Apocalisse all'ArtiglioComasterata tra Febh, Hohenheim e Boreanz

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  1. Yato Senju
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    Il Luogo Peggiore del Mondo


    E la Tana di una Strega
    _ 1 _

    Ciò che accadde nella Foresta
    Avevo avuto successo. Le mie provocazioni avevano indebolito la fiducia nelle proprie convinzioni di quella manipolatrice del sapone, almeno un poco, e la avevo convinta del mio interesse in Jushiro quale unico motore delle mie azioni. E anche l'Uchiha sembrava essere caduto nella mia rete...ma lo stesso valeva per i nemici. Non appena, complice Jushiro, annunciai che il ragazzo era in condizioni critiche, mi trovai improvvisamente immobilizzato mentre osservavo la mia morte a più riprese, con metodi sempre diversi e via via più perversi, con l'impalazione come forma più generosa e altruista, passando per l'esplosione progressiva di ogni singolo osso. Avevo visto cose orribili, ero stato preparato...ma quelle scene mi fecero tremare fin nel profondo...solo la Missione rimase, unico e insuperabile baluardo della mia psiche, a proteggermi dal diventare una larva che piangeva rannicchiata in un angolo. Tutto quel dolore, tutta quella sofferenza, tutta quella ferocia...cancellarono l'addestramento, le emozioni che a stento avevo imparato a controllare, le strategie ninja, le conoscenze mediche...tutto. Tranne una singola frase. Tutto per la Missione. Quattro parole che rappresentavano l'acciaio temprato della mia anima, qualcosa che nessuno avrebbe mai potuto togliermi o indebolire, nemmeno una divinità stessa. Il Sensei lo intuiva, in me, dopotutto aveva qualcosa di simile per sè stesso, ma se tutta quella follia fosse stata necessaria per uccidere l'Hokage, se tollerarla era l'unico modo di progredire nella Mmissione, allora avrei lasciato che l'orrore fosse il mio piatto e me ne sarei abboffato.

    Non chiusi gli occhi nè piansi. La mia determinazione era stata nuovamente forgiata ora che tutto era stato rimosso e solo la Missione era stata messa a nudo, anche se solo all'interno della mia psiche. Chi mi aveva addestrato e programmato aveva fatto un ottimo lavoro. Gliene ero grato. La pressione si spense solo quando gli Accademici si allontanarono, anche quell'Uchiha, per quanto malconcio...avrei dovuto pensarci alla prima occasione utile. Ma i pericoli non erano finiti: una stretta micidiale si strinse sul mio collo sollevandomi, attentando alla mia vita. Se mi avesse ucciso la Missione sarebbe finita, mi dovevo opporre, nei limiti del possibile, ma cosa potevo fare contro una forza tanto soverchiante? Non potevo che sopportare stoicamente, ferito, guardando il nemico con occhi incandescenti, verdi del colore che assumevano quando interpretavo Bokushin, ma non meno penetranti del mio solito azzurro. Il...lavoro...prima...di...tutto... Riuscii a bofonchiare, senza distogliere lo sguardo da quell'orrore in forma umana (in fondo non era poi tanto peggio del Flagello che mi aveva usato come fonte di cibo), in una parafrasi del mio credo più intimo, mentre con un piede, davo un colpetto a Jushiro (mi costò più dell'intero scontro con Hasami riuscire a farlo), spezzando la sua Henge e svelando l'inganno, proprio mentre il nemico mi rilasciava.

    Caddi a terra, respirando affannosamente con una mano alla gola, forse davanti alla preoccupazione di Jushiro...forse no. Ma anche se il corpo era a pezzi, l'energia al minimo e i sensi obnubilati, la mia mente era solida, sorretta dal suo indissolubile credo e da ciò che comportava seguirlo. Giunsero altri, sottolineando quanto le azioni del pazzo fossero avventate, ma non lo provocai. Devo badare a Jushiro. Nulla di più. Dovevo tenerlo lontano dallo scontro. Spiegai con voce roca, mentre il gruppo si riorganizzava e io e Jushiro salimmo su un carro assieme ai feriti. Stavo zitto, cercando di recuperare le forze, eccetto una parola o due a Jushiro. E' stato un episodio molto pericoloso, abbiamo rischiato di morire, o di provare molto dolore. Ti ho già parlato del dolore, quando ti sei svegliato...la morte invece è simile a quello che eri prima di svegliarti...solo che non c'è nessun modo di svegliarsi. E' una cosa brutta, che bisogna cercare di evitare. Ma avrei posato una mano sul suo capo per rassicurarlo. Ma ora siamo in salvo. Dobbiamo solo continuare il nostro viaggio. E intanto ascoltavo senza interferire i discorsi degli altri della Pioggia, realizzando solo in quel momento in che razza di pasticcio ero andato realmente a cacciarmi. Sanzo...spero bene che il mio onorario tenga conto di tutto questo. Ogni cosa ha un prezzo, sei tu stesso a insegnarmelo. Gli avrei detto, senza badare alla risposta: non era importante. Ora dovevamo solo riposare, per quanto con tutta quella tensione fosse praticamente impossibile.

    Altrove, nel luogo più sicuro del mondo

    Quello rosa era perfetto. Delicato, discreto, ma che evidenziava in modo irresistibile le curve morbide e appetitose del suo incarnato. Si, era decisamente il rossetto migliore per l'occasione. Ora restava solo da scegliere se mettere o meno il reggiseno sotto la vestaglia semitrasparente. Come sempre la scelta era difficile perchè non conosceva i gusti del suo cliente, pur avendo avuto a che fare con lui in passato, sebbene in maniera indiretta.

    Aveva ripulito la strada alcune ore prima, e per quanto la irritasse dover rivedere i suoi piani all'ultimo, non avrebbe esitato ad andare là dove le era stato richiesto. Un lavoro era un lavoro e lei era una professionista affermata. E come ogni professionista, aveva grande esperienza nell'incastrare gli impegni, specialmente quando potevano moltiplicare i guadagni. Mi chiedo se lui si renda conto di quello che mi ha realmente chiesto. Gli avevo pur detto che le parole vanno moderate accuratamente. Ma non è un problema mio.

    Quando varcò la porta indossava letteralmente il minimo indispensabile, nemmeno stesse per andare a dormire, ma ogni suo movimento, ogni dettaglio dai gioielli ai pizzi, era stato abilmente calcolato per cercare di far breccia in quell'uomo che sapeva essere fuori dalla sua portata, e che per questo motivo desiderava ancora più ardentemente. I Sigilli di sicurezza erano tutti attivi e al massimo, ma non era certa che sarebbero bastati e questa sua incertezza era ancora più provocante. Lui sedeva sulla poltrona dove molti anni prima si era seduto anche Diogenes Mikawa, ma era difficile scorgere il suo aspetto o il suo viso sotto il lungo manto grigio dall'aria logora. Poteva anche essere vestito come uno straccione, ma il carisma che quell'uomo esudava era quasi palpabile. Maya si inginocchiò davanti a lui.

    Maestro. Sono a vostra disposizione...

    Mormorò, ma era pur sempre una professionista, e poco dopo aggiunse, alzando lo sguardo verso il cliente, senza un'oncia di vergogogna.

    ...per voi posso anche fare un prezzo speciale, visto che siete un cliente importante. Devo però informarvi che c'è un piccolissimo cambio di programma...

    La Pagoda più pericolosa del mondo
    Per quale motivo io sono ancora qui? Questa la mia domanda a Sanzo mentre attraversavamo la Pagoda in cui ci avevano portato i membri di Kurotenpi, l'associazione terroristica che sembrava avere il solo scopo di seminare il caos. Era realistico che commerciassero con Ame...TUTTI commerciavano con Ame, in un modo o nell'altro, ma se il mio scopo era svegliare Jushiro, curarlo e riabilitarlo abbastanza da poterlo consegnare...ora che ci trovavamo in quel luogo la mia presenza non era più necessaria. A meno che non servissi come merce di scambio per qualche motivo, cominciai a temere. Il lavoro era chiaro, ma qua mi sono state chieste via via sempre più cose. Perchè? Non era una minaccia, e sebbene il tono fosse un pò scontroso e la voce roca, la mia era una domanda sincera: non capivo cosa avessero da guadagnarci dalla mia presenza.

    Durante il viaggio avevo curato gran parte delle mie ferite [Tecnica]4 Leggere per 4 Bassi e medicato le altre, ma non ero certo in forma per uno scontro sostenuto...al massimo avrei potuto tentare una fuga rocambolesca, quindi ero sostanzialmente alla mercè dei miei complici, come era stato sin dall'inizio. Se fossi sopravvissuto certo avrei avuto maggiore esperienza in futuro, ma al momento dovevo cercare, come era successo nelle acque del Paese del Mare, si ottenere il massimo con quello che avevo. E mostrarmi troppo disponibile mi avrebbe solo identificato come un debole o un leccaculo, cose che al momento potevano costarmi la vita.

    Quando arrivammo al posto stabilito, una sorta di tempio interno alla pagoda, sedetti assieme agli altri ninja di Ame se ci avessero dato il permesso di farlo, mentre i membri di Kurotenpi si urlavano a vicenda cose che francamente esulavano dalla mia comprensione. Sapevo però che doveva esserci qualcosa di grosso in ballo, con tutte quelle guardie in giro, forse reclutate per l'occasione tra i banditi locali. A giudicare dalle loro occhiatacce non erano affabili o interessate al dialogo e questo mi semplificava le cose: ucciderle se necessario non avrebbe comportato alcuna remora morale. Non che ne avessi. Ogni volta che l'uomo coi piercing alzava la voce avevo un brivido, rivivendo le scene orribili che aveva trasmesso alla mia mente, ma mi stavo lentamente abituando...il mio credo ripetuto come un mantra era un toccasana per sedare le emozioni generate da quel mostro. Speravo un giorno di raggiungere il grado di sicurezza del tizio che parlava con l'uccisore di scorpioni.

    Non capivo la presenza della pazza che avevo abbattuto tempo addietro con l'Uchiha ma non vi diedi troppo peso: dopotutto anche il Sensei aveva sepsso a che fare con nemici che tornavano dalla tomba, quindi farsi domande in quel momento era solo uno spreco di risorse. La avevo battuta una volta e potevo farlo nuovamente, se necessario. O almeno così mi ripetevo, evitando di guardare troppo a lungo chiunque dei presenti, per non attirare l'attenzione su di me. Badavo solo al benessere di Jushiro, verificando che fosse in forze...non potevo rischiare che mi ammazzassero per un capello fuori posto, anche se non era nei patti. A quel punto i patti erano solo una pia illusione...l'unica certezza era che se fossi stato vivo mi avrebbero pagato. Ad Ame chi non paga il pattuito è socialmente morto, anche se fosse l'essere più potente del creato. Non mi offrii di curare i membri dei Quadri che erano con me. Se me lo avessero chiesto mi sarei limitati a fissarli. La mia tariffa è di 3000 ryo. Pagamento anticipato. Non sono un vostro alleato. Sono solo il medico di Jushiro. Ogni altra prestazione è un extra. E quindi dopo qualche secondo avrei aggiunto, specie se ci fossero state rimostranze. 3000 ryo a persona.

    Finalmente ci diedero il permesso di allontanarci, cosa che mi sollevò, ma un nuovo gelido brivido lungo la schiena mi paralizzò quando i due Kurotenpi di alto rango intimarono a me e Jushiro di restare. Mi voltai verso Sanzo, con occhi chiaramente ostili, ma quello acconsentì. E dopotutto come potevamo opporci? Serrai le labbra, cercando di calmare l'ira e l'agitazione, annuendo a mia volta. Ero un topo in trappola, se proprio avessi voluto mordere, avrei cercato di farlo in modo da fare più danno possibile, morendo con un briciolo di soddisfazione. Un Aburame fece il suo ingresso...si vociferava fosse un membro della Radice ma non c'erano prove al riguardo...certo vederlo in quel luogo dava da pensare, ma non ebbi modo di approfondire la questione perchè un uomo baffuto fece il suo ingresso urlando come se non fosse in presenza di una serie di persone dalle doti sovraumane, gettandosi contro me e Jushiro. Non fui sorpreso, o per meglio dire fui sorpreso ma non mi trovò impreparato: i miei sensi erano a mille e stavo costantemente all'erta, sotto tutta quella pressione. Non avrebbe toccato Jushiro nè lo avrei permesso, emettendo dei rami a difesa di entrambi, e in parte puntati sul baffone come un deterrente, non una vera minaccia. Io sono il guardiano di questo bambino. Non è consentito a nessuno toccarlo fino a quando non mi sarà data autorizzazione. Avrei detto, incurante delle sue suppliche o parole, guardando i Kurotenpi come a chiedere il loro permesso, dato che di Ame non era rimasto nessuno. In caso di cenni affermativi avrei consentito il contatto ma certo non gli avrei ceduto la mano. Sono un medico. Lo ho solo curato. Si riprenderà lentamente. Potevo usare l'attaccamento di Jushiro e quel panzone per i miei scopi? Era una pedina che poteva tornarmi utile? Troppo presto per dirlo. Inoltre mi sentivo osservato e assolutamente schiacciato da quella situazione per elaborare piani a lungo termine.

    E poi un nuovo arrivo, in un'escalation di terrore che mi avrebbe probabilmente annientato se fossi stato una persona normale, ma avevo salda l'idea della mia sopravvivenza per il bene della Missione. Il Flagello... mormorai. Avevo pensato a lui quando il Prestigiatore Cremisi si era fatto avanti. Erano diversi, ma terribili...e anche il confronto tra i due era un pensiero spaventoso. Deglutii...era possibile che mi riconoscesse? E anche se lo avesse fatto...avrebbe avuto motivo per aggredirmi? Scossi il capo scacciando quel pensiero. Dopotutto lui non aveva bisogno di motivi e non era prevedibile, ma se non altro era un pericolo che conoscevo, a differenza di tutti gli altri presenti. In un certo senso il timore che ispirava era consolatorio. Non mi rivolse più attenzione di uno sguardo gelido e distante, e così tutti gli altri presenti che, indicatagli la via, lo guardarono allontanarsi

    Continuavo a chiedermi che cosa volessero da me. Avevo portato Jushiro, non gli bastava?

    [...]

    Erano passati sostanzialmente inosservati. Due semplici pezzi di carta sospinti dal vento, uno nero e uno bianco, che si muovevano in modo apparentemente casuale...chi mai ci avrebbe potuto far caso, con quella lieve brezza? Avevano superato le guardie esterne senza destare il minimo sospetto, senza che il loro chakra, opportunamente celato, facesse scattare trappole o percezioni extrasensoriali. Forse nelle foto di Hohenheim sarebbero apparsi, più volte, sempre più vicini alla porta, ma lui se ne sarebbe accorto o avrebbe dato peso alla loro presenza? Ma non erano due pezzi di carta.

    Ero con Jushiro al cospetto dei Kurotenpi, ancora dubbioso su quale fosse il mio ruolo in quella faccenda, quando come dal nulla i pezzi di carta divennero due ragazzini vestiti semplicemente, uno con capelli neri una tunica nera, e l'altra con capelli bianchi lungo appena fino al collo, biancovestita. L'espressione era completamente priva di caratteristiche, quasi fossero statue o disegni.

    Certamente ci sarebbe stata una reazione da parte dei Kurotenpi ma io mi limitai a stare vicino a Jushiro, in attesa. Poi quello in nero parlò. La nostra signora è stata convocata qui. Chi ha convocato qui la nostra signora? Gli fece eco la femmina. Il Flagello chiede di Maya Orihara. Maya Orihara andrà dal Flagello come da accordi? Solo se la sicurezza verrà garantita. Garantite la sua sicurezza? Io sono Kuro. Io sono Shiro. E all'unisono. Siamo i servitori di Maya Orihara. Dove avevo già sentito quel nome?

    Chakra: 54/75
    Vitalità: 14.5/14.5
    En. Vitale: 26/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 500
    Velocità: 525
    Resistenza: 425
    Riflessi: 525
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 525
    Agilità: 500
    Intuito: 500
    Precisione: 500
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Kit di Meccanismi per Trappole × 1
    • Kit di Primo Soccorso × 1
    • Katana × 1
    • Bokken × 1
    • Giubbotto Rinforzato × 1
    • Parabraccia in Ferro × 1
    • Gambali in Ferro × 1
    • Tonico di Recupero Medio × 2
    • Uchiha Shuriken × 2
    • Accendino × 1
    • Corda di Canapa [10m] × 1
    • Maschera del Cinghiale × 1

    Note
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