Le Parole del TradimentoGrossi Eventi a Kiri

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    Le parole del tradimento


    III

    La situazione nella piccola stanza non sembrava sul punto di sbloccarsi in nessuna delle due direzioni. Né il Kinryu né l'Apprendista avevano motivo di investigare sulla faccenda, eppure i due Kenkichi sembravano animati da uno zelo fin troppo eccessivo. Approfittando dello scambio tra i tre kiriani, Shin rilesse la missiva cifrata, schioccando infine la lingua prima di riporla. Confermava la sua prima impressione: la situazione non gli piaceva per niente. Inoltre un vago senso di disagio iniziò ad aleggiargli attorno. Veramente Kensei Hito voleva metterlo, o meglio metterli, alla prova? Era plausibile che gli ultimi arrivati non ne sapessero nulla? Troppi buchi nell'ordito rendevano impossibile imbastire una trama di possibili spiegazioni, ma l'istinto gli suggeriva cautela. Per il momento avrebbe dunque continuato a pestare i piedi, fingendosi più idiota di quanto effettivamente era. O almeno così sperava.

    Io non c'ho capito un'acca, quindi non guardate me. Sono qui per imparare a usare la spada, non per fare la settimana ninjistica. Però vedo che voi siete più informati di me: cosa sarebbe esattamente questo Fuoco Nero di cui parlate?

    A quel punto era chiaro che i due non avrebbero accettato una risposta negativa da parte del giovane e del ragazzo mascherato, perciò si trattava solo di rallentare l'inevitabile. Sospirando esageratamente, il prigioniero-ospite si rivolse a Minarai, scrollando le braccia in segno di resa.

    Mi sembra che il tuo maestro ci abbia incastrati con questa caccia al tesoro. Non ci resta che assecondare questo loro capriccio per il momento, soprattutto se questo mi permette di riempirmi la pancia. Tuttavia sarebbe meglio se la mia faccia non fosse vista in giro, almeno finché il Mizukage non si sarà pronunciato... Non ti avanza per caso una maschera simile alla tua, Apprendista? Chi sa, forse per stasera potremmo divenire compagni, quindi tanto vale portarci avanti.

    Se Minarai avesse accettato di prestargli un'uniforme, sempre che ne avesse una di scorta, il foglioso avrebbe insistito perché andasse a prenderla prima di muoversi dalla stanza. Invece di intavolare una conversazione nell'attesa, lasciò che i due Kenkichi cuocesse un po' nel loro brodo, tanto che si misero a riflettere sul significato della lettera. L'unico intervento che fece il giovane fu per chiedere chiarimenti sul Teschio. Si trattava di una persona famosa nella Nebbia o solo dell'ennesima metafora? In caso in cui la sua ombra avesse rifiutato avrebbe invece esteso la richiesta ai due spadaccini, cedendo infine solo di fronte a rifiuti inderogabili da parte di tutti. Almeno poteva dire a se stesso di averci provato.

    La nave che si trovavano di fronte era effettivamente tanto imponente quanto peculiare. Il Kinryu, che pure di posti ne aveva visti, non riconobbe lo stile in cui era stata costruita, ma la cosa forse più strana era lo stato di apparente abbandono in cui versava unito alla perfetta condizione in cui era tenuta. Alzando un dito verso il vascello chiese ai suoi accompagnatori quale fosse la sua storia e perché si trovasse lì. Se non lo sapevano loro che ci vivevano e la vedevano tutti i giorni era inutile indagare ulteriormente, soprattutto considerando quanto poco gli interessava.

    Giusto perché la giornata stava già girando male, a quanto pareva non era destino che mettesse qualcosa sotto i denti a breve. La locanda di fronte all'imbarcazione risultava al completo, nonostante il piano terra alle spalle dell'oste fosse completamente vuoto. Non serviva un ninja addestrato per capire dalle sue parole che qualcosa non andava, ma non avendo motivo di ficcare il naso lasciarono perdere, decretando così, indirettamente, la morte dell'uomo. Shin dava le spalle all'edificio quando udì il tonfo secco. Voltatosi di scatto, afferrò l'elsa della spada di riflesso, salvo poi immobilizzarsi.

    Ma che caz...

    La macchia di sangue si allargava senza che nessuno osasse avvicinarsi. Il giovane alzò lo sguardo, cercando di ricostruire la traiettoria dell'ormai cadavere, ma tutte le finestre erano chiuse. Per quanto potesse umanamente dispiacergli per il malcapitato, non aveva nessuna intenzione di farsi coinvolgere in quella brutta faccenda. Già lo stavano trascinando per Kiri contro voglia e a stomaco vuoto. Di certo non lo pagavano abbastanza per probabilmente ritrovarsi in una rissa contro degli sconosciuti. Anzi, a dire la verità non lo pagavano e basta.

    Non pensavo che il vostro Villaggio avesse gli stessi standard dei Vicoli di Oto.
    Direi che sia il caso di avvisare la polizia... Quella almeno ce l'avete vero?

    A Konoha il crimine era represso con efficacia dal servizio d'ordine fornito dagli Uchiha, come aveva avuto modo di appurare in prima persona. Il giovane si lasciò fuggire uno sguardo malinconico, forse celato dalla maschera, osservando i marosi che si abbattevano contro la chiglia della nave. Quella sensazione durò un solo momento, ma quando si riscosse lo lasciò leggermente più motivato di quanto non fosse in precedenza. Appena appena. Con l'ennesimo sospiro, visto che nessuno prendeva in mano la situazione, Shin si rassegnò.

    Sentite, su quella bagnarola si può salire per caso? Magari cela qualche indizio. Però mi dovete ancora una cena, perciò vediamo di cavarcela alla svelta.

    L'umore del Kinryu continuava a peggiorare fin da quando aveva incontrato il Mizukage nella foresta, convocato con l'inganno, e stava ormai rasentando terra. Se avessero continuato con quel ritmo non poteva assicurare di non affondare la maestosa barca entro la prossima ora. Sarebbe stato dunque meglio per loro darsi una mossa e poi lasciarlo rilassarsi davanti ad una tazza di ramen fumante.
     
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