Integrazione Sunese

[QdV]

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    XII






    L’Iga non mostrò segni particolari alla deduzione di Ryugi, non ne era meravigliato.

    Certo, plausibile, come qualsiasi cosa per cui possa esserci un vago indizio o un vago nesso logico.
    Credo però che se sono presenti indizi per altre piste è bene prediligere quelle prima delle altre.
    Riguardo gli altri casi…


    Si fece più silenzioso, forse per istinto, anche se erano da soli nell’ufficio.

    ...era veleno riconducibile ai Soshi, abbiamo difficoltà a dimostrarlo ma veniva dal clan.
    Il problema dei Soshi è che il veleno che producono è estremamente volatile, si disperde rapidamente, a contatto con l’aria basta poco tempo perché una lama avvelenata, ad esempio, sia manipolabile senza rischi poco dopo che è rimasta all’aria.
    Non me ne intendo tanto dei principali metodi che utilizzano per produrlo, tra noi Iga il veleno non è ben visto, lo reputiamo uno strumento un po' subdolo, anche se è una credenza un po' antiquata.
    Questo però non vale per i suoi effetti, quindi se si trovano segni di avvelenamento e tracce di veleno praticamente assenti si inizia a guardare verso di loro con sospetto, soprattutto se Il veleno è stato rintracciato nelle ferite riconducibili alle escrescenze generate dai Soshi per combattere.


    Quella per il momento fu l’ultima domanda della genin che successivamente si sarebbe nuovamente diretta al centro di videosorveglianza, un sistema che considerata la sua centralità in quelle indagini era certamente di grande utilità per il villaggio. Durante la lunga analisi dei video il duo tutto al femminile riuscì a trovare piccole briciole di un quadro che andava stratificandosi coinvolgendo sempre più individui, segno che aveva messo radice ben più profonde di quanto non sembrasse.

    La data non è stata modificata, la vedi in basso a destra in sovraimpressione.

    Nell’angolo potè notare che la data indicata da Ikue corrispondeva al penultimo assassinio, successo indicativamente poco prima del tramonto.

    Era il turno di Chozo, il collega che ti dicevo essere finito all’ospedale.

    Le successive domande di Ryuji gli suonarono un po' strane.

    Beh, qualcuno in più non ci farebbe male, ma ammetto che sarebbe la risposta di chiunque voglia dedicare un po' di tempo a se stesso, ogni tanto faccio degli extra, ma è tutto nella norma.
    Non c’è bisogno di guardare attivamente tutti gli schermi, il compito delle videocamere non è quello di avere un gigantesco occhio costantemente sul villaggio, piuttosto quello di dare un supporto come stiamo facendo.
    Sai quanti falsi allarmi altrimenti?


    Ma il tempo stringeva e i convenevoli vennero troncati, la genin decise di correre all’ospedale, lì i medici alzarono un sopracciglio ai suoi sospetti e nonostante il loro ruolo compresero che erano in corso delle indagini vedendo che una sconosciuta era giunta da loro con delle informazioni che difficilmente un estraneo poteva sapere, e forse non era la prima.

    Pensavamo fosse indigestione inizialmente, il paziente è arrivato con forti dolori addominali e ci ha detto che era quella ma le condizioni si sono improvvisamente aggravate fortunatamente post ricovero... ma la polizia è arrivata poco fa e ci ha espressamente richiesto di non rilasciare informazioni in merito.

    Il medico fece un inchino di cortesia e voltatosi si allontanò, all’ospedale, a meno di indagare personalmente nascondendosi agli occhi di personale in parte formato come ninja, non avrebbe ricevuto altre informazioni. Tuttavia se le informazioni erano in mano alla polizia chiunque avrebbe potuto dire che questa era sulla giusta strada e che erano già giunte nelle mani migliori, no?
    Con i dubbi che ancora le sciamavano per la testa l’ardente promessa della sabbia si sarebbe recata nuovamente al centro di sorveglianza, questa volta non trovando Ikue, ormai a riposo, ma Kaede.

    Si, piacere mio, sono Kaede.

    Disse leggermente offesa dal non aver ricevuto neanche una sbrigativa presentazione, ma parve non darci troppo peso comprendendo l’urgenza della situazione.
    Dalla centrale di polizia la strada per andare all’obitorio era la medesima dell’ospedale essendo le due strutture contigue, e poterono vedere il fuoco nei talloni del giovane ispettore quando questo uscì dalla stazione. Non andava ne a passo veloce ne di corsa, saltava tra un edificio e l’altro nel tentativo di non perdere nemmeno un secondo, normale dopotutto vista l'indagine su una serie di omicidi sempre più lunga, ma era davvero il caso di spendersi in quel modo?

    Non stava andando all’obitorio?

    Chiese Kaede mentre l’uomo deviò a pochi metri dalla meta, entrando invece all' ospedale. Ci passò dentro un bel po' di tempo, ma non sapevano dire quanto perché non ebbero possibilità di vederlo uscire potendo addirittura ipotizzare che fosse ancora lì.
    Il medico pareva avesse parlato con naturalezza quando parlava al passato dell’arrivo della polizia.

    Potrebbe essersi travestito, anche se non ne comprendo la ragione.

    Fare una cernita di chi era entrato e uscito considerando eventuali dimissioni di pazienti in degenza da più di un giorno era del tutto fuori discussione ma forse quelle telecamere potevano rendersi utili un ultima volta. Kaede era abbastanza spaesata mentre guardava gli schermi battendo gli occhi più volte, ne sapeva ancor meno di Ikue di quella storia e di sicuro le sue capacità deduttive sarebbero state inutili non avendo informazioni su cui riflettere.
    Il peso di quella decisione era nuovamente sulle spalle di Ryuji e se Hisu correva così tanto c’era qualcosa che poteva avergli messo fretta e che forse avrebbe dovuto metterne anche a Ryuji.


     
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    Il cerchio si stringe

    Le certezze vacillano



    Ryugi ascoltò con una nota di preoccupazione le nuove risposte dell'Iga: sembrava non essere convinto della teoria di una terza parte che cercava di danneggiare i Soshi.
    D'altronde, senza prove, o qualcuno di reale da accusare, le mie non sono niente di più che illazioni., dovette ammettere con se stessa, mentre l'altro gli dava delle spiegazioni su come lavorasse il veleno del clan del ghetto.
    Nelle parole del poliziotto ci furono dei particolari che la kunoichi mandò che le parvero strani: Il punto di vista del suo clan sul veleno è antiquato? E lui conosce i dettagli sugli effetti perché li ha trovati già in altri omicidi?, si chiese la giovane.
    Ryugi, come ormai avrete capito seguendo le sue storie, non aveva mai studiato niente sui veleni, poiché riteneva, da semplice genin, che non si combinassero bene con le vampe del clan Nekki.
    Questo, però, non le impedì di comprendere le basi di ciò che le fu spiegato, seppur questo portò ad una domanda verso il poliziotto.

    Iga-sama, mi scusi, ma se ricavare un veleno Soshi è possibile anche da una semplice lama, si deve comunque riuscire a sottrarla e saper manipolare un veleno di quel clan, giusto?
    Quindi è questo che ha fatto quel Muramasa?
    Altrimenti, se fosse ancora più facile copiarlo, almeno per chi ne capisce di veleni, non dovrebbero essere così orgogliosi dei loro veleni, temo, ma non è quello che ho visto in quelle poche ore fra di loro.


    Avrebbe osservato, prima di seguire gli ordini del poliziotto e tornare al Centro di Sorveglianza.

    [...]

    La seconda discussione con Ikue-san e la scoperta dei video manomessi offrì un sospetto: Proprio l'uomo che si è sentito male oggi.
    Chozo, questo il nome della persona che quel giorno non si era presentata e che risultava, però, presente, il giorno in cui il video era stato manomesso, cioè il giorno del penultimo omicidio.

    Queste informazioni, assieme a quelle che gli diede ulteriormente Ikue-san, portarono nuove ipotesi alla kunoichi, che si affrettò ad appuntare su una carta ninja i propri pensieri:Non c'è nessuno che supervisiona costantemente tutti i video, ma qui lavorano solo tre persone, quindi i turni devono essere necessariamente organizzati.

    Muramasa aveva detto che le informazioni su quando sarebbe accaduto uno specifico omicidio arrivavano con sufficiente anticipo: che l'assassino sapesse quando poteva manomettere una specifica telecamera, o manomettere direttamente un video anche in funzione di un ulteriore aiuto qui nella Sala di Controllo?
    In fondo, non si possono controllare costantemente i video, nessuno passerebbe le sue a farlo, ha ragione Ikue-san, ma forse c'è qualcuno che può essere pagato, o minacciato, per manomettere un video ogni tanto? Come chi viene minacciato per rendere una telecamera inutilizzabile.


    Questi riflessioni portarono a rivolgere nuove domande alla donna che lavorava nel Centro di Sorveglianza:

    Ikue-san, mi scusi, le ultime domande, glielo prometto:
    I vostri turni di lavoro, essendo solo tre persone, vengono organizzati, e condivisi con voi, con dovuto anticipo?
    Chi li organizza? Uno di voi, o c'è una persona che decide chi deve essere qui e quando?
    Inoltre: mi potrebbe dire negli orari approssimativi degli omicidi chi era di turno? Sarebbe possibile avere un elenco di questo genere?


    Concluse quelle domande, sperava con più certezze che dubbi, Ryugi si sarebbe mossa verso l'Ospedale.

    [...]

    Le informazioni che le diedero i medici furono poche e lasciarono la nostra amica Nekki con nuovi, e più preoccupanti, perplessità: La pppppp, piccola pausa, La popopopopo, altra piccola pausa per ispirare ed espirare, La polizia? Chi era?, chiese alla fine, sorpresa di quel dettaglio, specie considerando che, fino al suo secondo incontro Ikue-san, non sapeva nemmeno di quel Chozo in ospedale, né, sembrava, ne sapesse niente la polizia.
    L'Iga-sama mi ha detto che supponeva ci fossero più persone che lavoravano con Ikue-san, ma non sembrava sapere niente di tutto questo., rimuginò fra se la Nekki.

    Vedendo che, comunque, i medici non erano propensi a condividere altre informazioni, e soprattutto dopo aver scoperto che Hisu-sama non era all'obitorio, né ci era mai arrivato, non poté che tornare al Centro di Sorveglianza.

    [...]

    Mimimimimimimimi, piccola pausa dopo la fredda presentazione della seconda impiegata, a cui Ryugi chinò la testa, in segno della vergogna per i propri modi sgarbati.
    Mi scuuuusi., nuova pausa, Kkkk Kae... Kaede-saaaan., ulteriore pausa, Io sosososososo, la genin ispirò, Io sono, espirò nel dirlo e poi concluse, Ryugi Nekki.

    Dopo quella faticosa presentazione, continuò ad osservare i video con l'addetta alla sorveglianza, guardando sorpresa Hisu Iga che letteralmente saltava da un tetto all'altro: Doveva solo verificare una cosa all'obitorio, perché tanta fretta? Lo aveva detto anche lui che i referti non erano pronti, ma c'erano già delle informazioni iniziali. Forse gli era sorto qualche sospetto?, ma quel pensiero fu escluso quando lo vide dirigersi verso l'ospedale.
    L'Iga-sama ha vietato che qualcuno parlasse con il terzo impiegato in ospedale? Ma sembrava non sapere della sua esistenza!, valutò ancora, mentre il tempo passava e non c'era traccia dell'uscita del poliziotto dall'ospedale nei video.

    La kunoichi dei Nekki iniziò a camminare avanti ed indietro nella stanza davanti alle telecamere, sfogliando i suoi precedenti appunti e rileggendo alcuni dettagli, fra cui quelli su cui l'aveva messa a parte Masayoshi-san dopo l'interrogatorio di Muramasa e del Chikuma scemo (ma questa non è una definizione che avrebbe usato Ryugi, sappiatelo).

    C'era la documentazione di una diatriba fra i Soshi e Muramasa, quindi c'erano dei precedenti, forse è riuscito a scoprire di loro a partire da questo? Ed alcuni pizzini sono arrivati con impiegati accademici, quindi erano mascherati da ordini ufficiali?

    Ulteriori idee iniziarono a ronzare per la testa della kunoichi, rimettendo assieme alcuni dettagli: dubbi, teorie e particolari, forse, a guardarla da fuori, sapendo che era una Nekki, ci si sarebbe aspettati che una vampa le si generasse dalla testa.

    La nostra kunoichi, intanto, mise per iscritto le nuove idee:

    L'assassino (o gli assassini), usano forza lavoro, pedine, persone che possono manovrare in qualche modo.

    Gli serviva qualcuno che manomettesse le telecamere poco prima degli omicidi: Muramasa.
    Gli ordini e le minacce gli arrivavano mediante messaggi cartacei, tutto partendo da prove di quello che aveva fatto. Prove probabilmente acquisite dalle stesse telecamere.

    Qualcuno doveva visionare liberamente i video, perciò serviva una persona nel Centro di Sorveglianza: quel Chozo, probabilmente.
    Ma per impedire che venisse qui a lavoro oggi lo hanno avvelenato? Perché?
    Sapevano che avrei investigato prima che potesse manomettere i video di qualsiasi dettaglio necessario? Oppure, semplicemente, non gli serviva più?

    Un passo indietro.
    Come sapevano di poter incastrare Muramasa? Qualcuno lo stava già sorvegliando? Diceva di rubare i veleni da quand'era genin, che gli aveva fatto fare il salto di qualità.
    Il veleno dei Soshi, però, a quel che diceva l'Iga, ha una caratteristica particolare a contatto con le vittime, forse qualcuno ha studiato il cadavere di una vittima di Muramasa e ha scoperto il legame?
    Chi studia i cadaveri? L'obitorio? Le squadre speciali forse? La polizia se è un crimine che riguarda il villaggio?

    Qualcuno ha recuperato le informazioni, forse dalle telecamere, ma di sicuro qualcuno sapeva sempre dove si trovavano le telecamere da disattivare, qualcuno che lavorava qui? Chozo?
    Forse il supervisore che ha affidato l'incarico a Masayoshi sospettava di uno degli impiegati, oppure di chi doveva investigare?
    Ikue aveva detto che le morti precedenti erano state tante e nessuno aveva fatto niente: chi aveva investigato su quei casi? E c'erano così pochi dettagli rispetto alle stranezze che ho trovato io oggi?
    Nessuno ha mai notato le telecamere manomesse e controllato gli orari in cui era accaduto?
    O le indagini sono state sempre più lente di così e nessuno ha trovato tracce così evidenti?


    Si fermò un attimo, la kunoichi, perché non voleva mettere per iscritto l'ultima domanda che le passò per la testa: Perché l'Iga-sama mi ha mandato a vedere ore di video, mentendomi sulla sua destinazione?

    A quel punto, i suoi stessi sospetti la fecero preoccupare: aveva bisogno di alcune ultime e Chozo, il suo primo sospettato attualmente, non poteva aver manomesso i video di recente, perciò decise che poteva investigare su alcuni dettagli.
    Così, usando un diverso foglietto, fece nuove richieste all'impiegata del Centro di Sorveglianza:

    Kaede-san, mi scusi infinitamente, avrei degli ultimi video che vorrei visionare.

    Prima di tutto: potrebbe cercare nelle telecamere vicino all'abitazione del suo collega, Chozo-san, nel lasso di tempo fra l'altra notte e quando doveva iniziare il suo turno di lavoro oggi?


    Ryugi avrebbe aggiunto come orario approssimativo di inizio delle ricerche, poco dopo l'omicidio a cui lei stessa era stata, inconsapevolmente, testimone.

    La nostra giovane Nekki vedeva poche possibilità, per cui pose quella richiesta.
    A meno che non ci sia una quarta, o quinta, persona in mezzo a tutto questo caos, chiunque usava Chozo, non può averlo avvelenato prima dell'ultimo omicidio, non poteva rischiare che stesse male prima dell'attacco al quartiere Soshi, perché avrebbe potuto parlare in quel caso., fu l'ipotesi che l'aveva portata a delimitare l'intervallo di tempo, continuando le sue valutazioni.

    O qualcuno si è introdotto a casa di Chozo mentre lavorava, avvelenandone il cibo, oppure si devono essere incontrati con l'assassino seriale.
    Quindi, o il carnefice è andato dalla vittima, o la vittima è andata dal carnefice.


    E su questo pensiero, in effetti, qualora avessero visto nei video uscire l'impiegato quella mattina, avrebbe chiesto di seguirne i movimenti, verosimilmente fino all'arrivo in ospedale.

    Inoltre, preoccupata da un dubbio, Ryugi avrebbe fatto un'ulteriore richiesta, più uno sparo alla cieca:

    Potrebbe controllare tutti i movimenti di Hisu Iga-sama da stamattina nel quartiere dei Soshi in poi?
    So che stamane nel quartiere dei Soshi le telecamere non funzionavano, ma intorno si dovrebbe poter vedere dove sia andato dopo, se direttamente alla Centrale di Polizia, o a fare altre investigazioni, forse così saprò dove contattarlo.


    Propose, mascherando leggermente il vero motivo per cui temeva di dover fare quel particolare tipo di ricerca, motivo che, in parte, era legato ad una domanda che le era balenata in mente rileggendo gli appunti: Non c'erano segni di lotta anche in presenza di più ninja che sono stati uccisi, durante i vari omicidi, come se non si fossero potuti difendere.
    E se non fosse stato per un attacco a sorpresa?


    Gli Iga non attaccavano a sorpresa, ma teoricamente non usavano nemmeno veleni.
    O almeno questo era il pensiero con cui Ryugi cercava di scacciare i suoi dubbi.
     
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    Giuramenti e Giustizia

    XIII






    La guardia scosse la testa, era stata fraintesa.

    No, non ho detto che sia possibile, ho detto che è IMpossibile, perché quando il veleno è esposto all’aria si disperde, tipo l'alcool per farti un esempio.
    Questo oltre il modo in cui lo sintetizzano attraverso il corpo lo rende difficile da riprodurre, perché non puoi avere ne la formula ne il processo di produzione.
    Questo in condizioni normali, ma credo che loro sappiano conservarlo.


    A quel punto si sarebbero separati ognuno con i suoi incarichi.

    […]

    Ikue, essendo ormai in ballo, non si fece troppi problemi a rispondere, vedendo all’orizzonte la fine della sua giornata come un miraggio che niente avrebbe potuto ritardare abbastanza da toglierle il sorriso.

    Ci vengono dati dal capo, ma spesso tra di noi ci copriamo a vicenda se serve per assicurarci freschezza e spirito a sufficienza per svolgere un lavoro monotono, anche se generalmente è Chozo ad avere richieste particolari, per questo non ci sta simpatico, una volta si è assentato per l’inaugurazione di una bancarella di scorpioni fritti!

    Sbuffò rumorosamente agitandosi nel suo felpone ma tornò presto trattabile.

    Non è facile rispondere sugli orari degli omicidi, tra i guasti e la poca precisione delle autopsie c’è sempre un intervallo di tempo, posso solo dirti che quell’ingordo di Chozo non ha mai dovuto fare rapporto, solo io e Kaede abbiamo dovuto compilare i rapporti sugli omicidi.
    Quindi sono capitati nei nostri turni, mai nei suoi.


    Una risposta che poteva significare tante cose.
    Come quella che gli venne data all’ospedale.

    Mi dispiace, devo attenermi alle richieste.

    Il medico non si pronunciò ulteriormente, ritirandosi nei doveri della sua figura.
    Allo scoccare dei trentamila passi la giovane più in salute di Suna arrivò al centro di videosorveglianza, accolta dalla nuova impiegata.

    Mh.
    Tranquilla, succede.
    Immagino tu abbia i tuoi pensieri.


    Forse in qualche modo era stata intenerita, dopotutto non poteva certo tenere il muso dopo quelle scuse così sincere.

    Non ci sono telecamere vicine alla sua casa, ma c’è qualcosa entro un certo raggio, vediamo un po'.

    La casa non era perfettamente coperta dagli occhi meccanici sunesi, si poteva vedere qualche spigolo e le vie adiacenti, ma era possibile seguire Chozo di smonto dal suo turno, e sembrava che non ci fossero azioni sospette, uscito dal centro una visitina al chiosco del Fried Sand, dove vendevano insetti e lucertole croccantissime, una lenta camminata verso casa mentre impaziente spizzicava quella che per quantità pareva essere la sua cena e poi l’uscita per andare all’ospedale, niente fu troppo chiaro in quanto una ricostruzione fatta di spezzoni, ma era deducibile con sufficiente certezza da costruire una prova. Dalle vie adiacenti nessuno pareva essersi avvicinato.

    Hisu?
    È il poliziotto vero?
    Questo va oltre il mio potere, mostrarti cosa fa una forza dell’ordine potrebbe fare gran scompiglio nelle indagini e nella sicurezza dell’agente stesso.
    Però continuando il lavoro di Ikue posso darti una mappetta parziale delle telecamere, si sono bloccate tutte prima di rompersi e per un lungo periodo, cosa che rende difficile dire quando si siano realmente rotte.


    Cosa che ovviamente faceva sfumare ulteriormente gli orari se unita alla difficoltà di collocare nel tempo le morti.
    La mappa però poteva mostrarsi decisamente utile: di tutto il villaggio erano state selezionate una manciata di aree distribuite in zone di periferia ben poco affollate, spesso dei vicoli, nel caso dell’attacco a Ryugi era una piccola piazza che a quell’ora della notte con la tempesta appena passata risultava deserta, senza elementi di spicco se non un tombino di ispezione per le fognature.

    Lascia stare i punti non colorati abbiamo sfruttato la prima mappa a disposizione, ma quelli rossi sono i punti degli attentati che corrispondono alle telecamere rotte.

    Gli altri due poteva riconoscerli come il blu la centrale di polizia e in verde l’ospedale, mentre il numero quattro dei rossi corrispondeva all’attentato a Ryugi e il numero uno al quartiere Iga, gli altri due erano zone di periferia senza clan.

    La zona del primo attentato però era più strana, la registrazione era sovrascritta per più tempo delle altre ma le camere non erano rotte contrariamente alle altre, è stata la più difficile da trovare.

    Quelle posizioni potevano essere importanti?



     
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    In cerca del bandolo

    La matassa di sabbia



    Ryugi non aggiunse altro con l'agente di polizia, dopo la correzione di ciò che aveva compreso del veleno Soshi, per quanto, quelle informazioni, in combinazione con quanto detto dal prigioniero che si vantava di aver reinventato i propri veleni da quelli del clan, avevano tutto un nuovo significato.

    [...]

    Le risposte di Ikue-san diedero qualche informazione in più alla kunoichi: non c'era un supervisore che dava i turni, ma potevano riorganizzarsi internamente e quel Chozo era sempre assente quando gli omicidi venivano eseguiti.
    Il ché non gli dà mai un alibi, dagli omicidi, ma gli dà sempre una scusa per non essere qui quando una telecamera dovrebbe funzionare ed invece è danneggiata., pensò dubbiosa la kunoichi del clan Nekki, prima che un altro dettaglio delle parole della donna la incuriosisse: Pppp, si fermò e riprese fiato.
    Popopo Poca preeee, piccola pausa, Poca precicici precisione delle aaaa autopsie?, ripeté, con dovuta fatica, la nostra giovane amica, Che iii intende?, chiese con un ultimo sospiro.

    Forse quell'ultima domanda poteva essere utile? Quel dettaglio non era ancora stato evidenziato, le sembrava.

    [...]

    Dopo il buco nell'acqua in ospedale, Ryugi era di nuovo al centro di videosorveglianza, stavolta senza più Ikue-san, ma con Kaede-san.

    Non c'erano telecamere che inquadrassero correttamente la casa del terzo impiegato della sorveglianza, Chozo, ma era possibile individuare i suoi movimenti verso casa della sera prima e poi verso l'ospedale quella mattina.
    Se qualcuno lo avesse avvelenato avrebbe potuto farlo a casa non visto, o nel cibo, ma queste sono speculazioni., si disse fra se, prima di ricevere un diniego sul poter investigare su Hisu Iga, cosa che non la sorprese e per cui non protestò.

    Kaede-san, in compenso, le mostrò una mappa con i diversi luoghi degli omicidi e diede ulteriori informazioni a riguardo, dettagli che con Ikue-san non erano stati in precedenza chiariti.
    Le telecamere erano state bloccate diverso tempo prima che fossero rotte?, questo dettaglio fece tornare in mente alla kunoichi parte della discussione con il chunin esperto di veleni, un dettaglio che avrebbe dovuto ricontrollare.
    Il secondo aspetto importante riguardava il primo omicidio: Il primo omicidio è avvenuto nel quartiere Iga e non sono state rotte le telecamere., valutò, osservando la mappa e riprendendo a leggere gli appunti di quella giornata di investigazione.

    Il primo attacco è stato un mese fa, poi un secondo dopo due settimane, quindi dopo una settimana e quello attuale, dopo appena quattro giorni., ritrovò nei suoi appunti.
    Muramasa veniva avvisato con sufficiente preavviso, anche di qualche giorno, su quali telecamere dovevano essere rotte., continuò a rileggere fra se.
    Le posizioni sembrano casuali, ma non c'è casualità in tutto questo: l'omicida sapeva quali telecamere colpire e dove si trovavano, avvisava con dovuto preavviso Muramasa, bloccando le registrazioni, così che potessero romperle indisturbati, in piccoli spazi non in piena vista.
    Per le registrazioni e quali occultare, di certo gli serviva l'aiuto di qualcuno all'interno: Chozo.
    Il primo omicidio forse è stato senza premeditazione? O comunque non era stato del tutto preparato: hanno cancellato molto più del necessario per nasconderlo e nessuno ha danneggiato le telecamere nel frattempo.
    Il secondo sarà stato un test? Un modo per perfezionare il modus operandi? Incastrano Muramasa, gli dicono quali telecamere rompere e nel frattempo bloccano le registrazioni, in un vicolo qualsiasi.
    Il terzo omicidio? Cinque giorni fa, o giù di lì? Un'altra prova? O aveva un valore?
    , valutò riunendo quanto aveva scoperto ed aggiungendo alcune sue ipotesi.
    Le vittime: stanotte hanno quasi fatto sembrare che Soshi e Chikuma si siano uccisi a vicenda, negli attentati prima, le vittime erano dei Soshi, un altro Chikuma ed un vecchio del clan dei marionettisti, i Musashi, ma chi e quando? Potrebbe avere un peso quest'informazione?, ricapitolò, dall'elenco degli appunti in suo possesso.

    Kkkkk Kaede-san, mi pppppppp, piccola pausa, Mi sssscuscuscuscukKKK, altra piccola pausa, quindi prese una carta ninja e preferì scrivere la nuova domanda:

    Kaede-san, mi scusi le ulteriori domande.
    Le vittime: chi erano?
    Ikue-san mi aveva detto che c'era un totale di otto vittime, escludendo le 5 di ieri.
    Che fra le vittime c'erano alcuni membri del clan Soshi, un membro di uno dei clan Chikuma ed almeno un anziano del clan Musashi, ma più nel dettaglio, mi saprebbe dire chi è stato ucciso ed in quale attentato?
    Inoltre, mi potrebbe fornire tutte le informazioni sull'intervallo di tempo di non funzionamento delle telecamere per il primo omicidio?


    Sperando in delle risposte che le fossero d'aiuto, Ryugi avrebbe continuato a studiare la mappa: Il primo omicidio era nel quartiere Iga... è un caso?
    Il secondo, dopo due settimane, in una stradina secondaria, relativamente vicina all'ospedale: avevano avuto tutto il tempo per prepararsi meglio, ma perché proprio lì?
    La terza, un luogo equidistante da ospedale e polizia, l'ultimo attentato, nella piazza del ghetto Soshi.
    , enumerò, notando un dettaglio forse di poco conto: La seconda scena del crimine non è troppo distante dal quartiere dei Soshi.
    Usano il veleno, sfruttano un ninja che ruba al clan dei Soshi e ne uccidono degli elementi, poi, giusto ieri, il Kazekage-sama ha dato un ruolo di rilievo al casato, mandandomi a comunicargli qualcosa.

    Poi, nei suoi appunti, ritrovò un altro dettaglio dell'interrogatorio al chunin dei veleni: Masayoshi-sama gli aveva chiesto se avessero mai danneggiato delle telecamere vicino al quartiere Soshi.
    Muramasa ha confermato che è avvenuto con il secondo attentato, che in effetti non è troppo distante, in quel caso sono morti dei Soshi.
    Ed è stato Hayai-Sasu a trovare i corpi, però non ci sono dettagli su eventuali testimonianze?
    , rifletté la giovane Nekki.
    Inoltre, anche se gli omicidi sembravano ben organizzati, la scelta delle vittime come poteva essere così puntuale? Come faceva l'assassino a sapere che avrebbe trovato tre Chikuma e due Soshi da uccidere?
    Oppure gli servivano solo i Chikuma?, si chiese la nostra giovane amica, prima di rivolgersi di nuovo all'impiegata.

    Kaede-san, mi scusi: ieri tre uomini del clan Chikuma hanno lasciato il quartiere Soshi, dirigendosi verso il centro della città, prima della tempesta di Sabbia, non sapevamo stamane dove si fossero diretti precisamente, ma potrebbe controllare se in questo intervallo di tempo, per caso, sono andati alla centrale di Polizia?

    Un semplice richiesta, indicando più o meno l'orario dei movimenti del trio di vittime che aveva scoperto con Ikue-san.
    Ryugi non sapeva se avrebbe portato risultati, ma era decisamente interdetta: molti dei nuovi dettagli, su tutti la menzogna che gli aveva detto, facevano sembrare Hisu Iga, se non colpevole, quanto meno coinvolto nei fatti, ma perché? E, soprattutto, come avrebbe potuto scoprire la posizione dell'uomo?
    E se non era il poliziotto il colpevole, chi? Chozo? Era l'unica persona che non aveva alibi, ma aveva un collegamento con tutti gli omicidi, eppure era in ospedale, in gravi condizioni.

    Fu quasi tentata di tornare ad interrogare Muramasa, ma voleva prima capire che informazioni poteva dargli Kaede-san a partire da quelle ultime due domande.
     
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    XIV






    Ikue fece spallucce per rispondere all’ultima domanda di Ryugi.

    Beh sai, le temperature di Suna sono davvero un disastro quando si parla di corpi deceduti, i medici fanno parecchio affidamento sulla temperatura del corpo e chimica dello stesso, e la temperatura sunese insieme e suppongo il veleno rendono tutto più complesso.
    Non so come funzionano i veleni ma so che le temperature estreme per i medici son sempre un problema.


    Un fattore naturale quindi che purtroppo aiutava i criminali.

    […]

    Kaede scosse la testa, non pareva saperne molto.

    So quello che ho letto sui giornali, io guardo le telecamere e come hai visto sono guaste durante gli omicidi e soffermarmi sulle immagini delle indagini non è certamente la cosa migliore, potrebbero esserci eventi degni di nota nei dintorni più che nel preciso luogo del crimine.
    Comunque, nel punto uno sono stati ritrovati i primi Soshi, anche gli scribacchini dei quotidiani hanno trovato strana la loro presenza nel quartiere Iga.
    Nel punto due il Chikuma che si pensa sia la ragione per cui il clan ha così a cuore il caso, pareva che l’uomo fosse di ritorno da casa della sua fidanzata.
    E nel punto tre il vecchio.


    In effetti, per quanto Kaede fosse stata più precisa Ryugi aveva già avuto quelle informazioni da Ikue.

    Per quanto ci siano delle indagini in corso la stampa deve poter dire qualcosa, la gente muore per strada, non è sicuramente positivo.
    Riguardo il tempo di malfunzionamento… era estremamente lungo, dopo aver rintracciato gli altri in relativamente poco tempo incrociando ora del decesso e video bastava tornare indietro di qualche ora e si rintracciava, ma lì le telecamere non sono state distrutte quindi hanno dovuto coprire un intervallo più ampio e hanno ricercato parti molto simili per eseguire i tagli in modo da renderli più complessi da rintracciare, hanno sovrapposto una parte di video di un altro giorno tagliando orari identici.


    Un intervento a posteri dunque su un file di memoria.

    Quando l’intervallo è così grande diventa difficile identificarlo.
    Ma… non penso che in tanti possano aver avuto accesso a quel file fuori da questo ufficio.


    A Ryugi trarne le conclusioni, anche se Kaede, messa di fronte a quella verità si fece più cupa, in quel periodo di tempo era stata vicina ad uno dei complici che di fatto aveva messo mani anche nel suo lavoro, e poteva diventare una rogna anche per lei.

    Possiamo, ma ci vorrà del tempo Ryugi, è un lavoro che devo fare da sola e forse non ci dirà granchè, il clan ha già chiarito che cercavano chiarimenti e forse non solo quelli, sulla morte del membro del loro clan.
    Se avessero avuto fiducia nella polizia non si sarebbero recati lì in prima persona no?


    Se la Genin avesse insistito Ikue avrebbe messo in chiaro che per mappare quel lasso di tempo gli ci sarebbero volute almeno quattro ore, e quattro ore non erano poche, poteva sacrificare quel tempo?

     
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    L'unico fattore comune

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    La nostra giovane Nekki era intenta ad ascoltare le risposte di Kaede-san, l'impiegata del secondo turno di guardia al centro di videosorveglianza, cercando di trovare un senso nelle investigazioni di quella giornata.
    Un'indagine a cui aveva scelto di partecipare per fare giustizia al giovane Hayai-Sasu Soshi, che con lei era stato così gentile.
    Adesso, però, a distanza di poche ore, e dopo innumerevoli chilometri percorsi nella sua sabbiosa città natua, Ryugi iniziava ad essere realmente ossessionata dalla volontà di capire chi fosse il colpevole.
    D'altronde, buoni lettori, non lo siete forse un pò anche voi?

    Ascoltando le parole dell'interlocutrice, ad ogni modo, la nostra giovane Nekki non poté fare a meno di rielaborare mentalmente le informazioni ottenute in quelle ore.
    Il malfunzionamento e la sovrapposizione dei video rimandano ancora al terzo impiegato, Chozo, che non ha un alibi per nessuno degli omicidi e che sicuramente è implicato nei fatti.
    Ma è davvero un complice dell'assassino al pari di Muramasa?
    , si domandò iniziando a confrontare il modo in cui i due fossero stati evidentemente implicati.

    Il lavoro di Muramasa e del suo compare scemo non era così complesso: ricevevamo la posizione di una telecamera e quando danneggiarla.
    Erano ricattati e facevano questo piccolo lavoro per cui, se non fossero stati colti sul fatto, non potevano essere rintracciati.
    Il legame con i fatti sembrerebbe essere il clan Soshi, nel loro caso, perché Muramasa aveva rubato i loro veleni e per quello veniva ricattato.
    Chozo, però, sotto che tipo di ricatto si poteva trovare? Finora di lui si sa solo che è una persona golosa.
    Inoltre, nascondere il primo omicidio è stato molto complesso: sovrascrivere interi segmenti di giornata in modo così esteso ed attento.
    Dimostra sì disorganizzazione nell'omicidio e nel coprirlo, ma anche che, chiunque sia stato, aveva modo e tempo per sovrascrivere i video e dedizione.
    Una persona ricattata farebbe un lavoro così accorto? Solo se l'assassino può controllare.
    , valutò e questo fece variare il punto di vista della ragazza sui fatti alla centrale di Polizia.

    Se l'Iga fosse stato il colpevole, non mi avrebbe mandato a controllare i video e scoprire le sovrapposizioni.
    Non era per farmi perdere tempo! Forse mi ha mandato qui per scoprire delle manomissioni dei video? Avevano sospetti, ma non avevano prove valide, così come l'uomo che ha assegnato l'incarico a Masayoshi-sama?
    , quella possibilità passò per la mente della ragazza, assieme ad alcune nuove domande, che non tardò a mettere per iscritto, per la sua "interlocutrice".

    Kaede-san, mi scusi ancora, ma il suo collega, Chozo: fa parte di qualche particolare casato, o clan, di Suna? Ha esperienza come ninja?

    Ancora una volta era un tentativo un pò alla cieca, ma tutti gli omicidi sembravano ruotare attorno a poche persone e, escludendo Yasuke Muramasa, che aveva iniziato ad aiutare l'assassino dal secondo omicidio, l'unico punto comune sembrava essere qualcuno nella centrale di videosorveglianza: Chozo.
    Altri elementi comuni erano le manomissioni delle telecamere, appunto, ed il veleno dei Soshi.

    Il dubbio, anche se non ne vedeva la ragione dietro, si iniziò a diffondere nella mente della ragazza.
    Forse scoprire il perché delle morti nel quartiere Soshi avrebbe potuto aiutare? Ma tornare in quello che i più chiamavano un ghetto non sembrava una buona strategia, le sarebbe costata tempo che, forse, non aveva.

    Ad ogni modo, se avesse scoperto qualcosa sull'identità dell'altro, Ryugi avrebbe continuato con un nuovo messaggio:

    Ho quasi finito con le richieste, glielo assicuro, Kaede-san: le potrei chiedere di controllare se, nell'orario approssimativo del primo omicidio, ci sono segni di manomissioni delle telecamere intorno all'abitazione del suo collega Chozo?

    Apprese le notizie avrebbe deciso il da farsi.
     
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    Domande Rapide

    XIV-2






    Kaede scosse la testa.

    No, probabilmente se a Suna avessimo quel clan di ciccioni Konohaniani farebbe carte false per entrarci, ma penso che sappia giusto qualche trucco da genin e niente più.
    E dubito anche che gli vengano bene.


    Frugò qualcosa nel suo cassetto personale e stappo una bibita energetica con un attenzione che suggeriva pessime memorie e computer a bagnomaria.

    Se è un controllo rapido che vuoi posso guardare, ma non potrò scavare troppo, velocizzare il video impedisce di vedere i salti e guardarlo per il tempo necessario ad avere certezze richiederà del tempo.

    Se Ryugi avesse comunque voluto quella risposta imprecisa in una mezz’ora di tempo avrebbe saputo che no, non c’erano state manomissioni.

    Vedo però che hai abbondantemente spremuto questo centro, potresti lavorarci, chi si fissà così tanto su qualcosa è perché ci è portato.
    O magari sei troppo inesperta e pensi che questi occhi artificiali possano sostituire un indagine.


    Disse con lo sguardo di chi la sapeva lunga.

    I ninja di alto rango non fanno troppo affidamento su di noi, per quello questa macchina è così arrugginita, generalmente le prove vengono trovate sul campo e poi ci si affida a noi per delle conferme definitive, gli occhi artificiali non possono essere imbrogliati dal chakra.
    Ma è anche vero che sono molto meno efficienti di un indagine in loco se si vuole essere incisivi.
    Parola di nerd.


    Si scolò la lattina e trattenne un rutto, con la massima educazione possibile in un momento simile, poca.

     
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    Il vero difetto

    Non è linguistico



    Le informazioni su Chozo non si arricchirono di dettagli utili: Ryugi perse un'altra mezz'ora guardando nuove immagini sulle telecamere, immagini vecchie di un mese.
    La nostra giovane Nekki era, decisamente, scoraggiata, quasi non sentì parte dei commenti che Kaede le rivolse, mentre sorseggiava una qualche bevanda.

    Fu una frase a scuoterla: I ninja di alto grado non fanno affidamento su di loro?, fu sorpresa da quelle parole, che la portarono di nuovo a dubitare del poliziotto del clan Iga che l'aveva mandata lì.
    Forse, però, l'errore è stato mio di fermarmi qui.
    L'unica cosa realmente importante che ho scoperto, è stata la manomissione delle telecamere ed il fatto che il responsabile, dei tre impiegati, sembra essere questo Chozo e lui è in ospedale.
    , quella riflessione la portò alla successiva, L'Iga si è fatto vedere che andava in ospedale: ha volutamente saltato da un tetto ad un altro, poteva essere fretta, come anche una diversa strategia?, si chiese fra se, guardando di nuovo le telecamere.

    La nostra giovane Nekki era consapevole, ormai da anni, del suo vero difetto: non la balbuzia, ma l'insicurezza, quella che non l'aveva mai fatto crescere molto come ninja, quella che in più di una situazione, fin da quando era una semplice neo promossa genin che s'era lasciata sfuggire un ricercato, l'aveva bloccata.
    Si era sempre detta che doveva vincere questo suo difetto, Ma anche adesso mi sono fermata davanti a queste telecamere a spulciare informazioni non per forza utili, non dovrei essere sul campo a cercare dettagli? L'Iga-san mi ha detto che andava in obitorio, ma si è fatto vedere che andava in ospedale, io ero in ospedale, ma poi ho scelto di tornare qui, davanti ad un semplice rifiuto.
    Mi sono ritirata in una posizione più arretrata, in difesa.
    , quella considerazione la portò ad una decisione, sarebbe ripartita dall'unica prova certa, ma doveva variare un pò la strategia.

    Gggg gragragra graaaazie, Kaeeede-san., esordì pochi istanti dopo, Scuscuscsucscu scusi aaaancora pepepepeppe per il diiiisturbo. e con quelle parole, la nostra Ryugi lasciò il centro di sorveglianza, iniziando a muoversi per le vie di Suna.

    Il piano della giovane Nekki era semplice: tutto ciò che aveva scoperto fino a quel momento portava solo verso due possibili percorsi.
    I Soshi sono al centro di questi eventi, ma anche tornassi dal capoclan chiedendo dettagli su cosa gli ha detto il Kazekage, me li direbbe?
    Dall'altra parte, in qualche modo anche Chozo è collegato agli stessi, e lui, al contrario di chi rompeva le telecamere, deve aver visto il colpevole, almeno dalle riprese del primo omicidio.
    Devo parlare con questo Chozo.


    Così, quando arrivò nei pressi dell'ospedale, Ryugi cercòun vicolo abbastanza in ombra, almeno dai passanti, e lì si fermò per eseguire un semplice e banale jutsu: un singolo sigillo e dal vicolo sarebbe uscita Kaede-san, che in quel momento si trovava alla propria postazione davanti agli schermi. [ST]

    La scelta non era dettata da malizia di alcun tipo, ma, semplicemente, Ryugi sperava che avrebbero fatto passare una collega del malato, che era andata fin lì a fargli visita, comprò anche del cibo, da un negozio nelle vicinanze dell'ospedale, niente di troppo raffinato, specie considerando che era stato ricoverato per un'indigestione aggravatasi con il tempo, ed assieme ad esso avrebbe acquistato una piccola lanternina di buon augurio ed un biglietto, che prontamente compilò.

    Per Chozo-chan,

    Riprenditi presto, Kaede ed Ikue!


    Accese poi il cerino nella lanternina. [Nota]

    Così preparata, la kunoichi entrò in ospedale e lì avrebbe iniziato ad avanzare verso il piano dove aveva incontrato il dottore che le aveva riferito delle condizioni dell'uomo, fino alla reception, lì, poggiando la lanternina davanti a se, e guardando di quando in quando la fiammetta, iniziò a parlare alla prima infermiera che individuò: Ssalve, mi chiamo Kaede, sto..., piccola pausa, osservando la fiamma ed ispirando al suo ritmo, vorrei visitare il mio collega, Chozo-chan., ulteriore pausa, Mi hanno detto che è qui, giusto?

    A quel punto, c'era da capire se il piano avrebbe avuto o meno successo.
     
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    Risposte Rapide

    XIV-3






    Quando Ryugi diede segnale di lasciare nuovamente il centro Kaede scattò in piedi.

    Aspetta!
    Stai perdendo gran parte della tua giornata a fare avanti e indietro da qui, se proprio non riesci a farne a meno fatti piazzare un sigillo, potremmo comunicare liberamente scambiando pensieri e non rendere necessario questo vai e vieni.


    Difficilmente la genin si sarebbe sottratta e in poco temo le due sarebbero state connesse lasciando che la piccola ispettrice potesse indagare in autonomia e con maggior efficienza.
    La mossa pensata da Ryugi aveva delle potenzialità e proprio quando uscì dal vicolo sentì la voce dell’impiegata nella mente, forse restandone assai sorpresa non avendola mai usata.

    Ryugi san, pensi possa essere una buona mossa?

    Che l’avesse dedotto o meno Kaede puntualizzò che l’aveva vista attraverso una camera di sorveglianza.

    Non mi importa se hai preso le mie sembianze, so che lo fai con buone intenzioni, ma l’ingresso ti è stato proibito e stavi indagando… questo non ti aiuterà, anzi…
    In compenso…


    Lì la voce si fece più squillante, quasi allegra.

    Sto vedendo le attività recenti attorno ai luoghi degli attentati, e c’è un tipo abbastanza metodico che è comparso in già due dei luoghi, sono sempre complessi da vedere, uno era un tombino mentre l’altro un lucernario che sembra porti ad un interrato, ma si è allontanato da entrambi i posti.

    Ci fu un momento di pausa.

    Non so chi diavolo sia, mi sembra di non averlo mai visto, ma vedo un sacco di facce.
    Potrebbe dirigersi verso un altro dei siti degli attentati.
    A volte ci sono degli svitati ma non mi sembra quel tipo di persona.


    Dopo quell’informazione tutto tacque, in base alla descrizione di Kaede l’individuo aveva visitato il punto uno nella mappa fornita poco prima alla genin ed il punto quattro.
    Ryugi si trovava circa a metà strada tra i restanti due, dove sarebbe andata?

     
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    Appostamento

    Ultima attesa?



    La nostra giovane kunoichi accettò il sigillo di comunicazione che Kaede-san gli offrì con un inchino del capo, prima di lasciare il Centro di Sorveglianza, diretta verso l'Ospedale di Suna.

    [...]

    La voce di Kaede nella testa fu una sorpresa: non aveva mai usato un sigillo di comunicazione la nostra giovane Nekki, quindi non sapeva esattamente come funzionassero.
    Meno sorprendente fu capire che l'altra la seguiva dalle telecamere: dopo le ore passate nel centro di Sorveglianza, probabilmente la nostra kunoichi non avrebbe più guardato alle stesse con distrazione e disinteresse.
    Ad ogni modo, le osservazioni di Kaede-san su quel tentativo d'infiltrazione in ospedale ne sottolineavano la non utilità.
    Potrebbe avere ragione: è una mossa azzardata, ma che altre mosse ho? Dove posso trovare ulteriori tracce?, si chiese fra se la kunoichi e, quasi l'avesse sentita, l'altra le offrì dei nuovi indizi: tracce nei pressi di due degli omicidi.

    Qualcuno ha visitato due dei luoghi dei precedenti omicidi? Forse stanno rimuovendo delle tracce?, si domandò la Nekki, ascoltando i luoghi identificati dall'altra.
    Hanno iniziato dal quartiere Iga, dov'è avvenuto il primo omicidio, quello verosimilmente meno organizzato, si sono mossi nei pressi di un tombino, che l'assassino lo avesse usato per scappare? Forse sperava di non essere visto dalle telecamere., fu la prima considerazione, partendo da ciò che sapeva del primo omicidio, quello dove la cancellazione dei dati era più evidente e prolungata.
    Poi hanno visitato il luogo dell'omicidio di ieri notte: si sono mossi da un lucernario, collegato ad un passaggio sotterraneo? E' così che sono entrati nel territorio dei Soshi? E forse cercavano di cancellare qualche traccia rimasta, ancora fresca?, valutò ancora, cercando di recuperare i ricordi di quella zona, nella forse vana speranza di individuare dove fosse quel lucernario.

    GGGGg gragragra..., piccola pausa sconfortata, Grazie Kkkk Kaede-san., riuscì ad articolare.

    Se sta seguendo i posti sulla mappa, partendo dal quartiere Iga, che già è sospetto, il prossimo luogo dove andrà, chiunque sia il visitatore, è il luogo del secondo omicidio, il primo dov'erano state distrutte le telecamere., concluse fra se la nostra giovane amica, lasciando andare l'idea di dirigersi in ospedale e cambiando la propria direzione.
    Durante il tragitto, approfittando del primo vicolo meno affollato, Ryugi avrebbe anche sciolto l'Henge, e, avanzando verso il vicolo dov'era stato ucciso un Chikuma, avrebbe chiesto alla sua interlocutrice: Kkkk Kaede-san ccccc, piccola pausa, ci sosososo sono ppppppp, altra piccola pausa, pupupupu punti di aaaa accessssso daaaaa dal bbbb basso? Coooo come un totototo tombino?, ulteriore pausa, mmmmm, breve respiro, Magari vvisibile da una tetetetete telecamera?, domandò.

    Ovviamente, il fine della nostra giovane amica non era tanto accedere al tombino, quanto scoprire di un eventuale punto di accesso, o fuga, che l'assassino aveva cercato di rendere non visibile danneggiando, al momento dell'omicidio, le telecamere.

    Ad ogni modo, arrivata nei pressi del luogo dell'omicidio, usando il chakra adesivo e con indosso il proprio equipaggiamento mimetico, Ryugi si sarebbe mossa fino ad un possibile punto rialzato che le permettessero di vedere la zona dov'era stato ucciso il Chikuma, possibilmente, dalla stessa posizione di una delle telecamere che erano state danneggiate due settimane prima. [Abil & Equip]

    Trovata la giusta posizione, Ryugi avrebbe cercato di confondersi nell'ambiente, ed avrebbe sfruttato l'attesa per tracciare due fuuinjutsu sugli avambracci, così da essere pronta in caso di spiacevoli incontri. [ST]

    Ryugi Nekki

    Statistiche Primarie
    • Forza: 500
    • Velocità: 500
    • Resistenza: 500
    • Riflessi: 500
    Statistiche Secondarie
    • Agilità: 500
    • Concentrazione: 575
    • Intuito: 500
    • Precisione: 500
    Chakra
    55,5/60
    Vitalità
    16/16
    Slot Azione

    1. ///

    2. ///

    3. ///

    Slot Difesa

    1. ///

    2. ///

    3. ///

    Slot Tecnica

    1. ///

    2. ///

    Note

     
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    I Luoghi del Delitto

    XV






    La Genin si fermò subito quando sentita la voce risuonarle direttamente nella testa, nella giovane ragazzetta Suna poteva riporre grandi speranze, nonostante la buona volontà e il carattere necessario a compiere indagini di quella portata in prima persona conservava una modestia sufficiente da ascoltare le parole della senpai Kaede che la riportò a riflettere maggiormente sulle sue azioni.

    So che nella zona sono presenti edifici con ampi spazi interrati, è una delle parti più vecchie di Suna e un tempo si costruiva più sotto che sopra il deserto per difendersi dalle sue tempeste.

    Con quell’informazione Ryugi andò a perlustrare la zona, senza trovare particolari problemi nel trovare un luogo sicuro dove effettuare la trasformazione, la gente era preoccupata e qualcuno iniziava ad uscire di casa solo quando necessario. L’inizio di un disagio che da lì a qualche mese qualche nukenin avrebbe cercato di cavalcare.
    Trovare indizi sull’assassino non sarebbe stato possibile, era trascorso troppo tempo e la semplice vita del villaggio aveva da tempo cancellato tutto, ma come Ryugi aveva giustamente predetto poteva esserci altro da ricercare: ciò che non era immediatamente visibile agli occhi. Gli edifici erano ti fattura antica, più grezzi di quelli presenti in centro ma costruiti da mani sapienti che sapevano come combattere il caldo affidandosi alla terra cruda e alle temperature stabili che garantivano gli spazi ipogei. Nel piccolo spazio, necessario a concentrare le ombre degli edifici nella maggior parte delle ore del giorno, si affacciavano diverse finestrelle tutte troppo basse perché potesse passarvi un corpo umano. Tuttavia la tempesta di sabbia del giorno prima aveva sparso uno strato di sabbia che per i meno avvessi al deserto somigliava tanto ad una nevicata, liscia e ben disposta a rendere ogni spigolo più morbido tranne in un punto. Una delle finestre infatti aveva davanti a se un chiaro smottamento, dei detriti di terra compatta frutto di una manipolazione del terreno visto come tracciavano i contorni di un parallelepipedo assai preciso.
    Eccezion fatta per quel dettaglio la zona pareva essere abbastanza silenziosa e priva di minacce, infatti tentando i primi passi fuori dal suo nascondiglio nessuno avrebbe dato segno di notarla, neanche quando si fosse avvicinata ad osservare gli interni dell’edificio. Guadagnata una visuale all’interno dell’ambiente avrebbe visto un ambiente dismesso simile ad un ripostiglio: qualche scopa, delle vecchie sedie impolverate, vedeva anche le parti di una bici e degli indistinti blocchi coperti da teli di plastica, forse poltrone. Il tutto coperto da uno strato di polvere più o meno spesso.
    Doveva scegliere se la situazione poteva essere interessante da esplorare o muoversi verso il prossimo punto della mappa. Se avesse scelto il terzo, in una piccola cantinetta avrebbe trovato un uomo baffuto di mezza età, piuttosto provato, che trascinava una botte di discrete dimensioni, non era strano a Suna, coltivare i vigneti era difficile nel suo terreno aspro e arido, ma i risultati erano vini famosi in tutto il mondo e qualche privato si divertiva a sperimentare.
    Se Ryugi si fosse fatta vedere avrebbe ricevuto un saluto cordiale.

    Buongiorno piccola kunoichi.
    Qualche problema?


    Un sorriso fugace e sarebbe tornato alle sue mansioni. Se l’avesse vista trasformata, inconsapevole della sua reale identità le avrebbe rivolto un saluto coerente con essa, senza però cambiare la domanda finale.
    Oltre la porticina ribassata rispetto alla strada, alla quale si accedeva con una piccola gradinata, l’interno della stanza era piuttosto scuro come si confaceva ad una cantina ma sul fondo, oltre botti e rastrelliere, si poteva vedere una grata ancora più buia che pareva non affacciasse su un ambiente vissuto essendo parecchio scuro.
    Se invece avesse deciso di dirigersi nel luogo in cui era stata attaccata lei, il punto quattro nella mappa , niente era diverso da come lei l’aveva lasciato, compreso il tombino che ome gli aveva detto il poliziotto al suo risveglio era in ombra rispetto alla visuale delle telecamere, mostrando una conoscenza capillare del sistema.
    La scena del crimine era ancora sigillata, cosa che aveva permesso di mantenerla inalterata e proprio vicino al tombino si potevano vedere impronte assai singolari: scarpe, strisciate forse dovute al combattimento, anche se molto poche considerando il numero di persone coinvolte nello scontro e delle impronte di ruote, abbastanza fini, simili a quelle di una bici anche se parallele tra loro anziché in linea. Per quanto le impronte fossero confuse in quanto calpestate da altre, era possibile vedere come fossero entrassero ed uscissero dal tombino.
    Un luogo assai scomodo per delle ruote.
    Se avesse aperto il tombino, qualche istante prima che potesse calarsi al suo interno sarebbe stata distratta da una voce.

    Lei!
    Cosa sta facendo?
    Non vede che quella è una scena del crimine ancora sotto sigilli?


    Era l’Iga, con un vistoso fiatone.

    Si muova verso di me, la informo che userò la forza se non sarà collaborativo, violare quella zona è un crimine, devo portarla in centrale.

    Cosa avrebbe fatto la giocane promessa di Suna?

     
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    Dove tutto è iniziato

    L'assassino torna sempre sulla scena



    Il quartiere in cui era avvenuto il secondo omicidio si rivelò, come Kaede stesse le spiegò mediante il sigillo di comunicazione, una zona relativamente vecchia di Suna e poco animata di vita cittadina dopo gli eventi lì avvenuti.
    In quel quartiere, che si rivelò, appunto, deserto, Ryugi poté valutare un dettaglio di ciò che le aveva detto la donna al Centro di Sorveglianza: alcune abitazioni si estendevano più sotto il suolo che sopra.
    Forse anche per questo l'assassino ha colpito qui? Conosce i percorsi sotterranei di Suna e voleva testare come sfruttarli?, valutò, mentre osservava l'ambiente dall'alto.
    C'erano punti di accesso troppo stretti per degli uomini adulti, e Ryugi dubitava che fosse un nano o un bambino ad aver commesso gli omicidi, ma, grazie alla posizione rialzata in cui si trovava, studiando i segni lasciati dalla tempesta di sabbia, notò un dettaglio: E quello?
    C'era un'area segnata da qualcosa di non naturale, una forma troppo squadrata per non essere stato fatto da un gesto umano.
    Sciogliendo la tecnica dell'Occultamento, ma mantenendo su di se il rivestimento mimetico, la kunoichi ridiscese, mediante chakra adesivo, fino al punto caratterizzato da quello che si rivelò uno strano smottamento.

    Ryugi si sarebbe mossa con circospezione, sfruttando le proprie abilità percettive e quel poco di furtività in suo possesso per raggiungere la zona d'interesse ed osservare cosa ci potesse essere al di là della finestra connessa a quel punto di accesso improvvisato, ma ben nascosto. [Abil]
    Da qui è uscito l'assassino? Senza la sabbia sarebbe stato difficile trovare questo smottamento: qualcuno ha fatto manomettere le telecamere e poi è spuntato da sotto l'edificio, forse ci potrebbero essere delle tracce all'internoi?

    Quel pensiero, però, si fermò prima di portarla a studiare nuovi modi per avventurarsi all'interno del palazzo: erano passate settimane, se anche ci fossero state delle prove, ormai erano perse.
    E lo stesso, temo, valga anche per il luogo del terzo omicidio. Forse potrei trovare da dov'è arrivato, ma cosa di più?, valutò sconfortata, decidendo che l'unica opzione era dirigersi dove quella lunga giornata di indagini era iniziata: la scena dell'omicidio nel ghetto dei Soshi.

    [...]

    Arrivata sul luogo che l'aveva vista testimone inattesa del massacro durante la notte precedente, Ryugi avrebbe iniziato a studiare la zona, cosa che non era riuscita a fare quella mattina, troppo scossa, confusa ed ancora ignara di quella che sarebbe stata la sua lunga giornata di ricerche.
    Vide delle impronte, Supponendo che nessuno abbia rimosso le prove, o le abbia manomesse... qui sono morti tre Chikuma e due Soshi, le impronte, però, sembrano poche? Di certo l'assassino li ha presi di sorpresa, ma come? E poi tutti?, si chiese la kunoichi camminando intorno alla zona sigillata, senza entrarvi, finché non vide qualcos'altro: tracce di ruote.
    C'era un carretto qui? E come c'è arrivato?, si chiese, notando i segni fra di loro paralleli, non su un'unica traccia.
    Seguendole a ritroso, poi, la giovane Nekki notò la cosa più strana: le ruote provenivano, e forse tornavano anche, verso il tombino.
    Guardandosi attorno, quello sembrava effettivamente l'unico punto da cui l'assassino poteva essere giunto e per quanto le impronte di ruote fossero una cosa quanto mai assurda, le sorse un sospetto.
    Marionette? Sarebbero state immuni ai veleni, indubbiamente. Ma perché uccidere Iga, Chikuma e Soshi durante questo mese?, si chiese preoccupata, ma pronta a continuare le indagini.
    Prima di qualsiasi altra cosa, però, la genin cercò di contattare la "senpai" che lavorava al Centro di Sorveglianza.

    KKKKK Kakakakaka Kaede-san, mmmmm mi sente?, avrebbe ispirato, attendendo per una risposta mediante il sigillo di comunicazione.
    SE effettivamente ci fosse stata una risposta, la nostra giovane amica avrebbe dato una veloce spiegazione dei fatti (o almeno, veloce per lei): Sosososo sono tototo tornaaaaata nel llll luogo ddd... nel quaquaquaquaquartiere Soshi., avrebbe spiegato con un sospiro, Ci sosososono tracce ddddddddi ruote vvvv vicino al tototototo tombino. Le seguo., concluse, iniziando ad avvicinarsi al punto d'ingresso verso i sotterranei del villaggio.

    Fu, quando stava per entrarvi che una voce nota la fermò e la portò a voltarsi, leggermente in guardia: Hisu Iga.
    Non mi riconosce?, fu la prima reazione sorpresa della nostra giovane Nekki, notando il tono impersonale dell'altro, oltre a distinguerne il fiatone.
    Il pppp..., piccola pausa, L'Iga è qui., bisbigliò al sigillo di comunicazione, mentre il poliziotto la esortava a distanziarsi dai sigilli.

    Ryugi sollevò le mani: non si fidava del tutto, troppe cose strane erano successe con quel poliziotto, dal loro incontro in centrale in poi, ma non voleva essere lei ad iniziare uno scontro con un altro ninja del villaggio, così si mosse, seppur restando sempre all'erta.
    Sosososo sono Ryugi Nekki., esordì, in fondo non era sotto henge, quindi preferì avvicinarsi (seppur era convinta che la vista degli Iga fosse ottima).
    Ho cocococoncon, piccola pausa, Ho seguito le sue iiiiii indddd, ulteriore respiro, I suoi indizi. So del tttt... di Chozo., ulteriore pausa in cui avrebbe più fatto attenzione alle reazioni dell'altro, che non al proprio respiro.
    Le ttttt tracce, le rrruote, le pppp posso sesesese seguire?, avrebbe chiesto, pronta a qualsiasi reazione del poliziotto.

    Cosa sarebbe successo?
     
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