La fiducia che dà la guerra.[Free Kensei - Diogene - Youshi - Harumi]

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  1. DioGeNe
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    L'Asse Oto - Kiri


    Guerra e Religione XXXIX, di Loxion Mikawa

    L'accordo era stato preso e l'asse tracciato sulla mappa delle terre emerse popolate dai Ninja.
    Quel giorno iniziava una nuova era, dove il Suono e la Nebbia avanzavano in sinolo per la conquista del mondo noto a discapito sia dell'Alleanza che dei Paesi alla ribalta, i quali stavano sgomitando da anni per ottenere un posto di rilievo nel palcoscenico polito-militare. Sarebbe stata dura per due motivi principali: il primo era rappresentato certamente dalle minacce dei Cremisi e dei Canthiani, che su tutti avevano dimostrato la loro valore sconfinando con forza nel recente passato. Il secondo era rappresentato dalle principali associazioni di nukenin che, in decenni di malefatte, avevano piantato radici profonde nella struttura socio economica delle continente. Questi due fattori insieme immobilizzavano le truppe, per paura di un contrattacco dagli invasori, complicavano le strategie, poiché vi erano soggetti come le Calamità a rendere imprevedibile l'esito di un conflitto, e soprattutto forzavano grossi flussi di denaro ad essere dirottati verso chi deteneva ormai il controllo di informazioni, armamenti e War-changer come Armi di Iwa o Demoni Codati.
    Realtà, problemi ben noti ai due leader, i quali avevano preso parte in prima persona a molti degli aventi che avevano contribuito a scrivere la recente storia.

    Tuttavia questo non avrebbe impedito ai due Kage di percorrere il loro cammino e costruire l'Impero che volevano per la loro gente; lo avrebbero fatto per dare un futuro degno al mondo dei ninja, per tracciare la rotta da seguire e cancellare i falsi valori indotti dal predominio Accademico.
    Era un concetto semplice: vendetta chiama vendetta e di torti e soprusi il sistema ne aveva fatti in lungo e in largo, producendo appunto quelle realtà ora alla ribalta, infuocante da anni di ingiustizia, passati nell'ombra. Una catena di odio che avrebbe portato ad una nuova Guerra Ninja e dalle cui ceneri avrebbe innescato un nuovo anello della catena, come se un sadico fabbro si stesse divertendo dall'alto a forgiare il destino dei ninja sin dal principio.
    Per rompere la sequenza serviva una soluzione drastica. Distruggere tutto per cancellare la storia e quindi eliminare l'odio dal cuore degli uomini. Ripartire da un'unica realtà comune, senza più vincitori e sconfitti, basata sui principi della vecchia scuola, quella della Nebbia di Sangue e del Primo Suono.

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    Ecco il mondo che Kensei ed Aloyiusus avrebbero costruito.

    Il primo passo era far comprendere ai due Paesi interi, a partire dai rappresentati politici ai vertici, il cambio di rotta. La commistione delle usanze, delle procedure e delle conoscenze era sicuramente qualcosa da iniziare al più presto per scardinare le barriere culturali delle due differenti popolazioni ma il confronto con i rispettivi Daimyo non era da meno. Forse per l'Inquisitori sarebbe stato più facile trovare un accordo con Shoichi Kiriyama, ragazzo ancora non maturo ma educato all'arte militare e con una ambizione tale da vedere probabilmente nei piani del Mizukage proprio la soluzione al suo compito di risollevare il nome della famiglia. L'Acqua aveva trovato già una sua direzione con la nomina di Kensei.
    Nel caso delle Risaie, invece, Aloysius non era convinto che avrebbe trovato una spalla forte su cui poggiare la sua campagna militare espansionistica. La sua proclamazione era avvenuta per votazione dalla capitale militare, quindi dai soldati e non dai nobili. La sua figura era probabilmente vista con timore dalle alte sfere perché il Mikawa aveva dimostrato di prediligere la via della spada a quella delle parole, come ad esempio nel caso dell'uccisione del Nidaime. Inoltre il Colosso avrebbe prima dovuto risolvere un grosso problema interno ad Oto, di quelli che anche un colpo di stato di stampo militare sembrava una bazzecola in confronto. E quel problema indossava degli occhiali finti e era amico delle lucertole.


    Tuttavia il Garth non era un uomo da proiettarsi così tanto nel futuro da perdersi il presente: avrebbe pensato allo Yakushi al suo ritorno ad Oto, ora aveva un fratello di Sangue da onorare alla maniera dell'antica Rosa d'Acciaio. Si scolò il sakè, per abitudine più che per il piacere di assaporare il pregiato liquido (visto che ormai aveva perso la capacità di godere dei piacere dei vizi carnali), e si alzò dalla sedia per decretare la fine del banchetto e delle chiacchiere; Harumi e Youshi già avevano avuto quel momento per stringere la loro alleanza come combattenti e ora era il turno dei loro kage di conoscersi attraverso la gioia e il dolore dello scontro. Invero c'era già stato modo di incrociare le lame, sia nei Bosco dell'Upupa che ai tempi della Chiamata nel Ferro, ma in entrambi i casi kensei aveva avuto di fronte un Diogene in balia di Khorne e ne aveva visto un potere distorto, sebbene indubbiamente straripante.

    Che il Kiriano si sentisse realmente in grado di contrastare quello che aveva provato sulla sua stessa pelle? E se si, davvero la forza del Generale Cremisi si limitava a quello che aveva fatto vedere? Solo il Sangue lo avrebbe rivelato.



    CITAZIONE
    OT/ Direi di chiudere questa giocata e poi aprirne un'altra per il combattimento, se vuoi! Chiaramente appena avrò la scheda al 100% aggiornata ;)/OT
     
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19 replies since 9/12/2020, 15:29   667 views
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