Il Mangiafuoco e la Vipera

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  1. Pyotr
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    Le Cronache



    Di Shin, il MangiaFuoco


    E di quella volta che, all'Amministrazione di Oto

    Il Mangiafuoco e la Vipera: Atto Primo




    Shin ed Hanzo, recuperati velocemente i propri equipaggiamenti, si avviarono verso l'Amminstrazione, chiedendo in giro dove poter trovare quell'edificio. Finalmente, dopo un quarto d'ora di cammino, i due posarono lo sguardo, per la prima volta, su quel particolare edifcio a forma di U. Il duo era anche passato accanto al famigerato quartiere dei Piaceri, una parte del villaggio completamente autogestita dai suoi abitanti, quasi uno stato a parte all'interno della stessa Oto.

    Arrivati davanti all'edificio dell'amministrazione, camminando fra le due braccia della U, i due sentirono sulla propria pelle l'imponenza di quella struttura, le alte pareti che quasi si chiudevano sui giovani. All'interno però, il palazzo si presentava proprio come un normalissimo ufficio, con una segretaria, seduta dietro ad una scrivania, pronti ad accoglierli. Avrebbero dovuto aspettare un po', prima di essere ricevuti dalla consigliera.

    Quasi un'ora passò dal loro arrivo, ed i due continuavano ad aspettare, ormai in maniera impaziente, sbattendo il piede sul terreno, cercando di distrarsi per poter fare passare il tempo più velocemente. Finalmente, fu dato a loro l'ordine di avviarsi su per le scale, al quarto piano, per trovare l'ufficio della consigliera Hebiko. Trovato , Shin bussò, e facendo segno ad Hanzo di aspettare davanti alla porta, si introdusse, aprendo la porta:

    Salve, il mio nome è Shin, il Mangiafuoco, rappresentante della Compagnia di Attori. Sono qui per ringraziare voi, gentile consigliera, e la cittadina di Oto, per la possibilità di visitare il vostro leggendario villaggio; e per chiedervi, gentilmente, se fosse possibile per me ed i miei compagni, esibirci in una delle vostre piazze.


    Le parole e la richiesta furono accompagnati da un rapido inchino, un sorriso quasi genuino che adornava le labbra del giovane. I suoi vestiti scarni, ma curati, una tunica bianca, stretta ai fianchi del giovane da un cintura di pelle nera, parlavano di qualcuno che non voleva attirare l'attenzione altrui, ma che sapeva curare la propria immagine, attento a ciò che qualcuno pensasse di lui. Il suo volto e le sue braccia tradivano le sue diverse occupazioni, con cicatrici e calli che suggerivano un passato o presente travagliato. Così si presentava Shin, il Mangiafuoco.
     
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