Giochi di Potere. Parte II

Alto divertimento, alto rischio

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  1. Youshi2
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    ヤシミナタの日記

    Yashimata no nikki

    V

    Un mezzo sorriso si dipinse sulle labbra quando vidi lo sguardo del marinaio rivolto verso Utsubo. Mah... nulla di nuovo dissimulai calmo in un ghigno rispondendogli, era risaputo che le lame di Kiri fossero state spesso preda di ambiziosi ladri. Prime, tra tutte, quelle appartenenti ai sette spadaccini leggendari che erano distribuite nel continente e che, alcune di queste, avevo potuto vedere da lontano senza riuscire ad affrontare l'usurpatore o senza riuscire a toglierle dal loro cadavere. Ma era questione di tempo: Kotaro Tokugawa mi aveva tramandato il modo per rintracciarle, per farlo avrei dovuto mettere le mani su una di queste e poi seguire i passaggi che mi aveva detto. A distanza di diverse decine di anni, poi, avvenne un secondo furto di massa e solo nella storia recente, grazie al vincolo tra i due paesi coinvolti, si venne a sapere dell'implicazione dell'attuale Kokage a tutto ciò. Insomma, se da una parte non era una novità, dall'altra era sicuro che, se fosse realmente avvenuto un nuovo furto delle katane di Kiri, il villaggio avrebbe dispiegato e investito tutte le sue forze per ritrovare il ladro e renderlo un esempio.
    Per un attimo soltanto la bonarietà del marinaio lasciò spazio al vero volto del nukenin, la maschera crollò e si riformò in un battito di ciglia appena accettai la via dell'omicidio. Accettai il boccale di birra e brindai, non avevo nessuna intenzione di bere con lui, ma rifiutarlo apertamente avrebbe potuto creare un po' di maretta, per questo, dopo il brindisi, lasciai il boccale sul tavolo e ascoltai le parole di Mogen, piegando le labbra in un leggero sorriso.
    No dissi secco, guardando l'uomo con un'espressione calma e glaciale Voglio le prove che tu possa portarmi alla Città dei Morti attesi un attimo, cercando di studiare la sua espressione e conclusi prima di aspettare una sua risposta: Che tu sappia o possa portarmi fino all'obiettivo, non fatico a crederci. Mogen. Ma a me interessa la Città dei Morti, il tuo Saicokage è solo un mezzo per arrivarci, null'altro Non sarei stato transigente su quel punto. Se non era disposto a portarmici prima dell'avvenuto omicidio, cosa che mi aveva dimostrato non rispondendo alla mia richiesta, a mia volta non gli avrei fornito i miei servigi senza una prova che sapesse dove si trovava e che sapesse portarmici. E' una condizione indispensabile al raggiungimento dell'accordo, Mogen Chiarii un'ultima volta, abbassando una mano dal tavolo e appoggiandola sull'elsa di Utsubo.
    Se avessi ricevuto le informazioni che ritenevo necessarie, avrei fatto un cenno di assenso. Bene, allora indicami la via E così mi alzai, senza muovere la sedia e tenendo una mano sull'elsa della spada per evitare che sbattesse sul fianco. Dissimulai un sorriso divertito quando mi citò i cunicoli e i passaggi segreti di cui era a conoscenza, lasciai scivolare il discorso con poche parole, concentrandomi poi su ciò che potevo sapere e imparare dell'obiettivo.
    Le informazioni che mi rivelò furono diverse e interessanti. La prima questione - questa sì che allargò le mie labbra in un sorriso divertito e violento - riguardava il territorio entro cui avrei potuto incontrare la vittima: il suo laboratorio, nascosto nel territorio che apparteneva ai Quadri. Guardai con interesse Mogen, decidendo che avrei svelato in un secondo momento le mie carte, poiché iniziò a parlarmi dell'obiettivo. Saicokage era un genetista, il suo campo d'interesse principale era la sperimentazione su cavie umane e l'occulto. Non apprezzi l'ermetico fascino dell'occulto, Mogen? chiesi divertito, rincarando successivamente Sai a che tipo di culto si rifà l'obiettivo? Potrebbe essere utile saperlo avuta una risposta l'avrei lasciato riprendere il discorso, seguendolo lungo quella strana e mastodontica grotta. Mi informò allora che considerava improbabile che avesse una guardia privata, ma che era ugualmente un avversario difficile da sconfiggere anche per via dell'aura di terrore che lo avvolgeva. Malgrado Mogen non fosse entrato nei particolari, pensai subito ad un qualche tipo di genjutsu, conoscendo io stesso una tecnica illusoria molto simile alla descrizione del marinaio; quella sarebbe sicuramente risultata essere un'informazione utile, se fossi riuscito a entrare a contatto con il bersaglio.
    Arricciai il naso quando il fetore della botola svelata da Mugen mi investì. Portai una mano al naso, trattenendo lo schifo e poi la riabbassai rispondendo all'uomo e la sua velata frecciatina: Essere consci delle proprie capacità non significa sopravvalutarsi, Mogen diedi un'occhiata nel buco dentro cui mi sarei dovuto infilare Io sono un assassino e questo è ciò che so fare meglio conclusi alzando un sopracciglio pensieroso.
    Quando rispose alla mia ultima domanda rispetto al motivo reale per cui lo voleva morto, sorrisi muovendo il capo e dissi a mia volta Sai, forse mi hai involontariamente già risposto poco fa, Mogen il mio occhio cercò il suo sguardo e ripresi: Tu appartieni ai Quadri e hai assoldato uno shinobi, da poco ad Ame, per uccidere un uomo che si trova nel - che parole hai usato prima? Ah sì - nel regno dei Quadri un sorriso violento si allargò sul mio volto Una morte che consideri valere 15.000 ryo o la vittoria in non so quale tavolo da poker, il cui montepremi immagino sia pari o superiore al biglietto per l'attraversata alzai le spalle e poi le riabbassai: Come hai detto ci guadagnerai molto, lo considereresti lecito supporre che la morte di Saicokage - il quale immagino essere anch'esso appartenente ai Quadri poiché si rifugia nel loro territorio - potrebbe essere il tuo ascensore nelle gerarchie di questo Seme? scossi appena il capo Non me ne intendo molto, ma il sei non mi sembra essere un numero così elevato, no?

    Se la mia teoria si fosse rivelata corretta, avrei sorriso calmo. Allora diciamo che, se tutto dovesse andare nel migliore dei modi, conosceresti un nukenin di Kiri interessato ad entrare nei Quadri .
    Se la mia teoria non si fosse rivelata corretta, avrei sorriso calmo. Pensavo che la mia intenzione fosse corretta, ti avrei proposto un secondo accordo. Ma mi sbagliavo, Mogen

    Risposi a mia volta al saluto del marinaio con un cenno del capo. Quando richiuse la botola dietro di sé, presi da sotto al mantello la mia maschera protettiva e la indossai, era ovviamente priva del simbolo di Kiri e completamente nera. Quindi abbassai il baricentro e, facendo uno sforzo per ignorare l'odore pungente di quel luogo, avanzai con la massima attenzione. Non dovetti camminare più di una trentina di metri, alla fine del condotto infatti vi era una botola che si apriva sul soffitto di un corridoio in parte crollato. Feci capolino dall'entrata solo con la testa, osservai quel luogo che apparentemente sembrava deserto e senza pericoli. Riflettei, infine, sul fatto che quella missione era diversa dalle altre a cui avevo partecipato: ero solo. Non vi era alcun ninja di supporto, nessun alleato che potesse darmi man forte o curarmi a dovere nel caso fossi stato in difficoltà. Se questo, da una parte, mi esponeva ad un pericolo maggiore, dall'altra mi permetteva di agire con la massima libertà, ovvero di esprimere il mio potenziale senza una zavorra troppo lenta o impacciata nel muoversi silenziosamente. Un fattore, questo, che avrei dovuto sfruttare pienamente, bastò allora una briciola di chakra per assorbire la mia ombre e fondermi con quelle che dominavo quel luogo per diventare una di esse. [Slot Tecnica - Movimento Oscuro lv II] Quella non sarebbe stata l'unica precauzione che avrei preso, infatti, nuovamente ricorrendo al chakra, avrei creato delle patine adesive che mi avrebbero permesso di muovermi serenamente in verticale o in orizzontale ignorando la forza di gravità. Così, alla stregua di un ragno, sarei uscito dalla botola fissando il mantello alle vesti in modo che non oscillasse e non rivelasse la mia posizione. [Controllo del Chakra Adesivo]

    Camminando sul soffitto o sulle pareti uscii da quel corridoio tenendomi alla mia sinistra che, se avessi avuto dei punti di riferimento, avrei saputo essere verso Sud. Dopo non molti metri si aprì uno spiazzo con una porta, mi spostai dal soffitto ad una parete in verticale per poter osservare con più attenzione quell'ambiente e studiarlo in cerca di trappole. Non avendone scorte, mi sarei avvicinato verso la porta rendendomi conto che dei sigilli e dei fuinjutsu la proteggevano: sull'anta, infatti, vi erano delle frecce luminose a puntare i quattro punti cardinali e una quinta al centro di quella che sembrava essere una fedele rappresentazione di una bussola. La loro luminescenza mi fece facilmente intuire che sicuramente quella cosa era attiva e che, quasi sicuramente, era una sorta di meccanismo di difesa. Di fronte alla porta, poi, vi era un fuinjutsu la cui mia totale ignoranza in materia non mi permetteva di comprendere. Non avrei tentato di toccare la porta, non prima di essermi assicurato un qualsiasi indizio per capire quel sistema di sorveglianza, allarme o difesa che fosse.
    Decisi allora di proseguire, sapendo che sarei dovuto tornare sui miei passi e, per evitare di perdermi in quel dedalo di cunicoli, decisi di applicare una semplicissima strategia: scoprire i limiti di quel luogo e poi addentrarmi verso il centro. Notai allora, seguendo la parete o muovendomi lungo il soffitto, che mi trovavo in una enorme sala a base circolare nel cui centro spiccava quella che sembrava essere una statua imponente. Le gettai uno sguardo interessato ma altrettanto rapido, essendo deciso di seguire il mio piano per non perdermi. Seguendo il limitare della sala e osservando gli anfratti, scorsi qualcosa che mi attirò e mi convinse a fermarmi per studiarlo meglio.
    Una palla di vetro, il cui materiale bianco all'interno - molto simile a del fumo - si muoveva inspiegabilmente, era stata posizionata in un buco nella parete e, vicino ad essa, vi era una targhetta, raffigurante i quattro semi di Ame, che riportava la scritta "Banditi io vi comando: pagate il giusto prezzo". Strinsi i denti, nuovamente mi trovavo di fronte a qualcosa che non sapevo come interpretare. Se la porta di prima sembrava un puzzle che richiedeva che alcuni elementi venissero posizionati, quest'ultimo elemento - la sfera - sembrava un indovinello. Tutto, pensai, stava nel individuare il giusto conio. Era risaputo che ad Ame tutto girasse intorno ai soldi, ma non sembrava esserci nessuna fessura dove poter infilare dei soldi. Potevo escludere, dunque, fosse quella la moneta con cui pagare il giusto prezzo. Riflettei ancora un attimo, cercando di vagliare le poche informazioni che avevo sull'obiettivo: era un genetista e amava lavorare con cavie umane vive. Che richiedesse un pagamento di sangue, testimonianza della presenza di cavie da offrirgli? Stavo procedendo completamente alla cieca e forse ero arrivato, proprio per questo, ad una risposta così banale, ma decisi comunque di percorrerla. Impugnando uno dei miei coltelli da lancio, incisi la mia pelle, lasciando cadere qualche goccia di sangue sulla sfera, aspettando un qualsiasi tipo di reazione, mentre mi fasciavo il dito appena ferito.

    Proseguii lungo la parete, trovando una rientranza che formava un corridoio. Mi inoltrai vedendo qualcosa di interessante, ma che non riuscivo a comprendere, verso il fondo. Salii il muro in verticale e mi posizionai sul soffitto dopo aver preso qualche sassolino da terra, quindi mi avvicinai con molta attenzione sia a non provocare rumori sia a quelli che mi circondavano. Arrivato nei pressi dell'entrata, potei notare una strana stanza con una sorte di vasca chiusa al centro di un liquido malsano. Lanciai un primo sassolino verso l'entrata della porta, attesi con il fiato sospeso l'effetto di quel mio lancio: il rumore di uomo di guardia, il sibilio di una trappola che scatta. Se non avessi percepito nessuna delle due cose, ne avrei lanciato un secondo, verso quel liquido malsano e avrei osservato la reazione del sassolino. Ancora una volta, se non ci fossero stati segni evidenti di trappole o guardie, avrei fatto capolino dall'architrave e avrei provato ad infiltrarmi all'interno della stanza per poterla studiare meglio e da più vicino.

    [Percezione: 9]
    [Furtività: 7,5 +?]
     
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66 replies since 23/2/2023, 12:27   2707 views
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