Il Mangiafuoco e la Vipera

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  1. Pyotr
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    Le Cronache



    Di Shin, il MangiaFuoco


    E di quella volta che, all'Amministrazione di Oto

    Il Mangiafuoco e la Vipera: Atto Secondo




    Shin ed Hanzo avevano aspettato per molto tempo, quasi per più di un'ora. I due non erano pazienti, ed il giovane, nonostante gli sguardi ammonitori del suo compagno più anziano, aveva già annunciato di voler chiedere spiegazioni, scuse per questo ritardo. Come al solito, il sangue caldo del Mangiafuoco si faceva sentire, ma appena i due entrarono nell'ufficio della Consigliera, le parole che Shin stava per pronunciare, gli si bloccarono sulla lingua, perdendo lo slancio.

    Un brivido gli percorse la schiena, due punti gialli che lo fissavano, gli occhi di un predatore. Fu solo un attimo, ma bastò quello a far comprendere al giovane che davanti a lui non sedeva un burocratico, una spingi scartoffie, ma invece una guerriera. Nonostante ciò, il sorriso che la donna gli rivolse immediatamente, sembrò abbastanza genuino. Il giovane si sedette, seguito a ruota da Hanzo, ed i due si ritrovarono a gustare dei dolcetti, alcuni dei quali ricordavano a Shin quelli che il padre aveva cucinato in diverse occasioni.

    La donna di fronte a loro era pallida, un tratto che avevano contastato essere simile a quasi tutti gli abitanti di Oto, ma il contrasto dei suoi capelli rosso acceso con il colore della sua carnagione le donava un aspetto estraneo , interessante. Gli occhi che il giovane aveva osservato poco prima erano adesso spalancati ed attenti, mentre lei parlava, dando loro il benvenuto nel villaggio e condividendo con loro la propria felicità all'arrivo di una compagnia teatrale.

    Dopo aver fatto le dovute introduzioni, con Shin che si presentò come il Mangiafuoco, mentre Hanzo come il Mangiaspade, il più giovane dei due prese la parola, la sua voce energica, seppure dolce, che riempiva la stanza.

    Signorina Dokujita, come prima azione, volevo ringraziarla, dal profondo del mio cuore, per questa possibilità.
    Da quello che ci è stato riferito, essere invitati nel famoso villaggio del Suono è un evento più unico che raro, quindi sento di parlare a nome di ogni membro della mia compagnia quando le comunico la nostra più sincera felicità nel ricevere questa lieta novella.

    Il giovane iniziò, soffermandosi a sorseggaire il proprio tè, prima di continuare.

    L'idea di compiere questo spettacolo in un vero e proprio teatro mi intrigua. Lei può immaginare quanto sia difficile trovare qualcosa di simile al di fuori di queste mura. Per quanto riguarda il nostro equipaggiamento, la nostra natura di compagnia itinerante ci impone di avere sempre con noi gli strumenti del mestiere, per quanto sia difficile disporre di particolari scenografie ed effetti. Sicuramente ci sarebbe d'aiuto.

    Lo stesso sguardo pieno di felicità e contentezza si formò sul viso di Shin, mentra ascoltava le parole di Hebiko. La consigliera sembrava essere davvero profondamente interessata dal teatro, e non vedeva l'ora di vedere la compagnia in azione. Il giovane si alzò, passeggiando avanti ed indietro, mentre spiegava alla sua interlocutrice il dramma che avrebbe portato in scena.

    Sono sicuro che lei conosca "Kanadehon Chūshingura", il dramma dei quarantesette ninja. Il Damiyo di un antico paese aveva obbligato il signore del loro clan a fare seppuku, lasciando questi quarantesette ninja senza un leader, qualcuno a cui rivolgersi. Due anni dopo, avendo tramato e combattuto, i ninja riescono ad ottener vendetta sul Damiyo, per poi unirsi al proprio capoclan.

    Il suo cammino aveva aumentato di intensità, proprio come la sua voce, dato che questa era una delle opere teatrali che più piacevano al giovane, amante di questi drammi. Si calmò in un attimo però, rispondendo all'ultima domanda della consigliera e ponendone una propria.

    Solitamente la nostra protezione è compito di noi stessi. Naturalmente non vorremmo mai offendere i valorosi ninja di Oto rinunciando alle loro capacità, ma ci sentiremmo più a nostro agio se lei ci permetesse di aggiungere qualche nostro compagno a questa squadra.

    Il giovane spiegò, quasi dando un calcio al compagno che con un ghigno, aveva fatto comprendere il suo ruolo in quella compagnia, quello di protezione e, nella maggior parte dei casi, anche di aggressore.

    Ho però un idea, Hebiko, se mi permette di chiamarla con il suo nome proprio.

    Il giovane si avvicinò, guardandola con uno sguardo d'intesa.

    Lei sarebbe interessata....a partecipare a questo nostro spettacolo, in qualità di co protagonista? Ho in mente un ruolo perfetto per lei. Mi farebbe incredibilmente felice.


     
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