Il ritorno del Nono

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    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

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    Il Ritorno del Nono

    La Figlia


    Mi feci spazio tra la folla, quasi spingendo diverse persone che, incuriosite, avevano creato una sorta di barriera tra me - che ero arrivata tardi - e la scena del Kage e di mio padre. Avevo visto Yogan urlare il ritorno del Nono, ma, a differenza di molti, avevo deciso di ignorare quel richiamo... per un po'.
    Alla fine il richiamo era stato troppo forte: la curiosità si mescolava al rancore e ad altre emozioni che non riuscivo a definire. Che fosse paura? Di certo, data la peculiare situazione di mio padre, fare ritorno a Kiri era pericoloso: le sue idee erano troppo in contrasto con quelle di Kensei per consentirgli di accettare di rimanere pacificamente, sottomettendosi al Decimo con calma, rinunciando a tutti quanti gli ideali di cui si era fregiato da anni a quella parte. Kensei avrebbe potuto vedere la minaccia e decidere di attaccarlo, metterlo del tutto fuori combattimento per cercare di strappargli il sette code e quella sensazione era, ora che ci pensavo, intollerabile ed incongrua. La rabbia che provavo verso mio padre avrebbe dovuto schermarmi dai timori che riguardavano la sua sicurezza. Se ciò era vero perché avevo paura di cosa avrei visto una volta superato quel muro di gente?
    Non sentivo nulla ma, ad un tratto, ci fu un'enorme fiammata verso l'alto, seguita da una pioggia di cenere. Fuoco. Sapevo benissimo cosa significava, nessuno a Kiri poteva usare il fuoco meglio dell'unione tra Yogan e mio padre. Che stessero combattendo?
    Senza riflettere ulteriormente presi la giara d'acqua che portavo al fianco e ne feci uscire una piccola quantità, espandendola e ghiacciandola fino a formare una tavola di ghiaccio sulla quale saltai. [Tecnica x 2]
    Lasciatemi passare! Dissi stizzita, iniziando a far levitare la tavola, con me sopra, schizzando verso l'alto. Itai e Kensei non stavano combattendo. Suo padre tendeva il fodero di Nishikigoi verso il Mizukage, il quale, subito dopo pronunciò parole che riuscii a captare, chiare e precise. Mi fiondai verso il basso, atterrando nel cerchio di persone, formando il terzo vertice di un triangolo isoscele tra me, Kensei e Itai, tenendomi equidistante tra i due. Così hai deciso di tornare? Dissi allora, con tono carico di una mistura di emozioni. Hai deciso di rimanere? Sentivo di star perdendo il controllo e ciò, per me, per ciò che ero, non andava bene. Feci un profondo sospiro, fissando mio padre con occhi carichi di emotività inespressa con le parole.

    Bene, Kiri ha bisogno di ninja potenti. Pronunciai quelle parole con la freddezza di chi esegue un mero calcolo, spogliandole di qualsiasi sollievo che avrei potuto metterci riguardo che, dopo anni, mio padre aveva deciso di tornare per restare e, data la completa assenza di motivi per rimanere lì, lo aveva fatto probabilmente per rimanere vicino a me. Ma non gli avrei lasciato la soddisfazione di comprendere quanto quel gesto avesse fatto sbandare le mie certezze. Feci alcuni passi verso il Kage e poi mi voltai, fronteggiando mio padre e Yogan. Ed entrambi poterono vedere la fredda determinazione nei miei occhi che, almeno speravo, riusciva a mascherare il tormento che portavo dentro, a metà tra la furia più nera ed il primo, vero, accenno di felicità che avevo provato da anni.




     
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