Merda! Esclamò il jonin della Sabbia, vedendo che la sua difesa con l’argilla non si era mostrata sufficientemente rapida da tenere a bada gli insetti che erano spuntati senza alcun preavviso tutto intorno a lui. Sentì di essere toccato da quelle piccole creature ovunque, prima che piccoli morsi gli inflissero centinaia di stilettate, facendo saltare la sua trasformazione. Quello era il minore dei suoi problemi ad ogni modo, perchè con ogni morso un pezzettino del suo chakra svaniva. Ed a lui serviva anche la più piccola oncia di chakra per riuscire in quella missione! [Danni]5 Leggere +16 bassi bruciati Hohenheim tentò di divincolarsi, ma la presa degli insetti era forte e il loro o numero non poteva essere sopraffatto con una semplice spinta. Perciò, sebbene di chakra avesse un disperato bisogno, non potè far altro che usare una buona quantità dello stesso per disperdere quella dannata coloni. Il chakra eruppe da tutti i suoi punti di chakra, allontanando gli insetti e dandogli il tempo di sgattaiolare fuori dalla loro portata, all’esterno del guscio che si richiusa alle sue spalle. [SDI]
Si mosse rapido e veloce, raggiungendo le pareti esterne della pagoda con facilità e senza essere individuato - per lo meno questo era quello che i suoi sensi gli permettevano di capire. Assorbendo le vibrazioni del terreno, iniziò a farsi un’idea delle presenze all’interno della struttura. Classificò le risate al centro della pagoda come elementi da evitare - sicuramente nessuno dei prigionieri si sarebbe lanciato in una risata. Prese invece nota mentale del pianto debole che sentiva poco lontano: se doveva scommettere qualcosa, avrebbe puntato su quell’indicazione come la possibile presenza della ragazzina o del ragazzino che stava cercando.
La carrozza in lontananza, che però si avvicinava con rapidità, era un pensiero che lo teneva sulle spine. Più nobili arrivavano, più lui ne avrebbe dovuto tirar fuori da quella situazione. Senza contare il fatto che l’approcciarsi di un altro nobile avrebbe avvicinato l’inizio dell‘evento che li aveva chiamati a raccolta. Aveva lasciato un costrutto sotto il casolare per detonarlo e creare un diversivo, ma forse avrebbe dovuto usarlo per avvertire l‘Uchiha di bloccare la carrozza? Una scelta difficile…se il lombrico avesse attivato un‘altra di quelle trappole con gli insetti, avrebbe perso anche l‘effetto sorpresa che gli sarebbe servito dopo. Alla fine, decise di lasciare le cose com‘erano e sperare che Kokei facesse la scelta giusta, se si fosse accorto della carrozza. Mettendo a parte quella questione, continuò ad avanzare.
Entrare nella struttura fu ragionevolmente semplice con le sue capacità, e il jonin bambino si ritrovò quindi in quella che sembrava essere una cella vuota. Le barre poste sull‘unico punto di luce della stanza devevano essere delle aggiunte recenti, perchè Hohenheim difficilmente credeva che la Pagoda avesse strutture di detenzione originariamente. Ad ogni modo, si avvicinò alla finestra più vicina. Poteva facilmente trasformare le barre in argilla e far entrare le sue due compagne, come si erano accordati. Eppure, nessuna delle due si manifestò ed alla fine Hohenheim concluse che le due erano state costrette a deviare dal piano originario e provare un altro angolo di ingresso. Succedeva spesso in una missione di doversi separare, quindi il jonin non si perse d’animo e cercò di raggiungere la porta.
Il liquido impattò contro la difesa di chakra, per poi cadere inerme ai piedi del jonin bambino quando il giubbotto appena creato di smaterializzo. Al contempo, le quattro formiche sembrarono rimanere immobili dopo l’attacco. Quelle piccole, maledettissime creature dovevano essere in ogni angolo dell’edificio. Sebbene il jonin trovasse curioso che stessero a difesa di una stanza vuota. Si guardò intorno per essere sicuro che non ci fosse qualcosa in quella stanza che non avesse notato, smuovendo la paglia alla ricerca di indizi di prigionieri tenuti in quella stanza.
Ricontrollò con il suo sesto senso se qualcuno lo avesse percepito. Se così facendo si fosse accorto della piccolo insetto che era rimasto attaccato ai suoi abiti, non avrebbe perso un solo secondo. Un topolino sarebbe comparso nel palmo della una mano e la creatura avrebbe tentato di mordere l’insetto con l’Intento di ucciderlo. [SAI] Avrebbe tentato ulteriormente di ucciderlo se avesse fallito, ma dubitava che l’insetto potesse resistere ad una tale offensiva.
In seguito, anche se non avesse individuato l’insetto di Haga, Hohenheim si sarebbe avvicinato alla porta, solo per scoprire che era chiusa. Ignorando la serratura, Hohenheim si acquattò dietro quella via di uscita, ascoltando in assoluto silenzio i movimenti che si riuscivano a sentire oltre di essa. Se non avesse percepito nessuna presenza nel corridoio, avrebbe spinto un po‘ di argilla dentro la toppa della serratura, permettendo al materiale plastico di espandersi all‘interno della stessa e prendere la forma di una chiave.
Avrebbe ruotato la chiave con attenzione e aperto la porta lentamente, così che non cigolasse sui cardini, per poi chiuderla alle sue spalle. Davanti a lui, il muro di pietra faceva ancora un metro prima di curvare nel corridoio principale, il quale era posto ai piedi di qualche scalino che dava alla cella. Giusto dirimpetto a lui c‘era una porta identica a quella che si era lasciato alle spalle. Hohenheim dubitava che delle trappole fossero state piazzate nel corridoio per il semplice fatto che avrebbero minacciato gli stessi inquilini. Tuttavia, avrebbe ben controllato prima di avanzare. In maniera furtiva, Hohenheim si sarebbe fermato poco dopo aver sceso le scale, prima di mettere piede nel corridoio, Ancora coperto dal muro, così che un osservatore dal corridoio non potesse vederlo, si sarebbe sporto leggermente per vedere che la via fosse libera. Sapeva che c‘erano persone intente a parlare nella zona centrale della pagoda, ma erano oltre 20 metri di distanza e non in vista, se erano rimaste nella stessa posizione.
Se avesse avuto via libera, Hohenheim si sarebbe mosso rapidamente percorrendo il paio di metri allo scoperto del corridoio, prima di ritrovarsi nuovamente al coperto davanti la porta della stanza 28. Un rapido controllo dallo spioncino gli avrebbe permesso di vedere chi c‘era nella stanza. Le probabilità che fosse la fonte del pianto sommesso che aveva sentito erano alte. Se l‘avesse trovata, oppure se avesse avuto la necessità di nascondersi rapidamente (per esempio perchè si era accorto di essere stato individuato), avrebbe aperto la porta modificando, se necessario, la forma della chiave che prima era servito ad aprire la sua gabbia. Chiaramente, la presenza palese di nemici nella stanza lo avrebbe portato a rivalutare la sua entrata.
Se così non fosse stato, prima di aprire completamente la porta ed entrare nella stanza (che avrebbe richiuso una volta dentro), Hohenheim avrebbe fatto sgusciare all‘interno della stessa quattro topi d‘argilla che avrebbero percorso il pavimento della cella con movimento casuali, cercando di coprire un po‘ tutta l‘area. Lo scopo era chiaramente di far saltare possibili trappole lì nascoste ed attaccare qualunque nemico (persona, animale o insetto) fosse stato presenente o fosse comparso. [Attacco Ipotetico]
Se la stanza fosse stata vuota e Hohenheim fosse stato sicuro che la sua infiltrazione fosse rimasta segreta, allora avrebbe tentato di raggiungere nella stanza 26, seguendo le accortezze usate in precedenza ed il metodo di ingresso. La sua speranza era di arrivare rapidamente alla bambina per poi consegnarla alle sue compagne. Grazie a quello che aveva scoperto come la Ragnatela Terrestre, il jonin era sicuro che il pianto venisse da quella stanza, ora che aveva escluso la stanza 27 e 28.
Shhh piccola, silenzio. Sono Hohenheim e sono qui per portarti via da qui.. Avrebbe detto a bassa voce e con tono calmo se tutto fosse andato per il meglio e si fosse trovato davanti la ragazzina che stava inseguendo da qualche giorno ormai.