Il Volto della Malattia

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  1. leopolis
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    Il Volto della Malattia


    Post 3 - Il villaggio nascosto




    Grazie alle informazioni fornite dal vecchio, che si era addormentato fortemente sotto l’albero e sembrava poco, ma sicuro, che nessuno l’avrebbe risvegliato, il trio di ninja accademici poté stilare una prima versione del piano. Certo, come disse il più esperto tra loro, esso doveva restare comunque flessibile e il piano doveva adattarsi a varie situazioni, perché nonostante la mole fornita dal vecchio, di sicuro c’erano cose che erano rimaste sconosciute.


    [Youshi-kun]



    D’altro canto, come capire se un piano avrebbe funzionato o no? Tanto valeva metterlo in atto e così fu. Sicuramente, il più agiato tra loro, quello che si sentiva nel suo habitat naturale in quella missione, era Youshi. Egli si mosse rapido e leggero, come un’ombra coperta dalla notte; un vero ninja, che sembrò fondersi con il Nero stesso fino a diventarne una parte.

    Per lui andò come preventivato: il ninja oscuro, di materia nera fatto, entrò nel villaggio da Sud-Est. Non venne visto nessuno, perché nessuno lì aveva le capacità per scovarlo. Inoltre, non sembrava nemmeno che vi fossero stati posizionati ninja con capacità di percezione del chakra tali da scoprirlo… Altrimenti, già prima, quando Kairi si era avvicinata al villaggio con l’intenzione di “sondarlo”, sarebbe potuta finire male. Comunque fosse, il suo lancio di sasso non provocò quasi nessun risultato. Solo una guardia volse lo sguardo da quella parte, fece un cenno con le spalle e continuò il suo giro di ronda.

    Così Youshi poté fare ciò che aveva pianificato, senza alcun problema, senza inciampare in ulteriori trappole, e senza alcuna grande difficoltà a sbarrargli la strada.

    [NOTA]



    [Hideo e Kairi]



    Gli altri due scelsero un’opzione diversa. Kairi prese le sembianze del dormiente Suiboro, mentre Hideo… Beh, Hideo rimase Hideo. Così i due si avvicinarono al portone e bussarono. Dall’altra parte sentirono dapprima un mix di voci, che s’interruppe rapidamente. Di certo non si aspettavano delle visite. Non a quell’ora, poi. Percepirono prima dei passi e poi videro il portone aprirsi.

    Dall’altra parte il nostro duo accademico composto da attori vide 3 figure: uno era biondo, alto e magro; uno era moro, grasso e basso; uno aveva una cicatrice in diagonale sul volto, un occhio solo (al posto dell’altro c’era, letteralmente, il vuoto) e un’alebarda, mentre gli altri due avevano due balestre già cariche.

    - Uhm… - Disse il tizio con la cicatrice guardando i due nuovi arrivati. - Suiboro? - Domandò.
    - Tua moglie… Ti cerca, - disse il biondo abbassando la balestra, come se avesse appena percepito la scomparsa del pericolo.
    - Di nuovo sei andato via… - Constatò il moro scuotendo il capo. - Il Sommo già ti aveva detto di non farlo… E tu lo fai sempre. - Abbassò la balestra anche lui.
    - Non gli hanno fatto il Dono… - Scosse il capo il tizio con la cicatrice per poi grattarsi il culo con la mano libera dall’alabarda.

    Quando il fake-Suiboro presentò il nuovo amico e decise che era arrivato il tempo di fargli vedere il villaggio, il tizio a capo di quella compagnia si annusò il dito, gli si pose davanti e gli sbarrò la strada con l’arma.

    - Fermi! - Ululò irritato. - Hmm, - constatò poi portandosi una mano al mento. - Che voce strana… - Sussurrò per girarsi verso i suoi 2 compagni. - La sentite?.. A me sembra troppo… alta… O cosa… I maschi non parlano… Così. -
    - Ma lui è vecchio, - aggiunse il biondo. - E beve… hehehe… -

    Il parlecchiare caotico del fake-Suiboro non cambiò la situazione in nessuna direzione. Vedevano dinnanzi a sé il vecchio che conoscevano tutti e 3, come sovviene in un piccolo villaggio in cui tutti si conoscevano a vicenda, ma soprattutto il tizio con la cicatrice non era convinto di quello che sentiva. Gli altri due, invece, lo guardavano straniti, quasi come per chiedersi che cazzo stesse dicendo.

    [NOTA]

    - Hmm… - Scosse di nuovo il capo il tizio con la cicatrice. - No… La ascolto da 10 anni… la cazzo di voce di Suiboro… la so a memoria… sento puzza… E non è la vostra… E nemmeno la mia… - Si grattò il culo di nuovo.

    Non sembrava comunque convinto, quello che era il capo del trio. Ma se da una parte c’era il duo di attori che non avevano le competenze adatte per esserlo, dall’altra parte di certo non c’erano dei geni in grado di scovare totalmente dei malfattori.

    Alla fine, il capo prese la decisione che gli parve la più saggia:

    - Perquisitelo. Poi portatelo… prima dal Sommo… e se va bene, da sua moglie… O il contrario... Che lo cerca da ieri… -

    Il biondo, quindi, avrebbe puntato la balestra proprio verso il centro del petto del fake-Suiboro, mentre il moro e grasso avrebbe iniziato a mettere mani. Sbruffando. In maniera disattenta. Senza capire il perché e come e dove. Avrebbe toccato leggermente le caviglie del fake-Suiboro, quasi come per capire se non ci avesse dei pugnali, poi una toccatina sotto le ascelle e infine un movimento superfluo, quasi come una carezza, sulle tasche.

    - Niente, - avrebbe dunque sentenziato. Ma, a essere sinceri, anche se Kairi avesse voluto portarsi in tasca un elefante, lui non lo avrebbe comunque trovato. Semplicemente non era interessato a “palpare” un vecchio. Se avesse saputo che quello era tutt’altro che un vecchio… Beh, tutt’altra storia!

    Lo sguardo del cicatrizzato quindi si sarebbe posato sull’altro. Il “Proselite”. Questi sembrava “normale”, per quanto normale si poteva essere da quelle parti. Tuttavia, era nuovo. E quello era un problema. Perché il nuovo era venuto in un villaggio “chiuso”, che ormai per molte settimane era rimasto isolato e fine a sé stesso, in cui nessuno entrava e da cui in pochi uscivano. E poi era accompagnato da un Suiboro che aveva qualche evidente problema con il timbro vocale.

    - Commerciare? Qui?.. Ma qui… Nessuno lo fa… da mesi… Hmm… Di dove sei? - Avrebbe domandato grattandosi la testa pelata. Il Sommo stesso aveva detto che prima o poi il Culto sarebbe diventato famoso in tutto il Continente… ma così presto? E, poi, dove diavolo lo aveva raccattato Suiboro? In quale Taverna, di là, oltre le mura?

    - Non so se il Sommo permette ai nuovi di entrare… nella comunità… Siamo speciali… Unici… E poi… Non si commercia qui… Tutto quello che ci serve… c’è già… - Avrebbe detto indicando il villaggio. - Siamo perfetti noi… - Avrebbe sorriso. - Le regole sono semplici: se vuoi stare con noi… puoi diventare una Guardia del Sommo… come noi 3… - Ridacchiò guardando gli altri due. - Insomma… soldati eltiari… elatiari… eltari… elisiatari… o come cazzo si dice… - Sìsì! - Aggiunse il biondo con un enorme sorriso stampato in faccia. - Oppure puoi… accettare il Dono... Tra l’altro… la messa è a mezzanotte. [Non fra molto.] -

    - Penso che dobbiamo portare dal Sommo anche lui… - Avrebbe aggiunto il moro dandosi una grattatina al culo anche lui prima di perquisire Hideo. Lo avrebbe fatto con un’attenzione ancora minore. A malapena si sarebbe piegato per toccare le gambe, poi il petto, una carezza sulla schiena e via. - Dovrebbe ricevere il Dono… - - Il Dono… - Avrebbero aggiunto gli altri due agitando la testa quasi al contempo. - Se non sei una Guardia, prendi il Dono… Vero Suiboro? -

    - Mi sa che lo prendi… sempre… anche se sei speciale… come noi 3… Ma di meno… Capisci? - Avrebbe chiesto il cicatrizzato grattandosi questa volta la pancia, ma senza ottenere risposta.

    Insomma, se si aspettavano di trovare al portone 3 coglioni, di sicuro era andata male, perché di coglioni c’è ne erano solo 2. Alla fine dei conti, c’era un motivo per cui alle Guardie del Sommo era permesso non frequentare le liturgie. E nessuno sano di mente avrebbe realizzato una fortezza ponendovi delle Guardie nello stato mentale di Suiboro… A meno che quel qualcuno non fosse stato un tizio a cui piaceva perdere le battaglie, le fortezze, la vita e tutto il resto.

    E ora tutti e 3 dovevano decidere cosa fare.

    Youshi, se aiutare i suoi compagni o no.

    Hideo e Kairi, come agire. La situazione per loro era strana: si trovavano dentro al villaggio, a pochi passi dal portone. Vedevano puntate contro di loro le balestre delle due guardie, che ormai li guardavano con fare poco attento, ma avevano anche attirato le attenzioni di altri [soldati lì presenti,] che ora li scrutavano con fare curioso, sebbene non minaccioso. E se molti conoscevano Suiboro, lo stesso non si poteva dire per Hideo, il “Nuovo”, che richiamava su di sé la maggior parte delle attenzioni delle Guardie lì presenti per pura curiosità.

    Proprio lui, ancor più che il fake-Suiboro, era ora sotto la luce dei riflettori e non si poteva che non vi fossero sguardi nervosi, tesi, arrabbiati verso di lui.

    - Su… muovetevi… andate… - avrebbe detto il biondo mettendosi dietro al fake-Suiboro, con la balestra semi-abbassata, mentre il moro, con la sua balestra, si sarebbe messo dietro a Hideo. Anche lui con la balestra quasi totalmente abbassata, che puntava il terreno. - Vedrai… il Sommo… ti piacerà… straniero… è un miracolo vivente! Miracolo! - - Miracolo… vero… - fu d’accordo il biondo. - Miracolo... dei Miracoli! -

    A quel punto la scelta era nelle loro mani. Accettare la camminata? Dividersi? Tornare indietro? Fare casino?

    Infinite erano le possibilità e infinite le strade di Dio.

    [NOTA]



    Edited by leopolis - 16/11/2023, 14:03
     
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