Storie della PioggiaBokushin e non-più-Kato

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  1. ~Cube
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    Il Fiore Lupo

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    Storie della Pioggia


    INVITO A CENA... CON IL DEMONE





    Nel momento stesso in cui udii la voce e le risposte della donna compresi che ero riuscita a formulare correttamente le domande, quantomeno in una versione comprensibile. In sostanza il mio cervello nonostante il dolore atroce che stavo provando in quei momenti, riusciva ad organizzare la parola e consentirmi di esprimermi. Fy non lesinó nel fornirmi spiegazioni. In primo luogo, almeno stando alla sua parole, lei aveva mantenuto il patto di segretezza. Questo sicuramente mi rasserenò giusto quegli attimi sufficienti per farmi capire che se avesse voluto avrebbe potuto tranquillamente influenzare un Asso e ottenere ciò tanto mi stavo premunendo a nascondere. Poteva mentirmi, certo, ma la sensazione era ben diversa. Avevo la chiara percezione che davanti a me si trovava uno dei pezzi grossi di Ame. Al pari di una Virtù di Hayate, se si potevano in qualche modo paragonare le due posizioni.

    Inoltre svelò una parte del suo passato. Suo padre aveva riscoperto i Jigoku e quella passione mortale era stata ereditata evidentemente anche dalla figlia. In un istante mi balenarono nella mente alcune parole del vecchio tatuatore di Oto. Che la donna davanti a me potesse essere la figlia del Maestro del vecchio tatuatore? Mujin Tendo, quello era il suo nome, ovvero del mercenario di Ame in possesso del Jigoku e delle conoscenze per usarlo. Arte e Inchiostro che poi furono ereditate da Hakuseki Mozumi, il vecchio tatuatore di Oto. Tutto ciò era Impossibile da confermare ma era pur sempre una pista valida.

    Infine mi concesse una lezione, diciamo gratuita. Se da una parte avevo ricevuto un qualche organo che mirava ad aumentare la mia presenza femminile la maggior parte di quella forza sarebbe derivata dalla mia testa, dalla mia mentalità, dal mio portamento. Sacrosante parole, e una volta che sarei uscita da quella situazione avevo proprio intenzione di spingermi oltre, di imparare e di mettermi in gioco. Di sfidare i tabù. Quasi ogni genere di tabù. Ero rimasta ancorata troppo al mondo Yotsuki. All'essere irrazionale, brutale e allo stesso tempo vulnerabile. No, sarei diventata una femme fatale. E contestualmente un Demone. Un Ninja talmente forte da imporre le proprie decisioni. Lì stava la mia dualità. Da una parte Yuri. Il cambiamento. Dall'altra il peso della vita passata di Kato. Yuri avrebbe lavato via l'onta dell'esistenza mediocre e mesta di Kato. E il Kato dentro di me avrebbe trovato senso nella misura in cui Yuri sarebbe diventata forte e potente.

    Ma tutti quei pensieri si bloccarono. Questo perché il dolore, tremendo, mi tolse la piena coscienza di me.

    _________________



    Dopo il mio brusco risveglio fu solo grazie alla combinazione della mia tecnica sonora e del mio sangue elettrico che riuscii a svegliare il Fauno dalla sua condizione. Fu il Ninja stesso a pregarmi di smettere con l'assalto sonoro. Un invito che accettai volentieri, consapevole che a breve sarebbe giunto in mio soccorso. L'uomo fu di parola, sorprendemente. Nonostante le condizioni in cui era stato trattato e il fatto che non fosse affiliato si occupò di me. Temeva fino a quel punto una ritorsione da Ame qualora avesse sgarrato? In ogni caso ricevetti subito un pò di assistenza nella forma di tonici, i quali rappresentarono per me una vera ventata di aria fresca in quel posto putrido. Recuperai un po di energie sufficienti per garantirmi un pensiero più articolato.

    A seguire fui lavata e cambiata, sfruttando dei ninjustu da parte del Fauno. Consapevole che per quei frangenti il mio corpo, pudicizie comprese, era completamente esposto alla sua vista Come sono messa? chiesi quasi innocentemente, preoccupata dell'esito dell'intervento. In ogni caso in tutto quel trambusto l'attore principale della storia, il Jigoku, stava facendo il suo sporco lavoro. Il serpente si stava muovendo, e io sapevo già dove si stava dirigendo Quello che vedi è una sorta di veleno, diciamo che è la definizione più vicina. Una volta che aggredisce la vittima si propaga inesorabilmente verso il cuore e li attecchisce fino alla morte. Sostanzialmente lo scopo è quello di indebolire la vittima. evitai di aggiungere ulteriori dettagli come quello non indifferente che alla morte il Jigoku prosciugava il cadavere per rinfozarsi e ritornare alla propria boccetta. Ad Ame le informazioni si pagavano e quella era decisamente una buona informazione La persona che mi ha inettato questo veleno... ha detto che o morirò o resisterò ad esso, permettendomi di trasformarmi in una versione ancora migliore. Ora non so fino che punto io possa resistere ma se mi aiuterai, con le tue arti mediche a stabilizzare le mie condizioni, questo veleno continuerà a colpirmi ma non riuscirà a finirmi. Potrebbe essere che resistendo oltre ad un certo limite qualche meccanismo si attivi modificando il comportamento naturale del veleno... magari finirà la sua forza e si renderà inerte. aggiunsi Puoi toccarmi, ovunque. Per quanto ne so... e i miei ricordi andarono agli insegnamenti del vecchio tatuatore ... non può colpire più persone in questa forma. Una volta scelta la vittima il veleno inferisce sempre su di lei. Tuttavia per precauzione evita di toccare con le tue mani le zone della pelle dove si trova il veleno, che ha una forma di serpente. Agisci attorno ad esso e resta lontano sopratutto dalla testa del serpente. Non vorrei mai che si potesse propagare anche a te cambiando direzione e muovendosi verso le parti del tuo corpo in contatto... sebbene le mie conoscenze escludono una possibilità del genere. In definitiva continua a sostenermi con le arti mediche. E vediamo fino a che punto arriviamo... in caso contrario ho un metodo estremo per risolvere il problema. sapevo come fermare un Jigoku, mi era stato insegnato. C'erano due modi, il primo e più elegante era quello di usare gli inchiostri per bloccare il serpente. Il restante era quello cruento. Ovvero di recidere la parte di pelle in cui il Jigoku si propagava come estrema ratio.

    Tuttavia dovevo combattere io per primo quel Jigoku. Fy aveva parlato di resistenza, e non credo fosse stata una parola pronunciata a caso. Come un sigillo maledetto oggetti di tale potere dovevano essere domati affinché si potessero controllare. E così pensai a come poter interagire con quel veleno. Era pur sempre un inchiostro ma in esso erano stilate le anime di centinaia di vittime. Rabbiose e affamate Potevo forse comunicarci? Provo a fermarlo. Svegliami solo se le mie condizioni saranno critiche, ad un passo dalla morte. In quel caso avrei spiegato al Fauno come intervenire, avrebbe dovuto recidere con i suoi strumenti il serpente tagliando la pelle e rimuovendo così fisicamente il tatuaggio vivente.

    Così mi distesi di nuovo supina e chiusi gli occhi focalizzandosi estremamente sul mio respiro. Quasi ad udire i battiti del mio cuore. Rallentandoli sapevo che avrei ostacolato in qualche modo il Jigoku nel sopraggiungere verso il mio Cuore. E mentre percepivo lo strisciante percorso del veleno cercai di entrare in comunicazione con esso, ad ogni Movimenti sinuoso abbinai un mio respiro. Cercai di cogliere la malvagità in essa contenuta. Di parlare con quell'oggetto demoniaco. Tra il dolore atroce, l'incombenza della mia morte e la febbre che mi portava al delirio non sarebbe stato impossibile spingere il proprio corpo a confrontarsi contro una sostanza mortale, almeno mentalmente. Forse mi trovavo, per assurdo, nella condizione ideale per entrare in comunione con un entità di tale malvagità. Infondo l'immaginazione era un arma formidabile se unita ad una corretta meditazione e all'uso del chakra.

    Così mi immaginai di trovarmi in un vicolo, come tanti altri ad Ame. Disabitato, abbandonato e vuoto. E lì costruii nella mia mente la necessità di trovarmi davanti al serpente. L'assoluta volontà che apparisse davanti a me. Davanti a Yuri Zahard. Dimostrando l'assoluta convinzione di fermarlo. Lì mi sarei confrontata con il Demone Serpente.






    Se io stessa volevo diventare un Demone dovevo prendere esempio da qualcuno...no?



    JIGOKU NO HEBI. Sono Yuri Zahard. Ti invito a scendere a patti!





     
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