Un Grido nel Freddo

[Cambio di Equilibri ad Azumaido]

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  1. Febh
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    È colpa tua. Ratty

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    Epilogo

    Minarai - 9

    Non ero del tutto consapevole di cosa stavano parlando i presenti, dopo la dipartita dell'uomo che avevano cercato di curare, ma notai facilmente come un elemento fosse ricorrente: il Potere dell'Eremita delle Sei Vie, modificato in maniera radicale...e uno strano oggetto rituale che era completamente privo di acqua e dunque non sottoposto all'influsso del Freddo. Non c'è acqua...ma potrebbe contenere un liquido. Qualcosa di totalmente alieno al Freddo... Pronunciarlo acuiva le centinaia di spilli che sentivo sotto la pelle. Ma che potrebbe trattenere qualcosa che lo è. Se il Freddo è veicolato dall'acqua...allora a dispetto delle iconografie esso è Vita. Non esiste vita senza acqua. A giudicare dal...anf...motivo e dalle decorazioni, quello sembra qualcosa di affine alla Morte. Veicola un potere opposto al Freddo...per contenerlo, forse? Catturarlo? Mere illazioni, non avevo più informazioni dei presenti e forse persino meno, ma era un'idea che dava da pensare.

    In quel frangente, mentre Fudoh-san arretrava scoprendo le doti di Hideo, osservai la punizione che il Sensei riservava a chi non aveva abbastanza forza per opporsi alla paura, che doveva diventare uno strumento e non un legaccio, come rimarcai poco dopo. Mi chiesi piuttosto come mai Fudoh-san avesse tanto ribrezzo per una delle arti ninja più antiche...forse la sua immobile fibra morale e la sua esperienza rifiutava il ricorso a manipolazioni e a chi si opponeva alla storia naturale delle cose, seguendo le arti mediche. Mi ripromisi di parlargliene in un secondo momento. Poco dopo i due sciamani si congedarono, mentre il Primario compiva il miracolo aiutandomi a condensare il Freddo in un Kamui oltremodo atipico...un seme, silente ma dall'immenso potenziale, proprio accanto al mio tan'tien nel centro del corpo. Forse con il tempo avrei appreso come liberarne il potere in maniera graduale, a mio vantaggio. Respiravo, finalmente libero dal terribile dolore, ma la stanchezza ormai appesantiva i miei arti e tremavo ancora, per quanto a causa della fatica e non della temperatura.

    Mentre mi sollevavo Fudoh-san si diresse verso Youshi come da indicazioni, dopo aver ricevuto i miei ringraziamenti...e quindi mi prostrai davanti al Maestro, che si mostrò degno del titolo che portava. Comprendo, Maestro...eppure le mere briciole erano incredibili. Chinai il capo nuovamente. La stanchezza ha avuto la meglio e ho perso di vista la giusta prospettiva: troppa fretta e irruenza sono solo una perdita di tempo senza la comprensione. Apprendere che una tecnica proibita celava il potere ultimo di quell'Emozione mi trasmise sensazioni ambivalenti: un potere del genere era incredibile, ma avrei dovuto brandirlo in segreto per il resto della vita, uccidendo chiunque lo avesse visto o sarebbe diventato motivo di sfiducia e mi avrebbe allontanato dal Bersaglio. Anche se incredibile era una capacità che avrei potuto usare forse una volta contro l'Hokage e poi mai più coi successivi. Io...capisco. Vi ringrazio del tempo concessomi. Non era il momento e non ero nelle condizioni di ragionare a mente lucida, ma certamente quel dilemma sarebbe stato al centro delle mie meditazioni future.

    Sarebbe stato Hideo ad avvicinarsi mentre lasciavamo la scena, interrompendomi e portando avanti una richiesta a dir poco azzardata, specie considerata la presenza del Maestro e la sua influenza. Rimasi in silenzio alcuni istanti, stanco al punto da rispondere seccamente e con scarsa cortesia, ma mi obbligai a respirare a fondo dietro la maschera prima di replicare, lento. Hai un potere che apre all'incredibile, capace di raggiungere vette leggendarie. E tuttavia...te ne vergogni. E lo temi. Dissi, solenne. Come speri di migliorare te stesso se ti rifiuti? Come ho detto...se il problema è essere controllato da Momin, allora apprendi a essergli superiore. Alzai un braccio. Il Maestro ti ha castigato e ripreso per il tuo atteggiamento, non per le tue parole. Qualcuno che ha vergogna di usare il potere non merita il potere. Il Debole pensa allora di rinunciare al potere, e il Maestro odia i deboli. Lasciai depositare quelle sillabe. Il Forte uccide la propria vergogna e sottomette la propria paura. Io stesso lentamente con gli insegnamenti di Kensei stavo raggiungendo quell'obbiettivo. Fino a quando non saprai farlo, come potresti mai essere degno del Maestro?

    Quanto alla sua proposta avrei camminato, superandolo come per ignorarlo, ma aggiunsi, mentre mi allontanavo. Un Minarai è Apprendista, non Maestro. Non posso essere il Sensei di nessuno, poiché l'arroganza è il primo nemico di un Minarai, a meno che non sia pronto ad abbattere il suo Maestro. Figurativamente o letteralmente. Non ho ancora il potere per farlo. Ma se vorrai un supporto per semplice sparring o allenamenti di base, potrai chiamarmi Senpai. Con quelle parole mi sarei allontanato senza proferire altro. Una volta a Kiri il mio freddo e angusto alloggio sarebbe sembrato una reggia riscaldata mentre, senza nemmeno togliere la maschera, precipitavo nel sonno degli esausti, lasciando che il Freddo fosse solo un terribile ricordo...e un seme pulsante che portavo in corpo.
     
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