Il Ritorno dell'Akuma

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  1. leopolis
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    Il Volto Del Tennin



    "Nei tempi antichi, quando il Cielo e la Terra non erano tagliati e lo Yin-Yang non era diviso, il miscuglio del Tutto era come un uovo di gallina, scuro, e conteneva un germoglio che poi si aprì. Dallo stesso la pura luce si diradò e divenne il Cielo. Il pesante fango rimase bloccato e divenne la Terra.
    Fu così perché l'unione-coagulazione del sottile e dell'eccellente avviene facilmente, l'ispessimento-indurimento del pesante e del torbido è difficile. Pertanto, in un primo momento venne creato il Cielo, e la Terra è diventata in seguito. E poi le divinità nacquero tra loro.
    Si dice che in principio, quando avvenne la divisione tra il Cielo e la Terra, il firmamento nuotasse e si muovesse, come un pesce che gioca sulla superficie dell'acqua. E poi qualcosa sorse tra il Cielo e la Terra. Nella forma assomigliava a un bocciolo di canna. E si è trasformato poi in una divinità. Il suo nome è Ame-no-Minakanushi-no-Kami.
    Poi apparve Takamimusubi. Quindi - Kamimusubi. 
    Insieme - tre divinità." 

       

    Capitolo I° - Il Nero più Profondo


    Lo vidi.
    Nell'oscurità, nella notte. Lo avrei visto nella Nebbia. Né notai il colore. I raggi dorati che tagliavano le tenebre. Notai il suo sguardo. Il lume che ne usciva. Vidi il bagliore alle sue spalle. Il Bello assoluto. La Magnificenza. Il Dio degli Astri che da solo brillava come una Stella. 

        
    Lo Splendente... - pensai guardandolo, macchia di Luce in mezzo al Nero. Non era forse lui... il Brillante? La Stella che fungeva da Faro? Quella che gli altri seguivano per nuotare nella sua beatitudine? Il Re che sedeva su una montagna di Ombre. I teschi dei nemici ai suoi piedi; i cuori degli avversari gettati al lato del trono. 



    Ebbi un attimo per guardarmi intorno. Un momento in cui potei scorgere il buio ovunque al di fuori e dentro di me. Non vedevo nulla. Nemmeno i miei occhi, gli occhi di un Akuma, riuscivano a perforare l'Oscurità. D'istinto, mi portai la mano verso la testa. Gli occhi per vedere; le orecchie per sentire. La lingua per parlare. C'erano ancora? O me le avevano sottratte? Rubate? Come molti anni prima? Da un Kage ingordo, assetato di sangue, testardo... Malvagio? - Umano... - Sentii la voce diffondersi tra le tenebre. "Umano" - mi ripetei nel più Profondo Nero e capii che persino le stesse parole, i suoni già sentiti, furono mangiati. Divorati dal Vuoto. Perché nel Vuoto ero. E il vuoto regnava intorno a me. E solo lei era lì. La Luce. L'unica Salvatrice.

      
    Chiaro. - Dissi fra me e me abbassando lo sguardo. Certo. Me lo ricordavo. Il Tradimento. Non il primo. Non il secondo. Il Costante. La continua Bugia. Non mi ci volle molto per collegare ciò che vedevo davanti, con quello che era successo.  - Capito ora.
      
    Era successo prima. Me lo ricordavo. Il Tradimento. Il mio errore. Fidarmi del suo volto angelico. Di quella voce che sembrava buona. Di quegli occhi puri. Ecco dov'era il mio errore. Fidarmi di lui. La Fede. Il Credere. Il Fidarsi. Ascoltare la sua voce. Seguirla. Credere nella sua Bontà... - Maledetto di un Nara... - Me lo ricordavo ancora. Come mi avesse chiesto di andare oltre. Di tornare nel villaggio che amavo più di ogni altra cosa al mondo. "Insegnare le arti ninja alle nuove generazioni". Ci avevo creduto, alla fine dei conti. Maestro d'illusioni che cadeva vittima di una bugia. Indossare una nuova maschera. Diventare un altro. Diverso. Portare la pelle falsa...

    Successe dopo. Probabilmente per ordine del Nara stesso. - Che sciocco che sei... - Sentii il sussurro dal Nero più Profondo. Certo. Aveva ragione. Ero stato sciocco. Scoperto. Come un Cavallo colto da una Pedina. Ci avevo creduto! Incredibile. Come ero riuscito a farlo? Credere alle parole di un ninja della Foglia messo a capo della Nebbia dopo chissà quale strano intreccio? - Bella giocata Itai Nara... - Mossa giusta. Al momento giusto. Tanta falsità. E un piano preciso per eliminarmi. Lungo. Dettagliato. Non senza l’ausilio di 3 traditori della Nebbia. Anche loro pedine che il Nara aveva usato. Probabilmente. Manipolato. Sottomesso al proprio volere. - Maledetto... - Umano... - Sentii il sussurro.

    Nel Nero più Profondo le ombre sembravano addensarsi. Raccogliersi. Cambiare. Mutare. Erano quelli i prodromi di una nuova storia? La nascita di un Universo? Il mio sguardo non riusciva ad andare oltre. Notava solo una testa. Avvolta anch’essa dal Nero. Con gli occhi spalancati. Strinsi i denti. Serrai i pugni.

    Prendimi... - sussurrai al Buio della Notte. Lo desiderai. Volli che mi prendesse davvero. Vidi i suoi tentacoli. Percepii la sua energia. I fili d’oscurità partire verso di me. - Prendimi, - sussurrai al Nero più Profondo. - Prendimi e non lasciarmi.



    Eccomi. - La forza oscura. Non era forse quello che avevo bramato? L'essere forte per il bene di Kiri? Sempre pronto a sacrificarmi. A essere altruista. A tornare e vestire maschere per il villaggio. Ed era con quello che mi avevano ripagato, in fin dei conti? Con una testa rotolante sulla terra?.. Allungai le braccia ai lati. Sì. Volevo l'Oscurità. La volevo più di ogni altra cosa. - Lascia che io sia il tuo strumento. - Vidi la nuvola avvicinarsi. Il Nero più Profondo diventare Carne; l'Oscurità diventare Parola. Caos diventare Forma. Sentii il suo respiro. Il suo sospiro. Vidi i suoi occhi. E mi sembrarono i miei. 

    Asmodai? - Domandai. Quasi ci speravo. La voce del Demone nella mia mente. Il richiamo di un vecchio amico nello spirito. O era morto pure lui? Dissolto nell'etere? Perso nel vuoto? Non ottenni risposta a parte il silenzio: il Demone che era sempre con me ora era sparito. Assente. Andato. Non lo sentivo. Non lo percepivo. Udii, però, un'altra energia dentro. Una vibrazione. Energia. Sangue. Odio. Violenza. - Asmodai? - chiese e sorrise. Ammirai la sua voce. Era fredda. Divertita. Bassa. Energica. Divina. In fin dei conti, Buia. - Chi sei? - Domandai percependo il suo freddo propagarsi ancor oltre. Uscire dai confini. - Non c'è nessun Asmodai. E non c'è posto per il Seme degli dèi inferiori. - rispose. - Sono Amatsu Mikaboshi-no-Kami, - spiegò. - E voglio gettare il mondo in un Pozzo di Odio e Disperazione.




    Sorrisi.

    Odio. Disperazione. Malattie. Fame. Povertà. Un universo di Violenza. Morte. Sofferenza. Dolore. Molto Dolore. Dolore fisico. Dolore psichco. Dolore spirituale. Dolore animico. Dolore oscuro. Dolore Infinito. Sì. Era ciò che si meritava Itai Nara. Era ciò che si meritava il Mondo. Ero ciò che si meritava Kiri. Dolore. - Per troppo tempo sei stato imprigionato nel Nero più Profondo. - Dissi poco prima di sentire qualcuno vicino a me. Una voce che sembrava essere me stesso. - Il mirabile Senji Akuma. Kage della Nebbia. Per quanto? - Si prendeva gioco di me?.. - Seinji Akuma... Sì. Era proprio così che mi chiamavano prima del Tradimento. Primma di svelare la Bugia. Che nome sciocco! Che nome umano! - Si sono io. O meglio tu sei me. O lui è noi. Difficile dirlo. L'unica cosa certa è che io sono la versione più forte di tutti e tre. - Non risposi, ma guardai. Vidi altri Me. Altre versioni di Seinji Akuma. Il Me Vecchio. Il me demoniaco. Il me tradizionale. Legato ai villaggi. Alle persone. Alle emozioni. Alle promesse. Alle parole. Soprattutto legato alla Morale. Alle regole. All'Etica. - Voi? Voi siete la brutta copia. Una ridicola imitazione. Voi siete la versione peggiore di me. La versione involuta di me. La versione sunese di me. Siete... Ridicoli. Inferiori. Obsoleti. - Tagliai secco notando i due me partire all'attacco.

    Davvero pensavano di potermi fare qualcosa? Pensavano che fossi... Stupido? Dopo tutto quello che la Provvidenza aveva fatto PER ME?.. Ghignai. Ero lento. Molto più lento di come fossi abituato. Eppure... Sentivo ancora il chakra. Lo percepivo dentro. Chissà se fossi stato in grado di usarlo?.. Lo diressi, rapido, verso le gambe. Notavo il loro movimento sapevo dove puntava. Il [chakra] affluì laddove doveva. Lo sentii nel bacino e ancora prima che i due ME potessero colpirmi, mi spostai all'indietro di 75 centimetri, facendo mancare il loro colpo della stessa misura. [1° Slot Difesa]



    Me lo ricordo, - dissi. - Mi ricordo come si fa. Le mani iniziarono a comporre i sigilli da sole, il tutto mentre sentivo ancora la sua voce. La voce di Seinji. La mia vecchia voce. La voce errata. La voce falsa di chi vestiva le maschere. - E tu eri il figlio mirabile. E tu eri la nostra speranza. E tu dovevi essere il più grande tra gli Akuma. Perché proprio tu? Perché proprio io? Perché noi? - Perché. Perché?! Perché! - Perché il Bene è una Bugia. - Le mie dita finirono per [comporre i sigilli - ST e STA - Azione Rapida]. Se tutto avesse funzionato, se la Provvidenza aveva lasciato le mie abilità con me, un Velo di Nebbia sarebbe apparso nell'Oscurità e l'altro me, il vecchio me, il Peggior me, il me sunese, si sarebbe ricordato di quel che io, lui, noi eravamo capaci di fare.
     
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