La fiducia che dà la guerra.[Free Kensei - Diogene - Youshi - Harumi]

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    ~ The Red Capes are coming!

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    La fiducia che dà Guerra


    Capitolo Unico


    Atto I
    Inviti †



    Era passato del tempo da quando ero stato a Oto per parlare con Diogene. L'ultima visita in Villa che mi ero deciso a fare circa un mese prima si era rivelata un buco nell'acqua nonostante le incredibili vicissitudini che accaddero e di cui feci parte. Era dunque arrivato il momento di mantenere la parola data ad inizio anno quando, dopo l'incontro tra Youshi ed Harumi, decisi di rifiutare l'invito di Diogene a cena per punire il Kiriano come la disciplina della Nebbia (che lui stesso si era impegnato a voler ripristinare come il sottoscritto) comandava. Avevo anche un ottimo antipasto da servire, che proprio mentre pensavo a quanto sto scrivendo stava venendo torchiato nelle fondamenta del palazzo amministrativo.
    Dopo aver scritto la finta missiva accademica per Shin Kinryu, dunque, continuai a scrivere epistole, questa volta indirizzandola però al Kage del Suono.

    Egregio Kokage,

    Non mi sono ancora fatto perdonare quanto accaduto dopo le vicende che hanno visto Harumi e Youshi combattere nell'arena nei pressi del Bosco dei Sussurri. Le questioni del villaggio quel giorno mi chiamarono con un'impellenza che non potevo non ascoltare. Quest'oggi, alla luce anche di alcune scoperte venute alla luce in questi mesi, sarei onorato di invitare lei e la sua Jinchuuriki qui a Kiri per offrirle il banchetto che lei stesso aveva riservato per il sottoscritto ed il mio ninja, Youshi - adesso promosso al grado di chunin, con mia grande soddisfazione - ma dal quale i suddetti impegni mi hanno strappato.
    L'Appuntamento è per dopodomani sera, qui, a Kiri. Youshi stesso vi attenderà alle mura per farvi strada fino al luogo designato per il nostro incontro.

    Conscio del legame di sangue e d'intenti che ci lega, spero che accettiate il mio invito per rinnovare e rinforzare l'alleanza stabilita ormai un'anno fa con nuove e puntuali azioni strategiche.

    A presto,
    Kensei Hito
    剣聖
    Juudaime Mizukage
    十代目水影



    La lettera, scritta su carta nera con inchiostro argentato, era sigillata con una goccia di cera blu recante il simbolo di Kiri. Youshi avrebbe ricevuto notizie della questione non appena avesse terminato con Kato al piano di sotto. Nel frattempo dovevo iniziare i preparativi per il Kokage e, forse, pianificare un'ennesima lettera. Ma quella sarebbe stata una questione da vedere a tempo debito, forse il giorno seguente stesso.

    [...]


    Il Tokugawa aveva ricevuto chiare indicazioni a riguardo: il banchetto si sarebbe svolto alla Magione Kenkichi. Il compito del Tokugawa era quindi quello di portare il Kokage e la sua kunoichi dalle mura al quartiere del mio clan, passato per le vie più belle e storiche della città. Il percorso era stato tappezzato di arazzi cremisi, festoni e petali di ciliegio e rose sparsi a terra. L'Alleato Otese si meritava la migliore delle accoglienze.


    La Magione era costruita con uno stile non propriamente orientale, figlio anche, forse, degli innumerevoli peregrinaggio cui di Kenkichi erano stati vittime nel corso dei secoli. Il famoso pozzo della piazza centrale del Clan era stato trasformato in una fontana soltanto di recente, come a testimoniare la nuova nascita del Clan, il quale era venuto a confrontarsi con l'errata tradizione sul destino e gli intenti di Midorinaka Kenkichi. Davanti alla Magione, il Kokage ed i due ninja che lo accompagnavano avrebbero trovato un ninja che forse avrebbe fatto suonare qualche campanello d'allarme al Garth: Kyobi Kenkichi. Benvenuti alla Magione Kenkichi. Io sono Kyobi, il Capoclan. Kensei mi ha comunicato del vostro arrivo. Siete i benvenuti nella dimora delle Lame Insanguinate. E, con un lieve inchino, avrebbe aperto le braccia come ad indicare l'ingresso dell'edificio. C'era ancora una nota d'ostilità nello sguardo del Kenkichi originario di Kotetsu Bara e Diogene non avrebbe faticato affatto a percepirla. Tutto ciò, comunque, anche per il grande Colosso, era decisamente giustificabile. Le due spade che pendevano dal fianco del Capoclan Kenkichi, inoltre, avrebbero attratto l'attenzione del Garth: quest'ultimo, infatti, poté quasi udire due voci dargli il benvenuto, parola pronunciata nel profondo della sua mente, udita finanche distantissima eppure, ne sarebbe stato certo, pronunciata proprio da quelle due spade.
    Spalancata la porta antistante alla fontana, davanti ai ninja si sarebbe aperto un ambiente enorme, sormontato dua due enormi scalinate semicircolari che davano ad un piano superiore. Là, davanti ai loro occhi, stava una grande e lunga tavola, riempita di tutte le primizie che Kiri poteva offrire. La cena, neanche a dirlo, era a base del miglior pescato del Paese dell'Acqua. Sul tavolo erano disponibili i migliori vini, le migliori birre ed il miglior saké che Kiri avesse mai prodotto. Benvenuti. Avrei detto, scendendo la scalinata destra che sormontava il tavolo. Sono lieto di accogliervi a Kiri e ... nel luogo più prezioso per me ed il mio clan: la sua ritrovata casa. Vi prego di accomodarvi. Feci un modesto inchino, invitandoli con le braccia a sedersi. Sono ancora dispiaciuto per aver declinato il tuo precedente invito, Diogene. Cerchiamo di ripartire da dove avevamo interrotto, ti dispiace? Dissi, mentre anche io mi accomodavo al tavolo. Ho un'idea che potrebbe tornarci utile contro Kumo. Una manovra strategica importante che potrebbe garantirci un vantaggio netto dal punto di vista logistico rispetto ai nostri avversari. Poi però, avrei immediatamente messo sul tavolo la mia più grande ambizione. Inoltre, ho le prove del tradimento di un tuo Otese. Dissi, mentre l'inespressivo elmo vietava qualsiasi tipo di lettura delle mie emozioni. Ma credo di poter sfruttare a nostro vantaggio la cosa. Riempiendo un calice di vino, poi, l'avrei alzato al cielo, invitando ad un brindisi. Ma prima ... a questa nostra alleanza, Kokage. A Kiri ed Oto! Quale sarebbe stato il primo argomento di discussione, quindi, dipendeva soltanto dal Colosso. Anche quale fosse stata la direzione che quel banchetto avrebbe preso sarebbe stata una scelta interamente dipendente da Diogene.




    Chakra:
    Vitalità:
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 850
    Velocità: 650
    Resistenza: 700
    Riflessi: 700
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 700
    Agilità: 700
    Intuito: 700
    Precisione: 700
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    4: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    4: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Equipaggiamento
    • Arto Artificiale Kiriano Avanzato × 2
    • Cotta di Maglia Completa × 1
    • Elmo integrale dell'Inquisitore × 1
    • Sistema di Ancoraggio dell'Arto Artificiale × 3
    • Tonico di Recupero Minore × 1
    • Tonico Coagulante Medio × 2
    • Braccio Sinistro dell'Inquisitore × 1
    • Equipaggiamento Debilitante × 1
    • Unagi × 1
    • Yakusoku Kenkichi × 1

    Note
    ///


    Parlato
    Citato
    Koutsu
    Pipistrelli
    Yakusoku

     
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    L'Asse Oto - Kiri


    Guerra e Religione XXXIV, di Loxion Mikawa



    Ci eravamo lasciati nella penombra del Bosco dei Sussurri, con un pipistrello gigante in volo e la promessa di un prossimo incontro. Un evento che per diverse ragioni (alcune delle quali spiegate nei miei libri) tardò ad arrivare, annunciato circa un anno dopo da una missiva scritta di pugno dal Mizukage e indirizzata proprio a Diogene. Kiri aveva da riorganizzare molto dopo le perpetuate invasioni subite e quindi Aloysius non diede molto peso al ritardarsi delle manovre belliche; dopotutto lui stesso era finito, nel frattempo, in una faccenda spinosa che vedeva coinvolta Ame e che solo grazie all'aiuto dello stesso Kensei era riuscito a risolvere.

    La cena dell'indomani era l'occasione giusta per rispolverare mappe e piani, oltre che di tornare a rivedere con i propri occhi quel Paese tanto affascinante cui Itai aveva impedito, a lui come ad ogni altro otese, di metter piede. Harumi poi sarebbe stata contenta di rivedere Youshi, il ninja che aveva battuto ma che ora sembrava averla sorpassata visto il suo rango appena acquisito di chunin. Un dettaglio che il Mikawa non mancò di sottolineare mentre si imbarcavano a Durai, dal porto di Kyari, amici e colleghi in affari di vecchia data.

    " E stai pur certa che deve trattarsi di una promozione vera. Kensei non approverebbe gli scempi fatti negli ultimi tempi riguardo le nomine a chunin e jonin, avvallate dalla commssione Accademica per giunta. "

    Non serviva completare con un " E tu? " per capire dove il Colosso volesse andare a parare. Ad ogni modo, avevano viaggiato a piedi a ritmo sostenuto tagliando per il Fuoco ed il The quindi la vista delle imbarcazioni, un gruppo di tre che Aloysius lasciava sempre ormeggiate in quel punto strategico, sarebbe stata un sollievo per la genin. Dopotutto aveva sentito parlare diverse volte della flotta che Diogene aveva e stava continuando a realizzare quindi quello sarebbe stato anche un modo per iniziare a conoscere meglio i possedimento "di famiglia". Forse anche per questo motivo il Colosso aveva deciso di allungare il tragitto, detto che circumnavigare il Fulmine non era affatto una buona idea di quei tempi...

    " E pensare che un tempo avevo fatto costruire queste navi per fare guerra a Kiri ahahah"

    Avevano ormai preso il largo e a velocità spedita [Blu] solcavano le onde dell'oceano leggermente mosso di Kanashi, a sud della meta.

    :::


    La vista delle mura di Kiri era sempre un bel colpo d'occhio; il doppio livello di fortificazione, l'accesso al porto e poi quello al villaggio vero e proprio, evitava un sacco di rogne (sebbene a nulla era servito contro l'esercito di Cantha) e le mura che entravano in profondità nel mare un'opera notevole di ingegneria. In quel momento Aloysius non poté che sorridere pensando che nel post attacco dei Cremisi, la decisione di Shinken prima e Kato poi fu quella di non ergere alcuna cinta muraria...due punti di vista opposti ma entrambi meritevoli di approfondite analisi militari.

    Il Kage avrebbe lasciato che fosse la Jinkurichi a presentarsi al guardiano per guidarli fino al luogo del rinfresco.

    " Non hai messo un chilo di muscoli dal nostro ultimo incontro...ma immagino non sia un metro di giudizio attendibile per un Tokugawa, giusto? "

    Ci sarebbe stato tempo per dargli il regalo promesso tempo addietro. L'occhio scoperto di Aloysius si focalizzava su ogni dettaglio, come anche la qualità delle opere di ricostruzione, il numero e gli equipaggiamenti delle guardie all'entrata, l'espressione sui volti dei passanti, il numero di botteghe aperte e chiuse, lo stato di strade e fognature e molto altro...informazioni che gli permettevano di capire sin da subito il livello di ripresa socioeconomica del villaggio, ovvero l'attuale qualità della vita, nonché la solidità militare.

    La Magione era una copia della Villa, prova inconfutabile di quanto Kenkichi e Mikawa avessero una comune radice, sebbene meglio tenuta visto il numero di spettacoli cui la dimora ereditata da Aloysius aveva ospitato per il bene e il male della storia dei Ninja. Il volto dell'uomo che li accolse trovò riscontro nella mente del Garth solo grazie ai ricordi trasmessi dal filatterio di Kensei, un trucchetto delle Lame Insanguinate che aveva consentito al Mikawa di rivivere gli accadimento della Rosa d'Acciaio.

    " Suppongo che le mie scuse siano dovute, per quanto non fui padrone del mio corpo. Vedo che avete lasciato l'Upupa e la vita tribale; deve essere stato un cambiamento radicale. E' presente ancora il presidio lì nel Paese del Ferro? "

    Il rispetto del capoclan Kenkichi era un qualcosa di prezioso per il combattente di Oto. Lo sguardo inevitabilmente finì sulla lama, l'artefatto che aveva in qualche maniera veicolato il rituale di risveglio di Khorne e quindi i dolori patiti poi dal malcapitato shinobi. In quel momento sentì chiaramente Mumei reagire alla gemella e il pensiero tornò all'arma definitiva, fusione delle due, che aveva osato brandire per qualche fendente.

    " Salve Kensei, questa volta non ho portato alcun regalo per te. Spero sia sufficiente la nostra presenza. "

    Parole del tutto informali ma adeguate visto l'atmosfera calorosa ed accogliente, una situazione quasi inaspettata visti gli standard di Kiri e del suo Inquisitore, ma decisamente apprezzata dal Colosso. Nemmeno il tempo di riuscire ad acclimatarsi del tutto che già il bicchiere si era riempito fino all'orlo e la lingua svelta del leader annunciò a due temi capaci di far sussultare l'animo d'acciaio del Mikawa. Guerra e traditori...nessun motivo migliore per alzare il calice e brindare al futuro!

    " All'asse Oto-Kiri! "

    Tracannò il delizioso fermentato per poi mettersi comodo sullo schienale, levarsi il mantello, ed invitare l'uomo mascherato ad illuminarlo su ciò che aveva scoperto:



    " Inizierei con il ninja da aggiungere al necrologio di Oto"



    OT/ Si continua! ;) /OT
     
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    giochi di guerra


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    Harumi finì di preparare i bagagli con estrema attenzione. L'opportunità era di quelle che capitava una volta ogni morte di kage per un otese: visitare il Villaggio della Nebbia. I rapporti tra le due potenze accademiche erano stati tesi in passato, stando alle lezioni che le aveva impartito Ukitake, ma dall'elezione di Kensei Hito a nuovo capovillaggio il vento era mutato. Legati nel sangue, era proprio il caso di dirlo, dalla comune ascendenza Mikawa, lui e Diogene avevano rispolverato antichi piani mai accantonati, aspirazioni di grandezza mal viste dagli altri alleati. Kiri ed Oto scalpitavano, bramando vendetta e gloria.

    La giovane portatrice del Due Code avrebbe avuto l'onore di assistere ad un giorno storico, e non solo: si sarebbe potuta sedere a quello stesso tavolo dove le decisioni venivano prese. Se un anno prima le avessero chiesto dove immaginava di trovarsi in futuro, non le sarebbe mai venuta in mente una posizione tanto prestigiosa. Nessun altro accompagnava infatti il Colosso dei Mikawa. Né il fido Eiatsu, che rimaneva a farne le veci al Villaggio, né la piccola Yachiru. Harumi si sentiva un po' in colpa per averle rubato il posto di mascotte a fianco del capoclan, ma il motivo era chiaro. Diogene stava investendo su di lei per renderla una risorsa preziosa. Forse era meglio definirla una scommessa.

    L'unico risultato accettabile era il successo, e l'uomo non avrebbe evitato di sottolinearlo facendole pesare la promozione del pupillo del Mizukage a chunin prima di lei. A differenza del Tokugawa, negli ultimi mesi la kunoichi era rimasta incastrata in numerose questioni spinose all'interno delle mura di Oto, e più specificatamente di Villa Mikawa. Non aveva mancato di dare il suo contributo, almeno in un'occasione fondamentale. Tuttavia si trattava di cose che non dovevano assolutamente raggiungere le orecchie dell'Accademia e per le quali quindi nessuno l'avrebbe mai lodata. Ciò nonostante, quella situazione non le pesava. Ogni sua scelta era stata per il bene della sua nuova famiglia e l'aveva fatta di sua spontanea volontà. Non sarebbe stata un promozione mancata a farle cambiare idea.

    Sarà il caso che mi sbrighi allora, altrimenti mi lascerà indietro.

    Una risata solare ed un sorriso respinsero lo sguardo severo del capovillaggio. La ragazza approfittò del viaggio, che trascorse tutto sommato rapido, per osservare il modo in cui Diogene interagiva con le persone che incontravano, annotando mentalmente dettagli anche insignificanti, ma per lei nuovi, come i piatti ordinati durante le soste alle locande. L'aura di terrore e rispetto lo precedeva, sebbene potesse dissimulare quando fosse stato strettamente necessario. Particolarmente impressa le rimase l'accoglienza riservata loro nella cittadina di Durai.

    L'industria cantieristica prosperava anche grazie alle generose commesse del Mikawa. Il Kokage aveva fatto fabbricare, pagandole di tasca propria, numerose navi da guerra di grandi dimensioni. Oltre ai carpentieri sfamava direttamente o indirettamente un mare di marinai, dal più umile dei mozzi agli ufficiali al comando, oltre a una lunga lista di fornitori dell'indotto. Di fatto era il signore del luogo, e si era letteralmente comprato quel ruolo inondandoli di denaro. Harumi annotò tutto mentalmente. Avrebbe fatto uso di quell'informazione più avanti.

    Il viaggio in mare verso nord trascorse tranquillo. Nonostante fosse inverno, l'Oceano di Kanashi era placido e la temperatura rimaneva piacevole, al contrario delle fitte nebbie che li accolsero poco prima di avvistare le isole dell'arcipelago kiriano. I marinai capirono di essere arrivati anzi proprio dalla sfumarsi dell'orizzonte in lontananza. Così come Konoha era circondata da foreste, Kiri lo era dalla foschia. L'enorme bastimento manovrò con un'agilità insospettabile tra le cale, facendo infine il suo ingresso nel porto fortificato del Villaggio sotto l'occhio vigile delle pattuglie di ronda.

    I bastioni bianchi, il cui colore era forse tale proprio per confondersi con il muro di vapore che costituiva la prima difesa da intenzioni ostili, si ergevano a strapiombo tutto intorno al tratto di costa a cui erano giunti, incombendo su di loro come lame pronte ad infliggere la suprema punizione. Risalirono la scalinata fino al cancello nero. La pesante inferriata di freddo ferro brunito era calata, ben diversa dai Gate perennemente aperti del Suono. La giovane otese si fece avanti, aspirando l'aria umida a pieni polmoni.

    Aloysius Diogenes Mikawa, Kage di Oto, annuncia il suo arrivo a Kirigakure no Sato!

    Harumi aveva formulato la frase con oculatezza. In primo luogo il nome, a sottolinearne l'importanza a prescindere dal proprio ruolo. In secondo luogo, una affermazione al posto di una domanda per rendere conclamato l'evidente: lui non aveva bisogno di chiedere il permesso di entrare, l'avrebbe fatto con o senza il loro permesso. Il Colosso non avrebbe mai supplicato qualcuno. Tuttavia era buon uso presentarsi una volta arrivati, soprattutto considerando che erano giunti lì come ospiti, invitati dal capo della Nebbia in persona. Qualcuno sarebbe dovuto essere doppiamente pazzo per decidere di ostacolarli.

    Per fortuna il Mizukage doveva aver previsto quella possibilità, perché ad aprire loro il cancello fu proprio il giovane Tokugawa di cui avevano parlato qualche giorno prima. Harumi l'accolse con un sorriso, portando istintivamente la mano allo zaino come se volesse controllare di averlo ancora con sé, ma fu Diogene il primo a parlare. I due guerci si sarebbero studiati per alcuni secondi, dando alla kunoichi la curiosa impressione che fossero in qualche modo imparentati. Sarebbe toccato a lei rompere il ghiaccio, permettendo al gruppo di avviarsi verso la loro meta.

    Felice di rivederti, Youshi-kun, e congratulazioni per la tua promozione! Facci strada per favore.

    L'atmosfera nel Villaggio della Nebbia era più allegra di quanto Harumi avesse immaginato. Il capovillaggio non aveva lesinato nelle decorazioni per accogliere al meglio i suoi ospiti, segno di quanto ci tenesse a fare bella figura come padrone di casa. Ed a proposito di casa, la magione del Kenchiki ricordava da vicino Villa Mikawa, per lo meno nell'aspetto esteriore, tanto da lasciare stupefatta la giovane otese. La sua attenzione fu però attratta dall'uomo davanti all'edificio, di cui ricambiò l'inchino di saluto.

    L'interno della magione se possibile era ancora più sfarzoso, come principesco il banchetto allestito per loro. Prima di consegnare lo zaino al guardarobiere, la giovane ne estrasse un involucro di pelle scura. Si sarebbe quindi avvicinata a Youshi, porgendole il pacchetto. Se avesse sciolto il laccio esterno, si sarebbe rivelato essere un astuccio porta oggetti, con all'interno un set di cinque affusolati coltelli da lancio. La lama dei dardi era di un affilato acciaio reso nero come la pece dalla brunitura, l'impugnatura era avvolta in strisce di cuoio nero notte. Non riflettevano un singolo barlume di luce nel salone illuminato a festa ed anzi sembravano assorbirla. Più li si osservava più i loro contorni diventavano sfumati e difficili da cogliere.

    Si tratta di un piccolo pensiero per il grado chunin, non è niente di che, sul serio! Quando li ho visti ho pensato che ti sarebbero stati utili visto che combatti tra le ombre!

    La ragazza strinse le spalle in un atteggiamento umile. In realtà aveva pensato per giorni a cosa avrebbe potuto fargli piacere ricevere, trovando quella soluzione poco prima di arrendersi. La kunoichi guardò di sottecchi il giovane nella speranza di scorgere almeno un pizzico di felicità nel suo volto, o per lo meno un segno di gradimento. Poco dopo il loro anfitrione si rivelò, o forse li stava già osservando e non se ne erano accorti, facendo gli onori di casa. Diogene rispose giustamente per primo, in tono piuttosto familiare. La fanciulla al suo seguito avrebbe a sua volta chinato la testa in segno di rispetto.

    La ringraziamo per l'invito, Mizukage-sama, e per la calorosa accoglienza.

    C'era ancora tempo per delle chiacchere prima che iniziassero le conversazioni serie, che come da tradizioni andavano aperte con un brindisi. Il bicchiere del Kokage sarebbe stato riempito da lesti attendenti, mentre Harumi avrebbe prima declinato educatamente, poi si sarebbe rassegnata a farsi versare poche dita di liquido ambrato. Imitando gli altri avrebbe levato il calice, ripetendo le parole di buon augurio e sorbendo un piccolo sorso di vino. Era dolce.

     
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    La Fiducia che dà la Guerra


    I

    Saluterò il Kokage-sama da parte tua, Kato-san. Non ti preoccupare il sorriso perfido non abbandonò il mio viso nemmeno quando uscii dalla stanza in cui era stato rinchiuso il chunin di Oto. Si era rivelato un osso duro, cosa che non mi stupiva, ma la presenza di Diogene avrebbe rotto qualsiasi muro di silenzio in cui si era barricato, ne ero certo. L'avevo lasciato in compagnia di altri due chunin del villaggio, Etsuko-san e Fudoh-san, aveva già dimostrato di essere un shinobi esperto e sarebbe stato stupido correre rischi inutili, per quello feci raddoppiare la sicurezza dell'ambiente.
    Avevo poco tempo per preparami ad accogliere i nostri illustri ospiti, ad un ninja del villaggio - legato con un contratto d'evocazione a dei grossi gabbiani - era stato chiesto di sorvolare il mare per poter vedere in lontananza la nave e così non farci cogliere impreparati dall'arrivo del Kokage. Mentre mi affrettavo nel farmi una doccia, cercando di eliminare il sangue secco sulla mia pelle, mi tornò in mente il combattimento nel bosco dei sussurri. Malgrado avessi l'impressione che fosse passato molto tempo, non riuscivo ancora a dimenticare la vergogna per la sconfitta e il disonore che avevo arrecato a Kiri e al Kage, di quest'ultimo inoltre non mi abbandonava il ricordo della terribile lezione che mi diede. Cercai, spostando la manovella dell'acqua su quella fredda, di concentrarmi solo sul presente, solo in quell'attimo dove l'acqua ghiacciata mi perforava la pelle e trattenni il fiato finché non ne uscii ansimando.
    Non ero riuscito a rinunciare di portare, nascosti tra le maniche del mio kimono grigio e semplice, i miei lanciaspiedi, così come i miei Kage no Tanken, assicurati con delle fondine all'interno del kimono. Dunque, aggiustato il coprifronte di traverso sul viso, indossai il mantello scuro recante il simbolo della Mano Nera e mi diressi alle mura.

    Arrivai appena in tempo alle mura, vidi la nave attraccare e i nostri ospiti incamminarsi verso l'entrata del villaggio. Quando Harumi annunciò il suo kage, il portone era già aperto ed io uscii dalla cinta muovendomi verso di loro. E Kirigakure no Sato gli dà il più caloroso benvenuto iniziai la frase guardando la ninja di Oto e la conclusi in un profondo inchino verso il capovillaggio del Suono. Forse impertinentemente il mio sguardo rimase sul Kokage, non vi era mera adorazione, quanto più stima e curiosità verso un ninja le cui imprese lo avevano reso celebre in tutto il continente. Non vi erano molte emozioni sul mio viso segnato da alcune cicatrici, dentro di me scoprivo la fortuna di poter vivere quel giorno affianco ai suoi protagonisti. E' corretto, Kokage-sama risposi alla sua domanda retorica muovendo un nuovo cenno di rispetto nei suoi confronti Ma mi sono procurato qualche protezione in più dall'ultima volta che mi ha visto aggiunsi non riuscendo a fermare un sorriso sulle mie labbra.
    Mi rivolsi dunque verso Harumi-san, da quella missione accademica dispersi nelle foreste non l'avevo più vista, feci nuovamente un cenno rispetto con il capo verso di lei prima di risponderle Piacere mio, Harumi-san e ti ringrazio. Prego, seguitemi conclusi, allargando il braccio destro verso l'entrata della città.
    Quello fu sicuramente un momento storico: accolto con i massimi onori, il capo villaggio del Paese del Suono posava il piede nella terra di Kiri dopo anni di tensione fra i due villaggi.

    kiriah


    Malgrado il Mizukage avesse fatto apporre arazzi cremisi e festoni lungo la via principale della città, questi non potevano soffocare l'architettura cupa della città. Una larga folla di curiosi si fermava nelle strade cercando di poter vedere da vicino il Kokage e la sua accompagnatrice, nessuno ebbe l'ardore di provare ad avvicinarsi. Il Mizukage la attende nelle sua dimora, Kokage-sama dissi camminando a lato di Aloysius-sama, non permettendomi di anticiparlo ma mezzo passo indietro al suo, dando un'idea chiara della direzione che i nostri passi dovevano prendere con rapidi gesti della mano.
    Dopo diversi minuti a piedi sulla strada principale, raggiungemmo la piazza più grande e importante del villaggio, lì vi era il palazzo amministrativo. Questo è il palazzo dell'amministrazione del villaggio, Kokage-sama una volta che avessimo guadagnato qualche metro, se avessi capatato un interesse da parte del capo villagio del Suono verso quell'edificio circolare e imponente, avrei spiegato E' stato ristrutturato dopo l'invasione dell'Impero di Giada. La struttura è rimasta la medesima, ma sono state portate diverse modifiche nel tempo dai Itai-sama e il Juudaime
    Dalla piazza principale ci vollero ancora dieci minuti prima di raggiungere il quartiere Kenkichi, se l'ospite d'onore fosse stato interessato, avrei continuato a snoccialare curiosità sull'architettura della città e la toponomastica dei luoghi. Altrimenti, ben contento, avrei proseguito in un riservato silenzio, non essendo io una persona dalle molte parole.

    Venimmo accolti, all'entrata della magione, dal capo clan dei Kenkichi, Kyobi, con il quale il Kokage ebbe uno scambio di battute che non compresi. Citò il Paese del Ferro, luogo dove avevo fatto una missione tempo addietro, ma le sue parole non mi dissero nulla. Salutato con rispetto il capo clan, entrammo nella villa dove, tra lo sfarzo dell'ambiente, ci accolse il Mizukage.
    Era la prima volta che mettevo piede in quel luogo, però notai subito come fosse all'antipode dell'ufficio nel palazzo amministrativo di Kensei-sama. Qui vi era uno stile barocco e ricco, come la tavola che imbandita che ci attendeva, il suo ufficio - al contrario - era caratterizzato dalla semplicità degli arredi.
    Con Harumi consegnai il mio mantello a un guardarobiere e la ragazza colse l'occasione per farmi un dono. Fui preso alla sprovvista da quel gesto e realizzai che non avevo nulla con cui ricambiare, mettendomi un po' a disagio. Presi l'astuccio di cuoio con entrambe le mani - ora che non indossavo più il mantello, forse, avrebbe notato che la mano sinistra era completamente nera, ma a vederla non sembrava una bruciatura o un tatuaggio e, se avesse guardato meglio il viso ora illuminato dalle luci della casa, avrebbe notato che dal bavero del kimono, come dita, l'ombra si allungava sul collo e la mandibola come muovendosi - lo aprii lentamente e, studiati i coltelli che vi erano all'interno, alzai lo sguardo verso la ragazza del suono Ti ringrazio per questo dono, Harumi-san Mi trovavo in una situazione a me sconosciuta, non sapevo bene cosa l'etichetta prevedeva che io facessi, fortunatamente però venne in soccorso il Mizukage scendendo le scalinate e dando il benvenuto ai suoi ospiti.

    Seguì un brindisi a Kiri e Oto, dopo che il Mizukage - senza un minimo di riguardo - buttò sul tavolo due temi tanto importanti quanto cari alle due nazioni. Brindai con tutti e bevvi un piccolo sorso di vino, non ero abituato a berlo e non volevo perdere la lucidità. Perché la fermezza e la lucidità, in quel momento, erano importanti tanto quanto nel campo di battaglia. Si aveva, seppur in maniera informale, da dosare le parole e cogliere i momenti giusti per parlare; discutere di affari seduti a tavola, mentre si condivideva dell'ottimo pescato, mi sembrava di pessimo gusto. Cosa che invece sembrò apprezzare il pragmatico Kokage, infondo era evidente che avessero origini comuni lui e il Mizukage, tanto che domandò chi fosse il traditore del suo villaggio.
    Se una volta che Kensei-sama avesse risposto circa l'identità del traditore e avessi trovato una finestra di silenzio per intervenire, anticipando le parole con un leggero colpo di tosse e ricevuto il beneplacito del mio capovillaggio con un semplice gesto, avrei parlato con voce chiara alzando lo sguardo verso il Mizukage Perdonatemi, Juudaime e Kokage-sama posai la forchetta e il coltello sul piatto Capisco perfettamente che la comune semenza vi porti ad avere la medesima prospettiva sul mondo e sulle cose, questo è sicuramente un legame importante e unico che porterà i suoi frutti ai due villaggi appoggiai i polsi sul tavolo e, nel vedere la mia mano mancina, la ritrassi sotto la tovaglia ricamata Ma questa è una cena per saldare le fondamenta della nostra alleanza. E' un momento di condivisione, non sarebbe sprecato se lo usassimo per parlare di "affari" e non per creare un vero legame d'amicizia e fratellanza fra i due capi del villaggio? quindi rimasi in silenzio, conoscevo perfettamente la disciplina ferrea che il Mizukage voleva tenere, ma quella era un'occasione unica per saldare un vero rapporto di alleanza e amicizia, non un momento per approfondire le strategie comuni.
    Se da parte di entrambi i capi di stato ci fosse stata l'intenzione di rimandare la pianificazione e la discussione dei progetti futuri dopo il pasto, avrei rivolto una domanda al Kokage La prego, Kokage-sama, se non la tedia parlare e ricordare il proprio passato avrei lanciato uno sguardo all'altro monocolo seduto al tavolo in cerco di un cenno di assenso Nei rapporti accademici che sono riuscito a raggiungere grazie a questa promozione, ve ne è uno che riguarda uno scontro nel deserto di Anauroch contro lo Yonbi. Ora, io ho potuto combattere contro la jinchuuriki del Nibi e mi si smorzò leggermente la voce nel momento in cui dovetti riconoscere d'avanti a tutti la mia sconfitta E ne conosco le conseguenze. Ma dai rapporti mi sembra di aver capito che il demone era nella sua forma originale. Com'è stata quella battaglia? Come avete fatto a prevaricarlo?
    Non volevo perdermi quell'occasione unica di farmi raccontare la storia da uno dei suoi protagonisti.
     
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    Capitolo Unico


    Atto II
    Cene e convenevoli †



    Nonostante la tensione, il Garth e Kyobi riuscirono a mantenere un certo pacato controllo delle loro intenzioni. Quanto era stato scoperto al Lucchetto aveva compromesso irrimediabilmente la visione del passato Kenkichi-Mikawa nei membri dell'insediamento della Rosa d'Acciaio e per questo riuscire a mandare giù l'amaro boccone della verità davanti all'uomo che, pur involontariamente, aveva causato tanto male e tanta sofferenza in quella notte di sangue e devastazione, risultava complesso ed arduo. Esiste ancora. Disse il Capoclan, mentre la gemella di Mumei vibrava intensamente, data la vicinanza con la sorella. Ma pochi ormai rimangono là. Solo il gruppo di anziani e parte dell'antico culto sciamanico. Kensei ci ha dato una nuova casa ed un nuovo futuro, oltre che la verità. Trasferirci a Kiri per ripopolare ciò che il Clan era diventato negli anni successivi alla Diaspora, era inevitabile e doveroso da parte di tutti noi.
    Furono queste le parole che udii e che mi permisero di prepararmi all'arrivo degli Otesi. Il Kokage e la jinchuuriki del Due Code giunsero nella Magione accompagnati dall'Hidarite e dopo poche parole di benvenuto eravamo già seduti a tavola. Harumi aveva portato un dono per il Tokugawa; un gesto senza dubbio apprezzabile anche se credo nessuno in quella stanza avrebbe fatto lo stesso, a parti invertite. Diogene si scusò del fatto di essere giunto a mani vuote ma nonostante non mi volli esprimere a riguardo, non era certamente lui quello che doveva giustificare una mancanza in quella circostanza.
    Una volta davanti al banchetto che avevo fatto preparare, io e Diogene ci scambiammo un lungo sguardo: benché gli intenti fossero comuni, la nostra eredità e il nostro sangue ci poteva in un certo mistico contrasto che rendeva l'atmosfera dei luoghi in cui convivevamo elettrizzata ed elettrizzante. Riuscire a distogliere le energie e le attenzioni dalla nostra comune verve era difficile ma dopo la mia prima arringa ed il brindisi all'Asse Oto-Kiri qualcuo riuscì in tale, mastodontico, intento. Perdonatemi, Juudaime e Kokage-sama. Capisco perfettamente che la comune semenza vi porti ad avere la medesima prospettiva sul mondo e sulle cose, questo è sicuramente un legame importante e unico che porterà i suoi frutti ai due villaggi, ma questa è una cena per saldare le fondamenta della nostra alleanza. E' un momento di condivisione, non sarebbe sprecato se lo usassimo per parlare di "affari" e non per creare un vero legame d'amicizia e fratellanza fra i due capi del villaggio? In un primo momento l'interruzione di Youshi aveva generato in me una vorticante e pericolosa ira che già stavo valutando di esternare ma le sue parole, evidentemente, mi convinsero. Hai ragione. Concessi, semplicemente. Agli assedi, ai piani ed ai necrologi penseremo una volta consumato il nostro pasto. Aggiunsi poi, allungando la mano destra verso il Tokugawa e facendogli cenno come a volergli concedere di proseguire. Egli propose che il Kokage ci parlasse della cattura dello Yonbi e delle gesta di coloro che vi parteciparono. Annuii mentre la Mano Sinistra parlava attendendo il momento in cui avesse esaurito la sua richiesta prima di aggiungere qualcosa. So che a quell'evento partecipò il Kaguya Mercenario ed il vostro compaesano Febh Yakushi. Chi altri era presente? Posta la domanda, poi, portai la mano destra all'interno della tasca segreta dell'armatura per estrarre qualcosa che, forse, il Kokage avrebbe riconosciuto anche dall'altra parte del tavolo dove si trovava. Un tremito sarebbe scorso lungo la schiena della Jinchuuriki - e probabilmente qualcuno, nel suo mondo interiore, avrebbe protestato - sservando la piccola ampolla contenente un liquido giallastro intenso, quasi simile a vera lava che tenevo in mano, ovvero il sangue dello Yonbi. È qualche mese che sto studiando il sangue dello Yonbi ma ogni volta mi sfugge qualcosa. Al Lucchetto ho trovato alcuni ingredienti rari per tonici e fuuinjutsu, se riuscissi a studiare a fondo anche il sangue del Quattro Code, probabilmente, potrei creare qualcosa di molto interessante. Mi accontenterei anche soltanto di avere un metro di paragone. Dissi, con fare distaccato e l'Elmo puntato sul contenuto di quella boccetta, lanciando un chiaro messaggio sia a Diogene che ad Harumi: stava poi a loro coglierlo.
    Anche io avrei una curiosità, Diogene. Dove hai trovato e chi ha raffigurato lo Scisma su quell'arazzo dipinto che hai in Villa?
    Poi mi sarei rivolto ad Harumi. Tu, invece, cos'hai fatto in quest'ultimo anno? Sei una ninja promettente, da quello che ho modo di ricordare, mi aspettavo di trovarti col grado Chunin. Hai qualche missione degna di nota che vuoi esternare? Infine, rivolgendomi a Youshi, avrei ordinato, fingendo di star domandando: Che ne dici di raccontare qualcuna delle tue esperienze, Hidarite? Magari la tua missione al Ferro oppure gli eventi di Azumaido, quale tu preferisca.
    Dovevamo spezzare il ghiaccio e lasciare che le parole ed il vino scorressero a quel tavolo. Tutti - o quasi - dovevano essere più sciolti e ben disposti. Quello che avrebbero notato, tuttavia, sarebbe stato che durante l'intera duranta della cena, la mia posizione sarebbe rimasta composta ed impassibile: non mi sarei unito al loro banchetto, né avrei bevuto il nettare inebriante degli dèi, come molti occidentali erano soliti chiamare il vino, ma mi sarei limitato ad osservarli, incapace e contrario a togliermi l'elmo anche solo parzialmente. Ero certo che nessuno dei presenti avrebbe mancato di notare quel mio coportamento.




    Chakra:
    Vitalità:
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 850
    Velocità: 650
    Resistenza: 700
    Riflessi: 700
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 700
    Agilità: 700
    Intuito: 700
    Precisione: 700
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    4: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    4: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Equipaggiamento
    • Arto Artificiale Kiriano Avanzato × 2
    • Cotta di Maglia Completa × 1
    • Elmo integrale dell'Inquisitore × 1
    • Sistema di Ancoraggio dell'Arto Artificiale × 3
    • Tonico di Recupero Minore × 1
    • Tonico Coagulante Medio × 2
    • Braccio Sinistro dell'Inquisitore × 1
    • Equipaggiamento Debilitante × 1
    • Unagi × 1
    • Yakusoku Kenkichi × 1

    Note
    ///


    Parlato
    Citato
    Koutsu
    Pipistrelli
    Yakusoku

     
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    L'asse Oto - Kiri


    Guerra e Religione XXXV, di Loxion Mikawa



    Kyobi Kenkichi era il leader tipico dei piccoli gruppi, la sua era una realtà familiare allargata della quale si era fatto protettore essendo l'individuo più forte, esattamente come accade in natura per molti mammiferi. Il suo delicato compito di collegare il retaggio tribale del suo clan alla modernità dei villaggi del continente lo aveva elevato anche come oratore e diplomatico di rispetto, meritevole di sedere al tavolo con due Kage della compagine Accademica. Non si dimentichi che, al tempo stesso, il ragazzo costretto diventare uomo dalle difficoltà della vita, era custode di tradizioni, saperi ed artefatti ancestrali, risalenti alla fondazione della definizione stessa di ninja e quindi fonte di ispirazione per chi di chakra, sangue e spade aveva fatto una ragione di vita.

    " Cosa sai del fabbro e storico noto come Loxion Mikawa? Forse Kensei te ne ha parlato ma ho trovato un'antico manoscritto che potrebbe condurre alla Saishū heiki.. "


    Mumei vibrò come se fosse riuscita ad udire il nome della lama che, probabilmente, poteva essere considerata una sua sorta di evoluzione. Ma davvero era possibile riforgiare l'arma che, secondo la religione, solo la reincarnazione in terra di Khorne era in grado di maneggiare? E se si, come controllare questa volta quel potere che qualche anno prima stava per distruggere l'intera realtà Kenkichi e minare gli equilibri del mondo intero? Kyobi era il possessore dell'altra metà e aveva la storia del clan delle lame insanguinate dalla sua parte, il suo coinvolgimento era di primaria importanza anche solo per pensare di poter rievocare la reliquia regina.

    Una volta seduti a tavola, la richiesta accorata del Tokugawa di mettere da parte piani e trattive e dedicarsi prima ad argomenti più "leggeri" trovò il consenso di tutti. Condividere esperienze nel mondo dei ninja era forse il modo migliore per conoscere le persone dietro i combattenti e questo serviva a cementificare rispetto e lealtà..valori alla base di un'alleanza duratura e sincera.
    Fresco di promozione, il ragazzo aveva ben capito che l'accesso agli archivi accademici era per lui la possibilità di crescita più immediata e rilevante; la conoscenza era il requisito fondamentale per avere percezione della propria posizione all'interno del mondo. E quando i villaggi erano disposti a condividere la storia dei suoi interpreti di maggior rilevanza, arrivando a parlare delle vicende più rilevanti e delle imprese più memorabili, allora era quello il momento di assorbire ogni dettaglio!

    " Molto bene! La tua curiosità mi ricorda quella di un giovane ninja che passava notti intere tra gli scaffali della biblioteca accademica; al tempo c'era ancora la vecchia sede e i rapporti di missione, dopo essere stati validati dai rispettivi villaggi, venivano raccolti in un un archivio al piano interrato..io avevo trafugato le chiavi così riuscivo ad intrufolarmi e leggere la recente storia del continente, prima di essere messa in bella nei tomi a disposizione dei ninja. "

    Diogene nel precedente incontro aveva ammesso di aver trafugato le katane di Kiri quindi non avrebbe fatto scandalo una bravata tuttosommato innocua come quella. Quindi di mise più comodo sulla poltrona, sprofondando leggermente con la schiena, e continuò per esaudire il desiderio del chunin meritevole di conoscere di più di quell'avvenimento tanto incredibile quanto terrificante:

    " Figurati la vastità dell'Anauroch, ora immagina un mare di lava al centro del quale sorge uno sperone di roccia sul quale giace la più truculente e indomabile creatura che abbia mai calcato la terra. Guarda in alto ed osserva un cielo di fumo nero, squarciato da meteore infuocate grosse quanto palazzi...senti la terra tremare interrottamente ad ogni passo della belva e le tue orecchie implorare pietà ad ogni suo grido.

    E' l'incubo degli uomini fatto realtà.

    E' il sogno dei guerrieri che si realizza.





    Ebbene...perdemmo su tutta la linea. Quando pianificammo la missione, il Re delle Scimmie ci sembrava fuori contesto nelle sabbie del deserto ma si aspettava l'arrivo degli uomini e riuscì a non farsi cogliere di sorpresa, trasformando l'arido terreno nella dimora a lui più congeniale; ci costrinse a combattere tra i fumi lavici e a temperature esasperate. La portata dei suoi jutsu e dei suoi attacchi li rendeva semplicemente inschivabili e richiedevano il massimo sforzo difensivo, se non combinato, per resistervi. Ogni colpo era mortale e la sua furia sconfinata.
    Avevo già affrontato il cercotero che Harumi porta dentro di se, catturandolo tra le paludi del Riso, ma il bicoda era indebolito, ancora legato ai limiti del corpo che aveva appena abbandonato.
    No, pensavo di essere preparato, pronto a fare ciò che i sunesi non sarebbero mai stati in grado di compiere...ma fui davvero sciocco a pensarlo"


    Il Garth sapeva come raccontare una storia ma non stava di certo esagerando in quel caso: quel combattimento si annoverava di certo tra i tre più difficili di tutta la sua carriera e, considerando quanto a fondo nei segreti dei ninja si era spinto, questo era tutto dire. Si scolò il bicchiere di vino rosso per poi continuare:

    " Avrai capito che prevaricarlo non fu possibile..sprecammo tutti troppo chakra in troppo poco tempo per resistere ai suoi colpi ed essere in grado di portarne di significativi. Ricordo ancora come non fui in grado di trapassare la pelliccia! E pensare che impugnavo Mumei..

    MA gli umani sono grandiosi Youshi, puoi imparare i costumi di un popolo in pochi giorni ma ci vuole una vita intera per comprendere cosa c'è nell' animo di un solo individuo: ci salvammo grazie al sacrificio di un membro della compagnia. Per sigillare o liberare un Demone codato servono conoscenze specifiche e io avevo con me il migliore nel suo campo; capì prima di tutti che le probabilità di uscire vivi da quella situazione si limitavano ad una fuga fortuita e, senza esitazioni, ribaltò le sorti del duello legando la sua anima a quella dello Yonbi sigillando entrambi nell'otre demoniaca.. "


    Il tono non era quello impostato e distaccato di sempre; il Colosso era coinvolto emotivamente, molto da vicino, con quella faccenda e il desiderio di riavere indietro Omoi era vivo sin da quel maledetto giorno di circa sei anni prima. Il destino dell'otre era stato discusso anche nella riunione dei Kage e il verdetto finale non aveva affatto soddisfatto colui che aveva perso più di tutti in quella faccenda..Suna rivoleva il suo demone, sperperando quell'immenso potere o rischiando di perderlo nuovamente, e questo era per lui inaccettabile, per lui che lo vedeva come arma da sfondamento con cui piegare le difese di Kumo. Si, cera altro nel destino di Son Gokū e presto si sarebbe svelato.
    Intanto anche Kensei si era interessato alla faccenda, mostrando talaltro di essere in possesso di qualcosa di molto interessante:

    " Si, radunai i migliori di Oto e Suna; infatti c'era anche l'aspirante Kazekage Hoshikuzu Chikuma e i miei due sottoposti di maggior esperienza, uno dei quali fautore della nostra vittoria. Era una questione da risolvere internamente, la Sabbia non aveva la forza per recuperare il suo bene più prezioso e bisognava intervenire per evitare che finisse nelle manu di Iwa, del Fulmine o peggio ancora dei Cremisi o di Cantha. Chiaramente, oltre che negare un colpo da k.o. a favore dei nostri rivali, riuscendo nell'impresa avrei potuto avanzare pretese su quello che è agli occhi di tutti il paese meno forte, da diversi punti di vista, dei quattro Accademici. "

    Era stupefacente come l'otese parlasse con naturalezza delle sue intenzioni di esercitare pressioni politiche su un alleato per il suo tornaconto; dopotutto cosa che c'era da stupirsi? Nelle alte sfere non era un segreto che il Mikawa avesse manipolato il Chikuma per mesi al fine di imporre il suo volere sul più vasto paese del sud. Quindi prese la boccetta del Kage, la aprì e gettò il contenuto in aria probabilmente generando stupore in tutti coloro che conoscevano a fondo quale fosse il dominio del Garth: ogni goccia del liquido iridescente si bloccò improvvisamente a mezz'aria, impedendo di imbrattare la tavola, e fluttuando si ricompose in un fascio coeso che iniziò a girare tutt'intorno ad Harumi. La ragazza forse avrebbe saputo completare l'analisi che Aloysius condivise con i padroni di casa [Percezione Sanguigna, Vederci Rosso, Guardare oltre le apparenze<!-- -->Ematologo [Generica]

    Vederci Rosso
    Arte: L'utilizzatore, se attiva Percezione Sanguigna, può scoprire diverse informazioni sul sangue percepito, quali: quantità, gruppo sanguigno, presenza di anomalie, tempo di contatto con l’aria. Inoltre è in grado di riconoscere del sangue già incontrato e associarne la persona, se conosciuta. (1/2 Basso)
    [Da genin in su]

    Totem di Sangue
    Villaggio: Personale
    Posizioni Magiche: Rituale (12)
    L'utilizzatore, tramite tocco con le superfici interessate, può imporre dei sigilli in grado di estendere la portata di Percezione Sanguigna. Ogni sigillo diventa il centro di una Percezione Sanguigna; i sigilli non possono essere più distanti del raggio concesso da Percezione Sanguigna.Tipo: Fuuinjutsu -
    Sottotipo:
    (Consumo: MedioBasso a sigillo)
    [Massimo 1 sigillo per grado ninja posseduto]
    [Da genin in su]

    Allargare gli Orizzonti
    Arte: L'utilizzatore, se attiva Percezione Sanguigna e previo 2 round di concentrazione, può estendere il raggio della tecnica ad 1 km.(MedioBasso a round)
    [Da chunin in su]

    Traccia Cremisi
    Villaggio: Personale
    Posizioni Magiche: (3)
    L'utilizzatore, se attiva Percezione Sanguigna, può etichettare una traccia di sangue percepita per seguirne gli spostamenti anche fuori dal raggio di manipolazione. Entro 5 km di distanza l'utilizzatore saprà distinguere la posizione precisa della traccia, oltre, invece, solo la sua direzione indicativa. Rimuovere il sangue percepito interrompe la tecnica.Tipo: Ninjutsu - Chiiton
    Sottotipo:
    (Consumo: MedioBasso / Mantenimento: Basso)
    [Da chunin in su]

    Guardare oltre le apparenze
    Speciale: L'utilizzatore, se attiva Percezione Sanguigna, può individuare anche la presenza di particolari geni nel sangue percepito. Sarà possibile definire il tipo di Kekkai Genkai, Hijutsu e Kinjutsu (se alterano il corpo del portatore) posseduta e riconoscerlo solo se già conosciuta l'informazione caratteristica.[Da jonin in su]
    ]






    " Si..è il suo! Hai gingilli interessanti sotto quel mantello Mizukage eheh Pare che lo Yonbi sia un donatore universale ma, apparte questo, è il chakra all'interno di ogni cellula a renderlo unico! Il solo fatto che non coagula lo etichetta come un plasma unico! E' una sensazione simile a quella che ho provato analizzando il sangue dei jinkurichi ma è molto più pura e appagante, la simbiosi tra liquido organico e chakra è perfetta..questo potrebbe spiegare la riserva di chakra infinita di questi esseri, probabilmente non sono nemmeno sottoposti agli umani limiti fisiologici di impasto ed erogazione istantanea dal tentien. Questo sinolo chiaramente sembra ripercuotersi anche su una capacità di rigenerazione smodata, la stessa che riscontriamo sui jinkurichi con il pieno controllo del Demone. Ah doppia impronta e doppia Yoton e Doton e confermo l'utilizzo di ninjutsu terrificanti associabili a queste firme.
    Harumi, puoi aggiungere qualcosa? "


    Il legame tra demoni e jinkurichi era ancora un mistero per Aloysius ma sospettava che toccando il vortice attorno a lei qualcosa sarebbe potuto accadere..
    Avere il sangue dello Yonbi apriva ad una serie di scenari fino ad ora preclusi a Kokage, forse pensare di ritrovare l'otre non era ora così irrealistico ora.

    Infine una domanda di tutt'altra natura, una curiosità condivisa dallo stesso padrone di Villa Mikawa il quale colse l'occasione anche per riallacciarsi alla domanda fatta poco prima al capoclan:

    " L'artista è ignoto, chiaramente l'arazzo era già lì al mio arrivo ma sul retro, in un angolo, vi è una scritta ormai quasi del tutto sbiadita; è una dedica in lingua Kenkichi che con fatica sono riuscito a tradurre e che dovrebbe dire: "Al mio vecchio amico Loxion". Io ho conosciuto diversi anni fa un fabbro con questo nome e, vista l'unicità dello stesso, credo si riferisca proprio al Mikawa che ha abbandonato tutto e tutti rifugiandosi ai confini tra la Rosa e il Ferro. Come mai questa domanda? Ricorda ciò che ti ho fatto vedere nell'arena di Oto, desidero andare a trovare quell'uomo per diversi motivi e anche Kyobi dovrebbe venire con noi. "

    Era stato Loxion, che al tempo si faceva chiamare Livon (probabilmente per nascondere la sua identità), ad insegnarli come attivare il vero potere di Mumei descritto nell’ultima Tavola del Sangue, la quarta incisione Nagai Ukiyo Erikushia, ovvero L’Elisir di Lunga Vita. Da allora non era mai più tornato in quella officina...

    " Anche io ho una domanda e solo uno di voi due potrà rispondermi: se Mumei è un artefatto Kenkichi, perché non riesco a sentire la sua anima? Qual è la verità dietro le lame delle lame insanguinate? MI ha parlato solo una volta, credo..ho visto un volto fiero, di una donna, la quale mi rimproverava di essere troppo debole per battere il giogo di Khorne..Kyobi, Kensei voi sapete chi era la Primogenita? "

     
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    Capitolo Unico


    Atto III
    Sangue e tradizione



    Il Capoclan Kenkichi rimase stupito dalla maestosità e gentilezza che il Colosso del Suono era in grado di mostrare, memore anche dell'unica volta in cui lo aveva visto in azione. Abbiamo alcuni testi su di lui in biblioteca ma le storie di Mikawa e Kenkichi differiscono molto le une dalle altre. Lo Scisma ci ha bruscamente allontanati, portandoci a dimenticare, col tempo, gli usi e le tradizioni della vostra stirpe per fondarne di nostre. Loxion è citato come un formidabile fabbro e le sue creazioni sono spesso avvicinate - ma mai paragonate - alla regalità ed all'eleganza del rituale di Acciaio e Sangue di noi Kenkichi. Sentendo nominare la leggendaria spada, Kyobi aggrottò le sopracciglia in un misto di rabbia e disprezzo. Quella spada aveva portato tanto male alla sua gente in tempi ancora troppo recenti per il suo cuore ferito. Diamera, al suo fianco, sobbalzò. Anche il Garth poté sentire un piccolo tremito nell'aria, quasi come se una densa massa di sangue fosse iniziata a ribollire furente. Forse è il caso di lasciare la tradizioni degli antichi al passato, anche perché spesso le vicende vengono narrate con occhi corrotti, feriti e pieni d'odio, avvelenando storie di tragedie con altre, più nefesta, tragedie. Dovremmo impegnarci a forgiare nuove storie ed a scrivere nuove leggende, Kokage. Kyobi fece un piccolo inchino, congedandosi. Era un uomo saggio ma irrimediabilmente cambiato da ciò che aveva sconvolto la sua vita, dall'abbandono delle tradizioni, della terra natia e di molte sue genti e, talvolta, specie quando si trattava di impegnarsi nelle decisioni del Clan, si chiudeva in sé, gettando la realtà all'esterno. Molte delle scelte innovatrici che erano state prese, infatti, erano portate avanti dal Consiglio Kenkichi, su voto di maggioranza, dove il Capoclan spesso risultava astenuto. Mi doleva ammetterlo ma tra la presenza di Shuichiro Kenkichi, l'Imperatore, e la mia sempre maggiore competenza nelle arti del Clan, il trono di Kyobi iniziava, lentamente a vacillare. La sua permanenza sullo scranno più alto delle Lame Insanguinate era destinata a terminare: c'era da capire se avrebbe preferito la morte a quell'opzione o se abdicare fosse per lui contemplabile.
    Una volta a tavola le cose si evolsero in modo piuttosto naturale. Messi da parte gli intenti bellici, per lo meno durante il momento del pasto - cui io non partecipavo - Diogene passò a raccontare cosa accadde durante la cattura dello Yonbi: la sensazione d'inebriante onnipotenza che avvolgeva i combattenti presenti davanti alla maestosa e apparente invincibilità di un demone codato. Eppure, come molti eventi apparentemente epici, era destinato a fallire; quando il fato vuole questo, allora dev'essere la virtù d'un singolo a rifocillare speranza e ardore nei combattenti atterriti. Fu infatti il sacrificio di un uomo, apparentemente molto caro a Diogene, che diede la possibilità di intrappolare il demone nella tipica urna.
    Annoverato tra i partecipanti c'era anche Hoshikuzu, ninja che non avevo modo di sentire da tempo e che era stato per me assai utile in passato. Sapevo fosse uno shinobi estremamente potente e capace ma, sinceramente, non mi aspettavo di trovarlo al fianco di Febh, Diogene e del Mercenario delle Fenici. Si potrebbe dire che gli equilibri interni dei paesi sono cambiati molto da quell'evento Dissi, con tono leggero, nonostante la voce mascherata dall'Elmo. O almeno, non direi che Suna è il paese più debole, adesso. E capire quale fosse per me il paese che meritava tale epiteto non sarebbe stato difficile dal momento che Kiri ed Oto erano escluse dall'equazione aprioristicamente e Suna era stata appena scartata.
    L'argomento rimase quella incredibile vicenda, tant'è che il Colosso, al vedere la boccetta che gli posi, tese la mano per prenderla. Non sembrava avere intenzioni nefaste, quindi lo lasciai fare senza oppormi, anzi, assecondandolo. In un istante, Diogene lanciò in aria il contenuto del mio filatterio, fermandolo poi fluttuante davanti ai nostri occhi. Sorrisi, vedendo come i segreti della sua tecnica speciale gli permettessero, con una naturalezza disarmante, cose che io avevo imparato a caro prezzo. Hai gingilli interessanti sotto quel mantello Mizukage! Disse, scherzando, mentre io osservavo taciturno la scena. Pare che lo Yonbi sia un donatore universale ma, apparte questo, è il chakra all'interno di ogni cellula a renderlo unico! Il solo fatto che non coagula lo etichetta come un plasma unico! E' una sensazione simile a quella che ho provato analizzando il sangue dei jinkurichi ma è molto più pura e appagante, la simbiosi tra liquido organico e chakra è perfetta..questo potrebbe spiegare la riserva di chakra infinita di questi esseri, probabilmente non sono nemmeno sottoposti agli umani limiti fisiologici di impasto ed erogazione istantanea dal tentien. Questo sinolo chiaramente sembra ripercuotersi anche su una capacità di rigenerazione smodata, la stessa che riscontriamo sui jinkurichi con il pieno controllo del Demone. Ah doppia impronta e doppia Yoton e Doton e confermo l'utilizzo di ninjutsu terrificanti associabili a queste firme. Harumi, puoi aggiungere qualcosa? Il Garth, proprio come il sottoscritto, era in grado di analizzare il sangue semplicemente osservandolo. La cosa non mi stupì, ovviamente, ma a farlo fu la frase finale che l'uomo rivolse alla jinchuuriki. Che anche lei potesse leggere tra le pieghe dei segreti del Villaggio della Storia e degli Artisti?
    Una volta che la Jinchuuriki avesse detto quanto le sembrava di scorgere, presi parola, con una certa confidenza ed indicando col dito il sangue fluttuante attorno alla Kunoichi. Io non ho mai avuto modo di studiare il sangue di un Jinchuuriki, per il momento. Indubbiamente mi aiuterebbe a comprendere meglio le potenzialità del sangue dello Yonbi. [Note]Al post precedente avevo chiesto del sangue di Harumi, ma avevo scritto Quattro Code anziché due. Visto che Historia deve ancora postare, faccio presente questo dettaglio, almeno possiamo godere dell'interazione corretta. Mossi l'indice e parte del circolo di lava e chakra che costituiva il liquido cremisi del bijuu si mosse verso il sottoscritto. Possiedo la peculiare capacità di creare sangue dal sangue. Se riuscissi a scoprire i segreti di questo pericoloso ed interessante liquido cremisi, potremmo averne una scorta infinita. Cosa potremmo farcene di una cosa del genere? Bhè, una volta compresene le caratteristiche, sarei in grado di combinarlo coi più rari ingredienti per creare un prodigioso tonico. Averne una quantità infinita significherebbe avere una ipoteticamente infinita quantità di tonici prodigiosi. Allargai le mani, spiegandomi. Non solo. Potrei anche creare un peculiare liquido per fuuinjutsu attraverso la miscelazione di pigmenti e lava di Yonbi. E solo i Kami sanno quanta potenza potrebbe sprigionare un sigillo tracciato con un inchiostro del genere. Ero convinto, in realtà, che di lì a poco sarei riuscito a tracciare qualsiasi tipo di sigillo con l'ausilio del solo sangue, senza dover ricorrere ad alcun tipo di inchiostro: la mia tecnica di Fuuinjutsu Insanguinati, sotto l'attenta guida dell'Imperatore, sarebbe potuta diventare davvero tremenda se avessi iniziato ad utilizzare il sangue dello Yonbi. Per ultimo, il Potere della Stella mi avrebbe permesso di maneggiare tale elemento a mani nude, senza il benché minimo rischio per la mia salute o per eventuali reazioni, nel momento in cui fossi andato a combinare peculiari elementi per massimizzarne gli effetti. Ma tutte queste astuzie e tutti questi segreti sarebbero stati condivisi soltanto quando avessi visto che Diogene si sarebbe dimostrato incline a farmi continuare gli studi su questo campo. A quel punto, la mano si mosse un'altra volta e tutto il sangue che vorticava intorno alla kunoichi del suono, jinchuuriki del Gatto Infernale, tornò vicino alle mie mani e, d'un tratto, dentro un nuovo filatterio creatosi all'aprirsi della mia mano destra. [Competenza]Arte dei Filatteri [Generica]

    La vita di un uomo è scritta nel suo patrimonio genetico. L'Arte dei Filatteri ti renderà copista dello spirito del mondo.

    ~Giuramento degli Artisti





    Arte della Creazione Cremisi
    Arte: L'utilizzatore è in grado di immagazzinare una quantità di sangue proprio od altrui pari ad una Leggera di Vitalità. Il contenitore prende il nome di filatterio e può registrare informazioni o ricordi relativi al proprietario del sangue. Non c'è limite alla quantità di informazioni; possono essere aggiornate liberamente. Solo l'utilizzatore può leggere il filatterio. Registrare od aggiornare le informazioni richiede uno slot Istantaneo.(Consumo: ¼ Basso)
    [Da genin in su]

    Abilità del Filtraggio Cremisi
    Abile: L'utilizzatore può creare un filatterio semplicemente ponendo il contenitore a contatto con del sangue, anche secco o coagulato e risucchiandolo all'interno. Può separare il sangue da sostanze estranee, inoltre la capacità dei filatteri aumenta fino ad una ferita Grave di Vitalità, senza aumentare le dimensioni del contenitore.[Da genin in su]

    Arte della Lettura Cremisi
    Arte: L'utilizzatore può analizzare il sangue contenuto nel filatterio ottenendone informazioni di base: Gruppo sanguigno, presenza di anomalie, tipo e quantità di tossine, tempo di contatto con l'aria (solo al momento della creazione del Filatterio). Può riconoscere un sangue specifico, se già conosciuto. Richiede un round completo per concentrarsi.(Consumo: ¼ Basso)
    [Da chunin in su]

    Tecnica dell'abbondanza Cremisi - Ketsueki hÅfu no jutsu
    Villaggio: Kiri
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    Premessa una quantità di sangue pari o superiore a ½ Leggera all'interno del filatterio, l'utilizzatore può riempirlo completamente tramite il chakra, aumentando il sangue presente.Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    Sottotipo:
    (Consumo: MedioBasso per Leggera)
    [Da chunin in su]

    Tecnica della Conoscenza Cremisi - Ketsueki no chishiki no jutsu
    Villaggio: Kiri
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    La tecnica è attivabile solo se posseduto un filatterio pieno. L'utilizzatore sarà in grado di ottenere informazioni superiori sul proprietario del sangue: saprà riconoscerne il tipo di Tecnica Speciale, se conosciuta, e ne conoscerà l'aspetto (su base genetica). Per 24 ore sarà in grado percepire se la fonte di quel sangue si trova in un area di raggio 60 metri dalla sua posizione. Inoltre, sacrificando una leggera di sangue del filatterio a turno (a discrezione del QM), sarà possibile determinare la direzione della provenienza di quel sangue.

    E' possibile tracciare al massimo tre filatteri contemporaneamente.
    Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    Sottotipo:
    (Consumo: Medioalto)
    [Da jonin in su]

    Venne poi il momento della mia domanda, quella sull'Arazzo visto a Villa Mikawa. Il nome del Fabbro Mikawa tornava nuovamente a risuonare nelle stanze della Magione e la semplice storia del Garth, che veniva usata come base per rinnovare proposte fatte tempo addietro, mi convinse, pur lasciandomi con l'amaro dell'ignoranza in bocca. Una semplice curiosità: molte delle antiche tradizioni Kenkichi rimangono ancora perse nel tempo ed è più probabile trovare segni della loro arte tra i resti Mikawa piuttosto che nei lasciti quasi nomadi delle peregrinazioni delle Lame Insanguinate. Qualcosa è venuta alla luce di recente in un'isola qui a Kiri, Azumaido, la cosiddetta gemella della più famosa Isola Carcere di Kiri, Genosha. Alcuni anni fa trovai solo alcuni templi ma di segni di civiltà non c'era traccia alcuna: finché non è affiorato dalla neve Kotetsu Sakura, il cui nome ti ricorderà sicuramente qualcosa. Il Villaggio del Ciliegio d'Acciaio era un villaggio di diretti discendenti dei primi seguaci di Kenkichi Mikawa, il Capostipite del Clan Kenkichi. Col tempo e con l'inasprirsi delle ostilità tra le tribù di Azumaido, il Clan divenne però sempre più isolazionista e perverso in un circolo di odio e elitarismo che li portò all'estinzione. Una spiegazione frettolosa di una faccenda molto complicata. L'importante, tuttavia, era comprendere il concetto di base, ovvero quello che già in precedenza volevo far capire al Garth: l'eredità dei Kenkichi si era frantumata in tante, microscopiche realtà e recuperarla era complesso e faticoso. A quella spiegazione, tuttavia, il Colosso ribatté con un'altra domanda. Anche io ho una domanda e solo uno di voi due potrà rispondermi: se Mumei è un artefatto Kenkichi, perché non riesco a sentire la sua anima? Qual è la verità dietro le lame delle lame insanguinate? MI ha parlato solo una volta, credo..ho visto un volto fiero, di una donna, la quale mi rimproverava di essere troppo debole per battere il giogo di Khorne..Kyobi, Kensei voi sapete chi era la Primogenita? Mi voltai verso Kyobi che abbassò il capo, scuitendolo leggermente. Presi allora io la parola. La tua è una domanda che indaga i segreti di Clan, Diogene. Risponderti è complesso. Posso darti un'idea intuitiva. Presi fiato. Le Lame Insanguinate contengono un'anima al loro interno ed è questa a scegliere il nuovo Kenkichi, non il contrario. Tuttavia, tale anima è in realtà un pezzo stesso dell'anima del Kenkichi. Il legame tra i due è così forte da renderli l'uno parte dell'altra, indissolubilmente. L'anima all'interno della spada concede i propri poteri al suo padrone, anche se questo è un termine improprio. Non c'è un rapporto verticale tra spada e branditore. Guardai Mumei. Dovrei vedere la tua spada più da vicino per capire se è una Lama Insanguinata ma da quello che mi racconti è plausibile che lo sia. Il problema è che la tua anima è completa, non manca di quella parte che noi chiamiamo Acciaio e Sangue. Mumei, dunque, non è in grado di comunicare con te perché tu non sei in grado di sentirla. È possibile che, in un estremo gesto di autoconservazione, la spada sia riuscita a raggiungere il tuo mondo interiore ed a comunicare con te. Ma è un evento assai raro e devi ringraziare quella minuscola porzione di sangue che ti accomuna a noi Kenkichi se ciò è potuto succedere. In ogni caso, sono a tua disposizione per quanto abbiamo già discusso ad Oto. Il tono continuava ad essere leggero, fin quando non si parlò direttamente della Primogenita. La Promessa vibrò intensamente e prima che potessi proferir parola mi inondò la testa di immagini che non fui in grado di decifrare correttamente, forse per il mio controllo ancora imperfetto sui segreti atavici del clan. Vidi Kenkichi Mikawa, vidi suo figlio, vidi Midorinaka. Vidi una gigantesca forgia e le insegne del Clan Mikawa. Una spada prima integra, poi distrutta. Un'elsa peculiare, simbolo del sole e della vita. Una lama nera come il sangue rappreso eppure lucente come il più intenso dei riflessi. Chi fosse la Primogenita non so dirtelo. Risposi sinceramente. Non avevo avuto alcuna indicazione a riguardo. Ma so dirti cosa fu di lei e perché gli fecero fare la fine che ha fatto. Ripresi fiato un attimo, mentre mi ricomponevo. La Primogenita era un'arma costruita dagli stessi Dèi Mikawa, antica ed estremamente potente. Fu la prima ad essere forgiata da loro e, come un benevolo dono del cielo, era capace di cose straordinarie. Neanche a dirlo, però, l'estremo potere aveva un risvolto macabro: richiedeva un tributo di sangue, di vita, che nessuno era in grado sostenere. Chiunque la brandisse, infatti, veniva prosciugato dall'arma, destinato a morire tra atroci sofferenze anche se, per un breve lasso di tempo, diveniva fisicamente impareggiabile. Fu forgiata, si dice, per un Mikawa particolare: un essere quasi ancestrale che padroneggiò al punto il potere di clan da divenire egli stesso fatto di Sangue. In questo modo, il tributo veniva assorbito dal corpo torbidamente, in una spirale di sacrificio ininterrotta che durò anni e diede a questo shinobi il cui nome è perso tra le pieghe del tempo, il totale comando non sul Clan, ma sulla Guardia armata del Clan, quel casato che un giorno sarebbe divenuto il Clan Kenkichi. Ma, per qualche nuboloso evento del destino, tale Shinobi morì e la Primogenita tornò a chiedere ad altri il suo pegno. Nessuno però aveva la giusta tempra per farlo. Dopo l'ennesimo tentativo fallito di domarla, la spada cadde in una sorta di eterno sonno, inabile a dare tanto quanto a ricevere. Fu quando Kenkichi Mikawa creò la Promessa, la Yakusoku, l'arma che oggi io brandisco, che la Primogenita si risvegliò, vibrando di nuovo, assetato potere. La Yakusoku è, per certi aspetti, il duale della Primogenita. Ella può accumulare sangue in eterno, unendo la lama al sangue stesso, e nonostante questo essere fulcro di estremo potere. Gli Dèi benedirono così Kenkichi e modificarono per loro volontà la Primogenita. La modifica fu minima e ad immagine della Yakusoku ma non fu abbastanza. La lama continuava a drenare la vita di chi la brandisse. Fu allora che Kenkichi il Benedetto collaborò con gli Alti Sacerdoti del Culto, decidendo di dividere l'arma in due: una parte di essa divenne la leggendaria Mumei, l'altra l'arma che Kyobi porta al suo fianco. [Note]Sto dando un input che poi, anche insieme a Febh dato che la trama di Midorinaka adesso è sua, possiamo ampliare: il motivo esatto per il quale Kenkichi Mikawa sviluppò le sue capacità non è mai stato raccontato, né abbiamo mai approfondito troppo il discorso "Primogenita" venuto fuori nei Rapporti di Sangue.
    Tuttavia possiamo creare qualcosa: ho in mente un paio di idee ma ne parliamo in privato.

    Terminato il mio discorso su incitazione del Kokage, mi rivolsi agli altri due ninja lì presenti. Non voglio tediarvi con un altro racconto delle gesta di un kage; vorrei prima sentire qualcosa da voi e, se necessario, raccontarvi di come anche le sconfitte, esattamente come ci ha già esplicato chiaramente Diogene, possono essere, in realtà, delle celate vittorie.

    [...]

    Concluse le disquisizioni romantiche sulle gesta passate di ognuno di noi, mentre le portate venivano servite al tavolo ed i miei commensali si rifocillavano, la serata si avviava verso la sua seconda parte: quella più intima e sentita delle promesse di conquista e dei patti. Quando fosse stato portato via anche l'ultimo piatto, quando finalmente ciò che rimaneva da gustare era soltanto del buon vino ed il calore del camino acceso riscaldava tanto i cuori quanto le pance piene, spostandoci dal tavolo imbandito alle più comode e accoglienti poltrone, finalmente avrei parlato liberamente. Creiamo la Storia, Diogene. Parliamo di quel che deve essere.




    Chakra:
    Vitalità:
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 850
    Velocità: 650
    Resistenza: 700
    Riflessi: 700
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 700
    Agilità: 700
    Intuito: 700
    Precisione: 700
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    4: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    4: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Equipaggiamento
    • Arto Artificiale Kiriano Avanzato × 2
    • Cotta di Maglia Completa × 1
    • Elmo integrale dell'Inquisitore × 1
    • Sistema di Ancoraggio dell'Arto Artificiale × 3
    • Tonico di Recupero Minore × 1
    • Tonico Coagulante Medio × 2
    • Braccio Sinistro dell'Inquisitore × 1
    • Equipaggiamento Debilitante × 1
    • Unagi × 1
    • Yakusoku Kenkichi × 1

    Note
    Modificata la trama sulla Primogenita d'accordo con Febh.


    Parlato
    Citato
    Koutsu
    Pipistrelli
    Yakusoku



    Edited by Ade Geist - 29/8/2021, 19:36
     
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    Harumi portò la mano davanti la bocca a coprire un sorriso sincero di fronte al lieve imbarazzo mostrato da Youshi. Era così raro che l'assassino tanto composto rimanesse sorpreso da qualcosa che trovava adorabile il contrasto. Lo seguirono mentre faceva strada nel Palazzo fino a raggiungere una suntuosa tavola apparecchiata. Non si aspettava di meno dal Mizukage, che di certo teneva a non sfigurare davanti alla magnificenza dimostrata dal Capovillaggio del Suono durante la sua ultima visita. Cortesia che non mostrò nei suoi riguardi, ponendole una domanda a bruciapelo piuttosto insidiosa. La giovane non avrebbe battuto ciglio, riservandogli un sorriso molto più accennato rispetto al precedente e volgendo appena lo sguardo verso il Mikawa. La ringrazio per le gentili parole, Mizukage-sama. Nell'ultimo anno ho completato il mio addestramento sotto la supervisione del Kokage a Villa Mikawa. Purtroppo non proveniendo da una famiglia ninja mi mancavano, diciamo, le basi. Fortunatamente ho colpato le mie lacune. Quindi niente missioni di nota per me, anche se ho assistito in alcune faccende... interne. Ma non vorrei tediarla e far raffreddare le pietanze che ci ha così generosamente offerto. Avrebbe atteso dunque un cenno del padrone di casa per allungare le posate verso il piatto imbandito.


    La giovane fu rapita dal racconto del Mikawa. Non sapeva dire se per il tono, o per il contenuto, fatto sta che l'ascoltò avidamente, spalancando la bocca quando si interruppe per una breve pausa scenica e sospirando per la sorte del fedele Omoi. E quando Diogene afferrò la boccetta non poté che seguirne i movimenti, rimanendo incantata ad osservare il fluttuare del liquido scarlatto sebbene avrebbe dovuto essere ormai usa a tale spettacolo. Quando il Colosso la chiamò in causa si riscosse quasi frastornata e dovette battere un paio di volte le palpebre per mettere a fuoco i commensali. Io... Avrei una teoria a riguardo, se vuole sentirla... Con una timidezza memoria di anni orsono, Harumi fece sentire la sua voce sottile, abbassando lo sguardo sulla tovaglia immacolata. Credo che i demoni codati siano... Simili a stelle. Probabilmente gli astanti le stavano rivolgendo uno sguardo perplesso a dir poco di fronte a quella metafora azzardata, ma la fanciulla evitò di confermarlo alzando lo sguardo ed affrettandosi a continuare. Le stelle si formano quando enormi ammassi di gas si riuniscono nel vuoto spaziale e si condensano fino a divenire globi brillanti ed incandescenti. Ecco, io credo che i demoni si siano in origine generati dalla condensazione del chakra presente in natura. Superata la massa critica hanno iniziato a risplendere, assumendo una coscienza propria. Si inumidì le labbra secche e proseguì. La loro apparentemente illimitata riserva di chakra e rigenerazione potrebbe essere collegata alla loro capacità di attrarre il chakra naturale in modalità simile alla Modalità Eremitica, ma su scala immensamente più grande. Avrebbe allargato le braccia per enfatizzare il concetto.

    Avrebbe timidamente alzato la testa per verificare come era stata accolta la sua idea, ma le rimaneva ancora qualcosa da fare. Entrambi i capovillaggio aspettavano qualcosa da lei e nonostante fosse in soggezione si fece coraggio e si rivolse al Colosso. Diogene-sama, se permette. Harumi prese un calice inutilizzato, visto che non aveva beveva vino, e un coltello da arrosto pulito piuttosto affilato. Senza battere ciglio, quasi fosse un gesto abituale, si fece un lungo taglio sul palmo della mano. La linfa vitale scivolò lungo il polso ed iniziò a gocciolare nel recipiente fino a riempirne una buona parte. A quel punto avrebbe spinto il bicchiere verso il Mizukage se il Capovillaggio del Suono non avesse avuto nulla da ridire. Tuttavia aveva ancora qualcosa da fare. Mentre l'attenzione del Kenchiki era presumibilmente rivolta verso il suo sangue la jinchuuriki avrebbe teso la mano a sfiorare il liquido sospeso dal potere del Mikawa. Contrasse la mano per riaprire la ferita che già si stava cicatrizzando e afferrò una goccia sferica separata dall'insieme. Il sangue sarebbe entrato in circolo, mescolandosi a quello misterioso della giovane che già conteneva al suo interno parte dell'essenza del Nibi e di Diogene. Una mossa piuttosto azzardata, ma quello era l'unico modo per interagirvi. Se l'avesse solo toccato o ingerito si sarebbe degradato o avrebbe dato esili risposte. Così invece poteva lasciare fluire il suo chakra e quello di Matatabi per integrare quel minuscolo frammento del Tetracode. E non aveva nulla da temere: in fondo Diogene era al suo fianco.

    Indipendentemente dalla reazione, la discussione avrebbe preso presto un'altra piega. Il Kokage parlò di Mumei, la Senza Nome. Harumi aveva custodito la spada durante l'assenza del Capoclan e la conosceva bene, ma poteva solo immaginare il tormento interiore dell'uomo. Era come se il Nekomata avesse smesso di farle sentire la sua voce. Fu però sorpresa dalla menzione della divinità oscura. Se quello era il motivo del suo mutismo forse qualcosa sarebbe potuto finalmente cambiare. Anime intrappolate in armi. Il concetto non la faceva impazzire, ma poteva accettarne la scelta se compiuta liberamente. Interessante il pensiero che fosse complementare a quella del portatore. Questo le fece turbinare in mente tutta una serie di ipotesi, ma la sua attenzione fu richiamata dal proseguire del racconto. In particolare la menzione agli Dei Mikawa. Lei ne aveva conosciuto uno solo ed era stato un incontro terribile. Ma apparentemente ne esistevano altri di benevoli. Qualcosa le risuonava nella mente a quell'idea, ma non sapeva perché. Altre cose dovevano essere discusse, ma non toccava a lei prendere la parola. I grandi del Continente stavano tirando i dadi sulla sua sorte.


     
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    L'Asse Oto - Kiri


    Guerra e Religione XXXVI, di Loxion Mikawa


    La saggezza del capoclan Kenkichi e la profondità della storia della Lame Insanguinate catturarono l'attenzione del Colosso come pochi altri argomenti; il suo retaggio era lì, in quelle cronache dimenticate, nelle terre della Rosa d'Acciaio, in religioni profetiche che si erano addirittura avverate! Una storia tetra, di demoni del caos e guerre tra fratelli, ma anche gentile, come per la custodia delle anime perdute in spade leggendarie. Non ne poteva avere certezza ma l'idea che maggiore fosse quel legame, maggiore fosse il dolore, maggiore era il potere custodito in quelle lame dall'impareggiabile fattura.
    La storia di Mumei era stata dunque svelata sebbene ancora lontana era la verità legata dietro il silenzio con il quale ella ne ricambiava l'utilizzo da parte del Garth.

    Si passò poi all'esamina del sangue del Codato, un altro argomento che servito prima ancora dell'antipasto, rendeva altissime le pretese per il proseguo dell'incontro tra i due Kage. Kensei dimostrò il suo interesse alla fabbricazione di tonici a partire dalle incredibili proprietà della linfa vitale demoniaca e Harumi aggiunse dettagli che solo un Jinkurichi poteva fornire all'analisi fatta da Aloysius...un esperto alchimista, un Jinkurichi e un Mikawa, il trio perfetto per realizzare qualcosa di unico con l'elemento forse più difficile da reperire in natura.

    " Da quello che mi risulta siete a corto di Jinkurichi, da quando Itai è sparito. Harumi sarà a tua completa disposizione, inoltre farò spedire a Kiri alcuni dei macchinari salvati dal Palazzo della Vipera, utilissimi per sperimentazioni col sangue, insieme a tecnici specializzati. Fyodor è il migliore nel campo. Il brevetto per la realizzazione di tonici e inchiostro per fuuinjutsu apparterrà a Kiri, non se ne farà parola con l'Accademia e Oto potrà richiederne fornitura senza costo. Per i costi di ricerca, sperimentazione e poi produzione se ne parlerà in seguito, quando avremo un'idea più chiara del processo da sintetizzare. "

    Era solo un assaggio del livello di cooperazione tra i due villaggi che il Generale Cremisi aveva in testa. La Nuova Nebbia Insanguinata dell'Inquisitore e L'impero di Oto, due realtà che a breve avrebbero tinto il mondo intero di sangue.

    :::

    La cena andò avanti su temi più leggeri, si diede spazio alle due giovani leve mentre il vino sgorgava a fiotti e del buon pesce appagava il gusto e la pancia di tutti. Kensei non aveva badato a spese per quell'evento ristretto e questo non passò inosservato al Kokage, il quale si concesse a più di una parola di apprezzamento sulla qualità della serata nei confronti del padrone di casa.

    Al terine del pasto Kyobi era ubriaco fradicio, forse non si era ancora abituato agli alcolici serviti nel Paese della Nebbia, diversissimi dal distillato di erbe prodotto nel bosco dell'Upupa in quanto ricavati da zucchero di canna, riso, prugne e yuzu. Dal secondo secondo aveva iniziato a sparlare, ricalcando comportamenti chiaramente tribali e con fatica si stava disabituando a fare, come saltare sul tavolo e imitare gli scimpanzé. Sarebbe stato un buon drunken master, come lo era stato Aloysius moltissimi anni prima, insegnante in accademia dell'arte del pugno dell'ubriaco di cui aveva oramai dimenticato le movenze. Anche il neo chunin kiriano sembrava privato dalla mangiata e qualche bicchierino di troppo e si stava lentamente spegnendo sul tavolo, con la testa tra le braccia [ps. motivo così l'assenza di Youshi, in questo giro almeno]. Harumi, invece, era come una bimba nel castello delle meraviglie: di rado usciva dalla Villa e ancor più sporadicamente dal villaggio, quindi l'esperienza a Kiri era per lei non molto diversa da una gita fuoriporta. E poi non aveva ancora l'età giusta per bere...

    Il Mizukage, dunque, invitò gli otesi ad accomodarsi in sala dove argomenti più impegnativi richiedevano sedute più comode per poter essere affrontati. Aloysius si sedette difronte ad un bel tavolino in pietra, di fattura indubbiamente kiriana, che gli sarebbe stato comodo per continuare il discorso interrotto quasi un anno prima nell'arena di Oto.

    " Ebbene, in questo periodo non sono rimasto con le mani in mano. "

    Usò il sangue per comporre il tavolo tattico: con un rapido gesto della mancina la mappa delle terre note si mise in evidenza mentre con la destra piazzò due segnaposti di sangue centrati in Oto e Kiri. Quindi apparve un segmento sfocato tra i due punti ed infine il corrispettivo asse di simmetria a tagliare le terre sottostanti, spaccando la mappa in due metà distinte.

    yt54g4

    " Benvenuto nel mondo del futuro. Ad Est la Nuova Nebbia Insanguinata, ad Ovest L'impero di Oto; ovvero il dominio del mare da un lato e del continente dall'altro. Chiaramente i bottini di The e Fulmine verranno suddivisi equamente poiché situati lungo il confine dei due regni; vigerà un patto di condivisione di informazioni e di risorse per campagne militari, dai viveri alle armi, fino chiaramente alle risorse militari. "

    Fece una pausa per assicurarsi che Kensei non si perdesse nemmeno una sfumatura delle implicazioni che le sue parole comportavano. Quindi continuò evidenziando altri due punti nella mappa:

    " Qui, nell'Aunaroch [1], e qui, a Durai lungo la costa orientale del The [2], sono situati i centri di produzione delle mie macchine da assedio e delle mie navi da guerra. Finché invierò denaro per materiali, manodopera e silenzio, questi due poli continueranno ad accrescere il nostro esercito; Kiri anche potrà accedervi investendo le proprie risorse monetarie [ps. in sostanza le competenze gregario personali di Gene vengono condivise con Kensei]. Ho attraccato al porto con una di quelle imbarcazioni, potrai vedere con i tuoi occhi la fattura eccellente con la quale sono costruite...non ha caso ho assoldato i migliori costruttori navali in circolazione. Quando alle catapulte, beh, Hoshikuzu al tempo mi aveva fornito i migliori ingegneri del D.E.S.E.R.T, non esistono armi migliori; anche loro non parlerebbero mai poiché corrotti con una vita da re tra i locali di lusso di Okasada. Ah, chiaramente entrambi i territori sono controllati dalla mia rete di spie, assicurandone l'integrità funzionale. "

    Il colosso si poggiò dunque sullo schienale della comoda poltrona, incrociando le mani e giocherellando con i pollici:

    " Veniamo alle truppe. Il Daymio delle Risaie, sotto la mia pressione, sta per firmare un editto segreto per un reclutamento in massa. Oltre 150000 ryo verranno investiti per progetto, un'operazione che troverà i suoi frutti già nell'immediato poiché i campi per l'addestramento sono già stati predisposti, insieme a tutta la gestione logistica della macchina della guerra.
    E' necessario che anche la Nebbia faccia lo stesso. Siete un territorio molto più vasto di noi e, anche se venite dall'invasione canthiana, avrete almeno un prodotto interno lordo equivalente il nostro. Inoltre di certo tra le isolette dell'arcipelago e nelle tundre di Genosha avrete validi uomini e donne in grado di tenere in mano una picca e servire la causa. Siamo ninja, è vero, ma la storia recente ci ha insegnato che il numero può fare la differenza e orde di formiche possono rallentare anche il più potente dei draghi. "


    Stava citando il Flagello, anche se quel rapporto da poco instauratosi era quanto di più lontano il Kenkichi potesse immaginare per i piani del Mikawa. Intanto Harumi avrebbe ascoltato tutto, prendo nota di quei piani che fino ad ora Aloysius non aveva comunicato a nessuno dei componenti di Shinku Teikoku...evidentemente il Kage aveva delle aspettative altissime sulla resa del JInkurichi che aveva plagiato sotto la sua ala.

    Infine si concentrò sul territorio a nord, la vasta area che da anni era nei pensieri del Mikawa e che non lo faceva dormire la notte. Con un movimento delle dita della mano destra fece emergere dal mare di sangue sottostante la mappa tridimensionale un insieme di uomini, navi ed armamenti, dividendoli in due regimenti ad indicarne le rispettive compagini otesi e kiriane.

    " Come previsto, gli effetti della missione accademica nota come "Re Rosso" hanno prodotto un significativo decremento della potenza militare dei Cremisi. Febh e company hanno dato un duro colpo alla loro flotta e questo ci dà un vantaggio sul territorio dove Kiri la fa da padrona, il mare [ps. rimango generico non essendo la quest ultimata]!
    Il piano dunque rimane confermato: muoveremo sulle coste del Fulmine in corrispondenza della baia del Gaikotsu, bombardando prima le difese costiere e poi sbarcando con tutto l'esercito. Conosciamo perfettamente il comportamento del loro meccanismo perimetrale di difesa, l'ultima volta mi è bastato far fuori una decina di nullità per richiamare l'attenzione di una Lettera degna di nota...teletrasporteranno sul posto una contromisura almeno equivalente l'entità della minaccia percepita. Ecco perché la nostra armata dovrà essere il più grande possibile, insieme a tutti i ninja di valore che possiamo dispiegare; più concentreremo lì il pericolo più Kumo si indebolirà.

    E questo sarà il nostro diversivo per muovere l'attacco reale. Pensare di vincere con la forza del numero l'esercito del Veterano è follia, il colpo va sferrato dritto al cuore, rapido, dall'alto e senza alcun preavviso. "


    Mentre sulla costa di sangue la battaglia tra i pupazzi di sangue tergiversava, dal cielo tre cumuli densi di sangue, grandi in scala equivalente a quella di un uomo con un Cercotero, si sarebbero schiantati sulla capitale militare spazzandola via in un istante.

    " Ecco perché sono venuto oggi nella tua dimora con le mani vuote, libere da impedimenti: sono qui per portare con me il Sanbi e convertirlo nell'arma di distruzione di massa che è. "

    70a48b6ce8729156bae3be27ffa34204



    CITAZIONE
    OT/ Veniamo alla ciccia!!! Il piano di Gene inizia a svelarsi! Vediamo che dice Kensei :guru: /OT
     
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    ~ The Red Capes are coming!

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    La fiducia che dà Guerra


    Capitolo Unico


    Atto IV
    Complesse Contrattazioni †



    Ascoltai Harumi discolparsi della mancata promozione a Chunin, osservando la timida Kunoichi rispondere senza macchia alla mia domanda. Per quanto la giustificazione che portava fosse comprensibile, non la ritenevo all'altezza di una negligenza di quel tipo: rinunciare a ricoprire il proprio ruolo nel villaggio, specie se si tratta del ruolo di jinchuuriki, era qualcosa che non potevo condividere. La più potente delle armi, l'unico vero terribile e spaventoso garante dell'ipotetica pace tra villaggi, doveva essere allevato con un occhio di riguardo, con una solerzia unica e speciale.
    Purtroppo io ero stato privato di quella possibilità: da una parte, la scomparsa di Itai mi impediva di avere il controllo sul Sette Code mentre il ritiro dalla vita ninja di Ryuu Mizukiyo, promettentissimo genin, mi toglieva una delle armi e delle possibilità più grandi per il villaggio. Il giorno in cui l'eterno genin mi chiese di lasciare il suo ruolo in favore di una vita dedita alla pasticceria, dovetti mettere in moto le squadre speciali per far sì che le informazioni su Ryuu Mizukiyo sparissero ed al ragazzo venisse affidata una nuova identità. Questo perché avevo promesso al jinchuuriki di trovare un modo per privarlo del Demone, pur senza ucciderlo - perché, e questo lo sapeva bene anche lui, non potevo certamente lasciare che una risorsa tanto grande e potente venisse sfruttata per montare con più cura la crema dei cannoli kiriani.
    Nonostante questo, non risposi alla kunoichi, limitandomi ad un cenno della testa d'assenso dopo le sue parole. Toccò poi al racconto del Garth, seguito dai miei commenti e da quelli di Youshi e dell'adottata Mikawa. Le stelle si formano quando enormi ammassi di gas si riuniscono nel vuoto spaziale e si condensano fino a divenire globi brillanti ed incandescenti. Ecco, io credo che i demoni si siano in origine generati dalla condensazione del chakra presente in natura. Superata la massa critica hanno iniziato a risplendere, assumendo una coscienza propria. La loro apparentemente illimitata riserva di chakra e rigenerazione potrebbe essere collegata alla loro capacità di attrarre il chakra naturale in modalità simile alla Modalità Eremitica, ma su scala immensamente più grande. Disse la portatrice del due code, dopo una metafora a dir poco azzardata ed anche fin troppo melensa. Era probabile che avesse ragione. Il chakra è una forza ignota che si annida in ogni cosa ed agisce per vie oscure: non era improbabile un'interpretazione come la sua.
    Sempre in relazione ai Demoni ed alla loro natura, venne il momento dell'analisi del Sangue dello Yonbi, con Diogene che lasciò volteggiare il sangue intorno alla sua jinchuuriki, lasciando che questa poi si tagliasse e mi porgesse il suo, di sangue, come le avevo richiesto. Mentre puntavo il dito verso il liquido cremisi della kunoichi apprestandomi a creare un filatterio, questa ebbe l'idiotica idea di inglobare nella propria ferita il sangue dello Yonbi. Quel liquido era simile a lava incandescente, più fuoco vivo che sangue, se nell'immediato la giovane non ebbe ripercussioni, di lì ad alcuni istanti sarebbe stato per lei complesso riuscire a nascondere il dolore che il braccio stava per provocarle! L'arto iniziò a bruciare come se stesse prendendo fuoco: sentiva le vene aprirsi e incendiarsi al passare di quella minuscola sfera ematica, come carta in un camino. L'impressione era che il braccio le si sarebbe sciolto, fuso dal calore insostenibile per il corpo umano ... Diogene era lì, avrebbe potuto aiutarla. Oppure, avrebbe potuto suggerirle come provare a contenere quel sangue dentro di sé. [Note]Vi do un piccolo spunto per ruolare Harumi Mikawa, con tanto di guarigione. Il Sangue dello Yonbi era stato descritto come un liquido incandescente, quindi mi sembrava necessario un briciolo di asperità per fare quel che volevi, ecco.
    A voi decidere quale strada imboccare, se quella del Demone o quella della Manipolazione del Sangue.

    Io, nel frattempo, mi disinteressai della debolezza fisica della kunoichi, iniziandone, piuttosto a studiare il sangue. Sì... le vedo. Vedo le connessioni, le mutazioni, le imperfezioni del sangue umano unito al Chakra del Demone! Vedo ... le infinite possibilità. Commentai, con la voce metallica distorta dall'Elmo. Tra il sangue dello Yonbi e il Sangue misto di un Jinchuuriki possedevo quasi tutti gli elementi per creare qualcosa di leggendario: mi mancava soltanto un elemento stabilizzante.
    Diogene, però, col suo intervento, mi riportò coi piedi per terra. Avevo altre cose di cui occuparmi, prima della conoscenza. Da quello che mi risulta siete a corto di Jinkurichi, da quando Itai è sparito. Harumi sarà a tua completa disposizione, inoltre farò spedire a Kiri alcuni dei macchinari salvati dal Palazzo della Vipera, utilissimi per sperimentazioni col sangue, insieme a tecnici specializzati. Fyodor è il migliore nel campo. Il brevetto per la realizzazione di tonici e inchiostro per fuuinjutsu apparterrà a Kiri, non se ne farà parola con l'Accademia e Oto potrà richiederne fornitura senza costo. Per i costi di ricerca, sperimentazione e poi produzione se ne parlerà in seguito, quando avremo un'idea più chiara del processo da sintetizzare. Ascoltai quelle parole di carità e beneficienza con interesse, seppur, si sa, in un tavolo come quello, tali elargizione di beni non poteva che essere volta a qualcosa. Ma non lasciai certamente cadere la prima insinuazione del Garth, rispondendo alle sue parole e glissando su ogni altro aspetto. Dopotutto, tacere non era certo declinare. Sei informato quasi correttamente. Non aggiunsi altro, lasciando che la cripticità delle mie parole incrinasse qualche sua certezza; qualcosa, infatti accadde. Da quel momento calò un clima diverso sulla mensa che avevamo davanti. Il vino continuava a scorrere, il cibo ad arrivare. Io guardavo i miei commensali mangiare e parlare con meno livore e passione ma più spensieratezza. La mia testa, perennemente assorta nei pensieri di conquista, non lasciava che niente riuscisse a distrarla. Il non partecipare al banchetto, inoltre, rendeva il tutto ancor più accentuato. Per fortuna, però, il mio inespressivo volto d'acciaio non tradiva una singola oncia di perplessità.

    La cena, tuttavia, terminò. Il vino saziò lo spirito di molti ed il pesce riempì le loro pance. Ci spostammo dunque in un luogo più comodo nell'ala ovest della Magione. Diogene, poco dopo aver preso posto, non tardò a ritornare sul reale motivo dei festeggiamenti di quella sera. Ebbene, in questo periodo non sono rimasto con le mani in mano. Disse, facendo fuoriuscire una degna quantità di sangue dal suo corpo ed andando a formare una mappa ben delineata e precisa tra me e lui, poggiata sul tavolino di pietra intorno al quale ci eravamo seduti. Benvenuto nel mondo del futuro. Ad Est la Nuova Nebbia Insanguinata, ad Ovest L'impero di Oto; ovvero il dominio del mare da un lato e del continente dall'altro. Chiaramente i bottini di The e Fulmine verranno suddivisi equamente poiché situati lungo il confine dei due regni; vigerà un patto di condivisione di informazioni e di risorse per campagne militari, dai viveri alle armi, fino chiaramente alle risorse militari. Guardai la mappa del Kokage, senza esprimermi, per il momento. Qui, nell'Aunaroch, e qui, a Durai lungo la costa orientale del The, sono situati i centri di produzione delle mie macchine da assedio e delle mie navi da guerra. Finché invierò denaro per materiali, manodopera e silenzio, questi due poli continueranno ad accrescere il nostro esercito; Kiri anche potrà accedervi investendo le proprie risorse monetarie. Ho attraccato al porto con una di quelle imbarcazioni, potrai vedere con i tuoi occhi la fattura eccellente con la quale sono costruite...non ha caso ho assoldato i migliori costruttori navali in circolazione. Quando alle catapulte, beh, Hoshikuzu al tempo mi aveva fornito i migliori ingegneri del D.E.S.E.R.T, non esistono armi migliori; anche loro non parlerebbero mai poiché corrotti con una vita da re tra i locali di lusso di Okasada. Ah, chiaramente entrambi i territori sono controllati dalla mia rete di spie, assicurandone l'integrità funzionale. Ancora taciturno, storsi il naso sotto l'elmo. Era davvero convinto che bastava corrompere delle persone per assicurarsi la loro fedeltà? Bastavano davvero soltanto i soldi per il Mikawa? Non potevo essere d'accordo con quella visione. Ci voleva altro: ci voleva un'ideale, una passione, un ardore inestinguibile. Qualsiasi cifra può essere superata da un'altra minimamente più alta; la lussuria dell'uomo è un pericolo sempre in agguato. Bisognava forgiare fedeli, non nababbi corrotti. Veniamo alle truppe. Il Daymio delle Risaie, sotto la mia pressione, sta per firmare un editto segreto per un reclutamento in massa. Oltre 150000 ryo verranno investiti per progetto, un'operazione che troverà i suoi frutti già nell'immediato poiché i campi per l'addestramento sono già stati predisposti, insieme a tutta la gestione logistica della macchina della guerra.
    E' necessario che anche la Nebbia faccia lo stesso. Siete un territorio molto più vasto di noi e, anche se venite dall'invasione canthiana, avrete almeno un prodotto interno lordo equivalente il nostro. Inoltre di certo tra le isolette dell'arcipelago e nelle tundre di Genosha avrete validi uomini e donne in grado di tenere in mano una picca e servire la causa. Siamo ninja, è vero, ma la storia recente ci ha insegnato che il numero può fare la differenza e orde di formiche possono rallentare anche il più potente dei draghi.
    L'esempio di Diogene, per me, non era calzante. Non era calzante perché le formiche non erano affatto animali inermi ed incapaci come il Garth voleva rappresentarli. Ed un Drago, un essere mitologico, quasi divino, poteva essere anche soltanto quello: un mito, un sogno irrealizzabile perso tra i meandri della razionalità. Vedevo una certa divergenza d'idee, o per lo meno, di ideali, tra me ed il Kokage. Una cosa che prima non avevo notato. Il fine era indubbiamente il solito - e di certo non mi sarei ritirato da qualla alleanza - ma avrei dovuto chiarire alcuni punti fondamentali. Preferii, tuttavia, lasciare che terminasse il suo epico soliloquio. Mosse una mano, modificando lo scacchiera da lui stesso creato: si formarono due pseudo-eserciti, due conglomerati di sangue con alcuni dettagli che li rendevano distinguibili, uno per ogni parte dell'Asse. Come previsto, gli effetti della missione accademica nota come "Re Rosso" hanno prodotto un significativo decremento della potenza militare dei Cremisi. Febh e company hanno dato un duro colpo alla loro flotta e questo ci dà un vantaggio sul territorio dove Kiri la fa da padrona, il mare !
    Il piano dunque rimane confermato: muoveremo sulle coste del Fulmine in corrispondenza della baia del Gaikotsu, bombardando prima le difese costiere e poi sbarcando con tutto l'esercito. Conosciamo perfettamente il comportamento del loro meccanismo perimetrale di difesa, l'ultima volta mi è bastato far fuori una decina di nullità per richiamare l'attenzione di una Lettera degna di nota...teletrasporteranno sul posto una contromisura almeno equivalente l'entità della minaccia percepita. Ecco perché la nostra armata dovrà essere il più grande possibile, insieme a tutti i ninja di valore che possiamo dispiegare; più concentreremo lì il pericolo più Kumo si indebolirà. E questo sarà il nostro diversivo per muovere l'attacco reale. Pensare di vincere con la forza del numero l'esercito del Veterano è follia, il colpo va sferrato dritto al cuore, rapido, dall'alto e senza alcun preavviso.
    Anche su quelle affermazioni avevo numerose osservazioni da fare ma Diogene fece il passo più lungo della gamba, mostrando, immediatamente, cosa avesse in mente. Ecco perché sono venuto oggi nella tua dimora con le mani vuote, libere da impedimenti: sono qui per portare con me il Sanbi e convertirlo nell'arma di distruzione di massa che è.
    Al sentire quelle parole, il mio sguardo si piantò sul monocolo del Mikawa per alcuni lunghi, interminabili istanti. Diogene l'avrebbe percepito, e con lui, tutti i presenti nella stanza: quella frase non mi era piaciuta e la temperatura, assieme ad una immensa sensazione d'oppressione, calarono a picco sui loro corpi come una funerea scure. Era arrivato il mio momento di parlare. Andiamo per gradi, Kokage. Dissi, alzandomi dallo schienale della poltrona su cui mi ero seduto ed allungandomi verso la mappa di sangue del Mikawa. Estrassi la Yakusoku, non formata, e con l'Elsa monca della lama, l'avvicinai al liquidi cremisi multiforme. Come un fiume che attira a sé una goccia, la Promessa appianò il lungo solco di chakra che Diogene aveva tratteggiato per dividere i territori che sarebbero caduti sotto la giurisdizione di Oto e quelli che sarebbero caduti sotto il mio comando. Il femore del Primogenito poi si portò verso Est, pronto a solcare una nuova linea. Avrebbe attinto al sangue presente per formare una piccola lama, appuntita il necessario perché riuscisse a solcare un nuovo tratto. il tuo è un confine troppo netto e troppi sbilanciato per densità abitativa. Partendo dal villaggio della Zanna, una linea leggermente obliqua avrebbe attraversato Ame e Kusa, diviso Konoha da Oto ed infine avrebbe leggermente deviato la sua corsa intorno a Genosha, per poi scorrere nuovamente verso ovest. Questa è una divisione più equa: la Zanna rimarrà, anche per la sua storia, nel Protettorato Kiriano, Konoha diventerà il mio feudo - e su questo non sono disposto a transigere -. A te andranno Ame ed i grandi villaggi che non si sono voluti schierare con l'Accademia: Iwa, Kumo, Taki. Punti nevralgigi di questa divisione diverranno due poli opposti. La Yakusoku tirò un'altra linea, collegando Suna e il Villaggio del Cielo. Suna ed i villaggi di Cielo, Miele, Lupo ed Uccelli. Da qualche mese a questa parte, Kiri è una potente influenza in quelle regioni ed ho convinto molti di loro col credo, più che col denaro, a schierarsi dalla mia. Ci hanno aiutato durante gli eventi della Bruma e si stanno rivelando una importante risorsa per le informazioni che ci arrivano riguardo a Kumo. [Note]Rimando a "La Nebbia e la Bruma, QdV in corso di Kiri. Toccai prima il Cielo, poi Suna. Come lo Yin e lo Yang: un po' di Kiri sarà in Oto e viceversa. Gli Uccelli saranno una zona di giurisdizione Kiriana ma sotto il dominio del Kokage, Suna sarà una zona di giurisdizione di Oto ma sotto il dominio del Mizukage. Concorderai con me nel ritenere che sia anche una discreta forma di deterrenza per lotte intestine o cittadella di rinforzi alleati al bisogno. Questo avrebbe permesso di spartire anche equamente le eventuali conoscenze dei grandi quattro villaggi segreti. Oto avrebbe inglobato Suna, Kiri Konoha, lasciando anche il conto delle forze portanti in un paritario 4 a 4, dato il monocoda disperso. Per quanto riguarda il reclutamento di massa, consideralo già fatto. I miei uomini sono votati ad un'idea: basterà la giusta brace sotto i loro piedi perché, animati dalla fiamma del loro puro cuore, inizino ad ardere come vigorosi ed indomabili incendi. Per quanto riguarda Kumo, invece ... indietreggiai sulla sedia, rimanendo tuttavia eretto col busto. Non sei troppo fiducioso delle tue vecchie informazioni? accentuai quell'importante dettaglio con la flessione della voce. Dopo l'attacco Accademico e la tua scorribanda, credi che Kumo non sia corso ai ripari, inventandosi qualcosa di nuovo? Per quanto il piano sembri efficace, ti vedo troppo certo delle tue carte. Ma non mi tirerò indietro. Mi riavvicinai però, tornando a fissare il monocolo del Kage. Ben diversa, invece, è la questione del Sanbi. L'aria si era fatta davvero pesante e, probabilmente, una parola di troppo avrebbe potuto peggiorare irrimediabilmente la questione. I conglomerati che hai creato sulla mappa sono tre: uno lo Yonbi, uno il Sanbi ... ed il terzo? La micetta qui presente, per caso? La hai portata a questa cena come caprio espiatorio o cosa? Guardai Harumi. E se non si tratta di lei, cosa vuoi mettere sul tavolo, Diogene? Un Demone di Konoha? Dissi, ironicamente. Non mi interessa quante macchine, quante navi, quanti poveri cittadini sarai disposto a mandare a morire ammazzati contro le spade della Nuvola: nessuna di queste conoscenze può essere equiparabile all'atavica potenza e preziosità di un Bijuu. Se non mi assicurerai le più certe condizioni di manovra e l'irrinunciabile sicurezza che il cercoterio verrà risigillato nella sua anfora o nel suo portatore al termine del nostro assalto, allora io non acconsentirà a niente. Guardai Youshi. Sapevo che quel ragazzo era intelligente: se avesse voluto intervenire per rimarcare un concetto o avanzare qualcosa, quella era la finestra adatta. E non mi basta la tua parola, Diogene. Ho bisogno di un giramento. Ho bisogno che tu metta in palio ciò che hai di più caro perché io ti conceda qualcosa di questo tipo.




    Chakra:
    Vitalità:
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 850
    Velocità: 650
    Resistenza: 700
    Riflessi: 700
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 700
    Agilità: 700
    Intuito: 700
    Precisione: 700
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    4: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    4: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Equipaggiamento
    • Arto Artificiale Kiriano Avanzato × 2
    • Cotta di Maglia Completa × 1
    • Elmo integrale dell'Inquisitore × 1
    • Sistema di Ancoraggio dell'Arto Artificiale × 3
    • Tonico di Recupero Minore × 1
    • Tonico Coagulante Medio × 2
    • Braccio Sinistro dell'Inquisitore × 1
    • Equipaggiamento Debilitante × 1
    • Unagi × 1
    • Yakusoku Kenkichi × 1

    Note
    ///


    Parlato
    Citato
    Koutsu
    Pipistrelli
    Yakusoku

     
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    La fiducia che dà la guerra


    II

    Ascoltai il Kokage con attenzione, facendomi catturare dalla scelta delle parole e dalla passione con cui raccontò le avventure nel deserto dell'Anarouch. Avevo visitato, appena promosso a genin, il villaggio della Sabbia e, quindi, non ebbi difficoltà ad immaginarmi la vastità del paesaggio in cui il Mikawa, insieme ad altri celebri ninja, combatté contro lo Yonbi. Comprendevo, lasciandomi trasportare dalle sue parole, come quell'uomo potesse aizzare le folle e guidarle nel campo di battaglia con il suo carisma e le sue capacità retoriche. Alzai il sopracciglio sorpreso, rivolgendo uno sguardo verso Harumi e poi bevendo un sorso dal calice, quando disse che il demone a quattro code non era il primo che aveva affrontato; era un'informazione che non conoscevo e, ancora una volta, metteva in luce la sua figura nel panorama militare del continente. Deglutii calmo, iniziando a percepire l'alcool fare effetto, mentre il Kokage concludeva il suo racconto e un sorriso, soddisfatto per avere avuto l'onore di sentire quella storia raccontata da uno dei suoi protagonisti, affiorò leggero tra le mie labbra.

    Ebbi difficoltà, soprattutto a causa della bevanda alcolica che avevo bevuto fino a quel momento senza pormi troppi problemi (non realizzando quanto effettivamente fosse alto il grado alcolico), ​a seguire pienamente i discorsi successivi. Il mio sguardo si era leggermente opacizzato e, spesso, dovevo concentrarmi su un dettaglio ricamato della tovaglia, punto fisso del mondo che intorno a me iniziava a vorticare con repentini cambi di velocità. Fu quando il Mikawa fece uscire il sangue dall'ampolla passatagli dal Mizukage che capii che avevo bisogno di un po' di aria, serrai la mascella rendendomi conto che avrei potuto mettermi in imbarazzo e, dopo un breve colpo di tosse, mi rivolsi ai commensali alzandomi: Perdonatemi, torno subito Quindi, con passo calmo e retto, senza tradire i fumi dell'alcool, mi diressi all'esterno della magione Kenkichi per prendere un po' di aria fresca e schiarirmi le idee.

    Mi ci vollero almeno dieci minuti e diversi bicchieri di acqua per riprendermi, infondo non avevo bevuto così molto ma, per via della mia giovane età, non ero abituato al consumo di sostanze alcoliche. Raggiunsi nuovamente il capovillaggio ed i suoi ospiti che la cena era ormai conclusa e ci spostammo in un'altra sala. Il momento dei convenevoli era concluso e, a testimonianza di ciò, una mappa era stata aperta su un tavolo, pronta ad esse consultata dai due leader. Il kage del Suono sfruttò le celebri conoscenze del suo clan per tracciare linee, futuri confini, sulla mappa. Guardai con curiosità come i due condottieri erano intenzionati a spartirsi il continente e, mantenendo un'espressione neutra, apprezzai le parole nel Mizukage nel proporre una divisione differente del mondo rispetto a quella proposta. Annuii soddisfatto, successivamente, di sentire gli investimenti che Oto, tramite il suo Daymio, era pronto a fare per il reclutamento e la preparazione della guerra, ma di fronte a quelle cifre il Mizukage tergiversò spostando l'attenzione, piuttosto, a come avrebbe potuto condurre senza problemi i ninja di kiri sul campo di battaglia. Deglutii calmo incrociando le braccia sotto il mantello, non ero a conoscenza del rapporto tra Kensei-sama e il Daymio del Paese della Nebbia, un uomo che non avevo mai visto e, dunque, di cui non ne conoscevo le tensioni caratteriali e se condividesse i desideri espansionistici, oltre che l'alleanza così vicina con Oto.

    Fu quando il Kokage iniziò a parlare della strategia con cui avrebbe attacco il villaggio del fulmine che rizzai le orecchie, grazie al sangue creò delle pedine che iniziarono a muoversi sulla mappa mentre le sue parole spiegavano ciò che progettava di fare. Il piano non era poi così complesso o, almeno, ciò che ci venne detto non aveva nulla di particolarmente articolato: si sarebbe sfruttata un'esca per attirare le forze nemiche fuori dalla loro città e, successivamente, sfruttare quellaa momentanea debolezza della città per attaccarla con le forze portanti. Alzai, serio, lo sguardo verso il condottiero Mikawa. Sarebbe stata una carneficina da entrambe le parti, chi avrebbe fornito l'esca alla forze dei Cremisi? Chi, tra i pochi cittadini di Kumo che si sarebbero potuti salvare dall'attacco dei tre demoni nella capitale, non si sarebbe rifiutato, successivamente, di diventare un suddito di Oto o di Kiri?
    Ma non furono quelli gli argomenti che Kensei-sama portò, si concentrò piuttosto sull'utilizzo dei Bijiuu e alcune precauzioni che andavano adottate prima di poter pensare di attuare tale piano, quindi voltò il viso verso di me, come invitandomi a parlare.

    Serrai le mascelle portando le mani lungo i fianchi e abbassando il capo verso i leader dei due villaggi, quindi mi rivolsi loro Se mi è concesso avere maggiori informazioni attorno alla strategia, avrei qualche domanda Finché non ricevuto il consenso sarei rimasto in attesa in quella posizione, dopo di che avrei alzato il capo e congiunto le mani davanti al busto divaricando leggermente le gambe Kokage-sama, è stata presa in considerazione la possibilità di muovere azioni di sabotaggio precedenti all'attacco frontale che ci ha mostrato? Mi riferisco alla possibilità di inquinare fonti idriche delle principali città, incendiare i raccolti e diffondere epidemie per indebolire di riflesso le forze nemiche e creare malumore tra le loro fila alzai lo sguardo, non muovendolo direttamente verso le due figure centrali, ma appoggiandolo nel vuoto attendendo risposta Inoltre, il piano da lei riportato fino a questo momento indica la strategia per vincere la guerra, ma - a meno che non abbia frainteso le intenzioni - l'obiettivo è conquistare Kumo. Creare una solida base su cui fondare i futuri successi di questa nostra alleanza, senza lasciarci alle spalle paesi distrutti o possibili traditori pronti a pugnalarci alle spalle mentre ci occuperemo delle future conquiste feci una pausa muovendo lo sguardo prima verso il Kage della Nebbia, quindi verso quello del Suono, cercando di capire se le mie parole non risultassero gradite ai due condottieri Distruggere la capitale potrebbe mettere il Paese in ginocchio e, vinta la guerra, dovremmo essere noi a risollevarlo non mi permisi di dire oltre quello che pensavo: non trovavo efficiente radere al suolo la capitale politica e, probabilmente, economica del paese del fulmine, d'altro canto la ribonifica di fonti idriche o dei campi agricoli sarebbe costato di meno, in tempo e risorse, rispetto alla ristrutturazione della capitale. Respirai con calma passando la lingua sul labbro prima di riprendere Ci sono molti tasselli che non sono in mio possesso, quindi non vorrei sembrare sfrontato nella mia proposta: per assicurarci il potere sulla popolazione dopo la vittoria della guerra, potrebbe risultare fondamentale l'appoggio di una qualche classe politica locale. Se si procedesse con l'inquinamento di fonti e tagli alimentari, potrebbe essere più semplice avvicinarsi ad aristocratici piuttosto che ad esponenti del popolo. Con l'appoggio di alcuni nobili o politici locali, potremmo mantenere più facilmente il controllo sulla popolazione e la nazione, rispetto che trapiantare aristocratici, politici o dirigenti completamente estranei alla cultura locale deglutii ancora realizzando con chi stessi parlando e il cuore iniziò ad accelerare, quindi decisi di concludere portando la proposta a livello concreto Malgrado il sistema perimetrale difensivo, non sarebbe possibile infiltrare due squadre all'interno del loro territorio tramite le capacità di qualche sensitivo? La prima una delegazione diplomatica per entrare in contatto con chi, all'interno della loro classe dirigente, potrebbe essere più incline ad appoggiare la nostra causa in cambio di soldi e potere; la seconda squadra con l'intento di sabotare le loro risorse e renderli più vulnerabili ad una guerra aumentando il malumore e rendendo più deboli gli strati meno abbienti

    Serrai nuovamente le mascelle ammutolendomi, stavo parlando con due grandi condottieri e, forse, le mie parole sarebbero potuto risultare sfrontate o stupide ai loro occhi, ma d'altro canto ritenevo le proposte utili da essere vagliate ed era stato il Mizukage a concedermi l'onore di parlare, se non fosse stato per il suo cenno non mi sarei mai permesso di parlare. Quindi mi feci zitto, attenendo che venisse sollevato il velo e mostrato il piano d'azione nella sua interezza da parte dei due capi villaggio.
     
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    3

    La teoria formulata dalla ragazza sull'origine dei Demoni e dei loro poteri riscosse timidi cenni di assenso, ma la questione venne accantonata per un secondo momento. Oto aveva promesso la massima collaborazione sull'argomento e avrebbe fornito personale e strumentazione. Quanto al Mizukage, anche attraverso la maschera si potevano percepire gli occhi dardeggianti di soddisfazione per il campione di sangue fornitogli dalla jinchuuriki col consenso del Kokage. Con quello e i resti dello Yonbi la ricerca avrebbe potuto proseguire ancora più speditamente. Mentre entrambi i capovillaggio non le prestavano attenzione Harumi allungò la mano verso il fluido dall'aria incandescente che fluttuava di fronte a lei, quasi ipnotizzata. Come scoprì ben presto, solo perché inerte non avrebbe dovuto sottovalutarne la pericolosità.

    La sensazione di calore atroce la investì non appena inglobato il liquido all'interno del suo palmo. Vene d'un rosso pulsante iniziarono a risalire dall'estremità lungo il braccio, lentamente ma inarrestabili come una colata lavica. Nonostante la quantità fosse minima, l'effetto era incommensurabile e l'avrebbe sicuramente consumata rapidamente se fosse stata un normale essere umano. Per fortuna lei era un po' speciale. La giovane aveva un istinto di sopravvivenza estremamente limitato, dettato dallo scarso valore che dava alla propria vita, ma non si sarebbe mai sognata di fare qualcosa di tanto stupido se non avesse portato dentro di sé il Nekomata, il Gatto infernale. Era sopravvissuta al rischioso rituale d'urgenza cui Eiatsu l'aveva sottoposta e da allora il suo corpo era cambiato, adattandosi a custodire l'enorme potere del Due Code.

    Il sangue del Quattro Code ardeva però nella profondità della sua carne e Harumi poteva percepire chiaramente il tentativo di rigetto verso quell'elemento estraneo per l'innato istinto di autopreservazione del suo organismo. I tessuti venivano infatti consumati ad una rapidità allarmante a cui perfino la rigenerazione demoniaca stentava a tenere dietro. La fanciulla si afferrò con la mano sana il braccio all'altezza del gomito, quasi a voler fermare la dilagazione dell'incendio. La fronte le si imperlò di sudore per l'aumento della temperatura interna e perfino chi le era vicino poteva percepire che la ragazza scottava come in preda ad una febbre innaturalmente alta. Anche il suo respiro si era fatto più affrettato, all'affannosa ricerca di ossigeno per raffreddare il sangue in circolo e rifornire le cellule dell'ossigeno consumato dal fuoco.

    Matatabi, per favore...

    Il demone sbuffò, ma non ci fu necessità di aggiungere altro. La ragazza e il gatto si capivano incredibilmente bene considerando che a lungo non erano stati in grado di comunicare l'un con l'altro, e che anche dopo i momenti di attrito non erano mancati. Solo l'ostinatezza della kunoichi nel voler convivere con lui e permettergli di realizzare, un giorno, il suo desiderio l'avevano alla fine convinto. Il Nibi lasciò che una piccola frazione del suo potere scorresse dal tantien attraverso i circuiti del suo ospite fino ad entrare in contatto con la parte sofferente. Agli astanti non sarebbe fuggita la lieve patina di chakra dalle sfumature azzurre e nere che ne avvolgeva la pelle, così come la fessura degli occhi che si era fatta più ferale, senza tuttavia che l'iride mutasse di colorazione, segno che la giovane non aveva perso il controllo. Non che nel caso sarebbe stato un problema, considerando chi era radunato intorno a quel tavolo.

    Nel frattempo le cellule del braccio iniziarono a scindersi più velocemente, sovrastando il consumo da parte della goccia di lava che si incuneava dentro la jinchuuriki. Lentamente, le venature si ritraevano man mano che i tessuti si rigeneravano, fin quando non rimase che il nucleo pulsante. A quel punto, simile alle zampe di un gatto che giocavano con un insetto, il chakra del Bakeneko si chiusero sull'intruso, isolandola dal resto del corpo per poi trascinarla con loro fino alla tana del Demone. Lì nelle successive ore ci avrebbe giocato, finendo per digerirla poco per volta. Fortuna nella fortuna, i due esseri codati condividevano in parte lo stesso elemento, il fuoco, ed erano perciò compatibili. Se avesse appreso qualcosa di utile o meno, solo il tempo l'avrebbe detto. Per il momento, repentina come era giunta, la crisi terminò lasciando Harumi decisamente provata, intera, ma prosciugata delle proprie forze. Decisamente disidratata, Harumi allungò la mano verso il suo bicchiere, pentendosi della sua bravata, grata della temporanea assenza di Youshi e augurandosi che il Colosso dei Mikawa e l'Inquisitore della Nebbia non si facessero beffe di lei, al contrario di qualcun altro.

    Tsk, così impari, idiota.

    Harumi chiese permesso e si congedò momentaneamente dal tavolo, dove rimasero a terminare il banchetto solamente i due kage, sebbene solo quello del Suono stesse godendo effettivamente delle prelibatezze preparate per loro. Kensei infatti non si era mai levato l'elmo che lo contraddistingueva, né aveva ingurgitato una singola goccia d'acqua. La giovane non poteva fare a meno di chiedersi se fosse effettivamente vivo e che tipo di persona ci fosse oltre quella spessa corazza d'acciaio che lo isolava dagli altri e dal mondo intero. Distraendosi con simili pensieri la fanciulla uscì dal lussuoso bagno del palazzo dopo essersi data una rinfrescata e cambiata d'abito. Le era bastato chiedere ad un inserviente perché le fosse portata la sua borsa, dentro cui aveva preparato l'occorrente per la lunga gita fuori porta. Decisamente rinfrancate e più comoda, Harumi si incamminò per tornare nel salone principale, ma svoltato l'angolo si imbatte nel Tokugawa che rientrava dopo essersi schiarito la mente ottenebrata dai fumi dell'alcol. Gli si avvicinò con un sorriso e percorsero la strada rimanente insieme senza parlare. Così come lei si era sentita stupida poco prima, immaginava che anche per il ragazzo l'idea di mostrarsi debole, per quanto non fosse colpa sua, lo mettesse a disagio, quindi evitò di fare riferimento all'accaduto o di chiedergli come stava. Inoltre era stata sola così a lungo che i silenzi non la mettevano a disagio, anzi al contrario. Parlava ancora poco, quando interpellata o se sentiva di dover assolutamente far sentire la sua opinione. Forse Youshi le stava simpatico anche per quello, uno spirito affine abituato a non fare rumore, sfiorando appena le vita degli altri.

    La riunione dopo cena si spostò su elementi di ben altra caratura. Linee vennero tracciate sulla mappa, cancellate e disegnate di nuovo in un commercio sull'esistenza di centinaia di migliaia di persone non inviate alla discussione sul proprio destino. La giovane pupilla del Mikawa ricopiò le suddivisioni territoriali che apparivano di fronte ai suoi occhi su un'agenda dall'aria vetusta e già compilata per tre quarti, nonostante in realtà fosse quasi nuova. Entrambe le proposte suonavano ai suoi occhi sbilanciate. Quella del Kokage era semplicistica e rispecchiava il suo modo di vedere il mondo. Bianco e nero. Con me o contro di me. Quella del Mizukage era eccessivamente complicata e testimoniava il suo modo di fare. Machiavellico e macchinoso. Harumi appoggiò il retro della penna sulle labbra con fare pensieroso ed iniziò a tracciare un terzo disegno mentre le contrattazione proseguivano. A Diogene sarebbe bastato spostare appena lo sguardo per studiarne i contorni, considerando la notevole differenza di altezza con la kunoichi al suo fianco.

    Per certi versi era più simile alla sua idea, ma la diagonale era inclinata diversamente e molto più ondulata a seguire rilievi naturali che potevano fungere da delimitazione. La linea passava appena a est dell'Aunaroch, punto su cui il Kokage non avrebbe sentito ragioni, assegnando quindi gran parte delle coste del Vento a Kiri. All'altezza di Suna si interrompeva, quasi che la ragazza fosse indecisa su quale lato far cadere la demarcazione. Ricominciava poco sopra, tagliando in due il Paese del Fuoco. Qui due diversi tratteggi indicavano delle alternative, uno tra Konoha e Otafuko e uno a sud della località commerciale. In ogni caso poi curvava riservando l'interezza della parte settentrionale del Continente a Oto. Oltre il mare, rimanevano assegnate al Suono le isole disabitate a sud di Kumo e un'unica porzione delle terre orientali con funzione di avamposto, ossia il Paese del Cielo. Successivamente era stato aggiunto un cerchio a riconoscere le pretese di Kiri sull'enclave della Zanna e in modo simile la punta meridionale del The dove si trovava la base navale del Colosso con l'isola Jiro, occupata fin dai tempi di Orochimaru, erano punti isolati in mano ad Oto. Sulla carta la distribuzione sembrava ancora sbilanciata a favore del Kokage, ma la realtà era ben differente. La maggior parte del territorio acquisito era infatti costituito da sabbia, montagne e ghiaccio. Sterile, e abitato per di più da popolazioni bellicose e contrarie ad ogni politica di integrazione. Il Mizukage al contrario guadagnava il controllo sulla quasi interezza delle coste, compresi gli sbocchi commerciali meridionali, e su territori densamente popolati e produttivi nel Paese del Fuoco e del The. Nessuno dei due sarebbe stato contento di quell'accordo, e questo era prova della sua bontà.

    La jinchuuriki tuttavia tenne tutte quelle riflessioni per sé, a meno che non fosse il Capovillaggio in persona a chiederle di dargli corpo. Proprio allora sarebbe stata chiamata in causa, ma per un motivo diverso. Con tono sprezzante, che però forse voleva essere solo scherzoso, avrebbe chiesto al Mikawa se sarebbe stata proprio lei la terza vittima sacrificale, un'arma vivente da scagliare contro il cuore dello schieramento avversario. Prima ancora che l'uomo potesse replicare, Harumi si sarebbe alzata in piedi, portando la mano aperta sul voluminoso petto e guardando il Kensei dritto negli occhi, priva di qualsiasi remora o timore per quanto stava per dire o per il suo interlocutore.

    Se Diogene-sama me lo chiedesse,
    sarei pronta a mettere la mia vita nelle sue mani in questo stesso istante.

    Non potevano saperlo, ma questo era effettivamente già successo. Entrambi erano stati sommersi e salvati, ciascuno per la mano dell'altro. Il legame che gli univa andava al di là della mera ubbidienza e sottomissione. Ad unirli era un filo rosso del destino, un filo composto da sangue scarlatto, che solo gli dei -oscuri o benigni che fossero- sapevano dove li avrebbe condotti. Ma per il momento il debito nei suoi confronti era tale che la ragazza dubitava sarebbe mai riuscita a restituire in misura pari a quanto aveva ricevuto. Un luogo da chiamare casa e una famiglia. Che avrebbe protetto ad ogni costo.

    Lo giuro sul Gatto.

    Lo sguardo serio della ragazza durò un paio di secondi prima che chinasse la testa chiedendo perdono per l'interruzione e tornasse a sedersi. In quanto a durezza però l'Inquisitore della Nebbia la batteva ancora di gran lunga, e la richiesta di un patto di sangue al Colosso dei Mikawa ne fu la riprova. Prima che quest'ultimo potesse replicare fu però il Tokugawa a prendere la parola. Senza esimersi espose con chiarezza i suoi dubbi e le strategie che avrebbe adottato se fosse stato lui al comando. La jinchuuriki voltò pagina e prese appunti sul suo quadernino, annuendo su alcuni passaggi e sollevando la penna perplessa su altri. I ragionamenti del braccio destro del Mizukage avevano senso, ovviamente, ma probabilmente mancavano il punto della questione. Non appena ebbe terminato e nella stanza fu calato il silenzio, Harumi alzò timidamente la testa e cercò con lo sguardo il proprio Capovillaggio.

    Diogene-sama, permette?

    Se il Mikawa avesse fatto un cenno di assenso la giovane avrebbe posato l'agenda e si sarebbe alzata in piedi, pur dando l'impressione di essere ancora minuscola a fianco di giganti di quella levatura. Ispirò ed espirò profondamente per regolarizzare il battito del suo cuore e mettere ordine nei suoi pensieri, poi iniziò a spiegare il suo punta di vista sulla questione con voce calma e cortese, ma al contempo ferma e decisa. Mi rendo conto di non avere nessuna voce in capitolo e di essere la persona con meno esperienza qui dentro, ma vi prego di ascoltarmi lo stesso. Vi ruberò solo pochi minuti. Lasciò scorrere gli occhi sugli astanti, accertandosi di avere la loro attenzione, fermandosi per ultimo sul giovane kiriano. Youshi-san, approfitto del tuo intervento per partire da lì. La tua idea è ben ragionata e in un'altra situazione sarebbe un buon piano d'azione. Tuttavia ci sono due elementi fondamentali che non hai preso in considerazione. La ragazza alzò un dito. Primo: il tempo. La tua strategia, in assenza di una rete di spie già profondamente infiltrate, richiederebbe mesi, se non anni per portare la popolazione ad un punto tale da vedere con favore un possibile intervento esterno. Tempo che non abbiamo, visto che siamo già in fase di mobilitazione. Inoltre cercare di corrompere la persona sbagliata potrebbe mettere la pulce nell'orecchio ai vertici militari di Kumo. Stessa cosa dicasi per le azioni di disturbo. Anche se compiute con la massima cura, non possiamo essere sicuri che qualcuno non ci scopra o qualche mente particolarmente brillante unisca i puntini. Quello a cui il Kokage-sama punta è approfittare del loro momentaneo indebolimento e di portare un colpo inaspettato quando meno se lo aspettano. Per questo l'effetto sorpresa è fondamentale. La giovane si inumidì appena le labbra con la punta della lingua e proseguì, alzando un altro dito. Secondo: il nemico che abbiamo di fronte. E a ben guardare è lo stesso motivo per cui il tuo piano potrebbe funzionare in astratto, ma non in questo caso. Il Paese del Fulmine è controllato da una dittatura militare, la cui giunta è guidata dai Cremisi. Non possiamo fare affidamento su un'opposizione interna strutturata. Inoltre è proprio la tua premessa errata. Non stiamo progettando di invadere un paese per rubarne le risorse. Stiamo pianificando un affondo mortale ad un nemico che ha dimostrato di poterci colpire a casa nostra come e quando vuole. Se dovessimo lasciarci alle spalle una landa desolata, sarebbe comunque una nostra vittoria. Ci saremmo tolti una spina dal fianco, assicurandoci di avere un fronte in meno di cui occuparci in futuro.

    Harumi fece una piccola pausa, chiedendo con gli occhi scusa a Youshi per averlo contraddetto di fronte al suo superiore. Quando riprese a parlare si sarebbe questa volta rivolta al Mikawa in particolare, e a Kensei di riflesso. Anche se non sono a conoscenza dei dettagli del piano, capisco che vuole puntare tutto su una battaglia decisiva Diogene-sama, a costo di utilizzare tutte le nostre risorse in un unico attacco mirato. Lo comprendeva, è vero, ma non lo condivideva fino in fondo. Sotto la guida di Ukitake, anche se poteva scommetterci con sotto lo zampino del capoclan, aveva ampliato i suoi studi fino a comprendere le biografie di grandi condottieri e manuali sull'arte della guerra. A livello tattico non ho nulla da eccepire, né ho l'esperienza per darle suggerimenti, ma a livello strategico vorrei comunque che mi ascoltasse. Le battaglie si vincono con la forza, ma le guerre si vincono con la logistica. Piegandosi sul mappa ancora distesa sul tavolo, allungò un dito ad indicare il Paese delle Sorgenti Termali. Questo territorio per noi è di fondamentale importanza. Possiamo già contarvi come base d'appoggio essendo nella sfera d'influenza dell'Accademia, ma credo che sia meglio portarlo al più presto sotto il nostro controllo. Nonostante non sia una grande potenza militare, ha sicuramente una popolazione maggiore a quella di Oto. Con i nostri uomini impegnati in guerra, contare sulla loro forza lavoro ci assicurerebbe un rifornimento continuo di generi alimentari e prodotti di consumo. La giovane spostò l'indice facendolo scorrere verso il mare e poi fino a Kiri. Inoltre è la via più breve per collegare il Suono con la Nebbia, senza dover passare da territori controllati da altre potenze come il Fuoco. La kunoichi non aveva ancora finito. Del resto il suo taccuino era ricolmo di appunti che riguardavano proprio quel punto nevralgico. Consideriamo poi l'ipotesi remota, ma non trascurabile, che la spedizione vada male. Volendo credere che rispetteranno la neutralità del Paese del Gelo, cosa tutt'altro che scontata, si lanceranno in una controffensiva inseguendo le nostre forze al di là dello stretto, sempre che la loro flotta ne sia in grado. Ma anche passassero via terra, prima di arrivare ad Oto dovranno attraversarlo, perciò controllando il Paese delle Sorgenti Termali potremmo organizzare una più efficace resistenza per rallentarli. Meglio combattere in casa altrui, ma meglio ancora se in quella casa abbiamo già piazzato le nostre trappole.

    La fanciulla si fermò un poco a riflettere, per poi tornare a rivolgersi verso il Tokugawa. Youshi-san, in questo caso il tuo piano potrebbe funzionare: ci sono già tutte le precondizioni. Sia Kiri che Oto hanno degli agenti sul territorio, e inoltre la loro presenza non preoccuperebbe nessuno, né il potere centrale è tanto forte da poter sopprimere tutte le voci dissidenti. Sono abituati alla pace, perciò con i soldi potremmo effettivamente convincere parte dei nobili a cambiare schieramento. Mi chiedo se... Harumi rimase meditabonda, per poi chiedere a Kokage. In che rapporti siamo con i loro vertici? Potremmo puntare a sostituirli con qualcuno a noi fedele? Oppure in caso contrario potremmo eliminarli e gettare il paese nel caos. La tranquillità con cui quella ragazzina tanto carina ed educata parlava di argomenti tanto truci faceva raggelare il sangue ed era completamente incomprensibile da chi non ne conoscesse il passato. Fomentando due diverse fazioni potremmo ottenere una guerra civile... e così una scusa per intervenire militarmente nel Paese. Oto da ovest e Kiri da est. Ci divideremmo il territorio, affidandolo poi a nobili locali sotto la nostra ala. Così la presenza delle nostre truppe ad un balzo dal Fulmine desterebbe meno sospetti. Ovviamente agiremmo in nome dell'Accademia, per preservare la popolazione locale. Un sorriso per nulla rassicurante si formò sul viso della kunoichi, ma sparì un istante dopo quando chinò il capo imbarazzata per l'escalation che avevano avuto i suoi pensieri. Mi scusi Diogene-sama, mi sono lasciata trasportare dai ragionamenti, la prego non prenda in considerazione tutto ciò che ho detto... Harumi si risedette, nascondendosi il viso arrossato con le mani. Aveva lasciato correre troppo la lingua, dilungandosi nonostante fosse una mera accompagnatrice. Cosa avrebbe pensato Diogene di lei?


     
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    L'Asse Oto - Kiri


    Guerra e Religione XXXVII, di Loxion Mikawa




    " Il Fulmine per il Fuoco...si può fare. Suna è però il mio villaggio natale e da sempre mi sono interessato alle sue sorti, prima con Hoshikuzu e poi con Hohenheim. Su questo non sono disposto a transigere. "

    Disse ripetendo le altezzose parole dell'Inquisitore al quale quel gioco molto simile allo scambio di figurine sembrava piacere molto. Tuttavia Aloysius era conscio di poterne parlare con lui in quei termini perché lui ne capiva il reale significato e la scia di sangue senza fine che ne derivava.



    " Il concetto degli Uccelli mi piace, il The anche potrebbe rientrarvi, ma sono Paesi minori oppure al momento davvero fuori dal mio radar, sia a livello di contatti che di interessi. Se ne parlerà una volta che i big saranno caduti, il Fulmine prima di tutti. "

    L'argomento quindi si spostò sugli insidiosi vicini nel nord, il cui leader andava ripetutamente a trovare i sogni irrequieti del Kokage. Un nemico senza volto ma la cui aura di potere e terrore che suscitava nei cuori di chi lo incontrava o anche solo nominava era palpabile.

    " Il sistema di difesa che hanno eretto su tutto il confine non è un qualcosa da poter smantellare, cambiare o riprogettare con facilità. Forse avranno alzato ancor più la guardia dopo la batosta subita alla flotta ma, considerandone anche la già spaventosa efficacia, potrei giurare che nella loro testa c'è l'espansione, l'attacco, di certo non la difesa. Itai stesso lo aveva confermato durante la riunione del Ferro: il Veterano pensa solo a tingere di rosso il mondo fino ad ora conosciuto. Nel cuore di quelle sterminate lande si starano concentrando sul reclutamento e formazione di truppe, su questo non ci sono dubbi. "

    Youshi anche aggiunse delle riflessioni sul conflitto aperto con i Cremisi; il sabotaggio delle risorse primarie era una tattica di guerra potente ed antica ma che in qualche modo evitava il conflitto diretto, una possibilità cui il Generale non sembrava molto propenso:

    " Ti contraddici, Youshi. Parli di strategia per devastare un Paese intero, i suoi abitanti civili oltre che i ninja, ma poi hai remore sulla distruzione di una sola città. Un attacco al cuore del nemico, il punto nevralgico da cui si dipana la vitta rete di controllo dei Cremisi è il modo più veloce ed efficace per ottenere il risultato minimizzando i danni per il territorio e la sua gente.
    Conflitti che comunque avranno luogo visto che gli eserciti e i generali sembrano fedeli al credo del Veterano; combatteranno anche dopo la nostra mossa ma di certo con in cuore la paura di essere già stati derubati delle proprie certezze.
    Quanto alla classe politica, appare evidente da rapporti ormai datati ad un paio d'anni che i Cremisi si siano fusi con dirigenti e nobili locali; i Cremisi sono tra la gente del Fulmine e della Roccia, anzi, loro SONO oramai quella gente. In altri termini, non troveremo appoggio dall'interno per soverchiare un regime accettato dalla maggioranza. "


    In quanto all'ultima considerazione sulle infiltrazioni, il Kage non avrebbe nemmeno risposto; manovre del genere erano già state compiute, quella fase era già superata e il conflitto diretto, sul campo, alle porte. Non glie ne fece una colpa, non poteva avere la sensibilità e la conoscenza di quello che ai piani alti tutti reputavano solo questione di tempo. Fu Harumi stessa a mostrare i punti deboli di tali strategie e a spingersi anche oltre, ragionando su aspetti logistici legati al dispacciamento di forze armate sul territorio al fine di acquisire un vantaggio strategico nei confronti di un nemico dalla stazza imponente.

    " Le Sorgenti Termali ci farebbero piazzare le nostre forze armate senza problemi ma il Gelo risulta impraticabile per diverse ragioni, prima tra tutte la distruzione della capitale che per mesi hanno creduto fosse ad opera dell'Accademia stessa. Pare che Ame abbia piantato una bandierina su quelle terre e spiantarli potrebbe rivelarsi più problematico di quanto si possa pensare...la loro fiamma si è riaccesa proprio a seguito del fermento che sta coinvolgendo l'intero continente. Approfitteranno di ogni occasione per accumulare denaro e potere.
    Invece che avvicinarmi via terra al nemico, io dico di far fare tuto il lavoro sporco a loro! Usare i due Paesi di passaggio come barriera per frenare una loro avanzata, qualora attacchino dalla via più scontata. Il nostro obiettivo deve essere respingerli in casa e attaccarli dove meno se lo aspettano, non combattere battaglie dove loro sono più forti. "


    La guerra era un argomento difficile ma tutte le idee erano buone fuorché sensate; almeno Aloysius avrebbe avuto modo di ripassare tutte le idee valutate e scartate, rinterrogandosi sui perché.
    Kensei non si sembrava volersi tirare indietro; sapeva che serviva correre dei rischi per sconfiggere un nemico tanto potente, apparentemente invincibile, e un attacco che traeva spunto da quello progettato ancor prima della grande Guerra dal leggendario Madara Uchiha contro Konoha, sebbene moltiplicato nella potenza distruttiva fino a tre volte, era quanto di più inaspettato e coraggioso possibile per l'Asse appena sorto.

    I Codati. Quegli esseri sembravano al centro del progetto del Mikawa, un argomento del quale l'otese non aveva parlato con nessuno tranne che con un solo ente, una creatura che condivideva la natura demoniaca dei Bijuu ma che aveva deciso di albergarsi nel corpo di un giovane foglioso del clan Hyuga, cambiandone il destino radicalmente.
    Ad ogni modo, il Mizukage sembrava aver compreso che la ragazzina al seguito del Colosso aveva un grande ruolo da recitare in quello spettacolo senza eguali. Aloysius non era un ipocrita, non pretendeva i preziosi più importanti se poi non era disposto a metterli lui stesso in gioco...Harumi stava iniziando a capire perché si trovava lì in quel momento?

    " Non scommetto beni di cui non sono in possesso. Kensei. E non parlo di cose che non conosco. Il Sanbi mi serve per condurre degli esperimenti sui Codati, capire come fonderne il potere, imporre dei vincoli che li rendano armi usabili nei limiti di un fattore di rischio accettabile. Ci sono arti antiche che consentono di fare tutto questo, scritti talmente strabilianti da sembrare favole dove divinità di un mondo parallelo vengono a prendersi il frutto di un albero senza fine. Io li ho ritrovati e letti nelle testimonianze di Orochimaru e ora devo verificarne la veridicità. Per farlo, però, necessito di Bijuu nelle loro forme ancestrali, slegati dagli uomini e Oto ha giù due forze portanti."

    Il Mikawa parlava con trasporto ma era serio più che mai; sembrava davvero intenzionato a riesumare il Kinjutsu più terrificante che il mondo dei ninja avesse mai prodotto.
    Quindi guardò Harumi dritta negli occhi con l'espressione tipica del padre orgoglioso che sa di poter chiedere qualcosa di molto importante ad una delle sue figlie:

    " Tu resterai a Kirigakure. Crescerai, diventerai più forte e poi tornerai da me per servirvi nella più grande guerra della nostra vita, la più grande che gli uomini ricorderanno. "



    Ecco chi era Harumi Mikawa. Lei era il prezioso a garanzia delle parole di Aloysius, l'unico di egual valore a quello che il Garth stava chiedendo al suo nuovo alleato del sol levante. E lei lo sapeva, glie lo aveva dimostrato pochi secondi prima con poche e semplici parole.
    Non era solo quello in realtà: Oto non stava dando più i giusti stimoli alla kunoichi, come adagiatasi nella realtà familiare conquistata. Aveva fatto molto da quando Eiatsu le aveva impiantato il Cercotero al suo interno ma la strada per arrivare al controllo assoluto di quel potere era ancora lunga e ricca di insidie. Lei doveva migliorare e doveva farlo velocemente.
    Quindi il Colosso tornò sul Kage, questa volta allungando la mano nel famigerato gesto di rito che aveva indirizzato molte delle decisioni del mondo ninja degli ultimi anni [TA - Patto di Sangue]:

    " Sono d'accordo, nessuna armata vale un Bijuu e una qualsiasi trattativa che li coinvolga richiede il più vincolante dei giuramenti. Stringimi la mano e scoprirai uno dei più grandi segreti incisi sulle antiche tavole dei Mikawa..."

    Se acconsentito, una forza senza pari avrebbe afferrato gli arti dei due possenti uomini, cingendoli con un laccio di sangue iridescente. Anche senza possedere abilità specifiche, il chakra del Garth era ora visibile, oscuro ed enorme come lo spazio stesso cui era confinato: sull'intera magione sarebbe calata un'atmosfera tetra e mistica, scenario perfetto per la promessa che di lì a poco avrebbe avuto luogo:


    " Kensei Hito donerai a me, Aloysius Diogenes Mikawa, il Sanbi nella sua forma primordiale confinata nell'otre demoniaca.
    Io, Aloysius Diogene Mikawa, donerò a te, Kensei Hito, il Nibi nella sua forma sigillata all'interno del suo Jinkurichi, Harumi Mikawa.
    Questo scambio avrà luogo fin quando non sopraggiunga la necessità di utilizzo di uno dei due Cercoteri per scopi condivisi.
    Entrambi ci assicureremo che nulla accadrà alle entità scambiate. "



    In tono meno aulico, evidentemente svincolato dalla promessa del patto di Sangue, infine il Kokage continuò, dicendo:

    " E dovrai rendere Harumi più forte. I miei sforzi non serviranno a nulla se lei, quando sarà il momento, non saprà vincere la battaglia con il suo destino.

    Con quella frase il cerchio si chiudeva e il piano del Generale Cremisi svelato: presto o tardi Il Gatto Infernale avrebbe dovuto espletare la sua funzione di arma di massa, divenendo la terza sfera di sangue mostrata in precedenza...all'erede designata dei Mikawa trovare il modo di farlo.



    CITAZIONE
    OT/ Scusa per l'attesa XD Se vuoi aggiungere cose al patto possiamo integrare ;) /OT
     
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    La fiducia che dà Guerra


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    Atto V
    Scambi Pericolosi



    Il Kokage dietro il suo monocolo osservava attento il riassestamento di equilibri che stavo esercitando attraverso la Yakusoku sul tavolo di sangue da lui creato. Lo sguardo severo seguiva ogni linea e portava il suo capo ad annuire ad ogni parola, in una profonda forma di comprensione, empatia e rispetto. Quando terminai, dopo un breve attimo di silenzio, assorto, il Garth del Clan Mikawa rispose. Il Fulmine per il Fuoco... si può fare. Suna è però il mio villaggio natale e da sempre mi sono interessato alle sue sorti, prima con Hoshikuzu e poi con Hohenheim. Su questo non sono disposto a transigere. Disse, quasi mimando scenicamente le mie parole. Suna giacerà sotto il tuo controllo, Ombra del Suono, ma sarà un protettorato kiriano: ne va degli equilibri stessi della nostra alleanza. Il deserto di quelle terre è troppo vasto ed esteso per essere ciecamente assegnato ad Oto ed io devo prendermi delle garanzie. Sarai tu a legiferare e decidere quel che accade sotto il sole perenne della Sabbia ma sarà Kiri a difenderla, con una minima parte di Oto. Yin e Yang, come già detto. Una specifica necessaria la mia, perché quell'alleanza non dimostrasse un bias di fondo prima ancora di nascere: doveva esserci un equilibrio fondamentale, un obiettivo ultimo da difendere prima di ogni altra cosa e quell'equilibrio si caratterizzava proprio in questo modo. Per il resto, la mia parola era sacra: come tutto quello che rappresentavo, dopotutto. Il concetto degli Uccelli mi piace, il The anche potrebbe rientrarvi, ma sono Paesi minori oppure al momento davvero fuori dal mio radar, sia a livello di contatti che di interessi. Se ne parlerà una volta che i big saranno caduti, il Fulmine prima di tutti. Disse poi, trovando in me risposta affermativa attraverso un breve cenno della testa. Tornammo poi sull'argomento che dava maggior pensiero al Kokage. ll sistema di difesa che hanno eretto su tutto il confine non è un qualcosa da poter smantellare, cambiare o riprogettare con facilità. Forse avranno alzato ancor più la guardia dopo la batosta subita alla flotta ma, considerandone anche la già spaventosa efficacia, potrei giurare che nella loro testa c'è l'espansione, l'attacco, di certo non la difesa. Itai stesso lo aveva confermato durante la riunione del Ferro: il Veterano pensa solo a tingere di rosso il mondo fino ad ora conosciuto. Nel cuore di quelle sterminate lande si starano concentrando sul reclutamento e formazione di truppe, su questo non ci sono dubbi. Il pathos che trasmetteva la sua voce era unico. Come in molte altre situazioni mi pare che la nostra migliore difesa sia l'attacco. Commentai, lasciando che proseguisse. Era chiaro dalle sue parole che anche lui la pensasse come me. Mi era anche, dunque, lapalissiano come questi nostri pensieri che risuonavano all'unisono attraverso la cassa armonica delle nostre menti affini non potessero essere comprese, anzi, anche solo contemplate, degli altri due membri dello Shikage accademico. La semplicità con cui Diogene aveva acconsentito alla mia richiesta nei confronti di Konoha era una chiara dimostrazione di tutto ciò. Prima che il Mikawa potesse proseguire, Youshi intervenne, portando delle argomentazioni anche sensate ma che, come temevo, peccavano della componente temporale; il piano del mio interlocutore ed alleato era estremamente diramato nel tempo, preparato, ponderato, atteso ed anelato: qualsiasi azione di quel tipo era già stata analizzata, eseguita, dove possibile, e scartata, altrimenti. Feci comunque un gesto di assenso e comprensione in direzione del Membro delle Squadre Speciali, volendogli dimostrare che le sue idee e pensieri erano condivisi e che l'inattualità o fattibilità degli stessi dipendesse solo da una cattiva puntualità storica.
    Dopo Youshi s'espresse anche Harumi, con un qualche altro aggancio interessante e tattico, gettando un occhio diverso e attento, per quanto inesperto. Le sue considerazioni sul Villaggio delle Fonte Termali e sul Gelo, in particolar modo, furono interessanti. Ma Diogene aveva qualcosa da ridire - qualcosa figlio delle informazioni raccolte durante anni di scrupolosa tessitura di trama: Ame aveva un ruolo al Gelo e insediarsi lì sarebbe costato più fatica di quanto avrebbe aiutato logisticamente la campagna militare. Il Kage valutò l'opzione di utilizzare i due villaggi come cuscinetto per disperdere parte delle forze d'assalto nemiche senza che noi intervenissimo direttamente ma, anzi, facendoli scannare l'un l'altro. Un piano tanto semplice quanto, ipoteticamente efficace.
    La discussione si evolvette finché non trovò il suo sbocco nell'argomento topico di tutto quell'incontro: la rappresentazione dei tre giganteschi cumuli di sangue su quella cartografia scarlatta rappresentava una sola cosa: bijuu. La mia risposta pronta e quasi tagliente verso il Kage non venne accolta da diffidenza ma, anzi, trovò un uomo forse quasi un po' sorpreso dello slancio interpretativo del suo interlocutore. In un macabro quanto affascinante rivolgimento del fato, Diogene aveva davvero portato Harumi a Kiri come capro espiatorio dei suoi futuri peccati bellici. Una sensazione tanto contorta e perversa da lasciarmi interdetto ma che, questo era certo, aveva assorbito totalmente il mio interesse. Non scommetto beni di cui non sono in possesso, Kensei. E non parlo di cose che non conosco. Il Sanbi mi serve per condurre degli esperimenti sui Codati, capire come fonderne il potere, imporre dei vincoli che li rendano armi usabili nei limiti di un fattore di rischio accettabile. Ci sono arti antiche che consentono di fare tutto questo, scritti talmente strabilianti da sembrare favole dove divinità di un mondo parallelo vengono a prendersi il frutto di un albero senza fine. Io li ho ritrovati e letti nelle testimonianze di Orochimaru e ora devo verificarne la veridicità. Per farlo, però, necessito di Bijuu nelle loro forme ancestrali, slegati dagli uomini e Oto ha giù due forze portanti. Disse, con un certo trasporto ed un monco sguardo sognante. L'aver citato la Serpe del Suono mi fece subito balenare in testa l'idea che si trattasse di una rivisitazione, di una riscoperta, dei piani originali di Madara Uchiha, quelli che videro l'avversario del primo Hokage liberare la Volpe a Nove Code sul Villaggio della Foglia. Mi rilassai sulla poltrona mentre aspettavo che continuasse - ma non si rivolse a me, no. Girando lo sguardo, parlò in direzione di Harumi. Tu resterai a Kirigakure. Crescerai, diventerai più forte e poi tornerai da me per servirvi nella più grande guerra della nostra vita, la più grande che gli uomini ricorderanno. Diogene mi stava cedendo non solo un bijuu ... ma anche una forza portante! Fissai l'uomo con sguardo fermo, irreprensibile ed imperscrutabile, difeso dal freddo acciaio del mio elmo. Fu in quel momento che il Garth, alzandosi e porgendomi l'avambraccio, tornò a rivolgersi a me. Sono d'accordo, nessuna armata vale un Bijuu e una qualsiasi trattativa che li coinvolga richiede il più vincolante dei giuramenti. Stringimi la mano e scoprirai uno dei più grandi segreti incisi sulle antiche tavole dei Mikawa... Mi alzai, senza pensarci due volte e, con fervore e forza, strinsi il braccio teso. Un laccio di sangue e chakra incandescente, tanto luminoso quanto tetro, ci serrò gli avambracci con forza sovrumana, superiore perfino a quella dei due uomini forse fisicamente più prestanti di tutto il continente. La luce nella stanza s'affievolì ed il chakra del Colosso del Suono divenne quasi visibile, emanato dal suo corpo come un flebile ma denso alone nero - un'altra caratteristica che avevamo in comune, retaggio forse dell'unico sangue da cui discendevamo. Kensei Hito donerai a me, Aloysius Diogenes Mikawa, il Sanbi nella sua forma primordiale confinata nell'otre demoniaca. Io, Aloysius Diogene Mikawa, donerò a te, Kensei Hito, il Nibi nella sua forma sigillata all'interno del suo Jinkurichi, Harumi Mikawa. Questo scambio avrà luogo fin quando non sopraggiunga la necessità di utilizzo di uno dei due Cercoteri per scopi condivisi. Entrambi ci assicureremo che nulla accadrà alle entità scambiate. La mia presa si fece più forte. Aggiungerei un'altra condizione. Dissi, mentre il laccio ancora ci vincolava all'unità. La ricerca sui poteri segreti dei cercoteri e le scoperte ultime dovranno essere condivise tra i membri dell'Asse. Il controllo dei Demoni Codati deve essere appannaggio tanto di Kiri quanto di Oto in un singolare bilanciamento di potenzialità ed in una ponderata ridistribuzione delle forze portanti stesse. Se questa facile condizione fosse stata garantita, allora la mia parola seguente sarebbe stata unica. Accetto.
    Il laccio di sangue che ci legava si dissolse, tramutandosi in un turbinio di liquido cremisi che, per alcuni istanti vorticò furioso intorno a me ed al più alto scranno del suolo. Dovrai rendere Harumi più forte. I miei sforzi non serviranno a nulla se lei, quando sarà il momento, non saprà vincere la battaglia con il suo destino. Diogene spezzò l'aura aulica del rituale precedente parlando e mostrandomi il suo lato più umano. Kiri forgia gli shinobi migliori. Qui sarà al sicuro. Replicai io, rinvitando il Garth a prendere posto sulle sedie ancora calde che precedentemente occupavamo. Avrei altre curiosità, Kokage. Dissi, riprendendo il discorso precedente. Sono anni che stai tessendo trame per tutto il continente: vorrei maggiori dettagli sulle tue forze, non solo i ninja del tuo villaggio, ma proprio tutto ciò che sei riuscito a costruire nel tempo. La mia era sana e autentica curiosità. Volevo capire di cose poteva vantare l'igegno otese. Inoltre, ho qualcosa da proporti per sancire ufficialmente questo nostro patto, finora soltanto informale. Mi appoggiai allo schienale della poltrona, posizionandomi comodamente. Per prima cosa, dovremmo far sapere alla popolazione tutta di Kiri e di Oto, della ritrovata armonia tra i due Villaggi. Questo significa che dovremmo incrementare le influenze culturali di un paese sull'altro e garantire un ricircolo di conoscenze, ninja e miglioramenti. Una nuova alba ideologica per temprare i ninja venturi. Aggiungo che dovremmo creare un canale di comunicazione privilegiato, se non tra i due villaggi nella loro complessità per lo meno tra me e te, Diogene. Hai in merito? Questo significa, comunque, che sarai sempre il benvenuto in questi lidi. [Note]Fuor di metafora e gdr, chiederei un aumento minimale della reputazione di TUTTI i ninja di Kiri nei confronti di Oto e viceversa.
    I Kage possono appellarsi a motivazioni on gdr per negare l'aumento di reputazione, se ne hanno, purché le motivazioni siano antecedenti a questa giocata.
    Ovviamente, questo aumento non inficia la possibilità che la reputazione cali in un secondo momento. Un esempio è quella di Tasaki, che è già tornata neutra.
    Infine, proporrei che Diogene ottenga a Kiri la reputazione massima e che Kensei faccia lo stesso ad Oto. Non è la prima giocata valente per questo tipo di premi ma la userei per culminare questo iniziale arco narrativo delle avventure dei cugini di Campagna di Clan.
    Dopo di che mi alzai, poggiando i gomiti sulle ginocchia e incrociando le mani sotto il mento del mio elmo: lo sguardo si posò su Diogene. Non so quanto tu possa sapere a riguardo ma Kiri ha istituito la Nuova Nebbia di Sangue. Benché si discosti in modo fondamentale dall'evento orchestrato dal secondo Mizukage, questo metodo d'insegnamento volge su un punto fondamentale: la convinzione che i più grandi legami si forgino sul campo di battaglia e che si riesca a conoscere il proprio avversario solo combattendo con lui alla morte. L'idea di giocarsi il tutto per tutto, di scambiare il suo sangue sul campo di battaglia, unisce gli shinobi come nient'altro in questo mondo d'astio, violenza e mediocrità: li unisce sotto il segno del miglioramento, della ricerca della perfezione. Feci una pausa. Forse il Kokage poteva prospettare già dove quel discorso sarebbe andato a parare. Sono cambiate molte cose dalla nostra scaramuccia involontaria nel Paese del Ferro, Diogene. Ed è per questo che vorrei chiederti di sottoporti con me al Rito della Nuova Nebbia di Sangue! Il tono di voce divenne crescente e più grave ad ogni parola. Sanciamo il legame che unisce Kiri ed Oto e forgiamolo nel sangue! [Note]Sì, è una proposta di combat! ; )
    Ovviamente da posticipare nel tempo a quando entrambi avremo delle schede giocabili e patchate. ahahah






    Chakra:
    Vitalità:
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 850
    Velocità: 650
    Resistenza: 700
    Riflessi: 700
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 700
    Agilità: 700
    Intuito: 700
    Precisione: 700
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    4: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    4: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Equipaggiamento
    • Arto Artificiale Kiriano Avanzato × 2
    • Cotta di Maglia Completa × 1
    • Elmo integrale dell'Inquisitore × 1
    • Sistema di Ancoraggio dell'Arto Artificiale × 3
    • Tonico di Recupero Minore × 1
    • Tonico Coagulante Medio × 2
    • Braccio Sinistro dell'Inquisitore × 1
    • Equipaggiamento Debilitante × 1
    • Unagi × 1
    • Yakusoku Kenkichi × 1

    Note
    ///


    Parlato
    Citato
    Koutsu
    Pipistrelli
    Yakusoku

     
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    L'intervento di Harumi non sembrò impressionare particolarmente i presenti e la fanciulla si mise a sedere con un sorriso stanco. Le informazioni in possesso dei due kage erano ovviamente più complete delle sue, così come ben più matura la loro esperienza del campo di battaglia. Sapevano cosa volevano e come ottenerlo. Non si sarebbero fermati davanti a nulla pur di raggiungere il loro obiettivo. E di lì a poco lo dimostrarono, toccando il vero cuore della questione, il motivo per cui la giovane kunoichi aveva accompagnato il Capovillaggio in quella delicata ambasciata.

    Nell'ascoltare la proposta del Mikawa, Harumi chinò il capo. Era preparata a quella possibilità, come ad altre ben peggiori, ma sentirla pronunciare dal suo padre putativo le lasciava una sensazione di pesantezza nel petto, residuo di un sentimento di cui aveva dimenticato il nome e che stava cercando di recuperare un pezzo alla volta, unendo i frammenti di quel vaso rotto fin troppo presto. Era abituata ad essere usata e poi abbandonata, ma quella volta, per la prima volta, si sentiva triste al pensiero. Forse si era illusa di poter passare una vita, se non tranquilla, per lo meno vicina ai suoi cari. Era l'essere separata da loro a renderla inquieta, o c'era dell'altro?

    La fanciulla scosse appena la testa per scacciare quei pensieri inconcludenti. L'aveva detto lei stessa: avrebbe fatto tutto ciò che fosse stato in suo potere, e anche oltre, per permettere a Diogene di realizzare il suo desiderio. Anche trasformarsi in un'arma. Rimanere a Kiri come ostaggio, a garanzia del prestito del Tre Code, non era tra le opzioni peggiori che potevano capitarle. E come aveva sottolineato lo stesso Colosso, avrebbe avuto modo di affinare le sue capacità sotto l'occhio severo di Kensei. Un modo squisitamente otese di prendere due piccioni con una fava.

    Harumi rialzò lo sguardo su colui che l'aveva accolta e le aveva dato una casa e un nome. Le sembrava dietro quell'aria di cupa serietà di intravedere un sorriso e ne fu lieta, un riflesso quasi incondizionato la fece sorridere a sua volta. In fin dei conti andava bene così. Quello era il suo modo di spronarla a migliorarsi, duro come gli uccelli che spingono i piccoli fuori dal nido per forzarli a imparare a volare, ma non privo di un significato più profondo. Stava a lei spalancare le sue ali e dimostrare di poter essere utile alla famiglia. Doveva, no, voleva, rispondere alle sue aspettative. Non gli avrebbe dato motivo di doverla abbandonare. Non di nuovo.

    Diogene-sama, la ringrazio per riservarmi un ruolo così importante.
    Non tradirò le vostre aspettative e metterò a frutto questa opportunità.

    La giovane, che si era alzata in piedi, si sarebbe dunque voltata verso il Mizukage e gli avrebbe rivolto un reverente inchino. Diogene non l'aveva detto espressamente, ma lei avrebbe comunque tenuto d'occhio l'alleato per assicurarsi che fosse pronto al momento della chiamata e non provasse a fregare Oto in qualche maniera. Sì, poteva essere più di una figlia data in garanzia per un debito. Sarebbe stata le orecchie e gli occhi di suo padre nell'isola della Nebbia.

    Kensei Hito-sama, mi affido a lei. Sembra che sarò sotto le sue cure per un po',
    la prego di addestrarmi secondo il volere le Kokage al meglio delle sue possibilità.

    La bambina senza nome era divenuta una Mikawa e più di quasi tutti gli altri aveva toccato con mano i segreti ancestrali su cui il clan poggiava. Poteva forse integrare quella conoscenza risalendo le nebbie del tempo fino a riunire le conoscenze Kenkichi con la comune origine nel sangue? L'avrebbe scoperto rimanendo al fianco del Mizukage.


     
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19 replies since 9/12/2020, 15:29   667 views
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