Il Mostro che dorme nel profondo[Rise - Capitolo III]

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    Il mostro che dorme nel profondo


    Capitolo Unico



    Atto I
    Rialzati



    Alcune scelte, più di altre, erano difficili da accettare pur in nome dell'idea e, in quel periodo, di scelte complesse ero arrivato a prenderne molte. La decisione riguardo al futuro di Youshi era forse la più pesante ma anche quella che mi attendeva richiedeva una cautela assoluta: dopotutto, non si andava a maneggiare fuuinjutsu di contenimento ogni giorni, anche se a farlo era un esperto come il sottoscritto.
    Il vento smuoveva il mio mantello mentre lo sguardo si perdeva tra i flutti incessanti e maestosi del mare che, imperterrito, si schiantava con vigore ogni volta rinnovato contro le pendici della scogliera di Kiri, tagliata da larghe ma brevi dieresi di raggi solari. Io ero e sono Kiri: il mio compito, la mia prima missione, è quella di difendere coloro che, assieme a me e nel mio nome, fanno ciò che è necesario. Più di altri giorni sentivo l'onere del mio cappello pesare sulle mie robuste spalle. E proprio mentre rimuginavo su quelle parole, ne ricordai altre, di non troppo tempo prima, ed altre ancora, di anni prima; parole di colui che un tempo poteva comandarmi e che adesso comandavo io: Itai Nara. La mano sinistra, gelida nel suo tocco d'acciaio, spostò il guanto al terminare del Corpo dell'Inquisitore e pizzicò il dorso della sua speculare, facendo fuoriuscire quella goccia di sangue minima e necessaria alla Tecnica del Richiamo. La maestosità della Baronessa, fluttuante sullo strapiombo della scogliera kiriana, mi accolse senza domanda ma con un rispettoso e paritario inchino. Dal Nono, per favore. Ed in un attimo, fui avvolto dai chirotteri che, delicati come la foglia d'autunno che cade irregolare dal ramo più basso della quercia, mi sollevarono in cielo, alla volta della destinazione richiesta.

    [...]

    Oggi mi assisterai. dissi, fissando i suoi occhi indaco. Tenevo sotto braccio due piccoli rotoli da richiamo, uno bianco ed uno blu. Devo giocare con dei fuuinjutsu particolarmente complessi e pericolosi ed ho bisogno di qualcuno che mi copra le spalle. Inoltre, la tua esperienza in materia è più che necessaria. L'arto protesico prese il rotolo da richiamo bianco e lo porse al kage Emerito. Doveva afferrarlo. Non saremo soli, tuttavia. Dissi, mentre già mi incamminavo.
    Ho già preso le dovute precauzioni, non agiremo a Kiri. Lo faremo a Genosha, nel seminterrato di un edificio secondario costruito pochi anni fa, ad un paio di chilometri dal Liceo. Era pensato come luogo d'isolamento per i ninja dimostratisi scostanti o pericolosi per i loro compagni. Una frazione dell'Hakushaku ci raggiunse, posandomisi sulla spalla. Possiamo procedere in volo grazie alle nostre creature oppure giungere nell'Isola Carcere nel metodo che preferisci. Il nostro terzo uomo non ha problemi nell'attendere. Allargai le mani. La scelta è tua. Ne era ignaro ma non era da escludere che, se qualcosa fosse andata storta, quello poteva essere l'ultimo viaggio della sua vita.

    [...]

    Un edificio spartano, gelido, ci avrebbe accolti, col vento che, turbinando e schiantandosi in ogni anfratto, ululava selvaggio e fischiava. Proseguii a passi fermi e certi, spalancando una serie di porte discendenti che portavano verso luoghi sempre più oscuri. Al nostro passaggio, piccoli fuuinjutsu eterni, animati dalla presenza di chakra, si innescavano generando una piccola scintilla che permaneva nell'aere, fluttuando per la durata del nostro passaggio. Un jutsu di mia invenzione, concesso agli alloggi del Liceo e come decorazione ornamentale di alcuni altari religiosi sull'Isola Gemella di Genosha. Ci siamo. Dissi, indicando una gigantesca porta che, nella penombra assoluta, riuscivamo ad intravedere soltanto alla fine del corridoio. Quello è il livello più basso della struttura. Ci sta aspettando. Facendo strada, mi avvicinai alla porta. L'arto meccanico si poggiò su di essa, generando un lieve clangore che, con la pessione, si affievolì sparendo. Una luce più intensa tagliò il buio di quel corridoio, illuminando prima me e poi Itai al mio fianco, permettendogli di scorgere tutto quello che avevo allestito: una serie circolare di tavoli e comò su cui giacevano le più varie ampolle, i più rari pigmenti ed i più complessi intrugli, incorniciava un lettino operatorio sul quale, legato con spesse catene nere come la pece, giaceva, col volto deturpato da una ferita alla testa sanguinante, uno shinobi. Al Nara sarebbero bastati pochi passi dentro la stanza per avere la conferma delle impressioni che gli sovvennero dall'uscio: quello era un viso conosciuto! Ho bisogno di preparare alcune cose. Tu, intanto, mettiti a tuo agio. Nuovamente composi i cinque sigilli della tecnica del richiamo, facendo comparire, dopo la mitologica nuvoletta di fumo, una splendida urna decorata in nero, oro e blu, con motivi che richiamavano i simboli di Kiri. Non era un segreto che volesse ritirarsi da tempo dalla vita ninja. Diamogli dunque quello che vogliamo. L'aria nella stanza si fece immediatamente insostenibile mentre il chakra dal mio tantien cominciava a fluire verso la stella sul mio trapezio destro, contornandomi d'un chakra nero e tetro. Quando la mia intera figura divenne luminescente di quella oscura luce, la tensione nella stanza e sulle membra di tuti diminuì. Estriamo il Sanbi da Ryuu Mizukyio. [Note]Have fun, mio caro. <3



    Chakra:
    Vitalità:

    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 775
    Velocità: 700
    Resistenza: 700
    Riflessi: 700
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 700
    Agilità: 700
    Intuito: 700
    Precisione: 700
    Slot Azione
    1:
    2:
    3:
    4:
    Slot Difesa
    1:
    2:
    3:
    4:
    Slot Tecnica
    1:
    2:
    3:


    Equipaggiamento
    • Lente per D-Visor - Visione Fotocromatica × 1
    • Lente per D-Visor - Lente Fish eye × 1
    • D-Visor dell&#039;Elmo da Inquisitore × 1
    • Elmo integrale dell&#039;Inquisitore × 1
    • Arto Artificiale Kiriano Superiore × 2
    • Corpo dell&#039;Inquisitore × 1
    • Sistema di Ancoraggio dell&#039;Arto Artificiale × 3
    • Spiedi Potenziati × 2
    • Lente per D-Visor - Visione Telescopica × 1
    • Tonico di Ripristino Superiore × 1
    • Equipaggiamento Debilitante × 1
    • Yakusoku Kenkichi × 1
    • Braccio Sinistro dell&#039;Inquisitore × 1
    • Simbolo della Stella × 1

    Note

    • [TS] Istinto Omicida disattivato.
      - Unità di Sangue a round per mantenimento.

    • Combattere con Handicap Attivo.
      - Numero di Round passati con l'equipaggiamento debilitate indossato: 0.

    • Assetto Gakutensoku: Nessuno.
      - 0 Round rimanenti al prossimo Cambio di Assetto.


     
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    Il Mostro che dorme nel profondo


    I - Promesse


    L'aver lasciato Kiri per un periodo di tempo così lungo aveva permesso che molteplici cose venissero lasciate in sospeso. Una tra queste era l'addestramento del Jinchuuirki del Sanbi. Ryuu Mizuko era diventato il portatore del Tre Code per errore e come tale, non aveva mai apprezzato pienamente il suo ruolo né era stato il più adatto degli Shinobi a divenire una Forza Portante. Lo avevo sempre sospettato e sapere che il Sanbi era ancora dentro di lui, ma di fatti relegato ad un ruolo passivo, mi sorprese: aveva resistito molto, ma di fatti, aveva deciso di ignorare il demone per sopravvivere. Ryuu non era adatto ad essere il Jinchuuriki del Sanbi e quella situazione era, come molte cose, colpa mia.
    Era stato mio allievo ed ero conscio delle sue debolezze di carattere. Troppo buono ed avventato, troppo dolce per il sanguinoso mondo degli Shinobi, di carattere troppo debole per reggere il peso di un Bijuu. Mi ero prefissato di correggere quei difetti con l'addestramento, con il tempo e con i consigli, ma gli eventi avevano fatto sì che, purtroppo, abbandonassi quella strada e Ryuu a sé stesso.
    Ed ora, il tempo ed un nuovo Kage, ne chiedevano il conto. Ed io avrei dovuto accettare di aiutarlo.



    Kensi aveva preso residenza nella casa che avevo occupato in quanto Kage, Jukyu, invece, era tornata nell'appartamento dove avevamo vissuto nei suoi primi anni di vita, prima della mia nomina a Mizukage. Avevo deciso, il giorno del mio ritorno, di evitare di farla soffrire imponendole la mia presenza e discretamente la stavo osservando da lontano barcamenarsi in un ruolo più grandi di lei. Kensei aveva deciso di fare di lei una delle sue più strette collaboratrici, l'aveva posta al secondo posto della gerarchia di Kiri, al di sotto solo di lui stesso ed allo stesso livello di un veterano come Etsuko che era uno Shinobi da anni prima che Jukyu nascesse.
    Per cercare di tenere fede alla promessa di lasciarle vivere la sua vita pur cedendo all'impulso di protezione, avevo affittato un appartamento nello stesso quartiere, a mezzo chilometro di distanza dal vecchio complesso che ospitava la casa di mia figlia. Un modesto bilocale all'ultimo piano, così da avere facile accesso al tetto del palazzo per poter partire direttamente in volo senza essere costretto a scendere in strada.
    Fu su quel tetto che il Mizukage mi trovò. Non passavo molto tempo nell'appartamento. Era totalmente spoglio, fatta eccezione per dei mobili strettamente essenziali. Dormivo su un futon, mangiavo cibo acquistato fuori su un tavolino basso nella stessa stanza da letto. Mi sforzavo di mantenere il posto in ordine, ma era ben misera cosa rispetto la mia precedente sistemazione. Non che mi importasse realmente: una parte di me sentiva che la sistemazione più giusta sarebbe sotto terra, in una tomba. Vivere in un bilocale era un notevole miglioramento.
    Kensei giunse avvolto in uno stormo di pipistrelli e mi trovò seduto sul parapetto, gambe penzoloni nel vuoto, con lo sguardo rivolto verso il mare che si coglieva a malapena nella foschia Kiriana.
    Salve Kensei, dissi con tono tranquillo e neutro. Da quando ero tornato mi comportavo così: in maniera neutra. Era il meglio che Kensei potesse sperare da me, del resto e decisamente molto meglio della violenta opposizione che forse aveva temuto quando aveva visto Yogan solcare Kiri. Immaginavo andasse bene, del resto. Certo, mi sto annoiando ultimamente e fare qualcosa di utile ravviverà le mie giornate. Risposi alla sua "richiesta" (che richiesta non era). Avrei potuto rispondere un ben più militare "signorsì", sarebbe stato appropriato in egual misura a quello che di fatti era un ordine. Andiamo pure. Aggiunsi poi, componendo i sigilli della Tecnica del Richiamo per far comparire Yogan. Non era nella sua forma umana, né in quella completa, bensì in un forma "ibrida", che mi consentiva di salirvi in groppa ed a lei di muoversi con rapidità ed agilità.




    Faceva freddo, e quel posto era miserevole, buio e triste. E tristi sarebbero stati gli avvenimenti che avrebbero avuto luogo nelle viscere dell'edificio nella freddissima Genosha.
    Perché ciò che sarebbe accaduto, era, come già detto, colpa mia. Di fronte alle parole del Mizukage reagii con un silenzio lungo quasi trenta secondi, un'immobilità che non era però rigidezza. Stavo metabolizzando le implicazioni e le conseguenze di quella giornata e, come troppo spesso mi capitava, i motivi per cui le cose stavano cambiando in quei modi inattesi, ritrovandovi, quasi sempre, una mia responsabilità in tutto ciò.
    Mi avvicinai, silenziosamente, al lettino dov'era legato Ryuu. La ferita sulla sua testa non era vecchia, tutt'altro. Mi voltai verso Kensei, cercando la maschera che gli copriva il viso, poi fissai la giara che ora comprendevo, essere un Reliquia. Sentii Chomei agitarsi dentro di me, ma il Bijuu non protestò vistosamente alla prospettiva che suo fratello venisse rinchiuso.
    Certamente risposi, senza commentare la presenza di Ryuu, la sua ferita o il fatto di dover trasferire il Bijuu in un prigione orribile come una Reliquia. Lasciami parlare con il Sanbi un attimo. Forse posso... feci una breve pausa, quasi volessi cercare le parole. ...Convincerlo ad accettare le cose con più grazia. Non aspettare il permesso del Mizukage, quello era il mio campo. Mi avvicinai al giovane ninja di Kiri, posandogli una mano sul petto. Lui, svenuto, non parve accorgersi di nulla ed io chiusi gli occhi, lasciando che la mia presenza fluisse nella dimensione inconscia che condivideva con il Bijuu.
    Quando riaprii gli occhi l'acqua mi arrivava quasi alle ginocchia ed un enorme cancello mi sbarrava la strada. Ryuu era svenuto, ma in ginocchio, davanti al sigillo che chiudeva quel cancello.
    Isobu dissi con voce piatta, cercando di non far trapelare il disgusto che sentivo per ciò che avrei dovuto fare. Il Sanbi si avvicinò da dietro le sbarre, mostrandosi in tutta la sua imponenza.




    Itai... Il Sanbi mi rispose da dietro le sbarre. Avevo cercato di fare in modo che due miei allievi potessero utilizzarne i poteri e per due volte avevo fallito. Era la storia triste dei Jinchuuriki: individui come me e Raizen Ikigami erano rari, fin troppo. Da quanto tempo che non ci vediamo. Chomei? A quelle parole il Sette code comparve alle mie spalle, le ali rinchiuse, in una posa del tutto inusuale per lui.

    Ehi fratello disse il Sette Code, con un tono di voce che lasciava trapelare, al contrario del mio, tutta la sua irritazione per ciò che stava per succedere. Hai bruciato anche lui? Chomei toccò il corpo di Ryuu con delicatezza, ma il Mizukyo non si mosse.

    No, questo ragazzino aveva deciso di far finta che non esistessi, per questo è durato anche troppo Una risatina proruppe dalla bocca distorta del Sanbi, che puntò il suo occhio verso di me. Sei sei qui immagino che sia quel momento in cui mi tirate fuori da qui.

    Esatto. Purtroppo però, io non sono più il Mizukage. Immagino tu lo sappia... Ed il nuovo, beh, non ha ancora trovato un sostituto per Ryuu. Sospirai, chinando il capo, avvicinandomi alle sbarre per mettere una mano contro il freddo metallo. Mi dispiace Isobu. Non voglio che vada così. Il Sanbi però non parve farsi bastare quelle scuse. Aveva compreso che, senza un nuovo Jinchuuriki, l'alternativa era la prigionia immobile in una reliquia. Lui era stato per molti anni libero: prima Naruto Uzumaki lo aveva liberato al termine della battaglia contro Madara e Sasuke Uchiha e quando era stato catturato e sigillato di nuovo aveva sventrato un povero Ryo Aokawa per essere libero! Ed ora, il pensiero di tornare in una prigione ancora più stretta di quella in cui si trovava lo disgustava. La furia del Bijuu proruppe in un urto violento contro le sbarre che si trasmise alla mia mano, facendomi volare contro Chomei. Isobu, troverò un Jinchuuriki. Te lo prometto, ma non rendere la cosa difficile. Non voglio che Ryuu muoia.

    Non è un problema mio! L'esclamazione del Sanbi sembrò più ragionevole della mia promessa. Voi umani, tutti voi, anche tu! Non siete degni di ALCUNA FIDUCIA!

    Isobu... Non è una mia scelta. Ma posso trovare un nuovo Jinchuuriki. Te lo prometto. Lo avrei fatto. Non avrei permesso che il Sanbi soffrisse per anni dentro una Reliquia, non avrei permesso che altro odio alimentasse la distanza tra i Bijuu e gli essere umani.


    Quando riaprii gli occhi nulla era cambiato, non erano passati che pochi istanti da quando avevo poggiato la mano sul petto di Ryuu. Mi voltai verso Kensei, scuotendo il capo in un gesto di rassegnazione.
    Purtroppo non intende facilitare le cose Kensei. Dovremo procedere senza il suo consenso. Cercherò di tenere in vita Ryuu donandogli una grossa quantità di Chakra, sperando che basti. Forse servirebbe anche un medico per evitare che finisca male. Gli importava? Lui era un patriota, aveva a cuore tutti i cittadini di Kiri... ma Ryuu era debole. Della peggior specie di debolezza, quella che probabilmente disprezzava e, di fatti, liberarsi di lui avrebbe persino rafforzato Kiri. Come intendi procedere? Perché sarà pericoloso. Il Sanbi si opporrà all'estrazione, nella migliore delle ipotesi, forzerà una trasformazione parziale usando Ryuu come marionetta, nella peggiore, si libererà. Dobbiamo agire presto.

    [Note]Andiamo, per il momento, ancora "in introduzione". Spiega cosa ha preparato Kensei per questa estrazione.
     
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    Il Mostro che dorme nel profondo

    Capitolo unico

    Atto II
    Inizio



    Osservai Itai entrare dentro la stanza, avvicinarsi a Ryuu, studiare la ferita sopra la sua testa; lo vidi che mi osservò, per un attimo, coi suoi occhi spenti, prima di posare lo sguardo sulla giara che avevo appena evocato. Il suo viso si contrasse per un istante, triste e sorpreso, mentre la consapevolezza di ciò che era stato chiamato a fare quel giorno affiorava finalmente sulla superficie dei suoi pensieri. Lasciami parlare con il Sanbi un attimo. Forse posso ... convincerlo ad accettare le cose con più grazia. Disse l'Ombra Emerita. È esattamente il motivo per cui oggi ho scelto te e nessun altro, Itai. Feci, puntualmente, presente, mentre mi avvicinavo ad uno dei vari banconi su cui giacevano gli strumenti necessari alla creazione di inchiostri particolarmente affini al chakra. So che non mi deluderai. Aggiunsi, freddo, mentre iniziavo a mescere i miei ingredienti. Accanto al tavolo dove avevo preso posto c'era un altro bancone su cui erano state posizionate alcune ampolle, delle erbe medicinali e taluni tonici di mia creazione, tanto in forma liquida - la mia specialità - quanto solida. Alcuni istanti dopo aver iniziato a lavorare sull'inchiostro, gli oggetti erboristici accanto a me appena citati iniziarono a fluttuare nell'aria, quasi come animatisi autonomamente: avevo ormai raggiunto un controllo piuttosto avanzato e fine sul chakra adesivo e repulsivo, riuscendo a dosarli con maestria tale da poterli prolungare ben oltre il mio corpo e interagire con gli oggetti che riuscivo a lambire con una precisione forse anche maggiore di quella concessa dalle mani.
    Non ebbi modo, però, di fare molto; l'operazione di Itai durò soltanto alcuni istanti. Probabilmente, così come accade ai Kenkichi al cospetto delle proprie Lame Insanguinate nel proprio mondo interiore, il tempo scorre diversamente per le interazioni tra Forze Portanti e Bijuu. Itai stava scuotendo la testa in segno di disappunto. Purtroppo non intende facilitare le cose, Kensei. Dovremo procedere senza il suo consenso. Cercherò di tenere in vita Ryuu donandogli una grossa quantità di Chakra, sperando che basti. Forse servirebbe anche un medico per evitare che finisca male. Disse Itai, riferendosi al Sanbi. I Demoni, si sa, sono creature vanitose e non mi sarei mai aspettato che la strada diplomatica potesse essere anche solo vagamente fruttuosa. Ma un tentativo era pur sempre da farsi. No. Dissi secco. Non abbiamo bisogno di medici. Ci penserò io. Allungai la mano destra fino a toccare con l'indice lo stoppino dell'ampolla su cui, contemporaneamente, stavo versando un intruglio attraverso il controllo del chakra. Una piccola scintilla nera, frutto del mio chakra affine al Raiton e all'influenza della Stella in atto sul mio tantien e sul mio corpo, si generò dal dito, andando a creare una peculiare fiamma nera che iniziò a bruciare sotto l'ampolla. Pochi minuti e questo liquidò evaporerà, lasciando sul fondo un composto umido che integrerò all'inchiostro che sto ultimando grazie ai Tesori recuperati al Lucchetto. Dissi, senza ancora alzare lo sguardo, intento nel lavoro che stavo facendo. Questo speciale inchiostro, unito all'influenza della Stella che vedi in atto sul mio corpo, dovrebbe amplificare le potenzialità di un fuuijutsu proibito dei Kenkichi: il Voto di Dolore. La Stella mi permetterà di giurare per Ryuu ma di far beneficiare lui degli effetti della tecnica. Il potere della Stella, infatti, mi permetteva di piegare le condizioni di attivazione dei sigilli, cambiandole o unendole anche a clausole tra loro antitetiche senza, tuttavia, inficiarne il funzionamento: la Stella era, in sostanza, capace di generare armonia perfetta anche dal caos primordiale.
    Alzai infine la testa, cercando col mio volto metallico quello di Itai. Ryuu è debole. Dissi, laconico. È stato incapace di sfruttare il suo potenziale, non si è mai davvero dedicato al mondo ninja. È stato scostante, lamentoso, inaffidabile, spesso impaurito. È stato tutto ciò che un ninja non dovrebbe essere; è stato ciò che Kiri non si merita e di cui Kiri non ha bisogno. Lasciai che le mie parole risuonassero nella stanza, senza mai scostare lo sguardo dal mio predecessore. Ma nonostate questo, sono in debito con lui. Aveva aiutato Akira e me durante la Settima Riunione di Kiri, aveva riportato a Kiri gli artefatti perduti di Momin ad Azumaido, si era preso in carico, almeno inizialmente, delle nuove leve kiriane prima di Youshi. Quindi oggi non morirà per mano nostra. Dissi, mentre notavo come l'impasto da unire all'inchiostro fosse adesso pronto. Presi il calamaio in cui avevo preparato il materiale necessario al disegno dei fuuinjutsu e lo rovesciai dentro l'ampolla, inziando a mescolare. Quando il liquido divenne abbastanza omogeneo, mi spostai accanto ad Itai, appoggiando l'ampolla accanto al lettino su cui Ryuu era legato. Estrassi la Yakusoku, creando lentamente la lama di sangue. Infine, l'ingrediente fondamentale. Rivolsi la lama verso il mio addome e mi trafissi violentemente in un punto non letale. Ormai ero piuttosto esperto in quel capo. Estrassi poi l'arma, facendo gocciolare il sangue che la bagnava dentro l'inchiostro. Come intendi procedere? Perché sarà pericoloso. Il Sanbi si opporrà all'estrazione, nella migliore delle ipotesi, forzerà una trasformazione parziale usando Ryuu come marionetta, nella peggiore, si libererà. Dobbiamo agire presto. Chiese Itai, saggiamente. Innanzitutto traccerò alcuni sigilli su Ryuu: l'inchiostro che ho creato, come ti ho detto, migliorerà le capacità degli stessi. Inoltre, è infuso di erbe medicamentose: finché sarà attivo, rilascerà gradualmente proprietà benefiche alla stregua dei tonici "economici" da poco adottati dall'accademia. Iniziai a disegnare sul corpo del jinchuuriki. Traccerò sul suo corpo anche un Voto di Dolore: questo fuuinjutsu, solitamente, inibisce le restrizioni morali, portando i Kenkichi all'interno di una sorta di Meditazione da Battaglia, una frenesia quasi ascetica che, per un periodo di tempo proporzionale al proprio legame con la spada, gli permette di combattere anche all'esaurirsi delle energie. Il contraltare di questa tecnica è la comparsa di piaghe putrescenti, benché inodori, sul corpo dell'utilizzatore. In ogni caso, questo dovrebbe darci un po' di tempo ... e una speranza in più per la sopravvivenza di Ryuu. Dissi, continuando a incidere sigilli sul corpo dei Mizukyio. Per quanto riguarda il Tre Code ... bhè, quello è il tuo campo. Ciò che posso fare per contenere una sua eventuale manifestazione, parziale o totale che sia, è soggiogarlo con la Kirai Mugen. Finché è legato al Genin i suoi poteri sono limitati: con la mia kinjutsu dovrei quindi essere in grado di corromperlo profondamente. Alzai quindi il pennellino rituale, ponendolo sul bancone accanto a noi. Estrassi per una seconda volta la Yakusoku, stringendola saldamente nella destra. Quando sei pronto, possiamo iniziare. [Note]



    Kensei Hito
    剣聖

    Statistiche Primarie
    • Forza: 775
    • Velocità: 700
    • Resistenza: 700
    • Riflessi: 700
    Statistiche Secondarie
    • Agilità: 700
    • Concentrazione: 700
    • Intuito: 700
    • Precisione: 700
    Chakra:
    Vitalità:

    En. Vitale: 30/30
    Slot Azione
    1:
    2:
    3:
    4:
    Slot Difesa
    1:
    2:
    3:
    4:
    Slot Tecnica
    1:
    2:
    3:


    Equipaggiamento
    • D-Visor dell'Elmo da Inquisitore × 1
    • Lente per D-Visor - Visione Telescopica × 1
    • Lente per D-Visor - Visione Fotocromatica × 1
    • Lente per D-Visor - Fish Eye × 1
    • Elmo integrale dell'Inquisitore × 1
    • Arto Artificiale Kiriano Superiore × 2
    • Corpo dell'Inquisitore × 1
    • Sistema di Ancoraggio dell'Arto Artificiale × 3
    • Spiedi Potenziati × 2
    • Tonico di Ripristino Superiore × 1
    • Equipaggiamento Debilitante × 1
    • Yakusoku Kenkichi × 1
    • Braccio Sinistro dell'Inquisitore × 1
    • Simbolo della Stella × 1

    Note

    • [TS] Istinto Omicida disattivato.
      - Unità di Sangue a round per mantenimento.

    • Combattere con Handicap Attivo.
      - Numero di Round passati con l'equipaggiamento debilitate indossato: 0.

    • Assetto Gakutensoku: Nessuno.
      - 0 Round rimanenti al prossimo Cambio di Assetto.
     
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    II - Il Mondo in Fiamme


    Kensei era arrivato preparato a quell'appuntamento così pericoloso, ma non ero certo di quanto fosse consapevole del pericolo che stava correndo. Estrarre un Bijuu era un'operazione lunga e complicata, soprattutto quando si decideva di sigillarla contestualmente in una reliquia. Il Sanbi aveva dichiarato con assoluta certezza di non avere alcuna intenzione di facilitare il processo e questo, ovviamente, amplificava esponenzialmente i rischi: non solo la difficoltà intrinseca dell'atto di gestire quell'assurda quantità di chakra, ma anche l'opposizione attiva dello stesso.
    Kensei si trafisse con la spada per prelevare il sangue dalle sue carni. Non mi sorprese, ma qualcosa di gelido mi attraversò la spina dorale. Il sangue mi ricordava l'uomo che avevo giurato, fallendo, di contrastare. Ascoltai il Kage con attenzione, parte di me compiaciuto del fatto che non ritenesse del tutto la vita di Ryuu totalmente da gettare senza riguardo, ma la facilità con cui affrontava la cosa era pericolosa.
    Se il Sanbi forza una trasformazione, non sarà il Genin che affronterai. Vorrei tanto che fosse così semplice, ma purtroppo la realtà è che se dovesse perdere il controllo, sarà molto peggio di quanto tu creda. Dissi quelle parole con il tono di chi sapeva fin troppo bene di cosa parlava. Purtroppo era qualcosa che avevo già visto accadere, più volte. Diversi anni fa, addestrai un Genin di Oto, Jyazu Yama, era il Jinchuuriki dell'Hachibi. Non era un vero e proprio mio allievo, ma riuscii a spiegargli qualcosa su come utilizzare il potere del Demone. Era, tuttavia, un sociopatico che dopo qualche anno scappò e prese in ostaggio un intero piccolo villaggio, stuprando ed uccidendo quanto più possibile. Io ed altri tre Shinobi di Oto riuscimmo a localizzarlo e lo sopraffeci abbastanza facilmente, ma l'Hachibi, pur di non essere nuovamente imprigionato nella reliquia che ci portammo dietro distrusse il suo Jinchuuriki e si liberò. Morirono due persone per riuscire a sigillarlo nella nuova Jinchuuriki. Il racconto, forse, era la cosa migliore per fargli comprendere il pericolo a cui andavamo incontro. Ma sei ben preparato, Mizukage. Per cui altro non possiamo fare che procedere.
    Lanciai uno sguardo a Ryuu, che giaceva immobile. Volevo bene al ragazzo, ma Kensei aveva ragione: non poteva essere il Jinchuuriki del Sanbi. Lo era diventato per caso, ed avevo tentato di addestrarlo, ma i suoi limiti caratteriali erano evidenti. Non dissi nulla, né contraddicendo né confermando le parole del Kage su Ryuu, ma la mia collaborazione era eloquente: libero dal Sanbi quel ragazzo avrebbe potuto vivere una vita ben più normale rispetto a quella che, purtroppo, era stato costretto a condurre fino a quel momento.
    Estrarre il Bijuu sarà faticoso, Kensei. Dobbiamo fare in modo che il chakra del Sanbi venga indirizzato verso la reliquia con precisione. In genere sarebbe stato meglio avere almeno un altro paio di Jonin a disposizione. Ma per fortuna, hai me. Socchiusi gli occhi, cercando il potere sopito dentro di me, rompendo la barriera del mio stesso chakra per lasciarlo fluire dentro e fuori me, consentendo a quell'energia di raggiungere altri. [Tecnica - Jishin no Jutsu III]. Posai una mano sulla fronte di Ryuu e gli diedi una piccola quantità di chakra, così da stabilire un contatto. Mi avvicinai a Kensei, posando una mano sulla sua spalla, lasciando che ricevesse tutto il chakra in più che avevo estratto dal mio corpo nell'attivare la Jishin no Jutsu. Poi, mi immersi nel mio mondo interiore, per parlare con Chomei.


    Il vento roboante in quel vasto cielo senza terra a porne un limite verso il basso non impedì alla voce del Settecode di giungere alle mie orecchie chiara e limpida. Si poteva dire che parlavamo sfruttando le nostre corde vocali ma, in realtà, era solo un costrutto che il nostro cervello adottava per dare senso ad una situazione per la quale non si era evoluto. Quel mondo era un'illusione creata da un inconscio che necessitava di libertà, ma era una prigione. Una in cui Chomei aveva scelto di rimanere, ma pur sempre una prigione. I cancelli del Sanbi erano costrutti metafisici di manifestazioni esterne all'inconscio del Sanbi stesso e, per questo motivo, intrusi in una dimensione che non prevedeva la loro esistenza e, come tali, percepiti come dolorosi e fastidiosi. Nella reliquia sarebbe stato infinitamente peggio.
    Sono passati molti anni da quando sono stato rinchiuso in una Reliquia, Itai. Non è un'esperienza piacevole. Le ultime parole del Bijuu avevano un che di sarcastico che lasciava intendere quanto in realtà quello fosse una reale tortura. Nessun Jinchuuriki ha mai vissuto il mondo nella Reliquia. Sono costruite in maniera tale da sopprimerci, distruggerci così da non ribellarci. C'è un motivo per cui aprirne è sempre pericoloso. Nelle Reliquie tutto è il contrario di ciò che desideriamo. Per me, Itai, era come essere intrappolato sotto terra, senza potermi muovere. Per Isobu... immagino sia un deserto.

    Cosa potremmo fare, Chomei? Non posso liberare Isobu del tutto. Sarebbe un disastro. E se non è libero, avremmo bisogno di un altro Jinchuuriki. La soluzione, ovvia, non la stavo nemmeno prendendo in reale considerazione. Ma Chomei, che si era visto minacciare dello stesso destino di Isobu qualche settimana prima, aveva un certo dente avvelenato verso Kensei. Potevo percepirlo con chiarezza e la realizzazione mi colpì come un pugno nello stomaco.

    Già, Itai. La soluzione è proprio quella. Abbiamo bisogno di un nuovo Jinchuuriki. Ma non temere, lascia a me il compito di rovinare la vita del Decimo Mizukage. Qualcosa nel tono di voce di Chomei mi fece riflettere. Era una certezza che non poteva avere, io, del resto, ero un Jinchuuriki da molto tempo, la mia vita era stata rovinata da ben altre cose, non da Chomei. Compresi ciò che intendeva dire il Bijuu. In un essere così carico d'odio come Kensei la vita come Forza Portante sarebbe potuta essere intollerabile. Io però, non ne ero così sicuro. Ma, tuttavia, c'era una parte di me che preferiva quel destino alla prigionia nella Reliquia per Isobu.

    Condanneresti tuo fratello ad altri anni di vita miserabile. Immagino che dentro Kensei non sia rimasto altro che rabbia, odio ed orgoglio.

    Oh Itai, non conosci Isobu bene come lo conosco io... Una risata proruppe nella mia testa, con la voce del Settecode che cancellò il roboare del ventro. Ci sguazzerà... eccome...


    Quando riaprii gli occhi erano passati solo pochi secondi ed avevo richiamato anche il chakra di Chomei. Nuovamente mi immersi nel mondo interiore di Ryuu, ritrovandomi, con Chomei, dinanzi a quei cancelli. Ryuu, ancora svenuto, era lì, inginocchiato dinanzi al Sanbi, Non si vedeva nulla oltre le spesse sbarre di metallo, Isobu aveva deciso di congedarsi; tuttavia, Chomei avrebbe sicuramente richiamato la sua attenzione.
    Ehi, Isobu, vieni fuori. Ho un'idea. Poi Chomei si rivolse a me. Torna su, ma non interrompere il contatto. Tieniti pronto.

    Tenni ancora gli occhi chiusi, quasi fingendo di essere ancora immerso nel mondo dei Bijuu, finché il corpo di Ryuu non fu scosso da un profondo tremito prima, per poi muoversi con uno scatto. I muscoli di gambe, tronco e braccia si contrassero, probabilmente con dolore, e busto e gambe si inarcarono verso l'alto. Ryuu gridò, un urlo di dolore strozzato ed il sigillo inciso sul suo ventre divenne dapprima ben evidente e poi iniziò ad emettere una sinistra luce azzurrina. Fu allora che mi allontanai, interponendomi quasi tra il Sanbi e Kensei, allungano una mano in maniera quasi afinalistica come se, con quel gesto, avessi potuto fermare la furia del Sanbi che era in arrivo. Un ribollente chakra quasi solido emerse da Ryuu, accumulandosi in una sfera sopra il corpo del giovane per diversi, interminabili secondi, prima di scattare.
    Non andò verso la giara.
    Mi si scagliò verso Kensei ad una velocità folle, tanto folle che persino i nostri cervelli abituai a registrare movimenti estremamente rapidi giunsero alla conclusione che il movimento era avvenuto quando ormai era concluso. Il vischioso chakra blu si avvinghiò attorno a Kensei, stringendoglisi attorno. Se avesse cercato però di afferrarlo per rimuoverlo avrebbe notato che le mani sarebbero affondate in quella sostanza come se non esistesse. Poi, l'avrebbe notato: una sensazione di intrusione mentale, come se all'improvviso nel suo essere ci fosse un'altra identità che prese a controllare i suoi pensieri che, non più sotto il rigido controllo della sua volontà, presero a divagare sempre più rapidi e sconessi in un turbinio sempre più rapido, e si sentì trascinare dentro di sé, come se il suo essere fosse risucchiato dal nero pozzo profondo che era la sua anima.




    UN MONDO IN FIAMME



    Quando Kensei si riebbe era solo in un mondo tossico. Era su alcune rocce bollenti ed avrebbe respirato a fatica un'aria bollente e sulfurea. Il cielo era inesistente, completamente inondato da ceneri vulcaniche e tutto intorno fiumi di magma avevano sostituito ciò che, in un piena vivibile, sarebbe potuta essere acqua in un clima rigoglioso. Forse Kensei si sarebbe domandato se non fosse finito all'inferno, quando una voce famigliare giunse alle sue orecchie. Dall'alto scese una nera figura serpentiforme di grandi dimensioni, eppure eterea, come se non fosse corporea.
    TU... La voce del Drago del Tormento raggiunse Kensei. L'ombra di ciò che era stato un tempo alleggiava in quel luoghi. Non più lì, ma legato al Kensei per via di ciò che il suo potere gli aveva trasmesso, il fantasma di Koutsu scese dai cieli tossici fino a trovarsi di fronte dal Kenkichi. Cosa hai fatto... Cosa hai portato qui... C'era qualcosa di simile a timore nella voce del drago.

    Poi quel mondo si ruppe. Le nubi cineree si fecero più spesse e dal cielo iniziò a cadere, scrosciante, l'acqua. Poco dopo un vero e proprio temporale investì quel mondo dove la pioggia sembrava essere stata bandita da sempre ed una minacciosa voce raggiunse Kensei dall'alto, dal punto in cui un chiaro baluginio azzurro comparve.

    ADESSO, MIZUKAGE, CI DIVERTIREMO.


    Era il Sanbi.



     
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    Il Mostro che dorme nel Profondo

    Capitolo unico

    Atto III
    Eco lontane di passate disgrazie



    Un leggero sbuffo, malamente riprodotto dall'aria che, di traverso e sibillina, s'insinuava nel modulatore vocale dal naso, fu quello che Itai sentì dopo le sue parole. Se il Sanbi forza una trasformazione, non sarà il Genin che affronterai. Vorrei tanto che fosse così semplice, ma purtroppo la realtà è che se dovesse perdere il controllo, sarà molto peggio di quanto tu creda. Disse Itai, con una certa tristezza nella voce. Diversi anni fa, addestrai un Genin di Oto, Jyazu Yama, era il Jinchuuriki dell'Hachibi. Non era un vero e proprio mio allievo, ma riuscii a spiegargli qualcosa su come utilizzare il potere del Demone. Era, tuttavia, un sociopatico che dopo qualche anno scappò e prese in ostaggio un intero piccolo villaggio, stuprando ed uccidendo quanto più possibile. Io ed altri tre Shinobi di Oto riuscimmo a localizzarlo e lo sopraffeci abbastanza facilmente, ma l'Hachibi, pur di non essere nuovamente imprigionato nella reliquia che ci portammo dietro distrusse il suo Jinchuuriki e si liberò. Morirono due persone per riuscire a sigillarlo nella nuova Jinchuuriki. Una storia strappalacrime, quella del Kage, che metteva, tuttavia, in luce principalmente la sua incapacità nel gestire qualcosa di realmente pericoloso. L'animo gentile, buono, che aveva da sempre caratterizzato Itai era stato, ancora una volta, la sua rovina. Per un sadico scherzo del destino, adesso anche sua figlia rinnegava le virtù tramandatele dal padre, convertendo l'amore e la mancanza dello stesso in una spirale autolesionista di odio e rabbia che alimentava la fiamma inestinguibile del suo ardente dolore. Ma non espressi niente di tutto ciò al mio predecessore. Non era il momento, doveva rimanere concentrato. Ci sarebbe stata altra occasione. Ma sei ben preparato, Mizukage. Per cui altro non possiamo fare che procedere. Concluse poi, prima che riuscissi a prendere parola. Qualcosa, comunque, volli aggiungere in ogni caso. Se le cose dovessero andare male ... la voce, atona e distante come al solito indugiò sulle ultime parole di quella frase tronca, con la pausa che assunse così un tono ancor più disturbante e sospeso di quanto l'atmosfera già non trasmettesse. ... avremo una sfida degna di due kage. conclusi, ancora una volta privo di ogni emozione. Era quasi una sfida, un monito, forse, addirittura, per Itai. Non mi sarei tirato indietro per nulla al mondo. Non avevo ceduto quando, con le budella tra le mani ed il viso intinto nel chakra acido del Mikawa, mi ersi sopra il corpo svenuto di Diogene; non avrei ceduto davanti ad una cozza occhiuta e una blatta con le ali.
    Estrarre il Bijuu sarà faticoso, Kensei. Dobbiamo fare in modo che il chakra del Sanbi venga indirizzato verso la reliquia con precisione. In genere sarebbe stato meglio avere almeno un altro paio di Jonin a disposizione. Ma per fortuna, hai me. Riprese Itai, con gli occhi che facevano su e giù tra la reliquia ed il corpo privo di sensi dell'eterno genin della Nebbia. Una flebile luce avvolse l'ex-kage, col suo corpo che diveniva carico di chakra ed energia. Il Nara si allungò verso Ryuu, toccandolo e instillando in lui un po' di quella luce angelica che risplendeva sulla sua candida pelle; poi, allungò le mani verso il sottoscritto. Tutto quel bagliore mi portò istintivamente a volermi ritrarre, lucifugo, ma resistetti, facendo leva, con tutto me stesso sulla mia ferrea volontà. Il chakra della Jishin no Jutsu entrò immediatamente in sincronia col tantien della Stella: in un attimo sentii un'infinità di forza, vigore e chakra irrorarmi il corpo. Una sensazione così piacevole e rigenerante che, istintivamente, detestai e tentai di aborrire. Digrignai i denti sotto l'elmo, strinsi le unghie nel guanto nero della destra, pizzicai la gamba metallica in un gesto profondamente inconscio con l'Arto Superiore della Giustizia. Ma, in un attimo, nonostante i miei tentativi di rifuggire tutto ciò, fui altrove. Lontano. Durò soltanto un istante: immerso fino alle ginocchia nell'eterna umidità del mio mondo interiore, la Yakusoku, immensa, mi scrutava dietro la sua candida maschera d'avorio. Muta, taciturna, non fiatava. I suoi occhi, tuttavia, mi giudicavano. Mi parlavano di ogni cosa accaduta a Kiri, mi parlavano di ogni cosa avrei dovuto fare. Il fardello del comando, il fardello di un'anima divisa e perennemente in guerra con se stessa. Ma non avrei mai distolto lo sguardo. No, non mi sarei piegato al giudizio afasico degli antenati e dei posteri! Avrei plasmato il mondo intorno a me con la sola forza, con la sola intensità dei miei itterici occhi che rilucevano cremisi dietro la fessura dell'Elmo. Poi, dal profondo della mia anima, quasi dall'abisso delle memorie dimenticate, un urlo straziante e familiare sovrascrisse i miei pensieri. Lo percepii. Un brivido, un tremito. Qualcosa, qualcuno, si era svegliato e, dolorante, stava arrancando nel baratro della mia anima.
    I miei occhi si spalancarono. Davanti a me, il Mizukyio stava sollevato quasi a mezz'aria, con gli arti rigidi e la schiena inarcata innaturalmente. Sopra di lui un denso globo d'acqua vorticava nefasto. Mi ero distratto o ero stato distratto? Strinsi la Yakusoku nella destra e provai a irrorarla di chakra per eseguire la Ninjutsu-kai. Ma fu tutto inutile. Prima ancora che riuscissi a convogliare le energie nel corpo, una sorta di tentacolo di chakra si scagliò contro di me. Non potei niente. In un attimo, quel chakra mi avvolse, stritolandomi come soltanto una gigantesca bestia marina poteva fare. Non riuscivo a muovere le braccia, cinto all'altezza delle spalle da quel tentacolo fluorescente d'energia. Digrignai i denti ed urlai in direzione del Nara che, nel frattempo, aveva provato a frapporsi tra me ed il globo luminoso, senza risultato alcuno. Tuttavia, il mio grido fu privo di suono. Volevo gridare ma non ci riuscivo. Volevo muovermi, ma non ci riuscivo. Sembrava che qualcuno mi impedisse di usare il mio stesso corpo!
    Poi lo percepii, lo sentii. Quasi come un caldo abbraccio, percepii ... qualcosa. Non era solo fuori di me, non mi stava solo stringendo, era intrusivo, deviato, intimo: era dentro di me.
    D'un tratto, cadde l'oscurità.
    Sentii il peso dell'acciaio che portavo sul corpo scomparire. Sentii le mie gambe, il mio braccio destro. Le mani andarono sul volto che, pur sembrandomi anonimo, sconosciuto, inedito, mancava delle aberranti cicatrici, della pelle ustionata, delle orribili deturpazioni di cui soffrivo. Poi sentii il calore. Sentii l'agghiacciante rombo dei tuoni che devastavano il panorama dove mi trovavo. Aprii gli occhi. Davanti a me c'era un mondo in fiamme.


    I miei polmoni erano intasati dallo zolfo e dalla polvere che ovunque aleggiava. Le nuvole nere oscuravano un sole che non c'era. Davanti a me si snodavano per interminabili spazi, infiniti serpenti di lava, che, sinuosi nelle loro anse, ardevano in quel mondo morto. Non ero nel mio mondo interiore. Era forse il contrario del mio mondo interiore, quel luogo. Poi, d'un tratto, tra le nuvole cineree riuscii a scorgere una figura conosciuta: qualcuno che non poteva essere lì, dato che era altrove, eppure, c'era. Lo percepivo. Era davanti a me, infatti. L'eterea sagoma dal Drago Nero dell'Odio, evanescente, svolazzava davanti al mio naso. TU ... COSA HAI FATTO ... COSA HAI PORTATO QUI ... Disse Koutsu, con un tremito simile a quello che Itai, in precedenza, aveva mostrato. Non ho neanche idea di dove siamo. Risposi io. Non avemmo tuttavia tempo per discorrere ulteriormente. D'un tratto, in quelle fiamme eterne, in quell'imperitura arsura figlia dei più deviati kami, iniziò a piovere e dal cielo, uno squarcio azzurro presagì quello che doveva essere chiaro da subito ma che non potevo affatto prevedere con lucidità. ADESSO, MIZUKAGE, CI DIVERTIREMO. Una voce ruppe l'atmosfera vulcanica, accompagnata dal lieve ticchettio delle gocce di pioggia che rimbalzavano e si dividevano lungo le insenature nella roccia. Strinsi la mano sulla Yakusoku. Chiunque tu sia, io sono pronto. Allargai le braccia, come ad incitarlo ad attaccare. La sinistra, poi, prendendo una goccia di sangue dal manico della Yakusoku, incise rapidamente altri vari sigilli sul mio corpo. [Tecnica] Questo sarà un giorno ricordato a lungo.



    Kensei Hito
    剣聖

    Statistiche Primarie
    • Forza: 775
    • Velocità: 700
    • Resistenza: 700
    • Riflessi: 700
    Statistiche Secondarie
    • Agilità: 700
    • Concentrazione: 700
    • Intuito: 700
    • Precisione: 700
    Chakra:
    Vitalità:

    En. Vitale: 30/30
    Slot Azione
    1:
    2:
    3:
    4:
    Slot Difesa
    1:
    2:
    3:
    4:
    Slot Tecnica
    1:
    2:
    3:


    Equipaggiamento
    • D-Visor dell'Elmo da Inquisitore × 1
    • Lente per D-Visor - Visione Telescopica × 1
    • Lente per D-Visor - Visione Fotocromatica × 1
    • Lente per D-Visor - Fish Eye × 1
    • Elmo integrale dell'Inquisitore × 1
    • Arto Artificiale Kiriano Superiore × 2
    • Corpo dell'Inquisitore × 1
    • Sistema di Ancoraggio dell'Arto Artificiale × 3
    • Spiedi Potenziati × 2
    • Tonico di Ripristino Superiore × 1
    • Equipaggiamento Debilitante × 1
    • Yakusoku Kenkichi × 1
    • Braccio Sinistro dell'Inquisitore × 1
    • Simbolo della Stella × 1

    Note

    • [TS] Istinto Omicida disattivato.
      - Unità di Sangue a round per mantenimento.

    • Combattere con Handicap Attivo.
      - Numero di Round passati con l'equipaggiamento debilitate indossato: 0.

    • Assetto Gakutensoku: Nessuno.
      - 0 Round rimanenti al prossimo Cambio di Assetto.
     
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    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

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    Il Mostro che Dorme nel Profondo

    III - Scambio




    [Poco prima]
    Il Sette Code rimase solo dinanzi al cancello del Sanbi. Quando la mia presenza si fu diradata allora il Sanbi si rifece avanti, rendendo visibile il suo grugno attraverso le sbarre. Non era al massimo della sua felicità, a dir poco.
    Isobu, non voglio che tu finisca di nuovo nella reliquia. Disse il Sette code, con decisione. Credo che la cosa migliore sarebbe semplicemente far sì che tu ti liberi.

    Il solo atto di liberarmi causerebbe la morte di Itai, Chomei. Credo sia l'unico qui che capisca... Il Sanbi fece una pausa, riflessivo. Ma hai mandato via Itai. Hai un'idea, Chomei, un'idea che a lui non piacerebbe.

    Infatti. Non sarebbe d'accordo. Forse l'ha intuita, non ne sono sicuro. Il Sette code allungò un'ala, poggiandola sul sigillo che chiudeva la gabbia di Isobu. Se non può essere libertà, allora, non sarà il deserto di una reliquia, Isobu. Sarà un nuovo Jinchuuriki.

    Il Mizukage? Isobu era incuriosito, ed in parte, anche stupito. Parve ponderare l'idea per qualche istante.Lui avrebbe la forza. Ma non credo avrebbe l'attitudine del Jinchuuriki. Potrebbe essere un convivenza difficile...

    Sarò franco, Isobu, lui ci vede come armi e difficilmente cambierà idea. Le ali di Chomei fremettero con fastidio al ricordo della conversazione avuta qualche settimana prima. Per questo voglio che lui comprenda, in prima persona, e l'unico modo di farlo è renderlo un Jinchuuriki.

    Capisco. Il Sanbi fece una lunga pausa. Ma non intendo semplicemente sigillarmi dentro di lui. Non sarò compagno di un'altra vittima inconsapevole e recalcitrante, Chomei.

    Come preferisci. Sarà sufficiente un collegamento allora. Puoi sfruttare Itai come guida. Del resto aveva creato un collegamento tra se ed il Mizukyo e tra se ed il Kage, motivo per, senza volerlo, aveva collegato anche il presto ex-Jinchuuriki del Sanbi con il papabile nuovo Jinchuuriki.


    IL MONDO IN FIAMME



    La pioggia battente, furiosa, creava in quel mondo arido e fiammeggiante una sinfonia di suoni che, nell'esperienza umana, mal si accompagnava a quell'evento. Il suono della pioggia che batteva sul suolo e sui vetri era stato cancellato a favore di uno sfrigolare continuo e fastidioso che veniva prodotto ogni volta che una goccia toccava il magma incandescente, evaporando in una piccola nube che spariva subito dopo, portandosi con sé parte dell'immenso calore di quel materiale. Il continuo bombardamento, tuttavia, avrebbe fatto salire il tasso di umidità di quel luogo trasformandolo, in brevissimo, da un arido deserto di fuoco ad un'insostenibile ed asfissiante bagno di umidità in cui anche solo respirare era difficoltoso.
    E da quelle nubi discese il Sanbi, sebbene qualcosa di quell'immagine non fosse normale. Era incompleta, come se le parti terminali delle zampie e delle code sfumassero verso l'alto, come diversi cordoni che tenessero l'enorme BIjuu legato all'esterno di quel luogo.
    Mizukage La voce del Sanbi squarciò i pensieri del Kage, limpida al di sopra del fracasso di quel mondo. Fianlmente abbiamo modo di parlare, io e te, faccia a faccia. Metti via quell'arma, è inutile.

    Lui non è realmente qui Disse Kutsu al Mizukage, alzandosi in volo leggermente.

    E tu cosa saresti? C'era dispresso nella voce di Isobu. Una qualche vestigia che ha creato questo deserto? Hai infettato Kensei, forse gli hai dato forza, ma a che prezzo? Il Sanbi parve concentrarsi ed, all'improvviso, una colonna d'acqua emerse dal suolo colpendo Koutsu, intrappolando i rimasugli del Drago in una sorta di prigione acquatica circolare. Mizukage, sarò sincero, non intendo tornare in quel vaso. Ho... sfruttato, così per dire, il collegamento che ha creato Itai per raggiungerti e poterti parlare, faccia a faccia. E mentre parliamo, una parte sempre maggiore del mio chakra sfrutta quel collegamento per raggiungerti. Il Sanbi si abbassò di quota sempre di più, toccando il suolo ormai bagnato. Questo... posto è un piano inconscio, qualcosa che i Bijuu sfruttano per parlare con i loro Jinchuuriki. Generalmente, quando un umano non è un Jinchuuriki, questo posto è vuoto. Per te, invece, non è così. Qualcosa l'ha occupato e plasmato, sfruttando la tua mente ed il tuo inconscio. Sospetto che sia opera di quel lucertolone, anche se lui non è più qui, vero? Ti ha lasciato solo un mondo che arde dentro ed una traccia della sua esistenza... Isobu alzò lo sguardo verso Koutsu che si contorceva nella prigione d'acqua, troppo debole per pensare anche solo lontanamente di liberarsi. Chomei mi ha prospettato una soluzione alla nostra situazione, Mizukage. Anziché andarmene in un vaso, vado via di qui con te. Il problema è che tutto questo fece un gesto col capo, come ad indicare il mondo attorno a se. Mi impedisce di legarmi a te. Non voglio farlo farlo in maniera forzata, Mizukage, questa è l'opportunità che ti sto dando per uscire di qui in pace. Ma, per farlo, questo mondo di fuoco deve essere spento.
    Ciò che in realtà il Sanbi satava chiedendo al Mizukage era scelta ben precisa: un sacrificio. Da tutti i discorsi che erano stati fatti fino a quel momento sarebbe stato facile comprendere che quel mondo che aveva occupato il piano inconscio riservato ai Bijuu era, in realtà, la manifestazione della Kirai Mugen. Ciò che il Sanbi stava chiedendo a Kensei era uno scambio: sacrificare il suo potere nato dall'odio in cambio del potere di un BIjuu. Qualcuno potrebbe vederlo come uno scambio equo, eppure, qualcosa di sinistro aleggiava nell'aria. Quel genere di richieste recavano con se una condizione, in genere esplicita, legata al rifiuto di sottoporsi allo scambio. Cosa sarebbe accaduto se Kensei avesse rifiutato?
    Con ogni probabilità una sfida degno di due Kage.
     
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    Il Mostro che dorme nel Profondo

    Capitolo unico

    Atto IV
    La fragilità delle menti salde †
    [Note]


    C'era qualcosa di molto strano in tutta quella storia. La prima cosa era, ovviamente, la presenza di Koutsu: quel drago se ne era andato ormai tempo fa, recidendo definitivamente il legame che aveva coltivato con me e sancendone uno con un'altra persona su cui poteva avere qualche vaga speranza di controllo. Il mio odio, dopotutto, lo aveva alimentato per abbastanza anni da permettergli di scegliere di starsene in un altro luogo, in un altro involucro, questa volta però da una posizione di comando e non dagli angoli remoti e secretati di un oscuro mondo interiore. Per seconda cosa, osservai il luogo dove mi trovavo. Non era il mio mondo interiore. Erano le vestigia di qualcosa che avevo sentito, sì, avevo vissuto e percepito: erano il calore di un'esplosione, l'aridità della pelle arsa, l'umidità dell'aria carica di fiamme, calore ed acqua. Era la sensazione di annientamento, di sconfitta. Erano la scintilla che aveva generato Kensei; ma non era il mio mondo interiore. Quella era la primordiale effige di un sentimento brullo, incontrollabile e incontrollato. Io ero il ricettacolo, il simulacro, la sintesi perfetta del turbinio caotico delle emozioni; avevo fatto del controllo dell'Odio e della Rabbia, del veicolo delle passioni la mia più grande forza. Eppure lì, in quell'oblio che non conoscevo, sembravo un estraneo che vaga per una terra sconosciuta.
    Così osservai, inclinando leggermente la testa di lato, tutto quello che mi stava accadendo davanti: il Sanbi che catturava quello pseudo-Koutsu, la sua discese verso il suolo, le sue code eteree che sfumavano dall'alto come se fossero oscurate da nebbia. E poi ... e poi quello che non mi aspettavo; un dialogo, pacato, calmo, morigerato, da parte del bijuu. Mizukage, sarò sincero, non intendo tornare in quel vaso. Ho... sfruttato, così per dire, il collegamento che ha creato Itai per raggiungerti e poterti parlare, faccia a faccia. E mentre parliamo, una parte sempre maggiore del mio chakra sfrutta quel collegamento per raggiungerti. Iniziò il Demone, con voce distante e disturbate eppure potente. Questo... posto è un piano inconscio, qualcosa che i Bijuu sfruttano per parlare con i loro Jinchuuriki. Generalmente, quando un umano non è un Jinchuuriki, questo posto è vuoto. Per te, invece, non è così. Qualcosa l'ha occupato e plasmato, sfruttando la tua mente ed il tuo inconscio. Sospetto che sia opera di quel lucertolone, anche se lui non è più qui, vero? Ti ha lasciato solo un mondo che arde dentro ed una traccia della sua esistenza... Guardai nuovamente quella sorta di prigione acquatica con il Drago Nero al suo interno per un istante. Poi mi voltai nuovamente verso il Sanbi. Chomei mi ha prospettato una soluzione alla nostra situazione, Mizukage. Anziché andarmene in un vaso, vado via di qui con te. Il problema è che tutto questo mi impedisce di legarmi a te. Non voglio farlo farlo in maniera forzata, Mizukage, questa è l'opportunità che ti sto dando per uscire di qui in pace. Ma, per farlo, questo mondo di fuoco deve essere spento. Lasciai che le parole smettessero di risuonare nell'aere prima di prendere parola. Ma lo feci con un ghigno sinistro sotto l'elmo. Sì, perché fu proprio grazie ai discorsi di quel bestione che capii esattamente cosa stava accadendo.
    Per quanto Itai volesse - ponendo che lo volesse davvero e che non stesse cercando di ostacolarmi - tenere a bada la sua gigantesca blatta volante, una volta che i due bijuu erano entrati in contatto, i due avevano potuto architettare qualunque cosa. E, a quanto pareva, Chomei e Isobu avevano deciso di usare me come veicolo per il Demone tricodato. Capisco. È per questo che avete cercato di ingannarmi mostrandomi qualcosa che Chomei, attraverso le conoscenze di Itai, credeva avrebbe trovato al mio interno. Eppure avete sbagliato. Avete frainteso tutto. Koutsu non esiste più e non è mai stata la ragione dei miei poteri. È stato un parassita e poc'altro. Credevate di trovare un turbolento mondo in burrasca: ed invece siete qui, nel nulla, nel vuoto che le passioni lasciano dietro di sé, dopo che sono bruciate. Dissi, mentre, per una seconda volta, iniziavo a disegnare, col sangue sgorgante dalla Yakusoku, alcuni sigilli sul mio corpo. Deduco quindi che non sappiate molte cose sul sottoscritto. E che non siate neanche in grado di immaginare cose io sia in grado di fare. Tesi una mano verso il Demone. Vivere all'interno di me è molto peggio che vivere all'interno di uno stupido vaso. Un'onda di chakra gigantesca, sferica, partì da me e si propagò tutt'intorno con estrema velocità. Un rombo sordo, simile a quello del tuono, preannunciò tale vigoroso spostamento di energia da cui, quasi come un fulmine che colpisce il suolo, si propagò anche un immenso spostamento d'aria. Ci fu un altro, lungo silenzio. Lo sfrigolare della pioggia sul fuoco vulcanico che avevamo intorno, d'un tratto, parve svanire, sostituito al lento scandire di un'unica goccia d'acqua, lenta e tarda, in un mare infinito. Il fuoco e le fiamme che ci avvolgevano si spensero, quasi come sgretolate, e Koutsu, lì presente, scomparve, quasi come se ... non fosse mai esistito. Una mano pesante ma salda toccò la mia spalla: era quella della Yakusoku che fino a quel momento non si era mai palesata. Questo fu il principale segnale che mi fece comprendere cosa stava accadendo; che mi fece comprendere come la mia mente stava venendo attaccata dall'interno da uno, se non due, esseri ben più potenti nel chakra del sottoscritto. Ma le mie risorse erano davvero infinite, nel mio vuoto, vacuo, tetro, freddo, inospitale mondo interiore.
    La Yakusoku teneva, nell'altra mano, per il bavero, una sorta di essere umano: era il fantasma di una persona, lo spettro di qualcuno che un tempo aveva vissuto. Era un'uomo rannicchiato su se stesso, rachitico, tremante, atterrito. Alzava gli occhi da sopra le ginocchia in cui aveva rannicchiato la propria testa per capire dove fosse stato portato. Non era più in grado di parlare, non era più in grado di capire, probabilmente. Finii, finalmente di incidere i miei sigilli, quindi parlai. Questo è ciò che accade se si vive nel MIO mondo interiore. La Yakusoku, con un gesto che parve quasi non mostrare forza, lanciò quell'ombra di uomo, sollevandolo di netto da terra, alcuni metri oltre noi, a metà strada tra la distanza che separava me ed il bijuu. Nel cadere, quel poveraccio strusciò di faccia alcuni metri, perdendo la sua posizione rannicchiata ma senza tentare di opporsi né di combattere quanto stesse subendo. La sua presa sul reale era talmente flebile che niente l'avrebbe potuto aiutare. Fermata la sua corsa, infatti, non si mosse, parendo quasi morto. Dopo alcuni istanti, la Yakusoku si avvicinò nuovamente per prenderlo nuovamente per il colletto e riportarlo nei meandri oscuri di quel lago nero e vuoto. Ti ho mostrato ciò per prepararti a quello che verrà, Demone. Concessi alla Yakusoku parte della mia energia per accenderla e, subito dopo, per riempirla d'energia! Ovvero il tuo soggiogamento per mano della Kirai Mugen! [Tecniche]


    Kensei Hito
    剣聖

    Statistiche Primarie
    • Forza: 850
    • Velocità: 700
    • Resistenza: 700
    • Riflessi: 625
    Statistiche Secondarie
    • Agilità: 700
    • Concentrazione: 700
    • Intuito: 700
    • Precisione: 700
    Chakra:
    Vitalità:

    En. Vitale: 30/30
    Slot Azione
    1:
    2:
    3:
    4:
    Slot Difesa
    1:
    2:
    3:
    4:
    Slot Tecnica
    1:
    2:
    3:


    Equipaggiamento
    • D-Visor dell'Elmo da Inquisitore × 1
    • Lente per D-Visor - Visione Telescopica × 1
    • Lente per D-Visor - Visione Fotocromatica × 1
    • Lente per D-Visor - Fish Eye × 1
    • Elmo integrale dell'Inquisitore × 1
    • Arto Artificiale Kiriano Superiore × 2
    • Corpo dell'Inquisitore × 1
    • Sistema di Ancoraggio dell'Arto Artificiale × 3
    • Spiedi Potenziati × 2
    • Tonico di Ripristino Superiore × 1
    • Equipaggiamento Debilitante × 1
    • Yakusoku Kenkichi × 1
    • Braccio Sinistro dell'Inquisitore × 1
    • Simbolo della Stella × 1

    Note

    • [TS] Istinto Omicida disattivato.
      - Riserva di Sangue: 2 Unità.

    • Combattere con Handicap Attivo.
      - Numero di Round passati con l'equipaggiamento debilitate indossato: 0.

    • Assetto Gakutensoku: Nessuno.
      - 0 Round rimanenti al prossimo Cambio di Assetto.

    • Fuuinjutsu preparati:
      - Simboli della Psiche: 4 Sigilli.
      - Simboli del Fisico: 8 Sigilli.
     
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    Falce dei Kaguya


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    Soggiogare il Tre Code

    Storie del Tre Code



    Non ci furono reazioni o commenti di alcun genere mentre il Decimo Mizukage dava sfoggio del suo controllo sul proprio mondo interiore: l'apparizione della Yakusoku e della larva umana parvero non scuotere più di tanto il Tre Code, così come la scomparsa del drago nero, del mondo in fiamme e l'arrivo in quel luogo vuoto.
    Quando le minacce del Mizukage, o più correttamente le sue promesse, si conclusero, ci fu di nuovo silenzio, finché non echeggiò una risata, il cui suono sembrava quello di un mare in tempesta.

    AHAHAHAHAHAHAH!!!! Mizukage, il Sette Code ti aveva decisamente sottovalutato!, esordì la voce del Bijuu, Ma le tue azioni hanno permesso che finalmente fossimo soli in questo mondo interiore! Chomei, come gli piace essere chiamato adesso che è così stretto al suo ammasso di carne, non ci disturberà oltre., affermò di gusto la creatura.
    Probabilmente abbiamo iniziato nel modo sbagliato, ma dopo aver passato gli ultimi anni all'interno di un aspirante pasticciere che correva a piangere dalle sue nonnine ogni volta che sentiva la mia presenza, ammetto di essere al quanto spazientito, per questo sono ben lieto che tu abbia mandato in malora il piano del Sette Code., affermò secco.

    Una strana, piccola, fontanella d'acqua iniziò a manifestarsi lì dove la sagoma del Tre Code aveva la zampa sinistra.
    Se fossimo nel mondo reale, mi divertirei ad aprire quella scatola in cui tieni nascosto il tuo corpo, ma vedrò di scoperchiarla dall'interno, perché sarei un pazzo a sfidare il Sette Code, il suo Jinchuuriki e te assieme., analizzò con impassibile freddezza.
    Una seconda fontanella d'acqua, intanto, si apriva sotto l'altra zampa anteriore.
    Non sono però come il ronzino, o lo scimmione: non mi farò mettere in un vaso così docilmente, chinando la testa agli ordini di voi, ammassi di carne e sangue., aggiunse, mentre una terza fontana si manifestava sotto la sua testa.
    Il fatto di essere ancora legato al piccolo pasticciere mi impedisce di scatenarmi a pieno, il Sette Code ed il suo ammasso di carne sono stati ben attenti in tal senso, ma posso comunque vincere l'ingresso qui dentro secondo le mie regole., le tre piccole fontanelle, intanto, iniziavano a prendere delle forme vagamente umane.
    Hai detto di volermi soggiogare ed il Sette Code vuole che io diventi il tuo Jinchuuriki, ma tutti e due sembrate non conoscere la storia, né la mia storia, né quella di questo villaggio., la fontanella sulla sinistra divenne una fanciulla con il coprifronte di Konoha. [Rinn]
    Il Terzo Mizukage, nella sua scarsa lungimiranza, pensò bene di riprendermi da qualsiasi scaffale mi avesse abbandonato per usarmi come trappola contro la Foglia: presero una ragazzina incapace del minimo controllo sul mio potere e mi piantarono in lei.
    Sarebbe dovuta tornare al suo villaggio e lì mi sarei scatenato, peccato che fu uccisa prima di quel momento ed io? Catturato e rinchiuso in una reliquia dall'Uchiha con la Maschera.
    , pochi secondi ed anche la seconda massa d'acqua mutò in un ragazzo con una strana lancia ed il coprifronte di Kiri. [Yoindaime Mizukage]
    Lo stesso Uchiha, qualche tempo dopo, mi usò per creare un nuovo Jinchuuriki ed uccidere il Sandaime Mizukage.
    Questo ammetto che mi diede soddisfazione, peccato, per me, che quello stesso ninja mascherato usò poi me ed il mio nuovo ammasso di carne come marionette al suo servizio, per quasi un decennio, qui a Kiri, prima di lasciarmi libero.
    Qualche anno dopo, quello stesso Uchiha mi catturò di nuovo, assieme ad un buffone con la fissazione per le esplosioni, per usarmi di nuovo per i suoi piani!
    , continuò, mentre ancora il terzo costrutto d'acqua non prendeva una vera forma.
    Ci fu una guerra contro l'uomo mascherato e quando fu sconfitto, a noi Bestie Codate fu promessa la pace! Fu promessa la Libertà! Poi, però, come sempre accade, voi ammassi di carne vi siete dimenticate le vostre promesse: così allo scoppio di una nuova guerra, fui di nuovo usato, da Kiri, per creare un jinchuuriki e quando il tempo di combattere passò, rinchiuso in una reliquia., la terza creazione d'acqua iniziava ad avere una forma, un individuo, forse un maschio, alto, con degli ispidi capelli.
    Che cosa ho imparato da tutto questo? Che voi umani sapete essere solo due cose: infidi, o deboli.
    Infidi come il Terzo Mizukage e l'Uchiha Mascherato, o deboli come la ragazzina, il Quarto Mizukage, il Pasticciere, o quello che venne prima di lui, un ninja che perse le abilità del suo clan e nella disperazione si unì con me, solo per venire schiacciato dal mio potere.
    la terza figura si rivelò come quello che, negli annali di Kiri, era "Kamuro Shinretsu", un aspirante spadaccino, morto ancor prima di riuscire a diventare un chunin a causa del Tre Code, durante i primi anni di governo dell'Ottavo Mizukage, Shiltar Kaguya. [Kamuro]

    Questa piccola lezione di storia per dire che non mi fiderò mai che il Sette Code pensa in accordo con chi lo ha domato, ma anzi, sono desideroso di mostrarle come noi Bijuu soggioghiamo i nostri Jinchuuriki. e su quelle ultime parole, i tre avatar dei passati Jinchuuriki si mossero, quasi all'unisono, contro Kensei.

    [Piccola Nota]

    Io, in particolare, ricordo la storia e ricordo ogni particolare chakra con cui sono entrato in contatto nei secoli., fu l'ultimo commento, quando, per primo, il Quarto Mizukage si mosse.

    L'arma del predecessore di Shiltar, Itai e Kensei era, di fatto, una gigantesca lancia, grande come una delle Sette Spade di Kiri, un'arma di cui gli annali della Nebbia probabilmente non avevano tramandato i segreti, ma che, decisamente, aveva un caratteristico fiore vicino la punta uncinata. [Equipaggiamento Quarto]
    Non fu però lui ad attaccare: un blocco di ghiaccio apparve dal nulla, un cuneo che volò ad alta velocità verso il Decimo ed a cui seguì con uno scatto Kamuro, che cercò di sferrare una violenta terna di attacchi contro l'elmo di Kensei. [TA 1 + SA1 & 2 - Kamuro]
    Mentre la terna di attacchi del giovane mancato Shinretsu andava avanti, il Quarto si sarebbe in effetti mosso, con una velocità spaventosa, cercando di oltrepassare e travolgere il Decimo, prima di assalirlo di nuovo con due veloci fendenti, il primo alle gambe ed il secondo al tronco. [TA 2 + SA3 & 4 - Quarto]

    Per ultima arrivò la ragazzina della Foglia, che sembrava aver preso qualche istante per qualche strana preparazione [TA 3 - Rin]
    Arrivò con un balzo ad alta velocità, forse irrisoria per il Mizukage stesso, ma sarebbe stato altrettanto irrisorio l'attacco della ragazza quando avrebbe cercato di colpire con un violento calcio in picchiata l'elmo del Mizukage, subito seguito da un violento diretto destro contro il suo sterno? [SA 5 & 6 - Rin]

    Quello non era il mondo reale, ma il Mizukage avrebbe ben presto realizzato che l'armatura nella sua interezza, come l'elmo ed il braccio meccanico erano lì, manifestazioni delle armi stesse, così come le gambe forgiate dal Coraggio di Hayate.
    Egualmente anche la sua Spada era lì, tanto come avatar quanto come vera arma.
    Forse Kensei non ci aveva fatto caso, ma in quel mondo surreale aveva accesso a cose quanto mai reali.

    Forte di tali equipaggiamenti, il Mizukage non sarebbe stato, forse, impensierito dagli attacchi che stavano per raggiungerlo, ma se uno solo di quei colpi lo avesse raggiunto, l'Inquisitore di Kiri avrebbe visto un sottile filo di chakra scaturire dall'impatto e dirigersi verso il Sanbi e se il ninja della Nebbia non avesse fatto alcunché per rimuovere tale filo, o fili, ne avrebbe scoperto presto gli effetti.

    [Nota finale]
     
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    ~ The Red Capes are coming!

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    Capitolo unico

    Atto V
    La fragilità delle menti salde †
    [Note]


    Mi stagliavo, fragile, con la mia ombra incompiuta, mozzata, handicappata, davanti alla gargantuesca stazza del bijuu dalle tre code, incosciente, nell'esser certo, di trovarmi salvo nei confini del mio mondo interiore. Eppure - dovevo saperlo bene - una morte interiore, spirituale, è forse più dannosa di una carnale, specie nel nostro mondo dove varcare la soglia dell'etterno dolore può essere soltanto transitorio, temporaneo. Chi muore nell'anima, invece, è frantumato nel profondo, incastrato in un corpo non più suo, inabile e perennemente dormiente, ancorato alla articolata finzione delle proprie proiezioni mentali, dell'instancabile e vano divincolarsi di un impulso elettrico su sterili sinapsi. AHAHAHAHAHAHAH!!!! Mizukage, il Sette Code ti aveva decisamente sottovalutato! Tuonò la tartaruga corazzata. Ma le tue azioni hanno permesso che finalmente fossimo soli in questo mondo interiore! Chomei, come gli piace essere chiamato adesso che è così stretto al suo ammasso di carne, non ci disturberà oltre. Incrociai le braccia al petto. Lo spero bene. Replicai atono. Probabilmente abbiamo iniziato nel modo sbagliato, ma dopo aver passato gli ultimi anni all'interno di un aspirante pasticciere che correva a piangere dalle sue nonnine ogni volta che sentiva la mia presenza, ammetto di essere al quanto spazientito, per questo sono ben lieto che tu abbia mandato in malora il piano del Sette Code. Continuò il Sanbi, schernendo Ryuu. Non potevo biasimarlo, almeno in quel contesto. Se c'era qualcosa che potevo condividere con quella creatura, era proprio la smania di agire, nel senso più ampio possibile che questa parola concede.
    Ma il reale piano del Bijuu ancora non era manifesto. Sarebbero state necessarie ulteriori parole e minacce prima che tutto si concretizzasse. Il primo passo in questa direzione fu la creazione di un piccolo mulinello; il secondo l'anticipata minaccia d'accompagnamento. Se fossimo nel mondo reale, mi divertirei ad aprire quella scatola in cui tieni nascosto il tuo corpo, ma vedrò di scoperchiarla dall'interno, perché sarei un pazzo a sfidare il Sette Code, il suo Jinchuuriki e te assieme. Rimasi in silenzio udendo quell'esternazione. Non era necessario sottolineare quanto avesse ragione. Era un demone saggio - e furbo. Non sono però come il ronzino, o lo scimmione: non mi farò mettere in un vaso così docilmente, chinando la testa agli ordini di voi, ammassi di carne e sangue. Continuò, manifestando un secondo mulinello. È proprio quello che speravo. Dissi, allora, mentre già si formava un terzo mulinello. Il fatto di essere ancora legato al piccolo pasticciere mi impedisce di scatenarmi a pieno, il Sette Code ed il suo ammasso di carne sono stati ben attenti in tal senso, ma posso comunque vincere l'ingresso qui dentro secondo le mie regole. Le parole della creatura erano piene di un'ira quasi atavica e naturale come se fosse davvero parte della sua natura essere distruttore di vite e mondi. Provai allora a schernirlo. Provaci. Dissi, roteando la Yakusoku con le sue tre punte. Ed allora, forse sentendosi minacciato, il bijuu plasmò i tre mulinelli d'acqua, dando loro sembianze umane. Hai detto di volermi soggiogare ed il Sette Code vuole che io diventi il tuo Jinchuuriki, ma tutti e due sembrate non conoscere la storia, né la mia storia, né quella di questo villaggio. Volevo rispondere a quell'essere che, fondamentalmente, della sua interpretazione dello Spirito del Mondo non poteva davvero interessarmi niente. Ma, come ogni vero antagonista che si rispetti, il Demone aveva il suo monologo da esporre. Gli lasciai raccontare la storia della kunoichi di Konoha utilizzata come esca contro la Foglia - rammentandomi il Patto di Sangue col Garth e sul reale motivo per cui mi trovavo in quella stanza; mi raccontò di come fu sfruttato, due volte, da Madara Uchiha; mi raccontò della promessa fatta ai Demoni Codati ma mai mantenuta: quella di una pace che mai arrivò; e, infine mi raccontò di un jinchuuriki morto ancor prima di poter essere definito tale. La Pace è una menzogna. C'è solo la Passione. replicai, più come un mantra che come una reale risposta al Demone. Questa piccola lezione di storia per dire che non mi fiderò mai che il Sette Code pensa in accordo con chi lo ha domato, ma anzi, sono desideroso di mostrarle come noi Bijuu soggioghiamo i nostri Jinchuuriki. Terminò infine il Bijuu, scagliandomi contro le tre sagome generate dai suoi mulinelli. Il momento delle chiacchiere era, infine, terminato.
    Il primo a muoversi fu il Quarto Mizukage. Si trattava di un mio predecessore, quindi la stima ed il rispetto erano il primo pegno da pagare verso un tale avversario. La Yakusoku si mosse in aria, disegnando una X in sua direzione. [Abilità] Tuttavia il Quarto fu il primo a muoversi, non ad attaccare. Ad aprire le danze ci pensò lo Shinretsu, lanciando un blocco di ghiaccio tipico della sua tecnica speciale contro il sottoscritto. Benché veloce, tale attacco fu facilmente vanificabile. La Yakusoku venne irrorata di chakra: poi, un singolo, rapido movimento del polso destro fece compiere una mezzaluna all'arma che colpì e tagliò il costrutto di chakra, restituendo al suolo solo inerme acqua. [Tecnica I] Il Manipolatore di ghiaccio, poi, si portò in corpo a corpo, tentando di eseguire degli attacchi verso il mio Elmo con le sue sole mani. Stolto da parte tua credere di riuscire a scalfirmi in questo modo. Risposi, non sapendo cosa mi stesse per attendere. Lasciai che i suoi pugni mi raggiungessero senza opporre alcuna resistenza. Due sordi tonfi seguirono l'impatto delle sue mani contro il freddo volto d'acciaio dell'Inquisitore. [Ferite] In risposta al secondo impatto, il mio odio proruppe da dentro di me, inebriandomi di una nuova energia e di nuove potenzialità. [Attivazione Kinjutsu] [Vincoli] Immediatamente, la Yakusoku si mosse, andando a cercare di colpire l'anca avversaria, all'altezza dell'articolazione tra anca e femore. La Promessa si nutrì di parte della mia nuova energia così da concedermi nuove, estreme, capacità. [S&M]
    Stavo lottando con vere e proprie sacche d'acqua generate dal Sanbi, quindi immaginarsi che determinati fendenti potessero impedirgli di eseguire alcune azioni o potessero anche solo farli sanguinare per sfruttare a pieno gli atavici poteri delle Lame Insanguinate era fuori discussione.
    Una volta concluso l'assalto responsivo, però, notai due fili di chakra che collegavano il mio corpo al Sanbi. Cos'erano? E cos'era quella strana sensazione che iniziavo a percepire? Non potei prestarci troppa attenzione dal momento che, poco dopo, fui costretto nuovamente a difendermi. Un poderoso spostamento d'aria mi fece indietreggiare di alcuni passi, ed investendomi nella mia interezza. L'entità del danno fu tutt'altro che imponente, anche per via del fatto che tutti i miei arti metallici furono coinvolti dalla tecnica, lasciandomi forse qualche livido sotto l'armatura. [Equipaggiamenti] [Note] [Ferite] Conoscendo bene quella tecnica, essendo una tecnica di Kiri che anche io, pur in modo leggermente revisionato, sapevo utilizzare, mi voltai immediatamente nella direzione opposta a quella della corrente d'aria, serrando entrambe le mani sulla Yakusoku e pronto a difendermi da qualsiasi cosa mi avrebbe raggiunto. Il primo assalto fu un semplice affondo di lancia rivolto alle mie gambe. Soltanto quando fummo abbastanza vicini potei notare i particolari della sua arma. Era intarsiata, curata, molto rifinita. Sembrava un equipaggiamento di grande dote, e quindi, potenzialmente assai pericoloso. Dovendone saggiarne la potenza, quindi, ragionai d'istinto: la Yakusoku si mosse in avanti, andando ad anticipare il mio avversario e, nutrendosi un'ennesima volta del sangue che le avevo donato, si allungò, intercettando il l'affondo e deviandolo prima che l'arma puntasse troppo verso il basso e uscisse dal raggio d'azione della mia Lama Insanguinata. Contemporaneamente feci un mezzo passo ampio verso destra, così da rendere più complesso un secondo attacco e visionare meglio l'offensiva nemica. Il Quarto, quindi, si trovò scoordinato a trafiggere l'aria. [Difesa II] Rialzando l'arma, poi, il mio predecessore tentò un affondo al mio petto che, di rimando, non feci niente per parare: mi ero assicurato che quel colpo non avesse particolari affinità elementali col contatto con la Yakusoku e, grazie alla mia difesa ricavata dalla Forma della Bellezza, sapevo che quell'assalto sarebbe stato estremamente meno rilevante del precedente. Inclinando leggermente il busto, lasciai che la punta dell'arma scalfisse la mia armatura, strisciando su di essa senza produrre alcun risultato. E qui, nuovamente, diedi sfogo alle mie rimostranze attaccando immediatamente dopo il mio avversario. La Yakusoku si sarebbe levata alta sopra la testa del quarto e sarebbe discesa come una gigliottina, intenzionata ad aprirla a metà. [S&M] Nuovamente, una linea di chakra mi collegò al Sanbi. Sapevo che da tale evento non poteva scaturire niente di buono ma, ancora una volta, non potevo preoccuparmi: stava infatti giungendo, seppur meno velocemente dell'ultima persona che mi aveva attaccato, la mia ultima avversaria. Volando, circondata da puro chakra, l'ex portatrice del Sanbi cercò di colpirmi alla testa con un calcio volante. Prontamente, uno dei fuuinjutsu che avevo tracciato poco prima si attivò, irrorando il mio sistema nervoso di chakra. Contemporaneamente, anche la Yakusoku infuse in me il suo potere, ritrovandomi in uno stato di inebriazione profonda e totalizzante, un ultimo, piccolo contributo di chakra dal mio tantien mi permise di schivare efficacemente quell'assalto facendo un passo indietro con la gamba sinistra e spostando il busto indietro di tre quarti verso la medesima direzione, con l'ex Jinchuuriki e la sua gamba che mi sfioravano e atterravano di fianco al sottoscritto. [Difesa II] Da quella posizione, la donna cercò poi un violento colpo diretto al mio busto. Nuovamente, fui dell'idea che fosse arrivato il momento di testare le sue capacità: stando fermo, dunque, lasciai che il suo colpo mi raggiungesse, colpendomi in pieno sterno. Peccato però che la sua forza fosse paragonabile a quella di un genin della Nebbia alle prime armi; il pugno cozzò contro il metallo della mia armatura, producendo un suono sordo che fu per me il segnale perfetto per il contrattacco. [Danni] La Yakusoku si spensa, in un attimo, ritraendo dentro di sé tutte e tre le temibili punte. Poi, portando l'arma sotto l'ascella sinistra, in un moto di rabbia e disumana forza, tracciai una mazzaluna davanti a me. Poco dopo l'inizio di tale movimento, la Yakusoku riesplose in tutta la sua atavica, devastante potenza, cercando di cogliere alla sprovvista la mia avversaria e giungendole addosso ad una velocità davvero impressionante! Il colpo mirava a colpire l'ascella destra, quella relativa al braccio con cui aveva appena attaccato, e si alzava poi leggermente, in una traiettoria ideale leggermente ascendente che voleva attraversarla in due fino alla spalla opposta. [S&M - Tecnica III&IV Extra] Qualsiasi fosse stato l'esito di quel colpo, non avrei ceduto un solo centimetro. Per prima cosa avrei cercato, con un rapido movimento della sinistra, di liberarmi da uno dei fili che mi legava al Sanbi. Con uno scatto netto, immediatamente successivo all'attacco, avrei portato il gomito sinistro sopra una di quelle creazioni di chakra e, premendo verso il basso, avrei tentato di staccarlo di netto. Con mio stupore scoprii che erano facilmente distaccabili. [Azione III] Contemporaneamente, se fosse stata ancora a portata di colpo, avrei cercato un secondo fendente dei confronti dell'ex forza portante o di quale altro avversario avessi trovato a portata di tiro. La Promessa sarebbe stata impugnata con entrambe le mani e, discendendo verticalmente, avrebbe mirato alla testa del malcapitato come una ghigliottina. La seconda volta che utilizzavo un assalto di quel tipo in quel frangente. [Azione IV] Nuovamente, indipendentemente dall'esito del fendente, avrei usato la spada per spezzare il secondo legame col Sanbi. [Azione V] Che cosa mi stai facendo, Demone? Chiesi, ringhiando ed urlando, riferendomi, evidentemente, ai fili di chakra che ci collegavano.





    Kensei Hito
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    Statistiche Primarie
    • Forza: 850
    • Velocità: 650
    • Resistenza: 700
    • Riflessi: 600
    Statistiche Secondarie
    • Agilità: 700
    • Concentrazione: 725
    • Intuito: 700
    • Precisione: 700
    Chakra:
    Vitalità:

    En. Vitale: 29.25/30
    Slot Azione
    1: S&M
    2: S&M
    3: Sanbi
    4: Fendente Verticale
    5: Sanbi
    Slot Difesa
    1: S&M
    2: Difesa I
    3: S&M
    4: Difesa II
    5 - Convertito: S&M
    Slot Tecnica
    1: Ninjutsu Kai
    2: Kirai Mugen
    3: S&M
    4: Chi no Gisei: Shōshin jisatsu


    Equipaggiamento
    • D-Visor dell'Elmo da Inquisitore × 1
    • Lente per D-Visor - Visione Telescopica × 1
    • Lente per D-Visor - Visione Fotocromatica × 1
    • Lente per D-Visor - Fish Eye × 1
    • Elmo integrale dell'Inquisitore × 1
    • Arto Artificiale Kiriano Superiore × 2
    • Corpo dell'Inquisitore × 1
    • Sistema di Ancoraggio dell'Arto Artificiale × 3
    • Spiedi Potenziati × 2
    • Tonico di Ripristino Superiore × 1
    • Equipaggiamento Debilitante × 1
    • Yakusoku Kenkichi × 1
    • Braccio Sinistro dell'Inquisitore × 1
    • Simbolo della Stella × 1

    Note
    • [Ferite]:
      - Lieve alla Testa
      - Lieve al Braccio Dx
      - Lieve al Busto

    • [TS] Istinto Omicida disattivato.
      - Riserva di Sangue: 12 Unità.

    • Combattere con Handicap Attivo.
      - Numero di Round passati con l'equipaggiamento debilitate indossato: 1.

    • Assetto Gakutensoku: Nessuno.
      - 0 Round rimanenti al prossimo Cambio di Assetto.

    • Fuuinjutsu preparati:
      - Simboli della Psiche: 4 Sigilli.
      - Simboli del Fisico: 7 Sigilli.

    • Cooldowns:
      - Irruenza può essere riutilizzata tra 3 round.
      - Assalto Perfetto può essere riutilizzata tra 3 round.
      - Padronanza Perfetta può essere riutilizzata tra 3 round.
      - Bellezza Makashi può essere riutilizzata tra 2 round.
      - Vigore Infinito può essere riutilizzata tra 2 round.
      - Tecnica Immobile può essere riutilizzata tra 2 round.
      - Tecnica Rapida può essere riutilizzata tra 2 round.
      - Taijutsu Perfette può essere riutilizzata tra 2 round.
     
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    Falce dei Kaguya


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    Le 2 Strategie del 3 Code

    10 vs 4



    Il Sanbi non rispose alle parole, poche in vero, del Decimo Mizukage, lasciò che fossero i suoi tre avatar a parlare per lui, attaccando, uno dopo l'altro.

    Quello che un tempo era stato Kamuro Shinretsu, un chunin di Kiri, fu il primo ad incontrare la potenza del Decimo: il ghiaccio fu disperso come se fosse neve in un deserto, da un singolo colpo di spada, mentre i pugni furono incassati con fare impassibile, lasciando a Kensei la possibilità di rispondere con un violentissimo colpo di taglio all'anca dello "sfortunato" nemico.
    Sembrava indossare una sorta di corazza Kamuro, se ne sarebbe reso conto lo stesso Mizukage, nel sentire la lama cozzare contro qualcosa, una memoria del fu Jinchuuriki che il Bijuu aveva voluto utilizzare. [Danno]
    Un filo di chakra si sarebbe diretto dall'avatar ferito verso Kensei.

    Pochi istanti, però, ed anche il Quarto Mizukage partì all'attacco: il Decimo fu preso in pieno dal suo taijutsu e, poco dopo, parando il primo colpo di lancia, non si curò di fare altrettanto contro il successivo, che raggiunse il Kenkichi, lasciandogli il tempo di sferrare un colpo a ghigliottina in tutta risposta.
    La "Promessa" trovò un collo parecchio duro, incredibilmente, quasi. [Danno]

    L'attacco di colei che appariva come "Rin" fu, invece, irrisorio per il Decimo, che non solo riuscì a difendersi senza nemmeno un graffio, ma scatenò tutta la potenza della propria katana Kenkichi, mista all'odio di cui era padrone, che avrebbe potuto travolgere la kunoichi, non fosse stato per le sue abilità eremitiche. [Danno]

    A quel punto, Kensei si concentrò sui 3 fili di chakra che uscivano dal suo corpo: erano tanti quanti quelli che uscivano da ognuno dei tre avatar, o, più correttamente, passavano dalle tre manifestazioni, partendo dal Sanbi ed arrivando al Mizukage. [Nota 1]
    Un primo filo fu reciso, senza apparentemente alcun effetto.
    Poi, l'Inquisitore puntò di nuovo ad attaccare la kunoichi con il simbolo di Konoha, che, prontamente, fu difesa da un muro bianco manifestatosi attorno a lei.
    Kensei avrebbe notato facilmente la mano alzata del Quarto, da cui si formava una mezza cupola a protezione di Rin, impedendo che l'attacco la raggiungesse a pieno e lasciando che provocasse una ferita di scarso interesse sulla kunoichi. [SD 1 & Danno]
    Un secondo filo di chakra fu reciso da un secco gesto del Kage, prima di rivolgere una domanda al Bijuu stesso.

    Che cosa ti sto facendo, Mizukage? AHAHAHAHAH!!!!
    Diciamo che stai provando l'emozione di essere un Jinchuuriki, o almeno, di cercare di domare il mio chakra come un vero Jinchuuriki.
    In tanti, nelle ere passate, lo hanno fatto, con gli altri codati, ma con me sono secoli che non capita, nemmeno ricordo l'ultimo ammasso di carne che ci riuscì.
    Il Quarto Mizukage ottenne quel tipo di potere, ma solo perché l'Uchiha Mascherato mi domò a sufficienza per farmi derubare del chakra.
    , lo schermì il Demone Codato.
    Che poi compì un secco movimento con le tre code, disperdendo i fili di chakra creati dal Decimo.
    Ti voglio fare un regalo, però, Mizukage: prova ad affrontare uno contro uno il tuo predecessore!, lo invitò, mentre il Quarto faceva un passo avanti.
    Era veramente un regalo quello che stava facendogli il Sanbi? Non sarebbe servito che qualche secondo per capirlo a Kensei. [Le Regole del Sanbi]

    Il Quarto Mizukage, intanto, avrebbe fatto qualche passo avanti, mentre Rin e Kamuro sembravano indietreggiare, con il capo chino.
    Kensei, probabilmente si sarebbe dovuto concentrare ad osservare il suo "avversario" e la posizione che stava prendendo: Yagura si mise di profilo destro con la parte appuntita della lancia chinata verso il suolo, di quel luogo immaginario, mentre il braccio destro, dietro il capo del ninja, era alzato con l'estremità più piccola della lancia ben in vista.
    Le conoscenze di kenjutsu di Kensei gli avrebbero permesso facilmente di riconoscere quella come la "Gedan No Kamae", la guardia più bassa, la guardia che invitava l'avversario ad attaccare, mostrando, apparentemente, ogni possibile apertura del lanciere.
    Tutto questo, mentre la lancia si circondava di chakra elementale. [ST1]

    Da quella guardia sarebbe partito la prima carica del Quarto, una carica frontale, un affondo al centro del petto del Decimo, per cercare di sfondarne la difesa, o almeno il fiato[SA1]
    Quale che fosse stata la difesa del Kenkichi, l'altro non gli avrebbe lasciato molto spazio di manovra: una veloce rotazione del tronco ed ecco che una lama ossea sarebbe sorta dal polpaccio sinistro, diretta verso il punto d'aggancio fra tronco e cinta della corazza. [SA2]

    Facendo poi leva sulla propria lancia, il Quarto Mizukage avrebbe sollevato la gamba, anche qualora il colpo non fosse andato a segno, per eseguire un movimento circolare ad altissimo potenziale offensivo cercando di colpire prima lo sterno e poi l'elmo del Decimo. [ST2 & SA3]

    Nel frattempo, il Sanbi avrebbe sfruttato il filo di chakra che lo collegava al Mizukage per ottenere potere per se stesso, probabilmente anche Kensei si sarebbe subito reso conto che qualcosa non andava bene. [ST - Sanbi]

    Intanto, roteando la lancia, il Quarto eseguii un Bunkai: un movimento dal basso verso l'alto, ritraendo subito dopo la lancia per eseguire un secondo colpo ad una più potente persino del primo, seppur meno veloce. [ST3]
    Nel frattempo, un secondo quantitativo di polline si sarebbe disperso intorno ai duellanti, prendendo forma alle spalle di Kensei e cercando di soffocarlo attraverso l'elmo con un'iniezione venefica. [ST4 & SA4]
    Alla fine dell'attacco, il Quarto avrebbe ripreso di nuovo la sua guardia Gedan, a circa 8 metri dal Decimo, con il Sanbi che ancora osservava la scena assieme agli altri due avatar.

    [Nota Finale]
     
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    ~ The Red Capes are coming!

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    Il Mostro che dorme nel Profondo

    Capitolo unico

    Atto VI
    Atavica arroganza †



    Ogni mio assalto andò a segno. Non sapevo se ciò era successo perché, esattamente come avevo fatto io con lui, il Sanbi mi stava testando o se davvero avessi in qualche modo impensierito il del Tre Code - ma ciò, in quel momento, non era importante. Ciò che mi interessava, invece, era domare quella bestia e porla nella giara in cui doveva stare. Era una risorsa troppo importante per Kiri - ed era qualcosa che avevo promesso a Diogene. Non mi sarei fatto annientare per alcun motivo al mondo. Ed Itai l'avrebbe pagata per quello scherzetto che aveva tentato di farmi.
    Quando, con la Yakusoku al fianco e l'indice rivolto verso il demone, gli chiesi cosa mi stesse facendo egli rise tetramente, come soltanto una creazione degli inferi poteva fare. Che cosa ti sto facendo, Mizukage? AHAHAHAHAH!!!! Diciamo che stai provando l'emozione di essere un Jinchuuriki, o almeno, di cercare di domare il mio chakra come un vero Jinchuuriki. In tanti, nelle ere passate, lo hanno fatto, con gli altri codati, ma con me sono secoli che non capita, nemmeno ricordo l'ultimo ammasso di carne che ci riuscì. Il Quarto Mizukage ottenne quel tipo di potere, ma solo perché l'Uchiha Mascherato mi domò a sufficienza per farmi derubare del chakra. Osservai il filo di chakra che ci collegava, confuso. Non percepivo affatto il potere del demone: anzi, forse, era più corretto dire che non percepivo niente. Non era niente, per lo meno, di simile a quanto provassi con la Yakusoku. Eppure, esattamente come quello delle Lame Insanguinate, il legame tra un Jinchuuriki e il suo Bijuu doveva essere qualcosa di simbiontico. Itai aveva sempre parlato della difficoltà di riuscire a gestire quelle creature e lo sfortunato Ryuu che giaceva da qualche parte in quel loco ne era la dimostrazione. Il Sanbi poi, con un gesto assai superbo, mi sfidò apertamente. E quello fu un grave errore. Se c'era qualcosa che avevo imparato, in quegli anni, è che la mia mancanza di padronanza di tutte e Sette le Forme Kenkichi mi rendeva particolarmente vulnerabile agli assalti in inferiorità numerica. Scegliere di combattermi singolarmente sarebbe stato un atto di narcisistica sicurezza che il Demone avrebbe pagato caro. Ti voglio fare un regalo, però, Mizukage: prova ad affrontare uno contro uno il tuo predecessore! Avevo già salutato con la Yakusoku il Quarto Mizukage. Adesso si trattava solo di entrare davvero nel combattimento rispettoso che il Makashi richiede. E sia. Dissi, mentre il mio predecessore avanzava e gli altri ex-jinchuuriki facevano alcuni passi indietro. Yagura non attese un attimo: portando la punta della lancia verso il basso e la sua parte terminale verso l'alto, si mise in una posizione assai difensiva che, tuttavia, non gli vietava spietati, precisi e violenti assalti. Sta assumendo la guardia propria della Gedan No Kamae, Kensei. Disse la Yakusoku, echeggiando come un fantasma nel profondo della mia mente. Ti sta invitando all'attacco: è una guardia difensiva. Sta' cauto. Lo stile ricorda, per molti versi, il Makashi. E mentre la Yakusoku parlava, la Lancia di Yagura si circondò d'acqua! Avrei riconosciuto la Manipolazione della Natura anche da bendato; non era certamente con una delle mie tecniche più iconiche che il Sanbi mi avrebbe sconfitto. Ma questo lui, dopotutto, non poteva saperlo.
    Aprii leggermente il mantello con l'arto metallico mentre la destra roteava la Yakusoku fino a portarla con la punta verso il basso. Il peso si spostò in avanti, con la spalla sinistra protratta verso il mio avversario.

    NLiM5Jvhe


    Stavo fornendo il mio corpo all'assalto. Niente di meglio che scoprirsi, quando il tuo avversario tenta di difendersi. Quando l'ex Kage partì all'assalto, il mio chakra ribollì, andando dal tantien al mio trapezio dove albergava il Simbolo della Stella. Da sotto la mia armatura proruppe una piccola patina di chakra incandescente che andava a sommarsi alla tetra aura emessa dalla Kirai Mugen. [Tecnica I] Il primo assalto dello Yondaime non fu niente di particolarmente complesso. Fu veloce, molto, forse anche più veloce degli assalti portati precedentemente ma niente che io e la Yakusoku non potessimo intercettare. Entrambe le mani andarono a impugnare il Femore del Figlio e, con un unico, chirurgico, movimento a mezzaluna verso l'alto, la lancia del mio Predecessore fu deviata ben fuori portata. [Difesa I] Quello che, tuttavia, non mi aspettai, fu l'attacco successivo. Infatti, non focalizzandosi più sulla lancia, lo Yondaime fece affidamento alla sua Kekkei Genkai e, con una rapida rotazione del busto, andò ad estrarre un osso che mirava direttamente alla mia armatura! Non avevo intenzione di provare cosa sarebbe potuto succedere incassando quel tipo di colpo, le ossa Kaguya sono leggendarie per un motivo, quindi feci la cosa più semplice che mi venisse in mente: mi mossi verso di lui così da limitare la reale potenza del colpo e modificare il bersagli dello stesso, facendolo impattare a metà strada con la protesi metallica che costituiva i miei arti inferiori. [Difesa II] Nuovamente, poi, utilizzando la lancia come perno sia per spostarsi dal sottoscritto, dato che per difendermi mi ero avvicinato, sia per compiere un gesto particolarmente atletico, lo Yondaime piroettò in aria su se stesso, cercando nuovamente di colpirmi col suo osso. Un'altra volta mossi rapidamente la Yakusoku davanti al petto facendo scorrere il braccio sull'armatura e intercettando con la guardia di sangue l'osso Kaguya. Quando poi l'uomo roteò nuovamente, il suo cambio di asse in aria mi preannuncò un colpo a ghigliottina che parai afferrando la Yakusoku anche con la sinistra e continuandio il movimento precedente verso l'alto, così da avere il braccio destro col palmo rivolto verso il volto qualche centimetro oltre la testa, e la punta della Promessa che puntava, inclinata, verso il basso alla mia destra. [Difesa III-IV] Avrei voluto contrattaccare in quell'istante ma la spinta dello Yondaime non si era ancora conclusa. Roteando la lancia l'ex Kage mi diede il tempo di comprendere quello che stesse per succedere: un affondo dal basso verso l'alto cercò di colpirmi. Ancora una volta, grazie agli atavici poteri Kenkichi, feci cadere la Promessa come una ghigliottina sulla sua lancia, indirizzando l'arma verso il terreno e bloccando ogni suo possibile assalto. [Difesa V - Convertita][Note] Ma fu proprio mentre le nostre armi mantenevano il contatto che mi accorsi di qualcosa. Già dopo il primo attacco avevo visto del pulviscolo fuoriuscire dalla sua arma ma questa volta, visto che eravamo più vicini, fu più evidente: c'era qualcosa, del tutto simile a polline, che mi stava danzando intorno. Da quella posizione, e grazie alle mie conoscenze relative alle tecniche eseguibili tramite armi, nonché al sapere della Yakusoku, non mi fu difficile intendere che lo Yondaime stava per eseguire un qualche tipo di ninjutsu veicolato dalla sua lancia. Il modo in cui la impugnava e la stasi in cui si stava addentrando per caricare la tecnica erano segnali per me troppo chiari.
    E non glielo potevo permettere.
    Il polline si mosse, pronto a raggiungermi e, probabilmente, colpirmi alle spalle: ma io non c'ero già più. Scomparso, in un battito di ciglia, ero ora con le gambe piegate e rannicchiato, pronto a eseguire una rapida combinazioni di fendenti che, speravo, avrebbero presto posto fine a quello scontro. La Yakusoku si mosse verticalmente, con la lama in orizzontale, andando a cercare la gola del mio avversario, così da tagliargli di netto la testa. Il colpo fu esploso con una potenza ed una rapidità disumane. [AdO] Qualsiasi fosse stato l'esito del colpo, avrei ritratto la spada fino al fianco destro e, con entrambe le mani, mi sarei allungato per eseguire un affondo al cuore dell'ex Kage. Certo, mirare agli organi vitali, probabilmente, non era fondamentale in quella circostanza, ma l'abitudine era una bestia dura da combattere. [Azione I] Infine, avrei riportato la spada indietro e, con rapidità di polso avrei roteato la spada dall'alto verso il basso per cercare di colpire il ginocchio sinistro avversario. Se il mio avversario fosse invece caduto a terra per via della complessità e della forza del colpo precedente, avrei tentato di infilzare il primo arto che avevo a portata di mano. [Azione II] Quindi, facendo un passo indietro, piegai nuovamente i due fili che si erano creati tra me e il Sanbi e, rimettendomi in posizione di guardia, avrei gridato: Smettila di giocare col mio chakra, Demone. Arrenditi e ti garantirò una vita dignitosa! [Azioni III-IV]


    Kensei Hito
    剣聖

    Statistiche Primarie
    • Forza: 950
    • Velocità: 750
    • Resistenza: 750
    • Riflessi: 725
    Statistiche Secondarie
    • Agilità: 750
    • Concentrazione: 775
    • Intuito: 750
    • Precisione: 750
    Chakra:
    Vitalità:

    En. Vitale: 29.25/30
    Slot Azione
    1: Affondo
    2: Colpo al Ginocchio
    3: Filo Sanbi
    4 - Bonus Secondaria: Filo Sanbi
    Slot Difesa
    1: Deviazione verso l'alto
    2: Intercettazione del colpo col corpo
    3: Parata al petto
    4: parata alla testa
    5 - Convertito: Deviazione arma verso terra
    Slot Tecnica
    1: Potenza della Stella
    2: Totsugeki
    3: Okurimono


    Equipaggiamento
    • D-Visor dell'Elmo da Inquisitore × 1
    • Lente per D-Visor - Visione Telescopica × 1
    • Lente per D-Visor - Visione Fotocromatica × 1
    • Lente per D-Visor - Fish Eye × 1
    • Elmo integrale dell'Inquisitore × 1
    • Arto Artificiale Kiriano Superiore × 2
    • Corpo dell'Inquisitore × 1
    • Sistema di Ancoraggio dell'Arto Artificiale × 3
    • Spiedi Potenziati × 2
    • Tonico di Ripristino Superiore × 1
    • Equipaggiamento Debilitante × 1
    • Yakusoku Kenkichi × 1
    • Braccio Sinistro dell'Inquisitore × 1
    • Simbolo della Stella × 1

    Note
    • [Ferite]:
      - Lieve alla Testa
      - Lieve al Braccio Dx
      - Lieve al Busto

    • [TS] Istinto Omicida disattivato.
      - Riserva di Sangue: 3 Unità.

    • [Odio Incarnato] Vincoli rispettati per 1 Round.
      - Cap aumentato di +2 Tacche a Forza e Velocità.


    • Combattere con Handicap Attivo.
      - Numero di Round passati con l'equipaggiamento debilitate indossato: 2.

    • Assetto Gakutensoku: Nessuno.
      - 0 Round rimanenti al prossimo Cambio di Assetto.

    • Fuuinjutsu preparati:
      - Simboli della Psiche: 4 Sigilli.
      - Simboli del Fisico: 7 Sigilli.

    • Cooldowns:
      - Irruenza può essere riutilizzata tra 2 round.
      - Assalto Perfetto può essere riutilizzata tra 2 round.
      - Padronanza Perfetta può essere riutilizzata tra 2 round.
      - Bellezza Makashi può essere riutilizzata tra 1 round.
      - Vigore Infinito può essere riutilizzata tra 1 round.
     
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    Falce dei Kaguya


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    Forza Demoniaca

    L'assalto continuo



    Il duello fra Mizukage sembrava intrattenere il Sanbi, che osservava con attenzione, da quel suo unico occhio, Kensei parare i diversi colpi di lancia e lame d'ossa, prima che fosse il momento del Kenkichi di reagire.
    Reazione che partì bloccando l'attacco con il polline con un tentativo di decapitazione ai danni del Quarto.
    Ci fu sorpresa nello sguardo di Yagura, ma questi si mosse, certo non velocemente quanto il Decimo, ma abbastanza da sollevare un muro d'ossa dalla spalla, muro che, però, non resse contro il potere insito nella lama di Sangue, costringendo l'altro ad accelerare la rotazione della Lancia, parando il colpo, ma subendone comunque un danno considerevole. [SD 1 + SA 1 & Danno]

    Il Decimo, poi, nella foga dell'assalto, provò un assalto frontale verso il petto del suo Predecessore.
    Il Quarto, ancora una volta, diede dimostrazione del suo uso della Lancia, eseguendo un movimento rotatorio dal basso verso l'alto, allungando la lama per provare a ridurre la potenza del colpo nemico, mentre incrementava ulteriormente i propri movimenti difensivi, evitando a pieno l'attacco frontale. [SD 2]

    Il fendente poi diretto verso il ginocchio del Quarto fu schivato con un'esplosione di chakra: un unico potente salto all'indietro che lo portò fuori dal raggio d'azione della lama. [SD 3]

    Quando poi, Kensei recise i due fili di chakra che lo legavano al Sanbi, invitandolo ad arrendersi, l'altro rispose dapprima con un borbottio, che divenne una risata.
    AHAHAHAHAH!!!! Molto bravo, Mizukage, hai superato il confronto con il tuo predecessore, ma non pensare che per questo mi arrenderò! L'unica vita dignitosa che desidero è libero! Lontano da voi ammassi di carne!, avrebbe ringhiato il Bijuu, mentre il chakra sembrava circondare in modo diverso i tre avatar.
    Permettimi di renderti le cose un pizzico meno facili!, aggiunse, mentre il suo chakra si espandeva fino a circondare Rin e Kamuro, avvolgendoli e rivestendoli. [ST Sanbi & Kamuro]

    L'acqua si sarebbe mossa più velocemente dei tre avatar: guidata dalla volontà di Kamuro, avrebbe cercato di eseguire una presa sulle gambe del Mizukage, congelandosi sulle stesse. [ST Extra Kamuro]
    Quale che fosse la reazione del Decimo, sarebbe scattata subito Rin con una velocità e furia ben superiore a prima. [ST Rin]

    Ancora, in risposta alla difesa di Kensei, Kamuro gli sarebbe letteralmente saltato addosso, le mani circondate dal chakra demoniaco, che cercavano di colpire con violenza l'elmo del Mizukage per due volte di fila, prima con un gancio sinistro e poi con un montante destro. [SA 1,2 - Kamuro]

    Un blocco osseo, a quel punto, sarebbe andato a colpire le gambe "bioniche", non per ferire, ma per cercare di squilibrare ulteriormente il Mizukage. [SA 2 - Quarto]
    Subito seguite da Rin che partì alla carica con veloce calcio volante, cercando di investire al petto e sbilanciare del tutto il Decimo. [SA 1 Rin]
    Il Quarto avrebbe provato ad approfittarne, nuovamente alla carica con un Boshi verso la nuca di Kensei per cercare di sfruttare l'eventuale sbilanciamento. [SA Extra Quarto]

    Nel frattempo, con un secco movimento delle code, il Sanbi avrebbe rimosso il filo dovuto all'attacco iniziale contro Yagura. [SA Sanbi]
     
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