Tra le Ombre del Baratro

[Evocazione Seinji]

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    Tra le Ombre del Baratro

    I: La Soverchiante Porta Oscura



    Chissà cosa passava nella mente di quel ninja.. da poco risorto e già sembrava sbattersi più del dovuto per raggiungere il suo scopo ultimo. Pian Piano stava raccogliendo i tanti pezzi che gli sarebbero serviti per attuare i suoi piani che alcuni potrebbero additare come malvagi ma alla fine.. cosa è realmente malvagio in un mondo come questo? Per qualche oscuro motivo l'Akuma risorto si trovava alla presenza del luogo che lo avrebbe condotto, ancora più profondamente verso quel richiamo che costantemente sembrava spingerlo ad andare avanti. Come ci era arrivato li? e come aveva trovato quella chiave che aveva in mano, arrugginita e di grandi dimensioni ma anch'essa nera come la pece? come si era ritrovato nel continente dei demoni a Cantha? Io quest'oggi sono qui per raccontarvi la storia di un Ninja che volle sfidare la sorte mettendosi alla prova nei nostri regni, un Ninja abbastanza stupido da aprire L'enorme portone che lo avrebbe potuto condurre al cospetto di pericoli e difficoltà.. ma anche di enormi ricompense e tesori.. Tutto sarebbe dipeso dalle sue scelte e, una molto importante, sarebbe stata quella di aprire o non quel passaggio, ora bloccato da acciaio freddo e scuro, capace addirittura di attrarre a se la luce e spegnerla come se mai fosse esistita. [Nota di Benvenuto]

    [Intanto.. in qualche luogo sconosciuto ai più..]



    Mai avrei pensato di dirlo ma un po' mi mancano gli umani sai? la loro avventatezza, il loro piacere a rischiare il tutto per tutto per qualcosa di ancora ignoto.. il mio interesse per loro è sempre stato molto alto.. tu cosa ne pensi Hikarin? Una grande figura antropomorfa di non ben nota fattezza si spostò velocemente fine a raggiungere un tavolo sospeso in aria, in un luogo ove le leggi della fisica sembravano essere parecchio.. diverse da quelle che conosciamo. Su forza, non essere timido.. dopo trecento anni di servizio mi aspetto almeno che tu sappia rispondere ad una semplice domanda diretta del tuo padrone.. con quello che poteva sembrare un braccio la figura avrebbe preso dal tavolo una tazzina in cui una teiera stava versando del liquido che iniziò a fluire nell'aria una volta rimosso il recipiente dal flusso.Neanche oggi eh.. certo.. speravo durassi di più che soli cinque anni.. la tua razza è debole, inferiore.. ma divertente.. non mi dispiacerebbe averne un altro come te sai? La figura si avvicinò ad una sedia, anch'essa sospesa nell'aria fluttuando sul posto e girata a testa in giù, ove sembrava esserci seduta.. o per meglio dire bloccata, una forma umanoide. Mi piacerebbe molto qualcuno in grado ancora di parlare.. con te ormai ci si stanca facilmente una luce rossa, derivante dagli occhi della creatura antropomorfa, illuminò flebilmente la sedia, lasciando apparire ciò che era bloccato su di essa tramite delle corde di acciaio di colore ebano. Si trattava di quello che rimaneva di un corpo umano completamente avviluppato dalla putrefazione e con ormai parte dello scheletro in bella vista.. quell'uomo era stato consumato dal tempo, probabilmente morto parecchi anni addietro. Su ciò che rimaneva della sua carne si potevano distinguere ancora alcuni segni distintivi di quello che era un tempo ma non abbastanza per identificarne una provenienza o qualche tratto caratteristico. L'attenzione della creaturà però si spostò velocemente verso uno specchio posizionato sul muro opposto, con al di sotto una scrivania con una regale poltrona posizionata proprio sotto l'enorme specchio. Senza produrre rumore alcuno, la figura, si avvicinò ad esso e guardò l'immagine al suo interno che, per qualche motivo, non era il suo riflesso bensì un umano con, tra le sue mani, una chiave scura. Soren! la sua voce risuono per tutta la stanza e dall'esterno di quella che poteva sembrare una finestra un volatile si palesò, altrettanto silenziosamente, andandosi ad appoggiare ad un balconcino. Ordini mio signore Stolas? La creatura antropomorfa si palesò alla flebile luce lunare che sembrava entrare da quella grande finestra, mostrandosi in tutta la sua figura.



    Oggi potrebbe diventare un giorno molto speciale. Potremmo finalmente avere un nuovo visitatore dopo trecento anni. Va, dai il benvenuto al nostro nuovo.. "Amico". la creatura appena arrivata spiccò il volo verso l'esterno, dileguandosi come era arrivata, lasciando solo nell'aria le sue ultime parole. Sarà fatto padrone, ogni suo desiderio è un ordine per me.

    [Tornando a noi..]



    Dentro di me mi chiedevo, ancora una volta, come avessero trattato Kimiko i suoi rapitori. Era uno dei pensieri che più mi spaventava perchè ogni volta che mi tornava in mente quel pensiero riuscivo solo ad immaginare cose orrende che mi portavano persino a chiedere se quella mia ricerca ormai non fosse niente di più che l'ultimo saluto alla mia amica, prima di scoprire la sua morte. Basta pensare a queste cazzate! è l'ora di muoversi. colpii con i palmi della mani le guance in modo da risvegliarmi da quel brutto sogno. Mi trovavo in un luogo per me completamente estraneo, una delle isole a sud ovest di Kiri, molto vicina ad un continente ormai perduto da tempo. le uniche informazioni che avevo era una flebile pista trovata grazie alle mie ricerche in quel di Kiri che mi avevano portato a pensare di poter trovare qualche indizio su Kimiko in questo luogo sperduto. La nave che mi aveva portato qui si era mossa veloce ma, nel momento in cui la nebbia di Cantha si era fatta visibile, aveva rallentato di molto la sua marcia fino a fermarsi ad una buona distanza da essa, l'ultima isola prima di quel grande muro che non permetteva a nessuno di entrare o uscire. Non ero li per quel luogo così oscuro e ignoto per ora ma la sua vista mi colpì molto. E se lei si trovassi all'interno? no..no.. nessuno può avventurarsi in quelle terre, tutti lo sanno. Non fu difficile entrare nel villaggio di pescatori e iniziare le mie ricerche che mi portarono a scoprire di un antica leggenda, un luogo dove gli "Osservatori" risiedevano ma che nessuno era mai riuscito a trovare. In più notai anche un uomo che attirò la mia attenzione, sembrava, come me, essere una persona completamente al di fuori ed estraneo al villaggio e di conseguenza decisi di provare a capire cosa ci facesse anche lui in quel luogo. Dopo poco tempo mi ritrovai ad osservarlo dalla distanza, anche tramite Bianca, la mia aquila, in un luogo parecchio inusuale.. Era davanti ad un portone del colore dell'ebano, inciso con parecchi disegni e scritte. Cos'è questo posto? devo trovare questi Osservatori.. magari loro sapranno qualcosa.. forse dovrei presentarmi a quella persona e chiedergli aiuto? Non sapevo se Seinji avesse già scoperto il mio pedinarlo con le sue capacità ma la voglia di farmi avanti era molta.. chi avrebbe preso l'iniziativa per primo? [Note]




    Edited by Kaystar - 30/4/2024, 14:33
     
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    In lungo e in largo avevo viaggiato durante la mia vita terrena e non solo quella. La Provvidenza mi aveva portato su vari continenti, a scoprire di miniere e di covi nascosti. Eppure, in quel mondo esistevano ancora posti in cui non avevo messo piede. Luoghi da cui la Provvidenza aveva deciso di tenermi alla larga, limitandosi ad accompagnarmi, quasi come se fossi soltanto un piccolo omino, solo in quei luoghi che da diversi punti di vista si potevano considerare tra i più sicuri in assoluto. Ma ormai mi ci ero abituato: la Provvidenza mi guidava, la Provvidenza mi aiutava e mi metteva alla prova.

    Essa apriva le porte; sfilava le cuciture.

    Lei guardava.

    A Lei mi ero sottomesso e non potevo fare passi al di fuori da quel sentiero che gli Antichi avevano stilato per me. "Quid pro quo", - aveva detto qualcuno e dopo un po' era diventato quello il motto della mia vita. Di nuovo la Provvidenza mi permetteva di respirare, ma io non ero diventato nient'altro che uno strumento nelle Sue mani. Una specie di accessorio, il cui fine ultimo era solo quello di creare Porte tra i mondi. D'indagare nel Vuoto così profondo e così oscuro che mi sarei potuto perdersi tra i migliai di volti e di anime.



    Il Suo Richiamo venne da sé; la Sua voce la sentii nell'ombra, mentre si diffondeva tra i vicoli oscuri di Ame perdendosi tra la pioggia e le gocce di sangue. Erano le stesse vibrazioni, come dei sussulti nei tessuti che cucivano l'Universo intero. Il Richiamo... beh, avevo imparato ad amarlo. Quella voce mi era diventata più dolce del miele. Quelle basse vibrazioni, nascoste da qualche parte nel vuoto, come sintomo portatore della Sua voce.

    La Sua voce era tutto. Era il suo comando. Il suo controllo.

    Un ordine diretto.

    La vidi tra i paesaggi di Ame, dove il Caos era diventato solido come un coltello, come una realtà, quel portone oscuro, ricco di energie e di memorie. Dove l'Oscurità, finalmente, prendeva forma nel suo Essere più primordiale. Dove l'Oscurità sussurrava cose. Indicava Vie.



    A me non rimase molto altro da fare che seguire i passi destinati a me in quel che poteva rivelarsi un viaggio alla scoperta dell'Abisso e io, - come ormai ben sapete, - l'Abisso lo amavo. Esattamente come amavo il Vuoto.

    Era tempo di entrare nel Caos. Tempo di diventarne parte. Tempo di fondersi con lo stesso. Diventare di Oscurità. Più oscuro degli Oscuri. Più Antico degli Antichi. Di cui il Volto ancora mi portavo nelle memorie e che ancora mi spingeva in avanti.

    [...]



    Una nave. Non che non avessi mai vista una, ma... La vita a Kiri mi aveva insegnato ad apprezzare particolarmente quell'invenzione dei mammiferi che avevano spopolato su quel pianeta.

    - Non ami le navi, Seinji? - Sentii di nuovo la sua voce. Lo Spettro che gli Antichi avevano inviato per assistermi durante quel viaggio terreno. Faceva sempre così, Ryuk. Compariva quando più lo aggradava.



    Non avevo dubbi che i suoi occhi fossero di nuovo posati su di me. Che ogni mio passo, ogni mio respiro, venisse seguito con cura quasi maniacale.

    - Le creazioni di questi animali sono divertenti, Ryuk, - sussurrai guardando lontano quel relitto. La costruzione che aveva deciso di soffermarsi lontano dalle nebbie. - Ma sono troppo... prevedibili. Razionali. -

    Non sapevo ancora cosa fossero le nebbie che vedevo in lontananza. O cosa si nascondeva dietro le stesse. Ma l'unica cosa che vidi fu la scomparsa della Porta dietro di me.

    - Il Portale si è chiuso, - sussurrò lo Shinigami mentre io feci spallucce. Non che me importassi qualcosa: avevo viaggiato in lungo e in largo sul Continente e non erano affatto molte le cose che avrebbero potuto in qualche modo spaventarmi. Non di sicuro la scomparsa di una porta con delle incisioni sulla stessa. Solo poco dopo, in quel villaggio di pescatori, notai qualcuno che pescatore non lo era mica. [X]

    - Ti sta fissando, Seinji, - sentii di nuovo la Sua voce. - Come un predatore che fissa la sua preda. -

    - I mammiferi, - sussurrai. - I mammiferi sono così. -

    Nonostante la distanza non ebbi problemi di sorta a vedere il suo sguardo. Quella sua... strana attenzione. L'interesse di chi voleva scoprire cosa vi era dietro il velo e andare oltre le nebbie, in modo da capire cosa vi si nascondeva.

    Fui io a fare il primo passo. Un po' come se fossi io la sua Provvidenza.

    - Hey, - dissi avvicinandomi. - Mi stalkeri? - - Domandai lasciando Ryuk alle spalle e alzando lievemente il cappuccio del mio mantello, in modo da far vedere il mio volto, quel giorno scoperto e privato della mia maschera.





     
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