La Gara del The[Paese del The] Add. chakra repulsivo per Yasuke Muramasa

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    La Gara del The


    Ottavo Post

    Era riuscito nel suo orrido e malsano intento, aveva toccato provando praticamente un trauma forse profondo una ferita che non sanguina ma di gran lunga peggiore. Per un attimo assaporò la vittoria non aveva minimamente considerato la reazione così furente e rabbiosa della kunuichi e improvvisamente con una forza sorprendente si liberò da quelle mani troppo lunghe, prendendo il tipo in fallo.

    Effettivamente Hisato era troppo preso dalla sua perversione e distratto per reagire come avrebbe dovuto e potuto quindi non fu minimamente in grado e o non volle difendersi. Venne colpito una volta duramente [Danni]Potenza 10+20 differenza forza resistenza=30->3 Leggere; perdendo già conoscenza ma restando ancora in piedi con un ampio sorriso soddisfatto stampato in volto, l’ulteriore colpo lo spinse a quasi nove metri dalla fogliosa punto in cui semplicemente si accasciò faccia nella polvere e sedere ridicolmente per aria. Era veramente finita finalmente.

    [Note]Status Indebolito;
    Proprio come aveva pianificato tutti i suoi ultimi attacchi andarono a bersaglio chiudendo di fatto quello scontro ma il nemico ebbe ancora la forza di aggiungere dei commenti. Yasuke lo guardò perplesso come stupoto, poi sbuffò e sorrise.

    E' ovvio! Siamo shinobi uccidere se e quando necessario è normale. Non abbiamo tempo per i rimorsi...

    Il biondo osservò Asami stendere l'altro ninja per poi ignorare completamente le ultime parole di Gekko prima di perdere i sensi stramazzando nel fango. Il sabbioso si crollò la polvere dai vestiti e si avvicinò alla compagna:

    Asami stai bene? Io tutto ok...

    notando il sangue dal naso di lei le avrebbe passato un fazzoletto di cotone bianco pulito profumato all'arancia e cannella. Il ragazzo avrebbe sorriso dolcemente e in modo abbastanza rassicurate

    Se ti serve una mano o una spalla ci sono...

    Disse senza però avvicinarsi, come se avesse capito intuito le difficoltà della rossa...

    Qualche momento dopo osservando meglio il lungo dello scontro e i due nemici

    Questi due perché hanno fatto tanto? Va bhe comunque lasciamoli qui e andiamo...Finiamo questa...questa gara. E andiamo via.

    affermò indicando un sentiero che appariva abbastanza battuto, verso nord, che portava fuori da quel boschetto o almeno era quella la speranza...




     
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    La Gara del The


    IX



    Narrato
    Parlato Asami
    Pensato Asami



    [Nota]Status Confusione: Danno 0.5

    Asami non era una ragazza violenta. Non lo era mai stato. Mentre tutti gli altri shinobi cercavano di diventare più forti per proteggere i loro cari, lei aveva sempre cercato di intraprendere la via più adatta a lei. La medicina era la sua passione. La possibilità di aiutare i bisognosi di cure e non rincorrere alla violenza, era per lei un obbiettivo da perseguire, soprattutto pensando alla bassa fiducia che il padre aveva nei loro confronti e, inevitabilmente, su di lei. Voleva essere un esempio per lui e per tutti gli altri dimostrando come ogni singolo problema poteva essere risolto solo con la forza della parola. Quali di quei desideri erano realizzabili? Quale di quelle parole erano vere? Uno shinobi avrebbe mai potuto combattere le sue battaglie evitando lo scontro?
    Forse no. O almeno in quell'occasione Asami non lo fece, abbandonandosi al sentimento di rabbia scatenato da ciò che fece quel ragazzo, senza fermarsi dopo l'ennesimo sorriso sul suo volto scaraventandolo a diversi metri di distanza con un colpo micidiale. Con il braccio teso, la giovane donna respirava affannosamente dopo la potente manata spostando il suo sguardo spietato verso di lui, per poi camminare verso la sua direzione, ritrovandosi a pochi metri da lui.

    Ma... Cosa ho fatto?

    Fu proprio in quell'istante che il corpo della genin si bloccò improvvisamente, quasi tremando alla vista del ragazzo che si trovava privo di sensi davanti a sè. Si guardò le mani, le stesse che fin dall'inizio avevano lo scopo di curare innocenti e compagni di squadra. Le stesse che, per come lo vedeva lei, avrebbero curato il suo stesso nemico. Per lei era impensabile che ciò che stava guardando era stato frutto delle sue azioni. Molte altre volte aveva usato una delle mosse più forti che conosceva e che più spesso utilizzava. Mai come quella volta però aveva avuto efficacia fino a ridurre l'avversario in quello stato. Spalancò occhi e bocca che coprì subito dopo con la mano sinistra mente sul suo volto si disegnò il terrore per aver fatto una cosa simile. Non né credeva capace eppure quel giorno la sua mente oltrepassò un limite che lei stessa stabilì e infranse.
    Non si accorse nemmeno dell'arrivo di Yasuke, che per quel giorno rappresentava il suo compagno di squadra per quell'assurda gara trasformata in tragedia. Tutto le sembrava ovattato attorno a sè, privato anche della luce solare che, oscurata da una nuvola bianca di passaggio, abbandonò quello che per quei attimi era stato un campo di battaglia.
    A risvegliarla dal turbinio di emozioni che aveva oscurato la sua mente e il suo animo, fu un dolce profumo di cannella e arancia. Lentamente si voltò verso di lui, guardandolo con espressione interrogativa. Dopo ciò che aveva fatto, aveva ancora il coraggio di parlargli? Che opinione aveva su di lei? Quale sarebbe stato il suo pensiero dopo quella giornata? E perchè mai dargli quel fazzoletto? Aveva subito qualche ferita?
    Concentrando tutti i suoi senti sul suo volte, sentiva qualcosa poco sotto una delle due narici. Senza nemmeno ringraziarlo prese la pezza di cotone bianco, portandola poi vicino al suo naso, cercando di togliere quella strana sensazione di fastidio. Solo una volta guardandolo osservò il colore del suo sangue su di esso, restandone sconvolta. Eppure non aveva mai avvertito nulla su quella parte del viso. Quando aveva subito quella ferita?
    Ripensò a tutti gli attacchi ricevuti e l'unico che gli venne in mente fu proprio l'ultima testata che aveva ricevuto dal ragazzo, rammentando come in quell'occasione non avvertì nessun dolore all'altezza del naso. Non riusciva a capire cosa le stesse succedendo? Era forse legata alla tecnica che aveva avuto modo di apprendere tempo fa? Spesso e volentieri dimenticava di avere con sè uno dei segreti di Konoha ed era ben in vista il più delle volte, risultando forse essere un facile bersaglio per chi era interessato a quella conoscenza.
    Mentre l'animo della ventitreenne era ancora scombussolato, il giovane ninja di Suna si dimostrò solidale con lei restando comunque a debita distanza. Sotto sotto forse aveva valutato la pericolosità della donna ma ciò nonostante apprezzò il suo gesto rivolgendogli un sorriso, anche se tirato osservando poi le condizione dell'altro ragazzo., del tutto privo di pentimento. In un primo momento restò immobile osservando da lontano l'avversario che sferrò il primo attacco privo di sensi ma le sue gambe si mossero improvvisamente verso di lui. Il suo animo, nonostante ancor scosso dall'accaduto precedente, man mano diventava sempre più leggero. Osservandone le braccia e il petto, dove erano presenti le ferite più evidenti, la fiamma ardente del fuoco che la spinse a diventare una kunoichi, divenne sempre più calda fino a bruciare il senso di pentimento, che come un macigno occupò il suo cuore.
    Sembrava svenuto ma la ferita al braccio era piuttosto vistosa e le due mani presero dal suo marsupio il kit medico con l'intenzione di curarlo. Fece il necessario da evitare una pericolosa infezione, per poi fasciarla. Avrebbe dovuto controllare anche l'altro ragazzo ma qualcosa la bloccava. Avrebbe dovuto farlo ma perchè non ci riusciva? Chiuse gli occhi cercando di capirne la motivazione ma per qualche ragione non riusciva a compiere un suo dovere. Voleva cercare un risposta a tutto quello ma il ragazzo biondo interruppe i suoi pensieri, spostando la sua attenzione su di lui.

    Lasciamoli qui?

    Osservando i due avversari stesi a terra credeva di aver compiuto un suo dovere. Gli shinobi facevano quello, combattevano fino a che uno dei due non soccombeva alla forza dell'altro. Per un attimo, curando le ferite del giovane, si paragonò a Yasuke. I danni che lui aveva inflitto, senza pietà, erano gli stessi che lei aveva fatto con il suo avversario. La differenza per lei era che non aveva mai usato la sua forza per ridurre una persona in quello stato. Prima di allora non aveva mai avuto intenzione di farlo. Eppure quel giorno il destino l'aveva portata a fare ciò. Aprendo gli occhi però si rese conto della reale differenza che c'era tra lei e il ninja della sabbia. Mentre uno era disposto a lasciare i due giovani, che loro stessi avevano rischiato di uccidere, stesi lì a terra, per la ragazza dai capelli rossi era inconcepibile un simile comportamento. Non avrebbe mai lasciato un ninja, gravemente ferito, abbandonato a se stesso.

    Tu sei pazzo!

    Si voltò verso di lui, facendo poi alcuni passi verso la sua direzione, puntando il suo sguardo inorridito verso di lui. Come poteva pensare ad una cosa del genere? Come poteva essere così crudele con un altro essere umano? Forse era arrabbiato per quello che era successo ma perchè lasciarli in quelle condizioni? Scosse la testa, avvicinandosi poi al ragazzo che aveva appena curato, risultando più esile e più facile da trasportare in braccio senza problemi. Con un pò di fatica, lo alzò di peso per poi rivolgersi verso il sunese.

    Con che coraggio li lasceresti qui, privi di sensi!? Mi rifiuto! Portiamoli con noi, qualche medico lungo la strada lì aiuterà... più di come ho fatto io...

    Lanciò un'ultima occhiata al ragazzo che aveva tra le sue braccia, aspettando poi Yasuke e seguire la strada da lui indicata in precedenza.

    [...]

    Correndo tra gli alberi del fitto bosco, la sua mente viaggiò nuovamente sulle due figure prive di senso. Non sapeva il perchè del loro attacco. Forse era un modo per impedire loro di vincere la gara. Non avevano calcolato però l'abilità di due ragazzi. Quello che più gli sembrava strano erano state le parole del giovane sunese. Da quella battaglia, a differenza sua, non sembrava minimamente sconvolto, quasi come se ciò che aveva fatto gli sembrava così naturale. Era davvero così crudele o stava indossando una maschera? Aveva pochissime informazioni su di lui e non poteva dare conclusioni affrettate. Una cosa però era certa. Se per lui tutto questo era normale, lei non poteva accostarsi ad un simile comportamento. Le sue parole arrivarono improvvisamente, prendendolo forse alla sprovvista.

    Io non sono così. Questo non mi appartiene, eppure... quando è successo mi sentivo così strana. Ma la violenza... non è la soluzione ai nostri problemi. Neanche per un stupida gara come questa. Abbiamo perso un sacco di tempo e molto probabilmente arriveremo ultimi... ma dovevo aiutarli. Sono felice con me stessa... Sono felice perchè ho fatto quello che mi sentivo di fare. Quello che è giusto...

    Quelle parole colpirono anche lei, non rifiutando un possibile contatto visivo con il giovane sunese. Più lo guardava più ne aveva la certezza. Su quel punto erano completamente discordanti, due persone completamente differenti.

    ... Io non sono come te.

    Un pensiero che avrebbe dovuto tenerselo per se ma che per colpa della sua lingua tagliente, lo aveva detto senza mezzi termini. Un comportamento che spesso risaltava quando non aveva paura di dire ciò che pensava, senza rendesi conto delle ferie che poteva provocare.
    Alla fine l'aveva giudicato e forse anche ferito.

    [...]

    Per tutto il resto del tragitto la ragazza dai capelli rossi non avrebbe parlato se non rispondendo in monosillabe a qualche sua possibile domanda. Fino a quando davanti a loro non si intravedeva una forte luce. Più si avvicinavano ad essa più era chiaro cosa avrebbero trovato. La fine del bosco era ormai vicina e la genin della foglia cercava di mantenere il passo per restare al fianco del suo compagno di squadra. Una volta usciti avrebbero percorso qualche centinaia di metri prima di ritrovarsi all'ennesimo e ultimo ostacolo di quello che per lei era ormai diventata una tortura. Un muro di legno alto sui 4 metri. Per lei una passeggiata ma, non avendo voglia di impegnarsi per il suo umore a pezzi, decise di farsi aiutare nuovamente dal chakra, riuscendo quindi a superarlo senza problemi. Una volta superato in lontananza avvertiva l'enorme folla del pubblico

    Finalmente la fine

    I due più si sarebbero avvicinati al traguardo più avrebbero distinto le varie figure. Tra tanti il volto di suo zio Bumi che incitava forse non solo la ragazza a correre più veloce ma anche la folla. Ma quello che aveva visto la ragazza il nastro del traguardo era già stato strappato.
    Il primo posto purtroppo non poteva più essere raggiunto e nemmeno gli altri due posti del podio. I due arrivarono quinti ma ciò che preoccupava la ragazza erano le condizioni del ninja che aveva portato in braccia fino a quel momento, richiamando dei medici, che si avvicinarono ai due malandati. Uno di quelli avrebbe chiesto a Yasuke spiegazioni riguardante quello. Dopo il colloquio con uno dei medici, la ragazza si sarebbe avvicinata a lui, con una mano dietro la nuca e con un tono di voce relativamente basso.

    Nonostante la sconfitta...e tutto il resto... è stato un piacere gareggiare con te.

    Gli avrebbe porto la mano, per stringerla in segno di saluto, per poi aggiungere suo io. on sapeva come l'avrebbe presa ma dal suo punto di vista era stata una sconfitta e non di certo per la posizione che i due avevano raggiunto alla fine della gara.




    Chakra: 21.5/40
    Vitalità: 4/14
    En. Vitale: 20/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 475
    Velocità: 400
    Resistenza: 400
    Riflessi: 400
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 400
    Agilità: 400
    Intuito: 400
    Precisione: 400
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Tonico di Ripristino Inferiore × 2
    • Kit di Primo Soccorso × 1
    • Respiratore × 1
    • Kunai × 9
    • Antidoto Specifico Base × 1
    • Specchietto in Metallo × 1
    • Tonico di Recupero Inferiore × 2
    • Tonico Coagulante Minimo × 2
    • Corpetto in Cuoio × 1
    • Spiedi × 9

    Note



    Status Confusione Medio: 2/3





     
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    La Gara del The


    Nono Post

    Asami sembrava anzi era molto più turbata di quanto Yasuke potesse immaginare e prevedere ma non ostante tutto pensò a curare i nemici feriti, gesto che sorprese abbastanza il sunense che rimase in silenzio ad osservarla.

    Cosa era quella forza che la spingeva ad aiutare e curare degli sconosciuti? Che avevano perfino attaccata, cercando di fargli del male. Cosa e perché? Doveva essere quella la pietà e anche la compassione, allora era questa il significato reale, concreto e materiale. Una donna, un essere umano poteva essere anche pieno di pietà e compassione.

    Pietà e compassione? Mhp non sembrano tanto male...

    Poi la fogliosa lo additò e chiamo pazzo il biondo la guardò allibito visibilmente sorpreso. Sbatté più volte le palpebre, a bocca appena aperta e senza parole.



    Che cosa? Perché? Ma soprattutto te ne accorgi solo ora?! Cioè da quando sono il cattivo qui? Bho

    Pensò evitando accuratamente di parlare, sembrava proprio una crisi di coscienza o qualcosa del genere poi sbuffò si grattò la nuca con la mancina e si avvicinò a Hisato sollevandolo e caricandolo in spalla.

    Ok, come preferisci andiamo.

    Annuii senza aggiungere altro incamminandosi per il sentiero.

    Avanzando nella boscaglia tra luce e ombre, portando un nemico in spalla, il diciannovenne pensava e meditativa ancora riguardo la pietà, la compassione, la bontà contrapposte alla rabbia, la vendetta e la crudeltà. Sensazione e sentimenti che ancora una volta rimarcavano l'anima duale e in continuo contrasto nel cuore e nella mente del genin. Improvvisamente fu trascinato nuovamente alla realtà dal nuovo sfogo della rossa.

    Sei semplicemente umana...Loro ci hanno attaccato, volevano farci del male e ferirci. Ci siamo solamente difesi...La cosa giusto dici?! Forse hai ragione ma non è sempre facile capire cosa è giusto e cosa non lo è. Il confine può molto labile...

    Ricambiando il contratto visivo, senza indecisioni.

    Meglio...Io sono il figlio di un demone dal volto d'angelo....sporco fino all'anima...Conosco sofferenza, dolore, rabbia e odio non so cos’è pietà, compassione e affetto...Ho visto l'oscurità dell'essere umano e desiderato la fine...Tu sei pura, candida e innocente e spero lo resterai sempre.

    parole semplicemente vere e sincere forse toccanti esposte però con tono gelido e distante, volto totalmente inespressivo era questo il vero Yasuke? Difficile a dirsi.

    Comunque avrebbe continuato la marcia in silenzio osservando saltuariamente la compagna con la coda dell'occhio. Continuando a correre senza sosta uscirono dal bosco e ancora avanti a ritmo costante più o meno. Ma ancora un ostacolo che fortunatamente non era troppo alto questa volta. Ormai fiducioso di quanto appreso il sunense, non rallentò nemmeno e come già fatto in precedenza, spiccò un saltò che fu notevolmente potenziato grazie al caro chakra repulsivo. Superando così l'ultima prova in netta scioltezza.

    Finalmente giunsero al traguardo ma ormai era troppo tardi i primi posti erano già stati tutti presi. I medici accorsero, Yasuke lasciò l'otese nelle loro mani. Quando gli fu chiesto cosa fosse accaduto con sufficiente calma e pazienza spiegò a grandi linee dall'agguato e dello scontro successivo. Il ragazzo si asciugò il sudore con un asciugamano bianco e si reidratò con una bibita energetica. Poi la fogliosa lo salutò offrendogli la mano

    Piacere anche mio...

    Rispose anche lui stringendo la mano della ragazza sorridendo perfino, in fondo non aveva nulla contro di lei. E grazie alla kunuichi aveva capito cosa fosse la pietà e la compassione, una lezione probabilmente utile e importante. Ma il biondo aveva commesso un errore mostrando parte della sua oscurità? Domanda a cui solo il tempo avrebbe potuto dare risposta adeguata...



     
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