Integrazione Sunese[QdV]

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  1. Shinodari
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    Integrazione Sunese


    Intro del topic



    Narrato Parlato PensatoParlato nel linguaggio natio


    Tamashii era seduto sul davanzale della camera della locanda, dove risiedeva quando si recava a Suna. Lo sguardo perso in lontananza.
    Il nonno era in visita al villaggio in quei giorni per sbrigare degli affari. Dormiva nella stanza adiacente a quella del nipote.
    Qualcuno bussò alla porta riportando il ragazzino alla realtà.
    Si ritrovò davanti il nonno. Aveva un'espressione pensierosa dipinta sul volto.
    Figliolo. Lo salutò appendendo il copricapo su uno dei ganci vicini alla porta. Poi si sedette stancamente sulla poltroncina vicino il letto.
    Nonno, che succede? Chiese con un misto di curiosità e preoccupazione. Era raro vedere l'anziano parente esternare un tale sentimento. Sistemò uno dei grossi cuscini davanti a lui, sedendosi a gambe incrociate. Koryukaze si arrampicò sulla spalla destra.
    L'uomo chiuse per un istante gli occhi, massaggiandosi le palpebre coi polpastrelli. Sono troppo vecchio per mettermi in mezzo alle questioni politiche del villaggio. Sospirò, riaprendogli poco dopo.
    Questioni politiche? Non capisco, che intendi? Da quando la politica di Suna ci interessa? Non viviamo nel deserto per essere liberi come il vento? Obiettò il ragazzino, confuso dalle parole del vecchio.
    Sulle labbra del nomade affiorò un sorriso amaro.
    Non è così semplice Tamashii. Nel nostro sangue scorre il sangue dei Chikuma, non scordarlo. Abbiamo scelto di vivere in libertà lontano dal clan di origine, ma non dimentichiamo il nostro patto. Tu ne sei la prova vivente. Ogni figlio del vento fa ritorno. E' la legge. Solo chi non sente il respiro del vento è libero di seguire la sua strada. Sottolineò, guardando dritto negli occhi il nipote.
    Il vento. Il ragazzino era legato a quell'elemento per certi versi capriccioso. Rispettava la sua duplice natura: fedele alleato e temibile nemico. Sapeva quanto potesse essere insidioso in un ambiente ostile alla vita com'era il deserto dell'Anauroch. Il suo desiderio di essere libero derivava dal vento. Nella sua idealizzazione fanciullesca aveva sempre pensato che nessuno fosse in grado di incatenare quel maestoso elemento, quella magnificente forza della natura. Nel suo sangue scorreva l'eredità del suo clan ancestrale e questa consapevolezza l'aveva sempre riempito di orgoglio.
    Un giorno non ci saranno più legami. Il patto verrà sciolto con l'ultimo figlio del vento. E' la legge della natura. Sono sempre più rari i prescelti. Le unioni esterne al clan dell'Oasi di Fuoco stavano dando il colpo di grazia ad un dono raro sin dall'inizio negli appartenenti del clan nomade. Fin ad allora sarà nostro dovere supportare i Chikuma nelle loro decisioni. Spero che questo ti sia ben chiaro, figliolo. Osservò in tono grave.
    Tamashii era sempre più confuso, non capiva dove il nonno volesse arrivare con quel suo discorso.
    So che entrare nel clan significhi avere dei doveri, rispettare le loro regole. Non è solo un privilegio nascere nel segno del vento. Non capisco il motivo del tuo turbamento. La mano dell'uomo si poggiò sulla testa del ragazzino, scompigliandogli i capelli.
    Nonno?
    Il vento scorre potente nei giovani. Considerò, dirigendo lo sguardo verso la finestra spalancata. Ti dissi prima di partire di mantenere integra la tua natura, ma ci saranno dei momenti in cui dovrai scendere a compromessi. Quanto conosci dell'attuale politica del villaggio? Domandò, concentrandosi nuovamente sul giovane nomade.
    Non molto. I rotoli che ho studiato sono datati. I più recenti risalgono all'incirca ad una decina di anni fa. Ammise, arrossendo lievemente per l'imbarazzo.
    Era il periodo in cui avevo contatti con l'allora Kazekage, Gin Chikuma. Esordì.
    Davvero? E' uno dei capiclan se ricordo bene. Non mi avevi mai parlato della vostra conoscenza. Che tipo era? Chiese, cercando di non mettere troppa enfasi nelle sue parole. Nei rotoli che aveva consultato aveva trovato scarse informazioni al riguardo.
    Una persona straordinaria. Era il signore dei Tornadi. Uno spirito libero. E un gran bevitore di birra. Omise di aggiungere che non era solo per il gusto se beveva così tanto. C'erano segreti che non dovevano essere rivelati. Tamashii non era stato messo al corrente dell'esistenza di una “terza casata” reietta, né dei rotoli che erano custodi dai capiclan dell'Oasi di Fuoco con le informazioni molto più dettagliate sul loro clan ancestrale.
    Non avresti mai creduto, incontrandolo di persona, che fosse il Kazekage. Riprese a parlare.
    Continua, nonno... Tamashii adorava i racconti.
    A quel tempo l'avevo contattato per una richiesta che, ad essere onesti, andava contro lo spirito libero del nostro clan. Il deserto aveva mietuto troppe vittime tra il nostro popolo. I figli del vento non nascevano da un paio di generazioni. Come capoclan era mio dovere dare un futuro ai sopravvissuti. Decisi di arrogarmi il diritto di chiedere la nostra riammissione al clan.
    Cosa? Il ragazzino assunse un'aria incredula. Nonno stavi violando i più sacri principi del nostro credo. E la nostra libertà?
    La stavo barattando con la vostra salvezza. Spiegò l'uomo. Pensavo di fare la cosa giusta.
    E lui rifiutò? Se non erano imprigionati all'interno delle mura di Suna, qualcosa non doveva essere andato per il verso giusto. Per fortuna! Ma questa considerazione evitò di esternarla.
    No, non sarebbe stato facile, ma saremmo potuti tornare.
    E allora cosa successe? Incalzò Tamashii.
    Nascesti tu e non ebbi cuore di recidere il vento della libertà che scorreva in te. Osservò con una punta di tristezza nel tono della voce. Una scelta che era costata la vita ai genitori di Tamashii.
    Se non avessi anteposto al bene del popolo, quello del ragazzo, sarebbero ancora vivi. Reclusi all'interno del villaggio, ma vivi. Era un peccato con cui conviveva da anni. Una ferita sanguinante che non si sarebbe mai cicatrizzata.
    Suppongo di dovertene essere grato, nonno. Non hai più rivisto Gin Chikuma? Era un ragazzino estremamente curioso.
    No, dopo avergli comunicato della tua nascita, mi concentrai sul nostro clan. E sul crescere un nipote fin troppo ribelle.
    D'accordo nonno, mi hai parlato di uno dei Kazekage del passato che apparteneva al nostro clan di origine, ma cosa centra con il commento fatto in precedenza? Sai quello riguardante le questioni politiche. Tamashii stava cercando di riportare la conversazione sul giusto binario.
    L'uomo si concesse una risata.
    Dritto al punto, eh? D'accordo, ti metto a conoscenza di quello che è successo. E cominciò a raccontargli le notizie che si erano sparse a Suna.
    E allora? Non mi sembra una tragedia. E' positivo quello che vuole fare il Kazekage. Osservò il ragazzino dopo essere stato messo al corrente. Non è anche la nostra filosofia di vita quella di collaborare? Di non lasciare mai nessuno isolato?
    Tamashii, in una concezione utopica sarebbe una decisione onorevole, ma quando si mettono in mezzo altri fattori, le cose possono complicarsi. I giochi di potere, i precari equilibri, non era affatto scontato che non ci sarebbero state ripercussioni.
    L'anziano rifletté se fosse il caso di portare via il nipote prima che la situazione potesse degenerare.
    Non posso proteggerti per sempre Tamashii... Era difficile da accettarlo, ma il ragazzino era un adulto per la loro gente. Si cresceva in fretta nell'Anauroch. Il nipote sarebbe dovuto essere il suo successore, ma il vento aveva scelto diversamente.
    Si alzò dalla poltrona dirigendosi verso l'uscita.
    Io devo ritornare all'Oasi. Ho concluso gli affari che avevo qui al villaggio. Prese il copricapo e se lo mise sulla testa, fasciando il collo con i lembi inferiori. Tamashii, ricordati che sei un Chikuma. E agisci di conseguenza.
    E se le due casate dovessero andare in disaccordo? Ipotizzò il nipote.
    In quel caso segui il vento. O l'assenza di esso. L'ultima frase rimase un pensiero. I figli del vento tornavano alla casata principale, questa era la legge. Eppure c'era stata un'eccezione, era esistito un prescelto che aveva risvegliato le capacità della casata cadetta. E Tamashii, forse, poteva essere la seconda anomalia.
    Che il vento possa sempre spirare a tuo favore.Lo salutò.
    Che il vento possa sempre spirare a tuo favore, nonno.
    Richiuse la porta alle sue spalle, lasciando il ragazzino solo con i suoi pensieri.


     
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