ad annientarci?

    Sicuramente innumerevoli domande sarebbe fluite da parte di Fudoh, e ad alcune di essere il Gashadokuro avrebbe risposto. la sua mente era semplice, come se esistesse solo per comunicare con i suoi simili e per nessun altro motivo, ma avrebbe parlato. Pangu, odioso avversario che convinse i Creatori a tradire e abbandonarci, non contento di averci sigillato per anni è tornato quando ci siamo risvegliati. Il nostro corpo è stato schiacciato e inglobato dall'Albero che era diventato. La nostra mente aggredita e più riprese nonostante cercassimo di divorarlo. Ciò che resta di noi è in questo bosco, ogni altra cosa è perduta. Qui offriamo la nostra ultima resistenza, assorbendo il chakra e la vita di chi si avvicina...ma non dureremo a lungo. Anche solo sopprimerlo temporaneamente comunicare con te attenta alla nostra esistenza, mentre il germoglio di Pangu ci avvelena costantemente.

    In te scorre Sangue degli Dei. Puro, ma al contempo adulterato. Sei una strana entità. Un nucleo di anima divina circondata da spirito e corpo mortale. Incompleto. Una parte di tre, questo comprendiamo. Quale assurdo piano per sigillarti ti limita così? Eppure, pur limitato, sei libero nelle tue azioni. Tu puoi scegliere, a differenza nostra. Tu puoi concederci libertà, vendetta o disperazione.

    Annienta questo albero rosato quando ritireremo la nostra coscienza. Taglialo alla radice, brucialo. Noi approfitteremo della confusione di Pangu per una ultima azione. Prosciugheremo quanta più vita possibile con l'ultimo grido del Gashadokuro. Moriremo, incapaci di tollerare tanta energia, ma forse anche Pangu morirà, o sarà seriamente danneggiato. La vendetta ci darà pace.

    Oppure annienta questo albero mentre la nostra coscienza è dominante. Ci ucciderai, ma forse potrai prendere in te una parte di noi, come hai fatto per la Bakekujira. Questo potrebbe farti perdere i sensi per alcuni giorni.

    O vattene e dimenticaci. Abbandonaci alla nostra disperazione e alla battaglia con Pangu che presto o tardi perderemo.

    Ma fai una scelta, Sangue degli Dei. Fai una scelta, se davvero come noi sei un Dio Guerriero di Iwa.
     
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    Villaggio di Tsuya - Chapter VIII




    Sapeva fin dall'inizio che il Bjuu avrebbe avuto la forza per schiacciare il Vuoto come un castello di origami; il demone aveva giocato d'astuzia e per l'ennesima volta era caduto preda del suo controllo, ma la colpa era solo sua, incapace di imparare dagli errori passati. Pur di soddisfare la sola curiosità malata di Akira, che aveva le sue colpe, aveva messo in pericolo se stesso. Senza un cambio di rotta, sarebbe rimasto un pessimo Jinchuuriki

    Perso il contatto con il mondo reale, esiliato in quel deserto così carico di potere e significati, Masayoshi sbiancò quando si ritrovò il Rokubi affianco, apparso senza emettere alcun rumore. Era maestoso, immenso quanto una montagna, grondante di bava acida e con due antenne lunghe almeno sei metri ciascuna. La sua presenza avvelenò l'aria in pochi istanti, rendendola calda e nauseabonda. L'odio ribolliva dentro e fuori l'Esacoda, come una pentola in pressione, e solo osservandolo, il Chunin ebbe l'impressione di essere il protagonista del sogno di morte del Bjuu, desideroso di ucciderlo nel peggiore dei modi, con quel chakra corrosivo che avrebbe sciolto le sue membra in meno di due secondi.

    CITAZIONE
    Cosa succede? Di nuovo questo deserto? Cosa pensi di fare con il tuo Vuoto?



    La sua voce cavernosa echeggiò fino ai confini invisibili di quel luogo fuori dal tempo e dallo spazio conosciuto.
    Niente, vorrei solo essere pronto per domani Rispose Masayoshi con la sua solita gentilezza, in un sussurro appena percettibile. Aveva ben nascosto il pentimento per aver sfoderato il Vuoto contro di lui. Per un momento pensò di scusarsi, ma non lo fece.
    ...Quando dovrò liberare Hoshikuzu-sama E con quel pensiero, lo Shokuto osservò i granelli di sabbia sotto ai suoi piedi, contenitori di informazioni, poteri e segreti che prima o poi avrebbe dovuto decriptare, meglio se prima dell'incontro con i ninja dei Kurotempi. D'istinto cercò il sassolino bianco, ma in quel mare multicolore, dal rosso, al verde fino ad arrivare al viola, il Chunin spostò la concentrazione su di loro.
    Non aveva la capacità intellettuale per decifrare quel luogo che ogni volta gli appariva diverso, perciò si aggrappò all'unica sua sicurezza, dimostrata solo qualche minuto prima: non esistevano direzioni, solo una mega sfera che, inglobando lo spazio circostante, gli avrebbe permesso di afferrare qualsiasi oggetto allungando la mano.
    Qualcosa di stupido, specie se equiparato al potere di Lianshi, ma in un combattimento le sue implicazioni sarebbero state notevoli. L'unico limite risiedeva nella sua fantasia.
    Chiuse gli occhi, cercò di visualizzare quella sfera e allungò la mano sopra di sé, verso il cielo privo di stelle. Le sue dita sembrarono affondare nella sabbia, e quando abbassò lo sguardo verso terra, aprendo le palpebre, vide con chiarezza l'impronta della sua mano.

    Al contatto con la sabbia rossa Masayoshi si sentì risucchiare all'interno. Qualsiasi cosa fosse, si ritrovò al centro di un sentiero ghiaioso, tra due blocchi di roccia che spuntavano dal terreno come piccole montagne. La loro forma era familiare, così come il colore e il luogo.
    L'Abete. Ora che aveva spostato lo sguardo davanti a sé, vide Akira Gen sferrare un attacco prima contro il Mercenario poi contro Masayoshi, con quelle misteriose spade che erano in grado di muoversi con il pensiero. Un istante dopo, si ritrovò avvolto nel chakra demoniaco. E come accade spesso nei sogni, l'ambientazione mutò al primo cenno di lucidità.

    Si ritrovò disteso su un pavimento polveroso, vicino a una cassa in legno decorata con simboli e sigilli. Aveva i muscoli delle gambe e della braccia indolenziti e una forte pressione allo stomaco. Sentì qualcuno avvicinarsi a lui, chiamandolo per nome. Era Hoshikuzu, stanco e stremato dal jutsu di contenimento appena completato. Lo vide aprire le labbra, ma dalla sua bocca non usciva alcun suono e lui non sembrava accorgersene. Difficile dire se fosse una memoria o elaborazioni della sua psiche.
    A ogni modo, la stanza si sgretolò e il chunin si ritrovò preda delle tortura inflittagli dal Rokubi nel loro primo contatto. Ciò che era durato minuti, per sua fortuna si consumò in pochi secondi. Si vide ricoperto di acido, a terra e in lacrime.
    Non so come sia riuscito a farcela. Si chiese, immerso nelle sue stesse urla e nauseato dall'agghiacciante odore dei muscoli liquefatti dall'acido del Rokubi. Quella puzza così forte, di sangue e budella, risvegliarono i ricordi dell'assalto dei Kijin, quando il suo villaggio ai confini dell'Anarouch era stato dato alle fiamme.
    E da lì le sue memorie lo investirono come un fiume in piena. Ricordi, immagini e sensazioni si alternavano senza sosta, costringendolo a subire forti emozioni, spesso contrastanti, in tempi che rasentavano il secondo.
    Le sorprese non finirono lì; con enorme stupore, si ritrovò spettatore di ricordi che non gli appartenevano: fu dietro Hoshikuzu quando Haruki il monaco gli confessò di volersi ritirare alla vita monastica, poi osservò gli attacchi di un uomo in grado di evocare le donnole, infine, in un villaggio molto diverso da Suna, lo Shokuto conobbe un uomo alto, distinto, con in mano uno strumento allungato, simile a un flauto, da cui uscivano bolle di sapone. Quando incrociò gli occhi dello strano ninja, il profugo capì tutto. Aveva già visto occhi simili, l'espressione di chi è costretto a convivere notte e giorno con un Bjuu come coinquilini.
    Sono tuoi ricordi. Mormorò al demone, mentre il deserto riappariva davanti a sé, immutato. Non osò rivelare nulla al suo compagno di avventure. E qualora ci fosse stata una sua domanda in proposito, Masayoshi si sarebbe affrettato a infilare la mano nella sabbia. Aveva già capito che il deserto stava dialogando con lui attraverso i granelli di sabbia.

    Si ritrovò nella piazza di Suna, sotto al verme della Canzone che aveva contribuito ad abbattere; poi nel tempio insieme al Mercenario, appena iscritto all'Accademia e invischiato in una pericolosa missione per il recupero dei Kiseki. Vedersi così piccolo fu traumatizzante. Sembrava un bambino rispetto a Feng Gu, che a differenza del primo era rimasto tale e quale al ninja dell'Abete.
    Le labbra si piegarono in un sorriso divertito quando ricordò di essersi accovacciato a terra, a mò di tartaruga, per esporre solo la parte indurita dal suo jutsu.

    Cosa diavolo! Un forte rumore lo fece sobbalzare. Con i timpani doloranti, Masayoshi si voltò verso destra, in una stanza ornata con armi, bandiere di Suna e altri oggetti incorniciati. Con lui vi era un uomo che non aveva mai conosciuto, concentrato nel forgiare quelli che sembravano dei piccoli innocui sassi colorati.
    I Kiseki? Si chiese, cercando di capirci qualcosa su quella e sulle altre visioni.
    Prima il demone, poi i Kiseki.
    Non ci furono pause. Affamato e conscio dei dolorosi ricordi che custodiva nel suo cuore, alcuni sicuramente dimenticati, Masayoshi si gettò nella sabbia come un naufrago che vede terra.

    A contatto con i granelli gialli, o viola, il deserto vorticò come un mulinello e scomparì, lasciando Masayoshi solo nell'ufficio dell'amministratore Haruki, determinato a usare la sua sacra arte per metterlo in contatto con il suo nonno defunto. Vide quest'ultimo, ne sentì la voce e l'ordine di dirigersi verso l'Anarouch, dai suricati che decenni prima lo avevano reso un loro ninja. E lui lo aveva fatto. Vide il suo pollice insanguinato far pressione sul contratto di evocazione. Nemmeno il tempo di sorridere che si trovò a un passo da Fudoh, pronto a sconfiggerlo con il Kunai gigante. Sobbalzò e mise le mani a difesa del suo busto.
    Cosa stai facendo? Aveva Lianshi davanti a sé, stupita dalla volontà del ragazzo di proteggerla contro due Hayate. Poi vide l'Hokage in compagnia della Muuga, e insieme tentare di sconfiggere quella bambina che custodiva l'anima della Speranza di Hayate. Dopo ci furono altri visioni, su uomini e donne con cui Lianshi aveva vissuto all'Abete. Conobbe Caocao e Xu Shu, poi anche altri Guerrieri del Vuoto.

    Quando riemerse dal pozzo delle visioni, ansimante, la fronte grondava di sudore.
    Più dolori che gioie. O forse orrori. A ogni modo, davanti a sé, il deserto era tornato ad essere un semplice mare dorato. Udì qualcosa, come un richiamo impercettibile provenire alla sua destra. Non un suono, ma una chiamata, un sussurro telepatico che lo invitava a voltarsi e ad abbassare lo sguardo. Fu in quel momento che i suoi occhi videro il granello bianco tanto cercato.
    Non fu necessario riflettere su come raccoglierlo, d'istinto allargò il braccio sinistro verso l'esterno e chiuse il palmo. Sotto di sé la sabbia si mosse, ma le sue dita avevano impattato qualcosa di estremamente duro.
    Cosa... attorno al granello vi era una patina viola.

    CITAZIONE

    Cosa pensi di fare, moccioso? Mi avete seccato! Tu, il Vuoto, tutta questa buffonata! Abbandona ogni speranza e soccombi al mio veleno! Alla tua incapacità!


    Il demone aveva deciso di remargli, per l'ennesima volta, impedendogli di ereditare il potere di Lianshi. Lo minacciò, come suo solito, ma in quel momento il chunin ebbe la sensazione che l'Esacoda facesse sul serio, e davanti alla possibilità di poter soccombere, Masayoshi trovò il coraggio per perdere la pazienza.

    jpg


    Si voltò verso il demone con gli occhi iniettati di sangue, iracondo come non lo era mai stato prima, e senza pensarci sferrò uno schiaffo al Rokubi.
    Non ci furono impasti o potenziamenti, il malrovescio con la mano destra puntava a colpirlo su un fianco, sulla zona a lui più vicina. Complice la rabbia o i ricordi vissuti, l'influenza del Vuoto entrò in azione: un istante prima dell'impatto, il Bjuu avrebbe visto il colpo provenire dalla direzione opposta, come se il ninja della Sabbia fosse dal lato opposto.

    Mi hai stufato! Tuonò a gran voce, così bollente di rabbia da non accorgersi di aver sfruttato il potere del Vuoto. Non ci sarebbe stato nè rimorso né stupore per ciò che aveva osato fare. Tutti quei flashback lo avevano aiutato a tirare le somme della propria vita e il risultato gli era apparso chiaro: aveva sofferto troppo a causa del Rokubi.
    Farai ciò che io ti dico di fare, ovvero rientrare nella tua gabbia e restarci! Imparerò a usare il chakra del Vuoto, se non ora fra dieci anni, non importa! Non ho bisogno di te e dei tuoi insulti! Ti lascerò marcire in quella gabbia per il resto dei tuoi giorni se oserai minacciarmi ancora. Le vene sulla fronte pulsavano di rabbia.
    Non sto scherzando. Non sei riuscito a liberarti da chi sfruttava il sapone in combattimento, quindi non pensare di riuscirci con me! Farò in modo che tu marcisca in un vaso, per l'eternità, fino a quando sarà trascorso troppo tempo per ricordare chi eri.
    Concluse, con l'indice davanti al suo volto, determinato a liberare il potere del Kiseki nel caso fosse stato necessario costringerlo all'obbedienza con la forza.
    Il tempo delle minacce era terminato, come la sua pazienza.

    E se il demone avesse deciso di abbassare il capo, lo Shokuto avrebbe cercato di afferrare il fatidico granello bianco.
    Altrimenti ci sarebbe stato uno scontro interno; Masayoshi non aveva intenzione di mollare l'osso.


    f
    Chakra: 75/75
    Vitalità: 16/16
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 500
    Velocità: 500
    Resistenza: 500
    Riflessi: 500
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 500
    Agilità: 500
    Intuito: 500
    Precisione: 500
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Rotolo da Richiamo × 1
    • Rivestimento Mimetico × 1
    • Coltelli da Lancio × 4
    • Katar del Deserto × 1
    • Giubbotto Rinforzato × 1
    • Antidoto Intermedio × 1
    • Kunai × 6
    • Parabraccia in Ferro × 1
    • Tonico di Ripristino Medio × 1
    • Maschera × 1
    • Cartabomba II × 1
    • Tonico Coagulante Medio × 1
    • Kiseki Arancione × 1

    Note
    ///





     
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    Falce dei Kaguya


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    Investigazione


    Ed incontri ravvicinati



    [Investigazione - da Umari a Tsuya]

    Ad essere totalmente sincero: certe volte invidiavo la pragmaticità di Yato, ferire momentaneamente un nemico, ottenere notizie da questo e poi curarlo.
    Sì, lo so, avremmo perso tempo ed un pò di chakra, ma avrebbe potuto darci notizie utili questo ragazzino che avevano catturato, credendoci persone peggiori di ciò che eravamo. Furbo.

    Così, lasciai fare al Senju ed a Masa-san nell'interrogarlo, mentre controllavo gli oggetti in possesso di questo Toshikazu.
    Di fatto, non aveva niente di realmente interessante con se: né libri, o altro che ci potesse dare informazioni, altri due piccoli rotoli chiusi, sigillati, che non mi sarei azzardato ad aprire, dopo la spiegazione da parte di Koinu su come quel tipo aveva evocato un ragno d'inchiostro da un sigillo in un oggetto simile a quelli.

    Le domande dei miei due parigrado, intanto, avrebbero dato qualche informazione, forse non tutte utilissimi, ma ne avrebbero date.
    Toshikazu, infatti, sembrava confuso fin dall'inizio, con quella frase ripetuta all'infinito, almeno finché Yato non gli disse di essere anche lui amico di queste Midori e Nautsiku.
    Sì, Midori, è mia amica, ci siamo visti tre giorni fa, qui ad Umari: lei portava un kimono rosa ed oro, bellissimo., affermò con lo sguardo sognante, prima di accennare un sorriso rimbecillito alle scuse di Yato.
    Di interessante c'era che, se si erano visti tre giorni prima, voleva dire il giorno dopo la morte di Amano, considerando che ormai erano passati quattro giorni.
    Il piatto di Nautsiku-san? Non... non lo so. E' grave? Dici che è grave? Ci siamo visti tutti assieme l'ultima volta tre giorni fa! Ma non ho mai mangiato con loro, non so cosa piaccia a Nautsiku! Dovrei saperlo? E' grave che un amico non lo sappia?, avrebbe balbettato confuso, prima che nuove domande lo distraessero, facendolo guardare un pò intorno a se.
    La successiva domanda di Yato fece ridacchiare Toshikazu: No, ti stai sbagliando, non è lui Shiba! Shiba era quello un pò bavoso con dei pessimi capelli, l'ho incontrato solo un paio di volte. Il signore biondo è il Maestro! L'insegnante di Midori-san. Lui viveva qui intorno e così hanno deciso di tornare ad Umari nello stesso periodo, per continuare l'allenamento di Midori-san. E non era lui ad odorare di inchiostro., continuò baldanzoso, sicuro di avere delle informazioni che all'altro presunto amico delle ragazze mancavano.
    Quando il Senju incalzò sull'odore d'inchiostro, l'altro rispose ancora pomposo: Stai parlando di Midori-san, dovresti saperlo se sei suo amico! Fa parte del suo addestramento l'uso dell'inchiostro, non lo sapevi?, lo canzonò persino.

    Sull'ultima serie di domande, Toshikazu sembrò battere le palpebre confuso: Midori-san viveva dal nonno, ma è dovuta partire, ci siamo salutati tre giorni fa, te l'ho detto. Ho salutato lei, Nautsiku-san, il Maestro ed anche l'omone che stava con loro, quello pelato. Andavano nel bosco, cercavano qualcosa vicino a Sareshigami, il Maestro ha un appuntamento domani e dovevano prepararsi. Mi hanno detto di fargli il favore di avvisarli se qualcuno li cercava. Midori-san mi ha regalato i suoi sigilli per questo: possono raggiungerla ed io avrei potuto seguirlo per rivederle, ma mi avevano vietato di farlo se non per un giusto motivo. Bastava una goccia del mio sangue per usarne uno, ha detto., spiegò ancora.
    A sentire quelle parole, guardai i due rotoli chiusi che avevo per le mani e li indicai a Yato-san e gli altri: Forse abbiamo un modo per trovare almeno questa Midori?, avrei bisbigliato verso il Senju, cercando di non farmi sentire dal prigioniero.

    Se Yato o Masayoshi avessero voluto fare ulteriori domande, di certo avrebbero potuto continuare, finché arrivati a Tsuya non ci fossimo divisi.

    [Masayoshi: il Vuoto, la Sabbia ed il Jinchuuriki]

    Il viaggio nei ricordi aveva avuto i suoi effetti, effetti che sorpresero per primo il Bijuu: il Sei Code era certo che, come sempre, il Jinchuuriki accettasse la sua condizione d'inferiorità, ma, inaspettatamente, Masayoshi reagì, con qualcosa che il demone nemmeno riuscì a capire a pieno, subendo il colpo "fisico", prima di quello verbale.

    L'Ukataka? E come fai a sapere di lui? Non pensare di essere al suo livello! E non pensare che ti farò prendere questo potere del Vuoto! Fra di noi, sono io quello che comanda!



    Il potere del Vuoto, intanto, stava ancora comunicando con Masayoshi, forse per la sua determinazione si stavano risvegliando ulteriori ricordi non suoi, qualcosa che era successo pochi anni prima a Lianshi, poche ore prima dell'incontro con il Jinchuuriki stesso: la vide parlare con Akira Hozuki, che le diceva di essere schiava delle sue convinzioni; la vide parlare con l'Hokage che incitava allo stesso modo a non restare piegata dalla situazione attuale, a ribellarsi e riprendere il controllo del potere del Vuoto, di usarlo.
    Le immagini poi cambiarono di nuovo: rivide l'uomo che forgiava i Kiseki, un uomo dai lunghi capelli argento, che aveva accanto a se un'anziana creatura, un Fennec (di certo, se Masayoshi avesse mai visto un'evocazione del Turbine Rosso, li avrebbe riconosciuti).
    Il misterioso fabbro sembrava malato, ma la cosa non lo fermava, continuava a lavorare alle sette Pietre di Suna, La Pietra Arancione, legata alla Terra!, sibilò la voce dell'uomo nella sua mente, osservando il Kiseki che era adesso del chunin.

    Forza, Orfanello, fai la tua mossa, ti mostrerò quello che ha visto anche il monaco cieco! AHAHAHAHAH!!!!



    Ruggì a quel punto il mostro, lasciando scivolare una fanghiglia violacea attorno a se, qualcosa di venefico e pericoloso, ma poteva in quel mondo esserci un pericolo per Masayoshi? Il giovane guerriero del Vuoto poteva trovare come superare la minaccia del Rokubi? Come dargli la battaglia che era deciso a dargli ed averne, infine, anche ragione?
    Era il veleno dell'odio del Rokubi ad avere potere lì dentro? Oppure in un mondo senza veri confini, di terra, sabbia e chakra, che sembravano comunicare con Masayoshi, c'erano possibilità di dominare ciò che al ragazzo era stato offerto?
    Stava al chunin di Suna dimostrare la sua risolutezza ed i suoi poteri contro quel demone che faceva leva sulle sue insicurezze, così come aveva fatto fin dal primo momento.

    [Yato: Radici ed altre scoperte]

    Ci credereste? Avevo convinto Yato-san! Era in effetti un buon amico, aveva scelto di seguire il mio consiglio anche se questo lo metteva in svantaggio con Akira-san, mi sarei preoccupato di sdebitarmi, se fossi sopravvissuto alla mia di avventura (ma di quello ne parliamo fra un pò).

    Le ricerche in biblioteca avevano portato il Senju a trovare una logica nel piano nemico che, forse, solo un ninja del suo clan poteva cogliere a pieno, o chi aveva visto le radici dell'albero che un tempo era Pangu cercare di sovraccaricare il Gashadokuro durante la battaglia di qualche anno fa.
    Dopo quella nuova scoperta, il ninja della Foglia si sarebbe diretto verso la locanda, in cerca di tracce sul complice.
    Per un fortuito caso, nella locanda avrebbe incontrato proprio la moglie del signor Tanaka, se interrogata sul perché fosse lì, la donna avrebbe risposto con tono triste: Ho scoperto, dopo che anni fa mio figlio si ammalò, quando in realtà le scimmie lo avevano rapito, che stare fermi a non fare niente, non aiuta: per quanto sia preoccupata per lui e per mio marito, restare in preghiera davanti al letto di Tanaka non aiuterà lui, o il nostro piccolo. Voi ninja siete, credo, la nostra migliore speranza., avrebbe ammesso con uno sguardo pieno di aspettative, restando comunque a disposizione di eventuali domande del Senju.
    Se gli fosse stato chiesto di Kinmaru, la donna avrebbe scosso il capo: No, l'ospite del Tempio è andato direttamente lì a soggiornare, non ho avuto modo di parlarci e quando ho chiesto ad Oboro-sama, la madre di Minami-chan, mi ha spiegato solo che, da quel che sapeva, l'ospite del Tempio voleva vivere vicino all'oggetto di curiosità di così tanti, anche sua. Di fatto non ci ho mai parlato di persona con questo straniero e mi sorprende persino che Oboro-sama abbia chiesto di lui al marito... sono molti anni che non si parlano, che io sappia., avrebbe ammesso, chiudendo lì il discorso, a meno di ulteriori domande su quanto poteva aver sentito su Kinmaru.
    Alla domanda sui coniugi Murakami, la donna ci dovette pensare un attimo su, per poi scuotere la testa: Sinceramente non ricordo. Ho ben in mente quando si sono presentati qui, il marito palestrato e pelato ed un bel pò più grande della moglie, una ragazza molto, forse troppo, vistosa. Li ha accolti mio marito Tanaka, io stavo servendo il vecchio Sanji, quello me lo ricordo, e ricordo anche che mio marito era sorpreso, tanto da scusarsi e confermare che, in effetti, c'era una prenotazione a loro nome, ma lui non lo sapeva., si fermò un attimo, guardandosi intorno e trovando poi alcuni fogli mezzi bruciacchiati in una copertura di pelle.
    Non è molto, ma forse qualcosa c'è ancora., avrebbe detto, cercando fra i fogli mezzi bruciacchiati per trovare solo un appunto con la parola "Coniugi" nella data indicata, non si riusciva nemmeno a leggere per intero, ma una cosa era evidente: sembrava una calligrafia femminile.
    A parte me e mio marito, solo Minami-chan e sua madre, Oboro-sama, di quando in quando ci aiutano, segnalando eventuali nuovi clienti. Normalmente è per qualche nostro contatto:
    non ci sono molti che sanno che la moglie e la figlia del nostro sommo Sacerdote hanno abbandonato da anni il tempio per divergenze familiari, solo pochi del villaggio conoscono questa storia, figurarsi da fuori per chiedere di essere ospitati da noi.
    , avrebbe ammesso con una leggera nota di perplessità.
    Dunque le tracce portavano Yato verso una delle due Mifune, ma quale? Sapeva dove trovarle, in compenso: anche loro erano rientrate al tempio dalla notte precedente, in fondo, proprio lì, nemmeno ventiquattro ore prima, il Senju aveva interrogato Minami, scoprendo i segreti della giovane ragazza.
    C'era da decidere cosa fare adesso.

    [Fudoh: Parenti dove meno te li aspetti]

    Ammetto che quando dissi il mio nome non avrei mai immaginato che la prima reazione sarebbe stato un ancora più profondo perdersi dei colori intorno a me e, soprattutto, l'ultimo albero che prendeva la forma di un teschio.
    Un pò mi trovai intimorito, specie quando, per chissà quale fonte di vento, i rami che creavano la bocca di quel teschio iniziarono a muoversi ed io sentii una voce nella mia testa.
    Avrei anche pensato che fosse la mia coscienza, peccato che esordì con "Dio Guerriero" e, fidatevi, in quella situazione qualche imprecazione mi sarebbe anche passata per la testa, ma di certo non quella.
    Quella voce intanto parlava: aveva percepito la Bakekujira, parlava di una nuova generazione, supposi sulle prime che intendesse il mio tirapugni come "nuova generazione", seppur non sapevo come ne ero entrato in possesso, tanto che stavo per sottolineare che non sapevo di chi fosse opera.
    Quella voce intanto si stava presentando come ciò che restava del Gashadokuro, anzi loro erano ciò che ne restava: parlava al plurale di se.
    Fu a quel punto che il discorso diventò strano Prenderli come fatto con la Bakekujira? Io? Osservare i predecessori? IO????

    Aspetta, cioé, aspettate, tutti quanti. Io osservare dei predecessori? Sono io la nuova generazione difettosa?, chiesi.
    Per quanto mi avessero detto di essere difettoso, nessuno mi aveva mai definito un'Arma di Iwa, Come posso essere una nuova generazione di Armi di Iwa? Cioè, voi siete una foresta, la Bakekujira era un'isola... io sono... Fudoh., balbettai, realmente sconvolto e spaventato.
    Che volete dire con questo Pangu che vi prosciuga lentamente? Pensavo che la battaglia qui a Tsuya fosse stata conclusa tanti anni fa., chiesi ancora, riflettendo sulle parole di un'Arma di Iwa che era ancora cosciente.
    E perché, Gashadokuro, parlate di voi al plurale? Non sei un'Arma di Iwa?, domandai, riflettendo su come, anche se mi definisse, definivano, una generazione successiva, parlava di me al singolare e di se stesso al plurale, forse c'era un motivo.
    Per prima cosa, il teschio dell'albero, rispose alla domanda su Pangu: dicendo che aveva convinto i loro creatori ad abbandonarli e lo aveva dapprima sigillato e poi inglobato nell'albero e quelle ultime due informazioni coincidevano con ciò che avevo letto e con ciò che avevo, ai tempi, capito dopo la riunione all'Abete.
    Le Armi di Iwa, tantissimi anni fa, erano state sigillate, tutte e sette, ed ora tre di quelle che si erano risvegliate erano state distrutte, Gashadokuro e Bakekujira comprese.
    A quanto pareva, questo Pangu stava continuamente cercando di disfare ciò che restava dell'albero Teschio, anche in quel momento, la battaglia fra i due non era del tutto finita, anche se l'Arma di Iwa stava semplicemente allungando la sua agonia.

    Che vuol dire che questo Pangu vi ha fatto abbandonare dai vostri creatori? Questa gente di Iwa vi ha abbandonati?, chiesi, in fondo anche io ero un orfano senza nessuno, potevo capire l'antipatia verso questo Pangu, se aveva fatto loro qualcosa del genere.

    Fu la parte dopo, però, che mise in dubbio il mio definirmi "orfano". L'albero Teschio disse che avevo "Sangue degli Dei", intendendo che in parte ero uno di loro, che si definivano "Dei Guerrieri", un nucleo divino, mi disse, in un corpo mortale.
    Questa cosa mi spaventò, lo ammetto, come mi spaventò la sua considerazione successiva: una parte di tre che era stata in quel modo sigillata.
    In effetti, come vi dicevo: le Armi di Iwa sono state sigillate, ma parliamo di tantissimi anni fa, ma io... non sono così vecchio, giusto?
    Poi quello, quelli, mi parlarono ancora, dicendo che io potevo scegliere, scegliere di dargli la vendetta che tanto desideravano su Pangu, strappando il fiore e dandogli modo di divorarne le energie, o almeno provarci, in un ultimo gesto di violenza.
    O potevo recidere in quel momento il fiore, mentre loro ancora vi erano collegati, rischiando di perdere i sensi, ma allo stesso tempo, forse potendo ottenere qualcosa come il mio tirapugni.
    O potevo andarmene e lasciarli alla loro disperazione.
    Era follia: io una parte di un'Arma di Iwa? Però quella follia un pò spiegava ciò che m'era capitato all'Abete, quel sogno, il tirapugni.
    Come... come sono nate le Armi di Iwa? I vostri creatori, come vi hanno generato? Siete... oggetti? Ma avete una coscienza, quindi siete qualcosa di vivo, qualcosa di consapevole, non semplici Armi. Cosa... siamo?, su quell'ultima domanda, lo ammetto, mi scivolò una lacrime, quel dubbio, quella inconsapevolezza se potevo ancora definirmi una persona.

    Poi guardai la pianta, l'albero rosato, nella mia testa stavano ronzando così tante domande, così tanti dubbi: ero parte di "tre" ed in effetti quel bosco mi aveva mostrato due ragazzine che mi chiamavano "Fratellino", c'erano due simil-Fudoh al femminile da qualche parte che come me non sapevano di essere parti di un'Arma di Iwa? E, se le armi di Iwa dovevano essere distrutte dopo che il sigillo era spezzato, questo voleva dire che... dovevo sacrificarmi prima o poi per salvare Kiri ed il resto del mondo?
    Come ninja capisco che la possibilità di morire sia da tenere in considerazione, ma quella era una cosa un pò più spaventosa.
    Una scelta per il futuro, per ora ce n'era una più immediata da dover fare.

    Rispondete alla mia ultima domanda, Gashadokuro, e poi vi dirò la mia scelta.
    Le due bambine spettro che ho visto nel raggiungervi? Me le avete mostrate voi? Sono loro le altre due parti? Ho delle sorelle?
    , sinceramente? Non sapevo nemmeno perché glielo chiesi: per tutta la mia vita, o almeno per tutta quella di cui avevo memoria, non mi ero mai preoccupato di avere una famiglia, accettavo la mia condizione di senzatetto e senza famiglia, ma l'idea di avere qualcuno, qualche parente, per quanto al momento sembravano essere dei grossi oggetti di distruzione di massa, ma turbava ed incuriosiva assieme.

    Speravo in una risposta, ma qualsiasi cosa mi avesse detto, avrei poi dato io la mia risposta alla richiesta del Gashadokuro: Io posso anche essere una nuova generazione, ma come dicevate sono difettoso: non mi sento tanto un'Arma che può distruggere e sconvolgere, io sono un medico, io curo, cerco di far smettere il dolore, non di produrne di nuovo.
    Non credo nella vendetta: l'odio ed il rancore producono solo altro odio e rancore. Non vi aiuterò a vendicarvi di questo Pangu, sarebbe un gesto che non vi darà gioia, perché a quel punto sarete morti, così, inutilmente, per fare del male non solo al vostro torturatore, ma anche, indirettamente, forse, a chi è stato rapito a causa di questo albero.
    Né vi lascerò qui a soffrire e disperarvi, ho deciso di strappare via l'albero con voi ancora legati ad esso.
    Non so se ciò mi darà qualcosa come questo tirapugni, sinceramente, non ho chiesto io alla Bakekujira di darmi questa sua forma, non ho avuto modo di comunicare con lei come sto facendo ora con voi, ho provato un acuto dolore, quando altri l'hanno uccisa e poi ho sognato un ragno e dopo delle strane creature ed una balena volante, almeno quello adesso lo capisco.
    Quindi, a rischio di soffrire io stesso, Gashadokuro, adesso mi auguro che voi possiate trovare la pace, che la sofferenza e la disperazione a cui vi ha condannato Pangu, possa finire e possiate, infine, riposare.
    Addio, Antenati.


    Lo so cosa state pensando: che stavo dimenticando la missione, che se davvero fossi rimasto svenuto lassù per due giorni, non avrei potuto aiutare gli altri nello scontro dell'indomani e che allo stesso tempo anche le mie tartarughe sparse lì intorno sarebbero scomparse, ma non potevo farci niente, non volevo che il Gashadokuro soffrisse ancora.
    Sarà illogico, sarà egoista, ma se erano in parte come me, erano esseri viventi che meritavano di non soffrire, quindi avrei fatto il possibile per non farli soffrire oltre e così aprii le mani ed usai ciò che, ritenevo, fosse la mia più alta possibilità di strappare l'albero rosato dal terreno. [Tecnica]

    Il mio globo avrebbe avuto successo? Avrei rimosso l'albero? Il Gashadokuro avrebbe smesso di soffrire? Ed io che fine avrei fatto?
    Onestamente, non sapevo niente di tutto ciò, ma ero convinto di fare del bene ad un mio simile, così agii.
    [Albero Rosato]Chakra consumato 43 bassi
    Vitalità Persa totale: 11/12 Leggere (se ho rimosso Affaticato o meno)
    En. Vitale persa totale: 6 Leggere
     
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    Mistero a Tsuya


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    Interrogatorio in viaggio
    Era sicuramente un vestito molto bello, hai ragione. E' per questo che voglio farle un regalo. Convenni, fingendo interesse e gentilezza. Per fortuna la sua mente alterata non riusciva a collegare che fossi stato io a disabilitargli gli arti o non mi avrebbe nemmeno rivolto la parola, fosse stato padrone di sè. A quel punto mi mostrai preoccupato, cogliendo la sua incertezza come un'occasione preziosa. Oh...beh, è una cosa un pò seria... Aggiunsi mordendomi le labbra, come fossi pensieroso. Sicuramente incide, ma forse potrebbero soprassedere se sai altre cose nei dettagli, no? Prova a dire tutto quello che ricordi, anche le cose più piccole o che hai sentito per sbaglio, o i posti che frequentano. Sicuramente ti perdoneranno una mancanza come il non sapere cosa le piace se ricordi quelle cose. Quindi gli posai una mano sulla spalla, mostrandomi fiducioso. Ne sono certo.

    Alla menzione del Maestro mi battei una mano sulla fronte. Ma certo! Hai ragione che stupido...è che quasi mi dispiace che Midori stia con uno come lui e inconsciamente la associo al biondo, che è molto meglio! Inchiostro. Sapevo che a Konoha esistevano delle arti al riguardo ma non ci avevo mai avuto a che fare...forse qualcuno dei miei compagni si, ma ne avremmo discusso in seguito. In realtà non sono molto bravo con le cose da ninja e non ho mai chiesto. Ora che me lo fai notare è un peccato, si vede che tu sei un vero amico per loro. Il poveretto era stato instupidito oltre ogni limite...o partiva già particolarmente tonto. In ogni caso scoprimmo che i rotoli erano costrutti in grado di tornare da Midori...lo strumento perfetto per raggiungerli nel bosco, quale che fosse il motivo per cui si erano recati da quelle parti.

    Non avevo altre domande al momento, ma la strada era lunga e forse qualcuno dei miei compagni avrebbe avuto qualcosa da chiedere.

    Le Indagini di Yato
    Le notizie di Kinmaru, dopo la mia fruttuosa visita alla biblioteca, mi lasciarono un briciolo di disappunto. Capisco...un vero fanatico degli alberi giganti. Non me la contava giusta ma dalle indagini non era emerso nulla che mi facesse pensare di dover indagare più a fondo, e anche il suo aspetto e le sue mani erano credibili con il suo racconto. Con i tempi che si stringevano, non avevo più il lusso di approfondire quanto desideravo.

    Oboro-dono, quindi? L'ex moglie del sacerdote era una donna che aveva perso tutto: la sua fede, la sua posizione sociale, sua figlia e suo marito. Era una donna che prima viveva come privilegiata e che ora cercava di affermare la sua indipendenza. Quanto sarebbe stato difficile avvicinarla per prometterle libertà e sicurezza in cambio di un piccolo aiuto? Poteva quella donna essere abbastanza spregiudicata da cedere la figlia ai rapitori, magari dopo essere stata informata che non avrebbe corso rischi? Quanto era completto ingannare una persona che cerca il suo posto dopo una vita di agiatezze? Esclusi Minami come possibile colpevole: era implicata con Amano ma aveva confessato tutto e dubitavo avrebbe accettato di farsi rapire dopo quello che era successo. La catalogavo come vittima, non come complice anche se inconsapevole. Avevo poco tempo e dovevo andare da chi aveva maggiori probabilità di essere realmente implicato, quindi Oboro-dono era la mia prima scelta.
    Il fatto che lei avesse chiesto di Kinmaru, se realmente era una complice, implicava che forse il minatore era realmente estraneo alla vicenda, e aveva indagato su di lui per conto dei cospiratori. Mentre mi incamminavo rapidamente verso il tempio cercai di unire i puntini. Lei era presente al momento dei rapimenti e degli attacchi. Illesa nonostante tutto, e apparentemente sotto shock...per la violenza a cui aveva assistito o per il tradimento dei suoi alleati? O forse era solo una recita. Lei aveva motivo di opporsi ad Amano visto che aveva giaciuto con la figlia, e aveva a che vedere anche con il vecchio ucciso...e c'era anche un legame con Shiba e la madre. A ben pensarci era al centro di tutto, senza mai venirne toccata direttamente fino al rapimento della figlia. La complice ideale, anche se forse ingannata. Avevo ormai definito la linea d'azione. Devo assolutamente parlarle. Sorrisi. Ma non sarò io a farlo. Speravo solo che fosse ancora al tempio.

    Dovevo innanzitutto assicurarmi di parlarle da solo, e magari lontano da orecchie indiscrete come il sacerdote o quel Kinmaru. Le avrei chiesto una parola in privato, perchè dovevo verificare una cosa, ma una volta raggiunto un punto un pò isolato le avrei detto, rischiando il tutto per tutto. Oboro-dono...qualcosa non è andato secondo i piani. Sono mortificato. Alla sua espressione forse perplessa avrei fatto un cenno del capo verso un angolo dal quale sarebbe emerso (grazie alla mia Percezione Falsata, programmata per agire a quel modo) il misterioso Clone del Mizukage, incappucciato ma con una ferita sul volto. Avrei studiato attentamente la reazione di lei prima di proseguire. Il Maestro è stato attaccato dagli Accademici mentre cercava di avvicinarsi alle radici nel canyon. Minami...al momento è scappata. Deglutii. Sembra che Amano sia ancora vivo e abbia trovato un alleato molto potente.

    Se avesse mostrato di essere coinvolta o avesse confessato qualcosa in modo inequivocabile, non sarebbe stato difficile, a meno di suoi poteri segreti, farle perdere i sensi e usare l'Interrogazione Mentale per indagare su cosa stava succedendo, e su quale fosse il suo ruolo, i piani del nemico e la loro posizione, oltre a eventuali altri complici e implicazioni. Speravo solo che lo shock e la situazione potessero aggirare eventuali blocchi mentali imposti dal nemico. Chissà se si trattava del Maestro o di qualche altro membro della comitiva ad avere esperienza come mentalista?

    Discorso tra Dei Guerrieri
    Noi non siamo una foresta. Noi siamo prigionieri dell'albero. La Bakekujira non era un'isola, era prigioniera dell'isola. Grandi disgrazie sigillano noi Divinità Guerriere, ma non confondere l'aspetto in cui siamo incarcerati con la maestosa natura sottostante. Tu sei come noi, ma incompleto. Non sei Fudoh, sei forse prigioniero di Fudoh? Poteva quasi sembrare una battuta se non fosse stata enunciata con tono mortalmente serio, sebbene solo nella mente del barbone. Quando i Creatori ci hanno dato vita, nella loro infinita saggezza non hanno ritenuto che noi Gashadokuro avessimo una voce e una mente in grado di interfacciarsi col mondo esterno. Uno strumento di natura divina, questo siamo. Solo gli altri Dei Guerrieri possono udire la nostra voce e comprendere i nostri pensieri. Farsi carico della nostra volontà. Oni, il Dio Guerriero Dominatore, l'Arma che domina le Armi, è il mediatore dei desideri di tutti noi. E se puoi sentirmi, tu sei come me.

    Noi siamo Gashadokuro, un agglomerato di parti dei nostri predecessori: esseri incompleti e infelici, incapaci di raggiungere la perfezione. Prendendo ciò che avevano di meglio gli Dei Guerrieri sono stati portati al mondo. Noi Gashadokuro abbiamo potere nella nostra voce e nelle nostre ossa, pertanto siamo l'insieme di molte voci e ossa, e parliamo al plurale. Tutti gli Dei Guerrieri nascono come ascensione e miglioramento dei colossi che un tempo erano schiavi della terra, meri coltivatori che plasmavano il pianeta senza comprendere la loro vera vocazione. E lo stesso vale per te, anche se non sappiamo nel dettaglio come tu sia stato generato. Ognuno degli Dei Guerrieri era un caso a sè stante. Unico, perfetto e inimitabile. L'albero era scosso dal vento, non trasmetteva emozioni ma Fudoh era assolutamente certo che quell'entità che gli parlava covasse un terribile odio versoil suo carceriere e assassino, oltre al rimorso di non poter ottemperare al suo destino. Una strana forma di empatia li legava. Pangu ci ha sconfitto. La nostra struttura è stata danneggiata nei punti nevralgici che ci tenevano uniti e ha approfittato delle crepe per affondare le sue odiose propaggini nel nostro corpo, usando la nostra scintilla divina come fonte di vita per crescere. Ha preso tutto, annientandoci e costringendoci a ritirarci pian piano. Il Gashadokuro non è più nè può agire secondo la volontà dei Creatori. Solo una frazione del nostro potere e della nostra coscienza si è ritirata in questo bosco, e piano piano ci assorbirà del tutto.

    Assassino e apostata! Questo è Pangu. Durante la guerra era impossibile abbatterci. Lui e i suoi usarono la loro lingua velenosa per convincere i Creatori a diffidare di noi. Ad abbandonare il divino proposito della guerra e della conquista del mondo come sarebbe stato loro divino. I Creatori rinunciarono alla guerra e a noi. Lasciarono che gli odiosi nemici ci sigillassero, imprigionati per l'eternità. Da molto tempo non sentivo la presenza di uno degli altri, fino a quando non sei arrivato tu. Questo coincideva con le informazioni giunte fino ai tempi moderni: la Guerra era stata vinta perchè il figlio del capo di Iwa tradì il padre, al tempo al comando dell'Oni, pur di fermare il conflitto. Non abbiamo coscienza di ciò che hai visto giungendo qui. E' la mente del viaggiatore, prosciugata dal nostro potere, a generare le illusioni. Qualunque cosa siano quelle fanciulle, solo tu puoi saperlo. Concluse poi, alla domanda sulle inquietanti bambine della foresta.

    Noi non esistiamo per distruggere e sconvolgere, Nuova Generazione. Noi siamo divinità guerrieri. Dominare è la nostra natura. Proteggere ciò che è sotto il nostro dominio è il nostro destino. Schiacciare chi si oppone al piano divino è la nostra missione, far pagare la blasfemia con la più ferma e spietata distruzione è la nostra giustizia! La Conquista è ciò che conta. Il Dolore è passeggero, se serve a portare la pace divina ai popoli. La voce aveva un senso di estasi, quasi di fanatismo. Tuttavia accogliamo la tua scelta. Ogni scelta è meglio di questa lunga agonia. Addio, Nuova Generazione.

    Forse senza mezze misure nella scelta del metodo, Fudoh ricorse a un violento strappo gravitazionale per sradicare l'albero e gran parte del terreno circostante in un singolo istante, di fatto uccidendo i resti del Gashadokuro. E sapeva di aver realmente posto fine alla sua esistenza perchè provò un dolore atroce, nemmeno gli stessero stritolando il cuore. Vide chiaramente nella sua mente due immense mani d'osso mentre uno scheletro gigantesco lo stringeva, annuendo come per un ultimo saluto silenzioso prima che le dita eburnee gli si chiudessero intorno bloccando ogni visuale.

    Si trovò fuori dalla foresta, un pò intontito ma vivo, mentre gli aberi avvizzivano rapidamente. A giudicare dalla posizione del sole non aveva perso i sensi per molto...oppure erano passate giornate intere e si era risvegliato più o meno alla stessa ora. Si sentiva quais ubriaco, ma non fu difficile rimettersi in carreggiata e allontanarsi da quel posto. Aveva indosso qualcosa di diverso, forse un pò scomodo perchè freddo al tatto, ma palpandosi il petto avrebbe percepito chiaramente qualcosa di rigido e per certi versi familiare: indossava una sorta di corpetto che ricalcava esattamente una cassa toracica umana, ma esterno, e interamente nero [Immagine]

    e facile da nascondere, un pò come lo era stato il tirapugni. Un ricordo lasciatogli dall'Arma...ma a che prezzo?

    Tornato al Tempio avrebbe trovato Yato che stava procedendo con le sue indagini...sembrava fosse passata poco più di un'ora. Era stato fortunato? In ogni caso tutto sembrava un pò distante, quasi stesse guardando la scena dall'esterno. Percepì chiaramente la pulsione di attaccare il ninja della Foglia e strangolarlo, cosa che probabilmente lo stupì...e fu solo in quel preciso momento che realizzò che qualcosa non andava! Era al Tempio e stava parlando, con lo strano istinto di uccidere in modo indiscriminato chiunque incontrasse, pur trattenendosi, ma al contempo era in piedi su una mano scheletrica di enormi dimensioni, con dita e metacarpi larghi non meno di quattro metri e lunghi in proporzione. Voltandosi, là dove si trovava il polso un teschio volante dagli occhi accesi di fiamme verdastre lo osservava. Hai preso ciò che hai potuto e mi hai liberato. Ma sei incompleto e debole, Nuova Generazione, nessuno ti ha ancora trasmesso le giuste motivazioni. Lascia che sia io a guidarti...tramite te riprenderà la nostra divina Conquista! Uccidere i discendenti dell'odioso Pangu sarà la via più semplice! Ovviamente opporsi o provare a mediare avrebbe avuto come conseguenza l'immediato tentativo da parte del Gashadokuro di sconfiggero e dominare le sue azioni!

    Vedere sia fuori dal corpo che dentro e agire su entrambi i fronti contemporaneamente era terribilmente stressante, ma non poteva fare altrimenti. Era solo a sprazzi consapevole della battaglia interiore che forse si potrebbe riassumere in pochi intensi scontri successivi, ma che durò in realtà diverse ore. Nel mentre un Fudoh un pò scostante e irritabile avrebbe agito nel mondo...ma sarebbe riuscito a contenere la terribile aggressività che gli ispirava il Gashadokuro?

    Mentre fuori nessuno poteva sospettare della battaglia interiore, il Gashadokuro avrebbe gettato un urlo terrificante nel vedere respinti i suoi propositi violenti, tanto intenso da far tremare la mente di Fudoh. All'interno di quel luogo era come se avesse una riserva di chakra e di energia vitale alternativa a quella reale, nata dalla sua semplice volontà, ma più si fosse indebolito e più avrebbe rischiato di perdere il controllo! Se non altro aveva una replica di ogni suo oggetto reale. Il teschio, grande almeno quanto il suo petto, gli si scagliò contro cercando di affondare i denti marcescenti nella sua spalla sinistra [Azione 1 e 2]Velocità Nera+2 tacche
    Morso con Potenza 45 (Risucchia 2 Bassi di chakra a contatto), Forza Nera+4 tacche, Velocità Nera+2 tacche
    ma comunque andasse, sia che fosse conficcato o meno, immediatamente dopo avrebbe emesso una grande quantità di fiamme in ogni direzione come per ustionare il suo avversario [Azione 3]Fiamme con potenza 65 in un raggio di 6 metri. Concentrazione Nera, nessun caricamento.. Subito dopo avrebbe guadagnato quota portandosi a sei metri d'altezza prima di emettere un nuovo, terrificante grido che avrebbe privato di forze chiunque lo sentisse [Azione 4]Riduce del 30% il chakra e la vitalità attuale se viene sentito.
    La riduzione è del 40% se si ha Udito perfetto
    !

    Contemporanea al grido, e forse nascosta da esso, una salva di shuriken d'osso incandescenti si sarebbero formati a mezz'aria alle spalle di Fudoh, lanciandosi poi con forza contro la sua schiena [Azione 5]Otto Shuriken con Potenza 10 ognuno. Forza Nera+3 tacche. Furtività 9 subito seguiti dalla comparsa dal nulla di una Zanbato d'ossa che avrebbe cercato un singolo affondo contro il petto del medico, prima di svanire così come era apparsa [Azione 6]Potenza 50 + Sanguinamento (DnT Grave), Forza e Velocità Nera+3 tacche..
     
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    Lo scontro contro il Rokubi


    Villaggio di Tsuya - Chapter VII




    Lo Shokuto aveva osato ribellarsi. All'ennesima minaccia e umiliazione inflittagli dal Bjuu, il ragazzo aveva lasciato divampare dentro di sé quella rabbia che, fino a quel momento, aveva sempre represso per il timore di non sopravvivere a uno scontro psicologico con il Rokubi.

    Erano trascorsi anni dal rituale di confinamento e Masayoshi non aveva mai avuto il coraggio di minacciarlo in quel modo, figurarsi colpirlo con uno schiaffo.
    Trascorsero alcuni secondi di silenzio e calma apparente. E in quei frangenti, rendendosi conto dell'errore commesso, molti avrebbero cercato di rimediare, ma lo Shokuto era stato tormentato per troppo tempo: prese in giro, incubi, umiliazioni e vigliacche visioni che lo avevano costretto a fare i conti con il massacro della sua famiglia per mano dei guerrieri Kijin. In quel mondo permeato dal Vuoto, Masayoshi non fece alcun passo indietro; con i muscoli contratti e il Tantien in fermento, i suoi occhi verdi continuarono a fissare con odio e rancore le agili antenne della lumaca.
    Giurò a se stesso di spegnere quel briciolo di stupore che trapelava dagli occhi fiammeggianti del demone.

    CITAZIONE

    L'Ukataka? E come fai a sapere di lui? Non pensare di essere al suo livello! E non pensare che ti farò prendere questo potere del Vuoto! Fra di noi, sono io quello che comanda!


    La voce irruenta e cupa del Rokubi sollevò una nuvola di sabbia, scompigliandogli la sua chioma rossa e bianca, mentre l'abito svolazzava alle spalle del chunin come un mantello, rivelando parte dell'armamentario che in quel mondo era solo illusorio.
    L'aria si caricò di tensione, quasi palpabile, perché era chiaro che, salvo sorprese, il Jinchuuriki e il suo Bjuu sarebbero venuti alle mani. E il deserto si era già schierato affianco al suo Guerriero del Vuoto. Se n'era accorto anche lo Shokuto: si era generato qualcosa di invisibile tra lui e quel luogo sconfinato che presto si sarebbe trasformato in un arena. Quella sensazione divenne certezza quando, senza alcun contatto con gli strani granelli di sabbia colorati che aveva attorno, Masayoshi si ritrovò alla sinistra di Lianshi-sama, seduta su una cucina modesta e con diversi anni di onorato servizio, mentre fuori pioveva a dirotto.
    Lianshi... Discuteva con Akira Hokuzi, uno davanti all'altro, e lo spadaccino l'accusava di essere schiava delle sue convinzioni.
    Cosa vuoi dirmi...?! Si chiese, o meglio, lo chiese al Vuoto, che nel mentre lo aveva già scagliato all'interno di un altro ricordo, precisamente nella grotta in cui gli Accademici e la Muuga avevano combattuto contro la Speranza di Hayate, alla riva di un lago che la Guerriera non poteva attraversare a nuoto.
    Era stato testimone di quel dialogo e riascoltarlo gli strappò un sorriso.
    Diventerò un Guerriero del Vuoto...e avrò il coraggio di usare questo potere Si voltò verso la Speranza, ma tutt'attorno la roccia e la sabbia era divenuti una cosa sola e prima che Masayoshi potesse stupirsi dell'evento, la grotta lasciò posto alla stessa officina a cui aveva avuto accesso grazie al granello rosso.

    L'umidità e il calore emesso dalle pietre lo costrinse ad allargare il colletto del suo abito. A due metri, circondato da utensili e macchine, l'uomo dai capelli d'argenti lavorava a testa bassa sulle pietre che un giorno avrebbero permesso ai più valorosi ninja di Suna di difendere il villaggio dalle minacce esterne.
    Il chakra vorticava furioso attorno alle sue mani e il suo bagliore rendeva visibile il pulviscolo che danzava nell'aria stantia che riempiva l'officina.
    L'uomo era la brutta copia di ciò che era stato in passato, orgoglio dei Chikuma e di tutta Suna. I vestiti erano intrisi di sudore e sul volto, deturpato da rughe e cicatrici, era ben visibile la sua stanchezza
    Da quanto tempo stava lavorando? Si sarebbe stupito della risposta. Al fianco della misteriosa figura vi era un vecchio Fennec, uno di quelli che, anni dopo, avrebbe aiutato lo Shokuto a combattere una versione negativa dei Kiseki.
    Cercò di avvicinarsi ma si scoprì vincolato da forze invisibili. Seppur distante un paio di metri, riusciva a udire il respiro affannato del Fabbro, la fatica con la quale plasmava quelli che sarebbero stati le pietre di Suna. Ad un tratto, accadde qualcosa di inaspettato. L'uomo dai capelli argentei sembrò accorgersi della sua presenza. Alzò il capo e quel gesto sembrò richiedergli uno sforzo enorme.
    I suoi occhi distrutti si erano posati sul Kiseki arancione di Masayoshi, incastonato davanti al cuore.

    CITAZIONE

    La Pietra Arancione, legata alla Terra!


    Così sarà. Il Vuoto decise di rispedirlo nel mondo "reale", ai piedi del Rokubi, eccitato all'idea di stravolgere la mente del suo Jinchuuriki come aveva fatto in passato con il monaco cieco.

    Con la mente e il corpo, Masayoshi era nuovamente davanti al Rokubi. Aveva assistito a due discussioni in un battito di ciglia, e in quel lasso di tempo impercettibile, aveva incontrato il padre dei Kiseki che con uno sguardo gli aveva mostrato la via da seguire. E ora ciò che aveva imparato era ben visibile nel portamento e nella nuova sicurezza di sé che aveva acquisito. Non sarebbe riuscito a sconfiggerlo, ma gli avrebbe mostrato tutto il suo potere e sarebbe stato sufficiente per dimostrare al demone che Masayoshi Shokuto non era più un ragazzino.

    CITAZIONE

    Forza, Orfanello, fai la tua mossa, ti mostrerò quello che ha visto anche il monaco cieco! AHAHAHAHAH!!!!


    Dalla cavità orale, posta appena sotto le antenne, sgorgarono litri e litri di un liquido violaceo, denso come fango e dall'odore nauseante. Eso si distribuì su tutto il corpo chakrico del Rokubi. Masayoshi non si fece intimorire. Non poteva permetterselo. Sarebbe stata una mancanza di amor proprio e di rispetto verso il villaggio di Suna che gli aveva concesso poteri e responsabilità per sottomettere l'entità che gli era stata affidata.

    Le sue mani ruvide si unirono davanti al petto nel simbolo del Serpente. [TA]
    Non sono più un orfanello.
    Il chakra fluì nel sottosuolo, furioso e turbolento, mescolandosi con la sabbia che quel giorno, e non solo, sarebbe stata la sua più fedele alleata. Il risultato di quel jutsu fu un violento terremoto, apparentemente senza fine, con la quale il chunin confidava di intrappolare il demone, impedendogli di muoversi.
    Il deserto divenne un mare in tempesta, con spruzzi di sabbia e correnti impetuose che avrebbero reso impossibile a chiunque anche solo fare un passo in avanti. Ma il suo avversario non era un uomo né un evocazione, bensì un demone alto una decina di metri, possente come una montagna, velenoso come uno scorpione e in grado di osservare ogni dettaglio con le sue lunghe antenne; perciò, ad essere utile al piccolo chunin, non sarebbe stato il terremoto in sé, ma la coltre di sabbia che si sarebbe sollevata dal deserto.

    Immergendosi nella nube, con il rivestimento mimetico attivo, il demone avrebbe perso il contatto visivo con il chunin. E all'interno della nuvola dorata, muovendosi verso il lato sinistro di altri quattro metri, girandogli attorno, lo Shokuto approfittò della momentanea invisibilità per applicare una cartabomba sul suo Katar.[Equipaggiamento][SA I]Movimento > 6 m. Considero che Masayoshi si muova attorno al demone e non penso che esso sia piccolo XD[SG]Applicazione Cartabomba. Azione Rapida (se necessario, in quanto vi sono gli status inflitti dalla tecnica che impedirebbero un AdO da parte del demone)

    Dopo aver attivato l'esplosivo con un tempo di esplosione ben preciso, piegò il busto all'indietro, ruotò le spalle, e con uno sforzo gigantesco degli addominali, lanciò il Katar a mò di giavellotto contro il volto del demone. [SA II]Forza: Blu+4
    Velocità: Blu
    Potenza 40

    Cercò di concentrarsi sulla declinazione del Vuoto, di ricordare con esattezza come aveva afferrato il granello di sabbia bianca alzando il braccio verso il cielo. Pensò a ciò che quel potere significava per lui, focalizzandosi sulla declinazione personale che Akira gli aveva ordinato di trovare. Con enorme sorpresa, al momento del lancio, percepì una vibrazione nello spazio. La lama schizzò verso l'alto per poi apparire dal lato opposto al demone, in caduta libera, come se Masayoshi l'avesse lanciata dall'alto. O forse, in un millisecondo impercettibile, quel mondo si era capovolto, invertendo il Sud con il Nord.
    Il potere del Vuoto permeava ogni cosa, rendendo possibili attacchi che altrove, come ad esempio nel mondo reale, sarebbero stati più complessi da eseguire. In poche parole: ciò che ora aveva attivato con il semplice pensiero, fuori da quel mondo avrebbe richiesto uno sforzo fisico e di chakra considerevole.
    Il Sigillo lo aveva catapultato al centro di quel deserto per introdurlo alla sacra arte del Vuoto, permettendogli di assaggiare quel potere che un giorno, dopo anni di addestramento, sarebbe riuscito a replicare senza sforzi. Una stanza dello spirito e del tempo in cui addestrarsi. E il demone, ospite indesiderato, avrebbe accelerato il suo processo di apprendimento.
    E prima che il conto alla rovescia sarebbe giunto allo zero, sopra la sabbia che eruttava con violenza, a pochi passi dalla fanghiglia acida che carbonizzava ogni granello che si depositava su di essa, fasci di luce arancione avrebbero squarciato la coltre sollevata dal terremoto, distraendo (forse) il Rokubi dalla cartabomba che sarebbe esplosa con un fragore tale da far tremare il mare dorato. [Attivazione Kiseki]1/2 Basso Mantenimento pagato Il boato echeggiò fino ai confini invisibili dello spazio mentre violente lingue di fuoco avrebbero minacciato il volto e le lunghe antenne del demone. [SA III]Esplosione Cartabomba.
    Dieci metri più in basso, stravolto da un potere arcano che stava interagendo per la prima volta con il suo chakra, Masayoshi aveva già la gamba destra indietro, la sinistra avanti e la rispettiva mano serrata sull'avambraccio destro, attraversato da tendini tesi come corde d'acciaio.

    jpg


    Con il braccio disteso verso il fianco del demone, il Chunin spinse al limite uno dei suoi tanti Doton; dalle nocche della mano uscirono decine di schegge di roccia appuntite, grandi come palle da golf. Provò un dolore indicibile, ma sarebbe durato meno di un istante.
    Sottovalutare quel jutsu da studente sarebbe stato un errore per il Rokubi, perché la potenza di quell'emissione sarebbe stata notevole, frutto dell'azione combinata della sua impronta e del Kiseki.[Fusione di Chakra - TB]Fusione del Chakra
    Villaggio: Suna
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    Il Kiseki può potenziare il successivo Ninjutsu eseguito dall'utilizzatore entro 3 round, aumentandone la potenza di 30, aggiungendo la natura Doton alla tecnica. La tecnica causerà anche Dolore (DnT Medio). Se usata per potenziare un Doton la potenza è aumentata a 40. Se usata per potenziare un Raiton la potenza è ridotta a 20. La tecnica si attiverà automaticamente se effettuata una tecnica offensiva tramite uno slot tecnica, anziché uno slot tecnica avanzato.
    Tipo: Ninjutsu - Doton
    Sottotipo:
    (Consumo: Medioalto)

    [Da chunin in su]
    [Abilità][TA 2]Potenza: 20 + 40 (Kiseki) + 10 (Impronta) = 70

    Con un Doton degno di un chunin, grazie al Kiseki e al potere del Vuoto, Masayoshi sarebbe stato in grado di sferrare un jutsu letale persino per un Kage. Sfortunatamente, non aveva avuto ancora modo di lavorare a ninjutsu personali.
    A ogni modo, sfruttando le armi che aveva a disposizione in quel momento, il giovane chunin della Sabbia sarebbe riuscito a dare del filo da torcere al Bjuu.


    f
    Chakra: 59/75
    Vitalità: 16/16
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 500
    Velocità:  500
    Resistenza: 500
    Riflessi: 500
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 500
    Agilità: 500
    Intuito: 500
    Precisione: 500
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: Movimento
    2: Lancio
    3: Esplosione Cartabomba
    Slot Tecnica
    1: Epicentro Tellurico
    2: Punte di Terra - Kiseki
    Equipaggiamento
    • Rotolo da Richiamo × 1
    • Rivestimento Mimetico × 1
    • Coltelli da Lancio × 4
    • Katar del Deserto × 1
    • Giubbotto Rinforzato × 1
    • Antidoto Intermedio × 1
    • Kunai × 6
    • Parabraccia in Ferro × 1
    • Tonico di Ripristino Medio × 1
    • Maschera × 1
    • Cartabomba II × 1
    • Tonico Coagulante Medio × 1
    • Kiseki Arancione × 1

    Note
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    Falce dei Kaguya


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    [Lungo la Strada]

    Yato-san non era solo pragmatico, sapete? Era pure parecchio intelligente!
    Stava gestendo lui da solo quel interrogatorio e riuscì persino a rivolgere a proprio favore una domanda stupida come quella sul cibo, chiedendo più informazioni, tutto ciò che aveva sentito, sul gruppo di questa Midori.
    Dici che così mi perdonerebbero per Nautsiku-san? Bé, non parlavano molto davanti a me... Nautsiku mi chiedeva cose sulla mia vita, gli studi, se avessi una ragazza e tante altre cose che un pò mi facevano vergognare, ma di certo lo faceva per il mio bene.
    Midori era sempre silenziosa, specie se c'era il Maestro nei dintorni, era sempre pronta ad eseguire ogni suo ordine, faceva parte dell'addestramento di certo.
    Il gigante pelato, quello non parlava mai, grugniva allo più per dire sì o no, ma poco di più.
    Il Maestro, lui parlava, era spesso gentile con me, mi descriveva le sue figlie e gli amici che erano lontani, quando non c'erano gli altri nei dintorni, sembrava triste un pò, tranne quando parlava del suo appuntamento di domani e di riprendere ciò di cui era stato privato.
    , si fermò un attimo a riflettere, quasi in preda al panico, Toshikazu, poi riprese, un nuovo lampo negli occhi.
    Mi ricordo un discorso del Maestro, qualcosa di importante, una cosa chiamata Vuoto.
    Il Maestro aveva bisogno di questo Vuoto, ce ne sono tre diceva, che avevano questa cosa, gli servivano tutti, assieme alle conoscenze di un Rosso, gli servivano per l'appuntamento di domani, per rendere possibile ciò che era impossibile, per ridargli tutto ciò che gli era stato tolto.
    Forse posso aiutarli così? Tu sai niente di questo Vuoto?
    , chiese verso il Senju, prima di voltarsi verso di me, Per caso sei tu il Rosso di cui parlava il Maestro?, domanda che mi lasciò un attimo perplesso, poiché immaginai che stesse parlando dell'Eremita del Deserto.
    Per educazione alzai le spalle e gli risposi: Non penso proprio, mi dispiace.

    Quindi il jonin di Suna era stato catturato per una qualche sua "conoscenza", un'ulteriore informazione utile, anche se, sul momento, non avevo idea di cosa significasse "rendere possibile ciò che era impossibile", né cosa volesse riprendere questo "Maestro".

    Comunque, dopo le domande di Yato-san, io non ne posi altre: avrei lasciato ai miei compagni di viaggio la possibilità di dire la loro, mentre iniziavo a controllare le ferite fatte a Toshikazu. [Nota]

    [Masayoshi: Il Vero Potere]

    [Nota]Tecnica Rapida ti permette di convertire uno slot tec base in tecnica avanzata, non ti dà un terzo slot tecnica (per quello ci vogliono apposite abilità o il tratto), idem l'attivazione automatica del kiseki: non ti dà uno slot in più. ^^
    Però, considerando che parliamo del mondo interiore di Masayoshi, che l'effetto scenico del colpo finale m'è piaciuto e che darò al Rokubi 4 slot azione, vada per la tecnica extra, a questo turno ^^'


    Il Rokubi parve sorpreso dal terremoto, di certo non si aspettava quella particolare tecnica, che, per quanto non gli avesse procurato nessun vero danno, lo bloccò, impedendogli per alcuni secondi di vedere persino il suo Jinchuuriki.
    "Suo Jinchuuriki", parole che il Demone a Sei Code non tollerava da molto tempo, da quando era finito a Suna, passato da un ninja ad un altro come un giocattolo.
    Deboli shinobi quelli che erano arrivati dopo l'Ukataka, tutti!
    Certo, nemmeno l'esperto di bolle che era fuggito da Kiri era stato un grande ninja, schiacciato dall'Akatsuki, ma almeno aveva avuto un minimo di personalità e capacità di usare i suoi poteri.
    Ora c'era l'Orfanello e nemmeno lui sarebbe stato una sorpresa, se non in negativo, un orfanello che non sapeva nemmeno a quale dei suoi tanti tesori fare affidamento.
    Quelli i pensieri del demone, intensificati dalla sua furia, nel vedere che il ragazzino aveva scelto la Pietra come "arma" da usare, quel bagliore che veniva dal suolo attirò la sua attenzione, prima che un esplosione lo raggiungesse dietro le antenne.
    Nel mondo reale, dove il suo corpo sarebbe stato mastodontico ed impenetrabile, come quello dei suoi simili, quella piccola esplosione sarebbe stata un niente, ma lì, con il sigillo imposto dal Chikuma Rosso, con il potere di quel altro Fuuinjutsu che riempiva l'ambiente, lì, l'esplosione la sentì ed un pò lo stordì. [Danno]
    L'attacco successivo, poi, fu anche capace di ferire il Bijuu: i dardi di pietra, grondanti chakra tanto dell'umano quanto della reliquia, lo presero in pieno, su tutto il corpo, il ché distribuì un pò il danno subito, ma fu comunque un attacco a distanza ridotta e di significativa potenza. [Danno]

    Ti credi forte, Orfanello? Pensi che per quel sasso e quel simbolo puoi alzare la testa? Io esistevo prima di quei giocattoli!
    Io sono il Rokubi!
    Cosa pensi di poter fare contro di me???!!!!



    E nel suo urlare, il demone scosse le code.
    Era intrappolato, non poteva muoversi, ma poteva attaccare, ed anche se non avesse avuto la forza, sarebbero state comunque la rabbia e la vanità a farlo muovere!
    Le due code più sulla destra si mossero, assieme, per spazzare rasoterra e travolgere il lato sinistro del corpo di Masayoshi con tutta la loro potenza distruttiva. [SA I]Pot = 50x Coda
    Vel = Viola +2
    Forza = Nera
    Se resti sotto i 10 metri di distanza sei nel raggio d'azione


    Subito dopo le code sull'estrema sinistra si sarebbero mosse per cercare un altro doppio colpo, stavolta calando in diagonale verso la spalla destra, ed in generale il corpo, del chunin della Sabbia. [SA II]Pot = 50x Coda
    Vel = Viola +2
    Forza = Nera
    Se resti sotto i 10 metri di distanza sei nel raggio d'azione


    La bocca si sarebbe poi spalancata, seguendo gli eventuali movimenti del chunin, per emettere un getto acido e venefico: erano in un mondo illusorio, ma in quel mondo Masayoshi poteva sentire tanto dolore quanto il demone, il suo demone. [SA III]Sputo Acido frontale
    Dim = 3 Unità Dim.
    Pot = 50
    Vel = Viola+2, produce intorpidito se colpisce


    Il vero problema fu il terreno che era stato "infettato" dal chakra del demone, quel chakra venefico e violaceo avrebbe preso forma, forma di diverse mani che corsero contro Masayoshi. [TA I]
    Stretta Acida
    Villaggio: Rokubi
    Posizioni Magiche: Caricamento (6)
    L'utilizzatore, infettando il terreno con il proprio chakra, può modificare una porzione dello stesso entro 15 metri e lontana 3 metri da fonti di chakra, trasformandola in un massimo di sei arti di fanghiglia acida. Gli arti di fango possono spostarsi entro 9 metri e avranno Forza pari alla Concentrazione dell'utilizzatore incrementata di 2 tacche; possono solamente stringere e avranno potenza pari a 20. Per liberarsi è necessario spendere 1 slot azione nella manovra e avere Forza superiore alla Forza degli arti. Gli arti rimarranno presenti per 2 round.
    Ogni zona in contatto con l'arto risulterà intorpidita.
    Tipo: Ninjutsu - Doton
    Sottotipo: Emissione
    (Consumo: Mediobasso)
    [Da genin in su]


    Ci sarebbero stati 3 tentativi di bloccare il chunin, tre tentativi per gli arti di bloccare prima le gambe, poi le braccia e, infine, la testa del giovane ninja della Sabbia. Tutti veloci, tutti pericolosi e tutti senza alcuna remora. [TA II, SA IV]Di fatto il primo tentativo è incluso nell'attivazione della tecnica.

    Velocità & Forza attacchi = Conc +2 => Nera


    Aveva scelto di combattere il demone dentro di lui, Masayoshi, aveva delle armi al suo servizio in quel mondo interiore ed aveva anche una verità più grande da capire: il Kiseki gli dava il controllo del terreno, ma quali altri virtù poteva offrirgli il Vuoto e, soprattutto, lui era il Jinchuuriki, l'altro era il Demone... avrebbe capito come questa relazione poteva essere equilibrata in quel mondo?

    [Yato: La Verità dei Fatti]

    Il ninja di Konoha aveva il suo piano e sarebbe andato diretto verso l'obiettivo: Oboro.
    Forse il Senju nemmeno si accorse di Fudoh, quando il kiriano, nel vederlo passare, fu preso da un lampo di rabbia negli occhi e, quasi, tentato di attaccarlo. Questa, però, è una storia diversa.

    Quella dello shinobi della Foglia sarebbe andata avanti senza troppi impedimenti, avrebbe notato Kinmaru intento a bere un thé sul piccolo balconcino della stanza ricavata per ospitarlo, ma se anche il minatore lo aveva notato, non lo disturbò, né si interessò più di tanto delle sue azioni.
    Non fu difficile convincere l'ex moglie del Sacerdote Mifune a seguirlo: la donna era sempre stata decisa nei suoi modi di fare, ma disponibile a rispondere alle domande del gruppo di shinobi giunti fin lì per aiutarli, specie ora che alcuni dei "Discendenti" erano stati di nuovo rapiti, non rifiutò, quindi, di accompagnare il chunin dovunque volesse parlare.
    Furono però le prime parole dell'altro, una volta rimasti soli, che la confusero: Piani? Di cosa parli?, chiese, sbattendo un paio di volte la palpebre, prima di mettere a fuoco qualcosa, anzi qualcuno, che lì non doveva trovarsi.
    Balbettò, indietreggiò, annaspò letteralmente in cerca d'aria, Oboro, prima di dire poche parole: Robai-sama! No! Minami? e quando Yato continuò la sua recita, lo sguardo della donna ebbe diversi cambiamenti.
    Stupore quando accennò alle radici (forse non ne sapeva niente?), terrore sull'accenno a Minami e puro, sincero, odio quando fu pronunciato il nome di Amano.
    Minami doveva essere al sicuro ormai! Non doveva essere a rischio! E quel maledetto pervertito doveva essere morto!, balbettò confusa, annaspando ancora.

    Gli avrebbe dato tempo per dire altro? La donna sembrava, per la prima volta, genuinamente confusa ed il chunin non avrebbe avuto problemi a renderla inoffensiva, per poi usare l'interrogazione mentale ed ottenere ciò che voleva sapere.

    Investigando su Amano e "Robai", i pensieri di Oboro avrebbero preso a navigare:

    Il primo era un ricordo confuso, Amano sembrava più giovane di quanto visto dai ricordi di Minami, parlava di uno "Spettro della Pioggia", di come gli attacchi alla gente del villaggio potessero essere un'ottima fonte di guadagno per lei e per il marito, bastava mettersi d'accordo ed usare una pomata che gli avevano dati i suoi contatti di Taki. Ancora ed ancora parlava di denaro Amano, mentre anche Oboro sembrava ghignare avida e soddisfatta.

    Un altro ricordo, stavolta una serata di pioggia, all'esterno del tempio, seppur non c'era ancora il gigantesco albero, ma si poteva riconoscere il luogo.
    Lo sguardo di Oboro che correva alle persone in quel luogo e Yato alcuni li avrebbe forse riconosciuti: Akira, più giovane di quanto non fosse ora, Hoshi, più giovane anche lui, diverse persone forse ignote al Senju e poi... il suo Sensei, impugnava una strana mannaia piuttosto che le sue tipiche falci, quando venne attaccato alle spalle, con una specie di sfera di chakra concentrato, proprio da Amano.
    Gli parve che i due si dicessero qualcosa, con un terzo tizio pieno di fili neri che s'intrometteva, prima che Amano stesso si trasformasse in un gorilla gigante ed andasse all'attacco contro il Sensei.

    Altri ricordi, confusi: il ritorno a casa di Minami e gli altri rapiti, accompagnati dal bel ninja biondo che era stato il Nono Mizukage e da un altro ninja con un coprifronte di Kiri.
    Litigi fra Oboro e Mifune, litigi con Minami, sempre più distaccata, più distante.
    Sguardi carichi di astio verso Amano, ogni volta che Oboro lo scopriva a scambiarsi delle occhiate con Minami, o anche solo a sfiorarsi le mani, credendo che nessuno li notasse.

    Poi, in quella marea di lampi, con spesso il ninja biondo a farne parte, d'improvviso una scena più nitida, forse persino più recenti.
    Oboro era sulla strada che portava verso Umari, un uomo incappucciato la superò nella direzione opposta, prima che si sentisse chiamare: Oboro-dono., l'uomo incappucciato si rivelò essere "Itai Nara".
    Mizukage-sama, è da molto che non ci fa visita, è un piacere vederla in salute., esordì la donna con un inchino, dopo un primo attimo di sorpresa.
    Mi scusi, Oboro-dono, per tutte le menzogne che le ho detto in questi ultimi anni, è tempo che lei sappia tutta la verità., replicò, diretto, e d'improvviso duro nello sguardo, l'altro, avvicinandosi alla donna.
    Che... che vuol dire?, balbettò la donna.
    Che il mio nome è Robai, non Itai Nara, e che lei ha diritto di sapere tutto ciò che le è stato tenuto nascosto finora., affermò, mentre con una mano le afferrava la spalla.
    Ci fu come un lampo, un'ombra, qualcosa di simile alla sensazione che Yato aveva provato con il "nonno" di Midori, ma meno intensa, qualcosa che comunque ricordava Densen, poi ci fu il buio.

    L'immagine successiva era una stanza, Yato avrebbe riconosciuto la casa dell'anziano Kuziro Omai e lì avrebbe visto quattro persone intorno ad Oboro: Robai, Midori ed i due che gli erano stati inizialmente presentati come i coniugi Murakami, cioé Natsiku ed il gigante pelato.
    Il ricordo era leggermente confuso, come se la mente di Oboro fosse ovattata in quel momento, ma stava ascoltando ogni parola detta dal "Maestro".
    Grazie per il tuo aiuto, Oboro-dono, assieme ripareremo tutti i torti subiti, tanto i miei, quanto i tuoi.
    Sarà un lavoro complicato e richiederà qualche sacrificio, ma alla fine riusciremo.
    Per primo, sarà il tuo vecchio amico a dover morire, non ti preoccupare, Natsiku ed Akachi faranno sì che non debba soffrire, ma sarà un sacrificio necessario.
    Poi toccherà a Shiba e sua madre: la signora Akane è molto malata, le faremo un favore e suo figlio, bé quel pervertito sta molestando Midori, faremo giustizia nel ucciderlo, lo sai.
    A quel punto, toccherà ad Amano: l'uomo che molesta tua figlia, che le ha preso l'innocenza, che vuole lasciarla con un figlio senza padre da accudire!
    L'uomo che vi ha venduto alle Scimmie!
    Avrai indietro tua figlia così, ritornerete ad essere una famiglia, con lei.
    E tutto questo porterà qui i ninja, i guerrieri del Vuoto, ho mosso un mio alleato perché sembrasse il più casuale possibile, ma saranno Akira e Hoshi, assieme ai due nuovi guerrieri del Vuoto che non conosco, a venire qui, questo mi darà l'occasione di riconquistare anch'io la mia famiglia, di ritornare completo, o quasi.
    Tutto ciò che quello sciocco si è lasciato sfuggire, io lo riprenderò, lui non lo merita!
    E nel tornare completo, distruggerò Sareshigami, l'albero che ha fatto impazzire tuo marito.
    Ti restituirò alla tua vita, Oboro, dovrai solo resistere ed accettare qualche piccolo sacrificio di concittadini.


    Quelle informazioni sarebbero state tutto ciò che, con delle domande generiche, Yato avrebbe scoperto e, forse, avrebbe potuto intuire come le parole di "Robai" non potevano essere del tutto vere: il medico di Konoha aveva letto gli appunti di Amano, sentito la confessione di Minami, i due si amavano sinceramente.
    Inoltre come poteva il medico di Tsuya essere d'accordo con chi li aveva rapiti tanti anni fa? Lui stesso era stato rapito e tenuto prigioniero.
    C'erano forse altre domande che poteva fare alla donna? Altre informazioni utili che poteva cercare di ottenere? Stava al giovane chunin della Foglia scoprirlo.

    [Fudoh: La Vera Origine]

    Io sono prigioniero di Fudoh?, un pensiero che mi attraversò la mente come una coltellata.
    Per un attimo mi trovai a trattenere il respiro per la paura: io non ero Fudoh? Le Armi di Iwa potevano comunicare solo fra di loro, tranne questo "Oni" che era il "mediatore dei desideri di tutti", cosa di cui non capii il significato, ancora troppo concentrato sull'idea che potendo comunicare con Gashadokuro, ero anch'io un'Arma di Iwa... che io ero prigioniero di Fudoh.
    Il "dio guerriero", intanto, continuava a rispondere alle mie domande: le Armi di Iwa erano state generate da qualcuno, o forse qualcosa, di precedente, qualcuno che descriveva come infelice ed incompleto, ma anche come "schiavi della terra" , "meri coltivatori".
    Schiavi della Terra? Chi erano?, chiesi, mentre scoprivo che non a caso mi aveva definito Terza Generazione: perché loro erano stati generati da altro e, appunto, non erano, anzi, non eravamo, "nati", bensì "generati".

    Quando il discorso virò su Pangu, sentii l'odio del Gashadokuro, sentii tutto l'astio, qualcosa che non avevo mai provato in vita mia, ma che sentivo in qualche modo appartenermi, per ciò che era successo a quella cre... al mio antenato, intrappolato in un albero. Lo stesso che avevano fatto alla Bakekujira e, forse, a me (potevo dire questo?).
    Aggiunse informazioni su com'erano stati sconfitti, traditi dai loro creatori a causa di Pangu e di altri dalle "lingue velenose".
    I creatori erano i ninja di Iwa, giusto? Voi, noi, siamo Armi di Iwa? Ed anche i predecessori di cui parlavate, erano schiavi della Terra, il Paese della Terra, intendete?, era tutto così assurdo, mi disgustai quasi mentre ponevo quelle domande.
    Definirmi un'Arma di Iwa, un "dio guerriero", "sangue degli dei"... quando fino a qualche anno prima non sapevo nemmeno cosa fossero, ritenere che dall'altra parte del mondo, per come lo conoscevo, ci fossero le mie origini.
    Per un attimo mi balenò nella mente una semplice domanda: Come sono arrivato a Kiri, a dormire per le strade, da Iwa?
    Di certo, però, le successive parole del Gashadokuro indicavano che lui non ne sapesse niente, non percepiva nessuno dei suoi simili da molti anni, che suppongo equivalessero a qualche millennio.
    La risposta sulle due fanciulle non mi fu neppure di nessuno aiuto, ma quella successiva, la spiegazione sulla natura degli Dei Guerrieri mi lasciò per un attimo disgustato, stupito, perché, in qualche modo, quel perverso pensiero, era lo stesso di Elmo-san: dominare, schiacciare ciò che è contro le leggi degli Dei Guerrieri, una logica che apparteneva più al Decimo Mizukage che non a me.
    Io ero un medico, io curavo, non dominavo, non schiacciavo, ma lottavo perché la gente sopravvivesse!
    Quel pensiero mi spaventò e forse anche per quello usai una tecnica un pò troppo potente per sradicare l'albero.
    E con quella mia azione arrivò la stessa sensazione di acuto dolore che avevo provato all'Abete, alla morte della Bakekujira.
    Stavolta niente ragni, niente balene e strane sirene, no, stavolta vidi solo un teschio che accennava di sì, mentre due grosse mani ossee mi si stringevano attorno.

    [...]

    Quando mi svegliai, ero un pò intontito, confuso: era vero quello che avevo visto? La foresta era distrutta, il Gashadokuro non c'era più? Ed io ero Un dio guerriero?
    Quanto avevo dormito? Non ne avevo idea, sembrava che fosse ancora pomeriggio inoltrato, come quando mi ero diviso da Yato, ma quanto era passato effettivamente? Mi mossi e sentii qualcosa di freddo a contatto con la pelle, guardai sotto la maglietta e c'era qualcosa, una sorta di cotta di maglia, ma diversa rispetto a quella che avevo usato per un lungo periodo, questa sembrava fatta di costole nere.
    Il Gashadokuro... dopo la Bakekujira.
    Un pensiero che confermò come ciò che avevo visto fosse vero: avevo incontrato e parlato con l'Arma di Iwa ed io ero una Terza Generazione di questi Dei Guerrieri.
    Come affrontare tutto ciò? Non lo sapevo, mi sentivo confuso, persino alienato.
    Non sto esagerando, sapete? Quasi non mi resi conto di come tornai al tempio. Ero sconvolto e mi sembrava tutto distante, irreale quasi.

    Vidi Yato-san che stava andando da qualche parte, volevo fermarlo, chiedergli come erano andate le sue indagini, ma d'improvviso fui preso da una profonda rabbia: come aveva osato con il suo chakra muovere l'albero? Controllare il Gashadokuro, un Dio Guerriero!
    Quella rabbia, però, mi aveva "preso", non poteva essere mia. Perché ero arrabbiato? Non lo capivo, ma stavo quasi per aprire la mano destra ed attirare il Senju verso di me con il mio chakra naturale-gravitazionale, quando sentii una voce alle mie spalle.
    Mi voltai e vidi Mifune, il Sacerdote, non capii cosa stesse dicendo, era distante, confusa, ogni sua parola, so solo che, illogicamente, avevo una gran voglia di usare le mie conoscenze con i veleni per ucciderlo, oppure picchiarlo con violenza, in una parola: ucciderlo.
    Voi mi conoscete, io non sono Youshi-san, o Elmo-san, non darei la morte ad un nemico come prima soluzione, figurarsi ad un perfetto sconosciuto che avevo visto due, o tre volte, e che mi sembra innocuo, seppur un pò rompiscatole.
    Mi guardai intorno confuso, proprio perché non riuscivo a capire cosa dicesse, fu a quel punto che notai la mano su cui mi trovavo.
    Sì, mi trovavo sopra una mano scheletrica e voltandomi di nuovo non trovai il punto in cui c'era poco prima Yato-san, ma un grosso teschio svolazzante dagli occhi di fuoco: il Gashadokuro.
    Ero confuso a dir poco.
    Da una parte vedevo il tempio, il Sacerdote Mifune ed avevo un'assoluta voglia di ucciderlo con violenza, dall'altra c'era quel teschio svolazzante a mezz'aria.
    Che cosa?, balbettai e, forse, anche il prete sentii quella domanda, perché mi arrivarono delle parole ovattate, mentre, ben più nitido, sentii il mio "antenato" dirmi che ero debole e lui era rimasto lì per istruirmi, guidarmi, uccidendo i discendenti di Pangu.

    Probabilmente, fossi stato più "in me" avrei sottolineato che mi bastava il Mizukage e di aspettare per incontrarlo, ma non ero in vena di questo tipo di osservazioni e poi il Gashadokuro non mi sembrava una "creatura" molto paziente, così pieno di cieco odio ed insensato desiderio di vendetta e di continuare il suo "divino compito".
    Aspetta, Gashadokuro, non posso andare in giro ad uccidere persone innocenti, così, per improvvisi scatti di rabbia. Non sono mica Elmo-san!, esclamai, ma l'altro non parve avere pazienza, o accettare le mie obiezioni, tanto che scatenò un ruggito di rabbia.

    Dire che fui scosso sia internamente sia al di fuori, sarebbe stato riduttivo: per un attimo, vidi il Sacerdote Mifune, sentii la mia voce dire qualcosa di molto poco gentile su tutti i suoi antenati e lui guardarmi inorridito, mentre di nuovo ero davanti al gigantesco teschio che mi si lanciava addosso famelico.
    Non ci pensai troppo: usai il chakra per accelerare il mio movimento al massimo possibile, sentendo dei leggeri dolori al corpo mentre evitavo il primo assalto, portando intanto le mani alla schiena, in cerca di qualcosa. [SD 1]Rifl = Viola +6 => -1 leggera di vitalità
    L'unica cosa che trovai abbastanza grossa fu il mio shuriken gigante, che, con un piccolo ulteriore impasto di chakra, portai fra me ed i denti di quel teschio, che, al secondo tentativo, affondarono nell'arma. [SD 2]Rifl = Viola +4, illeso e l'arma dovrebbe reggere essendo la potenza del colpo 45

    D'improvviso mi ritrovai di nuovo al tempio, ma il sole era più basso all'orizzonte.
    Mi ero sognato tutto? Tastai la maglietta ed avevo ancora sotto la stessa il corpetto nero, inoltre ero decisamente più stanco e confuso, mi guardai intorno: dov'erano tutti? Yato-san aveva completato le sue investigazioni? Di nuovo l'istinto di punire quel ninja che aveva manipolato Sareshigami.
    No, meglio che evito di incontrare persone che potrei ferire., valutai, girandomi per andare verso la mia stanza nel tempio.
    Il grosso teschio era lì ed emise un'ondata di fiamme nella mia direzione che, istintivamente, cercai di disperdere aprendo la mano davanti a me, sfruttando il mio chakra naturale-gravitazionale ad una velocità sufficiente per ridurre la potenza dell'attacco direttomi contro, ma non per evitarlo del tutto. [SD 3]Repulsione Grav: Vel = Conc = Viola +3+2
    Pot = 40 (2 Bassi) => Danno 1/2 leggero diffusa (considero la protezione in scheda non quella offerta dal Gashadokuro)


    Il teschio si stava alzando verso il cielo, se di cielo si poteva parlare in quel luogo e lo seguii con lo sguardo.
    Stavo osservando Gyoza e Lio, che mi guardavano preoccupati.
    Fudoh nii-san, ma mi stai ascoltando? Stavi per assalire quel povero ragazzo, che t'è preso?, mi stava chiedendo la tartaruga originaria di Azumaido.
    Ha ragione, Fudoh-san, se dobbiamo combattere, sono sempre pronto, ma assalire così un povero ragazzo traumatizzato., aggiunse Lio, indicando lo Shuriken Gigante che ancora stringevo in mano.
    Portai lo sguardo verso l'arma, vidi di nuovo la mano d'ossa sotto i miei piedi ed un urlo assordante m'investì il cervello ed il corpo. [Danno]Come concordato aveva recuperato 1/3 di quanto speso =>

    Prima di tutto lo scontro
    Chakra = 61/80
    Vitalità = 7.5 / 12
    Energia Vitale = 26/30

    Prima dell'urlo:
    Chakra = 54/80
    Vitalità = 6 / 12
    Energia Vitale = 25/30

    Post urlo:
    Chakra = 38/80
    Vitalità = 4/12
    Energia Vitale = 25/30


    Gashadokuro, stai confermando tutti i miei pensieri peggiori sull'avere dei famigliari impiccioni., bisbigliai a denti stretti, malgrado mi sentissi sempre più stremato nel corpo.
    Fu in quel momento, però, che avvertii qualcosa che arrivava alle mie spalle, qualcosa di rumoroso dal sibilo che spazzava l'aria, mentre utilizzavo il chakra per sfruttare una delle mie tecniche preferite, da sempre, difendendomi con i miei capelli. [ST 1]+3 tacche Conc => Pot Dif = 15+10 => 25
    Percezione = 12
    In più c'è sempre il corpetto protettivo con pot Dif = 35

    => essendo 8 colpi ognuno da 10, ipotizzo che non riescano a farmi danni a meno che non colpiscano tutti nello stesso punto, cosa che non credo sia.

    Barcollai un attimo, ispirando leggermente, quindi alzai la testa e... ero di nuovo nel tempio di Sareshigami, uno sconosciuto stava scappando davanti a me, che agitavo in mano ancora lo shuriken.
    Fudoh-chan, hanno ragione Lio e Gyoza: tu non stai bene! Che succede?, sentii chiedere al piccolo Myk, così mi girai verso la tartarughina.

    Di nuovo il Gashadokuro con una grossa lama d'osso che gli svolazzava davanti: stavo iniziando ad odiare tutte quelle ossa ambulanti. Ossa e Fuoco, che combinazione da folli!
    Cercai di evitare l'attacco, ma era troppo veloce, così, semplicemente, utilizzai il chakra per rinforzarmi ed incassare il colpo, che, mi prese non direttamente al centro del petto, ma poco sotto l'ascella, provocando comunque un bel taglio. [SA 1]Res = Viola +4 (Mediobasso) + Protezione = 35 => Ferita Media (sanguinante)

    Strinsi ancora i denti e cercai di prendere fiato, mentre la mano andava ad uno dei miei tonici [SA 2]Recupero 4 Leggere
    Per un attimo non vidi né il mondo del Gashadokuro, né il tempio, solo tutto nero, finché il tonico non mi fece riprendere un pò lucidità.
    Fudoh nii-san, sei pallido, tutto bene?
    Ha ragione Gyoza! Che ti stai succedendo, stai male? Sei ferito?

    Sentii le tartarughe, ma non avevo tempo per loro, non avevo tempo per spiegare quello che stava succedendo ed ero così arrabbiato, così furioso, così confuso.
    Rividi il Gashadokuro davanti a me.
    Questa tua rabbia, Gashadokuro, non mi appartiene: io non sono così.
    Non so se è un difetto, non so nemmeno se sono solo la prigione di un Dio Guerriero, ma lo hai detto anche tu, voi lo avete detto, nella Foresta: io ho la possibilità di una scelta e scelgo di restare me stesso, scelgo di essere prigioniero di Fudoh, non della rabbia, della cieca ossessione, come voi.
    , dissi, cercando il fiato nei polmoni.

    Fudoh-san, riprenditi!
    Stavolta era Lio, non Gyoza o Myk, sentii il suolo sotto la mia faccia e delle rugose zampe con tre dita che mi scuotevano.
    Poi di nuovo lo sguardo sul Gashadokuro.

    Speravo di darti la pace, la libertà, Seconda Generazione. Siamo stati creati in modi diversi, forse anche questi Coltivatori della Terra vi vedrebbero come difettosi, come voi vedete me, ma io voglio credere, che questa mia prigione, Fudoh, sia il destino migliore che posso ottenere: non un conquistatore, non un tiranno, ce ne sono già troppi nel mondo con folli ossessioni di comando ne conosco anche alcuni.
    Io, però, non sono e non voglio essere così, io sono un medico, qualcuno che tiene a tutte le vite, amici, nemici, persino i parenti insistenti.
    Io tengo anche alla tua vita, Gashadokuro.
    Ma se non vuoi la pace con le buone, vedrò di offrirtela con le cattive.
    , conclusi e mi lanciai contro il teschio svolazzante, sfruttando il chakra. [SA 3]Vel movimento di avvicinamento = Viola +4 (mediobasso)
    E mentre mi avvicinavo alla testa svolazzante, mi preparai a colpirlo con il colpo più forte in mio possesso, con la mia migliore tecnica ravvicinata: un doppio pugno, sul braccio destro avevo il mio fidato tirapugni, sul sinistro la lamaretrattile, pronta a partire al momento del contatto, il tutto con quanta più forza possibile. [TA 2]Bakekujira Redux [Potenziamento]
    Il Tekken prende il proprio nome da una disciplina di lotta a corpo libero. È una nocchiera, capace di sferrare colpi micidiali con i pugni. Interamente di metallo si infila tra le dita della mano, con dei fori appositi. Ha la scritta Bakekujira impressa sopra.Tipo: Da Mano - Contusione
    Dimensione: Piccola
    (Potenza: 20 | Durezza: 5)
    [Da genin in su]

    => Vel = Viola +4
    Forza = Viola +4
    Pot = 30 + 20
    Consumo -25% => Medio


    Speravo di riuscire a spezzare quella sua ancora forzata, di liberare l'anima del Dio Guerriero: non avevo mai voluto il potere del Gashadokuro, come non avrei chiesto quello della Bakekujira, tutto ciò che volevo per i miei antenati, ora che avevo scoperto la loro condanna, la loro prigionia, era di liberarli, di dare loro la pace, salvarli dal loro odio.
    Ci sarei riuscito? O sarei morto nel tentativo?

    [Il Terzo Giorno]

    Con le informazioni di Yato, dovevamo riuscire ad elaborare un piano tutti assieme.
    Sarei stato con gli altri? Bella domanda, ma di certo il Senju, Akira-san e Masa-san (supponendo che anche lui avesse risolto il suo di problema) avrebbero dovuto almeno decidere come agire. [Nota]Per provare a dirigerci verso la conclusione ^^'

    Statistiche Primarie
    Forza: 600
    Velocità:  600
    Resistenza: 600
    Riflessi: 600
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 675
    Agilità: 600
    Intuito: 600
    Precisione: 600
    Slot Difesa
    1: Evitare morso 1
    2: Parare morso 2
    3: Repulsione Grav.
    Slot Azione
    1: Dif su Lama ossea
    2: Ingerire Tonico
    3: Salto verso Gashadokuro
    Slot Tecnica
    1: Simulacro di Spine
    2: Colpo di Fucile
    Equipaggiamento
    • Cartabomba II × 1
    • Shuriken Gigante × 2
    • Veleno Debilitante B2 (5 dosi) × 1
    • Bomba Gelo × 1
    • Tonico di Recupero Medio × 1
    • Veleno Debilitante B1 (5 dosi) × 1
    • Bracciale-Lama Retrattile × 1
    • Giubbotto Rinforzato × 1
    • Antidoto Intermedio × 1
    • Tonico di Ripristino Medio × 1
    • Bakekujira Redux × 1
    • Equipaggiamento Debilitante × 1
    • Nokemono no Ken: Momin - La Spada del Reietto: Momin × 1

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    Mistero a Tsuya


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    Interrogatorio in viaggio
    Finalmente avevamo ottenuto le informazioni definitive sul movente, sul motivo per cui eravamo stati convocati a Tsuya...anche se non comprendevo il motivo della mia presenza, sempre che non ci fosse stato un errore o qualcosa del genere. In ogni caso procedemmo spediti, mentre riordinavo attentamente le notizie nella mia mente, catalogandole per usi futuri.

    Interrogatorio di Oboro
    Avevo fatto centro. E mantenni la recita quanto serviva per ridurre la donna a più miti consigli così da poter sondare liberamente la sua mente. Al diavolo gli ordini di quell'Akira: la missione era un'altra. E la Missione aveva sempre la priorità. Senza informazioni rischieremmo solo di fare la fine del topo. Oboro confessò la sua complicità col nemico e le sue motivazioni, ma non pensavo che dalla sua mente avrei potuto ottenere molto di più. Azzardai un'ultima domanda: Che strada o strategia hanno per allontanarsi da qui una volta che sarà tutto finito? Non sapevo se saremmo riusciti a fermarli, ma avere un'idea dei loro piani successivi poteva darci un netto vantaggio.

    Una madre cieca e prigioniera dei suoi preconcetti aveva messo in pericolo l'intera cittadina e forse anche l'Accademia stessa, e con essa la Missione. Non pensavo avrei potuto avere degi strumenti precisi contro il Bersaglio da quella missione, ma avrei fatto tesoro di ogni insegnamento. Inoltre, e sorrisi nel pensarlo, sarebbe stato interessante chiedere al Sensei di raccontarmi di quell'avventura contro le scimmie di tanti anni prima.

    Il conflitto interiore di Fudoh
    Le informazioni sui Colossi e sulla loro natura giunsero più come un concetto che come una spiegazione alla mente di Fudoh, entità naturali, quasi incarnazioni del pianeta stesso ma impegnate a plasmarlo e svilupparlo, senza aspirazioni o emozioni significative...esseri inferiori e pietosi, degni solo di essere componenti e pezzi di ricambio per gli Dei Guerrieri. Forse la cosa più terribile sarebbe stato sentire quei pensieri e quei giudizi come propri, anche se remoti, ma intimamente sentiva di poterli condividere. Armi di Iwa...il termine riduttivo che i nostri nemici usavano per definirci. Stolti e cieci, incapaci di comprendere ciò che realmente siamo.

    La liberazione e il successivo confronto arrivarono in flash progressivi durante i quali il medico Kiriano avrebbe agito come da ubriaco, con momenti di aggressività che per fortuna non vennero mai testimoniati dai suoi compagni di squadra, ma intanto nella sua mente si consumava una battaglia terribile. Solo i deboli scelgono di essere prigionieri! E GLI DEI GUERRIERI NON SONO DEI DEBOLI! PIEGATI ALLA TUA VERA NATURA! SOLO IL DOLORE ATTENDE CHI SI ALLONTANA DAL SUO SCOPO DIVINO! Molti dei suoi attacchi avevano ferito Fudoh nell'animo, anche se non nel corpo, e le sue forze cominciavano a calare sensibilmente, ma non per questo la sua mente si era fatta incerta o vacillava, tanto che incalzò la manifestazione dello scheletro che percepiva dentro di sè. I miserabili pastori di montagne ci ammirano invidiosi, ma per fortuna ne restano pochi. E tu puoi salvare milioni di vite, dopo averle messe sulla retta via. E' il tuo DESTINO! L'unica vera pace è quella che i Creatori ci hanno consegnato come missione! Altrettando inamovibile era il Gashadokuro, che venne attaccato per la prima volta dal Medico. Probabilmente non si aspettava quell'attacco o forse schivare non era nelle sue corde, ma venne travolto e spinto indietro di qualche metro, incrinato negli zigomi là dove era stato raggiunto, ma non senza sacrificio: al solo contatto parte delle energie di Fudoh erano state risucchiate! [Danni]Ferita Grave al Gashadokuro, perde due slot azione
    Fudoh perde 1 Basso e 1/2 Leggera di Vitalità ogni contatto con il nemico


    COME OSI OPPORTI??? Un nuovo grido terrificante avrebbe invaso il mondo risucchiando le già scarse forze di Fudoh, limitandone le azioni [Azione 1]Riduce del 30% il chakra e la vitalità attuale se viene sentito.
    La riduzione è del 40% se si ha Udito perfetto
    e forse gettandolo nella disperazione. Quando la tua mente non avrà più difese, agirai come è giusto che agisca un Dio Guerriero! Col tempo mi ringrazierai per questo! Nuovamente gli si sarebbe gettato contro, cercando di mordergli la testa con la bocca disgustosa [Azione 2]Velocità Nera+2 tacche
    Morso con Potenza 45 (Risucchia 2 Bassi di chakra a contatto)
    mentre alle spalle del medico emergeva nuovamente la Zanbato d'osso, con un attacco sostanzialmente identico al precedente [Azione 3]Potenza 50 + Sanguinamento (DnT Grave), Forza e Velocità Nera+3 tacche.. In ultimo i suoi occhi sarebbero avvampati di fiamme verdi che sarebbero guizzate verso l'alto per definire una sorta di giglio che rimase là, a sei metri d'altezza, fluttuante. [Azione 4]Giglio di 4 Unità. Potenza 40.
    Rimane fermo là senza altri effetti.
    Brucerai, e dal fuoco sarai purificato!

    Riunione
    ...per questo, dopo aver confermato la cosa con Oboro, la traditrice...credo che le radici dell'albero siano l'obbiettivo del nemico. Vuole fare qualcosa col Vuoto, con il rapito e con i discendenti. Qualcosa che lo renderà più potente...o più completo. O qualcosa del genere. L'unica certezza è che dobbiamo fermarlo... Mi accigliai, dopo la lunga spiegazione delle mie indagini, nonostante l'eventuale occhiata torva di Akira. Uhm...ma mi state ascoltando? Il Jonin spadaccino era forse persino più svampito del giorno precedente (che il mio scherzo lo avesse confuso a tal punto?, mentre Masayoshi pareva ancor più taciturno. Fudoh-san invece era scostante e la cosa mi atterriva: uno come lui, un jonin tutto d'un pezzo e dalla mente brillante...cosa poteva aver scoperto in cima all'albero? Masayoshi, tu sei un bersaglio. Ma se scappiamo per metterti al sicuro comunque potrebbero usare il Chikuma rapito per i loro piani e non torneremo mai con abbastanza rinforzi, senza contare gli ostaggi. Sbuffai. Quindi, dato che ti verranno dietro, tanto vale usarti come esca...sempre che tu sia all'altezza. Non gli avevo chiesto se si sentisse all'altezza, non avevo rispetto per lui al momento, ma forse avrei potuto ricredermi. Fudoh-san, stai bene? Sicuro che non ci fosse resina velenosa o cose del genere? Posso esaminarti se vuoi... E nel dirlo avrei teso una mano nella sua direzione.

    Il mio piano è semplice. Andiamo verso le grotte e il canuon dove ora dovrebbero esserci l'ingresso verso le radici. Se ci saranno guardie cercheremo un approccio furtivo, in caso contrario libereremo la creatura d'inchiostro di Midori e la seguiremo fino alla sua creatrice. Il loro piccolo trucco si rivolterà contro di loro. Non sarebbe male legarle una cartabomba, se potessimo, così da creare confusione. A quel punto dovremo cercare di attirarli in qualche modo, magari con te come esca Masayoshi, verso i condotti che riempiremo di trappole man mano che procediamo...potremmo mettere il ragno in una bottiglia trasparente così da sapere la direzione senza che ci possa seminare, e poi liberarlo con la bomba legata. Spiegai, cercando l'approvazione dei presenti. Qualche suggerimento, Fudoh-san? Ignorai volutamente Masayoshi.

     
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    Nuovi viaggi mentali - Un Nuovo Masayoshi Shokuto


    Villaggio di Tsuya - Chapter X





    Il chakra dello Shokuto aveva trasformato quel deserto piatto e pacifico in un mare in tempesta.
    Correnti, onde ed eruzioni impedirono al demone di muoversi mentre il suo Jinchuuriki, considerato come l'acerrimo nemico da polverizzare, si immergeva nella nuvola di sabbia che non aveva nulla di diverso da quelle che rendevano inospitali certe zone dell'Anarouch. E mentre il chakra rilasciato dal Kiseki si sommava alla riserva del neo chunin, la cartabomba deflagrò come previsto sopra il Rokubi.
    Con il braccio disteso verso il nemico stordito, Masayoshi usò per la prima volta il potere del Kiseki. Le schegge di roccia emesse dal suo pugno destro si schiantarono contro la robusta pelle venefica del demone.
    È questo il suo potere? Non credeva ai suoi occhi. Molti avevano incassato quella tecnica e tutti si erano alzati da terra con un danno da contusione; non sarebbe più stato così: l'impronta dello Shokuto e la pietra creata dal Sesto Kazekage avevano incrementato notevolmente il suo effetto distruttivo, rendendolo quasi letale per un ninja inesperto.


    CITAZIONE

    Ti credi forte, Orfanello? Pensi che per quel sasso e quel simbolo puoi alzare la testa? Io esistevo prima di quei giocattoli!
    Io sono il Rokubi!
    Cosa pensi di poter fare contro di me???!!!!


    Avrebbe voluto rispondergli a tono, dare voce all'incendio che ardeva dentro di sé dopo l'ennesimo impedimento ricevuto, ma rimase in silenzio, concentrato e con il pensiero fisso sui possibili attacchi del Bjuu.
    In quel momento di fragile calma, lo Shokuto riuscì a percepire i pensieri e le emozioni del suo avversario, compresa l'aura di potere emessa dal suo corpo, che aveva avvelenato l'aria e il terreno. Il confine tra demone e Jiinchuuriki era così debole da permettere al neo chunin di percepire il sigillo di contenimento di Hoshikuzu.
    Il ringhio del Sei Code mise a dura prova la concentrazione dello Shokuto. Altrove si sarebbe dato alla fuga, riparandosi sotto i soliti dolci ricordi che la sua mente evocava per proteggerlo, ma quel giorno sarebbe andata in modo diverso; Masayoshi aveva deciso di ribellarsi a una tirannia durata troppo a lungo.


    Piantonato su quel terreno sabbioso, il demone affidò la sua vittoria alla potenza delle sue code, che immense sia in larghezza sia in lunghezza , fluttuavano nell'aria come bandiere, letali come serpenti. Due di esse scesero a un metro da terra, in una spazzata a 360 gradi che mirava a disintegrare ogni oggetto presente nel raggio di dieci metri, compreso il povero Shokuto, che dopo il suo attacco non aveva pensato di indietreggiare.
    Un errore madornale.
    O un opportunità per il Vuoto.

    Sgranò le palpebre e nei suoi occhi apparve quel terrore di cui il demone amava cibarsi. Era la ciliegina sulla torta, il mascarpone sul tiramisù.
    Come un topolino in trappola, Masayoshi incassò il colpo, proteggendosi il fianco con il parabraccia in acciaio, il giubbotto rinforzato e uno strato di chakra affine al Doton opportunamente modellato con una delle tecniche che aveva appreso dopo l'avventura all'Abete. [TB]
    L'urto fu tremendo, così potente da diradare in un battito di ciglia la densa coltre di sabbia sollevata dal terremoto, lanciandola verso quell'orizzonte illusorio che assisteva al combattimento del suo Guerriero del Vuoto.
    Lo strato protettivo di puro chakra sembrò sul punto di spezzarsi sulla zona centrale, e se non fosse stato per le protezioni e la resistenza aumentata, l'osso del bacino si sarebbe frantumato, obbligandolo alla resa. [Danni]Potenza: 100
    Protezione: 35 (Parabracci)+ 20 = 55 -> 45 + 6*5(Forza/Res) -> 75

    Stritolata da un dolore insopportabile la sua mente volò altrove, come il suo corpo, lanciato verso l'esterno con la stessa facilità di un dardo scagliato da un Jonin.
    Come per altri Guerrieri prima di lui, Il Vuoto aveva deciso di procedere con le maniere forti.

    Il sole era sul punto di salutarli oltre l'orizzonte dell'Anarouch, dopo aver colorato il cielo con una tavolozza di colori che avrebbe emozionato anche il pittore più scapestrato. Suo nonno - che di anni ne aveva ben sessantasette - non ricordava un tramonto così emozionante.
    Ma non erano giunti lì per ammirare un tramonto. Avevano camminato per circa tre ore verso Ovest, oltre i territori accademici, per raggiungere la piana in cui viveva qualcuno che suo nonno ammirava. Masayoshi aveva dieci anni e la sua chioma era interamente rossa, ad eccezione di un piccolo ciuffo bianco che gli spuntava sulla tempia destra.
    Sulle prime non aveva creduto a suo nonno, infondo chi vivrebbe in quelle terre così aride? Quando affacciò oltre la roccia dietro cui si erano nascosti, Masayoshi non vide né un villaggio né una comitiva di essere umani, bensì un branco di iene.
    Ne contava almeno venti, sparpagliati per tutta la piana.
    Alcuni esemplari erano enormi, altri più piccoli, sebbene sembrassero anziani e non cuccioli.

    Sembrano cani, ma più grandi. Esclamò lo Shokuto, emozionato. Non aveva mai visto delle iene. Impiegò un secondo per formulare la domanda che suo nonno attendeva.
    Non vedo nessuno qui, solo iene. Perché mi hai detto.. Venne interrotto. Suo nonno gli stava indicando qualcuno.
    Gli occhi di Masayoshi iniziarono a brillare.

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    Su uno spuntone di roccia che s'innalzava per diversi metri, oltre la pianura occupata dal branco, era disteso un esemplare maschio di medie dimensioni, situato laddove vi erano solo femmine, più grandi e alte di lui; esse seguivano la dozzina di cuccioli nella fase di addestramento che prevedeva lotta e coordinazione, tutto nascosto sotto forma di gioco.
    Quel maschio aveva il manto striato tappezzato di cicatrici. Un orecchio e la coda gli erano stati strappati.

    Cosa gli è accaduto? Quale passato legava quel mammifero al suo antenato?
    Lo liberai quando avevo venti anni, in una delle prime missioni che ho svolto per Suna. Esclamò suo nonno, in un sorriso carico di malinconia.
    Il commercio di iene era molto redditizio per la loro carne e per alcune credenze religiose ormai sparite. Per fortuna. Sospirò, poi le sue labbra si piegarono in un secondo sorriso. Masayoshi capì che suo nonno si era immerso completamente nei propri ricordi.
    Era stato torturato per giorni, forse mesi. Quando lo liberai scappò via, rifugiandosi in una grotta. Io cercai di tirarlo fuori da lì, ma non ci fu verso. Poi scoprì che sono animali notturni e mentre io dormivo lui usciva. Ridacchiò. Ehy. Non c'erano tutti quei libri che avete oggi. Si era ignoranti nei piccoli villaggi. Continuò a dare voce alle immagini che scorrevano davanti ai suoi occhi. Fino a quando, una mattina tornai e vidi un accampamento poco lontano. Erano altri torturatori, amici di coloro che sconfissi. Erano tornati. Forse per vendetta, forse no. Ma assistetti a cosa quel maschio fece. Alzò la voce, noncurante di essere udito. Li affrontò e li sconfisse, anche se stavano catturando esemplari estranei al suo branco. Riesci a crederci? Li uccise tutti, dal primo all'ultimo. Devi sapere che quei bastardi avevano armi appropriate, non kunai o shuriken, roba da far impallidire gli esemplari femmine, più grandi e robuste. Molte di loro scapparono senza difendere i loro cuccioli. Ho assistito inerme e meravigliato alla sua furia e non ci fu lancia elettrica in grado di farlo indietreggiare. Che splendido coraggio!!!
    Si mise seduto e invitò Masayoshi a fare lo stesso.
    Lo persi di vista, ovviamente, ma lo intercettai qualche giorno fa dopo anni e anni di assenza. Ora quando ho tempo vengo qui per ammirarlo, sperando di trovarlo. Annuì. Ho voluto portarti con me perché dalla sua storia, da quello che ho visto di lui, ne ho tratto un insegnamento e voglio condividerlo con te.

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    Perché ha avuto il coraggio di affrontare quei bastardi? Mi sono documentato a Suna e ho scoperto che non sono mai stati registrati aggressioni a uomini da parte di iene. Da questa informazione ne ho dedotto che la loro evoluzione non li ha forniti del coraggio per ingaggiare un combattimento contro di noi.
    Ricordò di aver risposto, ma in quel flashback vide solo suo nonno fare cenno di no.
    Sarebbe potuto scappare no? La verità è che quella iena ha saputo trasformare tutto il dolore, la sofferenza e l'esperienza vissuta con i suoi aguzzini in forza e coraggio. Non dirmi come. Dovremmo chiederlo a lui. Forse non li temeva più.. si era così abituato alle loro torture da non temere più quella sofferenza.
    Suo nonno continuò a parlare e a dare voce ai suoi pensieri, ma Masayoshi non riuscì a sentirlo. Il ricordo iniziava a sfaldarsi. Prima scomparirono le iene, poi la piana e infine suo nonno.


    Si materializzò al fianco di Pangu e di sua moglie, di fronte a una giovane Lianshi-sama che aveva all'incirca la sua stessa età, poi il Vuoto lo riportò all'Abete, sopra a  ciascun portale costruito, dedicato e difeso dal rispettivo Guerriero del Vuoto. E li lo Shokuto conobbe ogni singolo sottoposto di Pangu. Avrebbe dimenticato tutto, questa era ovvio, ma nel breve termine quel viaggio era ciò che ci voleva per destare dal sonno il talento di Masayoshi.


    Quando il Vuoto lo ritenne sufficiente, a Masayoshi fu permesso di aprire gli occhi. Era a mezz'aria, trascinato dallo spostamento d'aria generato dal primo colpo del demone. Molto di quanto osservato e udito era ancora vivo nella sua mente. Non reagire sarebbe stato impossibile. Il dolore che lo aveva spento scomparve.

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    Modulò il chakra adesivo e pattinò sul deserto in subbuglio.

    Quando le altre due code saettarono per colpirlo con un colpo obliquo, Masayoshi non si scompose: un elevata quantità di chakra fluì nei muscoli della gamba su cui aveva concentrato il proprio peso; a quel punto, con il baricentro già abbassato, per il Jinchuuriki fu sufficiente ed eseguire un balzo all'indietro, portandosi così a una distanza maggiore di dieci metri. [SD I]Riflessi: Blu + 4 (Mediobasso)
    L'impatto delle code con il terreno generò un secondo terremoto.
    Aveva schivato il colpo per miracolo, forse per fortuna, ma quando i loro sguardi si incrociarono, gli occhi di Masayoshi brillavano di una luce misteriosa.

    Cosa gli stava nascondendo? Il Rokubi lo conosceva più dei suoi compagni sunesi. Poche volte il ninja dai capelli bicolore era stato così sicuro delle sue potenzialità: al cospetto degli Hayate il suo cuore aveva tremato di paura, davanti al Veterano era stato sconfitto senza nemmeno ricevere un attacco diretto, e quando era stato sottoposto alla prova di Hoshikuzu, Masayoshi aveva resistito all'acido corrosivo per puro caso. Dal giorno in cui era stato obbligato a convivere con quel ragazzino, l'allora Genin l'aveva sempre ignorato, terrorizzato anche solo all'idea di poter interagire con il suo stesso Bjuu.
    Solo qualche secondo prima, al Rokubi non poteva essere sfuggito quel briciolo di paura nel volto dello Shokuto.
    Dov'era la sua rassegnazione?

    Per un demone non sarebbe stato complesso decifrare quel rebus. La sua esperienza con gli esseri umani era millenaria; sarebbe stato sufficiente chiudere le antenne e immergersi nella mente e nel cuore del Jinchuuriki.
    Il ragazzo non lo temeva. Non aveva più paura di lui.


    L'ho capito troppo tardi. Pensò, e mentre volava verso sinistra per schivare l'enorme sfera di acido, il sorriso di Masayoshi si allargò. [SD II]Riflessi: Blu + 4 (Mediobasso)
    E tu ci sei arrivato. Disse a voce alta, complimentandosi come se il Rokubi fosse uno studente affetto da basso QI intellettivo. Tutto questo mentre le liane composte da acido e chakra gli immobilizzavano gli arti superiori, le gambe e la testa, stringendo ogni zona intrappolata in una morsa che avrebbe spezzato lo spirito di ogni ninja. Ma non quella di quel Masayoshi che era cresciuto di dieci anni in un batter d'occhio. Nei suoi occhi non vi era alcun briciolo di paura. Aveva già provato quel dolore, anni prima, nel sarcofago dove il demone lo aveva atteso per divertirsi con il suo acido corrosivo. E seppur ogni dolore fosse reale...
    ...Questo è il mio mondo. E non aveva alcun collegamento con quello esterno.
    Puoi stringere quanto vuoi. Hai già sciolto il mio corpo con il tuo acido. Hai già torturato la mia mente. Quasi ogni notte. Il suo sorriso celava una nota di malvagità. Ricordi? Cosa aveva visto il chunin per cambiare atteggiamento in modo così repentino?
    Mi hai piegato, mi hai umiliato, mi hai terrorizzato, mi hai costretto a vivere veri e propri incubi ad occhi aperti...ma non mi hai mai sconfitto. Sei rimasto sempre dietro quelle sbarre Il demone avrebbe provato una brutta sensazione. Un pericolo in arrivo? Perché quel ragazzo aveva lo sguardo di un demone?
    Mi hai solo potenziato, reso insensibile alle tue torture, e ora quell'orfanello moccioso, come tu mi chiamavi....L'aria attorno al suo corpo divenne incandescente.
    Fece fluire il chakra nel Kiseki e la sabbia iniziò a mulinare attorno alle sue gambe, poi sul busto e infine attorno alle sue gracili braccia, senza risparmiare le liane corrosive. Sotto il suo ciuffo rosso e bianco era apparso il simbolo del Vuoto. Nulla a che vedere con quello che Akira aveva ammirato. Questo emetteva un bagliore quasi accecante.
    L'addestramento di Masayoshi era iniziato e il Jinchuuriki aveva già guadagnato il titolo di apprendista.
    A dieci metri di distanza, il demone avrebbe percepito un leggero disorientamento, come se il mondo si fosse capovolto attorno al suo nemico, più e più volte.
    Ti ha in pugno! Tuonò, senza nemmeno alzare la voce. Non vi era desiderio di vendetta in quella semplice frase. Le pupille scomparvero. I capelli si illuminarono, percorsi da una scarica di chakra proveniente dal Tantien. Come era accaduto nel breve scontro con Akira, il chunin fu pervaso da un aura argentea di pura potenza, squarciata da fasci di luce arancione emesse dal Kiseki. [Attivazione Chakra del Demone]Livello 1

    jpg



    Con un semplice passo in avanti, il chunin si liberò della presa del demone. [SA I]Forza: Blu + 2 (Attivazione Lv.I con malus Riflessi 1 tacca) + 6 (Medio) + 2 (Furia Demoniaca) -> Nera+2 (OverCAP)
    1 Leggera da Sovraimpasto.

    Sentì i muscoli raggiungere il proprio limite e superarlo. Ci fu dolore, una fitta tremenda che si propagò su tutto il suo corpo, ma Masayoshi riuscì a resistergli, forte della consapevolezza che, in quel mondo, il suo fisico non entrava minimamente in gioco.
    Non è aria ciò che sto respirando. Continuò a camminare in direzione del demone, lasciandosi alle spalle gli artigli di chakra spezzati.
    Te lo spiegherò con parole semplici: sei nello spazio che il Vuoto ha creato per iniziare l'addestramento che mi permetterà di padroneggiare la mia declinazione. Solo un pazzo può credere di poter apprendere questo enorme potere solo pensando ad esso, alla declinazione o al sigillo. Un Guerriero del Vuoto è un pilastro a difesa dell'umanità e la sua mente, come il suo corpo, deve essere impenetrabile. L'aveva appreso dall'esperienza di vita di Lianshi-sama e altri shinobi. 
    Tu sei un valore aggiunto. Un banco di prova per migliorarmi. Sei qui per questo. Il Vuoto ti ha soverchiato e ti ha spedito in questo luogo come oggetto di prova per il suo Guerriero. Dici che mi impedirai di apprendere il Vuoto, ma ogni tua resistenza, ogni tuo colpo mi sarà utile per apprendere. Diciamocelo, sei alla stregua di un pungiball che mi motiva.
    Osò allargare le braccia, quasi a dimostrare di non temere un suo contrattacco o la disattivazione di qualche potere.
    Aveva il perfetto controllo della situazione.

    Calmati, non serve agitarsi né minacciarmi. Non mi fai paura, te l'ho detto. Cosa puoi farmi di nuovo? Mi hai torturato già in ogni modo possibile, così tante volte che quasi mi annoierei... La sua voce si sporcò di una nota di tristezza, poi la sua testa ciondolò in una smorfia di disappunto.
    Ma ora sto perdendo tempo. Ora ho uno scopo in più per vivere.
    Scattò verso il demone. [SA II]Movimento più salto. A metà strada sguainò la stessa Katar che era esplosa a causa della cartabomba. Non c'era nulla di cui stupirsi. Erano entrambi in un mondo governato dal volere del Vuoto. E un'altra prova di tale fatto, il demone l'avrebbe avuta l'istante successivo, quando il chakra furioso dello Shokuto fluì a terra.
    Abitudine. Scherzò tra sé e sé, mentre il terreno eruttava un onda alta quasi due metri, in movimento verso il corpo del demone. L'impatto non sarebbe avvenuto frontalmente, ma di lato, come se l'emissione fosse avvenuta alla sua sinistra. [TA]Conc: Blu+2

    All'istante successivo, Masayoshi apparì davanti al volto del Rokubi senza temere alcun contrattacco.
    Con la spada distesa fino a dietro la schiena, Masayoshi sfruttò l'energia accumulata dall'arma per sferrare un possente fendente obliquo verso le lunghe antenne del demone.
    Mirò a metà della loro lunghezza. La lama d'acciaio disegnò una traiettoria obliqua, dall'alto verso il basso e da destra verso sinistra.

    APPARENTEMENTE.


    La realtà sarebbe stata ben diversa. Con il simbolo attivo e la piena consapevolezza di quale fosse la sua vera declinazione, il colpo sarebbe giunto da dietro, come se Masayoshi fosse sempre stato alle spalle del Bjuu.

    Non ci sarebbe stata via di scampo per il Rokubi, salvo sorprese da quell'essere che probabilmente ribolliva di rabbia per l'umiliazione inflittagli dal ragazzo con il suo discorso privo di paura. [SA III]Velocità: Blu + 4; Forza: Blu+


    [Riunione]


    CITAZIONE
    Masayoshi, tu sei un bersaglio. Ma se scappiamo per metterti al sicuro comunque potrebbero usare il Chikuma rapito per i loro piani e non torneremo mai con abbastanza rinforzi, senza contare gli ostaggi.Quindi, dato che ti verranno dietro, tanto vale usarti come esca...sempre che tu sia all'altezza.

    Nessun problema. Annuì, sicuro di quanto affermato con quella risposta. Poi Yato ebbe una buona idea su come sfruttare la creatura d'inchiostro di Midori.
    Tanto vale che sia io a seguire la strada che ci porterà dai nemici. Due piccioni con una fava. E mentre si sarebbe mosso nella grotta, i tre ninja avrebbero potuto disseminare in giro le loro trappole. Terrò io la bottiglia, anche con una cartabomba legata alla creatura.
    Non aveva notato che il foglioso si era voltato esclusivamente verso Fudoh.


    Chakra: 75/75
    Vitalità: 16/16
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 500
    Velocità:  500
    Resistenza: 500
    Riflessi: 500
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 500
    Agilità: 500
    Intuito: 500
    Precisione: 500
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Rotolo da Richiamo × 1
    • Rivestimento Mimetico × 1
    • Coltelli da Lancio × 4
    • Katar del Deserto × 1
    • Giubbotto Rinforzato × 1
    • Antidoto Intermedio × 1
    • Kunai × 6
    • Parabraccia in Ferro × 1
    • Tonico di Ripristino Medio × 1
    • Maschera × 1
    • Cartabomba II × 1
    • Tonico Coagulante Medio × 1
    • Kiseki Arancione × 1

    Note
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