Le Vicissitudini di Hebiko Dokujita

A History of Violence

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    VIII



    Oh, questa mi è nuova. Commentò la donna, tenendo gli occhi chiusi mentre prendeva un sorso del suo the, aiutandola a mantenere la calma necessaria e non rompere la tazza in due e fiondarsi a Konoha in quell'istante. Ridacchio, allentando la tensione che nascose alla donna, posando la testa sulle mani ed inclinandosi in avanti, sfruttando l'emozione che più le faceva comodo in quel momento: la curiosità. Devono avertela fatta passare brutta, quei due insieme sono come un uragano, non guardano in faccia nessuno. Sfogati con me, voglio sapere tutto nei minimi dettagli. Sorrise appena, genuinamente curiosa, anche se non per il motivo che aveva fatto credere alla Carceriera.

    Hebiko avrebbe annuito solenne e riso appena, coprendosi la bocca con una manica, mentre ascoltava la donna sfogarsi contro lo Yakushi, comprendendo appieno come avesse potuto farla impazzire. Ma fu lei stessa a darle un appiglio, che la Vipera non si sarebbe fatta sfuggire. Ohoh no, dubito lo abbia fatto di sua volontà. Nemmeno quando mi allena cerca di fare realmente da sensei, il suo scopo di vita è seguire il suo folle flusso di pensieri e vedere dove questi lo portano. Spostò lo sguardo sui pasticcini, come pensierosa. Però sai... Devo anche io ammettere di aver imparato più da lui che da qualsiasi sensei che mi ha preparato un'ambiente apposito. La sua imprevedibilità mi ha resa pronta per qualsiasi trucchetto un mio potenziale nemico potrebbe voler sfruttare contro di me. Dopotutto, chi altri meglio di lui insegna a stare costantemente in allerta, e non dare niente per scontato? Avrebbe morso uno dei pasticcini, gustandoselo golosa (dopotutto aveva pagato una discreta cifra per quell'appuntamento, non aveva intenzione di non farsi viziare da quelle delizie), commentando solo dopo qualche secondo, mettendo sul piatto un altro argomento che le stava a cuore: Il famoso "male necessario", no? Hehe. Ho sentito molti riferirsi così nel parlare del Mikawa. Il nostro kage sembra avere il rispetto della maggior parte del villaggio... Anche se molti ammettono che si tratta unicamente di paura. Prese in mano la sua tazza, fissando lo sguardo sulla donna. Tu cosa ne pensi? Se potessi scegliere da chi farti difendere contro una minaccia sconosciuta, ti fideresti di più del distruttivo Yakushi, o del tiranno Mikawa? Una domanda che le avrebbe permesso di capire qualcosa di importante: fino a che punto arrivava la lealtà della donna? E, se anche rispettava la brutalità di Diogene, come si sarebbe sentita se messa nella prospettiva di trovarselo come Guardiano? Fin dove si spingeva la sua fiducia nei suoi mezzi?

    Hebiko applaudì un paio di volte nell'udire la carceriera accettare il suo invito. Hoho, sono così emozionata! Anzi, sai che ti dico? Ti propongo un gioco! Si inclinò in avanti, vagamente maliziosa e visibilmente eccitata dalla sua idea. Domani passa in Amministrazione. Ti farò passare una deliziosa giornata, ti farò conoscere i miei dipendenti... E quello che ti è piaciuto di più, lo manderò a lavorare per te in prigione. Sono molto orgogliosa di tutti loro, sono certa che chiunque sceglierai sarà impeccabile sotto il tuo comando. Aveva già in mente qualcuno, uno dei suoi dipendenti era particolarmente preciso ma aveva tendenze un po' troppo violente per un ufficio, era da tempo che voleva farlo trasferire, e lui stesso sembrava della stessa idea, ma l'astio della Carceriera verso l'Amministrazione stessa rendeva complessa la cosa. Avrebbe preso la donna in anticipo, rassicurandola con voce calda. Non temere per lo Yakushi. Sarà impegnato tutto il giorno, dalla parte opposta di Oto. Non disturberà nemmeno un secondo del nostro appuntamento. Ridacchiò. Se non altro l'aver mandato via il suo ex compagno di team le aveva dato un'occasione per avere una giornata Febh-free. Ne aveva bisogno, perchè il suo piano funzionasse doveva essere tutto impeccabile. La giornata si sarebbe svolta in modo tranquillo, Hebiko si sarebbe assicurata che il dipendente che voleva trasferire fosse sempre al posto giusto e nel momento giusto, e che mostrasse per bene il suo lato più violento per convincere la Carceriera che non si trattava di un imbrattacarte qualsiasi. Oh, naturalmente, io resterò con un dipendente in meno, e sarebbe un problema. Ma, se mi consentirai di fare un giro nella tua zona privata, potrei tornare a casa con un souvenir. Ridacchiò. Aveva misurato bene le sue parole, non poteva permettersi di non ottenere un sì come risposta, costi quel che costi.


    La grossa guardia si infilò il mignolo nell'orecchio alle parole dello Yakushi, grattandosi distrattamente con teatralità per mettere in chiaro quanto poco gli importassero i vaneggiamenti del mingherlino di fronte a lui. I suoi occhi presero invece a brillare quando l'altro utilizzò la chiave che apriva tutte le porte: il denaro. Allungò la mano, aspettandosi ben più di una singola moneta, ma verosimilmente Febh avrebbe avuto un discreto gruzzolo da lasciargli, cosa che avrebbe fatto grugnire l'omone dopo aver preso il sacchetto con sè. Hmph. Io non ho visto niente. Allo shinobi sarebbe bastato dargli le spalle dopo aver fatto un paio di passi all'interno per sentirlo ridacchiare come una ragazzina, contando moneta dopo moneta.

    All'interno, nonostante la folla accalcata alla gabbia, sarebbe riuscito a farsi spazio rapidamente in direzione dell'uomo, riconoscendolo facilmente grazie alla sua pelle scura, e potendolo raggiungere senza troppe difficoltà dato che sembrava muoversi goffamente da una parte all'altra, incerto su dove andare. Avrebbe potuto sentirlo da lontano che chiedeva di Hebiko e direzioni per l'Amministrazione, restando però ignorato da tutti da quello che poteva vedere ad una prima occhiata. Aoda fece sbucare la testa dalla tasca, un po' irrequieto per via della folla. Missssss Hebiko diceva che è un po' miope. Penso sia peggiorato col tempo. Se non altro non era completamente cieco, anche se ci andava molto vicino. Forse quegli occhiali scuri che portava erano in realtà una nuova tecnologia che lo avrebbero aiutato a recuperare la vista?

    Non avrebbe avuto difficoltà nell'approcciare l'uomo, che nonostante lo superasse nella stazza, dalle movenze e l'atteggiamento appariva tanto innocuo quanto un coniglietto. E tremendamente ingenuo. Ah!? No!! Per favore! Mi lasci... Mi lasci almeno spiegare! Sono scappato da Kumo, non voglio avere più niente a che fare con loro! Non era difficile capire che stava dicendo la verità, interrogarlo con qualsiasi trucchetto avrebbe dato la stessa risposta. Era chino sulla schiena, praticamente il lacrime, togliendosi gli occhialetti per asciugarsi le lacrime, ed osservandosi attorno dopo qualche secondo. Oh, qualcuno ha finalmente acceso la luce. Sarebbe stato difficile prenderlo seriamente, ma, se interrogato sulle sue precedenti parole o sul motivo della sua presenza, avrebbe risposto singhiozzando, mentre si asciugava una lacrima dopo l'altra. Sigh, sob... E' da quando la squadra si è sciolta che sto cercando il mio posto nel mondo. Non sapendo dove andare, sono tornato a Kumo, dove mi hanno detto che sono nato. Ma non ricordavo niente, i miei primi ricordi vengono dalla periferia di Oto. Però non sapendo cos'altro fare, li ho ascoltati. Il pianto sommesso mal si sposava con la sua stazza e la voce profonda. Sniff... Però, nonostante mi abbiano accolto, non sono mai riuscito a sentirmi a casa. Mi mancavano i miei compagni, il mio vecchio team. Sob... Ce l'hai un fazzoletto? Sembrò quasi implorarlo, ormai immerso nelle lacrime. Dopo una sonora soffiata di naso, che senza fazzoletto avrebbe fatto direttamente usando la felpa dello Yakushi. Avrebbe potuto constatare che, per quanto non fosse paragonabile alla sua forza, non sembrava nemmeno un sempliciotto qualsiasi. E quindi sono scappato. Sono venuto fino a qui, lo so che infiltrarsi è un po' losco, ma tutto quello che voglio è tornare da Hebiko! Lavorerò per lei! Farò quello che vuole, ma senza i miei vecchi compagni mi sento perso! Mi risparmi, signor... signor carota! Oh sss... Ohssssanti draghi. Aoda non aveva un forte accento da rettile, tranne quando si agitava. E sembrava preoccuparlo l'idea di un traditore fuggitivo venuto proprio ad Oto, e direttamente da Kumo. Sssss... Sssssss... Sei scappato da solo?? L'omone tirò su col naso un paio di volte, annuendo. Certo che sono scappato da solo. Non potevo mica dire agli altri che li stavo tradendo! Non sono mai riuscito a farmi degli amici lì. Ho approfittato del buio della notte, in modo che nessuno mi vedesse. Avrebbe concluso, iniziando a calmarsi. Era indubbiamente sincero, ma se ognuna delle sue parole era vera, allora doveva essere un genio indiscusso dell'infiltrazione e dell'occultamento. Certo, se così fosse avrebbe anche potuto occultarsi fino ad arrivare direttamente all'ufficio della Consigliera, invece di perdere tempo chiedendo informazioni al peggior impiegato che poteva capitargli davanti.
     
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    È colpa tua. Ratty

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    Le Contrattazioni di Hebiko Dokujita

    Capitolo 9


    La Casa del The
    Si trattava di una prigioniera che Ledah portò a Oto molti anni fa. Si era infiltrata durante una selezione per il passaggio al grado chunin, quelle che ora sono state abolite preferendo i meriti sul campo. Spiegò, bevendo da una tazza. Il suo nome era Juana Shura, questo ho potuto carpire, ed era una Kunoichi della Zanna, credo tu abbia familiarità con quel gruppo di terroristi...non saprei come altro definirli. Concluse, tagliente nei toni. Ledah la scoprì e sconfisse, e decise correttamente di consegnarla alle autorità...dopo molti anni senza che nessuno la reclamasse e senza che riuscissimo a recuperare informazioni decenti da lei, l'Hokage è apparso assieme a quel tizio belloccio coi capelli lunghi e all'Amministratore Yakushi. Con una serie di scuse, e anche millantando un attacco da parte di Hayate, hanno creato tanto di quello scompiglio che sono riusciti a fuggire con lei. Un oltraggio intollerabile: nessun colpevole può uscire dalle prigioni senza ordini diretti del Kage e una motivazione scritta e firmata di suo pugno! Sentenziò, battendo la tazza sul tavolo, nervosa nel ripensare a quegli eventi.

    Se non altro si rilassò in seguito, ma non accettava la rivalutazione di Hebiko. Anche fosse, anche se migliorasse le capacità di adattamento, penso che il gioco non valga la candela. Imprigionarlo in un blocco di cemento e buttarlo in fondo al mare sarebbe la strategia migliore. Commentò, assaggiando a sua volta un pasticcino. Una minaccia a Oto...io cercherei di combattere in prima persona, non sono una debole che cerca protezione. Disse, leggermente piccata nei toni, quella frase forse era stata un passo falso da parte di Hebiko, figlia del suo retaggio e delle esperienze passate. Ma se dovessi scegliere qualcuno da avere accanto...direi il Kage. Forse è meno distruttivo, ma sicuramente è più affidabile dello Yakushi. E sa controllare ciò che vuole annientare.

    Alla proposta del piccolo gioco Meredora rimase in silenzio qualche secondo. Francamente, non credo che uno qualsiasi dei tuoi passacarte sedentari abbia la stoffa necessaria per lavorare da me. Disse con tono un pò freddo, ma non si poteva certo immaginare che tutti gli impiegati erano abituati ad avere a che fare con lo Yakushi quotidianamente, e nessun prigioniero da controllare poteva essere peggio di lui...tutti i sopravvissuti erano veterani, formati come se fossero al fronte. Ma vedremo...a domani allora? Consumò un altro pasticcino, prima di congedarsi. Sembrava che la strategia stesse andando per il meglio.

    Inferi di Oto
    Passare i controlli sarebbe stato un processo lungo e tedioso, e si trattava di una procedura "accelerata" vista la posizione gerarchica della Dokujita, ma impiegò comunque più di mezz'ora tra moduli, impasto di chakra in diversi meccanismi, altri moduli, riconoscimento facciale da parte di almeno due guardie e trascrizione di registri con necessità di timbro e firma in altri due uffici distinti da quelli in cui erano stati firmati. Una stortura che poteva ben spiegare come mai Febh avesse preferito creare il caos con la sua precedente incursione invece che star dietro a ogni minuzia burocratica. In ogni caso quando finalmente ebbe finito e poté varcare la soglia che portava al vero carcere, Hebiko incontrò Meredora in abiti ben diversi dalla divisa ufficiale che aveva mostrato al loro incontro di qualche girono prima e che aveva usato anche durante la visita in Amministrazione. Poteva quasi sembrare pronta a uscire per una serata, con decori eleganti e una curata acconciatura, ma comunque restavano indumenti comodi e che permettevano di muoversi agevolmente, a differenza del passato quando indossava kimono e vestiti ampi.

    Come hai potuto vedere, l'ingresso principale degli Inferi è un normale tunnel interrato che dà a una porta robusta qualche metro sotto la superficie, identica in tutto e per tutto ai vari laboratori di Orochimaru sparsi in questo territorio. Ci sono ovviamente altri ingressi segreti, ma tutti nelle zone più pericolose del Bosco dei Sussurri. Avrebbe commentato, indicando alla Consigliera di seguirla. Hebiko dopo aver varcato la prima porta, che non aveva guardie esterne ma solo all'interno che controllavano tramite degli spioncini in continuazione, si era trovata in un complesso di caverne rivestite da muri in mattoni e adibiti a uffici, con parecchi impiegati e alcuni cartelli che indicavano i dormitori e le altre stanze di servizio, mentre il vero ed effettivo ingresso alla prigione era un varco circolare pesantemente rinforzato con metallo e svariati fuuinjutsu, tanto che erano servite tre guardie per farlo aprire, con una combinazione di Jutsu e meccanismi. Oltre il portale un dedalo di cunicoli e gallerie, esteso sotto tutto il Bosco dei Sussurri, con aree più o meno ampie in cui si trovavano le Celle. Sappiamo sempre dove si trovano i prigionieri per via di un Fuuinjutsu che abbiamo impiantato loro, unito a un veleno che richiede che prendano l'antidoto ogni tre giorni, altrimenti subiscono dolori orribili. E chi è senza Fuuinjutsu non riceve antidoti, quindi sono disincentivati a disattivarlo, se ne hanno le capacità. Per il resto, possono vagare come vogliono nelle grotte e organizzarsi, anche provare a fuggire...è divertente quando ci provano...le creature che abitano questi cunicoli sono molto peggio di noi carcerieri.

    Le avrebbe fatto cenno di seguirla verso il suo ufficio interno, in una zona comunque priva di orpelli, dove una semplice scrivania stava in mezzo a una nicchia di roccia ben illuminata. Ieri è stata una visita interessante, mi piace vedere ordine e disciplina e devo ammettere che sai il fatto tuo. Sono felice di avere qualcuno al comando capace di organizzarsi...peccato per il caos assoluto del tuo contraltare. Concluse con aria disgustata. E devo ammettere che avevo un'impressione sbagliata sugli impiegati, specie quello che mi hai indicato per il nostro...gioco. Ora dimmi, hai qualcosa in particolare da chiedere prima della nostra visita?

    Vicoli di Oto
    Raggiunto l'obiettivo senza troppe difficoltà, lo Yakushi con il serpente appresso furono forse fin troppo entusiasti nell'approcciarlo, ma certo non si sarebbero aspettati una reazione tanto innocente...sebbene Febh lo avesse già incontrato e spedito tra i vicoli come un gonzo. Ehi, buono! Buono! Avrebbe detto cercando di calmarlo, anche se la frase successiva fu una piccola puntura di spillo contro la sua testa. Scappato da...Kumo? L'unica altra persona scappata da Kumo che conosceva era Tasaki. Ho il sospetto che tutti quelli che "scappino" in realtà vengano fatti andar via perché troppo tonti. Tu hai conosciuto Tasaki, Aoda? Chiese al serpente. La pelle scura del cieco non era completamente fuori posto a Oto, dato che una discreta fetta della popolazione apparteneva a quell'etnia, migrata dopo la suddivisione dei poteri alla fondazione dell'Accademia. Quello intanto ripuliva gli occhiali, dimostrando che una pur scarsa percezione visiva la aveva, ma Febh era indispettito. Uno arriva e dice che sei richiesto e ti metti a fare questo caos? Siamo pur sempre in un luogo pubblico! Era un'arena di combattimento clandestina, in mezzo a una marea di brutti ceffi e sicuramente stavano attirando l'attenzione...non che lo Yakushi non potesse radere al suolo quel posto se lo avesse voluto.

    Però quello piangeva, e non stava piangendo di terrore o per l'umiliazione subita, quindi Febh non sapeva bene che fare, dato che in genere era lui a causare quello stato d'animo, ma il tizio sembrava proprio triste e disperato. Oh misericordia! Alzò gli occhi al cielo, poggiando goffamente una mano sulla spalla del bestione di Kumo. Ehm...su, su, si sistema tutto. Che ne dici se usciamo da qui e mi dici qualcosa? Ma quello intanto, singhiozzando, prese la felpa dello Yakushi e si soffiò rumorosamente il naso. Ogni traccia di empatia scivolò rapidamente via dal Consigliere, che invece sorrise. Ok, evidentemente non vuoi risolvere le cose con calma. Quello stava borbottando qualcosa su una squadra, su amici, e su essere fuggito col buio...ma con le sue capacità visive poteva anche essersene andato a mezzogiorno! Comunque non era il momento giusto per lo Yakushi per ascoltare e comprendere, dato che intensificò la stretta sulla spalla cercando di costringere il tizio a inginocchiarsi immobile davanti a lui [Azione]. Ora tu stai zitto e mi segui? Chiaro? Sono lo stesso che ti ha mandato qui, e ora ti riporto fuori. Se Aoda avesse protestato si sarebbe trovato inchiodato da uno sguardo oltremodo pericoloso di Febh.

    A meno di opposizioni dalla folla, avrebbe trascinato il tizio a forza fuori dal locale, ignorando i presenti (ma se si fossero immischiati sarebbe stato peggio per loro) fino a guadagnare un vicolo qualunque e sbatterlo a terra. Allora...partiamo dalle basi, piagnone orbo. Io sono Febh Yakushi. Da ora in avanti questo nome per te è sinonimo di DIVINITA'. Disse, megalomane. Hebiko mi ha mandato a cercarti ma non ha detto nulla di te, quindi ora voglio sapere, e senza giri di parole, come diavolo ti chiami e di che squadra stavi parlando! Se solo il poveraccio avesse potuto vedere, sicuramente il volto dello Yakushi simile a un demonio della furia lo avrebbe paralizzato sul posto. E poi mi spieghi in che senso sei fuggito da Kumo...non sai nemmeno allacciarti le scarpe, come hai fatto a scappare? Sempre che non fosse tutta una trappola e lo avessero seguito, sapendo di un qualche legame con Oto, ma Febh non era dell'umore giusto per pensare troppo a fondo. E soprattutto...se arrivi da Kumo...cosa sai di B o H?
     
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    Mantenere il Controllo

    IX



    La Dokujita appariva educatamente attenta, seppur non in modo invasivo, mentre ascoltava il racconto di quella fuga sospetta. Se entrambi erano coinvolti, c'erano di sicuro ottime ragioni, dopotutto Febh veniva proprio da lì, ma questo non impediva al suo sangue di ribollire per la gelosia, visto l'impegno che Raizen aveva sicuramente dovuto usare per tirarla fuori da lì, e sperando che non ci fossero ricompense sentite da parte di lei. Nonostante stesse immaginando tutti gli scenari di tradimento possibili, il suo volto restava impassibile, se non con una punta di disappunto per dar manforte al fastidio di Meredora. Intollerabile. Quella storiella non le aveva dato solo molte informazioni utili per fare domande a Febh o per minacciare Raizen nel farle un regalo di scuse, ma anche per poter essere usata contro Meredora stessa. Dopotutto, per quanto fosse contro due jonin, era lei la responsabile della prigione, e si era fatta scappare una prigioniera. Quanti altri errori potevano essere tollerati, prima che perdesse il suo posto?

    Ascoltò la risposta della ragna con una certa sorpresa, per poi scoppiare a ridere con elegante gusto. Oh, Meredora! Ma certo che mi aspetto che tu sia in prima linea di fronte a qualsiasi tipo di minaccia, la maggior parte degli shinobi sarebbe persa senza il tocco femminile che noi kunoichi sappiamo portare in battaglia. Dopotutto gli stereotipi vedevano gli uomini come una forza bruta difficile da fermare, ma le donne come esperte manipolatrici, talvolta ben più efficaci di un prevedibile combattimento alla pari. Non intendo una guardia del corpo: da parte mia, sceglierei forse lo Yakushi. E' stupido e inaffidabile per parecchie cose, ma quando ci si mette di mezzo a qualcosa che sa di dover proteggere diventa un muro invalicabile in grado di concentrare la sua distruzione sul giusto obiettivo. Come un bravo cane da guardia, gli perdoni la distruzione del tuo divano se in cambio fa un lavoro eccellente nel proteggerti. Ridacchiò, osservando poi Meredora come se le stesse scritando l'anima. Io parlo di protezione strategica. Le diede qualche istante per comprendere appieno il malinteso. Non ho dubbi che il nostro caro Mikawa sia in grado di respingere qualsiasi minaccia faccia capolino nel villaggio, dopotutto prima ancora di essere un Kage era stato un formidabile guardiano. Fece roteare appena la tazza di te, distraendo momentaneamente lo sguardo dalla donna per darle un po' di respiro. Ma come si comporterebbe di fronte ad un possibile infiltrato ad Oto? E se quell'infiltrato fosse proprio nella tua prigione? Lanciò l'esca, aspettando qualche istante prima di agitarla e attirare ancor di più la sua preda dove voleva. Saresti certa che non ci sarebbe alcun innocente sacrificato "per un bene superiore", pur di catturare o uccidere tale infiltrato? Magari una guardia un po' troppo ligia al dovere, che a suo dire impediva le sue indagini, oppure un sospettato errato. Hm, non oserebbe sacrificare nessuno della sua preziosa famiglia, questo è certo. Lasciò che la donna assorbisse quelle informazioni, per poi fare un sospiro quasi disperato e incerto. Non che questo ponga Febh in una posizione migliore. Per quanto sia un poco più attento nei confronti di otesi innocenti, resta una mina vagante che potrebbe farsi sfuggire un infiltrato da sotto il naso. Ah, uomini... Commentò, con il preciso intento di far calmare Meredora, se grazie al suo discorso era riuscita ad insinuarle il seme del dubbio sul Mikawa. Dopotutto non era di certo conosciuto per la sua pazienza nè per i modi gentili, l'ipotesi descritta dalla serpe non era così improbabile. E il commento su Febh serviva a farla sentire a suo agio, consapevole che, seppur il Mikawa avesse grossi difetti, magari al punto da non essere un buon Kage, di certo Febh non era il sostituto ideale. L'avrebbe portata tra le sue spire, dopotutto tra donne ci si poteva fidare.


    Meredora aveva scelto lo shinobi consigliatale dalla Vipera, facendole forse ottenere ulteriore fiducia. Doveva viziarla e ricoprirla di lodi per assicurarsi la riuscita del piano. Aveva ben addestrato ogni singolo dipendente su come comportarsi durante quella giornata, non erano ammessi errori. Dovevano mostrare ordine, dedizione e responsabilità, quel giorno ancor più degli altri. E naturalmente il "bersaglio" era stato istruito per mostrare il suo lato da guardia delle prigioni con orgoglio. La donna ragno non aveva avuto dubbi a riguardo, e durante la sua visita era stata riverita come se il Daimyo stesso fosse presente. Hebiko avrebbe avuto poco da commentare a riguardo: le avrebbe ricordato che era un'ospite importante, e che quello era solo il trattamento che meritava.

    Quando arrivò il turno di Hebiko di far visita alle prigioni, al terzo controllo si rese conto che una tattica caotica o di fuga non era una soluzione che poteva permettersi, soprattutto senza lo Yakushi. E considerato che anche lui aveva avuto bisogno del supporto di Raizen, e che in passato aveva già fatto fuggire una prigioniera, le probabilità che la stessa tattica funzionasse due volte rasentavano lo zero. Di certo si sarebbe divertita ad usare le tattiche più subdole insegnatele da Ogen per ottenere una reazione dalle guardie, in particolare far sì che non le scollassero gli occhi di dosso, ignorando qualsiasi cosa le stesse attorno. Hebiko vestiva un kimono tanto pregiato quanto quello del loro appuntamento, mentre Meredora aveva ora uno stile leggermente diverso, più pratico. Il volto della Vipera si illuminò alla sua vista, dedicandole un delicato sorriso. Meredora! Oggi sì che ti vedo più te stessa. Le dedicò un rispettoso ma discreto inchino. Sono pronta per il mio tour privato. La frustrazione nel vedere quanti controlli impossibili da evadere incontrava, all'esterno mutava in sorpresa ed eccitazione, nemmeno si trovasse in un parco giochi. Tutto questo è così impressionante! Sapevo che le Prigioni erano estremamente sicure, ma chi si aspettava una tale minuzia e precisione. Descrivono sempre le guardie come brutali carcerieri, mi avevano fatto credere che non avrei trovato altro che bruti, invece mi sento piacevolmente sorpresa. Commentò, lasciando che il suo sguardo si posasse per diversi secondi verso una delle guardie, mostrando un possibile velato interesse, mentre ignorava l'altra come se non si fosse messa sufficientemente in mostra. Di nuovo, controllare le loro reazioni, ma anche quelle di Meredora, dopotutto lei stessa poteva avere un preferito che non voleva Hebiko scegliesse, o un'esca che la Vipera dovesse concentrarsi più delle altre. Di certo metter zizzania tra le guardie e farle ingelosire tra loro non sarebbe stata una cattiva idea, qualsiasi imprevisto poteva tornare a suo favore.

    I Fuinjutsu erano un'ulteriore problema che avrebbe reso più difficile anche una fuga con sostituto: una volta fuori da lì avrebbe anche potuto assoldare qualcuno per farlo togliere, e visto il meccanismo con il veleno, probabilmente non avrebbero nemmeno fatto scattare alcun allarme, e nemmeno il veleno stesso sarebbe stato un gran problema con un alleato come lo Yakushi, ma restavano altri problemi da aggirare che rendevano la fuga un'opzione fin troppo scomoda da considerare, tantomeno creargli un'apertura per lasciare che fuggisse da solo e raggiungerlo solo una volta uscito. Non era il più brillante del team ai suoi tempi, poteva essere cambiato, ma non era un rischio che poteva permettersi. Hai pensato a tutto vedo, i miei complimenti. É tutta farina del tuo sacco? Poteva essere un’informazione estremamente importante quella di sapere chi fosse il reale architetto della prigione e le sue trappole. Avrebbe potuto far peso su Meredora stessa per qualsiasi falla in quel sistema, o portarla ulteriormente dalla sua parte se fosse stata organizzata dal Mikawa e i suoi scagnozzi. La domanda però venne posta in modo molto innocente, e alla sua risposta sarebbero seguiti i complimenti principalmente per l’inventore, e coloro che mantenevano quell’ordine. Ridacchiò dopo i complimenti della donna ragno sull’organizzazione in Amministrazione, mentre gettava ulteriore veleno su Febh. Felice di averti sorpresa. Spero di stupirti di nuovo, man mano che ci conosceremo meglio. Le fece l’occhiolino, dedicandole un malizioso sorriso.

    Era arrivato il momento di mostrarle il vero potere della Serpe, senza che nemmeno se ne accorgesse. Si sarebbe accomodata sulla prima sedia disponibile, con il kimono che scivolava sulle sue forme più del solito, mentre con lo sguardo osservava cosa c’era nella stanza, e non appena avesse incrociato lo sguardo con un bollitore, avrebbero chiesto una tazza di the o caffé. Una piccola pausa dopo tutti quei controlli mi ci vuole. E poi voglio sapere di più sui tuoi prigionieri. Ne avrai un preferito, scommetto. Magari non nel senso tradizionale del termine. Ridacchiò. Trovava difficile che, persino una ligia al dovere come Meredora, non avesse almeno uno o più prigionieri che disprezzava più di altri, o che reagivano in un modo più particolare alle sue torture rispetto ad altri. E poi, dopo averla fatta sentire a suo agio con quelle chiacchiere casuali, sarebbe passata a cose più importanti, come i diversi motivi per cui i vari prigionieri erano dentro. Mi piacerebbe sapere alcune delle loro storie. L’Amministrazione collabora costantemente con i vari dipendenti giudiziari naturalmente, ma non é facile avere il quadro completo dei vari casi a meno di parteciparvi di persona, e i miei rigidi ritmi lavorativi non concedono molte occasioni. Hmmm, a volte mi chiedo se li spremo troppo… Mah, non distraiamoci su questo proprio ora. Avrebbe citato un paio di prigionieri che sapeva essere presenti, facendosi raccontare la loro storia, mostrandosi coinvolta con domande e osservazioni, e poi sarebbe passata all’attacco vero e proprio. Comportandosi già interessata e concentrata nella conversazione, avrebbe introdotto quell’argomento con naturalezza: Oh! E che mi dici dell’assassino, l’Uzumaki? Ho sentito dei miei dipendenti chiacchierare animatamente di quel caso. Qualcuno azzardardava che la scena del crimine fosse stata truccata… Ci crederesti?? Scosse la testa, come indignata. Figuriamoci se il nostro corpo poliziesco possa farsi ingannare come fossero dilettanti. E anche tu, di certo non avrai abbassato la guardia a riguardo. Sentenziò, il tono lo faceva sembrare un complimento, ma le sue parole successive avrebbero potuto insinuare un pericoloso dubbio in Meredora… Esattamente ciò che voleva la Vipera. Dopotutto abbiamo saputo che la sentenza é stata di morte. Se le loro assurde accuse fossero in qualche modo vere, non solo il giudice e gli investigatori verrebbero puniti… ma tu, responsabile di tutto il processo e della sua esecuzione, potresti aver la più grave delle punizioni, potresti perdere immediatamente il tuo posto. In questi giorni ho avuto modo di conoscerti bene, qui sotto si nota bene il tocco di una donna come te, Meredora. É assurdo che qualcuno pensi di poter in qualche modo sfuggire al tuo impeccabile controllo. Fece una piccola pausa bevendo dalla sua tazzina, aggiungendo l’ultima aggravante: Oto é un villaggio di libertà, dove i più deboli se la vedono peggio dei più forti, come piace tanto al Mikawa… ma se chiudessimo un occhio su simili eventi, in men che non si dica regnerebbe l’anarchia. Sospirò. Manca chiaramente un tocco femminile al comando, che possa prendersi cura di tutti invece di aizzarci l’uno contro l’altro.

    Hebiko avrebbe tenuto un occhio mezzo aperto, attendendo paziente che le reazioni di Meredora arrivassero in superficie. Se erano anche solo vagamente simili, il treno di pensieri l’avrebbe forse portata a dubitare di piccole incertezze e dettagli stonati di poco conto a cui aveva dato poca attenzione, magari perché parte della routine. Sarebbe bastato un leggero dubbio perché la Vipera potesse considerare Meredora abboccata all’amo. Si sporse in avanti, mettendo in bella mostra la scollatura del suo kimono, ed allungando la mano fino a toccare quella della donna. Aggiungere altre emozioni oltre al dubbio e l’incertezza non avrebbe fatto altro che mandare ancora più in confusione i suoi pensieri, e permettere che si facesse sfuggire più di quanto avesse voluto. Cara, scusa se mi permetto, ma sembri un po’ pallida… Hai bisogno d’aria?

    Se fosse riuscita a farle scucire almeno un dubbio, si sarebbe fatta più seria, avvicinandosi a lei e parlando sottovoce, mostrandosi sospettosa dei dintorni. Meredora. Calmati. Concentrati su di me. Ironico come, con la fatica che aveva fatto per metterla a suo agio, distrarla e confonderla, ora sempre lei la aiutasse apertamente a ritrovare la concentrazione. Questo prigioniero, é ancora vivo? Avrebbe reagito con un sospiro decisamente realistico nel sentire una risposta positiva, anche se lo sapeva fin dall’inizio, avere la conferma dalla capa stessa delle prigioni aveva un effetto diverso. E, naturalmente, la sua forte emozione si sarebbe spostata invece nei confronti di Meredora, come pura preoccupazione della sua persona. Bene. Vuol dire che possiamo ancora agire. Si fece pensierosa, cercando di valutare quale potesse essere la strategia migliore. Non facciamoci prendere dal panico. Tu stessa dovresti essere un’ottima torturatrice, giusto? Altrimenti chiama il tuo più fidato torturatore. Dobbiamo iniziare interrogando il prigioniero stesso. Non possiamo sapere chi possa volerti incastrare o perché, ma partendo da lui avremo la certezza se tutto questo é solo un piccolo fraintendimento… oppure un grosso affronto alla tua persona. Si sarebbe alzata, con sguardo serio e pronta all’azione. Questo é il peso che noi donne al potere dobbiamo portare. Ci sarà sempre qualcuno che crede di poterci calpestare. Mostriamogli con chi hanno a che fare.


    Aoda era in preda ad una crisi di nervi, che poteva sfogare solamente sventolando la sua lingua all’aria in modo nervoso, ed agitando la testa in modo quasi ipnotico (come la sua evocatrice, si faceva prendere facilmente dal panico), mentre l’omone ancora piangeva come un bambino, attirando persino l’attenzione di alcuni dei presenti, che li osservavano distrattamente. Il serpente annuí, rispondendo con voce nervosa: Sí, sssssí. Lo spazzino strambo. La signorina Hebiko diceva che bastava annuire e indicargli un posto a caso da pulire per tenerlo calmo. Febh non ci sapeva decisamente fare con le persone, tutto quello che riuscí ad ottenere in risposta ai suoi borbottamenti fu un tiste: Mi dispiace. Sniff… Sono sempre stato il più emotivo del team. Commentò, inconsolabile. Fu proprio il suo tentativo di usare l’Amministratore come un fazzoletto che spinse quest’ultimo ad optare per un’approccio più brusco, facendo inginocchiare senza fatica il grosso shinobi, che stordito dalla potenza dimostrata, forse abituato fin troppo a simili trattamenti, tirò su col naso un’ultima volta prima di annuire con fare deciso, pronto ad ubbidire. Sí, signor carota.

    Con il serpente che ancora si agitava nevrotico, i due sarebbero usciti senza troppi problemi, sentendosi osservati, ma come potevano evitarlo dopo una simile scenata? L’omone si sarebbe fatto sfuggire un pesante sbuffo nel farsi gettare a terra, rialzandosi e togliendosi goffamente un po’ di polvere di dosso. Nonostante i due si trovassero in un vicolo più o meno appartato, nei dintorni c’era comunque una discreta folla, di più e meno curiosi nel vedere lo Yakushi con un omone di quella stazza, che ancora indossava abiti più tipici di Kumo che di Oto. Sí signore, certo signore. Ripetè, con fermezza, lasciando intendere che fosse una routine alla quale era fin troppo abituato. Un momento… Febh Yakushi?? L’intoccabile ma incapace Amministratore?? Commentò, osservandolo con stupore e rispetto, nonostante l’aggettivo con cui l’aveva appena descritto. Una qualsiasi reazione negativa l’avrebbe fatto gridare, portando le mani davanti al volto in difesa, mentre si chinava sottomettendosi allo Yakushi. Chiedo scusa! Chiedo scusa! Abitudine. I miei vecchi amici la chiamavano sempre così.in effetti suona un po’ rude. Quasi si sarebbe rimesso a piangere nel sentir nominare Hebiko. La signorina mi stava cercando?? Allora si ricorda davvero di me! Le parole brusche di Febh lo avrebbero riportato all’attenzione, irrigidendo la schiena e concentrando lo sguardo in un punto imprecisato di fronte a sé. Sí signore, certo signore. Parlavo del mio vecchio team di Oto. Da giovane vivevo in periferia. La signorina Hebiko era a capo del nostro gruppetto, era la più brava con le arti ninja e ci aveva insegnato qualche trucchetto. Si batté la testa, come sorpreso. Oh, che stupido, non mi sono nemmeno presentato! Portò le mani ad altezza del volto, agitandole entrambe in segno di saluto, nemmeno lo avesse appena incontrato.Mi chiamo Makoto Goi. Gli amici mi chiamano Magōo. Concluse con un caldo sorriso. Se non altro sembrava ben disposto nel rispondere alle sue domande. Signor Febh, potrò anche avere qualche problema alla vista, ma non sono uno sprovveduto! Commentò, con un certo orgoglio. So essere estremamente furtivo se devo! E non aveva tutti i torti, se messo alla prova avrebbe dimostrato di sapersi muovere con passo felpato, addirittura mostrando un jutsu che lo faceva confondere ancora di più tra le ombre… certo, sempre se avesse avuto ombra a disposizione. Non contento, avrebbe anche dato dimostrazione nella sua abilità di allacciarsi le scarpe. Avevo deciso di scappare ormai da un po’ di tempo. Uno dei miei pochi amici é rimasto ad ascoltarmi mentre gli parlavo del mio vecchio gruppo, e siccome sapeva che Hebiko lavorava proprio in Amministrazione e che quindi una volta ad Oto l’avrei potuta raggiungere facilmente, ha deciso di aiutarmi. Mi ha detto che conosceva bene i turni delle guardie, e mi ha indicato l’orario giusto in cui sarei potuto passare senza problemi, usando la mia incredibile furtivitá. Quegli idioti ridacchiavano, distratti nella loro torre di guardia dal mio complice, mentre io quatto quatto oltrepassavo le Mura senza che nessun allarme potesse notarmi! Gonfiò il petto. Certo, a quel punto Febh si sarebbe potuto domandare come fosse invece entrato ad Oto. Dalla porta. Ne avete quattro, sono piuttosto semplici da trovare. Commentò con genuina innocenza, per poi continuare: Nessuno ha provato a fermarmi, probabilmente si ricordavano di me da ragazzino. Te l’ho detto che ho vissuto ad Oto, sì? Sorrise di nuovo, dando una pacca amichevole sulla spalla del giovane. Alla domanda sui suoi ex colleghi, si massaggiò il mento. Hmmm, B e H? Si sarebbe perso in una lunga e sorprendentemente accurata descrizione della loro stazza e del loro viso, annuendo verso la fine. No. Non ci ho mai parlato. Sentenziò serioso. Però so che negli ultimi tempi erano indaffarati nel cercare di avere una rivalsa nei confronti di Kiri. Non sembrava sapere molto di più a riguardo, sembrava fin troppo all’oscuro rispetto le vicende più importanti di Kumo.

    A quel punto, toccava a lui fare una richiesta. Ma lei, signor Yakushi, lavora proprio in Amministrazione! Potrebbe farmi incontrare Hebiko?? Se anche la signorina mi cerca, allora si ricorda davvero di me! Voglio tornare ad essere uno shinobi al suo servizio, in tutto questo tempo mi sono allenato e forse ora posso finalmente ritenermi uno shinobi degno di servirla! Avrebbe fatto un profondo inchino, praticamente pregando Febh di ascoltare la sua richiesta. Ogni cosa che aveva detto sembrava sincera, per quanto surreale. Aoda, oltre alla crisi di nervi, non sarebbe stato molto utile nel confermare la sua versione: Hebiko gli aveva parlato qualche volta del suo gruppetto di quando era teenager, quindi almeno quella parte sapeva fosse vera, ma non parlava quasi mai in dettaglio dei vari membri del gruppo.
     
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    È colpa tua. Ratty

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    Le Suggestioni di Hebiko Dokujita

    Capitolo 10

    Sala da The
    Non era chiaro se Meredora stesse studiando Hebiko, soppesandone le parole senza credervi, oppure se fosse effettivamente interessata e colpita da ciò che sentiva. Parve apprezzare la concezione utilitaristica che Hebiko aveva dello Yakushi e anche i suoi pur circostanziali complimenti al Kokage, però si accigliò alla pur ipotetica menzione di un infiltrato. Il personale riceve controlli continui e il protocollo è stretto come una maglia d'acciaio. Disse tagliente, di fatto abboccando all'esca. Ma credo di capire il tuo punto di vista. E tuttavia...siamo a Oto. Per quanto amante delle regole, Meredora doveva fare i conti con la natura elastica di Oto, dove spesso la prepotenza personale era più rilevante della legge.

    Inferi di Oto
    Se Meredora aveva apprezzato il complimento non lo diede a vedere se non per un mero cenno del capo, ma mentre camminavano riavviò i capelli con una certa aria vanesia, sebbene per un solo istante. Anche il tuo aspetto è appropriato. Proseguiamo. Avrebbe detto, mentre diversi suoi sottoposti si voltavano a guardare Hebiko, catturati nella sua malìa come insegnatole da Ogen, annuendo piacevolmente soddisfatti alle sue parole di Lode, per quanto Meredora li rimettesse rapidamente al loro posto con uno sguardo. Il Tour proseguiva mentre con piccole domande Hebiko scopriva pian piano tutto ciò che teneva i prigionieri al loro posto, scoprendo con frustrazione crescente, anche se ben celata, che il suo piano iniziale era inapplicabile. Ci siamo rivolti a specialisti esperti nei fuuinjutsu, mentre Ogen-dono degli Yakushi ha fornito il veleno e gli antidoti. Durante le lezioni Ogen aveva rivelato di non avere grandi conoscenze in quel ramo, essendo poco utili a uno Yakushi che poteva detossificare tutto, quindi verosimilmente erano opera di Febh stesso, che si era specializzato al riguardo prima di entrare nel clan a tutti gli effetti. Tuttavia...l'idea è stata mia, così come la programmazione. Avrebbe detto Meredora voltandosi e sostenendo lo sguardo di Hebiko, senza particolari espressioni, ma evidentemente in attesa di un qualche riconoscimento, e sorrise tenuemente quando l'amministratrice le fece l'occhiolino.

    Dopo altri minuti durante i quali camminavano tra i cunicoli osservando alcune stanze con gli attrezzi di tortura, alcune tenute volutamente sporche e puzzolenti per incutere timore negli interrogati ("pur rispettando attentamente le norme igieniche" avrebbe specificato Meredora), si sarebbero fermate in una grotta di dimensioni maggiori che fungeva da refettorio, uno di quattro sparsi tra i cunicoli. Non posso offrire che pane e acqua e un pò di stufato, questa come immagini non è una sala da The. Avrebbe specificato la Carceriera mentre Hebiko si rilassava mettendo in atto quanto aveva appreso per attirare l'attenzione e suscitare interesse. Meredora era stata forse un pò dura nella risposta, ma dal suo tono sembrava che avesse in qualche modo sottovalutato Hebiko inquadrandola come una persona un pò viziata o comunque al di sotto di lei, forse suscitando un senso di protezione o simili. Ma forse posso far arrivare del caffè. Fece un cenno a una delle guardie che le seguivano che si sbrigò ad allontanarsi, lasciandole sole.

    Non ho interesse nei prigionieri a meno che non siano da interrogare. E anche là, una volta ottenuto ciò che voglio li getto via. Avrebbe detto con un briciolo di orgoglio. Anche i più riottosi inevitabilmente cedono, e non meritano più la mia attenzione. C'era una vena di noia nel suo tono. Trovo molto più interessante chi interroga me. Non so mai fino a che punto possano arrivare. Sorrise debolmente, quasi in risposta alla seduzione, prima di rispondere sui nominativi dati da Hebiko, che si era adeguatamente preparata. I resoconti di Meredora tuttavia erano fredde enumerazioni senza particolare enfasi, dopotutto erano tutti casi noti e le condanne erano state esemplari e impeccabili, senza nemmeno bisogno di lunghi interrogatori, anche se lei riportò alcuni episodi di pazzi, ambosessi, che avevano provato a sedurre le guardie o lei stessa. Di loro rise amaramente. Hanno pagato per la loro arroganza, puoi starne certa.

    E infine Hebiko giunse a quello che era il punto focale della sua visita, anche se aveva fatto del suo meglio per non farlo trasparire. Alla menzione delle indagini truccate lei alzò un sopracciglio, come se la cosa fosse assurda, anche se la sua espressione era differente. Ah, si, il prostituto. Un bel fisico, certo, capisco come mai facesse quel mestiere. Annuì, senza che l'apprezzamento fosse carico di particolare trasporto. No, escludo nella maniera più assoluta che ci siano stati problemi con le indagini. Le ho revisionate io stessa almeno tre volte, e fatto sopralluoghi e interrogato gli investigatori. Le indagini sono ineccepibili e le prove incontestabili. Disse, lapidaria, per quanto il suo viso tradisse un'anomalia...dopotutto perché mai darsi tanta pena per un semplice assassino quando il carcere aveva prigionieri assai più pericolosi e potenti? Dopodiché Hebiko accennò alla necessità di un tocco femminile al comando e, sebbene in modo un pò meccanico, Meredora annuì. Concordo, ma non credo che Oto possa essere cambiata. Oto rigetta con forza i cambiamenti.

    Così avrebbe detto mentre Hebiko si faceva avanti sfiorandole la mano...mano che la Carceriera fissò a lungo prima di guardare l'Amministratrice con profondo interesse nel profondo degli occhi neri. Tutto questo...è interessante. Poi però venne nuovamente citato il prigioniero e lei ritrasse la mano dal contatto, tornando seria. Non c'è alcun motivo di interrogare ulteriormente, ho anche scrutato con cura la mente dell'Uzumaki. Tutte le indagini sono corrette e la condanna è stata data senza possibilità di appello. Attende solo l'esecuzione. Il suo viso però non trasmetteva assoluta sicurezza. L'unico problema è che è innocente.

    Quelle parole sarebbero state come una bomba silenziosa nella stanza. Lo ho studiato, ascoltato, interrogato e torturato. Tutte le prove e le ricostruzioni sono inoppugnabili e non ha alibi né memorie dell'evento, senza contare che aveva un movente nel denaro e ogni singolo pezzo va al suo posto. Annuì. Troppo a posto. Nulla è mai così pulito. Non credo sia stato lui, inoltre non è particolarmente sveglio. Tuttavia la condanna è stata data e le regole sono regole, a dispetto delle mie opinioni personali. Quello che potevo fare era verificare inesattezze e non ne ho trovato. Quindi morirà. L'unico, insignificante elemento che ho trovato che non ha trovato una perfetta collocazione è che lui ricorda chiaramente un profumo da donna provenire dalla vittima...ma non c'è traccia di quel profumo tra i reperti e sul cadavere non è stato rilevato, anche se erano passate parecchie ore dal decesso e potrebbe essere semplicemente evaporato. La donna però è stata in una profumeria poche ore prima del delitto, quindi potrebbe aver provato un campione, quindi anche quel pezzo va a posto in realtà. Se Hebiko avesse incalzato, Meredora avrebbe aggiunto. Ho coinvolto un Inuzuka che mi deve un favore. Il profumo che l'Uzumaki ricorda non viene prodotto a Oto o nei Paesi vicini, ma nell'altro continente. Si chiama Bacio del Naga. Come avrebbe proseguito la sua opera Hebiko? Conosceva un poco Meredora, abbastanza da sapere che non avrebbe mai violato apertamente una regola né chiuso un occhio.

    Vicoli di Oto
    Penso che tu abbia un difetto di pronuncia..."intoccabile e CAPACE amministratore". Disse, assolutamente convinto che quello dell'immigrato di Kumo fosse stato un lapsus e non certo il sentore comune, mentre si voltava verso la folla facendo cenno di smammare, con tanto di un gesto come a voler tagliare la gola per minacciarli, qualora si fossero attardati. Tornato all'ipovedente lo guardò con ostilità mentre quello diceva qualcosa sulla sua gioventù assieme a Hebiko...cosa che se fosse stata vera implicava che non poteva trattarlo con troppa leggerezza. Uhm...sospetto che riportarti con le gambe spezzate potrebbe farla irritare un pò. E certamente non lo avrebbe guarito mai e poi mai con le sue arti di clan.

    Aspetta...hai detto Team e hai detto che da ragazzini Hebiko usava le arti ninja insegnandovi qualcosa? Rimase perplesso, battendo le palpebre più volte e poi guardando Aoda. Hai sentito, biscia? Hebiko! A stento ha superato il mio addestramento di base e ora è anche una insegnante! Bah! A voler essere onesti stava accavallando i tempi e gli eventi (non necessariamente in modo cosciente) e va detto che il suo "addestramento di base" era circa tre volte più impegnativo di quello a cui si sottoponevano gli anbu di lunga carriera. Senti Magoo, o come cavolo ti chiami...di che Team parli? Quanti eravate a seguirla?

    Poco dopo quello dava mostra delle sue arti furtive, effettivamente rilevanti (specie rispetto a Febh che era simile a un elefante in cristalleria). Mah...si. Io preferisco la furtività vera. Quella che fa esplodere tutti i palazzi del quartiere così nessuno si accorge che stai entrando in un tombino in un vicolo. Aveva come tutti le sue convinzioni, ma non le imponeva agli altri. Non sempre. Non spesso. Ma frena un secondo...intanto allontaniamoci e andiamo verso l'Amministrazione. Chi sarebbe questo amico che ti ha fatto scappare, che sta a Kumo e che sa che lavoro fa Hebiko? Anche per Febh quelle tre informazioni assieme erano un pò un campanello d'allarme, anche se per il poco brillante Magoo forse non creavano un quadro sospetto.

    E al netto di questo...che prove hai di essere davvero un vecchio amico di Hebiko? Magari sei un assassino di Kumo che vuole far fuori la Consigliera Dokujita. Anche se tecnicamente lei stessa gli aveva detto di andare a recuperare Magoo. Ovviamente il diavolo è onnipresente nei racconti, e in quel preciso momento suggerì a Febh qualcosa che gli avrebbe permesso di rispettare il suo nin-do con maggiore efficacia. Dimmi qualcosa di imbarazzante che la riguarda! Qualche storiella divertente di quando eravate ragazzini.
     
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    Hebiko dedicò un piccolo inchino alla donna, come ringraziamento per il suo complimento. Internamente non potè che provare un leggero fastidio nel sapere che fossero di nuovo gli Yakushi, più precisamente Febh, ad averle dato i veleni e gli antidoti necessari per il loro piano. Febh sapeva sempre rovinarle tutto. A mente fredda però non potè che ammettere come fosse un'ottima strategia, dopotutto il suo fastidio era dato unicamente dal voler far scappare qualcuno al suo interno, perchè proprio quel qualcuno le interessava, era grata nel sapere che i criminali all'interno avevano poche chance di uscirvi. Non credevo fosse realmente possibile dare una libertà controllata, senza pesanti rischi. Eppure sembra che tu abbia pensato davvero a tutto! Impressionante. Sorrise appena, coprendosi rapidamente il volto con il ventaglio, come se si vergognasse della sua espressività incontrollata.

    Usò nuovamente il ventaglio per coprire parte del volto, ma stavolta per coprire il disgusto, e in parte anche il suo ben controllato ma sempre presente terrore per i vari attrezzi di tortura presenti nelle apposite stanze. Non aveva nemmeno bisogno di fingere, e non intendeva nascondere il suo disagio a riguardo, dopotutto voleva lasciare che Meredora fosse la regina assoluta in quel posto... O almeno lasciarglielo credere. Così come quando le fu negato il suo the, dove si lasciò andare ad un deluso sospiro. Questa dovrebbe essere una punizione per i carcerati, non le oneste guardie al lavoro. Alla menzione del caffè picchiettò il ventaglio chiuso sulla sua guancia un paio di volte, con fare pensieroso. Si può fare. Annuì una singola volta, lasciandosi accomodare nella stanzetta che la donna ragno chiamava ufficio.

    Sei crudele, Meredora. Commentò, con una risatina. Sarebbe divertente vederti in azione, ma ho una repulsione per... quel tipo di pratiche. Dopotutto, "torturare" un dipendente troppo pigro era ben diverso dal cercare di ricavare informazioni da un prigioniero con la bocca cucita. Mi rincuora sapere che c'è gente non solo affidabile, ma spietata. Certi criminali non meritano alcuna pietà. Si complimentò, anche se in maniera velata. La Vipera sorrise di rimando, cogliendo il gesto giocoso di sfida. Interrogare una torturatrice... Conosci così tanti trucchi e segreti del mestiere, non mi stupirebbe vederti mettere in trappola il tuo stesso torturatore. Ridacchiò, ascoltando di come altri avessero tentato di flirtare con lei nella speranza di una via di fuga, ottenendo forse una punizione ancora peggiore di quella prevista. Che fosse un velato avvertimento? La rossa non sembrò coglierlo, ascoltando con interesse le sue storie, ed annuendo solenne alle sue osservazioni.

    Riuscì ad arrivare a Sylas, dove iniziò il suo piano per convincere lei stessa a liberare il prigioniero. In un primo momento Meredora rispose freddamente su come ogni cosa fosse stata eseguita nel migliore dei modi, e non lasciasse spazio ai dubbi. Hebiko poteva notare come stesse riuscendo ad avvicinarsi emotivamente alla donna ragno, quando lei, proprio dopo aver ritratto la mano, fece restare la Vipera di sasso. ...Mh? La fissava, sbattendo gli occhi più volte. Si ricompose, posando la sua tazza di caffè con forzata calma, posando quindi la schiena sulla sedia. Ti ascolto.

    Ascoltò con attenzione, assicurandosi di cogliere ogni piccolo dettaglio. Sia sulle ricerche di Meredora, che sul suo arrendersi alle pur sospette prove apparentemente inequivocabili, che però sembravano lasciare enormi dubbi proprio a causa di un'esecuzione così perfetta. Un profumo? Uno ben più particolare di quello che potevano pensare. Aggrottò le sopracciglia nel sentire che non si trattava di un prodotto tipico otese. Oh? Per niente sospetto. Commentò, ovviamente ironica, pur mantenendo un tono serio per via della situazione. Sentirne il nome la portò a fare un grave sospiro. Capisco. Il suo sguardo era apparentemente calmo, ma con le pupille tanto affilate da scrutare l'animo di Meredora. Quindi tu, la Signora delle Prigioni, hai trovato una prova che potrebbe scagionare un innocente da una sentenza di morte, eppure hai deciso di lasciar perdere perchè qualcuno di chiaramente più incompetente di te ha già dato la sentenza, consapevole che sarai comunque tu a fare il lavoro sporco. Non distoglieva lo sguardo dalla donna, giudicandola e senza nascondere come stesse analizzando ogni sua più piccola espressione nel viso. Oggi è toccato ad un cittadino innocente qualsiasi, domani potrebbe capitare a qualcuno ai piani più alti, come un Consigliere che qualcuno non vede di buon occhio. Non avrebbe girato intorno al discorso, fu diretta nel far intendere il problema di quella sua mossa. Certo, sempre se l'esecuzione non renda automaticamente anche te una complice, se chi ha cercato di nascondere a tutti noi quel profumo sospetto non stia aspettando proprio la morte di quel prigioniero. Sarebbe rimasta pazientemente in attesa di una sua reazione, stavolta però fredda ed impassibile.

    Dopo qualche minuto, Hebiko si lasciò andare in un più morbido sorriso, portandosi in avanti sulla scrivania di Meredora, incrociando le mani appena sotto al mento. Ti dico io cosa faremo. La sua voleva essere una generosa proposta. Come Consigliera, io sono la Voce del Kage. Ho il potere necessario per rimandare l'esecuzione a data da destinarsi per ulteriori indagini, prendendomi così la responsabilità dell'esito di questa storia. Si era lavorata Meredora per cercare di ottenere un permesso ben più grande di quello, a confronto rimandare un'esecuzione sospetta di qualche giorno era una cosa da niente. Noi continueremo ad indagare, per capire chi vuole incastrarti e costringerti ad uccidere un innocente. Ho una pista da seguire, ed un amico che sono sicura saprà illuminarci sulla vera natura di quel profumo. Doveva pur dimostrarle di avere in mano la possibilità di scoprire qualcosa di nuovo. E poi... Quando tutto sarà finito, potrai catturarmi e punirmi per i miei "crimini". Le fece l'occhiolino, con un ghigno ammiccante. Cosa ne pensi?


    Se tutto fosse andato come previsto, la sera stessa avrebbe iniziato i preparativi. Doveva contattare Aji Tae, e doveva probabilmente fare una delle cose peggiori possibili, soprattutto con un mercante: indebitarsi. Non aveva nemmeno troppo timore che le dicesse di no (ne aveva, parecchio), ragionevolmente avere un debito non avrebbe fatto altro che dare un enorme vantaggio ad Aji, che poteva chiederle qualsiasi cosa in cambio. Dal canto suo, sperava che quel tipo di informazione fosse "economica" a sufficienza per garantirle che il debito in questione non fosse esagerato, concedendo così ad Aji un'ottima occasione per sfruttare un aiuto gratuito, ma tale aiuto doveva restare equilibrato con la richiesta. Coraggio, coraggio. Quanto potrà valere quell'informazione? L'urgenza la rende sicuramente più importante... Si morse il labbro. Non aveva molte altre opzioni al momento, e non usare il suo più valido alleato sarebbe stato stupido, nonostante il costo. Avrebbe inizialmente usato il coltello regalatole, conficcandolo in una pianta così come ordinatole, chiedendo ad Aji un secondo incontro, magari più privato, lasciando intendere che volesse indebitarsi per una piccola informazione (quella era la sua esca, dopotutto). Se il coltello non avesse funzionato, le sarebbe toccato andare da Ogen, usando ognuna delle sue tattiche di scuse e di sottomissione, chiedendole con umiltà un modo per avere un secondo incontro con Aji. Ho imparato la mia lezione, e ne continuerò a pagare le conseguenze. Ma è anche vero che siamo ora partner in affari, un innocente incontro amichevole non farà che migliorare i nostri rapporti.


    L'omone di Kumo, dall'alto del suo metro e novanta e protetto da possenti muscoli, era comunque visibilmente intimorito dal Consigliere. Sei un pericoloso piccolo uomo. Commentò, nonostante fosse praticamente un insulto, con rispettoso timore, soprattutto dopo la minaccia per niente velata. Aoda stava ancora trattenendo a fatica la sua crisi di nervi, annuendo allo Yakushi. La signorina mi ha raccontato di aver imparato le basi del chakra da uno strano medico, e di averle poi insegnate a sua volta al suo vecchio gruppo. Makoto annuì. Non che fosse molto brava a spiegare, perlopiù ci prendeva a pugni, si lasciava guidare più dall'istinto che dalla conoscenza. Però grazie al suo aiuto eravamo il team più temuto della nostra periferia! Commentò con orgoglio, dopotutto pochi altri potevano vantare di aver ricevuto un addestramento da un vero shinobi, e aveva dato loro, ma ancor di più Hebiko, un netto vantaggio nella zona perlopiù abbandonata a se stessa dove vivevano, nessuno dei civili poteva competere. Oh, eravamo un bel gruppetto! Commentò con orgoglio ed una certa nostalgia. Vediamo... C'era Kenzo, pessimo in combattimento, ma era bravissimo a raccattare aggeggi dalla spazzatura e costruirci aggeggi utili... quando non esplodevano. Junko e Sylas, che si combattevano sempre le attenzioni di Hebiko più di tutti gli altri, Shosuke, il più giovane, praticamente un bambino silenzioso e un po' strano, e naturalmente io. Contò tutti con le dita mettendosi poi in posa orgoglioso quando arrivò il suo turno. Ero bravino anche da giovane, ma soprattutto a Kumo sono diventato un cuoco provetto. Aveva ben poco altro da fare in quel di Kumo, tenuto in disparte dai compiti più importanti, abbandonato costantemente a servire gli altri shinobi con compiti ritenuti meno importanti, e per sua fortuna le sue basi culinarie gli avevano permesso di trovare un posto tranquillo dove sfogare il suo talento. I miei scarafaggi al vapore sono i migliori.

    Il colosso di Kumo portò una mano sotto al mento alla menzione della furtività dello Yakushi, annuendo genuinamente interessato. Ingegnoso... Iniziarono ad incamminarsi in Amministrazione, mentre Febh chiedeva delucidazioni su chi lo avesse convinto ad andare lì. Oh, il mio caro amico F! So che suona strano, ma gli piace farsi chiamare così, anche gli altri del gruppo hanno nomi simili, K, L... Cose da shinobi come saprai bene. Annuì con convinzione. Non ho fatto in tempo a guadagnarmi una lettera anche io, ma francamente non mi interessa. Ho sempre vissuto qui ad Oto, è questa la mia vera casa. Poteva interrogarlo come voleva, era indubbiamente sincero su ogni suo commento. F sapeva che fosse Consigliera, e gli orari a cui lavora. Certo, dato che ci lavori anche tu, forse tu li conosci meglio. E' stato un grande aiuto sai? Me l'ha anche descritta, è cambiata molto da quando la conoscevo! Spero che sotto sotto sia comunque la solita. Era malinconico nel tono, e forse anche preoccupato, dopotutto non era certo che non lo avrebbe rifiutato. Sapere che lei stessa aveva mandato questo Febh a cercarlo gli dava una forte speranza.

    Febh decise di esporre i suoi dubbi sulla sua possibile identità di infiltrato. Hmm, ingegnoso... Lei è davvero un capace Amministratore. Due menti affini. Ci rimuginò un po' su, prima di iniziare a commentare. Beh, so che ora la signorina indossa spesso kimono e abiti eleganti, ma un tempo non era così. Dopotutto nessuno di noi poteva permettersi qualcosa di tanto costoso. Però una volta abbiamo trovato una carovana abbandonata, avevano già rubato parte della merce, ma avevamo trovato alcuni tessuti pregiati un po' rovinati, ed un paio di kimono, con roba varia per il trucco e gioielli. Probabilmente una nobile signora aveva fatto una brutta fine. Junko ha convinto Hebiko a provare quella roba su di sè, per cercare di renderla più femminile. Quando è entrata nella stanza, Sylas si è messo a gridare e Kenzo è svenuto sul colpo. Si è arrabbiata così tanto che ci ha picchiati tutti, non l'ho più vista tentare di essere più femminile per almeno tre mesi. Aggrottò la fronte. Hmm, forse questo era un ricordo più doloroso, che imbarazzante, ho ancora il ricordo dei lividi. Si fece nuovamente pensieroso, per poi schioccare le dita. Oh! C'è stata quella volta in cui era tutta strana quando passava del tempo con Sylas, gli parlava con una vocina più acuta, e sembrava dimenticarsi come fare un sacco di cose che faceva sempre senza problemi, ma noi glielo ripetavamo sempre che sapeva già fare quelle cose. Poi un giorno si è chiusa nella sua stanza a piangere e da lì in poi ha smesso. Sbuffò, con fare nervoso. No no, neanche questo è imbarazzante. Hmmm... Si illuminò di nuovo. C'è stata quella volta che uno shinobi proveniente dal centro di Oto si è fatto vivo in cerca di talenti! Le avevo preparato un piatto abbondante, ricco di carne e carboidrati per darle forza. Quando è arrivato il suo turno di mostrare la sua forza, per schivare un colpo del suo avversario si è abbassata, ricevendo una ginocchiata sullo stomaco, e ha vomitato addosso al sensei. Non è stata scelta quel giorno. Hehe, a momenti nemmeno il ragazzino che è stato scelto voleva seguirlo, puzzava terribilmente. Commentò, tronfio di aver finalmente trovato la storia giusta.


    Sarebbero arrivati in amministrazione non troppo tempo dopo il ritorno di Hebiko dalla casa del the. Non appena entrarono in ufficio, il volto della donna si illuminò sorpreso, non si aspettava tanta rapidità dallo Yakushi. Oh miei kami, lo hai trovato sul serio!! Oh- Ti sei allenato vedo. Se lo ricordava decisamente più smilzo. Si spostò dalla sua postazione, approcciando entrambi. Hebiko!! Makoto era eccitato, era la prima volta che la rivedeva da così tanto tempo. Le prese le spalle, lasciando la donna leggermente interdetta, togliendosi gli occhialetti e fissando la donna con intensità. Hebiko sforzò un sorriso, nonostante fosse genuinamente contenta di vederlo, restava ben poco abituata al contatto fisico. Il colosso di Kumo sorrise, dandole un leggero ma rapido abbraccio, sembrava conoscerla bene pur non resistendo nel concedersi quel piccolo gesto. Sono... Sono contento di sapere che hai persino mandato qualcuno a cercarmi! Era sul punto di piangere. Lo sguardo di Hebiko si spense, tornando seria. Bene. Finalmente ce l'hai fatta. Commentò, lanciando un occhiata anche a Febh. Ora che sei qui non c'è più bisogno di fare le cose di fretta, andate a divertirvi da qualche parte, ho del lavoro da sbrigare. Fece cenno ad entrambi di uscire, spostandosi poi frettolosamente verso le varie cartelle archiviate del suo ufficio, iniziando a frugare in modo scomposto tra i vari cassetti. Allora? An-da-te. Grazie per la visita, ma vi rivedrò più volentieri quando avrò finito il mio turno. Non avrebbe detto altro, non offrì del thè, a malapena li degnava di uno sguardo, troppo impegnata a cercare solo lei sapeva che documento tra i vari scaffali. Makoto rimase leggermente scosso dalla sua reazione, ma dopotutto erano passati anni, si sarebbe voltato invece da Febh che, come suo collega, forse poteva aiutarlo a capire in che modo fosse cambiata.
     
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    Le Prigioni di Hebiko Dokujita

    Capitolo 11

    Inferi di Oto
    Temo che qui non ci siano lavoratori così raffinati. Replicò Meredora, per nulla scomposta da quella che per lei era una manifestazione di rigore e attenzione, e se aveva notato il ribrezzo di Hebiko davanti ai metodi di tortura, allora non aveva dato l'impressione di averlo fatto. Buffo, ho come la sensazione che se potessi fare tutto ciò che vuoi a un amministratore Yakushi inerme lo faresti. Sorrise, sorseggiando il suo caffè, e per fortuna non sapeva di ciò che Hebiko avrebbe potuto fare a chi insidiava Raizen come le nove Bandite Gioiose del Paese della Roccia che lo avevano eletto quale loro Tronista...ma questa è un'altra storia.

    Mettere in gabbia chi ti tortura non è facile, ma mi è capitato quando ero nelle squadre speciali. Ovviamente non c'è alcun rapporto al riguardo. Replicò lei senza falsa modestia. Ed essendo capace di farlo, non permetto a nessuno di farlo con me. Sorrise, posando la tazzina. Per esempio, se tu fossi qui incarcerata, non ci sarebbe alcuna tua espressione carina che mi farebbe mai poggiare le tenaglie arroventate. Era una sorta di battuta, persino con una venatura piccante mescolata al complimento del trovarla carina, ma sicuramente avrebbe fatto scivolare più di un brivido lungo la schiena della Consigliera.

    Arrivati al discorso più corposo e che in realtà era l'unico obiettivo di Hebiko, la replica di Meredora la lasciò di sasso, anche se la capocarceriera sembrava più irritata che altro da quell'intero argomento. Le indagini e le prove sono solide e inoppugnabili. Quell'unico dettaglio è solo riferito da lui, senza prove a supportarlo quindi non costituisce altro che un risibile sospetto. Replicò improvvisamente dura nel tono e nella postura: evidentemente la Dokujita aveva ancora una volta commesso un errore andando a colpirla con del sarcasmo oltre a un giudizio su quelle che erano le capacità lavorative. Si tratta solo di una mia sensazione, ma le indagini non hanno portato a nulla, Consigliera. La prova non è tale. Anche il cambiamento nei termini era pesante. E io non faccio alcun lavoro sporco. Faccio solo il mio lavoro. E lo faccio bene. Alle successive allusioni di usare un simile metodo per sbarazzarsi di un Consigliere o comunque di qualcuno di scomodo Meredora si fece ancor più fredda.

    Io non ho alcuna preoccupazione né rimorso per la mia situazione e per il mio operato. Sembrava aver preso sul personale le parole di Hebiko, che invece voleva esternare irritazione verso chi aveva pilotato la situazione ma forse aveva scelto i termini e i modi sbagliati, e la sua impassibilità che si tradusse poi in un sorriso quasi malizioso mentre si chinava in avanti non venne accolta affatto con calore. E non credo affatto che vogliano incastrarmi. Se volete usare la vostra autorità per ritardare un incidente bene, Consigliera. Ma ho già indagato e raggiunto le mie conclusioni. Siete libera di fare da sola...ma state attenta a non superare i limiti. E con sguardo duro concluse. O sarò realmente io a punirvi. Poteva recuperare la situazione? Dove aveva sbagliato e come rimediare, pena il non avere la collaborazione di Meredora?

    [...]

    Non erano passati che pochi istanti da quando aveva conficcato il Kunai con il Teschio nel cactus a forma di testa di cavallo deforme che Febh le aveva regalato per il compleanno l'anno prima e che era stato buttato di malagrazia in uno sgabuzzino ma era incredibilmente sopravvissuto (Febh aveva messo un veleno e parte del suo sangue nel vaso a nutrire le radici, quell'abominio poteva vivere per secoli), ma proprio quando stava per gettare via tutto e recarsi da Ogen, la voce gentile di Aji Tae risuonò nell'aria come se ci fosse stato un altoparlante. Un saluto lieto, non mi aspettavo che avremmo già avuto modo di comunicare. Ma ditemi, preziosa fanciulla...di cosa si tratta? La negoziazione iniziava di nuovo, ma stavolta da un punto di partenza molto, molto più basso.

    Vicoli di Oto
    Mentre la folla si allontanava e Febh trascinava il suo massiccio "ospite" lungo la via, ebbe modo di conoscere qualcosa del passato di Hebiko che ignorava. In effetti non era molto brava all'inizio, e questo spiega come mai fosse così impacciata: era praticamente autodidatta. Si chiese chi fosse quel medico, ma forse era qualcuno al soldo di Orochimaru, come spesso capitava in quegli anni. Quando arrivò da me era affamata e infreddolita, e diceva di voler lavorare a tutti i costi anche se era debole come una foglia secca, disposta a fare qualunque cosa pur di avere un tozzo di pane e un pò di latte. Iniziò a raccontare, teatrale, la versione leggermente riadattata di ciò che era capitato, o almeno così ricordava lui. Disse che sapeva a malapena scrivere quindi in un moto di generosità le ho concesso di lavorare per me come temperatrice di matite. Da là ha fatto un pò di strada. Perlopiù tramite raccomandazioni. Aoda probabilmente avrebbe protestato, ma Febh era cristallino e scintillante nell'innocenza di quelle panzane (forse perché un briciolo ci credeva). Se sai cucinare potresti venire a lavorare a palazzo, a Ogen gli scarafaggi piacciono fritti e piccanti. Febh cucinava, e non era molto bravo a differenza del suo ancora ignoto fratello, ma almeno da Nikaido aveva appreso a fare qualcosa di decente, perlomeno per gli standard otesi. Alla peggio potresti fare un giro da Nikaido per imparare i nuovi trend se sei via da tanto.

    Rimuginava tra sé quando poi arrivò a fare la fatidica domanda che lasciò lo Yakushi oltremodo perplesso, nonostante fosse nella sua fase poco sveglia: la squadra di Hebiko sarebbe stata ottima come gruppo dei Casi Disperati...il QI era similare. Aspetta...una Lettera di Kumo era tuo amico. E ti ha aiutato ad andare via, da Hebiko, che conosce benissimo? Si schiaffò una mano in faccia mentre chiedeva prove dell'identità di Magoo, anche se gli sembrava impossibile che una spia fosse così disastrata (ovviamente la sua mente rifiutava di ricordare certe cose ben più assurde che aveva fatto in prima persona). La sua espressione frustrata iniziò a venire sostituita da un sorriso via via più infido mentre quelle preziose nozioni alimentavano i suoi piani per chiedere ferie, oltre alla Sezione Scherzi che nel suo cervello occupava la stessa area dei piani strategici in battaglia. Ah, si? Bene, bene, anzi, benissimo. Credo di avere abbastanza certezze sulla tua identità e...capacità. Ma credo anche che tu sia un'esca o una trappola. Sentenziò, ancora demoniaco nell'espressione. Ma io amo le trappole, è divertente vederle esplodere in faccia a chi le ha piazzate.

    Amministrazione di Oto
    La reazione di Hebiko quando Makoto entrò nella stanza fu diversa da quello che Febh si aspettava, vista la freddezza nei toni e nei gesti, senza contare che non disse nemmeno mezza parola su quanto lo Yakushi fosse stato inopportuno o dannoso. Magoo venne allontanato dopo un rapido saluto, intimando poi a entrambi di uscire, praticamente sbattuti fuori dalla porta. Febh rimase a battere le palpebre più volte mentre l'altro probabilmente iniziava a piagnucolare, e in tutta risposta si sarebbe beccato uno scappellotto. Non frignare. Qui qualcosa non mi torna. Aoda...entra un pò da sotto la porta e guarda cosa succede. Dopo alcuni minuti, a meno di strane reazioni registrate da Aoda come un pianto a dirotto o segni di contentezza che la donna voleva nascondere, Febh avrebbe poi aperto nuovamente la porta (sfondandola se necessario) e dicendo: Avevi promesso che mi avresti dato le ferie se ti portavo questo qui! Estrasse dalla sacca porta-armi il modulo di ferie 74-bis, di cui aveva otto copie sempre con sé e che poteva essere firmato solo da Hebiko e solo per le ferie di Febh, e ignorando le proteste glielo avrebbe piazzato sulla scrivania. Allora? La mia firma, ho messo solo dodici giorni! Il modulo autorizzava massimo due giorni di ferie e Febh veniva sempre punito se provava a eccedere, ma stava mentendo per una ragione precisa: quella era davvero Hebiko?
     
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    Ogni pezzo al suo posto

    XI



    Hebiko ridacchiò alle giocose provocazioni di Meredora sullo Yakushi. L'eccezione che conferma la regola, mh? Temo che avremmo comunque metodi diversi per approcciarci al problema. Dopotutto una stanza simile per uno Yakushi non è troppo diversa da una stanza per i massaggi. Una riduzione delle ferie, d'altro canto... O uno spoiler sulla sua serie preferita, ma non era il caso di approfondire.

    Hebiko riuscì a continuare a sorridere di fronte alla donna ragno mentre vantava la sua impeccabilità nel suo lavoro, con un certo orgoglio, nonostante il terrore che percepiva mentre ne parlava. Oh davvero? Posso essere molto carina, sai? Commentò ridacchiando, lasciando intendere che quella di finire in una simile stanza fosse una possibilità tanto remota da essere praticamente impossibile. Dentro di sè, sudava freddo, completamente all'oscuro di ogni pratica di tortura, e per almeno una settimana non avrebbe avuto che incubi sulla donna ragno che la inseguiva con delle tenaglie, probabilmente accompagnate da un kanji della parola "dozzinale" in cima ad un bastone rovente.

    Meredora si stava agitando, mostrandosi più fredda, ma intuendo la strada che quel discorso stava percorrendo, la donna si mostrò più dolce, seppur restando sicura di sè, accennando un leggero sorriso. Oh, certo che il tuo non è lavoro sporco... Ma io so come la pensano al piano di sopra. Dopotutto, la superficie e le prigioni erano agli effetti due mondi a parte. E conosco anche bene la fama della temibile Carceriera, che non si lascia sfuggire nemmeno la più piccola delle informazioni, che ora sento anche di conoscere un po' più da vicino. La osservava seria, ma accogliente. Ora, di chi pensi io mi fida di più? Di qualche ometto ricco ed imbelletato che ha rilasciato una certa sentenza, oppure dell'istinto della Carceriera senza pietà, che non ritiene la tortura un "lavoro sporco", ma una dignitosa professione che altri sono troppo codardi per intraprendere? Lei per prima, si poteva pensare, preferiva nascondere il suo lato più sadico in quella sua nuova identità, ma non negava che era probabilmente troppo impaziente per fare quel lavoro in modo impeccabile. Tu pensi che la tua intuizione non sia che un buffo dettaglio da nulla, Ma io, che ti ho vista per quello che sei realmente, e ritengo la tua intuizione una prova fondamentale. Il perchè sarebbe arrivato in breve, dove Hebiko potè rilasciare parte del suo fastidio. Immagino non ci sia più motivo di nascondertelo. Ho forti motivi per sospettare che il misterioso profumo che hai trovato non sia altro che un veleno... prodotto da mio fratello. La questione diventava personale. Portò una mano sulla fronte, aggrottando le sopracciglia. Probabilmente hai ragione nel pensare che non vogliono incastrare te... Ma si tratta di mio fratello. E, senza scendere troppo in questioni di famiglia... Temo che potrei essere il suo prossimo bersaglio. Per colpa di quei due dei gemelli, non poteva parlarle del triste destino di ognuno dei suoi fratelli, ma non c'era problema nel sapere che qualcuno poteva attentare alla sua vita, soprattutto se il vero argomento del discorso era il profumo. Osservò nuovamente la donna. Vorrai perdonarmi per aver perso la calma... Ma a questo punto, temo che il mio timore fosse fondato. Se quel profumo proviene realmente da mio fratello, ho ragione a credere che il tuo carcerato innocente non fosse che una sfortunata cavia. Sospirò. Il tuo istinto potrebbe avermi salvato la vita... e pensare che lo reputi così poco importante... Nascose parte del suo viso con il ventaglio, non nascondendo però un trattenuto triste sospiro. Si sarebbe dunque alzata. Entro un'ora avrai i miei moduli per posticipare l'esecuzione. Nel frattempo... Devo considerarti parte delle indagini, o devo considerare il tuo lavoro concluso? Stava a Meredora scegliere se voleva avere una parte nel possibile salvataggio della Consigliera, e godersi i meritati ringraziamenti, o se lasciarsela scappare, forse per sempre.


    Hebiko si tappò la bocca per il timore di produrre qualsiasi suono quando udì la voce di Aji. Ironicamente, sentirlo parlare attraverso una tremenda decorazione vegetale la aiutava a non esserne troppo intimidita. Dovevano solo parlare, ma la pressione era la stessa del trovarsi nel punto focale di uno scontro. Perchè, non posso chiamare solo per risentire la vostra voce? Hehe. Ridacchò, allentando la tensione. Purtroppo si tratta di una questione importante. A seconda di quanto tiene alla vita di Kaji, probabilmente urgente. Fece una leggera pausa, doveva lasciargli intendere la gravità della situazione. Sono felice che Kaji abbia trovato un corpo in cui essere accolto, ma se non agiamo per primi la sua permanenza nel mondo dei vivi potrebbe essere più breve di quanto credevamo. Doveva calcolare bene quanto raccontare e quanto no, o poteva costarle un'altra informazione sfumata. Sospirò, con un filo di tristezza nella voce, che non dovette nemmeno sforzarsi di recitare. Tuttavia, non so quanto sarebbe contento che una simile informazione venga sparsa in giro... pensi di riuscire ad organizzarci un incontro privato? Con tutto il rispetto, credo che le mie informazioni saranno più al sicuro se riferite direttamente dalla fonte principale al diretto interessato. Gli Hakai sono maledetti a sufficienza così come sono, ed i Kemono sanno essere spietati quando vogliono... Verosimilmente, potrebbero essere già in azione. Dopotutto le serviva una scusa per evitare di confessare tutto subito, nonostante l'urgenza, e lasciar intendere che l'argomento generale fossero gli Hakai. Lasciare a loro la scelta del luogo d'incontro dava ai due una discreta libertà, e di conseguenza un vantaggio, forse la certezza che non avrebbero lasciato andare Hebiko senza le sue informazioni. L'urgenza però implicava che dovesse essere facilmente raggiungibile dalla donna.

    Non lo avrebbe ancora confessato, ma il suo obiettivo era una mezza verità: mettere al corrente (o eventualmente ricordare) che l'arrivo di Kaji nel mondo dei vivi aveva scombussolato l'equilibrio degli Hakai, ora che quattro di loro erano in vita, pur essendo lui una "mezza vita". E la sua notizia non era nemmeno l'unica moneta di scambio che aveva. Oh, mi raccomando, anticipagli che ho una soluzione al suo problema. Non avrebbe potuto anticiparla, se avesse chiesto ulteriori delucidazioni, la donna avrebbe ridacchiato. Suona arrogante così, ma io sono parte della sua soluzione. Non posso dirti di più, Aji caro. Quando potrò vedervi? Dritta al punto. C'era una certa urgenza, quindi non serviva girarci troppo attorno. Aveva rilasciato abbastanza indizi per lasciar intendere come avesse molta carne al fuoco, ed in parte era vero: dopotutto, dai ricordi di suo padre, aveva scoperto di essere una mezza Kemono, o comunque di esser stata "ingegnerizzata" appositamente per essere il più affine possibile alle loro arti. Avrebbe mentito nel dire che aveva la soluzione a portata di mano, ma non nelle intenzioni: voleva trovare quegli sciamani da tempo ormai, saperne di più su quelle abilità ancora sconosciute, e se farlo poteva anche aiutare Kaji, poteva forse contare su un aiuto extra, ed un favore in cambio di un problema in meno.


    Makoto credeva ad ogni parola di Febh, iniziando già ad immaginare una ben più giovane Hebiko, che si approcciava all'abitazione dello Yakushi come una piccola fiammiferaia nel mezzo dell'inverno. OH!! Così fragile! Le avevo detto che il centro del villaggio poteva essere spietato! La vipera iniziò a sibilare, osservando con aria confusa l'Amministratore mentre proseguiva con le sue follie, nonostante il colosso di Kumo continuasse a penzolare dalle sue labbra. Quindi è grazie a lei che è sopravvissuta, ed arrivata tanto in alto!? Non sss.... Non sono sicuro fosse così la storia... Makoto però dedicò un profondissimo inchino allo Yakushi, con le braccia drittissime sui fianchi, nemmeno gli fosse grato per la sua stessa vita. Intoccabile e capace Amministratore!! Non potrò mai ringraziarla a sufficienza per aver protetto la signorina Hebiko!! E' incredibile che il destino l'abbia portata da una persona tanto generosa ed affidabile! Aoda spalancò le sue fauci per la sorpresa, dopotutto conosceva l'Amministratore in prima persona. Quesss... Quessssss.... SSSte sono tutte sssciocchezze!!! Iniziò a commentare, anche se verosimilmente sarebbe stato presto ammutolito dall'Amministratore stesso. La proposta di Febh, di fatto l'accettazione dell'essere ufficialmente accolto nel villaggio, gli fece scendere una lacrima silenziosa sulla guancia, ma alla notizia reagì in modo più posato, mettendosi in posa militare, e trattenendo la sua commossa voce tremante. Sono al suo servizio, Generale Capace!

    Makoto mostrò a Febh un sorriso ebete quando chiese specifiche su F, annuendo con ampi gesti della testa. Non colse la reazione dello Yakushi, alla quale rispose: Gli devo molto sai! Non tutti sarebbero disposti a farti fuggire dal tuo villaggio, per unirti ad uno nemico. Ma diceva anche che se alcuni di noi di Kumo riuscissero ad integrarsi a modo ad Oto, forse potremmo diventare alleati prima o poi! Sorrideva ancora, mentre Aoda era ancora agitato per i vaneggiamenti precedenti. Oooh, non posso tenere la signorina Hebiko all'oscuro di tutto questo... Di certo nessuno dei due si aspettava di veder Febh accusare Makoto di essere una trappola. Non potrei mai far del male alla signorina!! Mi ha aiutato molto quando eravamo giovani, non fosse stato per lei forse non sarei qui per raccontarlo!

    in Amministrazione, nessuno dei due sembrò ottenere la reazione sperata, lasciando Makoto a mugolare qualcosa a bassa voce, prima di ricevere lo scappellotto che lo riportò all'attenzione. Aoda aveva già il muso pronto a sbirciare in direzione della sua evocatrice, ed ubbidì dopo aver mostrato ai due un leggero inchino. Sarebbe uscito dopo solo qualche minuto, leggermente agitato. La signorina sta sparpagliando documenti ovunque. Sss... Sembra stia cercando qualcosa con una certa fretta. Non so cosa stia cercando di preciso però, non sembra... ordinata, nella sua ricerca.

    A Febh quello bastava ed avanzava. Spalancò la porta, facendo sobbalzare la Consigliera, che rapidamente cercò di replicare. Ma allora!? Non ho detto che avevo da fare?? Metà degli scaffali erano aperti, sul tavolo e sul pavimento erano sparpagliati documenti vari, tra cui identità di alcuni shinobi, rapporti scollegati tra loro, persino documentazione dell'ufficio di poco conto, tra edificazioni, permessi ed altri documenti civili. Hebiko sospirò, roteando gli occhi. Ah, certo... Speravo te ne fossi dimenticato. Dammi qui. Allungò la mano per prendere possesso del documento, e dopo aver frugato in tre cassetti diversi, sempre se Febh non avesse avuto da ridire, avrebbe finalmente trovato una penna, affrettandosi a firmare. Sei contento adesso? Ora fà il bravo, non mi ci vorrà molto.
     
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    Le Prigioni di Hebiko Dokujita

    Capitolo 11

    Inferi di Oto
    Sebbene dubbiosa, Meredora ascoltò le melliflue parole di Hebiko che dopo un piccolo scivolone iniziale mettevano in primo piano l'enorme opinione che diceva di avere per la carceriera e le sue capacità, addirittura attribuendo alla sua "intuizione" un valore quasi probatorio o comunque meritevole di indagini accurate anche oltre quelle che erano le raffinate metodiche della donna-ragno. Mphf...se pensi che le lusinghe portino da qualche parte... Le parole successive di Hebiko però la fecero restare in silenzio, soppesando la situazione ma indebolendo l'aria gelida che era calata tra loro. Quindi...devo intuire che tutto questo fosse solo perché eri interessata all'Uzumaki sin dall'inizio. Aggiunse con tono calcolatore. Avresti potuto denunciare la cosa secondo i canali ufficiali...che sono però quelli che hanno portato all'attuale situazione. Portò il caffè alle labbra, bevendolo con un lungo silenzio e poi posandolo delicatamente sul tavolo. Suppongo che avrò modo di punirti adeguatamente per i tuoi crimini in seguito. Sorrise, forse approvando alla fin fine la scelta dei modi della Dokujita, ma senza far mancare una nota tagliente nella lingua. E come potrebbe un semplice nome del profumo farti sospettare che tutto sia un piano per portare a te? Anzi, no. Scosse il capo. Meglio concludere qui, ho delle ulteriori indagini da fare. Ci incontreremo tra una settimana esatta per valutare il da farsi. Si sarebbe alzata, passando accanto a Hebiko, e sfiorandole appena la spalla. Non deludermi, non vorrei mai non avere un motivo per punirti. E prese ad allontanarsi. Immagino saprai uscire da sola...io ora devo lavorare. Una piccola vendetta, ma almeno non si era giocata la sua alleanza!

    [...]

    Oh, certamente, sentire una voce così melodiosa è di per sé motivo di giubilo! Replicò il consumato mercante, danzando sulle note delle lusinghe e delle facezie, per quanto ci fu quella frazione di secondo di silenzio di troppo, cui Ogen aveva insegnato a prestare attenzione, prima della risposta successiva. Capisco, in questo caso credo di dovervi prestare l'apice della mia attenzione, e forse di più. Di cosa si tratta? Non ci furono inflessioni o rumori particolari alla menzione dei Kemono e dei rischi per la sopravvivenza di Kaji, ma il mezzo di comunicazione impediva di cogliere ogni dettaglio. Quando Aji Tae parlò nuovamente il tono era rilassato ma molto meno giocoso. Capisco, e certamente un terreno neutrale sarebbe la situazione migliore per l'incontro, come il Quartiere dei Piaceri. Informerò Kaji immediatamente e sono certo che accorrerà alla tua chiamata, ma considerando dove si trova gli ci vorranno dai sette ai dieci giorni, anche per sistemare le sue faccende. Possibile che Kaji avesse già affari per le mani se aveva nuovamente un corpo solo da qualche giorno? Cosa stava tramando?

    Vicoli e Amministrazione di Oto
    Due dita chiuse con precisione mentre estendeva il chakra adesivo avrebbero bloccato qualunque commento o lamentela di Aoda mentre Magoo cantava le lodi dello Yakushi, ovviamente tronfio di quella che nella sua mente diventava una sorta di epica commemorazione degli eventi, ottenendo una lealtà assoluta e feroce da parte dell'expat di Kumo. Non credo tu sia molto utile, ma visto quanto sei grosso almeno saprai incutere timore. Molto bene. La faccenda di questo tuo amico F poi la sistemiamo...ora andiamo da Hebiko. Avrebbe detto, gongolante, con solo una punta pericolosa di veleno nel tono, al pensiero di cosa avrebbe fatto alla lettera di Kumo quando avesse messo in atto la sua trappola.

    [...]

    Aoda aveva appena sbirciato ciò che accadeva, evidenziando come Hebiko cercasse qualcosa di fretta, cosa assurda visto che la seconda cosa che aveva introdotto in amministrazione, dopo il divieto di ferie illimitate per Febh, era stata una rigida e attenta catalogazione di ogni possibile documento secondo criteri che tutti gli impiegati seguivano come se ne andasse della loro incolumità (pena essere assegnati come valletti allo Yakushi). Uhm...come immaginavo. Bene. Sorrise, entrando e cominciando la sua recita con la richiesta ferie che "Hebiko" assecondò immediatamente, persino risultando sgarbata mentre, dopo aver cercato con difficoltà la penna che persino Febh sapeva dove fosse, apponeva la sua firma, assolutamente identica alle altre.

    Lo Yakushi sorrise, prendendo il documento la cui firma valeva come oro e lo mise in tasca come una reliquia preziosa, salvo poi guardare Hebiko. Ottimo! Ma non serve impegnarti così tanto, dopotutto questa roba è spazzatura, i documenti importanti sono tutti nella sala al piano di sotto, qui nell'ufficio di rappresentanza non c'è niente di rilevante. Avrebbe fatto spallucce, prima di sorridere come il demonio sotto mentite spoglie che era. Anzi. Ti accelero il lavoro. Una manciata di sigilli, magari mentre l'altra pensava ad andarsene di sotto o abbassava la guardia e tendendo la mano Febh avrebbe scatenato una vera e propria tempesta di fulmini rotanti che si dipanarono come una rete ad altissimo potenziale distruggendo la scrivania della Consigliera e incendiando la gran parte dei documenti...ovviamente coinvolgendo anche quella che era un'impostora [Tecnica 1-2-3-EXTRA, tutti gli slot azione]! Hebiko non se la sarebbe presa. Forse.

    Avrebbe dato ordine a Magoo di prendere ciò che restava di quella spia. Non è Hebiko, non mi avrebbe mai firmato le ferie e saprebbe dove sono le sue cose. Se ne rimane qualcosa...prendila e ora la portiamo in prigione agli Inferi...ci sarà da divertirsi. Dopo qualche giorno senza essere curata se non per il minimo indispensabile e senza bere e mangiare...sarà matura per essere interrogata. Non avrebbe accettato lamentele da parte di Makoto o di Aoda, ignorando eventuali critiche per l'ufficio praticamente incenerito.
     
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    XII



    Hebiko ridacchiò, nonostante il caso in sè non fosse da prendere alla leggera, al momento stava ancora solamente godendosi un caffè con un'attraente donna. Hehe. Più o meno, ero abbastanza sicura potesse essere un'esca. Non ne ho la certezza, conoscevo quell'uomo quand'ero più giovane, ma non ho sue notizie da parecchio. Poteva essere un criminale qualsiasi, ma dovevo verificare di persona. Osservò la donna ragno con un leggero sorriso di malizia e di sfida. E tu, naturalmente, potevi essere complice di quella Serpe, non potevo certo permetterti di fare il tuo gioco. Ridacchiò di nuovo. Ora so che saprai coprirmi le spalle... A patto che io sia dalla parte giusta della legge. Meredora aveva alcune piccole obiezioni, che però decise di lasciar andare ad un momento successivo, permettendo alla Dokujita di fare le sue indagini e spiegarsi meglio. La Vipera sorrise, accogliente. Naturalmente. Se il colpevole dovesse essere chi penso io, non me lo merito un vero the con pasticcini? Commentò, giocosa (e viziata). Se non altro una era andata.


    Hebiko trattene il respiro per tutta la conversazione. Sapeva di aver messo tutto quello che poteva sul tavolo, e comprendere le reazioni senza vedere il volto del suo interlocutore era estremamente difficile, soprattutto uno esperto come Aji stesso. Lo sguardo le si illuminò quando comprese di aver centrato l'argomento. Farò il possibile per farvi sentire come a casa. Ce l'aveva fatta, aveva ottenuto quello che voleva. La innervosiva sapere di dover attendere così tanto? Naturalmente. E anche l'idea che Kaji avesse chissà che affari non le piaceva affatto. Se l'era già fatto sfuggire, prima di lasciarlo a piede libero voleva capire con chi aveva realmente a che fare. Se non altro, aveva una scusa per forzare la loro vicinanza, che gli piacesse o meno.


    Le parole di Febh raggelarono il sangue della Consigliera, che rimase immobile sul posto. Lo fissò intensamente, con finta calma rovinata da una furia che non sapeva nascondere. ...Quindi? Pensi che non sappia dove trovare la mia roba in casa mia? Commentò schietta, senza muovere un muscolo. Febh iniziò ad impastare sigilli. La donna sussultò non una, ma ben due volte, mostrando un'espressione inorridita e terrorizzata. Impastò dei sigilli a sua volta, e la potente energia rilasciata dallo Yakushi fece esplodere la solida scrivania in più frammenti, dando il via ad un discreto incendio che grazie agli spruzzini sul soffitto si sarebbe spento altrettanto rapidamente... ed il corpo della Consigliera venne diviso in due, all'altezza della vita, mentre i fulmini avevano creato ustioni su tutto il suo corpo. La sua faccia si deformò, aprendosi innaturalmente e vomitando un'Hebiko intatta, ricoperta solamente della sua saliva, ma che non riuscì a fare altro se non cadere goffamente sul pavimento, alzando appena la testa, osservando con aria terrorizzata il suo assassino, Febh Yakushi in persona. Per..chè...

    La testa cadde, lasciandola esanime. [Rinascita+danni] Aoda strillò, in panico, fiondandosi dalla sua padrona, incapace di farla rinvenire. Makoto sbiancò, incapace di reagire. Non sapeva che fare, dopotutto era lì solamente da qualche ora. Il caos fece precipitare due guardie nell'ufficio, che reagirono in modo simile, un ufficio completamente nel caos, e la Consigliera a terra, mentre l'altro Consigliere stava in piedi, tronfio delle sue azioni. Per non parlare del colosso di Kumo lì con lui. Sguainarono una spada ciascuno, e mentre una delle guardie chiamava una sua evocazione per allertare tutta l'Amministrazione, l'altra si rivolgeva ai due uomini: ...Yakushi-sama. Cos'è successo? Non era uno dei soliti disastri a cui erano abituati, era una situazione decisamente più grave. Una delle due guardie si mostrò più aggressiva nei confronti del colosso di Kumo, indubbiamente colpevole ai suoi occhi. Maledette bestie! Sei stato tu ad attentare alla vita della Consigliera?? Mentre parlavano, una squadra medica aveva raggiunto l'ufficio di corsa, allertata dalle guardie stesse. Anche loro si mostrarono piuttosto sorpresi, non capendo cosa fosse successo, ma approcciando comunque Hebiko, affrettandosi per portarla in ospedale.

    La guardia avrebbe ascoltato la spiegazione dello Yakushi, senza però abbassare le armi. ...Capisco. Commentò. Il tono era grave. La Consigliera Dokujita verrà analizzata in ospedale. Non credo possa nascondere nulla ai nostri medici in quelle condizioni. La spada era ancora puntata verso l'altro Consigliere. Se anche lei è chi dice di essere, allora immagino non avrà problemi a seguirci.Aoda intervenne in sua difesa, per quanto il tono di voce impanicato nascondesse a malapena l'astio che provava per il gesto di Febh. Ssss... Ssssì, quello, è lo Yakussssshi!! Ma questa... Quessssta è la signorina Hebiko!! Ssss... Sssssi comportava in modo un po' insolito, ma... Sssss.... Oh, missssss... L'altro sarebbe intervenuto invece nei confronti di Makoto. Tu invece seguici senza fare storie, nessuno di noi si farà problemi a tagliare una testa di troppo di quelli come voi. Una rapida interrogazione ci aiuterà a far luce sull'accaduto. Febh grazie ad Aoda aveva forse un testimone chiave, e di conseguenza avrebbe potuto dare una mano a Makoto. Per Hebiko invece, non avrebbero potuto fare altro che attendere i risultati dall'ospedale.
     
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