Il Mistero del Fabbro

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    Il Ritorno di Meku


    XII






    Raizen annuì alle considerazioni di tutti i jonin presenti, arrivando però alla conclusione che quella pista si esauriva lì, nel bene o nel male.
    Certo, questo voleva dire che non c’erano ulteriori preoccupazioni o pericolosità legate alla sua persona ma non apprezzava comunque che le domande rimanessero senza risposta.

    Sai dirmi di più sui Kirin, Soken?

    Non chiese ulteriori informazioni sul secolo oscuro visto che lo Hyuga pareva avesse esaurito le sue conoscenze in merito, nonostante tempisticamente parlando pareva che quella potesse essere la battaglia di Tian.

    Sembra che tu abbia avuto un qualche tipo di contatto con loro, come sai sono legato ai draghi ed il nome di Ryujin non mi è nuovo, forse non otterrei tanto di più di ciò che hai ottenuto tu dal kirin, ma cercando informazioni differenti il risultato potrebbe essere un altro.
    Le dimore di queste creature dicono spesso più di quanto non farebbero loro stesse.


    Lo affermò pensando a quello che aveva trovato nei fari dei suoi draghi, anche se trovava curiosa l’assenza di informazioni di quel secolo nei fari, possibile che tian non fosse ancora legato a loro?
    Lo trovava strano visto che al momento l’unica connessione pareva essere Ryujin, sempre che stesse mettendo i tasselli al giusto posto.

    Dimmi, il rifiuto di quella creatura ti è sembrato… naturale?
    Come abbiamo visto l’assenza di informazioni è una strategia ricorrente per lui.
    E non posso evitare di pensare che quelle creature siano state influenzate in questa decisione... quantomeno per ciò che capisco al momento.


    L’affermazione di Tetsuba non gli permise di trattenere un sorriso.

    Ne saresti davvero in grado?
    Nel loro terreno simili creature hanno un potere del tutto fuoriscala e il loro intelletto non è certo da meno.


    Era abbastanza curioso in realtà di capire quanto il suo titolo fosse meritato, anche se i più maliziosi visto il carattere potevano attribuirlo a particolari abilità che esulavano dai convenzionali campi di battaglia.
    Ottenute quelle risposte avrebbe salutato i presenti.

    Bene, penso che abbiamo concluso qui.
    Vi ringrazio per la vostra consulenza.
    Se avrò aggiornamenti sarete i primi a riceverli.
    Soken, se pensi che ci sia una strada da percorrere con quel sigillo inizia pure ad intraprenderla, se riusciamo a creare qualcosa che anche i genin possono sfruttare sarebbe meglio.
    Avrei voluto scoprire di più, ma avere la certezza di che Konoha è nuovamente al sicuro è già qualcosa.


    C’erano ancora tante domande, ma purtroppo non avrebbero trovato risposta lì.


    […]

    I giorni passarono tra eventi tutto sommato di routine, purtroppo, tranne per la piovra ricevuta da Febh, che gli sembrò un ottimo modo per sdebitarsi con Li-Wen ed al contempo allontanare Youkai il tempo necessario a consegnarla al ristoratore.
    Non conosceva minimamente quella che pareva essere una leccornia, ma se quello vendeva quella schifezza delle paludi di sicuro avrebbe trovato il modo di agghindare in maniera commestibile anche quella leccornia otese.
    Quando giunse il messaggio di Midorinaka si sarebbe quindi recato nella sua cantina personale e, povero sciocco, avrebbe cercato per qualche mezz’ora una bottiglia in grado di stupire entrambi, certo le vigne dell’artiglio erano sempre un colpo sicuro, ma questo le rendeva prevedibili e ne toglieva la sorpresa.
    Avrebbe scelto qualcosa di forte, di raro.
    C’era una piccola fascia costiera nei terreni della Sabbia in cui erano riusciti a produrre qualcosa di eccezionale, il costante sole ed un particolare innaffiamento sottosuolo permetteva un utilizzo di pesticidi praticamente inesistente ed insieme alle arti della terra sunesi era garantito anche un dissodamento che permetteva alle piante di arrivare a nutrimenti e minerali praticamene sconosciuti che legati all’aria marina davano vita ad un vino corposo e, come recitava l’etichetta, speziato come il vento del deserto.
    Non che ci credesse tanto visto che sapeva di polvere, ma con quell’allegoria probabilmente facevano riferimento alla loro particolare cucina.
    Stava per uscire con una sola bottiglia ma tornò indietro e ne prese una seconda per accontentare la beona minorenne.

    Non anticipo nulla, stappa, versa, decanta, annusa e bevi.
    E dopo rifletti.
    Senza saltare i passaggi, l’Arido se lo merita.


    Era un vino recente, e andavano di moda i nomi essenziali.
    Le allungò una bottiglia debitamente impacchettata, poggiando l’altra sul primo tavolino disponibile.
    Il saluto laconico di Meku per poco non gli fece alzare gli occhi al cielo, si trattenne solo perché probabilmente qualsiasi cosa che non fosse respirare avrebbe infastidito il fabbro.

    Come sempre Meku.

    Si sedette sulle poltrone concesse dal fabbro ricordavano la terra appena dissodata, incredibilmente piacevoli per essere di terra.

    Lasciamo stare l’accordo col mio predecessore, è evidente che andrà rivisto ed ammodernato.
    Ma non è decisamente la priorità in questo momento.
    Sembra che seppure inconsapevolmente mi hai reso un favore, per cui diciamo che siamo pari, disfa pure i bagagli.


    Non nascose il sorriso capendo che Midorinaka poteva obbligare Meku a fare qualcosa.

    Sembra che all’inferno ti abbiano armata per benino quindi, mi sembrava strano che Meku partisse come un petardo per una richiesta simile.

    Quando Meku tentò di difendersi affermando che il suo non era un reato la mano di Raizen lo invitò ad andare avanti, l’affermazione lasciava il tempo che trovava e per di più in un altra situazione non sarebbe stata certamente in grado di aiutarlo.

    Procedi pure, come detto non è questo che ci interessa, avrai capito che il problema vero è più grande.
    Ricordare comunque è un parolone, ci sono letteralmente sbattuto contro.


    Avrebbe quindi ascoltato senza fiatare quel resoconto che, grazie alle sue piccole indagini lo sorprendeva meno di quanto avrebbe dovuto.

    Quindi tu mi hai ucciso e bruciato… e hai lasciato la cenere in giro tutto quel tempo?
    Ho anche trovato capelli che potevano essere miei, e mi son chiesto come mai questa disattenzione, solitamente sei più... attento.
    E poi, se il tutto è stato così concitato… come ho fatto a piazzare dentro il tuo interfono questi fogli?


    Avrebbe allungato verso di lui i fogli ritrovati la settimana precedente.

    Su di essi sono riportati tutti i momenti di vita del clone, inclusi gli ultimi… cosa è successo dunque?
    Possibile che non ti sei accorto che uno dei tuoi oni era otturato?


    Era seduto, e solo apparentemente tranquillo, ma aver visto che il combattimento con Ozma l’aveva quasi reso un Aspetto rendeva la posizione di Meku incerta seppure potesse esserne inconsapevole, cosa che tendeva i suoi muscoli, non tanto alla ricerca di armi inutili quanto agli scatti necessari per far durare quello scontro il meno possibile.

    La pergamena dunque è ancora in tuo possesso, giusto?

    Il racconto di Maku prometteva bene, e quello sembrava un bene prezioso a sufficienza da restare nelle sue mani per un lungo periodo, neanche voleva immaginare a quanto quel vecchio braccino corto avrebbe rivenduto il prezioso testo, in caso di risposta negativa però avrebbe incalzato, chiedendo se ne avesse letto il contenuto, dopotutto se per lui era stata una merce di scambio aveva un valore non indifferente e il fabbro non era certo il tipo da scambiare merce senza conoscerla a fondo.

    Ma questi non sono gli unici dubbi, originariamente sarei dovuto venire qui per un altra ragione.
    Quando hai creduto di uccidermi l'ho percepito, ma soprattutto non ero solo, ero con una persona che dice di aver terminato la lettura della spada eterna.
    Basso, violento, ogni arma che impugna diventa dorata, il Coraggio di Hayate.
    Non credo sia una conoscenza nuova per te.


    Sapeva che con tutta quella terra intorno Meku era pericoloso, ma lui poteva vantare una buona capacità di fuga per cui per quanto avesse ancora dei dubbi rimase tranquillo.
     
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    Il Mistero del Fabbro


    12
    Colpevole!

    Il Ritorno del Fabbro
    Da quanto ho compreso, e bada bene Hokage, non sono legato a quelle creature, le loro azioni sono state volontarie, votate a impedire qualcosa di terribile, ma non hanno rivelato altro. Spiegò. Mia madre e mio figlio avevano firmato il contratto. La loro dimora ancestrale si trova su un'isola che fluttua nel cielo, non saprei dove si trova nè come raggiungerla. Ho potuto parlare con il loro Re solo tramite un oggetto lasciatomi da mia madre per comunicare...avrebbe funzionato una sola volta...e lo ho usato per cercare aiuto nella ricerca di mio figlio. Spiegò senza alcun rammarico, come se quella fosse la logica conseguenza di una sua situazione disperata. Tetsuba intanto sembrava affatto intimorita al pensiero di domare una creatura mitologica, ma certo, doveva prima trovarla e osservare il suo habitat, cosa non semplice.

    [...]

    Midorinaka sembrò apprezzare l'offerta di vino, guardandola con aria soddisfatta e prestando stranamente attenzione alle parole di Raizen, come se almeno per quell'argomento fosse interessata, anche se non esperta. Ma era Meku il punto centrale di quella vicenda quindi è sul dialogo intercorso tra lui e Raizen che ci focalizzeremo. L'accordo è molto vincolante, un semplice cambiamento ai vertici non lo rende nullo. Ogni cambiamento potrebbe avere un costo. Lo ammonì Meku, per nulla persuaso dalle parole dell'Hokage, o forse interessato dalle possibilità di guadagno insite nelle clausule di rescissione che aveva sottoscritto anni addietro. Ebbe comunque un minimo di irritazione (più del solito) quando l'altro fece menzione della Principessa Kenkichi.

    Finito il resoconto, Meku si fece perplesso. La mia fucina e la mia abitazione sono sempre pulite e impeccabili, dovresti saperlo. Negava forse l'evidenza? E quando gli vennero presentati i fogli si fece maggiormente confuso. Questa serie di inconsistenti sproloqui...ficcati a forza nel sistema di aerazione e comunicazione? Battè diverse volte le palpebre, come se si stesse chiedendo se non fosse uno scherzo di cattivo gusto. Ti ho trovato che frugavi nella stanza, ho cercato di bloccarti coi Doton ma senza successo, quindi ho dovuto attaccare. Tutto qui. Ripetè, posando le carte di lato, su un tavolino che era appositamente emerso dal terreno. Midorinaka intanto li guardava con un sorriso furbo e sornione, assaporando il vino come le era stato consigliato, senza offrirne. Alla domanda sulla Pergamena si irrigidì. Che razza di domande. Certo che è qui! C'era l'ombra di un sospetto, come se non fosse sicuro che il Raizen che aveva davanti fosse sano di mente e non un pazzo come quello che aveva abbattuto. Ora sono curiosa anche io... Mormorò la Principessa poco distante.

    Con molta naturalezza il fabbro si alzò indicando la parete alla sua sinistra. Le vibrazioni annunciavano degli evidenti cambiamenti nell'architettura della sua abitazione mentre spostava stanze e suppellettili non in vista, poi la parete si aprì come fosse una porta scorrevole rivelando uno spazio poco più grande di una nicchia con dentro un mobile in legno pregiato. Lo aprì, scostandosi per mostrare il contenuto. Ecco qui. E indicò l'interno, dove solo un supporto per pergamene vuoto attendeva i loro sguardi. Si fa divertente. Meku seguì lo sguardo perplesso di entrambi i suoi ospiti, senza capire. La Pergamena è davanti a voi, non la vedete? Non era una questione di effetti ottici o trucchi: il mobile era vuoto, ma Meku era convinto del contrario. La Pergamena... Esitò un secondo. E' esattamente dove dovrebbe stare. Non vedete? In quel preciso istante, senza nessun preavviso, le poltrone dell'Hokage e di Midorinaka si sarebbero trasformate in un inferno di spuntoni acuminati [Tecnica]Potenza complessiva 85, raggio di 4,5 metri, Concentrazione Nera+6 tacche

    Azione Rapida
    Caricamento (0)


    Quale che fosse la fine di Raizen, dal lato di Midorinaka solo la bottiglia di vino fece una brutta fine, ma la fanciulla scattò con rapidità sovraumana portandosi in salvo e accorciando le distanze rapidamente. Quindi sarebbe questo l'"assoggettare completamente il chakra"? Questo vecchio cadavere è figlio di un jutsu, mi pareva di sentire qualcosa di strano in lui...l'uomo del pilastro lo controlla. Sorrise. Ma non c'è nulla che Midorinaka Kenkichi non possa tagliare. Rapidissima, a distanza da mischia, con un unica fulminea estrazione della sua spada avvolta di chakra rossastro la Kunoichi decapitò il Fabbro Immortale!
    La testa di Meku rotolò a terra mentre il corpo si accasciava, senza che una singola goccia di sangue uscisse dal collo. Uno strano chakra emerse dalla ferita, fumoso e dall'aria molto familiare, simile a quello che era prepotentemente emerso da Ozma alla sua rottura, e un nuovo attacco di Midorinaka lo annientò. Meglio non rischiare, e non conosco tecniche di contenimento.

    La roccia dell'edificio terminò la sua ribellione, tornando alla normalità, mentre il silenzio venne spezzato da una voce proveniente dal terreno. Cosa? Cosa succede? Stavamo parlando e...che è accaduto? Meku era un cadavere autonomo della Edo Tensei. Non era possibile ucciderlo, ma l'attacco di Midorinaka aveva esposto il chakra che lo stava controllando, permettendole di attaccarlo direttamente...certo non avrebbe potuto fare lo stesso con una creatura vivente, non senza ucciderla. La Principessa gli si sarebbe accovacciata accanto, appoggiandosi alla spada in una posa da teppista di quart'ordine. Allora, vecchio cadavere...a quanto pare ora di favori me ne devi due. Poi verso Raizen. Sei ancora intero, Sommelier?

    Un calcio di Midorinaka riavvicinò la testa al corpo e le capacità di rigenerazione impura del corpo fecero il resto. Dopo poco Meku era nuovamente padrone delle sue azioni. Ricordo qualcosa... Avrebbe detto una volta seduto nuovamente. Il giorno dopo l'omicidio un uomo venne da me. Non ricordo esattamente il volto, ma c'era un orecchino strano e simile a un drago. Io...mi sono inginocchiato davanti a lui. Non avevo il pieno controllo di me stesso, e gli ho dato la Pergamena. Mi ha chiamato "ultimo rimasuglio di Ozma" ma non so cosa intendesse. Avevo iniziato a sentirmi un pò strano dopo averti ucciso, ma poi era tutto sparito, come se fosse un ricordo ai margini della mia coscienza. Aveva rimosso anche i rimasugli della pira improvvisata e dei fogli, come se ciò che era entrato in Raizen controllando un suo clone fosse stato perlopiù distrutto, mandando solo una minuscola parte di sè dentro il Fabbro per controllarlo con un misto del Dominio e delle sue peculiari capacità. Ma ora niente più restava: la Mortificazione delle Arti Magiche di Midorinaka aveva annientato un martello dalla potenza incredibile, quindi era impossibile che un rimasuglio di chakra le resistesse o osasse controllarla.

    Anche l'interrogazione mentale non avrebbe potuto trovare molte informazioni aggiuntive, e Meku non era interessato alla Pergamena se non come oggetto di valore, quindi non la aveva letta nè conosceva il suo contenuto. In ogni caso era perduta, almeno per il momento. Ma ogni traccia di Ozma era scomparsa da Konoha, finalmente.
     
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    La Maschera del Fabbro


    IV






    Annuì alla confessione di Soken.

    Era tuo diritto, Soken.
    Neanche sapevi di tutta questa storia dopotutto, immaginare questo risvolto sarebbe stato impossibile e usare quella traccia per ritrovare tuo figlio l’unica cosa giusta da fare.


    Accolse con piacere la sicurezza di Tetsuba, tenendo a mente la sua capacità per il futuro e salutò definitivamente i suoi ospiti.

    […]

    Il dialogo con Meku andò avanti palesando fin dalle prime risposte delle evidenti lacune nel suo modo di interazione, dando prova del fatto che qualcosa non andava. C’erano infatti cose su cui Meku era incapace di mentire, ad esempio il suo operato, se affermava che una sua spada era perfetta, lo era veramente e lo si poteva verificare, e se affermava che il suo laboratorio era immacolato altrettanto, per cui perché nonostante questa affermazione non fosse vera continuava ad insistere?
    Lo fece nuovamente quando gli disse dove aveva trovato i fogli, che vennero tutto sommato ignorati.
    Seguì quindi ogni singolo spostamento del corpo del fabbro, un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova, ed era proprio quella che stava aspettando lui.
    Quando Meku indicò per la seconda volta il piedistallo vuoto nella stanza comparvero quattro sfere, una per ogni angolo della stessa, seppur posizionate a debita distanza in modo da non intralciarlo quando vi sarebbe apparso a ridosso ed una all’esterno, posizionata grazie alla conoscenza che aveva dell’intorno in quella zona. Il suo sguardo esitò più di una volta su Midorinaka che a giudicare dai suoi commenti, come lui, si aspettava che accadesse qualcosa.
    Appena la poltrona diede cenno di modifiche sparì, materializzandosi su una delle sfere, al sicuro, ma non senza qualche puntura sulle chiappe e in generale su tutta la superficie a contatto con la poltrona [SD 1][è istantaneo, ma un teletrasporto contemporaneo alla sensazione di pressione delle lame, visto che il personaggio è parecchio sul chi vive dovrebbe essere efficace, ma non senza una ferita MedioLeggera diffusa]
    Midorinaka però era già passata al contrattacco e pensò lei a dare una sbiancata ai pensieri di Meku.
    Quando gli alleggerì il collo della testa infatti, uscì un fumo nero abbastanza familiare per Raizen, la cosa sorprendente fu come la Kenkichi decise di reagire ad esso, pareva infatti che l’avesse giudicato alla stregua di una tecnica e si limitò a tagliarlo, risultando ad una prima occhiata abbastanza efficiente nel farlo visto che il fumo si dissolse senza lasciare traccia.

    È accaduto che la signorina Midorinaka non sa usare il plurale credendo che la spada abbia trovato da sola la strada da percorrere e che hai perso un sacco di soldi facendoti fregare da uno stronzo.
    Ma si, sono tutto intero, grazie.


    Un nomignolo non dispregiativo era sicuramente un passo avanti.

    Onestamente non capisco perché farti inginocchiare, sei lui stesso, cioè, io non voglio segni di rispetto dai miei cloni.

    Certo non era la più puntuale delle osservazioni, ma la trovava realmente assurda, la presenza di Ozma tuttavia pareva definitivamente sparita ed anche con l’interrogazione mentale, tecnica ulteriore che volle provare per carpire il maggior numero di dettagli non trovò niente se non quel piccolo dettaglio.
    Quello scantinato che Meku chiamava fucina non era provvisto di superfici riflettenti e quella zona scarseggiava di metallo.
    Impossibile trovare dell’altro.
    Si sarebbe lanciato nuovamente nella poltrona se gli spuntoni fossero spariti, senza disattivare però le sfere.

    Niente più sorprese vero?
    Ho degli spiacevolissimi tagli sulla schiena.


    Guardò poi il vino versato da Midorinaka con dispiacere.

    Questo incontro però è discretamente lontano dall’essere concluso.

    Prese la bottiglia, stappandola.

    Meglio che lo allieti un po'.

    Avrebbe preso la quantità di vino necessaria a non essere scortese, accompagnando l’eventuale bevuta, ma non avendone gran voglia visti gli avvenimenti si sarebbe limitato a quello.

    Prima che tu ti accorgessi di aver dato di matto ti avevo posto una domanda, ma evidentemente quella cosa ha preso il sopravvento.
    Ti dicevo infatti che la principale ragione per cui sono venuto qui era un altra in realtà, che pare sia sconnessa dall’uomo del pilastro e i suoi aspetti ma ugualmente importante.
    Ho incontrato qualcuno che ha completato la lettura della Spada Eterna.


    Non essendo una notizia da poco avrebbe fatto su di essa una leggera pausa per capire quanta sorpresa questa generava sul volto di Meku.

    Un Hayate, la setta che cerca l’immortalità perfetta, è in grado di trasformare qualsiasi arma in qualcosa di superiore, prende il nome di Coraggio all’interno di quei ranghi.
    Ma la cosa più assurda è che sembrava essere consapevole di ciò che tu avevi fatto a me.
    L’ultimo possessore della Spada Eterna eri tu Meku e ora la possiedo io e sono più che certo di non averla ceduta, e se lui l’ha già ultimata… quando ha completato la sua lettura?
    Si, ti sto chiedendo se sai qualcosa su di lui e se c’è una connessione tra di voi.


    Che avesse ottenuto o meno la sua risposta sarebbe passato all’ultima ragione della sua presenza in quel luogo.

    Inoltre devo ultimare il mio apprendistato.
    Voglio concludere almeno una parte della Spada Eterna per capire se può nascondere informazioni su quell’individuo ma soprattutto per capire fino a dove quest’arte può spingersi.
    So che c’è dell’altro oltre le semplici spade dotate di poteri particolari, la facoltà di pensare ed agire ad esempio, e soprattutto quella di comprendere le armi e la loro natura più intima.
    Voglio poter comprendere le armi, e so che è possibile con le giuste conoscenze.
    Vuoi aiutarmi a concluderla?
    Poi ci occuperemo della discussione del contratto.


    Sapeva che per il fabbro era un opportunità allettante, l’aveva visto cercare di venire a capo dei problemi dati dall’incapacità di progredire, restando arenato alle ultime pagine di quel particolare diario, Raizen poteva essere una soluzione al suo problema, imparando e progredendo per conto suo.
    Che anche il Coraggio l’avesse fatto?
     
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    Il Mistero del Fabbro


    13
    Giudizio

    Il Ritorno del Fabbro
    Erano stati necessari diversi minuti perchè il fabbro si riavesse e raccontasse cosa era successo, confermando con l'interrogazione mentale ciò che era accaduto sin dall'inizio. Midorinaka ebbe quindi modo di farsi offrire da bere dopo essere tornata sulla poltrona, ora normale, dopo aver gettato un lungo sguardo colmo di disappunto al vino che era andato perduto. Era evidentemente tronfia per il risultato ottenuto e per aver dato sfoggio delle sue abilità, ma non sembrava le interessasse ricevere le lodi altrui: ne aveva ricevute fin troppe nel corso della sua vita, l'unico riconoscimento che cercava era il proprio quando si trattava di spada. Ma non si negò il piacere di una frecciatina. E nonostante tutto, nessuna altra spada sarebbe riuscita dove è riuscita la mia.

    L'inchino descritto sembrava quasi suggerire una gerarchia, o più probabilmente altri fattori erano in gioco e al momento nessuno dei presenti aveva informazioni sufficienti per giustificare quel gesto, ma dopo le dovute investigazioni la situazione era risolta, e Meku, sebbene turbato, non sembrava preda di una grande ira o di sete di vendetta. Ho sempre saputo che la mia condizione di cadavere rianimato mi espone al controllo di chi è esperto in queste arti impure, ma mai avrei pensato che quel controllo sarebbe stato al di là della mia consapevolezza. Questo è quasi peggio che vedersi costreto ad agire contro volontà. Chinò appena il capo. Saprò ricompensare entrambi per questo supporto. Disse mentre le dita pallide si stringevano sui braccioli della poltrona di terra, segno evidente di quanto gli costasse dirlo. A me basta che tu faccia bene il tuo lavoro. Lui si irrigidì. La qualità delle mie opere è sempre il meglio che si possa immaginare. Avrete la vostra replica e il vostro fodero. Lei bevve dal calice. Vedremo. Una smorfia irritata e offesa di lui l'unica risposta.

    Il discorso passò nuovamente a Raizen. Ma non ottenne sorpresa quanto piuttosto livore e irritazione nello scoprire che qualcuno era, almeno secondo le sue parole, migliore di lui in un modo che non poteva contrastare. Non ho mai commerciato con Hayate nè ci sono stati contatti da parte di qualcuno di quella setta. Non si sono mai rivolti a me. Si incupì. Ma se davvero qualcuno ha completato il libro, per quanto mi sembri assurdo, questo ne spiegherebbe il motivo. Io lo avevo quando ero in vita, circa quattrocento anni fa. Lo ho riottenuto dopo la mia resurrezione ad opera di Orochimaru subito prima della Guerra Mondiale dei Ninja. Non so chi lo avesse in quel periodo, ma questa persona potrebbe essere ancora viva, o aver innaturalmente prolungato la sua esistenza, se le voci su Hayate che mi sono giunte sono realistiche. Lo scopo dell'organizzazione in fondo era l'immortalità. Trasformare un'arma... Si sollevò andando verso uno dei mobili e prendendo un Kunai dal cassetto. Una cosa del genere? In pochi istanti il Kunai si accese di una tenue luce dorata, decisamente di minore qualità rispetto a quella del Coraggio, ma l'arma oltre a brillare sembrava aver raggiunto una qualità superiore, evidente a un occhio esperto persino se guardata da quella distanza. Questa è la capacità che ho sviluppato prima di morire, ma era ancora incompleta. Come sai, la mia condizione ha dei vincoli. Non era in grado di migliorarla ulteriormente. In ogni caso, la Leggenda della Spada Eterna è un libro che non può terminare...come si può raggiungere la perfezione assoluta, quando il tempo e le nuove tecnologie permettono un miglioramento continuo? Il libro si aggiorna man mano che si diventa abili, io non credo che questa persona lo abbia realmente finito, ma solo che sia convinto di averlo fatto. Sospirò, con ira malcelata. Oppure è una persona che ha abbandonato i limiti umani diventando qualcosa di infinitamente superiore. In ogni caso non ho mai insegnato a nessuno questa tecnica, quindi non ho idea di che legame possa avere con me.

    Non potrebbe aver studiato il tuo corpo? Intervenne Midorinaka, non particolarmente interessata alla questione, ma stimolata dal vedere il Kunai che veniva trasfigurato. Magari ha preso le informazioni da quello, e poi ci ha lavorato. Meku rimase in silenzio. E'...una possibilità. Pensavo di essere morto nella mia fucina, da solo, e che il mio corpo sarebbe rimasto là. Ma se Orochimaru ha ottenuto un campione di esso allora evidentemente è stato scoperto poco dopo da qualcuno e preservato in qualche modo. Se Raizen avesse chiesto come era morto, il Fabbro si sarebbe limitato a fissarlo. Ritengo che questa sia un'informazione personale che esula dalla nostra discussione, ragazzo. Poi un barlume di scaltrezza accese il suo sguardo. A meno che saperlo non sia il pagamento che vuoi ricevere in cambio dell'aiuto che mi è stato prestato poc'anzi. Era in primo luogo un mercante di ciò che produceva, il guadagno e il non avere debiti era fondamentale per lui.

    Se avesse scelto di liberare Meku dal suo debito a quel modo, avrebbe avuto risposta. Gekido no Hachigatsu. Agosto Furioso è stata la causa della mia morte, una delle mie migliori spade. Era stato progettato per amplificare e sfruttare l'ira di chi lo impugnava. Pericoloso, senza dubbio, ma anche molto potente in mano a qualcuno in grado di controllare le proprie emozioni.Spiegò brevemente. Sfortunatamente l'uomo che lo impugnava impazzì, non so per quale motivo. E l'arma finì imbevuta della sua furia dirompente e della sua follia. Per questo motivo mi recai a recuperarla, uccisi quell'uomo e la riportai alla mia fucina. Intendevo distruggerla e forgiare qualcosa di diverso coi suoi resti...ma l'arma aveva assorbito tante di quelle emozioni da sviluppare una coscienza assai più forte di quanto pensavo, al punto da avere una seppur infima riserva di chakra. Abbastanza per permetterle di compiere un singolo, minuscolo movimento. Mi colse di sorpresa mentre la avvicinavo alla forgia, e mi trafisse il cuore. Con le mie ultime forze la estrassi scagliandola nelle fiamme, così che venisse distrutta. E poi più nulla. Chiuse gli occhi. Una fine miserevole per un artigiano, ma se non altro sono caduto sotto il filo di una delle mie armi migliori.

    Quanto alla Leggenda della Spada Eterna...essa è in tuo possesso. E ora sei l'Hokage. Commentò. Se intendi nuovamente studiare sotto di me, o con il mio aiuto...allora questa volta ti accetterò come mio terzo discepolo. Faceva bene agli affari avere un Kage come discepolo. In cambio, non ci sarà alcuna nuova negoziazione sulla mia permanenza qui. Ovviamente se Raizen avesse voluto usare il suo favore per diventare direttamente un discepolo, bypassando le notizie sulla morte di Meku, non ci sarebbero stati problemi. Ma puoi dedicare il cento per cento del tuo tempo all'arte? Puoi davvero tralasciare il tuo ruolo di Hokage per essere prima un fabbro e POI il resto per la durata dello studio? L'apprendistato sarà molto più duro della volta precedente. Congiunse le mani. Se accetti, inchinati tre volte davanti a me poggiando la fronte a terra, come impone la tradizione, e saremo ufficialmente allievo e maestro, ragazzo. Non era una forma di umiliazione ma al contrario una forma di rispetto, l'inchino formale davanti al maestro era l'equivalente della firma di un contratto, ma l'orgoglioso Raizen avrebbe accettato?

    Ricordati che voglio le mie cose. Ho una nave che mi aspetta tra quattro giorni. Rammentò Midorinaka, ma come sempre non avrebbe fornito alcun dettaglio al riguardo, chiedendo semmai altro da bere e da mangiare.

    Altrove
    L'uomo sedeva al buio nella stanza, su un cuscino dall'aria elaborata, mentre fissava una tavoletta di legno con scritte sopra alcune massime di colui che era stato il suo predecessore, moltissimi anni prima. Una singola candela era accesa accanto alla reliquia, ma la sua luce tremula non bastava a illuminare il suo volto o i dettagli circostanti. Era solo un simbolo della volontà del Fuoco che doveva ardere in tutti loro, anche se nascosti dal buio. Il dilemma è grave. Avrebbe sussurrato con voce contraffatta. Quella di tutti loro lo era, come sempre. Non potevano più agire nella penombra come chi li aveva preceduti. Altre candele erano nella stanza, ma non c'era nessun altro, il fuoco avrebbe mediato le loro voci.

    Non c'è alcun dilemma. Una falla simile nella sicurezza di Konoha è inaccettabile. Deve essere deposto. La donna (sapeva chi era, ma la sua voce era falsata, ovviamente) non era capoclan nè lo era mai stata pur avendone le doti. Era anziana, una fidata consigliera del nipote che ora gestiva la famiglia, ma era anche uno dei membri di spicco del loro gruppo. Una voce che non era saggio ignorare. E in che modo avrebbe potuto evitarlo? Contro un nemico simile, chi fra noi ci sarebbe riuscito?

    Io forse avrei potuto. Pochi possono violare la mia mente...ma non potrei metterci la mano sul fuoco. Sono dalla parte del leader. L'uomo era una figura di spicco, ma nessuno sarebbe mai risalito a lui attraverso quella voce tremula trasmessa dalla fiamma. Aveva informazioni di prima mano, e forse adesso sarebbe riuscito a preservarsi, ma certamente non se colto di sorpresa. Io lo trovo ridicolo. Un uomo volgare e incapace, da schiacciare. La voce del leader con la tavoletta era stanca di ripetere per l'ennesima volta la sua posizione. Ha agito nel miglior interesse del villaggio e ha fatto ammenda ammettendo ogni cosa. Ha cercato di porre rimedio a ogni errore con gli strumenti che aveva. Sospirò. Personalmente non avevo grande stima di lui, soprattutto visti i nostri precedenti, ma ha agito correttamente in questa occasione, e forse potrei ricredermi.

    A me è sempre piaciuto. Il concerto era stato molto divertente, anche se ero molto piccolo al tempo. Una voce infantile il cui tono non poteva essere camuffato più di tanto. Il più giovane di quell'oscuro concilio, ma non per questo meno brillante. Un astro nascente del villaggio. Ma non per questo fermeremo le nostre operazioni, no? Anche se ora è stato bravo, a lungo andare avrà sempre bisogno delle opportune...correzioni, no? Infantile, certo, ma scaltro e dalla mente affilata come un coltello. No. La mia proposta è solo di non passare a opere di punizione o di repulisti. Diamogli il tempo. Potrebbe sorprenderci.

    Mi stai dicendo che devo fermare il progetto Y? Chiese la donna, da tempo orgogliosa del suo sistema di celle dormienti. Aspetta, quell'idea astrusa sta davvero andando avanti? Il Leader li zittì. Nessuno fermerà i progetti attuali. Agiremo come sempre, ma non gli staremo col fiato sul collo. Anche se può non sembrare, siamo tutti dalla stessa parte. Le correzioni, se necessarie, ci saranno. Anche se con qualche rimbrotto, non ci furono ulteriori risposte. Tre delle fiamme erano rimaste silenti, segno che per il momento approvavano.

    Dalle profondità della terra... Disse, cominciando la formula di rito per concludere le comunicazioni
    ...per supportare l'albero della Foglia... Risposero gli altri in coro, anche quelli che erano stati zitti in precedenza.
    ...noi agiamo. E soffiò sulla candela. Tutte le altre si spensero all'unisono.

    L'uomo sarebbe rimasto a meditare ancora un pò.
    Vediamo se sarai degno di questa fiducia, Hokage.
     
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    Il Terzo Allievo


    XIV






    Alla rimbeccata della principessa rispose semplicemente con un sorriso, concedendole l’ultima parola senza ribattere ulteriormente.

    Mmmh
    Non lo so, col tempo ho iniziato a comprendere un pochino meglio le pergamene di Indra, questa mi sembra sicuramente più originale, ma non credo sia infinita, potrebbe avere infinite applicazioni, in quanto la base di costruzione di un arma, di una buona arma, deve sempre seguire alcuni dettami, ma è stata comunque scritta da una singola persona, con determinate conoscenze e queste devono avere una fine.
    E poter trasformare qualsiasi cosa in pura perfezione semplicemente manipolandolo potrebbe essere una conclusione, arrivare così tanto in alto da trasformare in qualcosa di eccezionale anche materiali comuni.
    Ha senso.


    Dopo la dimostrazione di Meku qualcosa sicuramente in comune tra i due c’era, non aveva mai visto niente di simile ed era alquanto singolare che il loro destino non fosse in qualche modo legato.

    Si, in maniera simile a questa, ma molto, molto superiore.
    Sembrava potesse in qualche modo gestirne il potenziale, se necessario attaccare con maggior vigore infatti l’arma si illuminava ulteriormente, e non sembrava avere chissà cosa tra le mani.


    La teoria di Midorinaka si fece quindi strada, aprendo a nuove ipotesi.

    Studiarne il corpo?
    E cosa potrebbe ottenerne pur facendolo?
    Meku è abile con i doton, ma il suo talento arriva dall’esperienza e dal saperla gestire al meglio grazie alle sue mani.
    Niente di legato ai geni… o sbaglio?


    Avrebbe domandato.

    Saldare il debito di poco fa con questa informazione?
    E poi sono io lo spilorcio?
    Bah.
    Facciamo che il debito è saldato se oltre l'informazione ammetti di essere spilorcio quanto e più di me.


    Non aveva dopotutto intenzione di sfruttare quel debito chissà come, tanto valeva togliersi quella curiosità e scendere fino in fondo a quella questione.

    Una fine sicuramente particolare ma…
    Se hai prestato attenzione ti ho detto che il nome di questo Hayate, di questa virtù è il Coraggio, quella maggiormente legata al cuore.
    Ma ammetto che è una connessione abbastanza labile, meno labile invece è il potere che vi accomuna.
    Tu eri nelle tua fucina, e diciamocelo, non sei facile da trovare, ma non solo sei stato trovato tu, è stata ritrovata anche la pergamena.
    Quello che sto temendo io è che semplicemente chi ti ha trovato fosse qui dentro con te.
    Il Coraggio in realtà ha tratti assai particolari, l’instabilità psicologica rientra sicuramente tra questi ed è proprio il suo sangue ad avermi fatto pensare al modo di forgiare di Livon.
    Ricordo che una componente della sua arte era proprio questo, usato a volte come veicolo, a volte come cuore del potere dell’arma, ma insomma, è chiaro che questo fluido vitale possa avere una componente tutt’altro che secondaria nella creazione di un arma.
    Una volta avevo anche assistito anche alla riparazione della spada di Diogene, Mumei, il sangue di quel bue aveva fatto da collante.
    Cosa succederebbe se ad un arma con una coscienza sufficientemente forte da capire le tue intenzioni e ribellarsi ad esse fornissi del sangue e il luogo per riforgiarsi?
    Non so di preciso cosa abbia fatto per ucciderti, se si sia mossa, se si sia torta, ma in qualche modo ha agito.
    E il tuo ultimo respiro potrebbe non essere stato sufficiente a completare il lavoro.
    Dopotutto una fornace se non è debitamente alimentata non è in grado di sciogliere il metallo, che sarebbe ciò di cui tu avresti avuto bisogno.
    O forse è successo davvero e questo ha permesso ai due elementi di fondersi.
    … non lo so, tra i due l’esperto al momento sei tu: sarebbe possibile?
    Più di un pezzo del puzzle andrebbe al suo posto, come si chiamava il proprietario di Agosto?


    Quando sarebbero passati alle sua promozione a vero e proprio allievo Raizen sorrise.

    In cambio non ti farò mai concorrenza, non hai ancora fatto i conti col fatto che qualcuno possa eguagliare i tuoi lavori, ma se esistesse, e non avesse bisogno delle somme esose che richiedi cosa succederebbe?
    Io ho già un lavoro, potrei praticamente farlo come passatempo, sarebbe peggio della concorrenza, penso potrei far letteralmente collassare il mercato.


    Avrebbe chiuso gli occhi e scosso la testa se il Fabbro si fosse ostinato.

    Non posso evitare di vedere e modificare l’attuale accordo Meku, sei qui da tanto, dovresti aver compreso che il registro è cambiato.
    Se sei fortunato potrei anche non rivedere niente, ma Ayato era diverso da me, e io devo sapere quanto e se occorre aggiornare la sua visione, se questo ti arrecasse danno contratteremo in qualche modo per appianare l’appianabile.


    A quel punto avrebbe fatto comparire un clone accanto a se.

    Mi sono impegnato per poter essere ovunque quando fosse stato necessario, posso essere qualsiasi cosa io voglia, quando voglio.
    Per la durata dell’apprendistato sarà sufficiente una mia copia ad occuparsi degli impegni amministrativi e se il villaggio avrà bisogno di me sarò comunque qualche metro sotto alla mia abituale posizione, ho già gestito con efficacia intensi periodi di addestramento.


    Se non fossero state fatte opposizioni non avrebbe esitato ad inchinarsi, in quel frangente Raizen era certamente inferiore a Meku, e conosceva che attorno a quell’arte, spesso praticata persino da degli imperatori, c’erano dei riti a cui assolvere, l’inchino, il rispetto erano tra questi.
    Si sarebbe dunque inginocchiato e per tre volte la sua fronte avrebbe toccato il pavimento, in tre genuflessioni che ogni volta portavano la sua schiena in posizione perfettamente verticale.
    Rialzatosi avrebbe posto davanti a lui due vecchie conoscenze: Garyu e il Rintocco.

    Garyu è cambiata di recente, non può più essere solamente una semplice zambato.
    Il Rintocco invece è qualcosa che non sono mai riuscito a sfruttare, la sua forma mi ha sempre remato contro.


    Poggiò Garyu sul tavolo, di modo che potesse essere osservata, nonostante la forma la fattura, elementare ma pregevole, riusciva ad alleggerire la sua apparenza, rendendola più elegante di quanto non potesse essere.

    Garyu è attualmente imprigionata dentro un grosso pezzo di metallo pregiatissimo, ma per quanto questo materiale sia prezioso è limitante.
    Creai questa lama sfruttando la forza di un drago in procinto di elevarsi ad un grado di esistenza differente, e non ho mai saputo dargli lo spazio che meritava, la libertà.
    Credo di essere cambiato, vorrei che fosse uno strumento più… collaborativo.
    Questo metallo deve essere in grado di muoversi.


    Posò quindi poco sotto il Rintocco.

    Non è un arma brutta o poco utile, ha il suo stile e vorrei riuscire a capire più di lei, ma forma e capacità non si adattano al mio stile, voglio totalmente ristrutturarla.
    Sono certo che se potessi gestire le sue vibrazioni in maniera diversa si adatterebbe meglio a me, pensavo di trasformare i suoi piatti in sfere cave e farle risuonare con altre sfere al loro interno per poi farne dei guanti.
    Ma se conosco Garyu perché creata dalle mie stesse mani lo stesso non vale per il Rintocco.


    Ma quello era soltanto l’inizio, ed era improbabile che Meku non percepisse due materiali ancora da plasmare, giunti da molto lontano ma per cui voleva essere pronto e non fare errori.
    Dovevano solo aprire la Leggenda e accendere la fucina, ma probabilmente prima sarebbe toccato a Midorinaka.

    Meku che si presta a fare repliche?
    Non l’avrei mai immaginato.
    Posso fare qualcosa?


    Avrebbe chiesto mettendosi a disposizione da apprendista quale era.



    In soldoni: una competenzina da fabbro serio per assolvere ai compiti esternati nel post e la modifica delle armi <3
     
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    È colpa tua. Ratty

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    Il Mistero del Fabbro


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    Il Ritorno del Fabbro
    Meku non aveva modo di aggiungere o commentare riguardo la Pergamena, dato che il suo completamento gli era stato precluso per sempre, ma sapeva che per qualche strano motivo la Leggenda della Spada Eterna, l'aspetto che era stato dato alla Pergamena di Indra, conteneva informazioni su metodi di forgiatura moderni, nonostante Meku la studiasse secoli addietro. Forse chiunque la avesse convertita da pergamena a libro aveva aggiunto qualcosa, ma l'intuizione che completarla permettesse di sbloccare tramite il chakra la "perfezione" del materiale interessato era probabilmente corretta. Uhm...è plausibile. Ho raggiunto la consapevolezza per usare questa tecnica in modo progressivo, man mano che la mia arte migliorava. Al momento i miei utensili sono talmente perfetti che anche attivandola non diventano dorati, in quanto già all'apice, ma immagino sia una scorciatoia efficace. Ammise il Fabbro Immortale, mentre si parlava brevemente delle tecniche degli eliminatori di cadaveri. Non sono un'esperta, ma non lo sei nemmeno tu. Commentò Midorinaka, tra un sorso e l'altro, con Meku che ascoltava interessato (non era decisamente il suo campo). Se usi spesso una tecnica qualche segno rimane sempre, anche senza genetica. Il modo in cui si sono sviluppati i muscoli del braccio, i calli...se uno è bravo può capire solo guardando l'avversario che tipo di stile di combattimento usa. Se hai a disposizione un occhio attento e un cadavere che puoi analizzare nei dettagli, penso tu possa dedurre molto di più. Immagino si possa fare anche con le capacità da fabbro, tutto qui. E forse la cosa era anche più complessa, studiando il sistema circolatorio del chakra o il cervello.

    Essere abili a mercanteggiare è un talento. Evitare di pagare cercando sempre accordi e sotterfugi e accettare di farlo è da spilorci. Replicò Meku senza scomporsi e mantenendo la sua aria burbera, ormai recuperata completamente, prima di raccontare del suo sfortunato e inaspettato decesso. L'interpretazione di Raizen lo fece imbronciare, ma non sembrava affatto convinto. Uhmm...mi sembra una discreta forzatura. Una cosa è avere abbastanza coscienza e chakra per potersi muovere in extremis...tutt'altra è avere le conoscenze e competenze adatte per usare un corpo come base per riforgiarsi, soprattutto perchè era una spada, niente mani, chakra infinitesimale al punto da essermi sfuggito. Arrivare a creare un corpo umano...mi sembra improbabile e ben oltre le capacità di quell'arma, non era in grado di fare niente di simile, poteva solo convertire le emozioni in energia. E' più realistico che questo Coraggio abbia trovato me e i resti della spada, o che ne sia stato in qualche modo influenzato. Asserì. Il nome dello spadaccino soggiogato da Agosto Furioso era Kusunoki Masahige, originario delle terre di Kumo. Un monaco itinerante che aveva rinunciato al buddah per la spada, cercando di usarla per il bene. Quando tornò dal Paese delle Valli non era più sano di mente, purtroppo. Conclusa la piccola transazione Meku si sentiva decisamente più soddisfatto. Midorinaka invece si era fatta scura in volto quando venne menzionata Mumei, e uno sguardo di Meku tradì la sua preoccupazione. Tks...dannata Sadako...se non fosse stato per lei... Commentò a mezza voce. Ma è andata come è andata...quindi è stato questo Livon a rovinarmi la spada e legarla indissolubilmente al Sovrano Mikawa? Chiese, come se parlasse di un ex fidanzato.

    Meku fu meno lieto dell'accordo che fecero dopo. Certamente rivedere gli accordi di Ayato non veniva in suo favore, ma avere un accordo per evitare la concorrenza era qualcosa di allettante per una persona del suo calibro e con la sua clientela. Eguagliare il mio lavoro? Non hai nemmeno cominciato e fai già la voce grossa, ragazzo. Lo ammonì, prima di sospirare e cedere. E sia. La cerimonia successiva fu breve ma significativa, tanto che persino la Principessa Kenkichi fece un piccolo, sarcastico applauso che tuttavia Meku non commentò: quello era un momento tra lui e il suo allievo.

    Successivamente Raizen presentò le sue armi e le motivazioni che lo avevano portato a voler riprendere in mano il suo addestramento, soprattutto perchè non era mai stato formale ma più una sorta di imitazione con minimo supporto. La situazione sarebbe stata ben diversa al momento. Meku studiava attentamente le armi mentre Midorinaka prendeva la parola rispondendo all'ultima provocazione dell'Hokage. E' la mia richiesta. Qualche problema? Chiese con l'aria di sfida di una qualunque teppista dei vicoli di Otafuku, con la differenza che le sue capacità erano al pari se non superiori a quelle del leader della Foglia. Meku non si fece distrarre. Potresti tornare utile per mantenere la temperatura della fucina nell'intervallo che mi serve. Non credo tu abbia esperienza nella forgiatura del sangue, per ora. Sarà un'utile prima lezione, anche se guarderai soltanto mentre mi occuperò io della forgiatura. Evidentemente non si fidava abbastanza da coinvolgerlo direttamente...o forse sapeva che per soddisfare Midorinaka non poteva permettersi alcun genere di errore, inevitabile se avesse coinvolto un principiante, ma questo lo sapevano entrambi. Meku si alzò. Andremo alla forgia al momento, se possibile le chiedo di aspettare qui. Lei concesse con un gesto sgarbato della mano, quindi un movimento di Meku aprì una parete e i due si allontanarono verso la forgia.

    [...]

    Erano state necessarie dodici ore continuative. Dodici ore in cui Meku aveva spiegato nuovamente il funzionamento della forgia e i tre diversi, rari combustibili con cui alimentarla, assieme al semplicissimo jutsu di fuoco necessario per regolare la temperatura, qualcosa che ogni chunin avrebbe potuto emulare senza difficoltà, figuriamoci l'Hokage. Ma anche per un jonin esperto restare sveglio dodici ore e mantenere la temperatura esattamente uguale, obbedendo poi alle variazioni in base alle indicazioni di Meku, sarebbe stato impegnativo. Mumei è una spada nata dal sangue e forgiata con esso. Userò il Chihirokane e l'Argento Rosso come metalli, entrambi si legano bene ai liquidi organici assorbendone le caratteristiche, posto che il sangue non abbia impurità e sia costantemente irrorato di chakra con impronta affine o similare, ma mai una opposta. Se evochi draghi elementali potresti usarli efficacemente per aggirare i tuoi limiti, io evocavo lucertole quando ero in vita per scopi simili, prima di migliorare il controllo del chakra trovando un'affinità per tutti e cinque gli elementi. Avrebbe spiegato i dettagli di come diversi metalli potessero reagire col sangue, elencandoli mentre Raizen gestiva il fuoco, e aggiungendo i motivi della sua scelta e le differenti interazioni. Spiegò anche che il processo di forgiatura era simile con altri elementi biologici, elencando in quelle lunghe ore altri metalli rari e preziosi, spesso disponibili solo sul mercato nero, che avevano specifiche affinità per ossa, muscoli e persino per il tessuto cerebrale. Non devi avere remore morali. Sei solo un artigiano, devi saper processare tutti i materiali. Una volta che sarai capace di farlo, potrai decidere quali usare e quali no, o indagare sulle circostanze che ti hanno portato ad averli. Durante la forgiatura avrebbe usato anche i capelli di Midorinaka oltre al sangue, spiegando che erano uno dei migliori materiali per dare una personalità alla creazione e legarla a uno specifico individuo, oltre a fornire elementi spirituali. I Capelli sono perfetti per condurre il chakra. Poche cellule, ma resistenti, capaci di incanalare il chakra per innumerevoli tecniche e di agire come legante in ogni tecnica di forgiatura demoniaca, inoltre hanno un basso costo.

    La spada finale era molto diversa dalla Mumei di Diogene, ma trasmetteva l'identica sensazione di pulsatilità, quasi fosse un cuore, e Raizen aveva assistito a innumerevoli jutsu coinvolti nella forgiatura, oltre alla proclamazione di rituali e all'uso di fuuinjutsu di estrema complessità che, Meku lo rassicurò, avrebbe avuto nei mesi e negli anni modo di studiare, ma che intanto sarebbero stati disponibili per la consultazione nella Leggenda della Spada Eterna, se avesse controllato, con tanto di spiegazione. La spada doveva riposare una notte sotto la luce lunare in particolari condizioni, quindi Midorinaka si congedò per portarla dove indicatole, e i due fabbri ebbero modo di riposare. Essendo un cadavere Meku non dormiva e non mangiava, ma aveva comunque bisogno di tempo per ripristinare le energie, mentre Raizen avrebbe potuto mangiare e rifocillarsi. Prima di dormire, avrebbero avuto modo di parlare. Parliamo delle tue armi. Il martello...non è stata fabbricata da me ma posso riconoscere un certo talento. Certo, è un oggetto crudele che strappa le carni usando le vibrazioni, ma hanno usato materiali che penso potessero essere migliorabili. In ogni caso il progetto è solido, per quanto poco ispirato. Congiunse le mani. Partiamo dalle basi. Trasformare un martello in un paio di guanti rinforzati è impossibile. O meglio, è possibile, ma stupido. Fai prima a prendere buoni materiali e copiare il progetto adattandolo ai guanti. Ri-lavorare lo stesso materiale rischierebbe solo di dare risultati scadenti, anche perchè ne avanzerebbe parecchio, e al momento funziona perchè ci sono le giuste proporzioni tra i componenti...hai notato che ogni disco vibrante è una lega leggermente diversa dall'altra? Troppa fatica e scarsi guadagni nel modificarla. Ma concettualmente è semplice. Spiegò.

    L'altra è più complessa, quindi domani ti dedicherai a quella che contiene l'anima del drago. Un tipo imbarazzante, mai vista tanta ira. Alterare la spada è pericoloso, perchè sarebbe come danneggiare il contenitore di un Jinchuuriki, quindi ti dovrò prima insegnare come individuare l'anima della spada e forgiare prima quella, e solo dopo legarvi quella del drago. Il corpo fisico sarà da alterare per ultimo. Avrebbe lasciato trascorrere qualche istante, prima di spiegare. Sei familiare col concetto del Panteismo? Del fatto che il divino si identifichi con il materiale...e che in sostanza ogni cosa abbia una qualche forma di spiritualità, volendo semplificare? La Forgiatura Demoniaca si basa su questo. Lo spirito influenza il materiale. Il Chakra ne è la prova più evidente, come ben saprai. Lavorare i materiali usando correttamente il chakra, lasciando che scorra in essi durante la lavorazione, in qualche modo accentua e arricchisce la minuscola componente spirituale che di base quel materiale possiede. Definisce e rafforza l'anima dell'oggetto, per così dire, di fatto forgiandola. Anche il più scarso tra i fabbri può forgiare un'arma che abbia uno spirito, perchè il metallo della lama aveva già uno spirito, e lavorandoci ci ha aggiunto qualcosa di suo. Ovviamente un lavoro scadente avrà un'anima scadente, remota e irraggiungibile o talmente fragile da essere irrilevante. Ma un buon fabbro può creare armi che arrivano ad avere consapevolezza di sè stesse, se è abile e se quetso è il suo scopo. Dei miei capolavori, dei Mesi, solo quattro avevano una volontà propria...tre più Agosto di cui abbiamo parlato. Ma a conti fatti tutte avevano un'anima e sospetto che, a un livello diverso da quello umano, fossero in grado di comunicare tra loro. Questo vale per tutte le mie creazioni: sotto sotto, tutte hanno un'anima che è stata potenziata dal mio lavoro. E anche le tue.

    La mia tecnica si chiama Forgiatura Demoniaca non perchè includa entità diaboliche o negative. Ma perchè è una tecnica che va a blandire le anime degli oggetti e piegarle per i propri scopi. Come farebbe un demonio, per l'appunto, ma senza che vi sia una chiave di lettura malvagia.
    Una lunga spiegazione per cui avrebbe lasciato qualche tempo a Raizen per assorbirne le implicazioni: ogni cosa aveva un'anima, per quanto rudimentale, e individuarla, manipolarla e coltivarla secondo le proprie volontà era la Forgiatura Demoniaca. Quando in un'arma ben fatta, con la sua anima, concreta o meno che sia, raggiungibile o meno, infili un'anima vera e propria, di quelle di una creatura vivente sin dalla sua nascita...evidentemente possono esserci problemi. L'anima rinchiusa nella stragrande maggioranza dei casi schiaccerà quella dell'arma, dominandola, anche se il corpo materiale dell'arma potrebbe comunque essere sufficiente a tenere intrappolata la creatura rinchiusa. Un'arma forgiata appositamente come contenitore avrà un'anima che appositamente si fa da parte e agisce da cuscinetto e contenitore, ma questo limiterà le capacità che l'anima vivente usata come materiale o prigioniero può fornire all'arma. Aggiunse, indicando poi Garyu no Jigoku. Quindi quello che dovrai fare è individuare l'anima della tua Garyu, tenerla separata da quella del drago...rafforzarla e renderla capace di sottomettere o almeno essere alla pari di quella della creatura. Il cambiamento esterno sarà minimo, ma avrai la possibilità di usare appieno il potere dell'anima del drago e manifestarlo con più leggerezza, oltre a rendere meno probabile una sua fuga o la possibilità di avere influenze sull'esterno. Spiegò i metodi di meditazione e di impasto del chakra necessari per rendere le mani più percettive e capaci di analizzare approfonditamente le armi, fino a individuare le anime, e anche alcuni metodi semplici per influenzare con maggiore efficacia l'anima dell'oggetto durante la forgiatura. I metodi più avanzati sarebbero venuti dopo. ...quindi vedi, dopo aver influenzato questo asse, che viene chiamato "spina dorsale della tigre", si può riuscire ad accentuare del 3% circa l'affinità al fuoco del chakra che scorre nell'acciaio, a patto che... E poi ancora ...i genjutsu sfruttano facilmente le capacità delle anime delle armi, ma devi integrare materiali che conducano bene l'elettricità, non troppi o l'arma può diventare troppo malleabile, una buona scelta è... Meku era severo e preciso, non lesinava spiegazioni davanti alle domande e non canzonava l'allievo anche in caso di estreme cappellate, ma solo perchè era divenuto terribilmente professionale nel suo ruolo. Burbero come sempre, ma non più oppositivo. Il suo approccio freddo e distaccato era in qualche modo più accogliente ora che Raizen era un membro ufficiale della sua forgia. Ma probabilmente non lo avrebbe mai visto sorridergli o complimentarsi calorosamente.
    Erano passate quasi ventiquattro ore dalla nomina del nuovo allievo, durante le quali Raizen non aveva potuto dormire nè fare altro che ascoltare lunghe spiegazione e osservare il Maestro al lavoro. Meku gli concesse altre ventiquattro ore per dormire e meditare in preparazione al lavoro su Garyu. Si sarebbero incontrati il giorno successivo e Raizen avrebbe dovuto presentare il suo progetto su come influenzare Garyu. Dopodichè si sarebbero messi al lavoro, Raizen come primo fabbro, mentre Meku avrebbe supportato con i Jutsu adatti (che l'altro ancora non conosceva) e correggendo gli errori in corso d'opera...ma non per questo l'Hokage avrebbe potuto riposare sugli allori: il Fabbro aveva chiesto un preciso elenco dei metalli, reagenti e jutsu da usare e dei metodi di forgiatura, passo dopo passo.
     
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    Garyu


    XIV






    Raizen alla puntualizzazione di Midorinaka alzò gli occhi al cielo, non tanto perché questa non avesse ragione, ma perché trovava la puntualizzazione superficiale e dettata dal suo spirito così affine al prossimo da ridurla nella condizione in cui era.

    Non pensavo si potesse arrivare a questi livelli, semplicemente, un conto è vedere un determinato muscolo sovrasviluppato, un altro è comprendere la biodinamica di un corpo senza vederlo muoversi e da lì dedurne le precise inclinazioni con cui è necessario colpire il metallo di volta in volta, senza contare che cambiano e quindi non sono estremamente settorializzate.
    O ad esempio sfruttare il tuo cadavere per trarne una delle tue tecniche di spada tra le tante che usi.
    Insomma, è bene assicurarsi di marcire rapidamente.


    Si appuntò mentalmente ragionando già su tempistiche e limiti da rispettare per non remare contro a qualche miracolo della medicina effettuabile da qualche luminare.

    Meku, i soldi per me sono un problema così piccolo che potrei pagarti solo per farti tenere a freno la lingua.
    È che offrire il mio lavoro mi è sempre sembrata una paga decisamente migliore, i servigi di un ninja a livello di un Hokage e i problemi che potrebbe risolvere non sono da poco.
    Ma se preferivi il vil denaro era sufficiente dirlo.


    Fece spallucce, affatto preoccupato dalla possibilità di sborsare.

    Strano, mi ricorda la storia della spada che avevamo distrutto in quel tempio di pacifisti, ma inversa.
    Credi che possa esserci correlazione?
    Comunque se le cose stanno così è probabile che qualcuno ti abbia trovato qui… ma chi?
    Escluderei qualsiasi tuo cliente, quei ricconi con la puzza sotto il naso sono buoni solo sganciare, non penso si sporcherebbero mai le mani, c’era qualcuno a quei tempi interessato più alla tua arte che alle tue opere?
    Penso sarebbe l’unico tipo di persona interessato ed in grado di sottrarti delle conoscenze, ma per arrivare qui avrebbe dovuto per forza avere qualche aggancio visto che non sei facilissimo da trovare quindi magari l’hai già visto almeno una volta o mediante qualche cliente dell’epoca potresti risalire a lui.


    Alla domanda di Midorinaka gesticolò un “più o meno” con la mano.

    Mmmmh, non esattamente, quantomeno se hanno fatto quello me lo hanno nascosto, ciò che avevo visto io era una riforgiatura, la spada era malmessa, mediante il sangue di Diogene, che si, potrebbe anche aver cambiato la fedeltà della spada.

    Disse mentre rievocava i ricordi.
    A Meku riservò solamente un sorriso.

    Beh, che senso avrebbe iniziare qualcosa senza ambire al massimo?
    Un cattivo allievo non mette in buona luce un maestro, faccio tutto per il suo bene!


    Alla risposta di Midorinaka alzò le mani.

    Calma, calma, non è una provocazione.
    È che col tempo si matura, mi sembrava di aver capito che hai passato qualche anno all’inferno, magari adesso ti faceva più comodo qualcosa di leggermente diverso.
    Ma qui viene anche la mia prima domanda: questa replica può essere perfetta?
    Un anima è pur sempre un anima, e già il suo involucro è difficile che sia al 100% identico, a questo punto l’anima stessa non differirebbe sostanzialmente?
    La principessa qui sembra che condivida un rapporto speciale proprio con quella lama, magari sono troppo romantico, ma se non potesse averla non sarebbe meglio una nuova compagna in grado di accompagnarti nella tua nuova vita?
    Insomma, la te stessa cresciuta non saprebbe più parlarci a modo, o magari dovrebbe impararlo di nuovo anziché poter instaurare immediatamente un contatto più istintivo.
    Hai un buon sarto, fatti prendere di nuovo le misure e spiegagli che abito vuoi.


    Era un consiglio spassionato e sincero, se fosse stato rimbrottato l’avrebbe semplicemente accettato chiudendo gli occhi in segno di scuse.
    Alla richiesta di Meku, per quanto a qualcuno potesse sembrare degradante avrebbe semplicemente risposto con un cenno di assenso, indicando di fargli strada.

    Non c’è problema.

    Il lungo processo di forgiatura fu luogo anche di ulteriori approfondimenti e nozioni su materiali che al momento non conosceva.

    Chihirokane… dal nome si direbbe che in qualche modo metallo e sangue sono stati fusi, quale è il processo?
    Esistono altri metalli ibridati con elementi biologici o non metalli?


    La risposta giunse durante il lavoro, cosa che in realtà rendeva quell’apprendistato ancor più complesso, le dodici ore potevano essere affrontate in qualche modo, ma dividere il cervello tra nozioni e concentrazione sul suo operato che richiedeva lavoro di fino era più complesso e decisamente più faticoso, un discreto battesimo.

    Alcuni materiali però sono comunque delicati, il capello che sta utilizzando ad esempio ha una buona resistenza alle lavorazioni meccaniche, ma teme il calore e credo molti agenti chimici, il manto di un biju sarebbe diverso, ma un normale capello che utilizzo potrebbe trovare?
    Il capello umano è anche complesso da tessere in quanto privo di barbe pronunciate come altri tipi di materiali da filato.
    Forse qualcuno particolarmente riccio o crespo, ma non mi sembra il caso.


    Quando la spada fu pronta ebbe il sospetto che il suo consiglio fosse stato seguito o che se non altro aveva avuto la giusta deduzione consigliando un arma non del tutto identica alla precedente.

    Arrivederci Midorinaka, non posso certo dire di averti fatto passare i giorni più divertenti della tua vita in mia compagnia, ma sono certo che prima o poi ci incontreremo ancora.
    Magari avrò qualcosa di buono appresso.


    Se questa avesse mostrato un minimo d’esitazione gli avrebbe teso la mano, altrimenti l’avrebbe lasciata andare con un semplice cenno della testa, era un peccato non conoscerne le capacità, ma forse avrebbe potuto porvi rimedio.

    Se io volessi comprendere l’arma a cosa dovrei guardare?
    Per un arma regolare è sufficiente osservarne i vari materiali, magari la fattura alla ricerca della mano del fabbro… ma in questi casi?
    È necessario un approccio più spirituale all’arma anche se superficiale?
    Per esempio il Rintocco, possiamo comprenderne i materiali e le loro interazioni oscillatorie, ma potrebbe tranquillamente essere solamente un maglio molto particolare fino a che non lo si tocca o lo si vede in azione.
    Sarebbe interessante capire quando è stato fatto, i concetti dietro il suo funzionamento sono tutto sommato elementari e anche la fattura sembra d’altri tempi per quanto fine.
    Inoltre, mi avevi mostrato che esiste un modo per ferire un arma, allora ne avevi colpito un punto fragile nella sua componente spirituale o materiale?


    Avuta una risposta avrebbe quindi incalzato.

    E nel caso di armi gigantesche?
    Composte da anime, su anime… esiste un modo per trovare queste fratture?
    A volte sono palesi grazie alla loro forma fisica, ma non sempre questo è vero, e la commistione di svariati elementi rende il tutto opaco, ma immagino che se non uno schema ci sia un modo per identificare e capire il metodo costruttivo anche di un simile mostro.


    Affrontare il discorso delle armi in qualche modo lo divertiva, o forse era più corretto dire che lo ispirava, probabilmente rendendogli il sonno che lo aspettava più agitato di quanto si sarebbe aspettato, le spiegazioni sul significato del nome della scuola di Meku non lo sorprese, aveva da sempre immaginato che ci fosse qualcosa di metaforico in quel nome.

    Dunque mi sembra di capire che in generale per te un arma senza anima è un arma qualitativamente inferiore, l’incompleta Garyu e il Rintocco ad esempio
    Eppure l’anima delle armi, forse per rispettare l’imprescindibile natura di oggetti, è volubile, non giura fedeltà, ma si piega alla mano che la impugna, e considerando le possibilità di un arma non diventa a questo punto ingombrante la sua coscienza?
    Mi chiedevo inoltre se ci fosse un modo per piegare un arma prima di possederla, non obbligatoriamente con l’uso della forza, ma quel tanto che basta ad indebolirne la volontà per fiaccarne i colpi o inibirne alcune capacità selettivamente.


    Sarebbe poi giunto al sodo, cercando di spiegare al meglio ciò che voleva ottenere dalle nuove versioni delle proprie armi.

    Non hai torti sul rintocco, ci sarebbe un discreto spreco nel rielaborare così profondamente la sua forma, ma le sue leghe si prestano a vari utilizzi, alcuni sono duttili, altri flessibili, altri malleabili, la loro diversità la rende parecchio adatta a modificarla.
    Paradossalmente ritrovare tutta questa diversità, necessaria per simili lavorazioni, mi prenderebbe fin troppo tempo, se avrò dell’avanzo saprò sfruttarlo in futuro, ma penso che a prescindere sia meglio che lasciarlo a prendere la muffa.
    Poi tu la valuti in base al guadagno, qui la manodopera e la mia, la materia prima è già pronta, e considerando che è apprendistato… beh, è quasi un guadagno.
    Batterò gli avanzi che lo richiederò e fonderò gli altri, tutti in lingotti differenti, sono certo che potrò ricavarne una mazza che non richieda la stessa concentrazione di materiali singolari ma in grado di sferrare colpi poderosi, basterà concentrare tutto in un unico cuore.
    Quanto ai guanti, l’intenzione era creare qualcosa di simile a quelli che indosso, ho due strade per far vibrare i componenti quando necessario: creare qualcosa in grado di vibrare a prescindere dal materiale in cui applicati, cellule vibranti potremmo dire, quindi ogni elemento può esser è parte di un insieme e collabora allo scopo, che sarebbe la via dei sonagli.
    Oppure creare un insieme, una piastra rigida per il dorso ed una per l’avambraccio e applicare gli elementi che con il giusto gioco siano in grado di ballare all’interno delle loro sedi, ovviamente di forma opportuna, il buco verso l’esterno sarà più stretto rispetto all’oggetto alloggiato di modo che questo non scivoli via, ma lo spazio interno sarà più ampio… insomma un grosso ed elaborato sonaglio per descriverlo come qualcuno che non ha voglia di pagarti.
    Certo, ci saranno degli avanzi e magari non sarà tutto metallo, ma quello che conta è col martello che andrà lavorato.


    Sarebbe quindi passato alla spada, un lavoro personale con la quale aveva un legame quasi affettivo.

    Garyu… si, molto complessa, non so quanto hai sentito parlare dei draghi, ma un loro clan, quello dell ovest, che in realtà stanno ad est rispetto a noi, fino al mio intervento era assoggettato da un leader inconsapevolmente maledetto, ma estremamente potente, ad un passo dall’ascendere ad uno stato dell’esistenza superiore in un percorso spianatodalla maledizione che comunque l’ha reso un ottimo candidato per purificarsi in questo modo: fornendomi energia e fuoco.

    Si fece poi pensieroso.

    E le tue armi dorate?
    Il kunai per esempio, ha un anima?
    Un arma simile penso sia ad un passo dal chiederti un paio di gambe, che sia qualcosa di realmente complesso e profondo.
    Ora che ci penso Midorinaka mi aveva detto che stavi facendo una bara e che era per un arma… non ci starai credendo un po' troppo a questa storia?


    Avrebbe chiesto realmente incuriosito, e annuendo quando il discorso avrebbe toccato le regioni per cui l’arte di Meku prendeva quel nome.

    Ma Livon e Hanzo quanto sanno di tutto ciò?
    Hanno completato il loro percorso o si sono allontanati prima?
    Li conosco marginalmente, ma non li ho mai sentiti parlare in questi termini, come se fossero distanti da questa parte spirituale della forgiatura, l’allievo di Hanzo in particolare mi sembrava una frana su tutti i fronti.
    Prima che tu risponda, te lo chiedo perché proprio Mumei, che ho visto essere utilizzata in battaglia, pare non abbia un anima viva, cosa che mi fa aggiungere un ulteriore domanda: l’anima della spada potrebbe nascondersi ad un portatore se non lo reputa degno?


    Ricevuta o meno la risposta avrebbe dunque iniziato il progetto di ristrutturazione di Garyu.
    Il lavoro fatto fino a quel momento sulla spada non era assolutamente cattivo, ma era frutto di una certa inesperienza, di un uomo che si era accontentato del risultato forgiando si un buon oggetto, ma poco utile allo scopo.

    Ai suoi tempi credo che alcuni degli errori siano da ritrovare nel materiale utilizzato e nel non saper utilizzare ciò che possedevo con cognizione di causa, ho fatto un buon lavoro senza sapere cosa potevo fare, ma questo mi ha impedito di fare un ottimo lavoro.
    L’acciaio che mi avevi dato tu era dell’ottimo Hihagane, ma la percentuale era bassa, ho una lama di discrete dimensioni, ma per forgiarla tutta con quel materiale ce ne sarebbe voluta una quantità almeno quadrupla, il regalo era comunque cosa estremamente gradita, ma agli effetti ciò che ha prodotto è stata una connessione parziale, come se ci fossero due ottime cose, ma fossero fuori asse, e questo metallo cercasse di fare da ponte.


    Nel parlare avrebbe indicato le striature presenti nella lama, non perché dovesse indicare a Meku dove e cosa fossero ma per fargli capire che sapeva di cosa parlava.

    Credo che ormai il forzato utilizzo per tutto questo tempo abbia già saturato il precedente metallo di chakra, mutandone la sua natura verso qualcosa di naturalmente più congeniale allo scopo, per cui agirò esclusivamente sull’elsa, ed in seconda battuta sulla lama con una rifinitura di poco conto atta ad alleggerirne la struttura generale, a levargli un po' di inutile armatura diciamo.
    Ma saprò dirti meglio dopo la meditazione.


    Dopo quel leggero preambolo Meku gli avrebbe dato le basi per il Jinzen, trovando Raizen stranamente preparato, per quanto parzialmente.

    Faccio qualcosa di simile quando medito per migliorare la mia connessione col Kyuubi, ad un certo livello essere dei jinchuriki significa trovare la parte migliore di se stessi e quella del demone e metterle in contatto, e non intendo la più gentile o caritatevole, ma la più adatta.
    Ci sono dei punti in comune, ma è inevitabile che io sarò costretto a modificare leggermente il tuo metodo, dopotutto non posso permettermi di occupare energie mentali per mettere da parte il demone, meglio includerlo e sfruttarlo per qualcosa di nuovo.
    Non dirò che sarà una nuova forgiatura demoniaca, ma sarà sicuramente più letterale.


    Sorrise, ma per quanto le sue parole lasciassero trasparire sicurezza era evidente che non fosse un sorriso pienamente consapevole dei suoi mezzi, avrebbe dovuto sperimentare, e ci sarebbe voluto del tempo.
    Sarebbe dovuto partire dalla sua forma, quella di meditazione, se normalmente poteva permettersi delle pose particolari al fine di una maggiore stabilità qui la forma era unica e doveva essere perfetta: la posizione del loto con l’arma poggiata sulle ginocchia perfettamente orizzontale al terreno.
    Gli oggetti erano persone, ed era nella loro natura essere di due uniche sfumature; giuste o sbagliate, e gli ci volle più di un assestamento per riuscire ad adattarsi a quella forma per essere tutt’uno con se stesso, l’arma e la terra già nella forma.
    Meku avrebbe visto qualcosa di nuovo anche per qualcuno con la sua esperienza, ma più raizen meditava più il suo chakra diventava denso, ricoprendolo con un manto che sembrava volesse ovattarlo ma che in realtà era la reazione fisica del suo corpo che cercava di avvicinarsi a ciò che era il demone dentro di lui, e proprio come un loto da sotto di lui sorsero le nove code, sempre più grandi, fino ad incorniciare la sua già immensa figura in qualcosa di particolarmente spirituale che non avrebbe faticato a trovare spazio in una rappresentazione mitologica, in quello stato era complesso disturbarlo, ma in tanti avrebbero evitato di farlo vista la quantità di chakra in gioco.
    In quel momento, la mente di Raizen era impegnata nell’arduo compito di mettere nella stessa stanza un demone, un drago millenario, l’anima di una spada e se stesso, qualcosa che tutte quelle menti già cercavano di fare in autonomia e a cui lui doveva dare una forma in grado di rispettare il volere di tutti in modo che l’assenza di squilibri potesse far iniziare il tutto col giusto piede.
    Una notte scura e senza stelle l’accolse, ma con una tranquilla falce di luna, la volpe era accucciata dietro di lui, ma nonostante la posa i muscoli erano tesi e nervosi, l’aveva precedentemente ammansita chiedendole pazienza, ma Jigoku era qualcuno che le stava particolarmente antipatico e lei un ammasso di chakra tenuto insieme dai sentimenti il cui più facile da provare era proprio l’ira e il risentimento.

    Pensavo non saresti mai riuscito a raggiungermi.

    unknown



    Un uomo decisamente malconcio era poggiato su una robusta prigione lignea, uno strano materiale per contenere qualcuno in grado di usare il fuoco con la potenza di Jigoku. L’uomo, imponente e dal fisico asciutto e scattante si godeva quella pace innaturale come qualcosa che anelava fin dalla sua nascita, ed a giudicare dal suo corpo non era difficile capire perché quel momento gli fosse caro, la pelle era costellata dalle piatte cicatrici proprie delle ustioni e gli mancava addirittura un braccio, eppure sembrava non farne conto, il suo stesso corpo aveva delle movenze tali da far sembrare che l’arto fosse ancora al suo posto e che quella condizione non gli causasse alcuna inabilità.

    Ma finalmente eccoti qui, sono riuscito a resistere.

    Ci fu un lungo sospiro di sollievo accompagnato da un sorriso amaro.

    Ho gridato ad ogni singola battaglia da te sostenuta, ho bruciato e tenuto tutto insieme soltanto perché sento di essere nato con il compito di dover mantenere Lui qui dentro.

    L’anima di Jigoku si portò vicino alle sbarre silenziosa ma minacciosa, una folata di aria incandescente ne annunciò i contorni fiammeggianti avvolti dalla cenere, la sua ira era quasi palpabile, ma in lei era ancora vivo il ricordo della volpe che aiutò Raizen a tenerla a bada, per quanto vicini si possa essere all’ascensione un demone restava una forza della natura difficilmente eguagliabile.
    Le ragioni potevano essere molteplici, era anche possibile che aspettasse la sua occasione, ma difficilmente l’avrebbe avuta da uno spirito prudente come Raizen che mai avrebbe sottovalutato quell’anima che incendiava l’orizzonte oltre le sbarre mostrando quanto grande era il suo potere
    Il colosso stava per prendere parola quando l’anima della spada parlò nuovamente.

    Sai, quanto combatti qui dentro è un oceano di fiamme, ogni volta che invochi il potere della spada io devo tenere a bada questo essere con la sola forza del metallo che tu hai forgiato.
    Ho passato questi anni a bruciare, per anni quando tu combatti io devo arginare il suo potere, resistere alle sue fauci infernali… ma il tuo chakra, la tua volontà continuano a chiedere di più, a chiedere tutto il suo potere ed alimentare uno scambio che se non fosse mediato da me ne rilascerebbe l’anima ed il potere in maniera incontrollata ed esplosiva.
    Ogni volta è una scommessa.
    Ogni volta credo di immaginare che questo calore mi riforgerà, invece mi consuma.


    Alla richiesta di Raizen sul braccio monco gli venne risposto con l’eco di una delle prime battaglie in quel mondo interiore, l’anima della spada aveva solo se stessa e non aveva che la sua costituzione ad aiutarla nel suo compito, e vedere un drago di fuoco di quelle dimensioni affrontato da un umano a torso nudo aveva un qualcosa di ancestrale, Jigoku ruggiva, si agitava, alitava fuoco e fiamme con la naturalezza di un respiro e le sue spire avvolgevano tutto ciò che l’anima riusciva a percepire ma la sua costituzione, la durezza propria del metallo incarnata nelle sue membra resisteva a tutto e gli permetteva di fari indietreggiare la bestia combattendo il fuoco con le nude mani, fino a che le fauci non gli presero un braccio.

    Era la prima volta che avevi utilizzato la forma gigante della lama.
    Non mi aspettavo un simile incremento e mi portò via il braccio.


    A quelle rivelazioni Raizen credette di aver sbagliato qualcosa, la sua spada era indubbiamente forte se ancora era integra, dopotutto era in grado di valutarne lo stato di usura, eppure di fronte a se era presente una realtà ben più cruda che dimostrava che c’era qualcosa che permetteva di mantenere ciò che lui aveva creato in quello stato, il dolore.
    Il dolore della sua creazione.

    Dimmi, quale è il tuo nome?

    Garyu credo, tu mi hai chiamato così, e ho sempre creduto che questo fosse il mio nome.
    Zanna di Drago… sembra che si addica alle mie cicatrici no?
    Ma non sono di sicuro di Jigoku, no, io sono la sua prigione.


    Nella sua voce, quella di chi era riuscito nel suo compito, un leggero tono di rivalsa che pure doveva fare i conti con il timore di non potercela più fare.

    Garyu…

    Era il nome con cui chiamava generalmente la spada, forse solamente un diminutivo più comodo, ma gli era sempre risultato particolarmente naturale, che fosse l’unico sussurro che il suo animo distratto gli aveva concesso di udire?

    ...perdonami, ti ho creato senza la piena consapevolezza delle mie azioni.
    Tu dovresti essere in grado di scendere a patti con lui.
    Hai resistito fino ad ora, dovrai spiegarmi cosa ti ha reso resistente, ed al contempo cosa ti ha ostacolato.


    Le descrizioni di Garyu non furono affatto brevi, dovette sentire i pregi e i difetti della sua spada dalla spada stessa ed una volta all’esterno dovette rintracciarli seguendo le indicazioni di Meku grazie alle quali poteva esplorare la spada in maniera del tutto differente. Eppure nonostante tutto gli sembrò di non aver mai avuto quella conversazione, come se la voce della spada fosse ancora offuscata, lontana. Lo Shikansetsu no Ongaku permetteva di far risuonare il metallo in maniera particolare, le nocche mediante un preciso tocco rilasciavano un onda che evidenziava le differenze che intercorrevano tra i materiali, e se nell’acciaio questo poteva essere comune viste le particelle di carbone al suo interno altrettanto non valeva per quelle che si rivelarono come delle cicatrici, erano per lo più presenti all’interno della lama come dei filamenti di metallo fuso accumulati in precisi punti dopo chissà quale evento, punti che non erano stati in grado di reggere le temperature sviluppate dalla spada nei momenti in cui questa veniva portata al limite delle sue possibilità.
    La superficie però non svelava così tanto, se il materiale internamente si concentrava all’esterno lasciava piccole depressioni esternamente ed erano l’unico sintomo apprezzabile tattilmente, unico senso in grado di scovarle, ma unicamente grazie alla tecnica del Tatchi no Kakezan, in grado di moltiplicare brevemente le terminazioni nervose permettendogli di avere una comprensione maggiore dello strumento, una tecnica che con la giusta conoscenza poteva aumentare selettivamente i vari corpuscoli addetti alla percezione dell’esterno per esaltare solamente alcune sensazioni e reprimerne addirittura delle altre in modo da ricercare con precisione solo precisi errori, che fossero in un errore nella gestione della temperatura, ad un qualcosa di meccanico.
    Fu grazie all’applicazione di quelle tecniche di osservazione che giunse ad un buon punto dell’analisi.

    La spada è… più ingombrante di quanto dovrebbe essere, ma necessita di queste dimensioni, fanno parte di lei.

    Avrebbe concluso.

    Tuttavia mi manca ancora qualche dettaglio: la dissipazione del chakra.
    Non stiamo parlando di punti di fuga è ovvio, ma questo strumento possiede comunque la capacità di gestire il chakra, o lui o la sua anima, devo riallinearli, ma devo prima percepirli, il chakra che io scambio con la lama crea dei riflussi estremamente dannosi per lei e che non le permettono di esprimersi come dovrebbe, e io devo rimediare.
    Come?


    Chiese con decisa educazione.
    Quella dei punti di fuga della spada in realtà era una lunga spiegazione di anatomia della stessa e sugli assi prevalenti della sua forma.

    Curioso, quindi per combattere un drago di fuoco devo accentuare la spina dorsale della tigre.
    Eppure nonostante il nome il suo elemento non è il vento.
    Oppure sto sbagliando a fare questa connessione?


    Gli sarebbe stato spiegato che alcuni particolari vincevano sulla natura generale dell’animale elementale, per cui se anche Byakko era legato al vento la spina dorsale poteva non esserlo, a volte erano nomi derivati non tanto dalla spiritualità quanto da elementi naturali che ne rispecchiavano la fisionomia, esattamente come nel caso di quell’asse che tendeva ad avere sempre quelle proporzioni.

    Comprendo, quindi se la la spina dorsale può essere corretta in questa parte della spada lo stesso non vale per l’asse lungo il filo ad ala d’airone.

    Raizen rifletteva e lo face a lungo.

    Sto cercando di limitarmi ad una modifica superficiale… ma Garyu si merita di più, non posso permettermi mancanze questa volta.
    Voglio ribattere la parte centrale, mi serve un cuneo per mozzarla via, la sostituirò con un cuore completo di Hihagane, e darò all’intera lama un profilo più acuto, mi sorge un a domanda però.
    Un cuore di Hihagane cambierà la natura della lama e la avvicinerà al fuoco, ma l’anima che deve essere controllata è della medesima natura, è meglio smorzare questo lato remando contro l’anima da ospitare con dei materiali ad essa avversi e combatterla oppure lavorare per creare una lama maggiormente adatta ad accogliere un simile calor….


    Non si azzardò a finire la frase.

    Userò dell’Hirogane.

    Concluse in autonomia, la lama non doveva resistere, al suo interno non doveva esserci contrasto, ma armonia, il chakra doveva scorrere, non creare contrasti esplosivi, non quella lama.

    Avrei voluto che l’asse principale fosse quello della fenice, ma non ha la robustezza necessaria.
    Per cui ripiegherò sulla cresta del drago, ma non voglio spianare la strada ad uno scambio di identità, per cui raddoppierò simmetricamente il taglio a piuma di fenice per contenere il drago.
    E chiuderò con il nodo della volpe, le nove ribattiture si adattano bene alla natura mutevole della lama e mi permetteranno di saldare a modo le varie parti.
    Mi son già chiesto se a questo punto non potessi semplicemente rimpicciolirla visto che sarà in grado di ingrandirsi, ma non è nella sua natura, Garyu non può essere una spada elegante.
    Cosa ne dici?


    Aveva un progetto
    scheletro competenza:

    L’utilizzatore può attivare Ryu no Hagoromo su Garyu, risvegliando ed entrando in contatto con l’anima della spada. Per un intera scena l’arma sarà senziente, ed apparirà come un drago metallico le cui squame sono numerose piccole lame che gli permetteranno di tagliare a contatto come una normale lama, la testa apparirà solamente cesellata sulla punta. Sarà in grado di flettersi similarmente al corpo longilineo di un drago. Non sarà necessario pagare il Mantenimento finché a contatto o entro mezzo metro dall’utilizzatore.

    L’utilizzatore se attivata Ryu no Hagoromo su Garyu potrà impastare su di essa una quantità di chakra variabile, ogni basso permetterà alla spada di muoversi per un round entro il raggio d’azione della tecnica anche se non è impugnata. Sfrutterà gli slot dell’utilizzatore e avrà statistiche pari alle sue.

    L’utilizzatore può generare attraverso Garyu spettri della furia di Jigoku a forma di drago e fatti di fuoco, grandi due unità e in grado di muoversi entro il raggio di Ryu no Hagoromo con statistiche pari all’utilizzatore e sfruttandone gli slot muovere più costrutti con traiettoria simile o speculare richiede uno slot. Gli spettri possono emettere una fiammata di potenza pari a 20 sommabile fino a 60 a forma di cono avente base pari a 3 metri e gittata pari a 10 metri o fondersi con la spada per potenziarla della medesima potenza. Si dissolveranno dopo un utilizzo o dopo 6 round. È possibile distruggerli con una tecnica pari alla loro potenza. Se sputano in concomitanza a un colpo di spada, non richiedono slot azione.

    L’utilizzatore è in grado di incrementare le dimensioni della spada di 20 unità mediante un alone rosso intenso avente la medesima forma dell’arma, aumenterà il danno di 10. Se entra in contatto con status causati in precedenza dalla spada il Countdown si azzera, replicherà tutte le potenzialità della lama. È possibile ridurre istantaneamente la dimensione ma l’espansione avverrà sempre con velocità pari alla concentrazione dell’utilizzatore.

    slot arma
    e lo mostrò senza paure a Meku che aveva dati a sufficienza per capire le potenzialità della spada.
    Ma il fabbro avrebbe sicuramente notato che c’era qualcosa di non detto, volutamente.

    Si, non sono accorgimenti sufficienti e ho dovuto pensarne di ulteriori, uno dei problemi della lama è la difficoltà nel contenere la sua capacità di espandersi, penso che prima della rifinitura sarà necessario imprimere delle impronte d’Oni che favoriscano l’espansione.
    Avrà tutto il necessario, e sarà libera di crescere e muoversi e non sarà necessario preservarsi.
    E qui sta l’intuizione, inizialmente avevo uno scambio forzoso con la spada, io davo e ricevevo passando attraverso un medium, questa volta la spada non dovrà combattere l’anima, sarò io a occuparmi di quella parte grazie ad una tecnica che uso per combattere con i draghi ad un livello più alto della semplice evocazione.
    Così sarà la mia spada, non una spada qualsiasi.


    Se avesse ricevuto il via libera avrebbe dato fuoco alla fucina e iniziato a scaldare la lama, doveva essere un processo graduale per assicurarsi di non raggiungere una temperatura troppo diversa tra cuore ed estremità.
    Avrebbe osservato personalmente il colore della lama mentre un clone si occupava di tenere costante il flusso d’aria e solamente all’ultimo avrebbe estratto una delle armi di Meku, probabilmente uno dei suoi vecchi martelli, era necessario ancora qualche minuto perché il colore fosse perfetto ed aspettava a braccia conserte mentre il suo chakra iniziava ad agitarsi sintonizzandosi con quello della volpe.
    Non avrebbe risparmiato nulla.


    Edited by F e n i x - 7/8/2021, 19:17
     
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    Il Mistero del Fabbro


    14
    Epilogo

    Apprendistato

    Meku non aveva idea di cosa fosse capitato dopo la sua morte e quindi ogni congettura perdeva di significato, avrebbe anche potuto fare dieci nomi all'Hokage, ma sarebbero state parole vuote, e anche la correlazione con Ottobre Vuoto era decisamente un lungo balzo nel vuoto. Midorinaka avrebbe salutato con giusto una scrollata di spalle e un cenno della mano mentre si allontanava con la Nuova Mumei, forgiata con il chakra, il sangue e la fatica di due fabbri tra i migliori in assoluto, maestro ed allievo...ma per quanto ancora, prima che uno superasse l'altro?

    Molti i discorsi tra i due durante il lavoro, soprattutto in termini di spiegazioni. Esistono tre materiali adatti a condurre i Chiiton. Il Chihirokane di cui ti sto mostrando il processo di lavorazione è estremamente raro, si trova solo in profondità sotto antichi campi di battaglia, in cui il chakra residuo dell'ambiente e il sangue che impregna il terreno vanno ad alterare le vene minerarie in profondità, posto che il terreno sovrastante sia adeguatamente poroso. Condizioni rare, appunto, ma è il migliore per trasmettere Chiiton che richiedono un controllo raffinato. Se invece l'arma deve in qualche modo assorbire il sangue è bene usare l'osso come base, ma non starò qui a farti un excursus sulle decine di tipologie. In ultimo, se desideri potenziare le tecniche che usano il sangue il materiale migliore è una lega di Acciaio Nero e Sangue Pietrificato, un fossile di alcune creature che potresti trovare nei mercati più occidentali. Il discorso sui capelli era più complesso: essi erano ovviamente capelli trattati appositamente, ma i capelli sono anche qualcosa di vivente e sacrificabile, qualcosa che viene usato nelle maledizioni per legare più strutture e che consente di trasportare un frammento d'anima nell'arma in cui viene incluso, così da rendere più vitale il prodotto. Non sognarti di creare armi dotate di intelligenza propria senza usare una qualche componente umana. Certo, frammenti di demone o di altri esseri potrebbero essere più forti...ma l'intelligenza creata non avrà nulla a che vedere con quella umana, e può essere pericoloso. Anche per un Jinchuuriki. puoi comprendere il tuo demone. Essergli amico e alleato. Ma non penserai mai esattamente come lui...perchè non sei un demone. E questo in una spada potrebbe creare uno sbilanciamento tra te e l'arma.

    Dopo il riposo fu il momento di parlare ancora con Meku. Non c'è un modo o un metodo da spiegare. Come Fabbro Demoniaco devi comprendere l'arma su tutti i livelli. Focalizzarti su un solo aspetto ti renderà impossibile capire l'insieme. L'approccio è olistico, prima istinto e poi ragionamento, senza l'istinto è inutile ragionare. Senza ragionamento è inutile percepire. Ti servono entrambi. Potremmo quasi dire che è una questione di ragione e fede, se credessi in queste cose. Comprendere la storia dell'arma rende le cose più semplici, ma non è tutto. La mia tecnica per smontare le armi non ha nulla a che vedere con la forgiatura demoniaca, è semplicemente il risultato dell'esperienza: se sai fare una cosa, sai anche disfarla, tutto qui. Al discorso sulle armi gigantesche il fabbro si accigliò, come se non capisse dove Raizen volesse andare a parare...forse non sapeva delle Armi di Iwa. Non ti seguo. Una spada gigantesca è comunque una spada. Una spada con più anime è un pastrocchio, se non c'è una gerarchia tra loro o un contenimento di qualche tipo...ma comunque non le definirei mostri. Sono solo armi. Se l'allievo fosse stato più chiaro riguardo alle Armi di Iwa avrebbe ottenuto solo una brusca scrollata di spalle. Simili abominii sono frutto di molte arti. Perlopiù deprecabili. Nulla a che vedere con la forgiatura, non puoi applicare nulla di ciò che posso insegnarti a esse, la complessità è troppo elevata, e richiederebbe troppe conoscenze per una persona sola.

    Quanto al piegare l'anima di una spada preventivamente... Si lasciò sfuggire un sorrisetto. Anche io avevo queste ambizioni da giovane. Ma stai romanzando troppo la cosa. Sono oggetti. Non devi dimenticare mai che sono solo oggetti. La spada la cui anima ti è affezionata più di ogni altre, è comunque una spada. Se impugnata da un nemico può ucciderti, se non è realmente senziente. Non perdere mai l'obbiettivo: se un artigiano e un utilizzatore. Loro sono oggetti, non amici. Non puoi chiedere alla spada del nemico di essere gentile con te mentre ti taglia il collo. E questo rispondeva anche alle domande di Raizen su quanto Meku stesse portando avanti quella questione filosofica. La Bara era un fodero, non un'arma. Il fodero per la spada migliore che sia mai esistita. Ma non la ho forgiata io, era la spada di Indra. Non so dove si trovi, ma mi hanno chiesto una replica del fodero, che studiai in gioventù, e la ho fatta. Non posso rivelare il nome del cliente però. E su questo non avrebbe ammesso trasgressioni. L'anima di una spada riguarda il fabbro al momento della fabbricazione. Non necessariamente uno spadaccino deve conoscerla o entrarvi in contatto. Inoltre come ti ho detto, molte armi hanno uno spirito rudimentale, con cui non c'è alcun motivo di comunicare durante uno scontro o un allenamento. Livon e Hanzo hanno appreso aspetti diversi, ma mentre il primo si è focalizzato sulla tecnica di forgiatura, il secondo ha preso troppo sul serio l'aspetto spirituale, rendendo i suoi lavori meno raffinati. Senza dare la stessa importanza a entrambe le cose, il lavoro è inutilmente dozzinale. Sebbene si trattasse comunque di capolavori, ma non all'occhio ipercritico del loro maestro.

    Accantonato il discorso del Rintocco (a Meku servivano a poco metalli e leghe riciclati, insistette sul rifare l'arma da zero usando il progetto come ispirazione), venne il momento di parlare di Garyu e dei suoi utilizzi. Meku annuì quando Raizen indicò i punti deboli della sua opera, ora che li guardava con occhio critico e dopo qualche anno di esperienza. Si accigliò però quando l'allievo espose le sue intenzioni. Intendi usare la volpe come supporto? Una sorta di influenza sovrannaturale nella forgiatura, ma non come materiale...piuttosto come aiutante? Era un'idea nuova...qualcosa che di fatto non aveva mai provato. Che fosse quella la pagina che gli mancava della Leggenda della Spada Eterna? Puoi provare, ma non so se otterrai qualcosa di più. Ci fu, forse per la prima volta, un lampo di sincero interesse negli occhi del vecchio fabbro. Il suo lavoro gli piaceva. Ma è un esperimento interessante.

    La forgiatura richiese giorni, non ore, con pause e ripetuti errori che il Maestro fece notare e correggere: forse Raizen era un fabbro esperto e usava bene le code per supportarsi, ma la volpe non aveva esperienza pratica e questo era un contraltare pericoloso. Con la guida di Meku anche il demone apprese, pian piano, a migliorarsi, e ci volle quasi una settimana per avere una spada ormai completa. Il maestro la osservava, scrutandone le imperfezioni, inevitabili nonostante tutto, ma trascurabili. E' un lavoro degno di un mio allievo. E forse hai trovato la chiave per andare avanti con il libro...ma questo potrebbe anche significare che quell'Hayate ha a sua volta un qualche supporto esterno. Dovremo lavorare ancora e ancora. Dormi ora...c'è ancora molto da imparare, soprattutto per la tua Volpe. E le sue parole furono profetiche...ma tanta fatica avrebbe certamente dato dei risultati.
     
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    Garyu Rinata


    XV




    Seguiva attentamente ogni parola di Meku, e considerando che il maestro o la guida di entrambi sotto un certo punto di vista era stata proprio la Leggenda della spada Eterna non trovò alcun punto sul quale dissentire.

    No, non sono decisamente pastrocchi, sono mostri nella misura in cui è mostruoso il processo per crearle, comprendo che come artigiani ci siano dei limiti che non dobbiamo porci, ma qui siamo su un altro livello, onestamente non saprei nemmeno se si possa parlare di artigianato o di una commistione di arti ben più oscure.

    Avrebbe dunque raccontato ciò che sapeva sulla costruzione delle armi, con dovizia di particolari e di capacità delle stesse, citando i colossi e i clan di Iwa che vi avevano preso parte e suggerendogli di tenersene ben alla larga vista la sua natura.

    Immaginavo ci fosse una sorta di ostacolo in questo senso.
    Eppure quel fabbro di Hayate sembra capirne abbastanza.
    Da ciò che so, lui come gli Hayate più anziani, non hanno avuto modo di studiare al meglio le armi, lui soprattutto dovrebbe essere abbastanza giovane, sicuramente successivo al sigillo delle armi.


    Ma erano scambi di parole superflui, se c’era un modo di comprendere quelle armi sarebbe stato con l’osservazione diretta probabilmente.

    Un vero peccato, mio padre però era in grado di fare qualcosa di utile in questo senso, mi domando se ci sia un modo di fare altrettanto ma limitato agli oggetti.
    Grazie alle sue conoscenze dava vita, credo anche anima alle cose, forse io potrei arrivare a risvegliare l’anima di questi oggetti e renderla riconoscente, in qualche modo, le cose a cui mio padre dava vita lo erano sempre.


    Disse quasi pensando ad alta voce.

    Certo era anche una specie di santone.

    Aggiunse quasi tra se e se.

    Diciamocelo, ci voleva qualcuno in grado di aprire le mani ad entrambi gli aspetti.

    Non che ammettere la sua ignoranza gli avesse richiesto poco tempo, senza rendersi conto dei suoi limiti, similarmente a Livon o Hanzo sarebbe rimasto incompleto, accontentandosi di forgiare mezzi capolavori.

    Si, intendo fare proprio questo.
    Febh, ricordi quello strano individuo pedante a cui avevi restaurato l’arma?
    Beh lui avrebbe detto che ricorrevo ad una scorciatoia, ma io non la penso così, la continua interazione ma soprattutto la convivenza anche fuori dalle battaglie rende il demone ben più di una batteria come dice lui, più di un compagno, qualcosa che si avvicina molto ad una parte di se stessi che ancora si deve conoscere ed esplorare, come quando in uno scatto d’ira senti una voce che ti consiglia di ragionare, questo diventa un demone con un buon jinchuriki, per questo il sigillo dopo un certo arco di tempo è superficiale e viene quasi totalmente rilasciato.
    Quindi si, lo farò, aiuterà anche ad aggiungere un altro nodo al nostro legame.
    Non solo, riuscirò anche a capire quanto questa influenza può dare al momento della forgiatura e quanta durante l’utilizzo.
    Ma ora mi serve un po' di pace.


    L’estrema concentrazione, la privazione sensoriale, il focus estremo su un unico obiettivo gli permettevano di fare una cosa unica nel suo genere, e ben rara anche tra i Jinchuriki, potersi avvalere delle code del demone senza attingere al proprio chakra, qualcosa di impossibile da gestire in una battaglia per via degli stimoli, ma davanti alla forgia, in quell’inferno di fuoco, ferro e strumenti dal peso proibitivo c’era spazio per raggiungere l’apice della concentrazione.
    Era ben chiaro quanto l’evento fosse singolare e quasi impossibile da replicare quando Meku osservò le code sbocciare come un fiore di loto, in un movimento delicato da cui non traspariva alcun genere di istinto violento, era semplicemente uno stadio differente, leggero come il movimento con cui la code si misero a riposo, in attesa di stringer gli strumenti adatti a quel lavoro. Persino l’espressione di Raizen era cambiata, non esisteva niente all’esterno di quella mansione ed il vecchio fabbro avrebbe trovato complesso distrarlo, dovendo spesso ricorrere ad espedienti più fisici di quanto la sua compostezza non gli permettesse, espedienti che perfino la volpe percepiva.
    Il suo metodo di lavoro aveva qualche falla, dovuta anche al fatto che se quello status non andava mantenuto dal corpo il peso veniva scaricato sulla mente, e anche la mente era un muscolo in quel caso e il suo allenamento non aveva dato completamente i suoi frutti, ma osservarlo era incredibile tanto quanto lo era vedere Meku manipolare il metallo a mani nude, ogni coda aveva una mansione e la fluidità concessa dalla loro natura permetteva ad una persona di ricoprire ciò che normalmente ne avrebbe richiesto tre.
    La sua mano sinistra teneva ben salda la lama, la destra impugnava il martello con cui lavorava di precisione, una coda al mantice, una all’attizzatoio e ben quattro erano munite di altrettanti martelli che lavoravano la superficie senza sosta e con una continuità impossibile se si faceva affidamento solamente a due mani, la frequenza delle martellate riusciva ad essere tale che il metallo si piegava sotto di esse quasi fluidamente, mantenendo più a lungo la sua temperatura migliore, aggiustata di quando in quando da un katon di Raizen.
    Le interruzioni di Meku però erano frequenti e dover staccare la spina da quello status allungava il lavoro, ma lui esigeva quella perfezione, e le interruzioni lo aiutavano a ridurre il tempo impiegato per riaccedervi, solamente alle battute finali quella modalità di lavoro potè dare realmente i suoi frutti.
    Lentamente il viso di Raizen divenne una maschera di sale, solamente gli occhi, lucidi e vitali si muovevano lungo tutta la lama valutandone lo stato e la temperatura, mentre le orecchie valutavano il suono dell’impatto del martello ed il naso la quantità di ceneri e combustibile che bruciavano ed anche il particolare odore del metallo incandescente.
    Furono le code restanti ad occuparsi delle emissioni necessarie ma la più importante era quella che aveva mantenuto un contatto perpetuo con la lama, monitorando la situazione al suo interno, un punto di vista unico e privilegiato che gli permetteva di controllare Jigoku possibile solo grazie alla sua natura di jinchuriki.
    Quando iniziò a prendere la mano con quel metodo di lavorazione l’ambiente iniziò a saturarsi di chakra, la sintonia tra Raizen e la Volpe li avvicinava ben più del normale permettendo un assorbimento del chakra naturale da parte di quest’ultima maggiormente efficiente e di fatto irrorandone la spada che ne veniva riforgiata, curata e potenziata.
    La natura della spada lentamente mutò in qualcosa di nuovo, persino dal progetto.
    In corso d’opera si era reso necessario adattarsi a quei moti interni propri dell’anima già ospitata dalla spada a volte reprimendola grazie alla volpe prima che potesse influenzarla negativamente, e spesso cambiando stile di forgiatura, passando dallo stile dell’onda impetuosa fino al tramonto placido, concludendo come anticipato, con il nodo della volpe, nove rapide martellate per formare il dorso della spada basate tanto sulla precisione quanto sulla velocità di esecuzione.
    In tutto questo mai, per un singolo istante, aveva interrotto la tecnica di comunicazione che usava con i draghi, attirando continuamente il chakra della volpe a sostiruire l’hagoromo che la mancanza fisica di Jigoku non poteva creare.

    Mi servirà parecchia acqua per la tempra.

    Sollevata la lama dall’acqua il suo sguardo era entusiasta, ma non proferì parola, sottoponendola con rispetto all’analisi di Meku.

    Grazie, Maestro.

    Disse con un inchino, colpito da quel riconoscimento che aveva tardato così tanto ad arrivare, ma senza sottovalutare la supposizione sul Coraggio che dava prospettiva sulle sue capacità





    è solo conclusivo lo giuro lo giuro lo giuroooooooo

    Edited by F e n i x - 21/9/2021, 09:47
     
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38 replies since 9/11/2020, 20:14   1151 views
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