Il ritorno del Nono

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  1. Ade Geist
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    ~ The Red Capes are coming!

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    Nono e Decimo


    Capitolo Uno


    Atto III
    Promesse e accuse



    Il volto stanco di quell'uomo che era soltanto la pallida imitazione del mio predecessore rimase impassibile durante le mie parole; sembrava quasi che non fosse realmente lì ad ascoltare - il che mi fece indispettire ancora di più. Ma qualcosa cambiò quando terminai il discorso. Il Sette Code vuole parlarti, Kensei. Non ho idea di cosa voglia dirti. Mi disse il fantasma di Itai. Non mi sarei certamente tirato indietro davanti al bijuu da sette code: feci dunque un piccolo cenno d'assenso con la testa, accettando la volontà della creatura. E ciò che seguì fu qualcosa di quasi esilarante. Non avevo mai visto la forma di mezzo demone del Nono, né la sua forma in totale comunione col Demone, a dir la verità, dunque rimasi particolarmente stupito nel vedere i suoi occhi mutare in qualcosa di così esapodico. Stammi a sentire, lattina. Fu l'incipit acculturato del secolare ettacoda. Io non appartengo a nessuno. Non ad Itai. Non a Kiri. Io sono il Sette Code, e sono LIBERO. Ho scelto di restare legato ad Itai come ringraziamento per avermi ridato la mia vera forma, perché ho deciso di fidarmi di lui. Hanno già provato a separarci, ci hanno infettato per indebolire questo legame e sono ancora qui. Questa è la mia promessa per te, Decimo Mizukage. Tocca Itai e prova a separarmi da lui, ed ucciderò qualsiasi altro povero disgraziato in cui penserete di sigillarmi. Mi libererò, raderò al suolo questo mucchio di pietre e nebbia e... Il vento che accompagnava tutte quelle parole, come violenta burrasca, faceva volare il mio mantello sinuosamente alle mie spalle e lo faceva sbattere con veemenza contro le mie protezioni, alternando quelle parole cariche d'ira ad aritmiche sferzate sorde. Ma quando anche io stavo per cedere al controllo assoluto dell'Odio, così da poter pensare di controllare un Itai del tutto devoto ed abbandonato ai pensieri di Chomei, il Jonin originario della Foglia riprese controllo di sé, scacciando via il bijuu e tornando ad osservare il mondo con i propri occhi. BASTA! Gridò, mostrando quasi una vena d'isteria. Non era stato un periodo facile per lui ma ogni suo atteggiamento continuava a mostrami il suo lato spezzato e inaffidabile. Perdonami Kensei, non pensavo arrivasse a dire questo. Accennò delle scuse, probabilmente sentite ma che, dal mio lato, non trovarono risposta. Per me non c'era niente di cui scusarsi. Ma puoi vedere come la pensa Chomei. No, Chomei non può essere trattato come un'arma, o merce di scambio. Per me, lui, è molto più di questo, molto di più del potere che mi dona. La frase che seguì, però, dimostrò una miopie ed una sconsideratezza che l'Itai Nara che conoscevo io non avrebbe mai pensato di dire. Sì, perché era un ragionamento monodimensionale, privo di profondità, superficiale, che, se fosse stato in un momento di lucidità, forse, si sarebbe auto-manifestato come fallace. Qui nessuno considerava Chomei una semplice arma: o meglio, nessuno tranne il Mikawa, probabilmente, dopo quanto venuto fuori alla riunione alla Magione Kenkichi. Ma le proprie opinioni personali contano davvero poco quando si tratta degli equilibri del Continente, specie se lo scacchiere su cui questo ora si poggia è del tutto instabile e minacciato da ogni lato, il mio in primis. Chomei poteva non essere un'arma a Kiri, se lo avessi voluto ma non avrei potuto dire lo stesso se si fosse trovata altrove. Il discorso di Itai, comunque, era appena iniziato. Quindici anni, Kensei. Quindici anni che sono un Jinchuuriki. Quindici anni che la mia vita è misurata dal valore della Demone che porto dentro. Solo un altro Jinchuuriki può capire cosa significa essere un Jinchuuriki. Io sapevo di essere un problema nel momento stesso in cui ho deciso di tornare a Kiri, ma sono tornato lo stesso, nonostante tutto il dolore. Sai perché, Mizukage? Questa è casa mia. Qui ho tutto, Kensei, qui c'è tutto ciò che mi resta. Era vero che non potevo conoscere il dolore di un Jinchuuriki - così come era vero che non ero neanche particolarmente interessato a farlo - ma continuava a sbagliare prospettiva in cui posizionarsi. Non era lui il problema. Non lo era davvero. Noi due siamo persone così diverse che, probabilmente, ci ritroveremo in disaccordo assai spesso. Ma io voglio il bene di questo Villaggio. Voglio tornare, Kensei, voglio proteggere Kiri, difenderla dai veri nemici che vogliono distruggere questa patria, voglio addestrare nuovi Shinobi affinché ciò che ho imparato nella mia vita venga tramandato. E quando arriverà il tempo, trovare un Jinchuuriki che possa guadagnare la fiducia di Chomei, affinché possa liberamente scegliere di continuare ad essere legato a questo Villaggio. Una visione utopistica ed idealista la sua, nient'affatto supportata dalla cruda realtà del mondo in cui vivevamo. Fece poi una pausa, quasi come a volersi placare. Vidi una picola fiamma divampare nei suoi occhi, subito contenuta e spenta, proprio come aveva sempre fatto con le sue migliori emozioni. Portai i miei occhi su di lui mentre riprendeva fiato per portarsi verso il terminare del suo discorso. Fu in quel momento che ricevetti la peggiore delle possibili notizie. Mi chiedi che voci ho sentito. Prima di tornare a Kiri, sono andato a Konoha, poiché lì avevo lasciato mia figlia Jukyu, dalle cura di mia sorella, non sapendo che fosse già tornata a Kiri. Lì ho incontrato Raizen Ikigami, che mi ha raccontato la sua versione di ciò che è successo durante il tuo insediamento. Ed ora, ho sentito la tua, ma... non sono un giudice. Conosco l'Hokage, i suoi pregi ed i suoi difetti, non fatico a credere che possa aver detto cose che lui ritiene innocenti, ma che siano risultate offensive. Non è ciò che è successo in quell'occasione ad avermi preoccupato, Kensei, ma sono state le parole Nebbia di Sangue. Itai si avvicinò, quasi come a volermi minacciare. Yogan seguì il suo evocatore, affiancandolo e sbuffando aria calda sulle mie giunture metalliche. Non avrei chiesto niente di meglio che uno scontro lì, in quel momento. Parte di me avrebbe voluto risolvere la questione in modo drastico e forse irreversibile. Ma dovevo tanto ad Itai ed ora che ero io sullo scranno più alto, proprio come dimostrava il suo dover alzare la testa, dalla distanza in cui si era posto per parlarmi, avevo l'obbligo morale di, per lo meno, tentare di fargli comprendere la mia visione del mondo. Un concetto vetusto, doloroso, nato ai tempi del Terzo Mizukage che non era che una marionetta nelle mani di un folle, tralaltro, originario di Konoha. Voglio capire Kensei, voglio capire cosa Kiri è diventata, non lo vedi? Non ti accuso di nulla, non insinuo nulla, io voglio capire, perché in quanto Jinchuuriki qualsiasi cosa farò avrà un peso dieci volte superiore a quello di qualsiasi altro Shinobi. Ora compendi il perché, Kensei, io so di essere un problema? Perché lo sono sempre stato, per chiunque, anche per me stesso. Perché è la natura stessa di ciò che sono ad obbligarmi all'obbedienza assoluta o a diventare... un problema. Alle mie orecchie giungevano solo parole vacue di un uomo stanco, così tanto isolatosi dal mondo da non rendersi più conto di ciò che lo circondava. Volevo rispondergli ma era un fiume in piena ed interromperlo non era cosa gradita. Dunque continuai ad attendere in religioso silenzio il mio turno, senza distogliere il mio sguardo da lui. Ma un ticchettio metallico catturò l'attenzione di entrambi. Emancipatosi dalla folla, Hideo aveva attirato su di sé gli occhi degli astanti grazie ad un lungo ricevitore che aveva delicatamente fatto risuonare sulle nuove lastra di pietra che adornavano la piazza centrale di Kiri. Un gesto elegante e raffinato che dimostrò una certa maturità ed una buona dose d'intraprendenza. Il ninja possessore di uno dei Doni del Saggio delle Sei Vie salutò tutti i presenti con grazia, prima di esporre il suo pensiero. Io e Sekiro, il ninja che avete conosciuto poco fa, siamo figli della Nuova Nebbia di Sangue di Kiri. Le sue preoccupazioni hanno solido fondamento. In molti avevano paura che Kiri potesse tornare al quel rito barbaro in cui si obbligava i ninja e gli studenti del nostro amato villaggio a uccidere per sopravvivere. Le assicuro però che non è più quello che è stato deciso di perseguire. Si voltò verso il fu suo avversario, ora camerata ed amico. Quando vidi davanti quel ninja pensai davvero che fosse uno scontro all'ultimo sangue, uno scontro per provare a Kiri la mia superiorità, la mia fedeltà! Ma come può vedere siamo entrambi qui, anche se le nostre spade si sono scontrate con l'intento di ucciderci, un intento che ci ha permesso di capire con chi avevamo a che fare e di creare un legame che da quel giorno non si è mai reciso. Non oserei mai paragonare questo legame a quello di un Jinchuuriki e del suo bijuu.. Ma devo dire che la fiducia che provo verso di lui è all'altezza di quella che provo per il mio stesso Kage. Posai gli occhi su Itai, in cerca di una sua reazione. Poi Hideo abbassò il colletto della nuova divisa da Mano Grigia, ricevuta in dono non molto tempo prima. Anche se la sua lama è riuscita a lasciarmi impresso questo segno. Le vesti mosse scoprirono una lungha e larga cicatrice sul collo. La Nuova Nebbia di Sangue ora si è trasformata in una prova, una prova che permette a due ninja di instaurare un legame di estrema fiducia, di crescere imparando dai propri errori e perfezionare i propri punti di forza in un ambiente... pericoloso, questo è certo, ma assolutamente controllato e sicuro per i ninja che vengono sottoposti al rito. Spero che le mie parole, le parole di un semplice ninja del suo villaggio, siano per lei una fonte attendibile per queste informazioni. Il mio nome è Hideo, è un onore finalmente conoscerla. Guardai allora il Genin, rivolgendogli un sicuro, saldo gesto d'assenso col capo. Aveva parlato bene, benissimo, ed era stato più che esaustivo. Le sue parole avevano colto nel segno tutti i concetti e gli insegnamenti della Nuova Nebbia di Sangue. Apertasi uno spiraglio per poter dialogare, dunque, non attesi ulteriore permesso e mi inserii nella discussione, anche se soltanto per il tempo necessario a ribadire qualche concetto. Confermi le mie paure con queste tue parole, Itai. Fu la mia prima affermazione. Accuse, infondate, sulla base di dicerie ... dicerie del più vigliacco dei nemici della Nebbia. Rimarcai la parola nemico, esattamente come aveva fatto poco prima lui. Se pensi che lascerei morire metà dei miei ninja nel freddo di Genosha, sottovaluti le mie capacità di Kage. C'è un motivo se è chiamata Nuova Nebbia di Sangue e non, semplicemente, Nebbia di Sangue. Le parole non sono mai scelte a caso, Itai. Specie quando si tratta di voler veicolare un messaggio, di voler coltivare un valore. Sapeva quanto per me fosse vitale quel concetto: io che avevo rinunciato a tutto pur di divenire incarnazione perfetta di una idea non potevo essere malamente ridotto ad un concetto vetusto. Non c'è niente di più saldo del legame che si viene a creare tra due guerrieri che combattono per la loro stessa vita. Non c'è niente di più autentico del sentimento di fratellanza che nasce nel momento stesso in cui il sangue di due combattenti viene versato contemporaneamente. Non c'è niente di più vero della natura che si mostra quando si pensa di star combattendo per la propria vita. È questo che vogliamo creare nel Liceo a Genosha: ninja dal legame indissolubile, dalla volontà ferrea, che si conoscono l'un l'altro come conoscono loro stessi. Feci un passo avanti, chiudendo maggiormente le distanze tra me ed il mio predecessore. Come vedi, i frutti di questa idea sono già rigogliosi. Lasciai che Itai metabolizzasse quelle informazioni, tacendo, ed ascoltando le sue eventuali risposte verso me o i presenti.
    Ma la parentesi fu breve e tornammo rapidamente a discorrere del destino del ninja originario di Konoha. Io rimarrò a Kiri, Kensei, se Kiri vorrà accettarmi ancora. Ma tu mi concedi di lasciare il Villaggio in pace... A patto di tradire un compagno, vero? Magnanimo... Disse canzonatorio, riprendendo le mie parole. Oppure di rimanere... Chiuse gli occhi, estraniandosi. Che stesse davvero riflettendo a voce alta? Pensavo che stesse provando ad articolare un pensiero, invece lo vidi ritarsi e ... meditare. Lasciai che il sibilo del vento riempisse il silenzio che la sua pausa aveva creato. "Il tortuoso sentiero che conduce alla pace è sempre meritevole, indipendentemente dal numero di svolte che comporta." Disse, sempre ad occhi chiusi; un sussurro nell'anima mi suggerì essere un precetto Ryuukishi. La Yakusoku conservava le memorie dei Kenkichi del passato e qualcuno di questi doveva aver combattuto contro qualche seguace dei draghi. Senza contare che le Lame Insanguinate stesse vantavano almeno un Ryuukishi tra le loro fila. Mi domando se e quanto Etsuya avesse contaminato gli stili di spada del Clan o quanto avesse tramandato a quelle genti - ma fui riportato al punto dal proseguire del discorso del Nono. Kensei, esiste un modo, per convivere entrambi in questa situazione Sembrava quasi fosse stato colpito da una rivelazione in itinere; lo stupore che gli faceva tremare la voce, comunque piuttosto ferma, destò in me curiosità. Proponimi ai quattro Kage come Sannin di Kiri. Potrai contare su di me per difendere questo Villaggio. E se ci troveremo in disaccordo, non minerò la tua autorità, ti parlerò, come tu ti aspetti che io, Itai Nara, possa parlarti. Potrai trovare in me consigli, se li vorrai, una spada ed un difensore di questo Villaggio. Oppure... se mi chiedi di lasciare Chomei... questa cosa non finirà in maniera pacifica. Ma non desidero ciò Kensei, nemmeno con grammo della mia anima. Ma non potrò tradire il Sette Code. Non può essere tradito ancora. Volevo credere a quelle parole. Volevo ritenerle, come Itai, una plausibile soluzione. Ma non lo erano e non potevano esserlo - ed i motivi, oltre che semplici, erano innumerevoli. Feci un respiro profondo, quasi impercettibile dall'esterno della mia armatura di metallo, prima di prendere parola. Non devi scusarti per il comportamento del tuo ... animaletto. Dissi denigrandolo e ricambiando l'offesa ricevuta inzialmente. Posso solo immaginare cosa possa provare nell'essere imprigionato nei meandri della coscienza di una persona a lui completamente estranea. Sentii un grido di strazio e dolore, lancinante, distrutto da lacrime e rimpianto, attraversarmi l'anima come una saetta che squarcia il cielo nero della notte, carico di nuvole tempestose. Se fossi l'uomo di un tempo, Itai, ti saresti accorto da solo che il problema non è quello che io, te o Chomei possiamo pensare sulla sua natura. Ed a questo punto quello che intendevo era chiaro. Ma quello che possono penare gli altri. Come predenti che io possa sentirmi al sicuro con un demone fuori dal villaggio? È sulla loro estrema forza che sono state gettate le basi dell'Accademia: i demoni sono un deterrente alla guerra assoluta. Lo sono da sempre, da prima di Naruto Uzumaki, da prima di Madara Uchiha, e lo sono tutt'ora. Perché anche se io posso accettare che Chomei quello che Chomei vuole essere, questo non cambia le regole che sussistono fuori dal tuo mondo interiore. Gettai uno sguardo sulla folla, per fargli capire che non si trattava soltanto di lui ma di tutte le persone che ci stavano osservando. Tu dici di essere tornato a Kiri perché è qui che hai tutto ciò che ti resta. Questa è un atteggiamento da perdenti, Itai. Consolatorio, mediocre, vittimista. Tu sei molto più di questo. Tu devi tornare a Kiri perché Kiri ha bisogno di te e tu vuoi esserci. Il mio sguardo tornò su di lui, più duro di quanto non fosse mai staot prima. A me sembra d'avere davanti soltanto una pallida imitazione dell'uomo che conoscevo. E se prima avrei avuto timore delle sue velate minacce ... ora mi fanno quasi ridere. Lo sguardo duro divenne quasi di disprezzo. Mi proponi di candidarti agli ShiKage come Sannin. In fin dei conti te lo meriteresti. Dici che troverò in te una spada per difendere il villaggio ... Le mie parole rallentarono, quasi a voler anticipare quelle che sarebbero venute dopo, mentre il tono si faceva più tagliente. ... ma come ti comporterai quando le mie decisioni non di andranno a genio, Mizukage emerito? Cosa farai se un giorno dovrò decidere di stare dalla parte di coloro che minacciano la stabilità dell'Accademia? Ti metterai contro di me? Mi ostacolerai? O lascerai che Kiri prenda le sue decisioni e faccia ciò che deve e ciò che è giusto? Stavo cercando di mettere alle strette il suo ragionamento, di farlo vacillare, di fargli comprendere quale sarebbe stato il problema di farlo andare via, lontano da Kiri. Inoltre, Itai, lontano da Kiri, solo non potrai godere della protezione di nessuno. Mi voltai verso Yogan. Non che tu sia davvero mai solo o che Yogan non sia in grado di difenderti, non sto dicendo questo. Sto solo dicendo che anche un esercito di formiche può abbattere un drago. Una perifrasi di una frase già sentita e con cui mi trovavo in profondo disaccordo ma che, in quella circostanza, tirava la giusta quantità d'acqua al mio mulino. Allora feci quello che era più sensato. Allungai il braccio destro ed aprii la mano.



    Rimani a Kiri ed unisciti a me. Rendiamo questo Continente un posto migliore in cui vivere.

    La sinistra, tuttavia, era salda al fianco, pronta a raggiungere la Yakusoku nel caso Itai avesse deciso di andarsene, voltandomi le spalle e rifiutando la mia offerta. Non potevo né volevo correre alcun rischio: non in quel momento, all'alba di qualcosa di più grande. Lui ed il suo demone dovevano rimanere a Kiri. Dunque la scelta da compiere per il deposto Mizukage era una sola: o con me o contro di me.




    Chakra:
    Vitalità:
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 850
    Velocità: 650
    Resistenza: 700
    Riflessi: 700
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 700
    Agilità: 700
    Intuito: 700
    Precisione: 700
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    4: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    4: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Equipaggiamento
    • Sistema di Ancoraggio dell'Arto Artificiale × 3
    • Cotta di Maglia Completa × 1
    • Elmo integrale dell'Inquisitore × 1
    • Specchietto in Metallo × 1
    • Spiedi Potenziati × 1
    • Arto Artificiale Kiriano Superiore × 2
    • D-Visor dell'Elmo da Inquisitore × 1
    • Lente per D-Visor - Visione Telescopica × 1
    • Tonico di Recupero Medio × 1
    • Tonico di Recupero Superiore × 1
    • Lente per D-Visor - Visione Fotocromatica × 1
    • Tonico Coagulante Superiore × 1
    • Yakusoku Kenkichi × 1
    • Simbolo della Stella × 1
    • Braccio Sinistro dell'Inquisitore × 1
    • Gakutensoku × 1
    • Equipaggiamento Debilitante × 1
    • Unagi × 1

    Note
    Combattere con Handicap Attivo.

    Assetto Gakutensoku: Nessuno.


    Parlato
    Citato
    Pipistrelli
    Yakusoku

     
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20 replies since 1/11/2021, 12:23   629 views
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