La Nebbia e la BrumaQdV

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  1. Youshi2
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    la Nebbia e la Bruma


    I

    Rilessi un'ultima volta la missiva giunta dai messi del Mizukage, con la mano mi grattai prima il capo e poi l'orecchio, alzandomi pensoso e muovendo larghi passi nella stanza spartana in cui ero solito dormire. Era passato un lungo anno da quando Kiri era entrata in possesso di superficiali informazioni circa dove fosse rinchiuso Itai-sama, all'alba del giorno seguente in cui ci era stato comunicato, tutti pronti sul molo a partire, venimmo rimandati alle nostre case con una lettera molto simile a quella appena arrivata. I motivi non vennero mai chiariti da parte del Mizukage e, allora, costretti dagli eventi, continuammo a lavorare per il benessere di kiri e della sua popolazione. Ma dentro di me ardeva, sempre più di più, la preoccupazione per Itai-sama. Era stato lui a promuovermi a Mano Nera ed io avevo promesso, all'epoca, che sarei stato la sua ombra fedele. Poi sparì e non si ebbe più sua notizia, in compenso scoprii che quello che io definivo Ombra era in realtà la Mano Sinistra del Kage e che, proprio la Mano Sinistra di Itai, divenne il Juudaime facendomi prendere il suo posto. Dentro di me incolpavo il Mizukage per tale ritardo, avevamo lasciato per un anno Itai-sama e Meika nell grinfie dei loro aguzzini senza fare nulla, li avevamo condannati ad un anno in più di prigionia e per quale motivo? Non ci era dato saperlo e questo mi infastidiva ancora di più. Per questo numerose domande si susseguivano nella mia mente, le prime rivolte verso il destino del Nara e della primaria di Kiri, le seconde addirittura ponendo malizia nel ritardo con cui il kage si stava occupando della questione. Ma tutti quei pensieri andavano rimossi con un colpo di spugna, rischiavo che oscurassero quello che era il nostro obiettivo: recuperare Itai e Meika.

    [...]

    Il giorno seguente mi presentai puntuale al molo. Per raggiungere il porto ero passato dai tetti del villaggio, uscito dalla finestra al quarto piano, risalite le mura dell'abitazione, mi ero scagliato con ampi balzi fino a giungere al luogo di ritrovo. L'ultimo salto, spiccato da una casa al limitare, mi fece atterrare a circa una trentina di metri dal galeone che troneggiava su tutte le altre imbarcazioni. Diversi ninja erano coinvolti nella sua protezione mentre il Mizukage, fermo nella sua solita posizione plastica, attendeva che tutti i ninja richiamati si presentassero. Una volta rialzatomi e abbassato il cappuccio scuro del mantello della Mano Nera, mi diressi verso Kensei-sama con relativa calma, dato che non avevo ancora notato gli altri ninja del mio villaggio presenti nella scorsa riunione. Giunto a tre metri dal Mizukage mi fermai e, in un inchino, dissi A rapporto, Mizukage-sama Quindi portai le mani dietro la schiena, comunque coperte dal mantello, e attesi disposizioni. Nell'attesa di venire raggiunto dai miei compagni o che Kensei-sama si rivolgesse a me, studiai con interesse quell'imbarcazione.
    Una volta giunti anche gli altri ninja che sarebbero partiti per la missione, rivolgendo un cenno con la testa a Fudoh-san, seguii il Mizukage all'interno della nave e sottocoperta dove, mentre i marinai si attrezzavano nel salpare, iniziò il briefing.
    In quel ambiente, pieno di materiali e laboratori per creare oggetti utili, iniziò a parlare Kensei-sama. Da prima ci diede una panoramica della struttura sociale interna del Villaggio della Bruma, dunque di alcune voci e indizi più concreti che parlavano della presenza di alcune delle antiche sette spade, infine fornendoci una visione più completa di quello che avremmo potuto incontrare durante la missione: dalle informazioni in nostro possesso, potevamo dire con certezza che fossero forniti di una grande flotta navale e che, uno dei cinque, combattesse in mare con dei Kraken, oltre che la presenza di uomini-pesce, guerrieri perfetti per gli assalti marini.
    Il mio sguardo si perse sulla mappa spiegata sul tavolo, andava trovato un modo per non affrontarli nella loro zona di conforto, il mare. Forse - anche a rischio di allungare il viaggio di un giorno o due - si sarebbe potuto attraccare nel Paese del Lupo e raggiungere a piedi il Paese del Cielo, infatti l'arcipelago non sembrava fosse distante dalla costa, ma restava da capire quanto tempo richiedesse. Anche se non tutti erano in grado di poter usare il chakra per camminare sull'acqua, di notte e a piedi saremmo potuti passare inosservati più facilmente che con questo galeone. Rimasi in silenzio, non ero stato interpellato e sapevo bene quanto potesse infastidire il Mizukage parlare a sproposito.
    Dunque, alla richiesta di presentarsi al Jonin Akira-sama, se nessuno avesse subito rotto il silenzio, dopo un attimo avrei risposto Youshi Tokugawa, chunin e elemento della Mano Nera. Assassino e portato all'infiltrazione nelle linee nemiche. Specializzato nell'uso dei genjutsu e eliminatore di cadaveri il mio unico occhio non si era spostato da Akira-sama, finito di parlare compii un leggero cenno di rispetto con la testa in sua direzione.

     
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