[News GdR] - L'Erba tinta di sangue

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    ~ The Red Capes are coming!

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    L'ora della Redenzione

    Prologo


    Atto I
    La voce della guerra che tuona. †



    Attendevamo un'occasione del genere da una vita.
    Stringevo per le mani la lettera bollata con lo stemma di Kusa e non riuscivo a pensare ad altro. Il grido d'aiuto dell'Erba suonava diversamente alle mie orecchie: un flebile urlo di speranza, un sussurro di grandezza. C'era forse uno spiraglio in quel piano che io e Diogene avevamo cercato di delineare, un imprevisto che avrebbe fatto volgere le carte a nostro favore. Si trattava di saper cogliere l'occasione - l'occasione di una vita.
    Era ormai quasi un'ora che osservavo la cartina del Continente: stavo cercando di delineare quale fosse stato il percorso dei Cremisi fino a quel momento e ponderavo su quale fosse la motivazione dietro l'assalto all'Erba: quel pezzo di terra, infatti, era in una zona assolutamente poco difendibile, contesa tra la Roccia, la Foglia, la Pioggia e i Samurai del Ferro. Eppure l'incursione dei ninja della Nuvola, descritta come inarrestabile da quelle righe che avevo letto e che ora giacevano in un angolo della scrivania, sembrava raccontare qualcosa di diverso. C'era da dire che i ninja del Veterano si erano ben guardati dall'avvicinarsi a Konoha: i dieci chilometri lasciati tra la devastazione che avevano portato e i confini del Paese del Fuoco potevano essere sia una sorta di precauzione che un chiaro messaggio - ma delle due l'una e quale, esattamente, mi era per ora insondabile. Portai le mani, chiuse l'una dentro l'altra, sotto il mento ferrato dell'Elmo, riflettendo ancora. La lettera era indirizzata a tutte le forze accademiche quindi, probabilmente, non avrei potuto escludere la presenza di nessuno degli ShiKage date le parole di estremo timore che ricordavo dalla Riunione segreta; ci sarebbe stato il saggio Hohenheim, ci sarebbe stato Raizen, ci sarei stato io e ci sarebbe stato Diogene, del quale, ormai, stavo solo aspettando un segnale. Certo, questo sarebbe stato vero se e solo se a nessuno di loro fosse venuto in mente che il guerriero in armatura impossibile da scalfire, che non sembrava mai provare stanchezza potessi essere io, con conseguente timore di un'alleanza della Nebbia con i ninja Cremisi - e devo dire che, dalla descrizione di questo fantomatico nemico, il dubbio sarebbe stato lecito.
    Il messo che mi aveva consegnato la lettera era ancora sull'uscio, ormai da più di qualche manciata di decine di minuti e stava attendendo il più celermente possibile delle istruzioni: fui piuttosto conciso. È guerra. Mi alzai dalla sedia. Comunica la notizia a tutti i ninja disponibili di qualsiasi ordine e grado. Mi portai davanti alla vetrata che dava su Kiri, mostrando le spalle al ninja. Sopra la densa nebbia della cittadina, svettata dalla posizione del mio ufficio quel giorno, intravidi un corvo dall'inconfondibile becco rosso. Chiama immediatamente a raccolta nel quartiere Kenkichi Youshi, Fudoh, Etsuko, Hideo, Sekiro e Samui. Mentre il messo usciva, io aprivo parte della finestra, facendo entrare il messaggero piumato del Suono. Srotolai dalla sua zampa il messaggio, aprendolo con una goccia del mio sangue. Le parole del Kokage fecero risuonare nella mia testa i mai sopiti sussurri di grandezza.

    [...]


    C'era un gran subbuglio nel perimetro del quartiere Kenkichi: ogni leva del clan, dai figli in grado di brandire soltanto il cognome dal fondatore a Kyobi, il più abile tra noi nonché più alto scranno delle Lame Insanguinate, stava preparando il suo equipaggiamento ed affilando le sue lame. I ninja correvano in ogni direzione, in gruppi più o meno omogenei, guidati dai membri più anziani che li radunavano in zone specifiche del quartiere, sottoponendo ognuno ai propiziatori riti sciamanici traditi da Kotetsu Bara ed Azumaido. In quel marasma ordinato, al centro della piazza che accoglieva nella Zona Clan, vi eravamo, riuniti in una sorta di semicerchio, io e l'Alto Consiglio Kenkichi ovvero Kyobi, Garui, Morua, Taddaro e Kamira. Benché non fossi il ninja gerarchicamente più in alto all'interno del Clan, ero il ninja più in alto all'interno della gerarchia del paese e per quella questione - e poche altre - Kyobi doveva sottostare a quanto gli stessi dicendo. La discussione, tuttavia, si sarebbe conclusa con l'arrivo di tutti i ninja che avevo mandato a chiamare: l'Hidarite, la Migite, i due possessori di parte dei poteri del Saggio delle Sei Vie, l'incarnazione delle Volontà del Freddo e lo shinobi d'Ashina. Feci un piccolo inchino nei confronti del Capoclan, mentre ogni membro del Consiglio si dirigeva verso altrettanti piccoli plotoni di branditori della Lama Rossa. Un ultimo sguardo a tutti quegli shinobi prima di voltarmi verso i miei doveri: quanto tempo era passato da quando avevo riportato e riunito il Clan a Kiri; nessuno, adesso, si immaginerebbe che, un tempo, quel quartiere era completamente disabitato, abbandonato, dimenticato.
    Ben arrivati. Dissi, rompendo il silenzio, mentre, tutt'intorno a noi, la situazione stava andando calmandosi. Mi incamminai verso la Magione Kenkichi, ora vuota. Le voci corrono più veloce di qualsiasi cosa, anche degli ordini diretti del Kage. Immagino sappiate già del perché siete qui. Kiri è in mobilitazione, dopotutto. Spalancai il gigantesco portone in legno d'ingresso, gettando luce sul lungo tavolo rettangolare che ci si parò davanti: vi era un unico scranno nel lato di questo a noi più lontano e tante sedie quanti erano i miei ospiti nel lato del tavolo più vicino. Avrebbero potuto accomodarsi nel modo che preferivano. Sul tavolo vi erano due cartine: una che mostrava l'incursione dei Cremisi nell'Erba ed una che segnava un avamposto all'interno del Villaggio del Suono, con informazioni evidentemente non certe sulla conformazione dello stesso ma date per molto probabili. I Cremisi, dopo il colpo subito a Shiro, sono passati al contrattacco: è guerra e dovremmo andare a combattere. Ma non saremo soli: ci sarà tutta l'Accademia. Il Veterano è il nemico numero uno, la prima preoccupazione, il primo timore: non può guadagnare terreno. Dovremmo fermarlo con ogni mezzo che abbiamo a disposizione. Non possiamo escludere un coinvolgimento diretto della più alta carica dei ninja della Nuvola ma al momento abbiamo informazioni solamente su di un suo vassallo, un uomo in armatura. Credo non sarà per voi difficile riconoscerlo benché si parli anche di sottoposti dotati di protezioni straordinarie ma di livello inferiore rispetto a quelle del loro comandante. Il perché non avrebbero avuto difficoltà a riconoscere un uomo in armatura era lapalissiano. Potete vedere qual è stato il percorso e la sia di distruzione dei nostri avversari in questa cartina. Dissi, indicando la mappa che un'ora prima stavo studiando sulla mia scrivania. Qui, invece, potete osservare dov'è che ci dirigeremo tra qualche minuto: un avamposto otese, comunicatomi da Diogene. È ben fornito e ben attrezzato: ognuno di noi potrà allestire una momentanea officina, erboristeria o tavolo da lavoro per migliorare e fornire armi e equipaggiamenti ai compagni o agli alleati otesi. Dopo di che, insieme a loro, ci muoveremo alla volta di Kusa. La Baronessa ci darà una mano a raggiungere più velocemente il luogo d'incontro. Feci un respiro profondo, prima di concludere il mio semplice discorso. Adesso andate a prepararvi. La vostra prima guerra vi attende.
    Li avrei fatti uscire ma non mi sarei allontanato dal tavolo, anzi, avrei preso posto a sedere. Infatti, dopo che il gruppo si fosse diviso, due piccoli pipistrelli, mimetizzati e silenziosi, avrebbero raggiunto Youshi, Etsuko e Hideo alle spalle, dicendogli che il loro Mizukage li attendeva nuovamente alla Magione e che sarebbero dovuti tornare sui loro passi senza che gli altri compagni si accorgessero di loro.
    Una volta fatto ciò, li avrei fatti accomodare una seconda volta. C'è qualcosa che agli altri non ho detto ma che voi, invece, dovete sapere. Mi alzai, distendendo entrambe le braccia e poggiando entrambe sul tavolo, leggermente proteso in avanti. Kusa deve cadere. [Abilità]Kage [Ruolo]

    Amministrazione
    Speciale: Il personaggio è il Kage del Villaggio. L'utilizzatore può imporre gratuitamente un incarico ai ninja del proprio villaggio. L'incarico deve portare un vantaggio per il proprio villaggio.[Da genin in su]

    Stipendio del Kage
    Speciale: L'utilizzatore ottiene RYO usando stemmi ottenuti svolgendo il suo Ruolo in Amministrazione o in qualsiasi altra giocata tranne Quest. Per ogni stemma semplice ottenuto nell'esercizio del suo ruolo ottiene 500 RYO, per ogni stemma nore 1500 RYO, per ogni stemma élite 3000 RYO. Gli stemmi devono essere stati ottenuti da azioni compiute nell'esercizio del proprio ruolo. Lo Staff GDR può rifiutare uno stemma non ritenuto adeguato. Ogni Evento Amministrativo in cui ci sono sviluppi per il villaggio o per i rapporti internazionali con gli altri villaggi può concedere all'utilizzatore fino a 1 stemma di Lode per il buon lavoro svolto. La decisione finale per entrambi i premi spetta all'Archivista in base alla presenza dell'utilizzatore negli Eventi Amministrativi ed il suo effettivo esercizio del suo ruolo nelle giocate.[Da genin in su]

    Disposizione del Kage
    Speciale: L'utilizzatore può assegnare i Ruoli Guardiano, Squadra Interrogatori, Squadra Medica, Squadra Speciale e Consigliere ai ninja del proprio villaggio e può assegnare l'Equipaggiamento Speciale di Villaggio. L'assegnazione può richiedere una prova a piacere del Kage. Ogni villaggio può avere massimo 3 PG con lo stesso ruolo. [Da chunin in su]

    Apice del Comando
    Speciale: L'utilizzatore può annullare qualsiasi ordine, approvazione, decisione o imposizione decisa da qualunque altro personaggio del proprio villaggio. L?utilizzatore può imporre a qualsiasi personaggio del proprio villaggio di usare una sua conoscenza. [Da chunin in su]

    Quest di Conquista
    Speciale: L'utilizzatore può decretare l'apertura di una Quest di Conquista su un qualsiasi territorio; solitamente la Quest di Conquista è ambientata in un territorio ridotto, una regione o una singola città di un territorio più ampio. Se la Quest di Conquista termina positivamente, il villaggio può ottenere 2 Tecniche Speciali extra, 16 Tecniche Avanzate extra o 1 competenza Equipaggiamento extra (7 copie simili); il tema di queste nuove conoscenze deve essere unico e coerente il territorio conquistato. Per aprire una Quest di Conquista e per ottenere le relative conoscenze è richiesta l'approvazione dell'Amministrazione.[Da jonin in su]
    [Note]I dettagli di questo discorso verranno fuori in un'altra sede, probabilmente nel prossimo post. Youshi, Etsuko ed Hideo, comunque, ricevono una missione segreta.

    [...]

    La Penna di Itai siglò la lettera di risposta all'Hokage. La sua epistola carica di pathos mi faceva ridere ma l'Accademia mi imponeva di rispondere alla richiesta di aiuto di un altro villaggio; non mi sarei messo da solo nella posizione di venir additato per una qualche mancanza. La mia lettera, scritta col solito inchiostro argentato su cartoncino nero, avrebbe promesso la presenza dei miei ninja migliori nel gruppo accademico, oltre ad un sostegno a lungo termine con gruppi ausiliari e cellule specifiche. Della mia presenza non vi era menzione.
    Tuttavia i miei ninja mi avrebbero prima seguito da Diogene, ad Oto. Avevo bisogno di sistemare alcune questioni prima di permettergli di viaggiare indisturbati verso Kusa. Dunque, ritrovatisi dove stabilito, avrei evocato la Baronessa e, grazie al suo aiuto, ci saremmo mossi per i cieli per muoverci il più velocemente possibile verso destinazione.
    L'Hakushaku ci permise un volo più rapido e sicuro rispetto alle truppe regolari kiriane che, probabilmente, ci avrebbero raggiunto a distanza di qualche ora.
    Il campo che Diogene aveva allestito era davvero strabiliante ed incredibile. Il Kokage era indubbiamente un uomo dalle risorse infinite. Quando atterrammo lasciai che lo stormo si scindesse e si dileguasse in ogni angolo di quel piccolo paradiso bellico, gettando gli occhi su qualsiasi cosa potesse osservare. Una frazione della Baronessa, tuttavia, rimase adesa alla mia spalla destra, a testa all'ingiù e ad occhi chiusi, come se dormisse: in realtà la mente alveare dell'apice dei Pipistrelli Vampiri poteva osservare con qualsiasi occhi di ogni elemento del suo stormo; era lì per riportarmi qualsiasi movimento imprevisto, qualsiasi cosa fuori posto e qualsiasi interazione. Allo stesso tempo, diedi ordine ai miei ninja di prendere posto e di attendere convocazione per mezzo della Baronessa: sarebbero stati divisi in gruppi, al capo di ognuno dei quali vi erano Youshi, Etsuko e Hideo e, insieme ai loro compagni otesi, sarebbero partiti alla volta di Konoha.
    Non dovetti certamente chiedere in giro per sapere dov'era il Garth: il mio arrivo era stato preventivato e alcuni shinobi ed alcune kunoichi erano stati incaricati di scortarmi alla tenda del loro padrone. Intanto Akayoru mi riferiva della presenza, tra una miriade di volti sconosciuti, di Febh, Hebiko e Tasaki. Di Kato Yotsuki non vi era l'ombra. Mi domandavo che fine avesse fatto l'hayate.
    Entrando nella tenda non badai assolutamente ai convenevoli e, fissando neglio occhi colui che con me condivideva parte del mio sangue, gli tesi l'avambraccio e gli dissi soltanto tre parole. Ho un piano.





    Chakra:
    Vitalità:

    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 850
    Velocità: 700
    Resistenza: 700
    Riflessi: 700
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 700
    Agilità: 700
    Intuito: 700
    Precisione: 750
    Slot Azione
    1:
    2:
    3:
    4:
    Slot Difesa
    1:
    2:
    3:
    4:
    Slot Tecnica
    1:
    2:
    3:


    Equipaggiamento
    • Sistema di Ancoraggio dell'Arto Artificiale × 3
    • Cotta di Maglia Completa × 1
    • Elmo integrale dell'Inquisitore × 1
    • Specchietto in Metallo × 1
    • Spiedi Potenziati × 1
    • Arto Artificiale Kiriano Superiore × 2
    • D-Visor dell'Elmo da Inquisitore × 1
    • Lente per D-Visor - Visione Telescopica × 1
    • Tonico di Recupero Medio × 1
    • Tonico di Recupero Superiore × 1
    • Lente per D-Visor - Visione Fotocromatica × 1
    • Tonico Coagulante Superiore × 1
    • Yakusoku Kenkichi × 1
    • Simbolo della Stella × 1
    • Braccio Sinistro dell'Inquisitore × 1
    • Gakutensoku × 1
    • Equipaggiamento Debilitante × 1
    • Unagi × 1

    Note

    • [TS] Istinto Omicida disattivato.
      - Unità di Sangue a round per mantenimento.

    • [TS] Kirai Mugen Disattivata.
      <li>Combattere con Handicap Attivo.
      - Numero di Round passati con l'equipaggiamento debilitate indossato: 0.

    • Assetto Gakutensoku: Nessuno.
      - 0 Round rimanenti al prossimo Cambio di Assetto.




    Parlato
    Citato
    Pipistrelli
    Yakusoku






    Edited by Ade Geist - 12/11/2021, 01:20
     
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    ~CHOMP~

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    L'Erba Tinta di Sangue


    Is She Supposed To Rescue Someone? She?!



    QUINDICI. HAHHN.



    Ebbene sì, nuovo giorno, nuovo workout, nuovi muscoli da metter su. Persino quando la vita da Studentessa cambia completamente e drasticamente di ruolo, specialmente quando le viene detto da qualcuno. Non per altro, ma quel momento in più la mattina per un po' di riposo e soprattutto per potersi lavare attentamente una zazzera infinita sulla capoccia. Il fisico viene nuovamente temprato ed il bilanciere scivola attentamente e poggiato con una certa delicatezza sul poggiolo destinato a quest'ultimo, sorretto poco sopra la propria testa. Il petto brucia, i pettorali rimbalzano un paio di volte delicatamente tra una mossa e l'altra, giusto in tempo per vedere il donnone sollevarsi in tutto il suo mascolino splendore. Un metro e novanta di corazzati novanta e rotti chili che si spostano con dei piedoni talmente delicati da apparire quasi impressionanti. Petto andato, c'è giusto il momento per l'ultima serie dedita agli addominali e non solo prima di dichiarare chiusa l'ora ed oltre di allenamento. Il sudore scivola copioso su un corpo ormai perfetto. Ogni muscolo è scolpito talmente bene da evidenziarne i solchi. Ed il sollevarsi su una trave posta vicino al tetto è soltanto la goccia che fa traboccare un vaso d'essere scultorea. S'alza per una volta sfruttando la potenza delle braccia, compiendo poi una specie di rannicchiamento delle ginocchia fino al petto, estendendole. Poi solo a destra, poi la gemella. E torna giù. Così via in un loop di fatica e stanchezza, la cui durata s'attesta sulla serie da venti, con le braccia che paiono voler cedere ad ogni sollevamento. Arti venosi e sprezzanti di forza, addome scolpito e potentissimo, numeri che si ripetono e fatica espressa da sbuffi ed un paio di riprese decisamente lunghe. Il fisico infinitamente possente troneggia in quella specie di palestrina che s'è costruita mentre piano piano completa le ripetizione imposte.

    RRRAAAAH-!



    Un urlo secco, un corpo spaventoso che scende troneggiante da quell'ultima ripetizione. Gli addominali tamburellano, il petto rimbalza chiamando ossigeno. Si piega sulle ginocchia per un piccolo istante, scrollando poco dopo i braccioni e disendendo schiena e addome stiracchiandosi verso l'alto. Addosso non ha quasi nulla, giusto gli indumenti per allenarsi in un bel nero integrale, sebbene sia quasi integralmente scoperta giusto per far vedere tutti i muscoli al primo che passa. Incluso il solito postino. Sì quello che le consegnò la lettera in cui veniva chiamata al "cospetto" di Kyojuro consegnandogli quella di un maschio. Gekido o come si chiamava. Se l'è scordato! Ed il fatto che non gli corra dietro ma, anzi, solleva le braccia e gli mostra due bicipiti grossi come una casa, ancor più scolpiti, affinati e venosi di giorni prima, gli fa comprendere come gli stia sulle ovaie, ma non troppo da seguirlo e menarlo in quell'esatto istante. O semplicemente che vuol essere venerata ed applaudita. Inutile a dirlo, non l'ha assolutamente capita, l'ha guardata storto, sollevato le spalle e se ne è andato per la stessa strada di poco prima. Invece Arahaki prende e apre la lettera. Chiamata alle armi. Qualcuno ha dichiarato guerra a Kusa.
    E deve andarci.
    Degluttisce e congela sul posto, assidera, sbianca immediatamente. Si deve addirittura sedere per qualche minuto lanciando il foglio a poca distanza da lei. C'è il sigillo dei capoccia, c'è la firma, c'è tutto. Tutto quanto. Le appaiono in fronte agli occhi quelle persone. Mamma, papà, il fratellino, persino i brutti musi del Team Tredici e, per la prima volta nella vita, effettivamente trema. Trema al pensiero che potrebbe, in un centesimo d'istante, perdere tutto ciò che ha attorno. Non solo se stessa, ma anche quelle persone che a lei ci tengono. Le trema la mano al punto da non avere la forza d'alzarla e distruggere quel foglio nella speranza che qualcuno possa credere che non sia mai arrivato e farla franca. Lei, che è una miseria sotto il campo Kunoichi, neanche ha una vaga idea di cosa possa significare, nemmeno pensa ad una missione. In Guerra.

    Ha il suono della condanna a morte nella sua testa.



    Non vuole andarci. Non ha minimamente il coraggio di dire a tutti "ehi, devo andare, stanno facendo la guerra in un villaggio che neanche conosco e son nemici di cui non ho assolutamente idea di che facciano". Però è costretta a farlo, in uno dei più sofferenti discorsi della propria vita. Il tempo di alzarsi, trovare un pelo di coraggio, farsi una lunghissima doccia, mettere i capelli a posto e spuntare poco dopo in una cucina affollata, troneggiando suprema al di sopra della famiglia per la prima volta riunita. Degluttisce più volte, suda freddissimo con una voce effettivamente tremolante. Le scivola persino una lacrima sugli occhi.

    Devo andare lontano per parare il culo a qualcuno.



    E li vede, lì, come se fossero pronti a divenire polvere nel giro di pochi istanti. Forse perché, travasando le parole, tutti capiscono comunque che si tratta di dover scendere sul campo di battaglia di Kusa o qualcosa del genere. Insomma, glielo si legge in faccia che persino lei è spaventata all'idea. Tutti prendono la notizia come dev'essere presa. La madre degluttisce, abbraccia la figlia. Lo stesso il padre ed il fratellino nel giro di pochi altri istanti, sentendo quel cuore battere e tamburellare velocemente. Una, due, più lacrime rigano il viso della gigantesca donna. Nessuno l'ha mai preparata ad una scena del genere, non riesce a reggere in alcun modo. Si sente stringere, coccolata, forse per la primissima volta nella sua vita. Le braccia, le gambe, il grosso e largo petto agiscono in modo autonomo, chiudendosi a chioccia sul gruppo familiare mentre fa giusto una cosa. Piange. Lei, una torre di muscoli, che frigna. Succede a chiunque, succede anche ai migliori, ma quella chiamata alle armi risulta essere niente meno che letale, per lei, la sua psiche, la sua famiglia. Non vuole più staccarsi, sente che i secondi scorrono lentamente, singhiozzando più e più volte. Non è pronta per nulla di tutto ciò, l'Accademia non l'ha mai fatto. Nessuna missione l'ha mai fatto.
    Non è semplicemente pronta. Non può lasciarli, non riesce neanche fisicamente a staccarsi ed a sollevarsi. Le cedono persino le gambe, scivolando lentamente verso tutti gli altri.

    N-Non voglio...



    [Later On That Day...]



    Un bestione che entra in un localino pieno di Ninja. O meglio, in Amministrazione, che le sue dimensioni le ha eccome. S'adagia ad un muro, avvolta in un troneggiante quanto meraviglioso abito d'una certa sartoria. Si tratta di una specie di bellissimo Kimono stretto in particolar modo giusto da un nastrino. Esso è bianco, lungo, con due floreali disegni uno sulla schiena ed uno sul fianco sinistro. Nastro nero stretto sotto al petto per far in modo che si chiuda per bene il tutto, lasciando comunque una bella scollatura. Spalle scoperte, grandi e grosse, per via del particolare tessuto dell'abito stesso. La seconda spaccatura invece prosegue al di sotto del nastro ch'avvolge il petto, lasciando intravedere uno scorcio degli addominali, si chiude con un secondo nastro per non mostrare proprio un tubo delle proprie grazie, ma lascia aperta una bellissima insenatura per far vedere i suoi giganteschi quadricipiti. I bordi del vestito sono neri, dando proprio la parvenza che si tratti di una specie di quadro su cui sono incisi quei bellissimi fiori rossi.
    I capelli sono una zazzera ordinata bianca con ben quattro grandi ciocche tinte di rosso, annidate in modo simile ad un fiorellino sul lato destro del capo. Il viso è assente, turbato, triste. Gli occhi gonfi e rossi sono la testimonianza non tanto che è una finta donna con la congiuntivite, ma di quel che è successo. Il suo fisico enorme corrisponde niente meno che agli sfoghi svolti. Altri allenamenti, probabilmente. Le fan persino male i muscoli a causa dell'acido lattico. S'appoggia sconsolata sul muro, come se la sua erculea figura volesse reggerlo. Degluttisce e sbuffa, amara, rabbiosa e nervosa.
    No, non vuole andarci in Guerra lei. Ma, a quanto pare, sarà "costretta" a farlo. L'unica cosa che cerca lì in mezzo è il Team Tredici, sperando per lo meno che s'accorgano di lei guardandosi attorno o entrando tra gli ultimi da quella porta. Anche perché lei probabilmente è arrivata in ritardo. Si sa, la paura gioca brutti scherzi. Specialmente quella più materialista di tutte.
     
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    L'Erba tinta di sangue


    Intro



    L'eco della guerra aveva raggiunto anche Oto.
    Stavo terminando gli ultimi preparativi prima di partire per il punto di rendez-vous situato nei pressi di Nanaki.
    Ko aveva sistemato i cuscini del letto in modo da creare una cuccia temporanea. Si era acciambellato comodamente e di tanto in tanto sollevava il muso per curiosare.
    Sei sicura? Sollevai lo sguardo nella sua direzione con aria interrogativa.
    Ne abbiamo discusso fino allo sfinimento. Pensavo ti fossi convinto. Replicai, chiudendo il contenitore con il materiale medico necessario per il primo soccorso.
    Non mi hai risposto Shinny. I suoi occhi erano fissi su di me. Era mortalmente serio. Un atteggiamento che raramente avevo visto in lui.
    Incrociai lo sguardo, sostenendolo.
    E' naturale che abbia dei dubbi. Sono tornata da poco e... sospirai ...Sapevo che non sarebbe stato facile...
    Ci sarà anche lui. Che pensi di fare? Incalzò senza staccare il suo sguardo da me.
    Cosa pensavo di fare. Ko si stava riferendo all'attuale Kokage. Non avevamo più parlato da quando ero andata via.. Ci eravamo lasciati... già, come c'eravamo lasciati?... Con una promessa che aveva il sapore di una minaccia.
    Sospirai. Suppongo riprenderemo da dove ci siamo lasciati. Il cucciolo non sembrava molto convinto. Lo so, ma non posso rivelartelo. Ho giurato sulla mia vita... parole che non uscirono dalle mie labbra.
    Ora se hai finito di riposare sui miei cuscini, che ne diresti di sgranchirti le ali, che a breve partiamo?
    Volare? Ma... non mi porti in spalla? La sua espressione era mutata in una di pura delusione.
    Mi concessi un sorriso, stringendo la chiusura dello zaino.
    E va bene, mio cucciolo pigro.
    Non sono pigro, ragazza ninja. Sto meditando e non si può fare mentre voli. Osservò, fingendo di mettere il broncio.
    Mi avvicinai a lui, sedendosi sul bordo del letto. Gli carezzai la testa.
    Era tornato il solito Ko. Gli feci cenno di arrampicarsi sulla schiena.
    Chiusi la porta della villetta alle mie spalle.
    Neanche il tempo di disfare le valigie.

    Accampamento nei pressi di Nanaki

    Prima della riunione



    L'accampamento era in fervente attività.
    Io avevo trovato un angolo defilato tra un gruppo di casse accatastate per fare un discorso serio al mio compagno alato. Il cucciolo si era sistemato sopra una di quelle più voluminose.
    Ko, mi raccomando. Muto. Non fiatare. Non fare battute. Fai finta di essere un pupazzo. Siamo in una situazione critica. Per favore, non facciamoci riconoscere. L'ultima cosa che desideravo era finire al centro dell'attenzione per un'esplosione di innocenza del drago.
    Ragazza ninja, ma io quando... Socchiusi gli occhi.
    Vuoi che te le citi in ordine alfabetico, cronologico oppure dalla più innocua a quella più catastrofica? Osservai, con un sospiro.
    Potrei dire lo stesso di te. Lo sentii brontolare. Appena ritornata ad Oto... Amministrazione... Touché! Mi costrinsi a non arrossire.
    D'accordo, avremo tempo per stabilire il vincitore o la vincitrice della coppa della situazione più imbarazzante. Per ora limitiamoci entrambi a stare zitti e contare fino a 100...mila... prima di dire qualcosa di cui ci potremmo pentire. Affare fatto? Gli tesi la mano destra.
    Inclinò di lato il collo come a soppesare la cosa. Ok! Me la strinse con la sua zampa.

    Tendone principale, lunedì, 6:30



    Cercai di mescolarmi nel gruppo di shinobi che erano stati convocati dal Kokage. Ko era aggrappato sulla schiena, il muso proteso in avanti. Guardandomi in giro riconobbi che pochi volti. Il tempo trascorso lontano da Oto aveva lasciato strascichi. Il Colosso si era mostrato nella sua armatura fulgida, in pieno assetto da combattimento. Non mi sfuggì l'espressione stanca che trapelava dal volto severo.
    Mi domandai se sarebbe stato il caso di dare un'occhiata al suo stato di salute.
    Ninja del Suono, benvenuti a Nanaki. Esordì.
    Mi concentrai sul discorso.
    Un gruppo di altissimo profilo, denominato d'ora in avanti Puragu, si unirà alla compagine del Fuoco per impedire che i Cremisi conquistino Kusa, ultimo baluardo di un Paese che si è semplicemente fidato delle persone sbagliate nella sua storia recente. Partirete oggi stesso e farete rapporto dall'Hokage in persona, che guiderà la missione.
    Mi venne spontaneo chiedermi chi fossero i ninja cui si stava riferendo il Colosso.
    Avevano l'ordine di mobilitarsi nell'immediato. Seguivano i fascicoli da distribuire al gruppo per un approfondimento sulla missione.
    Febh, annuii Shinodari, annuii Tasaki, annuii, lo avevo conosciuto di recente, sembrava essere tornato in forma perfetta, e Kamine, annuii, uno dei volti nuovi andrete voi.
    Fu solo l'istante seguente che realizzai il secondo nominativo pronunciato dal Mikawa.
    Shinodari? Io? EHHH?!
    Ringraziai l'entità mistica sovrannaturale che non fece palesare sul mio volto e su quello di Ko, l'espressione di vivida sorpresa.
    Ebbi l'accortezza di continuare ad ascoltare il resto del discorso, prendendo nota mentalmente.
    Zittii la vocina che stava cercando di dirmi qualcosa cui non volevo pensare.
    Riassumendo... Gruppo di alto profilo... Quattro shinobi... messi a conoscenza solo delle informazioni base per la missione... le priorità... preservare gli interessi e l'integrità di Oto, rallentare... impedire che l'assedio abbia successo, acquisire informazioni sensibili sui Cremisi, limitare i danni per l'Erba. E che ci vuole? Soltanto allora mi resi conto che stavo trattenendo il respiro da un po'.

    Durante i preparativi...



    Il momento del confronto era giunto. Non era stata mia intenzione volerlo procrastinare fino a quel giorno, semplicemente era capitato.
    Avevo chiesto a Ko di restare in disparte e di non ascoltare la nostra conversazione.
    Con mio stupore il cucciolo si era allontanato in volo, dopo aver annuito, senza replicare. Ancora una volta il suo sguardo si era fatto serio.
    E io che avevo ingenuamente pensato che avrebbe fatto una delle sue scene da cucciolo abbandonato.
    Camminavo assieme al Mikawa per l'accampamento. Mi aveva fatto cenno di seguirlo ed io avevo acconsentito. Alla fine era inutile cercare l'occasione adatta.
    Sei dunque tornata per riprenderti Oto. Mi avevi promesso che saresti tornata più forte, è così?
    Dritto al dunque. Sarebbe stata mia cortesia, replicare in maniera sincera, come se avessi mai mentito al Mikawa.
    Riprendermi Oto, dici? Siamo arrivati a questo punto? Replicai, sollevando lo sguardo per cercare il suo. No, non sono qui per questo motivo, hai già troppi nemici, non credi? Sarebbe noioso, averne uno in più. Osservai, seria. Ricordo la promessa che ti feci. Sono tornata più determinata e con più consapevolezza in me stessa. Aggiunsi.
    Mi aspettavo che saresti passata a Villa Mikawa prima ancora che in Amministrazione...una speranza sciocca in effetti, hai sempre voluto più bene a Febh che a me, su questo non ci sono dubbi.
    Mi dovetti sforzare per non far trapelare dal mio volto un'espressione sorpresa.
    Era serio o era una piccola vendetta la sua, per non essere passata a porgergli i miei omaggi?
    Non è che non volessi. Non c'è stata l'occasione. Non è certo la tua nomina ad avermi intimorita nel precipitarmi alla villa senza invito. Considerai. Però... riguardo Febh... Non ti facevo così sentimentale. Se è un modo per dirmi che ti sono mancata... Potrei dire lo stesso di te. Feci affiorare sulle mie labbra un sorriso enigmatico.
    Immagino che ti abbia già riconsegnato la tua scrivania, senza interpellarmi ovviamente...come se potessi o volessi oppormi ahahha
    Ad essere onesti no, non l'aveva fatto. La situazione in amministrazione era stata alquanto... complicata. In effetti, lo era tuttora.
    Forse Febh avrebbe agito come si immaginava il Colosso se fossi tornata prima, ma non dopo tutti quegli anni in cui ero scomparsa dalla vita di Oto. Febh non poteva abbandonare tutto, come invece, egoisticamente, avevo fatto io.
    Ma nonostante abbia distrutto il palazzo 3-4 volte in questi anni Solo? Pensavo peggio. direi che ha tenuto in piedi la baracca dignitosamente. Merito suo, sicuramente la lontananza non ti avrà impedita dal tenerti informata sulle sorti del tuo amato villaggio e le voci di un Kokage assente saranno giunte alle tue orecchie.
    Forse era più saggio per la salute mentale sua e fisica mia, tacere su alcune verità.
    Ad ogni modo, se hai intenzione di rimanere per un po', quella sedia è tua per quanto mi riguarda
    Le sue parole mi presero in contropiede.
    Questa volta non riuscii a mantenere un'aria indecifrabile.
    Era serio? Si, non era tipo da scherzare su certe affermazioni.
    Ed io? Cosa volevo realmente?
    Non pensavo che avrei avuto la possibilità di ricoprire ancora una volta tale incarico. Non credevo di sentirlo dire da lui.
    Ero sempre stata convinta che mi considerasse debole, incapace di sostenere il ruolo che mi ero assunta sin dai miei primi giorni al villaggio.
    Quella frase fu come un pugno alla bocca dello stomaco.
    Mi stava mettendo alla prova?
    Perché ero tornata? Per una volta, riuscivo ad essere sincera con me stessa?
    Quel giorno che ci siamo parlati, arrivai con una bottiglia di sakè e due bicchierini. Esordii Questa volta, potrei offrirti una bottiglia e due calici intessuti d'ombra. Quando mi hai chiesto se sono diventata più forte, era parte della promessa che ti feci. Ho accettato la mia ascendenza, entrambi i clan manipolano l'ombra. Quindi si, sono più forte della dottoressa che conoscevi. Metto la vita al primo posto? Annuii Qualcuno dovrà pur farlo. Intendo intralciare i tuoi piani? Scossi la testa. Penso sia più vantaggioso per entrambi mantenere questa implicita tregua. Io mi assicurerò di mantenere in vita quelli che manderai in battaglia. E... rivolsi lo sguardo verso un gruppo che si stava occupando diligentemente delle sue mansioni. Sono tornata per restare. Avevi ragione quel giorno... Ho abbandonato il villaggio quando più aveva bisogno di me. Tornai a dirigere l'attenzione sul Mikawa. Non commetterò più questo errore. Accetto la tua offerta. Esistevano altri modi per preservare la vita delle persone, oltre che come medico. Tieni i tuoi amici vicino, ma i tuoi nemici più vicino. Giusto Kokage sama?

    In un momento non ben precisato prima della partenza, se il gruppo si raduna.



    Avevo letto con attenzione il fascicolo con i dati sulla missione.
    Ko, aveva sbirciato, da dietro le spalle.
    C'era stata data la possibilità di approvvigionarci come meglio ritenevamo.
    Avevo salutato Febh, risposto al saluto di Tasaki e presentata a Kamine.
    Non era la prima volta che facevo gruppo con Febh, mi ero sempre fidata di lui, ma erano trascorsi degli anni. E le persone cambiano... Una realtà cui non volevo pensare.
    Tasaki... nel momento in cui ci fossimo radunati, ci avrebbe spronato a partire subito per congiungerci il prima possibile con le forze alleate.
    Ma come saremmo andati?
    Rivolsi un'occhiata a Febh. Ci avrebbe trasportato una delle sue evocazioni o avremmo utilizzato mezzi più mondani?

    Shinodari_Kusa_ridotto



    Edited by Shinodari - 12/11/2021, 13:42
     
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    L'Erba Tinta di Sangue


    Rispondere alla chiamata



    Kiri era in subbuglio, tutti ormai sapevano cosa stava per succedere di li a poco, sarebbe semplicemente bastata un piccola lettera dal paese dell'erba per scatenare una guerra che avrebbe chiamato alle armi la maggior parte dei ninja di tutti i villaggi accademici. Mi trovavo sulla punta di una delle torri di guardia del villaggio, stavo in quel punto in modo da riuscire a vedere una buona parte di ciò che ci stava attorno grazie ai miei sensi raffinati. Fu li che mi raggiunsero, sentii la voce di un messo che mi cercava e, con l'agilità di una pantera, afferrai una corda a cui era attaccato un peso percorrendo la torre dall'alto verso il basso nella sua interezza in modo da ritrovarmi davanti a chi mi stava cercando. Sono qui, dimmi. Venni quindi informato della riunione nel quartiere Kenkichi e mi mossi subito seguendo le mura verso di esso.

    Non ero mai stato in quel quartiere ma lo avevo visto spesso dall'alto delle mura quindi non fu difficile raggiungere il luogo designato per incontrare le più alte cariche dell'omonimo clan. Kensei svettava tra di loro e fu colui che prese la parola per spiegare ciò che stava per succedere.Guerra.. una brutta notizia per quel piccolo paese. Ma combattere noi le loro battaglie non aiuterà di certo a evirare da questo mondo l'odio delle persone che hanno causato tutto ciò. Dentro di me sapevo che Kensei ci avrebbe ordinato di andare a combattere, magari non per aiutare l'accademia ma anche solo come facciata per mantenere dei buoni rapporti fino a che non avrebbe attuato il suo piano di conquista. Non mi andava a genio lasciare Kiri sguarnita della mia protezione ma un ordine era un ordine e anche se non ero d'accordo sul combattere questa battaglia per l'Erba avrei seguito le direttive di chi mi aveva insegnato e fatto crescere come persona e come ninja. Una delle persone che più stimavo in tutta Kiri. La spiegazione non fu affrettata e fu coadiuvata da alcuni elementi visivi quali mappe e appunti che mi permisero di capire abbastanza bene cosa stesse succedendo. Se tutti gli eserciti accademici prendessero una posizione difensiva nella città di Kusa immagino che si potrebbe difendere e utilizzare come base operativa per respingere gli aggressori. In quel luogo saremmo protetti e potremmo anche resistere ad un assedio per molto tempo andando ad utilizzare rifornimenti dal paese del fuoco e dagli altri alleati limitrofi. Guardai kensei mentre pensavo a come approcciare l'attacco, sapendo cosa ne pensasse di Konoha. Ma se non volessimo entrare in contatto con loro vedo poche possibilità, posso consigliare un'azione di attacco preventiva? Troviamo i bersagli più importanti dei Cremisi e cerchiamo di distruggerli o assassinarli. Questo potrebbe mandare in frantumi i loro ranghi dandoci così il tempo di instaurare una rotta di rifornimenti da Kiri e magari Oto, nostri alleati, in modo da mantenere la città nelle nostre mani e protetta come si deve. Non potevo ancora sapere che l'idea di Kensei invece era un altra.. come avrei scoperto di li a poco insieme a Youshi e Etsuko. Per fortuna non mi ero esposto con quelle Idee, non ne ebbi l'occasione e mi ero semplicemente detto che ne avrei parlato con kensei in un secondo momento, non solo per dare una mano ma anche per capire se il mio modo di pensare sarebbe stato adatto ad una guerra come quella.

    Venimmo congedati in modo da prepararci per la partenza ma qualcosa di strano. Un piccolo pipistrello si avvicinò ale mie orecchie per darmi un messaggio. Mi staccai un attimo dal gruppo di ninja che stava proseguendo verso l'esterno del distretto andando a salutare una persona a caso, giusto per non far notare troppo il mio perdere tempo agli altri ninja. Quella persona non capii bene cosa stesse succedendo, era una donna che, un po' spaventata dal mio aspetto, faticò persino a rispondermi. Fu quindi il momento di dileguarsi e, alzando il cappuccio della divisa della Mano Grigia, mi portai nell'oscurità di una via secondaria. Avevo bene in mente le vie e le strade di tutta Kiri, era parte dei miei doveri da guardiano sapere tutto del mio amato villaggio. Raggiunsi nuovamente Kensei che senza indugi ci, a me, Youshi e Etsuko, riferì una seconda missione, qualcosa che nessun altro avrebbe dovuto sapere: Voleva che Kusa cadesse. Subito non capii bene il suo ragionamento.. Quella città era il nostro miglior punto strategico per sopperire alle grandissime forze dei cremisi ma tutto si fece più chiaro in un secondo momento, quando ci spiegò per bene le sue intenzioni.

    La baronessa, l'evocazione del Decimo, ci aveva portati velocemente al luogo stabilito: Un avamposto bellico Otese preparato appositamente. Sembrava di essere in una caserma d'elite con una quantità incredibile di ninja. Prima di partire avevo indossato la divisa di Kiri in modo da farmi riconoscere come membro dell'accademia ma, vista la seconda missione che mi era stata data, avevo anche portato con me il mio nero mantello in modo in caso da nascondere la mia appartenenza al mondo accademico e di Kiri. A quel punto semplicemente, congedato dal Decimo, avrei esplorato un po' il campo alla ricerca di facce già incontrate o nuove fino all'attesa chiamata di Kensei mediante la Baronessa.
     

     
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    L'Erba tinta di sangue


    La Convocazione
    Intro



    Narrato Pensato Parlato di Miyori Uchiha


    Si era alzata prima dell'alba quella mattina. La notte era trascorsa in un sonno ristoratore.
    La calma prima della tempesta.
    L'ultimo kata con Ninfea di Giada. La sua katana, la sua legacy.
    La rinfoderò con cura, riponendola sullo stand.
    Non era ancora degna di poterla portare con sé.
    Rivolse un inchino all'altare in onore dei Kami protettori di Suiren, che occupava la parete destra della stanza in cui la ragazzina si allenava.
    Chiuse gli shoji dietro di sé, inspirando l'aria frizzante del mattino. Il sole era sorto e nella dimora si udiva un certo fermento.
    Miyori camminò con passo lento lungo la passerella di legno che collegava le varie camere al giardino sul retro. Si soffermò, per un istante ad ammirare l'albero di ciliegio. Le foglie avevano assunto le tonalità del fuoco, in quel tardo autunno.

    La notizia la raggiunse mentre si trovava in giardino a leggere un libro di poesie.
    Fu Susumu a consegnarle la lettera. Aveva un'aria trafelata, un'ansia che traspariva dai suoi modi informali.
    Miyo chan, un messaggero... L'Uchiha sollevò lo sguardo dalla pagina ...Il Sigillo... è... importante... Poggiò il libro sull'erba, fissando con curiosità il ragazzo.
    Lesse la missiva e il sangue defluì dalle guance. Si alzò in piedi di scatto, lasciando cadere al suolo la lettera.
    Io... scusa... mormorò quasi un flebile sussurro, a malapena udito dall'altro.
    Era stata convocata con la massima urgenza e l'ordine proveniva dall'Hokage in persona.
    Con passo svelto raggiunse la camera da letto.
    Per la prima volta avrebbe indossato gli abiti del suo clan senza lo stemma di Suiren. La sua patria natia sarebbe stata racchiusa in quel tatuaggio sul braccio a forma di ninfea. Lei era un'Uchiha e come tale avrebbe portato onore alla sua famiglia. Lei era uno shinobi e avrebbe seguito gli ordini del suo Kage. La principessa samurai... lo sarebbe stata per proteggere chi non poteva difendersi, per essere leale nei confronti dei suoi compagni.
    Non posso nascondermi...Non questa volta... mormorò a bassa voce, mentre la sua immagine si rifletteva allo specchio, rivelando l'eterocromia delle sue iridi. Il cremisi dell'occhio sinistro contrapposto all'azzurro cielo del destro.
    Indossò gli abiti, fermando i capelli corvini alla base della nuca con un nastro di seta. Ripose il torch in un cofanetto portagioielli, tenendo solo l'orecchino con la goccia rubino. Controllò di avere tutto l'equipaggiamento in ordine.
    Sulla soglia l'attendevano le persone a lei care. Susumu doveva aver avvisato, nel frattempo, Hajime e Toshi.
    Io devo andare. Esordì in tono serio, rivolgendo un inchino formale. Era così minuta davanti ai tre giovani. Non c'era molto da dire. Avevano imparato a proprie spese che le urgenze portavano a conclusioni poco piacevoli. Un conflitto di qualche tipo, era l'ipotesi più plausibile.
    Ognuno dei tre avrebbe voluto trovare un modo per evitare alla ragazzina di ripiombare in quell'incubo da cui l'avevano sottratta tempo prima.
    Nessuno di loro la fermò. Il loro onore, il rispetto per Miyori, impedivano di compiere un tale gesto di codardia.
    Susumu si sforzò di sorridere, ma aveva la morte nel cuore.
    Onii san... Toshi san... Susumu san... Li abbracciò con calore uno ad uno.
    Scomparve rapidamente alla loro vista. Non poteva permettersi di perdere altro tempo.

    Amministrazione

    La sala dove erano stati radunati era ampia.
    Si guardò intorno alla ricerca di volti conosciuti.
    Intravide Kyojuro, ma mentre stava per andare a salutarlo, la sua attenzione fu rivolta verso gli schermi che mostravano immagini del campo di battaglia. Diversi scenari, possibili soluzioni per raggiungere … cosa? Miyori si sentiva stordita.
    C'era qualcosa in quella visione d'insieme che le faceva affiorare ricordi confusi, dolorosi.
    In quel momento l'Hokage prese la parola.
    Ma mano che spiegava la situazione, la memoria prese il sopravvento mostrandole un passato che le aveva inferto profonde cicatrici.
    I Cremisi... Kusa... Erano nomi che assunsero un diverso significato, facendola tornare indietro nel tempo.
    Le pulsazioni cominciarono ad accelerare. Il respiro si fece più corto.
    Il cuore sembrava stretto da un artiglio.
    Lei sapeva, l'aveva provato sulla sua pelle. Conosceva il dolore, la sofferenza, la morte.
    Non poteva non ricordare il destino del suo paese, non poteva permettere che accadesse di nuovo.
    Questa volta non sarebbe rimasta ad osservare, nessuno l'avrebbe portata via per proteggerla.
    Anche se sono solo una goccia nell'oceano, non posso lasciare nulla di intentato.
    Fu in quel momento che la vide. Difficile non notarla, eppure il suo cuore si era perso in un loop senza senso.
    Arahaki san... Si mosse nella sua direzione. Le gambe incerte, il peso dei ricordi che cercava di inghiottirla.
    Passo dopo passo si sforzò di reprimere tutte quelle sensazioni. Dal passato doveva trarre solo insegnamenti, non lasciarsi sopraffare dai sensi di colpa.
    Si era avvicinata a sufficienza da notare il suo volto.
    Conosceva quel rossore, le guance che sapevano di sale, le lacrime inghiottite.
    Non c'era nulla di cui vergognarsi.
    Arahaki era la sua preziosa compagna. Non importava se la considerasse uno scricciolo, quello che contava ora era di essere al suo fianco.
    La raggiunse prendendo posto accanto a lei. Non disse nulla, un semplice cenno con la testa per salutarla.
    Miyori era lì e non l'avrebbe abbandonata.

    Miyori_Kusa_rid



     
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    l'Erba tinta di Sangue


    I

    Avevo abbandonato l'arte della spada ormai da molti anni, dal momento in cui avevo avuto accesso all'arte proibita del mio clan, avevo ritenuto inutile proseguire lo studio della spada essendo diventate le mie mani le uniche lame di cui ritenevo avere bisogno. Per questo motivo, quindi, da quando il Mizukage mi aveva ritenuto un degno portatore di Utsubo, avevo ripreso ad addestrarmi all'utilizzo della katana. Non tralasciando l'addestramento quotidiano, dedicavo alcune ore notturne - quelle che solitamente dedicavo alle ricerche sulla figura di Keiji Kagome - ad allenarmi con la spada leggendaria di Kirigakure no sato.
    Quel giorno, finché la chiamata del Kage non venne anticipata dal fermento in atto nei corridoi della sede della Mano Nera, nulla era cambiato rispetto alla solita quotidianità: mi trovavo nella palestra delle squadre speciali e, insieme a tre genin che mi era stato chiesto di formare, stavo proseguendo la mia personalissima riabilitazione alla via della spada. Il mio sguardo si posò per un attimo verso le spalle del messaggero che rapido continuava il suo compito di portare ordini e spargere la voce. Kumo ci aveva anticipato, pensavamo fosse stata indebolita dall'attacco alla sua flotta e, in tutta risposta, aveva invaso i territori di Kusa, quei maledetti sembravano avere sempre un asso nella manica. Serrai la mandibola rivolgendomi verso lo shinobi e le due kunoichi con cui mi stavo addestrando Himeichi, Noriyo, Umiko. Il nostro kage ha bisogno di voi, andate a prepararvi e attendetemi fuori dalla magione Kenkichi, potrei avere degli ordini da darvi mossi qualche passo rapido verso l'uscita della palestra prima di voltarmi un'ultima volta verso di loro Prendete e organizzatevi al traporto di tutto il materiale utile alla costruzione di un campo base, ne potremmo avere bisogno

    Avevo tutto l'equipaggiamento necessario a portata, per questo non ci misi molto a preparami di tutto punto - abitudine che ero solito avere ogni volta che venivo chiamato nell'ufficio di Kensei-sama, dopotutto - e rapido raggiunsi i tetti del villaggio, osservando dall'alto la città in pieno fermento, mi precipitai in direzione della magione Kenkichi.
    Arrivato in prossimità del quartiere del clan vidi gli shinobi e le kunoichi della nebbia, armarsi e organizzare gli approvvigionamenti. Mi fermai un attimo sul tetto della casa dirimpettaia alla magione, studiando compiaciuto l'efficienza con cui venivano attuati i preparativi, benché la notizia fosse inattesa, infatti, da tempo Kiri si stava organizzando per una guerra. Mi lasciai cadere dal tetto, sfruttai qualche balcone e tendone per rallentare la caduta e poi iniziai a muovere larghi passi verso la villa che aveva ospitato la cena tra il Kokage e il Mizukage, lì dove i primi piani di quella guerra erano stati abbozzati.
    Una volta che i ninja di Kiri più vicini al Mizukage furono arrivati, ci guidò all'interno del grande edificio dove un largo tavolo, diverse sedie e delle mappe ci diedero il benvenuto. Segnando a dito i luoghi nevralgici, il Mizukage ci fornì i dettagli che erano giunti precedentemente solo mormorati alle mie orecchie. Il discorso di Kensei-sama, però, attirò qualche mio sguardo misto tra il dubbio e il divertito: che parte stava recitando? Tutti, meno quello strano tipo freddo, eravamo ben a conoscenza dei sentimenti del Mizukage verso l'Accademia, perché mai stava dando tanta enfasi all'alleanza?
    Ci disse che saremmo partiti alla volta di Oto da lì a qualche minuto, dopo di che ci saremmo mossi verso Kusa dove il resto dell'alleanza accademica ci avrebbe atteso. Attesi un attimo di silenzio, non sapevo il motivo per il quale il Kage volesse passare dal Villaggio del Suono, anche se qualche idea poteva passarmi dalla mente, ma decisi di intervenire chiedendo il permesso di agire: Mizukage-sama, se una volta raggiunto Oto mi venisse dato il permesso - insieme ad altri ninja qua presenti da lei scelti e tre ninja della Mano nera - di partire immediatamente in direzione di Kusa, potrei fare in modo che al suo arrivo possa trovare un campo base operativomi grattai il mento Mi richiederà un po' di tempo per poterlo allestire (circa quarantotto ore), per questo le chiedo il permesso di muoverci immediatamente una volta arrivati a Oto, ma ne potremmo trarre guadagno. Soprattutto se mi ordinasse di farlo non nei pressi di Kusa, così da avere una seconda base operativa per i ninja accademici, nel caso si volesse chiudere l'esercito di Kumo in un qualsiasi tipo di morsa
    Se il Mizukage avesse ritenuto opportuna la costruzione di un campo base nel territorio di Kusa, allora avrei risposto con voce piatta Bene. I tre ninja della Mano Nera dissi, riferendomi a Himeichi, Noriyo e Umiko attendono ordini qua fuori, sono già in possesso del materiale necessario alla costruzione del campo
    Se il Mizukage, invece, non avesse ritenuto necessario costruiire il campo base, avrei semplicemente fatto un cenno di assenso in silenzio.
    Comunque fosse andata, ci venne dato l'ordine di allontanarci per compiere gli ultimi preparativi.

    Venni raggiunto da un pipistrello del Kage quando, con sguardo serio, stavo riferendo gli ordini ai tre novizi della Mano Nera. Corruciai il sopracciglio e ripercossi i miei passi in direzione della Magione, lì il kage ci attendeva nuovamente, ma oltre a me solo Etsuko e Hideo erano presenti. Un sorriso si aprì sul mio volto, rispondendo alle domande che erano rimaste taciute: Kusa deve cadere.

    Conclusi i preparativi e adempiuti gli eventuali oridini del Kage, lasciai che lo stormo di pipistrelli ci conducesse verso Oto.
     
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    Scheda di Etsuko della Nebbia

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    L'Erba tinta di Sague


    La guerra alle porte






    l'ombra di una guerra si sa, porta con se presagi, oracoli che prima sarebbero risultati intangibili, insondabili. come le piaghe apocalittiche, così eventi si riversarono sul continente ninja destabilizzando un equilibrio già abbastanza precario. di certo non sarebbe stato difficile ipotizzare per gli accademici un attacco imminente dei cremisi, dopo gli eventi della distruzione della loro flotta per mezzo del braccio armato del continente. ma in quanti si sarebbero aspettati una cosi devastante celerità? di certo non il paese dell'erba, il ricco e fiorente pascolo del continente, la DOCP del commercio mondiale aveva ceduto sotto i colpi dell'esercito. leggende narravano di guerrieri infaticabili, forze elite guidate da un paladino ricoperto di ferro che non conosceva stanchezza e che la sol presenza incuteva terrore e sottomissione.
    così Kusa, rappresentava l'ultimo baluardo della resistenza ma più di tutto, il valore simbolico della vicinanza nemica al paese del fuoco. un vero e proprio affronto di guerra a cui l'Hokage non sarebbe potuto rimanere tacito. e ciò infatti non successe e i corvi volarono e i messi in fermento percorrevano tutti i sentieri conosciuti per far correre le notizie il più velocemente possibile. raggiunsero così le terre aride di Suna, i terreni insidiosi di Oto e i mari di Kiri. a macchia d'olio suonarono i corni di guerra e le macchine belliche da troppo tempo sopite ripresero a muovere i propri ingranaggi con non poche difficoltà. in guerra si sa, alcuni per propensione son più pronti di altri. come il caso di Oto il cui Kage per tempo era stato considerato la mina vagante dell'alleanza o come per Kiri, l'inquisitore non celava le sue mire espansionistiche. Ed è proprio a Kiri che trova penna il racconto dei preparativi dei guerrieri della nebbia di cui vi racconterò le gesta.

    … Venti di Guerra …

    Così quando il messo busso alla porta del consigliere della nebbia, fu accolto da Auron fedele servitore della magione, Etsuko sedeva in biblioteca e sorseggiava una tazza di te accompagnato dal suono rilassante della sonata al Chiar di Luna di Beethoven, quanto è vero che spesso il destino si diverte ad accomunare attimi, ad incastrare momenti e questo era uno di quelli in cui la notizia, tetra come la più buia notte, arriva a suon di note, tristi perché la guerra è triste. E solo chi l’ha vissuta può raccontare l’immensa inquietudine che è capace di raccontare.

    … Etsuko…

    Alzai lo sguardo che fino a quel momento avevo mantenuti fisso sul libro, in realtà su una frase di “oceano Mare

    „La realtà sfuma e tutto diventa memoria. Perfino tu, a poco a poco, hai cessato di essere un desiderio e sei diventato un ricordo.“

    pensavo a cosa Baricco pensasse, scrivendola. Ma fui interrotto, Auron avanzò al centro della stanza, abbassando lo sguardo, cupo e preoccupato come spesso era prima di una missione pericolosa che mi avrebbe portato lontano. E forse leggevo nel suo sguardo la stessa paura dell’autore, la paura che io stesso diventassi memoria e non realtà, che persino io diventassi un ricordo. Che premuroso che era… mi aveva visto nascere e crescere e per lui ero come un figlio.

    Che succede Auron…

    Non rispose, cedendomi semplicemente la lettera che afferrai, poggiando la tazza di te ancora fumante sul tavolino di wenge. Mi basto leggere le prime righe per carpirne la gravità.
    Kusa non deve cadere…
    Imprimete nella mente queste poche parole, sempre per ritornare a quanto beffardo possa essere il destino e quanto una semplice variante possa in realtà cambiare le sorti del mondo.
    Mi alzai rapido dalla sedia, la vestaglia in seta era leggermente aperta sul petto, legata in vita a coprire le nudità.
    Preparami l’abito della mano dorata di kiri…
    Dissi al mio servitore mentre slacciavo in corridoio la cintola e mi liberavo della veste, scoprendo glutei e spalle definite e deliziando i miei ospiti per alcuni metri, di quella visione, prima di deviare velocemente in bagno e prepararmi.

    … il quartiere Kenkichi …

    Tutta Kiri era in fermento, i preparativi di guerra pressanti, viaggiavano a pieno ritmo, in realtà eravamo già in ritardo ed il grido d’aiuto di Kusa prima e del fuoco poi ne erano la controprova. I figli della nebbia erano pronti a far la loro parte e a donare la propria vita in nome di un’alleanza che insieme doveva schierarsi contro il nemico.
    Osservai gli sguardi, i volti di uomini e donne, alcuni spaventati, alcuni ricchi di aspettative. Che strano il genere umano. Parecchi di loro probabilmente non gli avrei più rivisti o forse loro non avrebbero più rivisto il mio. Chissà.
    Kensei ci attendeva davanti al palazzo del clan, non mi recavo spesso in quella zona della città, anche perché un tempo praticamente non esisteva. Era stato il kage in persona a ristabilire onore e potere della casata. Le parole di benvenuto, sottolineavano la gravità della situazione e l’urgenza d’intervento ci portò a radunarci in una e vera e propria sala da guerra. Le guarnigioni venivano mosse come pedine su una scacchiera ma ancora avevamo troppo pochi elementi per prendere qualsiasi tipo di decisione.
    Dovremmo capire come sono organizzati i cremisi, rifornimenti, accampamenti e forze in gioco. Credo che prima raggiungiamo il campo di battaglia e prima capiremo come adoperarci per salvare Kusa e respingere i nemici. Credo inoltre che sarà necessario mandare qualcuno in avanscoperta tra le fila nemiche se non è già stato fatto.
    Le parole di Kensei, erano sorprendenti ma stridevano clamorosamente con le sue idee di sottomissione e di astio nei confronti dell’istituzione “ACCADEMIA”. Che il nemico comune l’avesse ravveduto? Il piano era dunque raggiungere gli alleati Otesi e poi dirigerci al villaggio segreto dell’erba ove era stato allestito l’accampamento accademico. Il summit andò avanti senza intoppi e presto fummo tutti congedati. Lasciai così tra gli sguardi dei presenti il palazzo, intento a tornare a casa per fare un ultimo punto della situazione e magari studiare meglio il territorio, di cui avevo poca esperienza tattica. Ma non mi fu concesso. Fu facile capire chi richiedesse mia presenza, l’evocazione del kage dissipò ogni mio dubbio, c’era sotto qualcosa. Quando rientrai a colloquio, mi accorsi che tale trattamento era stato riservato ad altri miei due concittadini. La mia mano opposta, l’assassino di Kiri e Hideo.
    E fu li che riconobbi il mio kage…
    Sapete, la laconica frase che pronunciò, in realtà non mi sorprese. Non chiedetemi perché. Perché capivo bene quanto dolore fosse contenuto in quelle volontà, quanti rischi. Ma a pensarla bene quella era una mossa ben studiata che avrebbe potuto spostare nettamente tanti equilibri politici. Retava da capire bene gli snodi della faccenda.
    Sorrisi moderatamente e se Kensei o i presenti l’avessero notato, probabilmente sarebbero rimasti sorpresi, perché sapevano bene quale fosse la mia visione. Ma al momento i piani erano quelli ed io ero tremendamente curioso.
    Ciò che venne dopo, fu preparativi e il viaggio verso Oto prima e verso Kusa, poi seguendo direttive e disposizioni del Mizukage, ma questa è un’altra storia e ve la racconterò nel prossimo scritto. Per ora nella mia testa rimbombavano quelle semplici e poche parole
    KUSA DEVE CADERE…



     
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    La Guerra di Kusa


    Le Truppe di Oto



    Saragi era emozionato quella mattina: era da poco stato promosso al ruolo di genin, dopo le due missioni a cui aveva partecipato, e non scordiamoci il breve ed interessante incontro nell'amministrazione del Suono con il serpente color latte.
    Tutte piccole avventure in confronto a dove si trovava adesso: era fra gli shinobi inviati in Guerra contro l'Esercito Cremisi!
    La Guerra, quella vera, capisci Haku? C'è questo nemico, lo stesso che tempo fa ha attaccato le mura di Oto, ora sta puntando al Paese dell'Erba, l'ho visto nelle mappe, non è vicinissimo, ma c'è il rischio che capiti qualcosa di brutto se non lo si ferma ora!, mi spiegava la sera prima di partire per il luogo deciso dal Kokage, un posto chiamato Nanaki.
    Camminava avanti ed indietro attorno al tavolo dove mi trovavo, spiegandomi dettagli, sistemando il suo misero equipaggiamento e dicendomi tutto quello che aveva letto su Kusa e sulla vecchia Guerra dove il Fondatore aveva in parte aiutato l'Alleanza contro l'Ondata Rossa, diversa da quella nota come Terza Grande Guerra Ninja (ci teneva a sottolinearlo).

    Da quella piccola riunione a casa, era passato qualche tempo, quello necessario per raggiungere il più delle forze nella suddetta cittadina e lì che il suo, minimo, supporto ebbe inizio.
    Era fra le file di ninja, Saragi, tutti più alti di lui (anche per grado ed esperienza probabilmente), partecipava all'incontro con il Sandaime Kokage, un gigante in armatura: ma, badate bene, quel Kage, quel Mikawa, non era solo un gigante in confronto al mio coinquilino, no, si stagliava fra i presenti, più alto della maggioranza di loro, mentre parlava.
    Il Terzo quattro shinobi completamente ignoti tanto al genin quanto a me, dando ordini e direttive agli stessi, che avrebbero formato una specie di squadra speciale, prima di aggiungere ulteriori ordini per il resto delle truppe di Oto.
    Infine, il gigantesco Kage si rivolse anche a Saragi ed altri due ragazzini, probabilmente con lo stesso grado d'esperienza, dicendo loro che sarebbero stati la squadra di supporto ed affidandoli ad altrettanti individui. Ovviamente, al mio basso amico toccò un altro gigante che si stagliava oltre la media ed a cui, a malapena, Saragi arrivava sopra il ginocchio.

    Tale gigante aveva nome Ashiro e portò il basso genin fino ad alcune strane armi, dei meccanismi da assedio: gigantesche balestre, catapulte e cose così, dai nomi fantasiosi.
    E cosa ci chiese questo colosso? Di caricare le munizioni sui carri e studiarne gli usi.
    Sì, signore, va bene, organizzerò il caricamento e studierò le strutture, ok., confermò anche Saragi, mettendosi sull'attenti, chissà, forse per provare a dimostrarsi un pò più alto.
    Dopodiché, il mio coinquilino iniziò a studiare meglio i dati in suo possesso e li condivise con me: I trabucchi, quelle sorta di leve con il peso, usano principalmente dei massi, da entrambi i lati. Hanno un meccanismo simile ad una catapulta, ma non è a scatto, bensì, quando calano il contrappeso è la gravità che spara il proiettile contro il bersaglio. Il problema è che una volta piantati in un luogo sono difficili da spostare., iniziò a dirmi.
    La Balista è una balestra fuori misura, ovviamente, Haku, non c'è un grilletto, bensì un fermo che viene rimosso con delle leve per far scattare la corda tesa e sparare il dardo, o il masso, verso un bersaglio. Anche questi, sono difficili da spostare, ma più facili da ricaricare ed usare rispetto i trabucchi., continuò, indicandomi degli oggetti grossi simili ad alcune armi che avevamo visto una volta, dopo la sua promozione, mentre andavamo in giro in cerca dei suoi nuovi amplificatori di suoni, che non sto qui a spiegarvi, perché solo un essere a sangue freddo come me può sopportare tutte quelle chiacchiere.
    Haku, non ti stai distraendo, vero? Ci sono ancora gli Onagri. Sono quelli più facili da trasportare, seppur la loro gittata è forse un pò minore e di fatto sono delle fionde con corde ed una struttura centrale legata ad un palo che viene messo in tensione e poi rilasciato., iniziò a dirmi, ma a quel punto non seguii più il discorso.
    Vi posso dire che Saragi studiò per bene traiettorie, contrappesi e tutte quelle cose che voi umani usate per lanciare grossi oggetti da altri grossi meccanismi, finché, alla fine non arrivò il momento di organizzare il carico di proiettili.
    Lì chiese la mano ad un altro paio di ninja del villaggio che gironzolavano, accennando al Kokage ed al gigante che stava con lui, oltre a far apparire qualche serpente dalle maniche, fra una spiegazione e l'altra, per produrre ulteriore soggezione.
    Fu questo l'iniziò della prima esperienza di guerra di Saragi, ma il mio basso coinquilino sperava con non si sarebbe ridotto a ciò.
     
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    La Guerra di Kusa


    La Mano di Kiri



    L'Ospedale era in subbuglio: infermieri, medici, pazienti, tutti che si agitavano sulle notizie che venivano da Kusa, il Paese dell'Erba.
    L'Esercito Cremisi si era mosso, lo stesso esercito che avevamo affrontato in quella specie di incursione ai loro porti, dove oltre Elmo-san c'erano anche lo Yakushi-sensei ed il Kage della Sabbia dal nome impronunciabile.
    Non fu un'eccessiva sorpresa quindi che, durante il mio lavoro in ospedale, fui convocato dal Mizukage; le sorprese furono che scelse di convocarci alla sede del suo clan e che, stavolta, non fu un pipistrello a portare la notizia, bensì una persona.
    Almeno è più igienico., valutai, mentre confermavo al messo che sarei stato presente, com'era ovvio.

    Come sapete, i clan, le casate e tutte queste cose che molti ritengono importanti, con cui si definiscono, le ho sempre trovate delle sciocchezze, eppure, adesso che ho scoperto di essere la Prigione di un Dio Guerriero, o di una parte di esso, in qualche modo capisco il desiderio di sentirsi parte di qualcosa ed identificarsi in essa.
    Lo faccio con il mio ruolo di Primario di Kiri, in fondo, ma una parte di me si identifica anche come Terza Generazione e vorrebbe scoprire di più sui propri antenati.
    Ma non sarà questa la storia in cui ciò avverrà, verosimilmente, qualora ve lo chiediate, quindi sì, sto divagando, scusate.
    Quando arrivai nel quartiere di Elmo-san ed il suo clan, trovai già lì tanto Etsuko-san ed il fidato braccio sinistro del Kage, quanto il ragazzetto con i piercing e, poi, scoprii che anche il moncherino ed un altro shinobi erano stati invitati alla medesima riunione.
    Riunione che si scoprì breve e, inaspettatamente, molto più pro-accademica di quanto mi sarei immaginato.

    Il Mizukage spiegò che ci sarebbero stati tutti e quattro i villaggi, perciò anche Kiri si sarebbe presentata a difendere Kusa da questo "Veterano" e da un suo seguace in armatura.
    Saremmo partiti da Oto assieme alle truppe del Suono per unirci agli altri.
    Diversi pensieri mi passarono per la mente, mentre Elmo-san parlava: Anche lui teme i Cremisi? O è invidioso che c'è un altro tipo in armatura?, questi erano solo due delle mie varie riflessioni, seppur poi mi focalizzai del tutto sulla mappa, quando ce la mostrò.
    Le truppe nemiche provenivano da Taki ed Iwa, gli stessi luoghi dove avevo delle tracce da seguire del mio passato: la Signora di Taki e la sua bionda gemella; il Gashadokuro; il luogo dove la Seconda Generazione era stata creata, tutto questo erano per me quei due villaggi ed entrambi erano, in qualche modo, legati a questi Cremisi.
    Non proprio una buona notizia.

    Questa consapevolezza, però, doveva attendere, c'erano questioni più immediate: la guerra ed il fatto che Kiri non è che fosse fornita di chissà quali ninja medici.
    Ero a capo della Mano Bianca.
    Ero io a dover dirigere le squadre mediche della Nebbia, mi sarei dovuto coordinare con i medici degli altri villaggi? Dovevamo solo occuparci dei feriti? Tutte domande che avrebbero avuto bisogno di risposte, ma, prima di tutto, dovevo prepararmi per la partenza.

    [...]

    Partenza che, ovviamente, dopo poco, avvenne tramite la Baronessa, lo stormo di pipistrelli da trasporto che così tanto Elmo-san apprezzava usare per ogni tipo di attività.
    Io, che per l'occasione avevo anche indossato la casacca della Mano Bianca, stavo ben attento che nessuno dei chirotteri dello stormo, pensasse bene di lasciarmi del guano sull'abito bianco: in fondo il problema principale del mio vestiario era quello, lo sporco ci risaltava sopra.

    Quando arrivammo al campo base nei pressi di Oto, chiesi informazioni ai ninja lì presenti, almeno a quelli che sembravano di sapere cosa stessero facendomi, per sapere dove si trovavano le squadre mediche del Suono e chi ne fosse a capo: era una guerra e l'Accademia doveva collaborare per fermarla e salvare quanta più gente possibile di Kusa, e delle proprie schiere.
    Cosa sarebbe successo da lì in poi, ancora non lo sapevo.
     
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    KENJI HYUGA


    Post Primo - Il dovere dello Hyuga



    Sono seduto in meditazione. Sento i passi. La porta del dojo si apre.

    Siete in ritardo, venerabile nonno.

    Apro gli occhi e vedo che il nonno ha con se un pesante stereo, di quelli che si usavano ai tempi della sua gioventù, credo.

    Questo era di tuo padre. Oggi, il giorno più importante della tua vita, fino ad ora, ti viene concesso di ascoltare della musica.

    Ascoltavo musica ogni giorno quando ero da mia madre ma forse questo è meglio non dirglielo.

    Alzati in piedi. Inizia il tuo allenamento.

    Eseguo l'ordine. Porto la gamba destra indietro facendola strisciare sul pavimento di legno, la punta verso destra. L'anteriore si piega, stacco il tallone da terra e poso tutto il peso sulla gamba posteriore. La mano destra è alla fronte, palmo rivolto verso il venerabile nonno. La sinistra protegge la parte inferiore del corpo, davanti l'inguine.

    Hajimè

    Il nonno sorride. Ottima posizione. Degna di un vero Hyuga.

    Preme il pulsante di accensione dello stereo. Il nastro magnetico inizia a girare.



    Storco il naso. Questa sarebbe musica?

    Il nonno scuote la testa. Mio figlio aveva gusti orrendi. Ma è ottima come esercizio per mantenere la concentrazione.

    Mantenere la concentrazione? Semmai sta roba te la toglie! Mantengo la posizione di guardia.

    Il venerabile nonno si picchietta la fronte.È proprio questo il senso, devi mantenere la tua forma anche nella più feroce delle battaglie.

    Corre verso di me, la mano destra sopra la testa a simulare una spada: Hyaaa!

    Mantengo il peso sulla gamba posteriore. È un attacco semplice, basilare, facile da schivare. Sollevo il braccio sinistro, piego il polso destro portando il palmo verso l'alto e lo appoggio sotto il polso del venerabile nonno, la mano sinistra tocca il braccio poco sopra il gomito per impedirgli di piegare il braccio, poso tutto il peso sulla gamba posteriore, ruoto il busto e mentre il braccio viene accompagnato fuori dal mio corpo sollevo la gamba avanzata, la sinistra, e colpisco il nonno al fianco destro, dove si trova il fegato.

    Una conoscenza basilare dell'anatomia mi ha aiutato nell'apprendere lo stile Juuken, non potendo ancora vedere effettivamente il groviglio di chakra che avvolge gli organi interni.

    Il nonno è agguerrito. Sarà un lungo allenamento.

    ***



    Siamo entrambi seduti, con il fiatone. Per fortuna ha spento la musica. Non ne potevo più di ascoltare quel pezzo in loop.

    Non... mi sembra... tanto diverso... da uno dei nostri soliti allenamenti... venerabile... nonno.

    Annuisce. Si, ma dovevo verificare di persona il tuo livello. Il tuo fisico è quasi pronto, Kenji.

    Si alza in piedi. Fatti una doccia e raggiungimi nella sala grande. Abbiamo cose importanti di cui parlare. L'hokage in persona ha richiesto la tua presenza.

    L'hokage? Che può volere da me l'hokage?

    Ah, certo. Ovvio.

    Persino l'hokage dev'essersi accorto della grandezza della mia figura e della nobiltà del mio sangue e deve aver deciso di prendermi come suo allievo.

    ***



    Mantengo un contegno, vestito nel mio kimono bianco che riporta la fiamma degli hyuga sul fronte e sulla schiena.

    L'hokage... Raizen Ikigami. La montagna della foglia. Ho sempre e solo sentito storie su di lui ma la cosa che mi interessa di più non è tanto il suo ruolo ma...

    Il Jinchuriki del Kyuubi.

    Il Kyuubi, la stessa creatura che un tempo abitava nel corpo del mio antenato. Un legame diretto con il passato, che mi avrebbe potuto far conoscere alcuni dei miei predecessori. Per un appassionato di genealogia come me poter attingere a una fonte così... diretta. Sarebbe impagabile.

    Il nonno sbatte la mani sul tavolo. Dovrai andare in guerra, Kenji. I cremisi hanno attaccato Kusa. L'hokage ha richiesto la presenza di ogni shinobi della foglia.

    Mi fa consegnare la lettera, firmata dall'hokage.

    E io che speravo in una missiva personalizzata. L'hokage non si è accorto di me. Niente chiacchere col demone a nove code sui miei antenati Hyuga.

    Kenji, sei pronto e non ti vieterò di andare.

    Annuisco. Non ci sareste riuscito comunque. Ho degli altri doveri di cui non siete responsabile.

    Ho letto il rapporto delle tue... disavventure nella landa del cuore nascosto.

    Alzo lo sguardo dalla lettera della mia convocazione in guerra. Esatto. Se sono state chiamate anche loro, in quanto leader del team 13, non posso rifiutarmi. Ho degli obblighi.

    Apre la bocca, stupito. Sei molto cresciuto Kenji, e questo lo conferma. Per una volta agisci prendendoti carico di una responsabilità che ti sei preso, non pretendendo un onore che non ti spetta di diritto. Tuttavia... come ben sai...

    Lego i miei capelli, e scopro la fronte candida. Sono uno Hyuga. Mi sottoporrò al rituale, nonno. Il Byakugan deve essere preservato.

    I nostri occhi sono bramati più dell'oro e dei gioielli più preziosi. Poco importa che io non lo sappia usare, i miei occhi sono la dimostrazione che il mio corpo possiede quel potenziale.

    Un potere che tutti desiderano. Un potere che dev'essere protetto e custodito.

    Sono nudo, legato ad un tavolo e bloccato con dei legacci. Mantengo una fibbia di pelle in bocca. Le antiche differenze tra casata cadetta e principale sono state abolite da tempo, una memoria ancestrale di un passato arretrato tuttavia le antiche conoscenze sono rimaste.

    Il sigillo maledetto degli Hyuga, protezione del Byakugan usato come catena per la casata cadetta. Il simbolo si è evoluto, ed è persino possibile rimuoverlo se ve ne fosse la possibilità.

    Da catena è divenuto un simbolo di guerra. Quando uno Hyuga si appresta a combattere, quando sa che dovrà affrontare la morte gli viene apposto questo simbolo, oggi.

    Può così combattere a cuor leggero con la consapevolezza che i segreti del clan sono protetti. I nemici del clan hanno imparato a temerlo più dei nostri stessi occhi.

    Uno Hyuga pronto alla morte può combattere con foga, divenire un turbine che distrugge i suoi nemici.

    Io, invece, mi accontenterei di salvare due ragazzine da un destino infausto.

    Il venerabile nonno è sopra di me, con un ago arroventato. Farà male, lo so. La tradizione vuole, in onore degli Hyuga passati che hanno subito questo trattamento, che il processo lo sia.

    Per ricordare sempre gli errori del passato.

    L'ago mi tocca la pelle, brucia come fuoco. Inarco la schiena. AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

    Fa male, brucia! No, no, ho cambiato idea, cazzo! Non posso farcela! Ma chi me lo fa fare? Ma chi se ne frega del clan!

    L'ago mi tocca di nuovo. Questa volta incide più in profondità. Cazzo, cazzo!

    Mhhhhhh

    Stringo la striscia di pelle che ho in bocca. Inizio a piangere.

    Arahaki, Miyori... lo faccio per voi.

    Ci sarebbe voluto molto tempo ma, alla fine, il venerabile nonno mi libera dai miei legami.

    È fatto.

    Mi sciolgo dai legami. Mi guardo allo specchio. Il simbolo maledetto degli HyugaNota: chiaramente non avendo la possibilità, on game, di pagare un png che possa effettivamente apporre il sigillo a Kenji la situazione è solo di flavour. Vi ricordo che il mio pg non ha ancora sviluppato la tecnica speciale per cui non è possibile da regolamento estrargli la ts, anche se visto come lo gioco quello è l'ultimo che motivi che possa spingere qualcuno a ucciderlo., un tempo veniva nascosto per vergogna.

    Io lo mostrerò con onore.

    Il nonno si inchina davanti a me. Hai sopportato quanto meglio hai potuto, ma sei arrivato in fondo. Ho due cose da dirti.

    Mi asciugo le lacrime e il sangue con il braccio sinistro. Ditemi, venerabile nonno. E rialzatevi. Questa posizione non vi si addice.

    Si ritira su, sorridendo. Questa tua scelta ti rende onorevole. Potrai usare il tuo vero nome in battaglia. Sarai Kenji Hyuga. Vedi di rappresentare con onore il clan, come mi aspetto che tu faccia.

    Apro la bocca. Annuisco e la richiudo.

    Lui sospira. C'è un'altra cosa. Il potere del Byakugan è dormiente in te. Conosci i fondamentali. Quando vivi forti emozioni, quando trovi qualcosa che vale la pena di proteggere, quando porterai la tua anima al limite... i tuoi geni si risveglieranno.

    Mi punta il dito al petto. Segui il tuo cuore, e risveglierai il Byakugan.

    ***



    A causa del rituale mi presento in ritardo alla riunione. Arahaki e Miyori sono già presenti e mi avvicino a loro. Scusate il ritardo, mi sono perso qualcosa?

    Più che i lungi capelli, raccolti in testa per evitare un facile appiglio ai nemici, più che il Kimono bianco con i simboli del clan che lasciava però intravedere la divisa da combattimento al di sotto, più che l'equipaggiamento ninja che mi portavo dietro... le due ragazze (non solo loro, ovviamente) avrebbero potuto notare come la fronte fosse deturpata dal sigillo maledetto, inciso sulla mia pelle.

    [Nota: Il sigillo maledetto è questo.]



    OT Daje tutta, team 13! /OT
     
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    L'Erba tinta di sangue


    Bittersweet Symphony


    RpQ2sm0




    E se le giornate che cominciano con l'odore di cannella ed impasti dolci di solito sembrano promettere bene, quando accanto al piattino di legno c'è anche la convocazione ufficiale da parte del villaggio... beh, le cose cambiano leggermente. L'espressione del ragazzo mentre mangia la sua pastina alla cannella è decisamente corrucciata, fissa il pezzo di pergamena come se fosse unto e da schivare totalmente con le mani.

    Che palle. Uno non può godersi la sua vita grigia, monotona e triste che subito lo convocano al palazzo del Kage.

    Sbuffa rumorosamente mentre suo padre lo fissa con un'occhiata d'insofferenza dalla cucina, scuotendo il capo mentre il ragazzo si alza e fa scivolare lo sgabello per tutto il pavimento di legno, con un rumoraccio fastidioso che - a lui - non pare smuovere neanche mezzo nervo. Chiaramente le sue sterili lamentele sono tutto a vedere, scena, niente che si confaccia davvero al misto di trepidazione, ansia e nervoso che prova in una situazione del genere.
    Una convocazione dal Kage... dall'ufficio del Capo villaggio. Per chiamare uno come lui dev'essere davvero una cosa grossa, non c'è altra spiegazione.
    Continua a soffiare aria dalla bocca mentre si prepara, di prima mattina, scocciatissimo. Recupera tutta la sua roba, armi ed oggetti e comincia a disporli nello zaino e nei vari taschini così che possano essere tutti al posto giusto e tutti pronti all'uso. Se c'è qualcosa che ha imparato in questo tempo è che, da qualche parte, sempre, costantemente, troverai comunque qualcuno che vuole ucciderti.
    Il lato positivo è che nessuno ci è ancora riuscito, fortunatamente.
    Il lato negativo è che, di tanto in tanto, si chiede ancora com'è essere morti.
    Presa tutta la sua roba ecco che si appresta ad uscire, lanciando un'ultima occhiata all'interno della casa/tavola calda in cui abita, uno sguardo a suo padre.

    Cercherò di non morire. Rischio di dover sentire la tua angoscia anche dall'aldilà e... per carità.

    Non pare avere particolare empatia verso altri che non siano se stesso. Sorride tristemente mentre si richiude la porta dietro la schiena, ignorando qualsiasi cosa sua padre stesse provando a dire. Non gli interessa: il loro rapporto sembra essere letteralmente pari ad uno, su una scala da uno a venti. Non si odiano, ma non si direbbe mai che siano padre e figlio per la freddezza del loro rapporto.

    [...]

    Non ci mette molto per arrivare al palazzo del Kage e sicuramente tutte le persone lì presenti dovrebbero fargli presagire come sia davvero qualcosa di importante. Insomma, han convocato lui, sarebbe stato semplice da immaginare. Segue indicazioni ed altri convocati per raggiungere la stanza dove eventualmente sono tutti loro.
    O salone, o qualsiasi posto in cui vogliano portarlo.
    Lancia occhiate a destra e manca, curioso delle figure che ci sono lì. Intravede la figura di Miyori e le fa un cenno silenzioso con il capo, non dilungandosi poi molto in convenevoli e sorrisi, anzi, tornando subito con l'attenzione sul Kage e su tutti gli altri che parlano in maniera ed in via ufficiale. C'è anche Kyojuro, ma a lui semplicemente sorride leggermente e fa un altro cenno con il capo. Qualcuno dei ninja lì dentro lì riconosce, altri non ha idea di chi diavolo siano ma non sembra neanche interessargli.
    Il discorso del Kage decisamente ha il suo effetto, così come quello di tutti quelli dopo di lui.
    I Cremisi, Kusa... Si parte davvero per la guerra?
    Non si oppone, non dice nulla. Semplicemente aspetta che qualcuno possa spiegargli cosa deve fare e, eventualmente, seguirà le direttive che gli impartiscono con uno strano senso d'inquietudine e trepidazione che gli percorre tutto il corpo.

     
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    L'Erba tinta di sangue


    I - Tenting on the Old Camp Ground



    La ragazza dai capelli scuri si trovava distesa su un prato, solo una leggera coperta di cotone tra il corpo a malapena nascosto dal bikini e il manto erboso. Poteva sentire dietro la schiena la trama dei fii d'erba piegati sotto il suo peso, mentre il sole la riscaldava, in maniera anche inusualmente intensa per essere già autunno inoltrato. Qualche goccia di sudore le scendeva lungo i lati del corpo, mentre a occhi chiusi respirava lentamente. Intorno a lei il prato sembrava estendersi ininterrotto per chilometri e chilometri.

    Improvvisamente un'acre odore di fumo la costrinse ad aprire gli occhi. Le pupille ancora dilatate dall'essere state al buio le impedirono di discernere subito ciò che la circondava, ma quando si adattarono potè vedere un cerchio di fiamme altissime circondarla. Cercò di proferire parola ma i polmoni sembravano vuoti, come se non respirasse da ore. Riuscì ad alzarsi di scatto però. Si voltò da parte a parte, ma nessuna via d'uscita si rivelò ai suoi occhi.

    Il cerchio continuava a stringersi intorno a lei sempre di più, la temperatura saliva e l'odore di erba bruciata permeava il resto dei suoi sensi. Le gambe rifiutarono di muoversi. Come paralizzata, rimase incapace di muoversi finchè le fiamme non arrivarono a lambire la coperta dove era prima distesa, lingue di fuoco rosse le sfioravano ormai il corpo, fino ad inghiottirla...



    Agh! Kamine si svegliò di soprassalto, in un bagno di sudore, il lenzuolo incollato alla pelle nuda. Mise il solito paio di secondi a realizzare di essere nel letto che le era stato assegnato in una stanza a Villa Yakushi e non a casa sua. Da quanto abitava lì, in attesa di avere notizie su quello che le avevano fatto i ninja di Kumo? Per quanto abitare nel relativo lusso potesse essere piacevole e non fosse tecnicamente prigioniera, le mancava la libertà (non aveva nemmeno eseguito molte missioni lontano dal villaggio, nonostante ora facesse parte della Squadra Speciale). E gli incubi ultimamente iniziavano a diventare più frequenti. Come quest'ultimo.

    Non posso continuare così... I suoi pensieri vennero interrotti da un rumore di picchettii sul vetro della sua finestra. Un corvo messaggero di Oto.

    [...]

    Nanaki, ore 6:30



    Nel tendone i ninja di Oto attendevano gli ordini. Kamine si guardò intorno e riconobbe poche facce. E ancora di meno quelle che poteva considerare amiche, o non ostili, per meglio dire. Dagli avvenimenti del Palazzo del Demone di qualche anno prima, dove Diogene venne eletto Kokage e in cui Kamine si era esposta forse troppo per essere solo una Genin, Kamine sentiva che camminava sul proverbiale filo del rasoio nelle questioni politiche. Non che al momento ci fosse qualcuno in grado o con la volontà di opporsi alle decisioni di Diogene.

    Il discorso del Kokage confermò quello che già sapevano, Kusa era in seri guai. E una cerchia di ninja scelti di Oto sarebbe andata a dar manforte ai ninja di Konoha, per evitare che l'Erba potesse cadere. Non si stupì nel sentire il nome dello Yakushi come primo componente della squadra, era ovviamente la miglior risorsa che il villaggio potesse offrire, seppur secondo l'esperienza della ragazza non fosse esattamente il prototipo del buon soldato. Gli altri due nomi non si rivelarono invece familiari per la kunoichi, ma non ebbe tempo per fare mente locale in caso i loro volti si trovassero da qualche parte nella sua memoria, poichè l'ultimo nominativo colpì come un fulmine a ciel sereno. Kamine. Era lei. E non c'erano sue omonime in tutta Oto. Che diavolo...?! Dovette trattenersi come in una partita a poker per non rivelare le orride carte che le erano appena state servite.

    Il resto delle direttive sembrarono ordini standard in situazioni come quelle, ma la mente della ragazza non potè fare a meno di chiedersi in quanti stessero effettivamente cogliendo le sfumature delle frasi di Diogene.
    ..."indipendentemente dalle direttive accademiche"..."preservare gli interessi e l'integrità di Oto"...nè le parole usate nè l'ordine di queste direttive sono casuali. Se il fronte fosse stato un altro, saremmo corsi così velocemente in aiuto? Non appena furono liberi dagli obblighi e venne loro consegnato il necessario, Kamine cercò subito di prendere da parte Febh (insieme ad Hebiko, se fosse stata presente), possibilmente lontano dal tendone e altre orecchie e occhi indiscreti, specialmente degli altri due compagni di viaggio che avrebbe avuto, notati al momento della consegna dei fascicoli.
    A che gioco vuole farci giocare Diogene? Il tono di voce era tenuto il più possibile basso ma comunque intellegibile. Prima sono una minaccia a causa di Kumo e ora faccio parte di un gruppo d'elitè che va in guerra in un altro paese, agli ordini dell'Hokage? Sperava, vanamente, che almeno uno dei due potesse fare luce sulla situazione. Aveva solo bisogno di una rassicurazione, una volta tanto.

    [...]

    Prima della partenza


    La kunoichi si prese qualche minuto per analizzare gli incartamenti che aveva ricevuto, prima di ricongiugersi al gruppo. Che gli avesse trovati lei prima o fosse stata trovata da loro, si sarebbe presentata con un cenno della testa e con un semplice Kamine Ashimi. Genin. Squadra Speciale. a Tasaki e Shinodari. Non sapeva ancora abbastanza sul loro conto per dare più confidenza, non che ci fosse molto di più da aggiungere, a parte il piccolo dettaglio di essere la Jinchuuriki dell'Hachibi. Se anche gli altri avessero rivelato il loro grado, si sarebbe poi resa conto di essere l'ultima ruota del carro, anche in quel caso.

    Tasaki soprattutto sembrava ansioso di partire, ma rimanevano ancora dei punti da fissare. Primo tra tutti, come avevano intenzione di congiungersi alle forze di Konoha. Inoltre dovremmo capire se portare altro equipaggiamento oltre quello che già abbiamo, a seconda di come raggiungeremo l'Hokage. Suggerimenti? Era un dubbio lecito, ma voleva anche capire il mindset dei suoi nuovi compagni.
     
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    L'Erba tinta di Sangue


    Post primo - in che senso "guerra"?




    Denji provò a coprirsi gli occhi dalla luce che l'ardente sole di Suna faceva passare attraverso le sue rotte persiane; si era promesso di farle riparare, ma alla fine aveva, per l'ennesima volta, preferito "investirli" in una scommessa. Inutile parlare del risultato, visto che il sole lo aveva svegliato anche quella mattina.
    Come tutte le mattine quando si svegliava, il ragazzo urlò, buttando fuori tutta l'aria che aveva nei polmoni, o almeno quelli che credeva lo fossero, ancora doveva ben capire quale sua parte fosse macchina e quale umana. Tornando a noi, il ragazzo urlò con forza, ancora una volta non era morto nel sonno e doveva risvegliarsi in quel triste tugurio che chiamava casa, almeno fintanto che il legittimo proprietario non se ne fosse reimpossessato.
    Si sedette sul letto, osservando la minuscola finestra, unica fonte di luce in quella minuscola stanza: com'era possibile che la luce di quella microscopica finestra lo colpisse sempre in faccia? La mia solita cazzo di fortuna. Sussurrò alzandosi, stando attento a non battere la testa sul basso soffitto o a scontrarsi con il muro di fronte, praticamente attaccato al letto. La "casa" in cui si trovava non era altro che una stanza due metri per te, con una branda ed un cesso piazzato in un angolo; un posto così brutto che chiunque si era rifiutato categoricamente di comprato o affittare e a cui persino il legittimo proprietario aveva oramai rinunciato, sbarrandone l'ingresso con una trave di legno; questo aveva però permesso al nostro giovane amico di avere quantomeno un tetto sopra la testa a costo zero.
    Scostò con il piede destro i residui del ramen pronto della sera prima, osservandoli con un misto di disgusto e tristezza. QUANTO CAZZO FA SCHIFO ESSERE POVEROOOOOOO! Non aveva nemmeno idea se gli fosse ancora necessario mangiare, ma almeno lo aiutava a sentirsi ancora umano. Si trascinò a fatica verso il servizio igienico e si osservò nello specchio rotto che si era riuscito a procurare. Il suo aspetto era quello di prima dell'incidente, fatta eccezione per la cordicella che sporgeva dal suo petto. La tecnica pare reggere. [Nota]Denji ha sempre attiva la tecnica della trasformazione che lo riporta al suo aspetto umano, fatta eccezione per la cordicella con anello che spunta dal suo petto. Fatemi sapere se posso considerarla come lanciata in precedenza o se devo segnare il consumo.
    Poi bussarono alla porta.
    Che fosse il proprietario? che lo avesse scoperto?
    Guardingo il ragazzo si avvicinò all'ingresso, che in sostanza vuol dire che si spostò alla sua destra di circa quindici centimetri. Non c'è nessuno! Oh ma perché cazzo l'ho detto?! Nessuna risposta, ma da sotto la porta fu introdotta una busta col sigillo del villaggio della sabbia.
    Curioso, il ragazzo la prese, in essa la convocazione del kage per una missione importante, avrebbe dovuto probabilmente leggere tutta la lettera, ma il compenso riportato su essa era abbastanza copioso dal coprire qualsiasi motivazione così, in un attimo, il ninja prese il suo equipaggiamento e si diresse all'amministrazione.




    Ah. Esalò il ragazzo, una volta che ebbe finalmente capito di cosa si trattava la missione; come avevo detto, avrebbe dovuto leggere più attentamente la lettera.
    Un ninja del villaggio, dall'aspetto potente, stava spiegando brevemente il piano per muoversi verso Kusa, ma la mente dello sfortunato era più che altro presa dall'imminente ed estremamente possibile probabilità di morte cruenta che lo aspettava.
    Pensò a tutto quello che avrebbe potuto perdere, e si rese conto che, da perdere, non aveva proprio un bel niente. Ah, già.
    Sospirò, scuotendo le spalle, se fosse tornato ancora una volta a mangiare quel ramen precotto si sarebbe comunque tagliato le vene (ma le aveva?), quindi tanto valeva tentarla.
    Senza tentare oltre salì su uni dei cavalli dei Nekki, scegliendo quello con la mole più robusta, non sapeva come quei poveri animali avrebbero reagito al suo spropositato peso. E andiamo. Partì così, il nostro sventurato Denji, alla volta di una guerra non sua, ma che comunque riteneva meglio di un'altra cena a base di ramen precotto.



    Chakra: 40/40
    Vitalità: 15.5/15.5
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 400
    Velocità:  400
    Resistenza: 475
    Riflessi: 400
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 400
    Agilità: 400
    Intuito: 400
    Precisione: 400
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Biglie Metallo × 1
    • Bottiglietta di Alcool × 1
    • Balestra Leggera × 1
    • Corpetto in Cuoio × 1
    • Rotolo da Richiamo × 1
    • Filo in Acciaio [10m] × 1
    • Veleno Debilitante Inferiore x3 × 1
    • Scimitarra × 1
    • Accendino × 1
    • Tonico di Recupero Inferiore × 1
    • Kusari Fundo × 1
    • Fumogeno × 1
    • Proiettili × 5
    • Tirapugni con Lama × 1

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    L'erba tinta di Sangue


    Post primo - Un classico dell'uomo




    Osservo l'alba.
    Nonostante la pesante nebbia riesco a vedere chiaramente il sole sorgere e, a fatica, disperdere i suoi raggi su tutto il villaggio. Non sono abituato a vederlo così bene, ad Azumaido la luce è praticamente sempre oscurata da pesanti nubi cariche di neve e pioggia.
    Kiri si sveglia lenta, infreddolite le persone escono dalle proprie case per recarsi a lavoro, ripetono continuamente una routine macchinosa per potersi permettere il sostentamento necessario a ripetere la routine stessa. Tutti tranne i ninja. Entrare in questo corpo mi ha permesso l'accesso ad una marea di possibilità, devo ringraziare Kensei per questo.
    Abile mi destreggio tra i vicoli, ho esplorato a lungo questo villaggio nel tentativo di osservare gli abitanti, anche se sono dovuto scendere a compromessi con il mio mezzo. Questo corpo necessita di una... manutenzione, deve dormire, mangiare e... beh, qualcosa di non proprio elegante che fanno gli uomini per eliminare le scorie.
    Proprio adesso mi dirigo ad ottemperare una delle necessità, il mio addome produce un fastidioso rumore, accompagnato ad una sensazione spiacevole, ho imparato che sono i segni della fame; ho provato a nutrirmi con diversi cibi ed ho con piacere notato che possiedono tutti delle caratteristiche gustative differenti, non sempre piacevoli.
    Mi fermo ad un chiosco, ordino qualcosa di caldo ed osservo immobile il ristoratore preparare con cura la pietanza: è affascinante, l'uomo sembra mettere arte in tutto quello che fa.
    Mi hanno detto che non fa bene mangiare velocemente, perciò lo faccio con calma, anche se non ne capisco l'utilità; il cuoco mi guarda storto, ho forse sbagliato nel replicare i loro usi e costumi? Lo fisso, sembra continuare ad aspettarsi qualcosa da me. Ma certo! Rapido raccolgo dei soldi da una tasca e glieli porgo, avido lui li prende e li mette in cassa per rendermi delle monete. Ne prendo una tra le dita e la osservo: Incredibile come si complichino la vita generando un sistema così complesso nella vendita e nell'acquisto di beni, inoltre perché un foglio di carta ha più valore di un pezzo di metallo? Kensei mi aveva parlato di qualcosa quando ha provato ad educarmi alla vita dell'uomo, ma non mi interessa. I soldi sono qualcosa che, per quanto estremamente caratteristici dell'uomo, proprio non riescono ad interessarmi.
    Ripongo gli spiccioli in una tasca e finisco il pasto, voglio continuare a girare per il villaggio fintanto che il mio corpo non richiederà riposo, ma vengo fermato. Un messo del kage, la giornata si fa più interessante.

    L'amministrazione è un edificio interessante, chissà perché gli uomini collegano l'imponenza degli edifici all'importanza di quello che rappresentano, nelle era in cui mi veneravano non ho mai valutato un grande tempio più di un piccolo altare; credo che dipenda dalla loro costante necessità di mettersi in competizione gli uni con gli altri.
    Entro, regna il silenzio, non che solitamente di un posto allegro sotto l'austero comando di Kensei, ma quel giorno è persino più marziale, riesco a capirlo anche io. Vengo reindirizzato quindi al quartiere Kenkichi, clan del Juudaime, lì la situazione è decisamente diversa: come un formicaio le persone seguono direttive alla massima velocità possibile in preparazione a qualcosa di apparentemente enorme, qualcosa che prevede l'utilizzo dell'esercito di Kiri.
    Osservo i movimenti rispettosi di Kensei, un uomo del suo calibro dimostra con alcuni modi tanto rispettosi quasi da sembrare servili, il rispetto è una delle cose che preferisco degli uomini, anche se, purtroppo, è proprio soltanto di pochi di loro.
    Ascolto con attenzione, impassibile, le parole di Kensei; se solo potessi, probabilmente mi metterei a ridere. I giorni da cui sono qui potrebbero essere contati sulle dita delle mani e già parto per una guerra. Ancora una volta la natura belligerante dell'uomo si fa forzatamente spazio nella vita di tutti, se c'è qualcosa che ho capito è che guerra e violenza non mancheranno mai in questa mia nuova vita, pertanto è bene che impari subito ad eccellere in entrambe. E sia. Rispondo breve, freddo, non vedo necessità per parlare oltre, sono uno spettatore in tutto questo e la guerra può solo arricchire questo spettacolo.

    Mi premuro di prendere quanto mi sarà necessario dall'abitazione che mi ha conferito Kensei ed aspetto immobile che lo stormo passi a prendermi. Non oppongo resistenza alla nera nube che mi solleva, probabilmente si tratta anzi di un ottimo momento per riposare, non so quanto ne avrò una volta giunti a destinazione. Chiudo gli occhi, questo corpo farà il resto.

    Giungo al villaggio del suono. La macchina della guerra qui sembra già in movimento da un po', davanti a me si para infatti un'esercito già pronto a fronteggiare una battaglia campale, la questione si fa davvero interessante.
    Come indicatomi, attendo immobile ulteriori comunicazioni dal kage mentre osservo con attenzione l'atmosfera brulicante, qui l'aria è diversa da quella da Kiri, si sente già l'odore del sangue.

     
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    È colpa tua. Ratty

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    La Guerra non Cambia Mai


    Febh Yakushi
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    Esistono priorità al mondo, anche se non tutti hanno le stesse e qualche volta le priorità di qualcuno diventano tanto ingombranti da calpestare quelle altrui. Oto fa di questo il suo credo fondamentale, o perlomeno Febh Yakushi pensava così e non mancava mai di pontificare in merito, a scapito di malcapitati ascoltatori. Lui aveva molte, moltissime priorità, alcune triviali e altre della massima importanza come la difesa della sua famiglia e del suo villaggio...quindi quando Ogen lo convocò per informarlo delle azioni dei Cremisi, con una mezz'ora in anticipo rispetto ai messaggeri che avrebbero raggiunto il Kokage, evidentemente sbiancò al pensiero di cosa sarebbe successo se Kusa fosse caduta. Febh era una persona un pò bislacca, ma non al punto da ignorare completamente un evento del genere. Inoltre l'attuale arco narrativo di Occhi del Deserto era ambientato a Kusa, per l'addestramento del giovane Juan Chikuma nella delicata arte della cerimonia del the per poter conquistare il diritto di sedere a destra di Doña Ramona invece che a sinistra al Galà delle Sabbie.
    E la guerra significava la sospensione delle riprese.

    Ogen lo osservò che balzava via dalla sala comune per fiondarsi in amministrazione, mosso tanto da patriottismo quanto dai propri interessi personali. E sebbene una parte di lui fosse spaventata all'idea della guerra, con l'eco dei ricordi di suo padre per quella precedente che ogni tanto ancora sognava, in realtà era anche un pò euforico: se ci fosse stato uno scontro diretto avrebbe potuto far secchi i capi avversari e spezzare quell'aggressione sul nascere. Inoltre, andasse come andasse, ci sarebbe stato da menare le mani e scaricare un pò di tensione.
    Ma prima di tutto doveva avvisare Hebiko del dramma, e poi andare subito da Gene. Tanto anche lui avrebbe ricevuto le stesse notizie praticamente in contemporanea.

    [...]

    Nanaki era una città fortificata sulla quale Oto aveva investito parecchio negli ultimi anni e lo stesso Febh aveva firmato diversi ordini e disposizioni finanziarie in tal senso, anche se non vi aveva prestato particolare attenzione, a differenza di Hebiko che sicuramente aveva invece letto chiaramente ogni dettaglio del progetto. Distante da Kusa ma molto vicina alla strada che stava venendo costruita tra Oto e Konoha dopo il passaggio della Regina delle Lucertole pochi anni prima, che aveva letteralmente scavato un tunnel di piante bruciate e terreno fuso quando aveva portato Febh ed Hebiko dall'Hokage ferito, Nanaki costituiva un importante avamposto strategico e numerosi ninja allestivano il campo base che sarebbe servito come punto di partenza per la missione.

    Lui, assieme ad altri ninja di spicco tra cui Hebiko, Shinodari, Eiatsu e persino Kamine che normalmente non partecipava a missioni di questo tipo, erano riuniti davanti al Kokage nella tenda del comandante. Per una volta, lo Yakushi non stava commentando ad alta voce nè infastidendo nessuno, consapevole della serietà della missione anche se si vedeva chiaramente che si stava trattenendo con tutte le sue forze per non mettersi in mezzo e reclamare attenzioni. Il Mikawa (con cui avevano avuto alcuni briefing preliminari prima di spostarsi tutti a Nanaki) parlò in maniera netta e precisa, esponendo il piano d'azione e indicando l'avanguardia otese che avrebbe dovuto recarsi a Konoha e da là a Kusa. Era evidente una contrazione periodica del sopracciglio di Febh quando l'Hokage venne nominato come "guida della missione", dato che il suo intento era invece fare quello che gli passava per la testa, ma si trattava di un ordine diretto del Kokage e rifiutare sarebbe stato un chiaro atto di tradimento.

    Vide una certa quota di smarrimento sul volto di Kamine, di Shinodari e di Hebiko, e anche se solo le prime due sarebbero state in squadra con lui, assieme a quel Tasaki che Febh intendeva usare al pari di una bomba priva di intelligenza da lanciare in una direzione per poi dimenticarsene, si trovarono poi a rompere le righe. Stava per andare via quando il Mizukage fece il suo ingresso, ottenendo uno sguardo decisamente perplesso da parte dello Yakushi: non era stato informato dell'arrivo del contingente Kiriano a Nanaki per poi recarsi a Kusa. Da quando diamo passaggi ai pescivendoli? Chiesi al Mikawa, con chiaro tono polemico...ma evitò di scoperchiare il vaso delle lamentele o ne avrebbe avuto una per ogni singolo punto del piano del Kokage, a partire da Tasaki e dalla sua idea di andare ad avvelenare tutti i pozzi d'acqua di Kusa così da tarpare le ali al nemico...cosa che era stata valutata ma senza veri assensi da parte del leader otese (in effetti avrebbe reso Kusa una terra desolata per anni). Ad ogni buon conto...gli ordini sono ordini, e capisco la necessità della missione. Soprattutto per le questioni più personali. Aggiunse con un cenno di intesa verso Hebiko. Vedo di organizzare il team Puragu. Andremo verso Konoha con la via più breve.

    Lasciati soli i due Kage, anche se avrebbe voluto tanto origliare, cercò i membri del team per dare qualche indicazione: era sufficientemente serio, vista la posta in gioco, e non si sarebbe perso in troppe bizzarrie. Inoltre, qualunque cosa decidessero Kensei e il Mikawa, lo Yakushi aveva già in mente di fare di testa sua una volta sul campo, qualunque cosa si inventasse l'Hokage. E come spesso capitava, come quella volta agli Otto Cancelli del Tuono, il modo migliore per fare uso di Febh Yakushi è lasciargli carta bianca.

    Appena fuori dalla tenda, davanti a Tasaki, Kamine e Shinodari si trovò a pensare alla situazione e alla composizione del team, a farlo sul serio, con freddezza, nel modo che non gli piaceva. Kamine era una Jinchuuriki con forse una trappola Cremisi addosso, era scaltra e sapeva ingegnarsi ma aveva poche missioni all'attivo e praticamente nessuna in team, quindi in termini di esperienza era carente. Shinodari aveva molta esperienza come supporto e come gestione del personale, inoltre era allieva di uno dei più grandi ninja medici della storia accademica (non che a Febh servisse) ma quanto a scontri diretti non aveva molta più esperienza di Kamine, inoltre talvolta mostrava una fragilità che poteva essere pericolosa, quindi andava tenuta d'occhio. Tasaki agitava le spade. Molto veloce. L'ideale sarebbe stato mettergli una museruola o comunque sviluppare una sordità selettiva in modo da non ascoltare cosa diceva, inoltre era un sensitivo...non che fosse fondamentale in una battaglia campale. Febh si trovò a sospirare. Sentite...siamo un team decisamente male assortito. Ma io sono il top in termini di qualunque cosa, quindi andrà bene. Soprattutto se c'è da agire con furtività, inoltre sono un maestro di travestimenti. Aggiunse tirando fuori dalla tasca un naso finto con dei baffi ridicoli. Gli occhiali senza lenti li aveva già. Indosso. Ma non credo che dovremo usare questi miei talenti. Posso potenziare praticamente ogni vostro Jutsu, posso curare in extremis meglio di qualunque medico e posso incassare anche i colpi più potenti. Daccordo, forse non era freddo quanto voleva credere. Questo senza considerare la mia innata grazia ed eleganza, ed è un peccato che la guerra non sia una battaglia di danza o avremmo già vinto. E azzardò due passi di danza talmente orribili che fecero incrinare dei vetri poco distanti e appassire i fiori. Sicuramente era molto più sicuro di sè di quanto Shinodari non ricordasse, e per certi versi più strambo, ma la tendenza a causare disastri restava uguale, così come lo sguardo deciso al di sotto delle stranezze. In sostanza, finchè siamo un team, siamo imbattibili. Ma ricordate sempre cosa vuol dire veramente Oto. E sorrise. Oto è il posto dove la cosa più importante è realizzare i nostri desideri. A qualunque costo.

    Avete qualcosa da dirmi di preciso sul vostro stile? In ogni caso Ssalswift, una mia lucertola, ha un jutsu che permette di trasportare cinque persone comodamente, in una sistemazione che è meglio di un hotel a cinque stelle. Ed è estremamente veloce nel muoversi, saremo a Konoha in poco tempo. [Lucertola da Trasporto]

    Se poi Kiri avesse imposto un'aggiunta al Team...c'era posto per almeno una persona, anche se Febh avrebbe sicuramente commentato di conseguenza. Kamine intanto era dubbiosa sulla situazione. Se anche ci fosse un problema con il polpo ricorda che ci sono io. Posso tenerlo a bada come ho fatto con il gorilla, totalmente da solo. Non era vero ma lui ne era convinto. Quanto a cosa sta in testa a Gene...beh, diciamo che preferisce che ci sia una trappola che coinvolga anche i Cremisi in mezzo alle loro fila che non al nostro campo base. Almeno penso che sia questa la sua idea. Questo in risposta ai suoi commenti a fine briefing. Ma anche perchè non ha senso vivere nella paura. Vuoi vivere davvero prigioniera per paura che qualcosa vada storto...o vuoi andare dai Cremisi e pestarli finchè non ci diranno cosa ti hanno fatto e come rimediare? Davvero lasceresti ad altri la soddisfazione di rompergli i denti con il tacco dei tuoi stivali? Te lo ho detto...Oto è Desiderio. La guardò. E tu cosa vuoi per te stessa, Kamine? E poi agli altri. E lo stesso vale per voi...cosa volete al punto da partecipare a una guerra pur di averlo?

    [...]
    Erano a Konoha, al loro campo base. E lo Yakushi si annunciò facendo volutamente frenare la lucertola così da sollevare un enorme polverone, così i ninja di Oto sarebbero usciti teatralmente dalla nube di pulviscolo, con aria seria e degna di una pellicola cinematografica. Come piaceva a lui. La Delegazione di Oto è qui. Chiamate quel Bue Ottuso dell'Hokage e ditegli che è ora di darsi una mossa.


    Chakra: ???/125
    Vitalità: ???/21.5
    En. Vitale: ???/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 700
    Velocità:  700
    Resistenza: 775
    Riflessi: 700
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 700
    Agilità: 700
    Intuito: 700
    Precisione: 775
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    4: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    4: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Equipaggiamento
    • Calzari Rinforzati × 1
    • Maglia del Prestigiatore × 1
    • Tatuaggio da Richiamo × 2
    • Cartabomba III × 1
    • Spiedi × 6
    • Lama Interna ( Una lama retrattile emerge dal palmo sinistro, in avanti. - Una lama retrattile emerge dalla tibia destra, in avanti e in alto) × 2
    • Filo di Nylon [10m] × 2
    • Filo di Nylon Rinforzato [10m] × 2
    • Kaiten-tō (Luce Rotante) × 1
    • Makibishi × 1
    • Bomba Sonora × 1
    • Tonico di Ripristino Superiore × 1
    • Marchingegno Rotante × 1
    • Veleno Giganticida (5 Dosi) × 2
    • Kunai × 4
    • Pietrame per Fionde × 2
    • Veleno Debilitante A2 (5 dosi) × 1
    • Veleno Catalizzatore (5 Dosi) × 1
    • Tonico di Recupero Superiore × 1
    • Veleno Stroncante (5 Dosi) × 1
    • Veleno Normalizzante (5 Dosi) × 1
    • Shotai Jigoku - Invito Infernale (5 Dosi) × 1
    • Hagane no Doku (Veleno d&#039;Acciaio) × 1

    Note
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