Il Mostro che dorme nel profondo[Rise - Capitolo III]

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    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

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    Il Mostro che dorme nel profondo


    I - Promesse


    L'aver lasciato Kiri per un periodo di tempo così lungo aveva permesso che molteplici cose venissero lasciate in sospeso. Una tra queste era l'addestramento del Jinchuuirki del Sanbi. Ryuu Mizuko era diventato il portatore del Tre Code per errore e come tale, non aveva mai apprezzato pienamente il suo ruolo né era stato il più adatto degli Shinobi a divenire una Forza Portante. Lo avevo sempre sospettato e sapere che il Sanbi era ancora dentro di lui, ma di fatti relegato ad un ruolo passivo, mi sorprese: aveva resistito molto, ma di fatti, aveva deciso di ignorare il demone per sopravvivere. Ryuu non era adatto ad essere il Jinchuuriki del Sanbi e quella situazione era, come molte cose, colpa mia.
    Era stato mio allievo ed ero conscio delle sue debolezze di carattere. Troppo buono ed avventato, troppo dolce per il sanguinoso mondo degli Shinobi, di carattere troppo debole per reggere il peso di un Bijuu. Mi ero prefissato di correggere quei difetti con l'addestramento, con il tempo e con i consigli, ma gli eventi avevano fatto sì che, purtroppo, abbandonassi quella strada e Ryuu a sé stesso.
    Ed ora, il tempo ed un nuovo Kage, ne chiedevano il conto. Ed io avrei dovuto accettare di aiutarlo.



    Kensi aveva preso residenza nella casa che avevo occupato in quanto Kage, Jukyu, invece, era tornata nell'appartamento dove avevamo vissuto nei suoi primi anni di vita, prima della mia nomina a Mizukage. Avevo deciso, il giorno del mio ritorno, di evitare di farla soffrire imponendole la mia presenza e discretamente la stavo osservando da lontano barcamenarsi in un ruolo più grandi di lei. Kensei aveva deciso di fare di lei una delle sue più strette collaboratrici, l'aveva posta al secondo posto della gerarchia di Kiri, al di sotto solo di lui stesso ed allo stesso livello di un veterano come Etsuko che era uno Shinobi da anni prima che Jukyu nascesse.
    Per cercare di tenere fede alla promessa di lasciarle vivere la sua vita pur cedendo all'impulso di protezione, avevo affittato un appartamento nello stesso quartiere, a mezzo chilometro di distanza dal vecchio complesso che ospitava la casa di mia figlia. Un modesto bilocale all'ultimo piano, così da avere facile accesso al tetto del palazzo per poter partire direttamente in volo senza essere costretto a scendere in strada.
    Fu su quel tetto che il Mizukage mi trovò. Non passavo molto tempo nell'appartamento. Era totalmente spoglio, fatta eccezione per dei mobili strettamente essenziali. Dormivo su un futon, mangiavo cibo acquistato fuori su un tavolino basso nella stessa stanza da letto. Mi sforzavo di mantenere il posto in ordine, ma era ben misera cosa rispetto la mia precedente sistemazione. Non che mi importasse realmente: una parte di me sentiva che la sistemazione più giusta sarebbe sotto terra, in una tomba. Vivere in un bilocale era un notevole miglioramento.
    Kensei giunse avvolto in uno stormo di pipistrelli e mi trovò seduto sul parapetto, gambe penzoloni nel vuoto, con lo sguardo rivolto verso il mare che si coglieva a malapena nella foschia Kiriana.
    Salve Kensei, dissi con tono tranquillo e neutro. Da quando ero tornato mi comportavo così: in maniera neutra. Era il meglio che Kensei potesse sperare da me, del resto e decisamente molto meglio della violenta opposizione che forse aveva temuto quando aveva visto Yogan solcare Kiri. Immaginavo andasse bene, del resto. Certo, mi sto annoiando ultimamente e fare qualcosa di utile ravviverà le mie giornate. Risposi alla sua "richiesta" (che richiesta non era). Avrei potuto rispondere un ben più militare "signorsì", sarebbe stato appropriato in egual misura a quello che di fatti era un ordine. Andiamo pure. Aggiunsi poi, componendo i sigilli della Tecnica del Richiamo per far comparire Yogan. Non era nella sua forma umana, né in quella completa, bensì in un forma "ibrida", che mi consentiva di salirvi in groppa ed a lei di muoversi con rapidità ed agilità.




    Faceva freddo, e quel posto era miserevole, buio e triste. E tristi sarebbero stati gli avvenimenti che avrebbero avuto luogo nelle viscere dell'edificio nella freddissima Genosha.
    Perché ciò che sarebbe accaduto, era, come già detto, colpa mia. Di fronte alle parole del Mizukage reagii con un silenzio lungo quasi trenta secondi, un'immobilità che non era però rigidezza. Stavo metabolizzando le implicazioni e le conseguenze di quella giornata e, come troppo spesso mi capitava, i motivi per cui le cose stavano cambiando in quei modi inattesi, ritrovandovi, quasi sempre, una mia responsabilità in tutto ciò.
    Mi avvicinai, silenziosamente, al lettino dov'era legato Ryuu. La ferita sulla sua testa non era vecchia, tutt'altro. Mi voltai verso Kensei, cercando la maschera che gli copriva il viso, poi fissai la giara che ora comprendevo, essere un Reliquia. Sentii Chomei agitarsi dentro di me, ma il Bijuu non protestò vistosamente alla prospettiva che suo fratello venisse rinchiuso.
    Certamente risposi, senza commentare la presenza di Ryuu, la sua ferita o il fatto di dover trasferire il Bijuu in un prigione orribile come una Reliquia. Lasciami parlare con il Sanbi un attimo. Forse posso... feci una breve pausa, quasi volessi cercare le parole. ...Convincerlo ad accettare le cose con più grazia. Non aspettare il permesso del Mizukage, quello era il mio campo. Mi avvicinai al giovane ninja di Kiri, posandogli una mano sul petto. Lui, svenuto, non parve accorgersi di nulla ed io chiusi gli occhi, lasciando che la mia presenza fluisse nella dimensione inconscia che condivideva con il Bijuu.
    Quando riaprii gli occhi l'acqua mi arrivava quasi alle ginocchia ed un enorme cancello mi sbarrava la strada. Ryuu era svenuto, ma in ginocchio, davanti al sigillo che chiudeva quel cancello.
    Isobu dissi con voce piatta, cercando di non far trapelare il disgusto che sentivo per ciò che avrei dovuto fare. Il Sanbi si avvicinò da dietro le sbarre, mostrandosi in tutta la sua imponenza.




    Itai... Il Sanbi mi rispose da dietro le sbarre. Avevo cercato di fare in modo che due miei allievi potessero utilizzarne i poteri e per due volte avevo fallito. Era la storia triste dei Jinchuuriki: individui come me e Raizen Ikigami erano rari, fin troppo. Da quanto tempo che non ci vediamo. Chomei? A quelle parole il Sette code comparve alle mie spalle, le ali rinchiuse, in una posa del tutto inusuale per lui.

    Ehi fratello disse il Sette Code, con un tono di voce che lasciava trapelare, al contrario del mio, tutta la sua irritazione per ciò che stava per succedere. Hai bruciato anche lui? Chomei toccò il corpo di Ryuu con delicatezza, ma il Mizukyo non si mosse.

    No, questo ragazzino aveva deciso di far finta che non esistessi, per questo è durato anche troppo Una risatina proruppe dalla bocca distorta del Sanbi, che puntò il suo occhio verso di me. Sei sei qui immagino che sia quel momento in cui mi tirate fuori da qui.

    Esatto. Purtroppo però, io non sono più il Mizukage. Immagino tu lo sappia... Ed il nuovo, beh, non ha ancora trovato un sostituto per Ryuu. Sospirai, chinando il capo, avvicinandomi alle sbarre per mettere una mano contro il freddo metallo. Mi dispiace Isobu. Non voglio che vada così. Il Sanbi però non parve farsi bastare quelle scuse. Aveva compreso che, senza un nuovo Jinchuuriki, l'alternativa era la prigionia immobile in una reliquia. Lui era stato per molti anni libero: prima Naruto Uzumaki lo aveva liberato al termine della battaglia contro Madara e Sasuke Uchiha e quando era stato catturato e sigillato di nuovo aveva sventrato un povero Ryo Aokawa per essere libero! Ed ora, il pensiero di tornare in una prigione ancora più stretta di quella in cui si trovava lo disgustava. La furia del Bijuu proruppe in un urto violento contro le sbarre che si trasmise alla mia mano, facendomi volare contro Chomei. Isobu, troverò un Jinchuuriki. Te lo prometto, ma non rendere la cosa difficile. Non voglio che Ryuu muoia.

    Non è un problema mio! L'esclamazione del Sanbi sembrò più ragionevole della mia promessa. Voi umani, tutti voi, anche tu! Non siete degni di ALCUNA FIDUCIA!

    Isobu... Non è una mia scelta. Ma posso trovare un nuovo Jinchuuriki. Te lo prometto. Lo avrei fatto. Non avrei permesso che il Sanbi soffrisse per anni dentro una Reliquia, non avrei permesso che altro odio alimentasse la distanza tra i Bijuu e gli essere umani.


    Quando riaprii gli occhi nulla era cambiato, non erano passati che pochi istanti da quando avevo poggiato la mano sul petto di Ryuu. Mi voltai verso Kensei, scuotendo il capo in un gesto di rassegnazione.
    Purtroppo non intende facilitare le cose Kensei. Dovremo procedere senza il suo consenso. Cercherò di tenere in vita Ryuu donandogli una grossa quantità di Chakra, sperando che basti. Forse servirebbe anche un medico per evitare che finisca male. Gli importava? Lui era un patriota, aveva a cuore tutti i cittadini di Kiri... ma Ryuu era debole. Della peggior specie di debolezza, quella che probabilmente disprezzava e, di fatti, liberarsi di lui avrebbe persino rafforzato Kiri. Come intendi procedere? Perché sarà pericoloso. Il Sanbi si opporrà all'estrazione, nella migliore delle ipotesi, forzerà una trasformazione parziale usando Ryuu come marionetta, nella peggiore, si libererà. Dobbiamo agire presto.

    [Note]Andiamo, per il momento, ancora "in introduzione". Spiega cosa ha preparato Kensei per questa estrazione.
     
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