[News GdR] - L'Erba tinta di sangue

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  1. -< Etsuko >-
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    Scheda di Etsuko della Nebbia

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    L’erba tinta di sangue


    ULTIMO PIANO; ULTIMA SPERANZA




    Dov’eravamo rimasti? Ah si…

    Kusa deve cadere

    Erano stati quelli gli ordini del kage, seguirono delucidazioni e sebbene le parole appena pronunciate fossero in perfetta linea con le intenzioni di Kensei. Stridevano non di poco con le modalità di attuazione. Di certo alcuni di noi sarebbero risultati più propensi all’arte dell’inganno e non avrebbero provato alcuno scrupolo nel sabotare le azioni accademiche ma come avrebbero reagito di fronte alla eventuale morte di amici di sempre? Era davvero quello il prezzo ultimo da pagare? Era quello l’unico modo per portare l’idea e la demagogia Kiriana oltre i confini di stato?
    Lasciai l’amministrazione pensieroso, non mettevo in dubbio la mia lealtà a Kiri e a Kensei ma quel che cercavo di ottenere era il risultato con il minor numero di sacrifici possibili, non avrei permesso nessun sacrificio inutile seppur fatto in guerra, non avrei macchiato le mie mani di sangue da traditore.
    Dovevo tuttavia capire come ottenere tutto ciò…

    …A OTO…

    Eravamo ormai abituati a viaggiare tra lo stormo dei pipistrelli evocazioni del kage e così giungemmo ad Oto, senza alcun problema. Kensei raggiunse la tenda del Mikawa e noi ci aggregammo allo sparuto gruppo del suono che come noi era stato designato a raggiungere il fronte. Riconobbi subito il ninja a capo della delegazione, il ragazzetto amministratore del villaggio, Febh, al suo fianco due ragazze, la prima non l’avevo mai vista, l’altra ragazza aveva dei lineamenti a me non sconosciuti… l’ultimo membro ma non per importanza era lo spadaccino Tasaki, rinomato oltre che per le abilità con la lama, per l’incapacità di tenere a freno la lingua. Ma quella riconobbi, era una attitudine piuttosto comune ai ninja del villaggio del suono. e il capogruppo ne era l’esempio più lampante.
    Mi avvicinai al gruppetto, prendendo parola dopo Youshi.

    Tasaki… Febh… ragazze… piacere di conoscervi, sono Etsuko.

    Quando l’evocazione di Febh comparve per essere usata come mezzo di trasporto, mi feci avanti come possibile passeggero. Avevo necessità di giungere prima possibile sul campo di battaglia, ero certo che nel mio ruolo diplomatico mi sarebbero state fatte parecchie domande, anche scomode, arrivare in ritardo mi avrebbe dato uno svantaggio. Inoltre preferivo restare distante da alcuni dei miei compagni di missione, ignari vittime della guerra appena cominciata e pedine di un piano nel piano, che avrebbe potuto prendere risvolti seriamente pericolosi.

    Sarei lieto di accompagnare il gruppo di Oto nel vostro viaggio, Febh sama, ho molto sentito parlare delle vostre evocazioni e sarei lieto di testarne personalmente le capacità… sia chiaro non in senso bellico… non mi sognerei mai di competere con loro, sotto questo punto di vista.

    Che l’amministratore avesse accettato o no… sarei giunto all’accampamento allestito dalla foglia a Kusa.

    L’ACCAMPAMENTO DELLA FOGLIA

    Non ci volle molto prima che Raizen, mi chiamasse a consulta. Prima di entrare in tenda, rivolsi una occhiata rammaricata a Youshi, reo di aver mal disposto il kage e consapevole ora che sarebbe toccato a me rimediare ancora una volta a quella delicata situazione.
    Una volta nella tenda:
    Etsuko, la nebbia di sangue deve aver fatto dei miracoli che andrebbero condivisi con l’intera accademia se vi ha reso capaci di sgominare un intero esercito in cinque!
    Non essere ridicole Raizen, abbiamo radunato il gruppo di noi più idoneo e ci siamo diretti qui per dare supporto immediato al fronte. Abbiamo tra noi ninja d’Elite, abili ognuno in un campo diverso, ben assestati e ben addestrati. Era il meglio che potessimo fare, in così breve tempo.
    Sei in grado di dirmi perché la lettera di Kensei prometteva gruppi ausiliari e cellule specifiche ma non li vedo ne all’orizzonte ne tantomeno entro i confini konohaniani?
    Stanno arrivando a nuoto?

    Non ti è oscura la situazione del continente e il dominio sui mari, abbiamo dovuto tracciare una rotta più lunga ma sicura, in questi tempi di guerra non si sa mai quali manovre il nemico abbia in servo. Meglio giungere in ritardo ma giungere, piuttosto che lasciar annegare l’esercito kiriano in acque nemiche e privarsi del supporto che Kensei ha promesso.
    Sono tempi bui per tutti Raizen, dobbiamo contare sulle forze che abbiamo a disposizione al momento, nessuno di noi era pronto alla tempestività del nemico che così facendo ci ha colti alla sprovvista. Siamo qui grazie alla baronessa che ci ha permesso di attraversare mare in totale sicurezza.


    Non avrei aggiunto altro se non vi fossero state ancora domande e ciò detto avrei lasciato la tenda raggiungendo il gruppo di Kiri, in particolare avrei richiesto del Primario, Fudoh, facendolo chiamare.

    Fudoh san, mi rendo conto che non abbiamo poi scambiato troppe parole sino ad oggi, purtroppo le situazioni non ce lo hanno concesso. Tu hai un ruolo fondamentale in questa guerra. Ho bisogno del tuo supporto costante e ti sarà richiesto il massimo sforzo. Dobbiamo limitare le perdite al massimo. Richiedi tutte le risorse necessarie, fammi sapere quello di cui hai bisogno e cercherò di procurartelo. Bada ai tuoi amici, chiunque essi siano ma non perdere di vista questo, indicai il coprifronte della nebbia. Ricordati che questo simbolo significa FAMIGLIA.

    Mi voltai andando via per raggiungere il palazzo amministrativo di Kusa. Era lì che avremmo delineato tutte le operazioni belliche.
    Prima di farlo mi sarei rivolto al resto dei Kiriani, cercate quante più informazioni possibili sul nemico, raccogliete ogni tipo di informazione dai superstiti. Intanto vediamo qual è la situazione al quartier generale. Avrei attivato la mia speciale vista che capire che fine avesse fatto la mia antitesi per antonomasia. Non vedevo infatti Youshi nei dintorno. Ma non mi fu difficile scovarlo nell’accampamento, fu così che un mio simulacro potesse raggiungerlo, aveva le fattezze di un piccolo pipistrello a sottolineare l’importanza del messaggio che conduceva. Avrebbe sicuramente compreso chi fosse il mandante di tale ambasciata.

    Ci vediamo al palazzo amministrativo di Kusa, torna a fare un po' le cose da grandi Youshi sama, Etsuko ha bisogno del tuo supporto.

    Così l’avrei atteso ai piedi del palazzo, le operazioni erano in fermento per l’imminente scontro, sebben gli animi fossero stati ristorati dalla presenza degli accademici la situazione appariva tetra e disperata, non era un mistero che la mancata presenza di Kiri ed Oto, destava sospetto e preoccupazione, il primo per la natura definita inaffidabile dei suoi due kage, la seconda per la condizione di inferiorità numerica che l’assenza comportava. Non appena Youshi fosse giunto…

    Abbiamo bisogno di capire i piani d’azione se vogliamo portare a termine la nostra missione. Ci risulterà più semplice salvare la pelle e rischiare il meno possibile. Sappi che non ho alcuna intenzione di sacrificare vite inutili.

    Dissi con tono severo all’altra mano del kage, una volta giunti al piano riservato ai massimi esponenti, ritenni superfluo presentarmi, vista la divisa ufficiale della mano d’oro di Kiri.
    Lui sta con me, sono gl’ordini di Kensei, sama… la mano destra e sinistra del mizukage a servizio di Kusa.
    Se avessero avanzato qualche resistenza avrebbero dovuto opporsi con la forza, visto che non avremmo bloccato l’incedere dirigendoci nella sala delle decisioni che contavano.

    L’ULTIMO PIANO e L’ULTIMA SPERANZA

    Le ultime speranze di Kusa erano riposte nei suoi 4 membri al comando, 2 uomini e 2 donne, il primo che sedeva sullo scranno pareva già rassegnato all’epilogo della faccenda. Ascoltai in silenzio l’elenco di cose da fare, e di incombenze a cui erano stati sino a quel momento pressati sin dai primi giorni dopo l’invasione dei Cremisi. Prima l’orda rossa, poi quella di profughi, lo spirito di fratellanza che si sfalda, la speranza che crolla e lo spirito nazionale che vacilla. Serviva una presa di posizione salda per rinsaldare animi e spingere a combattere con accesa ancora la fiamma della speranza. Ero davvero curioso di capire come avrebbe agito l’accademia a riguardo. Al momento, colui che doveva parlare era lo stesso che aveva convocato l’aiuto di tutti gli elementi che la costituivano.
    Noi avremmo Atteso.


     
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