Le Parole del TradimentoGrossi Eventi a Kiri

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    Le parole del tradimento


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    Shin era a Kiri da soli due giorni e già iniziava a pentirsi della sua scelta. Per quale motivo? Perché era in assoluto il luogo più noioso dove fosse stato nella sua vita. Perfino un paesino disperso nel nulla con strane sparizioni e un coprifuoco al tramonto era più movimentato e allegro del Villaggio nascosto tra la nebbia. Certo, la sua peculiare posizione influiva in parte sulla percezione del giovane. Il Mizukage gli aveva assegnato una scorta, ma era abbastanza sicuro che non fossero lì per compagnia quanto piuttosto per tenerlo costantemente d'occhio. Aveva paura che scappasse, dopo tutto quello che aveva detto per convincerlo a venire lì? Il ragazzo sospirò lasciandosi cadere sul letto. Un'altra giornata era finita senza che Kensei lo degnasse di una visita. Forse il suo ruolo lo chiamava a faccende più urgenti. O forse semplicemente si divertiva a lasciarlo sulla graticola in attesa di solo i kami sanno cosa.

    La televisione kiriana non fece che confermare la sua impressione precedente. Il prodotto di punta sembravano i noir in bianco e nero con misteriosi detective avvolti dal fumo e dalla nebbia. Forse la scelta era dettata dall'impossibilità di girare scene in esterno senza la pervasiva foschia. Non che i varietà comici di Konoha fossero tanto meglio, con le loro coppie di conduttori caricaturali simpatici come esattori del fisco e i concorrenti con un quoziente intellettivo che non superava la temperatura della stanza. Un Villaggio al Sole, la telenovela di punta a Suna, almeno aveva avuto l'accortezza di scegliere delle attrici che valeva la pena guardare, anche se non certo per le loro capacità attoriali rasentanti quelle di una piastrella. Shin rotolò sul materasso troppo duro, pentendosi di non essersi portato un libro. Visto le premesse di quella visita non credeva ne avrebbe avuto bisogno.

    Aprendo la porta senza attendere risposta al suo annunciarsi, Minarai avrebbe trovato di fronte a sé il giovane con la testa a penzoloni oltre il bordo del letto e le braccia distese a sfiorare il pavimento. Il nuovo venuto si sarebbe taciuto d'improvviso né Shin aprì bocca limitandosi a fissarlo al contrario. I due sarebbero rimasti a guardarsi per alcuni istanti in silenzio prima che il Kinryu lentamente alzasse la mano in cui stringeva ancora il telecomando, puntandolo verso lo sconosciuto e premendo il tasto di accensione. Passarono dei secondi senza che nessuno dei due si muovesse, poi infine lo shinobi della Foglia avrebbe sospirato. No eh?

    Il giovane contrasse gli addominali e si rialzò, mettendosi seduto a gambe incrociate sul giaciglio. Ora che poteva osservare con più attenzione il tizio, in effetti poteva essere un apprendista del Mizukage, almeno a giudicare dal vestito. Era simpatico, gli ricordava i bambini che vanno alle feste travestiti dal loro eroe preferito, o i ragazzi che fanno cosplay della loro serie del cuore. Ci aveva messo impegno, se non altro. Doveva ammirarlo un sacco. Ehhh, l'apprendista del Mizukage, ma non mi dire... Shin, fintamente sorpreso, lasciò andare il telecomando e si sistemò i capelli che si erano arruffati mentre poltriva. Mi dispiace averti deluso, ma sappi che è reciproco. Dimmi, chi ti aspettavi di trovare esattamente? Scrutò Minarai con falso disinteresse, domandandosi cosa ci facesse lì in realtà visto che non sembrava sapere nulla. Ti dirò, io speravo che fossi il fattorino per la consegna in camera. Ma sarebbe stato altrettanto strano visto che non avevo ancora ordinato nulla. Il foglioso si alzò, rassettando i vestiti spiegazzati per essere stato buttato troppo tempo e sgranchendosi le braccia. Comunque certo che ho nome, sarebbe bizzarro se non ce lo avessi, no? Il silenzio cadde nella stanza dopo quella battuta tanto da soap che il ninja poté giurare di aver sentito dei grilli in lontananza nonostante non vi fossero a Kiri in quella stagione.

    In ogni modo non è certo un segreto, sono Shin Kinryu e sono qui su invito del Mizukage. Il Kinryu riprese a parlare come se nulla fosse, evitando però di aggiungere l'appunto come dovresti sapere. A quanto pare aveva un lavoro da farmi fare, ma non mi sembra abbia particolare fretta, anzi. Forse Kensei Hito lo riteneva una marionetta nelle sue mani, ma quel pensiero avrebbe significato un fraintendimento di fondo. Era più corretto affermare che si stessero usando a vicenda. Il capovillaggio si sarebbe avvicinato ad Hayate tramite il chunin, che a sua volta sarebbe stato ricompensato per il suo servizio. Un do ut des puro e semplice. Io in ogni caso ho veramente fame. O forse sono solo annoiato e ho voglia di mangiare. In ogni caso visto che sei qui potresti renderti utile e accompagnarmi in un ristorante che non serva pesce, per una volta. Buono eh, ma la mancanza di varietà uccide la qualità. Shin si era pentito di aver chiesto ai suoi angeli custodi sushi la prima volta che glielo avevano domandato perché da quel momento non gli avevano servito altro. In effetti, col senno di poi, si era già pentito di un sacco di cose in quei due giorni. Non dovrebbe essere un problema, vero, apprendista del Mizukage? Il Kinryu avrebbe sorriso, lasciando che fosse Minarai ad interpretarne il significato. A proposito, che fine hanno fatto le mie guardie del corpo? Avrebbe detto indicando con il pollice dietro di sé in direzione della finestra mentre cercava con lo sguardo presenze oltre la porta. Possono unirsi a noi, sai come si dice, più si è più ci si diverte. A tavola almeno.

     
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