Il recupero della nave di Tasaki Moyo

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  1. leopolis
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    La Nave di Tasaki Moyo


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    Mentre la battaglia infuriava in quel mare aperto di tutto mi potevo aspettare, ma non che fosse così forte. Il mostro dei mari, come avevamo battezzato quella strana creatura, mi aveva dato del filo da torcere. Persino un po' troppo filo da torcere e nonostante tutti i miei sforzi dovevo dire che per poco non passavo a miglior vita a causa di quel mostro dell'acqua. Non mi aspettavo di vederla tornare a quella specie di sembianze umane che la contraddistinguevano. Era sì una vera sorpresa quella. Una sorpresa, a dire poco. Ma fu anche grazie a quella sorpresa che le mie lame iniziarono a penetrare pelle e carne tagliando a destra e a sinistra come sempre. Gambe, carne, ossa, braccia... Amavo quella strana sensazione. Amavo percepire come il metallo si addentrasse nella carne. Amavo sentire quella specie d'impressione di dolore che le mie vittime avevano. Ero una brutta persona, devo dire. Prima le feci saltare gli arti inferiori, tant'è che la nostra Kagome si ritrovò senza un appoggio. Poi tutto fu più semplice e con la mia furia, sostenuta anche da una velocità niente male, mi fiondai sul mostro dei mari pronto a decapitarla privandola della sua testa. - Ah? - chiesi abbastanza sconvolto da quella richiesta di fermarsi. Era mai possibile che arrivasse proprio in quel momento? Perché tutti supplicavano di fermarsi quando ormai erano in punto di morte? Osservai tutto ciò che né restava dopo il mio intervento scomposto da macellaio qual'ero, in effetti, e mi grattai i capelli sulla nuca con una delle mie spade. - Che c'è? - chiesi serio prima di sentire che dovevo aspettare. Sì, ma cosa? - volli chiedere quasi e invece non dissi nulla continuando a osservare abbastanza confuso il corpo di quel coso. Cos'è che voleva non mi era chiaro e restava ignoto e non è che volessi scoprirlo chissà quanto. Fermai la lama e notai le lacrime che iniziavano a scenderle lungo gli occhi. - Ora ti metti a piangere? - chiesi curioso dopo essermi grattato il mento. Poi notai l'indice puntato verso Eiko. - E tu da dove cazzo salti fuori? - chiesi con la mia espressione vivace di sempre.



    Io un'unica cosa sapevo fare: tagliare. E tagliavo abbastanza bene qua e là, a destra e a sinistra. Poi arrivavano loro, si mettevano a piangere e mi rendevano le cose abbastanza complicate. Diavolo quanto odiavo le scelte! Quanto odiavo farle, le scelte! Odiavo essere libero di fare le scelte. Qualsiasi cosa facessi, qualsiasi cosa potessi fare, mi ritrovavo sempre in una situazione di merda. Era un labirinto senza uscita, un corridoio buio. Ogni tanto mi sembrava persino che quella gente mi prendesse per il culo, sapete. E sospettavo ancora che tutto quello potesse essere qualche teatrino stupido messo sù dal mostro del mare per darmi un ulteriore fastidio. Così, dopo qualche secondo di esitazione e con la lama già puntata al suo collo, sospirai. - Quanto vi odio tutti quanti. Non vi immaginate nemmeno. - In effetti, nonostante odiassi lei e tutto quello che aveva causato e tutta la situazione del cazzo nella quale mi ero ritrovato per colpa dei kiriani, era anche vero che in qualche modo bisognava finire tutto quel strano teatrino. Guardandola dall'alto in basso, poi, mi faceva pietà... o quasi tenerezza. Certo, avevo sempre una grande voglia di continuare a tagliare, quel genere di missione che mi aveva dato una così grande soddisfazione. Ma potevo mica non concederle un ultimo atto, qualche genere di parola finale prima della morte?



    - Va bene, - sospirai infine. Presi ciò che restava di Kagome e andai da Eiko tenendo Kagome sotto l'ascella, come se fosse un pacco. Poi la appoggiai davanti a Eiko. - Poste Otesi. Corriere espresso Tasaki Moyo. C'è un pacco per lei. - A quel punto fu Kagome a darsi da fare dicendo di avere qualcosa nelle tasche. - "Sicuro è una bomba che ci secca tutti." - pensai prima di prepararmi a saltare via evocando anche qualche specie di difesa intorno a me. In realtà Kagome tirò fuori dalla tasca una qualche specie di boccetta dal colore viola. A quel punto pensai che fosse qualche veleno o qualcos'altro che ci avrebbe ben presto ingannato in qualche modo. Alla fine dei conti, da una che trasmetteva i genjutsu per via degli odori mi potevo aspettare letteralmente di tutto. - Hey! - Dissi puntandole di nuovo la katana verso la gola. - Niente scherzi con i tuoi genjutsu che si trasmettono per mezzo dell'odore! - la avvisai serio nel volto, ben conscio anche del fatto che se avesse fatto qualcosa saremmo probabilmente caduti nel genjutsu senza riuscire più a uscircene. Come pensavo ben presto la droga o quel che è iniziò a fare il suo effetto e, non so Eiko, ma io iniziai a vedere cose strane. - "L'avevo detto... ci ha drogati..." - pensai capendo che in qualche modo dovevamo pur sempre liberarci da quel tipo di arte illusoria o qualsiasi cosa fosse. Comunque sia, per un po' di tempo non feci nulla, ma mi godetti tutta quella visione, quasi come se fosse una specie di film e mi mancavano soltanto i popcorn e le patatine con il succo d'arancia. Per dirla brevemente raccontava un po' della storia di Kagome e del mostro dei mari e io ero lì che sbattevo il piede per terra aspettando che tutta quella visione finisse per continuare a fare quello che sapevo fare meglio. Poi, quando la visione finì, guardai Eiko e guardai Kagome. Sbadigliai. - Mica sapete che ora è? - chiesi. - Voglio proprio farmi una bella tazza di tè con del limone e un goccio di latte, come mi aveva fatto Tanaka.. A proposito, - continuai guardando le due, - sapete mica dove diavolo è finito quel terrorista? - In effetti guardando in giro non riuscivo proprio a vederlo e l'ultima volta che lo avevo visto era stato colpito dalla zampona gigantesca di quel mostro marino. - Se è andato da qualche parte a bere il tè senza di gli rompo la mandibola. - D'altro canto dove mai poteva egli andare a bere il tè? Alla fine dei conti gli avevo tagliato niente popò di meno che la nave. Con una nave in meno di quella che si meritava difficilmente poteva bere il tè senza il miglior bevitore di tè del continente.



    Solo dopo notai lo sguardo di Eiko, quello interrogativo, che mi stava chiedendo cosa fare ora. - Prego Eiko. Figurati. Tutti sarebbero persi senza di me. Del resto sono io, no. - - Per quanto riguardava la domanda, sbadigliai facendo un cenno con le spalle come per dire: fai ciò che vuoi. Dalla bocca, però, uscirono altre considerazioni. - È un'ingannatrice. Una maestra delle illusioni. Ma credo che abbia anche del buono dentro. E credo che possa usare le proprie capacità per rendere questo mondo migliore. Per esempio potresti farle pascolare le pecore, che ne so? - chiesi ridacchiando. Poi mi avviai verso la barca con il menomato del cazzo che mi ero portato dietro. Magari almeno lui aveva ben pensato di preparare del te? Difficilmente.

    [...]


    Per niente convinto dalle parole dell'ormai ostaggio, Sekiro iniziò a fare delle domande a sua volta. Certo, era un bel rompicapo anche per lui considerando che tutta quella situazione era ormai molto più difficile e imprevedibile di come poteva sembrare a una prima vista. Rivolgendosi alla Donna come "Donnola" Sekiro si beccò uno sguardo a metà tra l'offeso e il furioso, prima che la Donnola potesse ribadire che: - Mi chiamo Komaki-kama. - Il vero era che tanto ciccione quel pirata ciccione tanto ciccione non era, dopotutto. Uno normale, per così dire. Uno che evitava il fast-food di Konoha, ma che ogni tanto poteva riempirsi del ramen. L'ostaggio ascoltò le parole di Sekiro e ribadè quando detto prima: - Ho detto che mi arrendo. - Disse alzando di nuovo le mani in segno di resa e facendo il cenno di scrutargli pure nella testa, tanto non è che avesse chissà cosa da nascondere. E così Komaki fece quanto chiesto appoggiando una mano su quella testa di cazzo che il pirata si ritrovava e iniziò a leggergli - ST1Interrogazione Mentale
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Tocco (1)
    L'utilizzatore può interrogare direttamente la mente di una vittima posando una mano sulla sua testa. Può essere utilizzata anche su bersagli incoscienti, riuscendo a comunicare mentalmente. L'utilizzatore vedrà le immagini dei pensieri superficiali della vittima, la quale è consapevole dell'interrogazione. Per mostrare un'immagine diversa dal reale pensiero è necessaria molta concentrazione, uno slot difesa e un consumo pari a medio ogni domanda. Ogni domanda oltre alla prima richiede slot azione/tecnica.
    Tipo: Ninjutsu - Supporto
    Sottotipo: Supporto
    (Consumo: Mediobasso ogni domanda)
    [Da genin in su]
    nella mente.
    Alla prima domanda lo Shinretsu rispose chiaramente: un nukenin di Kiri. Uno fuggito dal clan Shinretsu. - Satoshi Shinretsu. - - disse la donnola comunicando a Sekiro anche a proposito del fatto che fosse un ninja di Kiri fuggito da Kiri. Ebbene, anche grazie alle informazioni fornite dallo stesso nukenin si poteva dire che egli non fosse propriamente un nukenin: era fuggito ancor quando era piccolo, quasi un bambino.
    Alla seconda domanda Satoshi rispose altrettanto brevemente: - Difesa, - disse la donnola. - Hanno pensato che li stessimo attaccando e hanno agito di risposta attaccandoci. - considerando com'era finita la nave di Tanaka, era difficile dar loro torto.
    Alla terza domanda la falcidonnola vide addirittura una piccola storia. Dopo essre fuggito da Kiri, difatti, per molto tempo Satoshi vagava in cerca di nulla. La famiglia naturale l'aveva rifiutata; era solo in mezzo al niente. Dopo aver trovato Tanaka, quest'ultimo decise di far entrare Satoshi nella sua ciurma prendendolo come un figlio adottivo. Fu questo che la falcidonnola disse: - Padre adottivo. -
    Infine, all'ultima domanda la falcidonnola scosse la testa. - Si è arreso, ma ci considera ancora dei potenziali nemici. - A quel punto la donnola sarebbe caduta a terra abbastanza senza forze. XHa consumato 7 bassi, 1 slot tecnica e 3 slot azione. Considerando l'enorme sforzo in termini di chakra, elevato anche per le creature d'elité di Tasaki Moyo, Sekiro avrebbe dovuto legare il prigioniero da solo qualora l'avesse voluto. Certo è che sarebbe stato divertente vedere come un disabile di mani e di testa legasse un tizio con la corda.

    [...]


    O almeno era quel genere di cose che avrei voluto vedere io almeno una volta nella vita. E a dirla tutta era anche quel genere di cose che speravo di vedere avvicinandomi alla barca mentre camminavo sull'acqua. In realtà non vidi che la mia donnola che mi guardava storto, un tizio a me sconosciuto con le mani in alto e l'handicappato con la wakizashi rivolta verso il tizio. - Beh, noto che sei sopravissuto. E' una bella notizia. Magari riuscirai a diventare un buon soldato prima o poi. - Poi guardai il tizio seduto con le mani in alto. - E tu chi cazzo saresti? - chiesi prima di rivolgere lo sguardo verso gli altri. - Sta tempesta mi ha fatto venir voglia di bere del tè caldo. - Dissi accomodandomi sulla barca vicino al prigioniero. Poi feci il cenno con la mano come per dire di remare che volevo tornare sulla terra ferma e bere il mio tè. Tanto se avevamo un ostaggio, avrebbe remato lui, no? Col cazzo che lo avrei fatto io dopo tutto quello che avevo fatto.

    Io, dal canto mio, semplicemente sbadigliai, mi accovacciai nella posizione dell'embrione in uno degli angoli della barca e mi misi a dormire. Non prima di aver detto agli altri di non svegliarmi prima dell'arrivo sull'isola.






    Chakra: 14,25/80
    Vitalità: 3,25/20
    En. Vitale: 17,25/34
    Statistiche Primarie
    Forza: 675
    Velocità:  650
    Resistenza: 500
    Riflessi: 625
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 600
    Agilità: 675
    Intuito: 625
    Precisione: 600
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    4 (Bonus Agilità): Inutilizzabile
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Equipaggiamento
    • Tonico di Recupero Medio × 0
    • Tonico di Ripristino Medio × 0
    • Tonico di Recupero Minore × 1
    • Katana × 2
    • Veleno Debilitante B1 (5 dosi - sulle katane) × 1

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